RACCONTO TITOLO: L'Orecchio Nascosto 
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RACCONTO

L'Orecchio Nascosto

by MisterFive
Visto: 11 volte Commenti 1 Date: 06-08-2025 Lingua: Language

La colazione era un classico rito per Giacomo e Lucia, ma quella mattina aveva un'aria diversa. L'odore del caffè si mescolava al ricordo della notte appena trascorsa, densa di trasgressione e passione. Giacomo la guardò, i suoi occhi che brillavano di un'intensità quasi febbrile.

Lucia,

cominciò, la voce bassa, quasi un sussurro carico di promesse,

ho avuto un'illuminazione. Per il futuro, per le nostre prossime avventure... ho un'idea. Qualcosa che potrebbe renderci ancora più... vicini. E che... che mi permetterà di non perdermi più niente.


Lucia lo guardò, un brivido che le percorse la schiena. La sua mente volò subito a

vedere

. Era il suo desiderio più grande, quello che aveva espresso dopo il primo incontro al mare.

Cosa intendi, amore?

chiese, la voce incerta, un misto di curiosità e un'ombra di paura.
Giacomo le prese le mani, stringendole forte.

Microfoni,

disse, la parola quasi sussurrata.

O una piccola telecamera, in un punto discreto. Solo audio, se preferisci. Non sarei qui, fisicamente. Ma... sarei lì. Sentirei. Percepirei. Non mi perderei più niente. Non più solo un racconto, ma l'esperienza, in tempo reale.


Lucia impallidì.

Una telecamera? Nella nostra casa? Mentre... mentre sono con lui?

L'idea la terrorizzava e la eccitava allo stesso tempo. Era un passo enorme, una violazione della privacy che superava ogni limite immaginato. Si sentiva esposta, vulnerabile.

Giacomo, è.… è tantissimo. Non so se...


Ma Giacomo la interruppe, la sua voce calma, rassicurante ma ferma.

Amore, è un passo. Lo so. Ma pensa a come ti senti quando mi racconti, a come ti accendi. E pensa a come mi sento io, a voler sapere ogni cosa. Questo eliminerebbe il divario. Ci unirebbe in un modo che non abbiamo mai provato. Saremmo un tutt'uno anche a distanza.

La sua logica era impeccabile, la sua passione contagiosa. E Lucia, dopo un lungo momento di silenzio, sentì la curiosità prevalere sulla paura. Il brivido della trasgressione era troppo forte, il desiderio di accontentare Giacomo troppo profondo, e in fondo, c'era un'audacia in lei che amava essere messa alla prova.

Solo audio, allora,

disse Lucia, la voce ancora un po' tremante,

almeno per la prima volta. E.… e deve essere in un posto dove non si vede, che non mi disturbi.


I giorni successivi furono un'altra immersione nella complicità e nella pianificazione. Giacomo era euforico. Si procurò un microfono ambientale minuscolo, wireless, capace di registrare suoni nitidi. Lo provarono in diverse angolazioni del salotto, nascondendolo tra le piante, dietro una cornice, sotto i cuscini del divano. Ogni posizionamento era una conversazione intima sulla fiducia, sui limiti, su quanto lontano volessero spingersi. Lucia era tesa, ma la sua tensione si mescolava a un eccitamento crescente. Giacomo le ricordò:

È per noi, amore. Per la nostra esplorazione. E tu sei sempre libera di fermare tutto, in qualsiasi momento.

Questo le diede un senso di controllo. Era lei a permetterlo, a dare il via libera.
Decisero di invitare Lorenzo per un'altra cena, questa volta un venerdì sera. Giacomo sarebbe uscito in auto ed avrebbe ascoltato tutto in un parcheggio non molto distante. Lucia contattò Lorenzo, che accettò con entusiasmo.

Sono contento che tu ti stia divertendo così tanto, Lucia,

le disse Lorenzo al telefono, la sua voce calda e suadente.

Sei radiosa ultimamente.

