RACCONTO TITOLO: Un sogno stupendo 
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Un sogno stupendo


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Un sogno stupendo

by nicoexploratore2007
Visto: 130 volte Commenti 1 Date: 16-03-2011 Lingua: Language

Un sogno per Felix955


Faceva caldo, la sabbia era rovente e il poco di venticello refrigerante proveniente dal mare si era inesorabilmente spento. Mi alzai, abbastanza sudato e rosolato e con estrema convinzione, mi addentrai nel boschetto vicino alle dune, dove almeno un poco d’ombra mi avrebbe aiutato e lenito i miei bollori. Trovai un bel tamarindo, con sotto un dislivello della sabbia, simile ad una amaca. Fu un attimo e ci scivolai dentro. Passò almeno una decina di minuti e forse del calore troppo accumulato prima, forse per l’ombra che a dispetto dell’albero era abbastanza fitta, che mi venne la pelle d’oca. Con essa una erezione del membro a dir poco notevole. Apri gli occhi e non vedendo nessuno, lo tirai fuori dal costume e iniziai ad accarezzarlo. Era tremendamente piacevole, mentre lo scappellavo sentivo il fresco dell’ombra entrarmi dentro, iniziai a masturbarmi con un evidente piacere. “Dai non mi dire che un bel ragazzo come te fa tutto da solo?” Rimasi di stucco, era li davanti a me una donna, completamente nuda con solo un pareo colorato e trasparente addosso. Bionda con degli occhiali sul viso tondo e aperto, un sorriso a 360° gradi che mi rese confuso. Un corpo a dir poco giunonico e con due tette mozzafiato. “ Ciao” riuscì solo a dire, con una voce quasi strozzata in gola e con un evidente imbarazzo. Si avvicino con un movimento dolcemente aggraziato e si mise seduta vicino al mio corpo. Sembrava tutto cosi naturale. Iniziammo a parlare, mi disse il suo nome e che viveva lì vicino a Civitavecchia, era sposata e suo marito si trovava vicino a noi, per guardare e per chiaramente evitare, brutte situazioni. Ci trovammo abbracciati e i nostri due corpi si intrecciarono, cercavo con le mie mani il suo corpo e Lei con le sue il mio. Le bocche avide si presero, i nostri sapori si unirono. Scivolai lentamente sul suo corpo, gli apri dolcemente la fica e entrai con la lingua nel suo profumato dolce segreto. Iniziai a baciarla, guizzavo dentro e fuori cercando di succhiare il suo caldo bottone e i suoi umori iniziarono a impiastricciarmi il volto. Si scuoteva tutta stringendo le gambe intorno alla mia testa e con le mani mi spingeva verso la sua dolcezza. Si tolse di scatto e con un fare repentino mi prese il cazzo in bocca. Leccava divinamente, la sua lingua andava dalla mia cappella alle palle, con un ritmo deciso e veloce. Volli prenderla. “Aspetta”, chiamo il marito che con il suo uccello dritto, si presento, porgendogli una borsetta da donna fiorita. Né tolse un profilattico che indossai velocemente. Le presi le gambe e le allargai oscenamente. La sua fica appariva come una rosa, pronta per essere colta. Entrai dentro di Lei, caldo e brividi intensi accompagnarono la mia penetrazione. Era molto aperta, segno che stava godendo ma che molti altri cazzi avevano visitato quella stupenda grotta. Lei si mosse, facendosi entrare ancora di più la mia verga dentro. Cominciai ad affondare i miei colpi accompagnato dalla sua voce, calda e sensuale. Andammo avanti per un po’, dimentichi che ci trovavamo in una spiaggia pubblica e che un estraneo, poteva in ogni momento arrivare. Eravamo tutti e tre presi. Le mie mani cercavano i suoi fianchi, i suoi seni e il suo buchetto posteriore, che come un fiore si allargava ogni volta che lo sfioravo. Lei percepii le mie intenzioni, si stacco da me e si mise a pecorina. Un culo portentoso si parò alla mia vista. Stupendo, da togliere il fiato. Suo marito, cavalier solerte, le lubrifico l’orifizio anale. “Piano ti prego, fai piano”, la sua voce rotta dalla eccitazione era sublime. La cappella appena appoggiata sul suo buchino, lentamente scomparve, altri e forse più grossi lo avevano già fatto. Entrai tutto e lentamente, ma con decisione e iniziai a pomparla. Dopo poco, tutto il mio cazzo era dentro di Lei. Godeva e chiamava al godimento suo marito. Allargai per bene il suo magnifico culetto e quando esplosi dentro di Lei, non trattenei un urlo di godimento. Fantastica, solo magnificamente fantastica. Solo allora mi svegliai, madido di sudore, con una sborrata enorme dentro le mie mutande, come un quattordicenne in tempesta ormonale. Un sogno era stato, solo un sogno…ma talmente vero da inseguirlo per sempre.

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