STORY TITLE: Agata, il mio capo e suo marito 
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Agata, il mio capo e suo marito


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Agata, il mio capo e suo marito

by ablacar68
Viewed: 1337 times Comments 3 Date: 12-01-2021 Language: Language

lei mi invitò nel suo appartamento per discutere di una pratica molto ostica da sbrigare in ufficio. Mi disse: sai così possiamo avere più tempo e nel mentre la rileggiamo possiamo stuzzicare qualcosa. Le risposi di sì, era il mio capoufficio, potevo di certo dirle di no?

Agata è una donna matura. Più grande di me. Sposata con due figli grandi oramai all’estero per lavoro. La raggiunsi verso le 19 nel suo appartamento dove abita con il marito Francesco. Ci accomodammo nello studio e, uno difronte all’altra, iniziammo a sfogliare la pratica che avevo portato via dall’ufficio. Ogni tanto le chiedevo di leggere un passaggio che avevo davanti agli occhi e lei, per farlo, si sporgeva verso di me schiacciando i suoi grossi seni sulla scrivania e di fatto allargando il decoltè, che generosamente mostra l’orlo di un reggiseno ricamato nero.

Ovviamente il mio sguardo sfuggiva alla lettura e si piantava sull’aureola del capezzolo che, striizzato sulla scrivania, emergeva dal reggiseno. Quest’attimo, così innocente, ma consumato in luogo diverso dall’ufficio. A casa sua. Mi sembrava avere il sapore di una intimità, che fino ad allora, non c’era mai stata. Nemmeno a pensarci.

E’ inutile dire che il mio cazzo iniziò a farsi duro e la mente un po’ confusa. Il mio guardare, da imbarazzato e furtivo, inizio a essere più sfacciato. Mi meravigliavo di me. Ma quel senso di paura era sempre il mio capo misto a questa nuova emozione, mi diede coraggio.

Lei si accorse di questo mio cambio di attenzione, ma non disse nulla. Continuammo nel lavoro, leggendo e rileggendo. E più volte la invitai a leggere un passaggio sui fogli che avaro davanti. Notai che lei spingeva sempre di più i seni sulla scrivania. Ma in quel momento, pensavo che fosse solo un caso e mi limitavo ad apprezzare.

Fu verso la fine, mentre davamo un’ultima lettura alle carte, che sentii il suo piede sfiorarmi la patta. Il cazzo sobbalzo all’improvviso. La patta inizio a farmi male. Lei leggeva e accarezzava il cazzo con il piede. La scarpa in terra e il suo piede, fasciato in una calza, saliva e scendeva sulla mia patta dura. Anche quando entrò il marito per chiederci se bevevamo qualcosa, Agata non tolse il suo piede. Anzi, con le punte delle dita, pigiò come un acceleratore. Lo fece per farmi sobbalzare e mettermi in imbarazzo davanti a Francesco. Feci un piccolo salto all’indietro, liberandomi del suo piede ma non dello sguardo del marito.

Credo si accorse che qualcosa stesse accadendo e mi chiese: qualcosa di forte da bere? con un sorriso accennato sulle labbra. Risposi di sì, ringraziandolo. E lui malizioso aggiunse: ringrazia Agata. Non capii e la guardai con sguardo interrogativo. Anche lei sorrise, mentre si sistemava comoda sulla sedia avvicinando il bacino al bordo e stendendo la coscia verso la mia patta. Rimasi pietrificato. Lui guardò la scena ed era ormai evidente che il piede di Agata era disteso sul mio cazzo.

Francesco si sedette sulla scrivania, quasi ad ammirare la scena e versò da bere a noi due. Compresi che tra i due c’era complicità. Ammiccai anche io a un sorriso e portai le mie mani sul piede di lei. Lo afferrai alla caviglia e iniziai a muoverlo su e giù sulla patta. Francesco bevve un sorso dal bicchiere di Agata e poi le porse il calice. Io con il mio cazzo duro iniziai ad allentare la cinta dei pantaloni, anche per capire fino a che punto potevo spingermi.

Lei ritirò il suo piede e si sfilò anche l’altra scarpa. Il marito si alzò dalla scrivania e si avvicinò a lei. Le prese la testa tra le mani e l’avvicinò al suo ventre. Io rimasi a guardare. Allora Agata, con gli occhi puntati su di me, iniziò a slacciare i pantaloni di Francesco e a cercare il suo membro nella patta. Anche io iniziai ad aprire i miei pantaloni e a liberare il mio cazzo dalle mutante. Agata afferrò il cazzo del marito e iniziò a leccarlo. Io inizia a segare il mio cazzo davanti ai loro occhi.

Francesco ansimava agli affondi della bocca della moglie e la cosa mi eccitava molto. Francesco aveva un bel cazzo grosso e la bocca di Agata faceva fatica a infilarselo tutto giù. Io mi alzai e raggiunsi la donna dalla parte opposta al marito. Con in miei pantaloni abbassati alla caviglia e il cazzo fuori dagli slip, mi avvicinai al suo volto.