Giacomo, sentendo il commento, sentì una fitta di gelosia e una stretta allo stomaco, un misto di dolore e piacere e l'inizio di quel tormento che avrebbe affrontato. Lorenzo, dal canto suo, cominciava a considerare questa dinamica un po' insolita ma affascinante. Giacomo era un tipo

cool

, ma non era da tutti lasciare la propria ragazza a cena con un altro uomo. Era un mistero che lo intrigava, e lo rendeva ancora più desideroso di Lucia.
La sera del venerdì arrivò con una lentezza snervante. Lucia si preparò con una cura maniacale, il cuore che batteva come un tamburo. Indossò un abito scollato, che le faceva sentire la seta sulla pelle come una seconda pelle. Sapeva che il piccolo microfono era lì, da qualche parte, invisibile, un orecchio nascosto nel silenzio della loro casa. Questa consapevolezza aggiungeva un nuovo livello di eccitazione, un brivido di esposizione che amplificava ogni sensazione.

È come se fossimo in tre qui, stasera,

pensò, mentre si spruzzava il profumo sul collo.
Giacomo salutò Lucia con un bacio profondo, un misto di istruzione e rassicurazione.

Buon divertimento, amore. E ricordati di me.

Lucia annuì, un sorriso malizioso. Poi Giacomo uscì, il suo telefono in mano. Non appena l'auto fu fuori dal raggio di udito, si fermò a un parcheggio poco distante. Indossò delle cuffiette Bluetooth e attivò l'applicazione. Un leggero fruscio, poi il silenzio, il silenzio della loro casa. Chiuse gli occhi, il cuore in gola.
Il campanello suonò. Lucia aprì, accogliendo Lorenzo con un sorriso radioso.

Ciao, Lorenzo. Entra pure.

La voce di Lucia arrivò chiara nelle cuffie di Giacomo. Sentì il suono dei passi di Lorenzo, il fruscio dei vestiti, la leggera risata di Lucia.

Che profumo delizioso, Lucia!

esclamò Lorenzo, la sua voce calda. Giacomo strinse i pugni, la sua immaginazione che lavorava a mille.
Lucia lo condusse in salotto. Sentì il tintinnio dei bicchieri, il leggero rumore di un tappo che veniva stappato.

Vuoi un po' di vino?

La voce di Lucia. Poi un silenzio, interrotto solo dalla musica soft. Giacomo immaginava i loro sguardi, i loro sorrisi, la tensione che cresceva. Sentì un fruscio più forte, forse un movimento sul divano. Poi il suono inconfondibile di un bacio, avido, prolungato. Un gemito soffocato di Lucia. Giacomo ansimò, il suo corpo che reagiva con una scossa elettrica.
Lorenzo e Lucia, sul divano, si scambiarono baci sempre più profondi, la musica che faceva da colonna sonora al loro preludio. Le mani di Lorenzo si mossero con sicurezza sul vestito di seta di Lucia, facendolo scivolare via con un solo, deciso movimento. Il fruscio del tessuto a terra fu amplificato nelle cuffie di Giacomo, facendolo inarcare sul sedile dell'auto. Lucia, nuda, si sentiva più audace che mai. Le labbra di Lorenzo si posarono sui suoi seni, caldi e avidi, succhiando con un'intensità che la fece gemere. Lucia rispose spingendogli la testa contro il petto, le sue unghie che graffiavano leggermente la schiena di lui. Lorenzo le scivolò tra le gambe, la sua lingua calda che la eccitava con movimenti esperti, facendola inarcare. Giacomo sentiva tutto: i gemiti trattenuti di Lucia, il respiro affannoso di Lorenzo, il frusciare dei cuscini. Sentì il suono umido e penetrante della loro unione.

Ah... Lorenzo... sì...

Il gemito di Lucia arrivò cristallino nelle orecchie di Giacomo, seguito dai suoni ritmici dei corpi che si muovevano. Giacomo, seduto nella sua auto, si masturbava furiosamente, le mani che lavoravano con una velocità crescente, le sue fantasie che prendevano forma dal vivo, non più solo immaginate. Era un'esperienza più potente di qualsiasi droga.
Lucia, mentre Lorenzo la possedeva con spinte profonde e potenti, con un desiderio quasi animalesco, chiuse gli occhi. Poteva sentire il divano familiare sotto di lei, ma l'uomo sopra di lei era Lorenzo, con il suo odore diverso, i suoi gemiti diversi. E in qualche modo, sapeva che Giacomo era lì, in ascolto. Il pensiero la fece impazzire, portandola a un orgasmo acuto, una scossa che le fece scuotere l'intero corpo.

