Uno scherzo del c***o
by Vialattea1435Viewed: 2112 times Comments 36 Date: 29-05-2017 Language:
Erano gli inizi degli anni 80 ed io avevo poco più di 20 anni, ma finalmente l’università mi aveva permesso di andare lontano da casa e questo mi faceva sentire grande. Sicuramente essere lontana da casa, in una città universitaria, permetteva ai miei ormoni di avere libero sfogo e, d’altra parte, procurarsi cazzi e figa a volontà non era più un problema...ma questa è un’altra storia! L’unico mio guaio, come di quasi tutti gli studenti fuori sede era, ed è, la cronica penuria di denaro; ognuno cercava di raggranellare quanto poteva facendo i lavori più disparati. Io non facevo eccezione. Essendo stata sempre molto brava in matematica impartivo lezioni private a studenti per lo più di una “somaraggine” disgustosa e mi facevo pubblicità mediante degli annunci, scritti rigorosamente a mano (i pc erano di là da venire e anche le fotocopie erano agli esordi). Quel già tiepido pomeriggio di inizi aprile aspettavo la mamma di un potenziale “cliente”; puntuale il campanello squillò e con una cordiale stretta di mano una giovane signora si presentò; alle spalle, Carlo, un 16enne solo in apparenza timido, non molto alto e di una magrezza impressionante tipicamente da segaiolo. Quest’ultimo mi salutò con un grugnito squadrandomi da capo a piedi soffermandosi senza troppi scrupoli sulla mia generosa minigonna. Parlammo con la madre delle solite cose di rito mentre il figlio annui soltanto quando la madre disse: “ guardi signorina mio figlio è sempre andato bene il matematica da un giorno all’altro si è fissato di voler colmare alcune lacune”. Per tutta la breve durata del discorso lo sguardo di Gianni saltellava dalle mie cosce, che io mi divertivo ad accavallare e scavallare fino a fare intravedere le mutande, alla generosa scollatura al disotto della quale dalla maglietta sottile trasparivano i capezzoli turgidi: “Tornato a casa ti farai una bella sega mailino mio” pensavo e ridacchiavo tra me e me. Non sapevo ancora di sbagliarmi di grosso. Il giorno dopo alle 16 arrivò puntuale per la prima lezione; indossava una tuta e scarpe da ginnastica. Seduti davanti alla mia piccola scrivania chiesi che mi illustrasse quale fossero le lacune che aveva bisogno di colmare; per tutta risposta si alzò andò a chiudere la porta da dove provenivano le voci delle altre due colleghe con cui dividevo l’appartamento dicendo: “io la matematica la conosco bene son venuto soltanto per gli extra”. Così dicendo abbassò di poco i pantaloni della tuta tirando fuori un uccello di dimensioni spropositate per lunghezza e spessore, sproporzionato se paragonato alla sua esile figura. Il gesto inaspettato e lo stupore per le dimensioni del suo cazzo mi impedirono di chiedere “ma di quali extra parli ? ” mentre, al contrario, rimasi muta e, credo, con la bocca leggermente aperta; sufficientemente pero da dare un facile varco alla cappella del suo attrezzo enorme che mi ritrovai spinto in fondo alla gola. Quel punto avevo due alternative: alzarmi e molargli un sonoro ceffone cacciandolo di casa o continuare a fare il più inaspettato dei pompini. Gli ormoni e la giovane età ebbero il sopravvento: il suo cazzo pur essendo infilato nella mia bocca fino alla gola lasciava tanto spazio alla mia mano destra per abbrancarlo e segarlo agevolmente e con vigoria. Forse troppa vigoria perché non feci a tempo ad infilare la mia mano sinistra sotto la cortissima gonna nel tentativo di cominciare a sgrillettarmi che senti Carlo gemere due o tre volte. Un primo fiotto di sborra calda mi inondò la gola: “ingoia troia è da quando ho visto il tuo annuncio che non mi sego per conservartela tutta”. Arrivò immancabile il secondo fiotto caldo e denso poi il terzo e non so quanti altri e benché io tentassi di ingoiare la sborra a usciva copiosa dalla mia bocca colando sul viso e sulle cosce. Sentì il suo cazzo che cominciava ad ammosciarsi nella mia mano ma le sue dimensioni restavano eccezionali, lo sfilai dalla bocca continuando a segarlo per un buon minuto e continuando a leccare le ultime gocce di sborra;…era durato tutto decisamente poco, ma che aspettarsi da un ragazzino di 16 anni ! Già, solo allora realizzai di aver appena finito di fare un pompino ad un minorenne!!! “Con questi extra, brava e figa come sei farai un sacco di soldi con lezioni private !” “Ma di quali extra parli con capisco ? “ riuscì finalmente a balbettare“ Beh sei tu che hai tappezzato il quartiere con i tuoi annunci dovresti saperlo”Così dicendo ed aggiustandosi i pantaloni quel ragazzino che avevo fatto l’errore di sottovalutare (evidentemente quel suo cazzo fuori dal comune gli aveva permesso di fare tantissime esperienze ed acquisire nel campo una disinvoltura da adulto) usci dalla stanza augurandosi di rivedermi perché avevo un bel culo, degno di attenzione. Mi bastò un giro nel quartiere per capire anche a cosa alludeva parlando di extra: qualcuno aveva affisso dei manifestini in cui si diceva “Studentessa universitaria impartisce …......... ai più bravi premi EXTRA”. Un vero scherzo del cazzo.Continua ?