Agata, lasciò il cazzo di Francesco e, mentre continuava a spompinarlo, afferro il mio con la mano sinistra. Segava il mio cazzo mentre, sempre più voracemente, si ficcava in gola quello del marito. Io iniziai a gemere di piacere, e fu allora che Agata staccò la bocca dalla glande di Francesco per prendersi il mio in bocca. Iniziò a spompinarmi, completamente girata verso di e lasciando Francesco, che intanto inizio a spogliarsi. Agato ingoiava il mio cazzo, mentre con una mano cominciava a toccarsi. Dappirma i seni enormi, poi tra le cosce.

Fu Francesco, oramai solo con in dosso la camicia aperta, ad afferrarla dai fianchi e ad alzarla dalla sedia. Agata rimase in piedi difronte a me. E mentre con la mano continuava a masturbare il mio cazzo, i suoi occhi guardavano fissi i miei in una smorfia di piacere. Francesco prese ad allentare la cerniera della gonna e a farla cadere in terra. Poi infilò, dai lati della vita, le sue mani nei collant sfilandoli a mezza coscia. Poi pose una mano sulla schiena di Agata e la fece chinare leggermente verso di me. Con la sua testa sulla mia spalla sinistra e le sue cosce leggermente divaricate, Agata continuava a menarmi il cazzo con la mano. Francesco intanto, si era inginocchiato da dietro, iniziando a leccarle il buco del culo e sgrillettando la figa con la mano destra. Io intanto le tosi il maglionicino e liberai suoi seni dal reggipetto. Afferrai i suoi capezzoli turgidi tra le miei mani iniziando a giocherellare. Le si chinò ancor di più sul mio ventre e riprese a succhiare.

Fu Francesco a iniziare le danze. Alzatosi nuovamente in piede, dopo una prima incertezza, allargò le sue grandi labbra con le dita e infilò il suo grosso cazzo dentro. Al primo colpo Agata serrò i denti sul mio cazzo e quei ma faceva sborsare. Ma riuscii a trattenere. Francesco la fotteva con forza, tanto che Agata dovette aggrapparsi con una mano alla scrivania. Francesco le alzò anche una gamba sulla scrivania per riuscirla a chiavarla meglio.

Lei godeva sotto i colpi del marito incitandolo, di tanto in tanto, a continuare con forza. A ogni colpo il suo culo grosso vibrava e la schiena si inarcava e con questa postura il mio cazzo scivolava in gola. Francesco si ritrasse e Agata si sedette sulla scrivania. Poi si chinò all’indietro, poggiandosi con le mani sul bordo opposto, allargò le cosce e mi chiese di scoparla.

Mi avvicinai tra le sue cosce e, prima la cappella poi tutto il cazzo, svanì nella sua figa pelosa. Inizia a scoparla con passione. Colpi secchi, mentre con le mani dietro le sue ginocchia, tenevo le cosce leggermente alzate. “Siete due porci” disse lei all’improvviso. Ci fermò e disse: mettiamoci comodi. Andiamo nella stanza da letto.

Seguii Francesco e Agata. E in camera lei mi disse di stendermi che aveva voglia di cavalcarmi. Lo feci, come se fosse un ordine da rispettare senza commenti. Lei mi salì sopra e iniziò una danza vertigine. La sua pancia grassa si distendeva sui miei addominali. Mentre sentivo la figa che colava miele caldo sul mio cazzo. “Oh Dio! che orgasmo” di sesse lei, mentre continuava a domarsi sul mio cazzo facendo vibrare le corde del materasso, su e giù. Fu allora, mentre lei godeva che Francesco saltò sul letto, chinò la moglie verso di me, sputò tra le chiappe di Agata e iniziò, prima con un dito e poi con il suo cazzo a fotterle il culo.

Due pali che la chiavavano oramai senza pietà Anche il nostro linguaggio si era sciolto. Puttana, troia, vacca, le parole che si intrecciavano tra me e Francesco. Lei godeva e veniva. Tanto che oramai non sentivo più il mio cazzo dentro di lei. Avevo voglia di sentirete il culo e fu il marito a togliermi dall’imbarazzo di chiedere. “Vieni! vieni a prenderla nel culo”. Mi liberai del peso di Agata e lasciai a Francesco il mio posto. Lei salì a cavalcioni sul marito mentre io le spinsi il cazzo su per il culo. Mi bastarono pochi colpi. Poi urlai: sto per venire. E lei: sborra! sborra! sborrami dentro.

Due colpi ancora e poi la mia marmellata calda le inondò il culo, mentre continuavo a sbatterla. Pochi istanti e anche Francesco arrivò copiosamente nella figa della moglie. Ci accasciammo. E dopo aver ripreso fiato, Agata ripulì i nostri cazzi prima di stendersi tra di noi, puttana e felice.

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