STORY TITLE: Hommemystere o sissy? 
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Hommemystere o sissy?


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Hommemystere o sissy?

by dolcicorna
Viewed: 2823 times Comments 18 Date: 19-10-2017 Language: Language

Erano anni che col mio cornuto, oltre all’uso della gabbietta, giocavamo frequentemente con lo strapon. Possedere il mio cuck, sapendo che a lui veniva negato ogni contatto femminile (spesso neppure con me) mi dava quella sensazione di potere da dominante che credo piaccia a tutte le donne che riescono a provarla.

Così pian piano ha cominciato a stuzzicarmi anche l’idea di vederlo posseduto da un bull dopo averlo fatto assistere a una mia scopata, ma non riuscivo a capire come stuzzicarlo al punto da voler provare anche questa esperienza, perché se era facile chiedergli di fare un pompino insieme a me a qualche bull, dirgli adesso ti faccio penetrare non era altrettanto semplice e un po’ a me è sempre mancato il coraggio o una situazione che fosse abbastanza intrigante per permettermi di farlo.

Considerate anche il fatto che la sua figura era sempre troppo “maschile” perché potessi provare a stuzzicarlo con l’idea di provare un piacere al femminile.

Era capitato in passato che qualche bull ci avesse chiesto di far indossare al cornuto la mia biancheria e, anche se ero riuscita a vestirlo in quel modo, non era mai scattata quella scintilla che ci facesse vedere quel tipo di gioco in modo particolarmente intrigante, anzi la sua conclusione era quella di sentirsi abbastanza ridicolo in quei panni e poco partecipe, anche se mi confessava comunque che l’idea di sentirsi dominato da me era l’unica cosa piacevole e che per me comunque avrebbe fatto quello e altro.

Siccome saremmo andati a Cap dopo qualche settimana gli proposi di prendere un collare provocandolo dicendogli che volevo proprio vedere se gli sarebbe piaciuto far vedere a tutti la sua condizione di slave. A Cap non riuscimmo comunque a usarlo nelle prime due sere, ma già alla prima conoscemmo un bull italiano con cui facemmo subito amicizia e che si unì a noi quasi come bull fisso. Alla seconda sera dissi che, vista la presenza del bull, sarebbe stato carino se io fossi andata in giro mano nella mano con lui tenendo il mio cornuto al guinzaglio. La cosa lo stuzzico molto e decidemmo che l’indomani avremmo fatto il “grande passo”.

Alla sera prima di uscire gli proposi comunque di mettere la mia biancheria perché così si sarebbe sentito dominato come quella volta che avevamo giocato a casa e che, inoltre, avremmo potuto fare qualche foto per vedere se realmente ai bull piaceva il cuckold ridotto in quel ruolo passivo. Questa volta lui accetto in modo divertito e uscimmo.

Aveva jeans e giacca bianca con una tshirt nera traforata (le foto sono pubblicate) e sotto: gabbietta, perizoma in pizzo, reggiseno, autoreggenti a rete e cavigliera a destra con scritta SLAVE. Il piacere che provavo mentre camminavo col bull, fermandomi ogni tanto per baciarlo platealmente, mentre il mio cornuto era dietro al guinzaglio, era veramente sublime.

Arrivati nella piazzetta del passeggio (chi è stato a Cap sa a cosa mi riferisco) mi fermai davanti a un negozio di scarpe e gli dissi: ti ricordi quello stilista che pur essendo etero gira da sempre con i tacchi a spillo? Ecco se provassi a metterli saresti perfetto. Non avrei mai immaginato di sentirmi rispondere subito: dai, proviamo!. Così ci fermammo e trovato un sandalo 43 alto 16 cm mi stupì la tranquillità con cui mostrò alla commessa di avere le autoreggenti a rete e cominciò a camminare in modo quasi sensuale davanti a una piccola folla che si era fermata incuriosita e guardava anche me con ammirazione per quello che ero riuscita a far fare al mio cuck.

Rimandammo l’acquisto al giorno dopo per non avere pacchi ingombranti nella serata, ma il livello di adrenalina era ormai salito parecchio, così quando andammo al privè, mentre giocavo col mio bull e altri due ragazzi francesi, presa dall’eccitazione del momento, gli chiesi di vedere la gabbietta come faccio spesso mentre mi scopano, non pensando che aveva autoreggenti e intimo femminile e lui mi stupì nuovamente abbassandosi i pantaloni e lasciandosi ammirare da tutti in lingerie.

Quando tornammo in Italia gli dissi che volevo assolutamente riprovare quelle emozioni e non avrei resistito ad aspettare un’altra gita a Cap.

Così cominciammo a guardare diversi siti sull’argomento (uomo in lingerie), ma spesso parlavano di uomini trasformati in sissy dalle loro mogli. C’era quel passo che portava alla femminilizzazione totale (con trucco, parrucca e vestiti) che ci lasciava sempre dubbiosi rispetto a quanto avevamo provato a Cap, finché ci imbattemmo in un sito australiano che vendeva lingerie per uomini che volevano esaltare la loro parte femminile.
Comprammo quasi tutto (c’era la scusa di risparmiare sulle spese di spedizione) e da quel momento il mio cornuto, oltre a essere completamente depilato, indossa lingerie femminile praticamente sempre (tranne se va a giocare a calcetto ovviamente) e quando andiamo al privè mette anche i tacchi a spillo che porta con una disinvoltura disarmante.

Per assurdo in questa veste femminile io sento che è ancora di più il mio uomo e per quante corna possa fargli questa condizione non cambierà mai.

Un particolare divertente? La sua parte femminile è venuta fuori in modo così spontaneo al punto di arrivare a dirmi che non poteva andare al locale sempre con le stesse scarpe (il “cosa mi metto” tipico di noi donne) e ormai ne abbiamo già comprate 6 paia.

È passato un po' di tempo da questo racconto e devo dire che la mia voglia di femminilizzare completamente la mia maritina (si chiama Debby) in me col tempo ha preso sempre più piede.
Confortata dall'enorme letteratura sul tema in inglese, devo dire che adesso vederla trasformata in una perfetta sissy (o meglio anche in una sissy slut quando la vedo fare sesso con qualche bull) mi dà un piacere indescrivibile.
Peccato ci siano così poche coppie che abbiano intrapreso questo percorso per fare un po' di strada insieme.

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