HISTOIRE TITRE: Il Gioco di Martina e Luca - Incontro 2 
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HISTOIRE

Il Gioco di Martina e Luca - Incontro 2

by BullMasterVr
Vu: 272 fois Commentaires 5 Date: 27-05-2025 Langue : Language

La crisi di Luca e la chiamata di Martina

Una settimana dopo il nostro primo incontro, una nuova mail da Martina illuminò lo schermo del mio laptop. Il suo tono era più urgente, la timidezza ancora presente ma intrecciata a una fame quasi disperata. “Padrone Eros,” scriveva, “non riesco a smettere di pensare a quella sera. È stato travolgente, e voglio di più, voglio superare i miei limiti con lei. Luca è in crisi, ha bisogno di essere guidato, umiliato ancora. Possiamo vederci presto? La prego.” Aggiungeva un dettaglio che aveva scosso la loro dinamica: Luca, in un momento di confusione e desiderio, si era fatto trovare da Martina con indosso il suo intimo di pizzo, implorando perdono mentre confessava di sentirsi inferiore a me. Martina non aveva riso; aveva provato un misto di eccitazione e disprezzo, e questo l’aveva spinta a contattarmi, bramosa di spingersi oltre.
Risposi con poche parole, fredde e decise: “Domani mattina, a casa vostra. Siate pronti.” Non serviva altro; sapevano che il mio controllo era assoluto.

L’incontro

Arrivai al loro appartamento, un’elegante bolla di modernità con grandi finestre che lasciavano filtrare la luce cruda del giorno. Martina mi accolse sulla porta, avvolta in una vestaglia di seta nera che scivolava sulle sue curve, lasciando intravedere la lingerie sottostante. I suoi occhi verdi, timidi ma accesi da un desiderio più audace, tradivano l’evoluzione del suo fuoco interiore. Luca, dietro di lei, indossava una camicia bianca e pantaloni neri, il volto un mosaico di vergogna e attesa. “Padrone Eros,” disse Martina, la voce un sussurro tremante ma carico di anticipazione. Luca abbassò lo sguardo, mormorando un saluto, la sua postura già sottomessa.
Entrai, il mio passo fermo, il silenzio che imponevo con la sola presenza. “Luca,” dissi, il tono tagliente come una lama, “spiega a Martina cosa hai fatto.” Lui esitò, il volto che si arrossava violentemente. Martina lo fissò, un misto di curiosità e disprezzo negli occhi. “Dillo,” lo incalzai, sedendomi sul divano con un gesto che reclamava il controllo della stanza. Luca deglutì, la voce spezzata. “Io… mi sono messo il tuo intimo, Martina. Le tue mutandine di pizzo… volevo sentirmi… non lo so, volevo capire…” La sua voce si spense, il volto rigato di vergogna.
Martina rise, un suono crudele che tagliò l’aria. “Patetico,” disse, voltandosi verso di me. “Padrone Eros, guardi com’è ridotto. Si è messo il mio pizzo, pensando di essere qualcosa che non è.” I suoi occhi brillavano, la timidezza che si trasformava in una sicurezza sadica sotto il mio sguardo. “Umilialo, Martina,” ordinai, la voce calma ma inflessibile. Lei si avvicinò a Luca, che era ancora in piedi, tremante. “Inginocchiati, cornuto,” gli disse, il tono che oscillava tra disprezzo e divertimento. Lui obbedì, cadendo in ginocchio davanti a lei, il volto basso.
“Guardami,” gli ordinò Martina, afferrandogli il mento con una mano. “Pensi di essere un uomo? Con il mio pizzo addosso? Sei solo un maggiordomo, un servo che guarda mentre il Padrone Eros mi fa sua.” Le sue parole erano pugnali, e Luca tremava, il respiro corto, il desiderio che lo consumava nonostante l’umiliazione. “Digli cosa vuoi, Martina,” dissi, il mio tono un comando che non ammetteva esitazioni. Lei si voltò verso di me, gli occhi accesi. “Voglio che mi prenda, Padrone Eros. Voglio che mi faccia sentire viva, che mi spinga oltre ogni limite. Luca non può farlo. Non è mai stato capace.” Luca emise un gemito soffocato, il volto in fiamme, ma non protestò.
“Luca, vai nell’altra stanza,” ordinai, alzandomi. “Ascolterai tutto, ma non meriti di guardare oggi.” Lui esitò, poi si alzò, barcollando, e sparì oltre la porta del salotto, lasciandola socchiusa. Martina mi guardò, il corpo teso, il desiderio che pulsava in ogni suo movimento. “Togliti la vestaglia,” dissi, il tono che non lasciava spazio a dubbi. Lei obbedì, lasciandola cadere a terra, rivelando una lingerie nera che sembrava disegnata per provocare: reggiseno di pizzo trasparente, mutandine minuscole, giarrettiere che incorniciavano le sue cosce. La sua timidezza era ancora lì, ma si mescolava a una fame nuova, più audace, come se il primo incontro l’avesse liberata.