Giacomo...

sussurrò, quasi inaudibile, un suono che solo un microfono attentamente posizionato avrebbe potuto cogliere.
Lorenzo e Lucia rimasero uniti per un attimo, i respiri pesanti. Dopo un po', i suoni ripresero. Risate sommesse, il tintinnio delle posate.

Non so tu, ma io non ho molta fame,

disse Lucia, la voce ancora roca ma piena di allegria. Poi i passi, diretti verso la camera da letto. Giacomo sentì il fruscio delle lenzuola, i gemiti che riprendevano, ancora più intensi di prima.
Nel letto matrimoniale, il letto di Giacomo e Lucia, l'intimità si fece ancora più profonda e trasgressiva. Lorenzo si mosse su Lucia con una sensualità più lenta, più consapevole, esplorando ogni centimetro del suo corpo, baciandola ovunque. Lucia si sentiva completamente abbandonata, ma al tempo stesso consapevole dell'orecchio nascosto di Giacomo. Ogni suo gemito era per Lorenzo, ma anche per Giacomo, una performance di piacere per entrambi. Il suo corpo si inarcava, le sue gambe si stringevano attorno a Lorenzo, le sue grida di piacere si facevano sempre più libere, risuonando nella stanza e, per la prima volta, nelle orecchie di Giacomo. L'orgasmo di Lucia fu un'esplosione, un urlo liberatorio che fece vibrare il microfono.
Giacomo era sull'orlo. Il suono dell'orgasmo di Lucia fu il colpo finale. Con un grido soffocato, raggiunse anche lui il culmine, la sua erezione che si svuotava in un rilascio violento di tutta la tensione accumulata, il corpo tremante e spossato. Rimasero nel silenzio per un tempo indefinito, poi Giacomo sentì i suoni di Lorenzo che si congedava, il bacio finale sulla soglia, il rumore della porta che si chiudeva.
A notte fonda, Giacomo tornò a casa. Prima di rientrare, aveva guidato per ore senza meta, con la sua mente che ripercorreva ogni suono, ogni gemito. Il profumo di Lorenzo era ancora nell'aria, e sul corpo di Lucia. La trovò addormentata nel letto, scompigliata, i capelli sparsi sul cuscino, un sorriso beato sulle labbra. Era la donna più appagata che avesse mai visto.
Giacomo si spogliò lentamente. Si avvicinò al letto, il suo sguardo che la divorava. Si chinò e iniziò a baciarle il collo, poi scese sul petto, leccando la pelle che sapeva di sale, di sesso e di un piacere appena vissuto. Le sue labbra e la sua lingua esplorarono ogni centimetro del corpo di Lucia, sentendo l'odore di Lorenzo su di lei, un profumo che lo inebriava, quasi un afrodisiaco. Leccò l'interno coscia, poi la sua intimità, assaporando non solo il sapore di Lucia, ma la traccia della passione di un altro.

Eri mia,

mormorò, il suo respiro pesante,

ma eri anche sua. E io ho sentito tutto. Questo mi fa impazzire.


La svegliò con baci avidi, la prese con urgenza, sul bordo del letto. La possedeva con una passione esplosiva, quasi furiosa, le sue spinte potenti, un misto di rabbia e desiderio, un bisogno primordiale di riaffermare il suo possesso, di cancellare, o forse di assorbire, la presenza di Lorenzo che aveva riempito le sue orecchie e la sua mente. Lucia rispose con altrettanta foga, le sue grida che si mescolavano ai gemiti di Giacomo, un'orgia di suoni e sensazioni. Il sesso era diverso ora: non solo passione, ma validazione. Ogni spinta di Giacomo era una domanda, e ogni sua risposta era un'affermazione che li legava ancora di più in quella nuova dimensione.
Lucia e Giacomo si addormentarono felici, esausti, ma completamente appagati. La mattina dopo, la luce del sole filtrava nella stanza, rivelando i segni della notte. A colazione, tra un sorso di caffè e l'altro, Giacomo guardò Lucia, era molto bella e lui era molto innamorato. La consapevolezza di aver sentito tutto aveva trasformato il suo desiderio. Il tormento della sua assenza si era trasformato in un'inedita forma di partecipazione.

INSERITI 1 COMMENTI:
  • avatar ziomax Bellissimo

    06-08-2025 22:43:47