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La mia donna


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La mia donna

by theanalyst
Viewed: 1698 times Comments 3 Date: 06-04-2021 Language: Language

La mia donna è alta, magra, con un culo eccezionale (è la prima cosa che ho notato di lei). Riesce bene in tutto ciò che fa. Siamo stati compagni di liceo e di università e lei ha sempre avuto voti migliori dei miei.

Si è laureata con 110 e lode ed ha intrapreso la carriera universitaria. Ormai sono nove anni che facciamo coppia fissa. Si parla ormai di matrimonio, insistentemente. Figli di operai rientriamo nel classico stereotipo della coppia perfetta. Solo che…

Dopo i primi tempi ed i primi rapporti sessuali goffi e spensierati, intensissimi ed appaganti, col tempo abbiamo iniziato a far viaggiare la fantasia.

Io mi eccitavo furiosamente a pensare a lei come la classica donna oggetto. La mia schiava d’amore. Lei si eccitava ubbidendo a tutti i miei ordini.

Sperimentavamo tutte le posizioni possibili. Lei era bravissima a leccarlo ma non ha mai voluto farselo mettere nel culo. Il sesso con lei andava alla grande finchè un giorno inizia a chiederle durante il rapporto, quando più la vedevo coinvolta e disinibita, se le sarebbe piaciuto avere un altro uomo al mio posto. Questa è una fantasia che inizialmente credevo solo mia, poi col tempo, informandomi, ho scoperto che è una ‘perversione’ classica dell’uomo (un po’ come tipicamente la donna ama essere dominata, alcune immaginano e si eccitano addirittura all’idea di essere prese con la forza).

Inizialmente la timidezza e l’educazione bloccava la mia donna che si imbarazzava fortemente ogni volta che le chiedevo delle sue fantasie. Poi ho trovato un argomento ‘neutro’ per fare breccia. Ho iniziato a chiederle quale fosse il personaggio famoso che più le piaceva. Essendo una situazione assolutamente impossibile quella di potere avere l’opportunità di farsi sbattere da un divo, lei lentamente incominciò ad assecondare la mia fantasia. Nel momento di maggiore coinvolgimento le dicevo di pensare di stare con i suoi attori preferiti. I soliti nomi, Kevin Costner e Richard Gere. La c in verità, eccitarla più di tanto e così siamo andati avanti per un po.

Dopo qualche tempo questo giochino mi aveva annoiato. Per cui iniziai a cambiare tattica, sempre stando attento a non forzare la mano, partendo dalle storie che le raccontavo mentre facevamo sesso; un bel giorno tra K. Costner e R. Gere si inserì il classico nero anonimo, con la sola caratteristica di avere un sesso gigantesco. Mi accorsi che questo tipo di approccio la coinvolgeva di più e, meglio ancora, quello che le faceva raggiungere orgasmi quasi istantanei era il fatto di sapersi guardata da me fare sesso con perfetti sconosciuti, ovviamente superdotati.

Immaginavamo situazioni in cui lei si concedeva ad altri lasciandomi guardare tutto. Immaginavamo lei presa da camerieri d’albergo la prima notte di nozze. Poi passammo al passaggio accettato dallo sconosciuto, alla scopata in ufficio con i suoi alunni. Storie sempre più morbose in cui lei diventava l’oggetto del piacere di uomini. Le storie si concludevano sempre immancabilmente con la mia donna che si faceva scopare, inculare, in mia presenza da uno o possibilmente più uomini (meglio se con cazzi più grossi del mio), e la storia si concludeva sempre con una sborrata collettiva tra le sue labbra. Immaginare la mia donna ricoperta delle sborrate di altri uomini mi portava sempre all’estasi.

La cosa ci prendeva sempre più la mano e le nostre scopate diventavano sempre più scatenate. Lei si trasformava in una ninfomane, si calava nella storia e veniva immancabilmente quando il mio racconto arrivava al punto in cui lei godeva urlando come una troia di farsi sfondare davanti al suo uomo. Sempre! Segno che ormai lei godeva più per le situazioni che per il semplice amplesso. Non facevamo più sesso ‘normale’ c’era bisogno delle mie ‘storielle’ come lei le chiamava affettuosamente quando voleva calarsi nelle atmosfere lascive che ero abile a creare.

Dopo alcuni mesi, mi sorpresi ad immaginare la mia donna con persone

non più sconosciuti ma amici e parenti erano sempre taboo, ma i compagni di università, o le persone conosciute durante il giorno no.

Così la calai in orge all’università, scopate nelle aule studio, nei cessi, inviti a casa sua di decine di ragazzi, contemporaneamente. La storia che più le piaceva era quella in cui io organizzavo un festino in cui lei era l’unica ragazza. Accoglieva gli invitati completamente nuda, concedendosi a tutte le loro richieste, sempre con gli occhi puntati su di me che dovevo guardarla mentre si faceva sbattere alla stragrande. La cosa ci portava ad apici che pensavo irragiungibili. Lei veniva con degli autentici spruzzi urlando i nomi dei nostri conoscenti ed io immancabilmente le riempivo la bocca col mio sperma. Ma il culo mai. Il culo non me l’ha mai dato.

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