La sessione BDSM

“Vieni qui,” ordinai, indicando il centro della stanza. Martina si avvicinò, il respiro accelerato, gli occhi che cercavano i miei come per implorare il mio controllo. Le presi il polso, tirandola verso di me con un gesto deciso, e le sussurrai all’orecchio, abbastanza forte perché Luca sentisse dall’altra stanza: “Oggi supererai ogni tuo limite, Martina. Sei pronta a essere la mia troia perfetta?” Lei annuì, un gemito soffocato che sfuggì dalle sue labbra. “Sì, Padrone Eros… voglio tutto.”
Le slacciai il reggiseno con un movimento lento, lasciandolo cadere, poi pizzicai i suoi capezzoli con precisione, strappandole un grido acuto. “Zitta,” dissi, il tono severo. “Non parlare a meno che non te lo ordini.” Lei annuì, mordendosi il labbro, il corpo che tremava di eccitazione. Le feci scivolare le mutandine lungo le cosce, lasciandola nuda tranne che per le giarrettiere. “In ginocchio,” ordinai, e lei obbedì all’istante, il suo corpo che si piegava al mio volere con una grazia che era pura sottomissione.
Presi una corda di seta nera dalla mia borsa, facendola scorrere tra le dita davanti ai suoi occhi, un gesto che la fece rabbrividire. “Mani dietro la schiena,” dissi. Lei obbedì, e io le legai i polsi, i nodi stretti ma precisi, un’opera d’arte che la immobilizzava senza farle male. “Sei mia,” dissi, accarezzandole il collo con la punta delle dita, un tocco che la fece tremare. “E Luca lo sa, vero?” Dalla stanza accanto, un gemito soffocato confermò che stava ascoltando, impotente. Martina annuì, gli occhi lucidi di desiderio.
La guidai verso il divano, facendola sdraiare con le gambe aperte. “Tienile così,” ordinai, e lei obbedì, il corpo esposto, vulnerabile, ma il suo sguardo bruciava di una fame che aveva perso ogni traccia di timidezza. Presi un frustino dalla borsa, facendolo scorrere lungo l’interno delle sue cosce, un tocco leggero che la fece gemere. “Dimmi quanto lo vuoi,” ordinai, la voce un ringhio basso. “Padrone Eros,” sussurrò, “voglio che mi prenda… che mi faccia sua… più forte di prima.” Le sue parole erano un fuoco, e io colpii leggermente l’interno della sua coscia con il frustino, strappandole un grido che echeggiò fino a Luca.
“Brava,” dissi, posando il frustino e accarezzandola dove l’avevo colpita, il mio tocco che alternava dolcezza e controllo. Le mie dita scivolarono tra le sue cosce, trovandola bagnata, pronta, il suo corpo che implorava di più. “Ascolta, Luca,” dissi, alzando la voce. “Senti quanto la tua donna gode per me.” Iniziai a toccarla, lento, deliberato, le mie dita che si muovevano con precisione, strappandole gemiti che si trasformavano in grida. “Padrone… ti prego…” implorò, il corpo che si inarcava contro i nodi che la tenevano legata.
Presi una benda di seta dalla borsa, coprendole gli occhi. “Non vedere ti farà sentire tutto di più,” dissi, il tono che non ammetteva repliche. La benda amplificò ogni sensazione, e i suoi gemiti divennero più intensi mentre continuavo a toccarla, alternando il frustino a carezze possessive. Presi un piccolo vibratore, facendolo scorrere lungo il suo corpo, soffermandomi sui suoi punti più sensibili, strappandole grida che dovevano bruciare Luca nell’altra stanza. “Di’ a Luca cosa sei,” ordinai, la voce inflessibile. “Sono… la tua troia, Padrone Eros,” gridò, la voce rotta dal piacere. “Solo tua!”
Mi alzai, slacciandomi la cintura, il suono della fibbia che tagliava il silenzio. “Preparati, Martina,” dissi, e lei si inginocchiò di nuovo, il corpo tremante di attesa, la benda che la rendeva ancora più vulnerabile. La presi, con forza, possessivo, ogni spinta un sigillo del mio dominio. I suoi gemiti si trasformarono in grida selvagge, il suo corpo che si arrendeva completamente, i nodi e la benda che amplificavano la sua sottomissione. Ogni movimento era un comando, ogni suo lamento un’ulteriore prova della sua resa totale. “Padrone… non fermarti…” implorò, la voce spezzata, e io spinsi più forte, portandola al confine del piacere e oltre.
Quando finimmo, Martina era un fascio di piacere, il corpo tremante, la benda ancora sugli occhi. La slegai, accarezzandole i polsi arrossati, e lei si accasciò contro di me, sussurrando: “Grazie, Padrone Eros… non ho mai provato niente di simile.” Luca, richiamato dalla stanza accanto, entrò con il capo chino, il volto segnato da un misto di vergogna e desiderio. “Pulite tutto,” ordinai, alzandomi con calma. “Ci rivedremo presto. E, Luca, la prossima volta potresti dover servire in modi nuovi.” Martina sorrise, un misto di timidezza e sadismo, mentre accarezzava la testa di Luca. “Sì, Padrone,” dissero all’unisono.

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  • avatar 70anni Attendo comunque con interesse e curiosità di leggere il prosieguo.

    28-05-2025 18:33:37

  • avatar 70anni Diciamo che mi piacciono le cose equilibrate (pur essendo un amante della trasgressione) e quindi ho solo fatto notare ciò che mi sembra un poco squilibrato (ovviamente senza riferimento alla mentalità!). Lei dice non trattarsi di racconti, va bene, ma dato che li pubblica, credo al cortese scopo di offrirli in lettura al pubblico, non solo per se stesso, forse potrebbe anche adattare un pochino lo scritto al fine di un maggiore coinvolgimento di quel pubblico medesimo. Non credo rivelare nulla di nuovo, ricordando che noi pubblico, che leggiamo questi scritti, lo facciamo per una ben precisa ragione, che è quella di eccitarci. Pur avendo riconosciuto, ripeto, una fondamentale gradevolezza dello scritto. Convengo con la libertà di gusti.

    28-05-2025 18:18:57

  • avatar BullMasterVr Gentile 70anni la ringrazio per il commento. Ci tengo a segnalare che questi non sono solo racconti bensì descrizioni reali di episodi vissuti. Detto questo, probabilmente lei gradisce più la pornografia dell' approccio erotico che io prediligo. De gustibus non disputandum est.

    28-05-2025 14:51:04

  • avatar ziomax Molto bello ed eccitante. Continua, Ti prego

    28-05-2025 15:03:29

  • avatar 70anni Racconti fondamentalmente belli, però c'è un certo scompenso tra le descrizioni a volte fin eccessivamente dettagliate dei momenti e delle situazioni "preparatorie", e la quasi mancanza di particolari dell'azione penetrativa. Non si capisce bene come lo prenda, se sorpresa dalle dimensioni, con che tipo di movimenti, il susseguirsi delle fasi e le reazioni anche verbali, e soprattutto senza menzione sulla modalità finale, con o senza (si spera con) sborrata nella profondità della figa. Poi quel "Pulite tutto" che sta ad indicare, messo così al plurale? Forse voleva essere un "pulisci tutto" riferito al marito con riferimento alla figa sborrata? Se sì, andrebbe forse dettagliato maggiormente. Presupponendo poi che nelle successive puntate rientri anche qualche inculata, sempre con sborrara dentro.

    28-05-2025 09:35:25