STORY TITLE: La collega che non ti aspetti 
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STORY

La collega che non ti aspetti

by 80lust
Viewed: 413 times Comments 1 Date: 01-08-2025 Language: Language

Racconto vero, tranne per il finale, dove ho voluto romanzare un po'.
Da qualche tempo una collega più grande di me, che aveva superato i 50 con grande stile, gambe da urlo e tettine turgide, iniziò ad avere bisogno delle mie consulenze. Immaginavo che nella sua vita da mogliettina e madre non ci fossero momenti di evasione, quindi decido di provarci, confidando anche nel fatto che la differenza di età potesse incuriosirla. Dopo il lavoro, iniziamo ad uscire per degli aperitivi. Al terzo appuntamento mi butto e prendo a baciarla dopo una serata di risate. Finisce lì. Ma la volta dopo è lei a sorprendermi:

Certo che mi piacerebbe appannare i vetri dell'auto come quei due!

Dissi io, riferendomi a un'auto vicina.

E perché no?

disse lei. Si sfilò i jeans e mi lasciò ammirare il suo culo perfetto, coperto da un micro perizoma da porca. Sfilato via quello, misi le dita nel suo sesso e con mia grande sorpresa trovai un fiume in piena che me lo fece diventare durissimo. Ammirai la sua fica da Barbie, con le grandi labbra che coprivano tutto. Presi a ciucciare le sue tettine, dure e fiere. Ma lei lo volle subito dentro, a pelle.

mi sento davvero piena

mi disse una volta che il mio cazzo fu dentro, e ciò non fece che farmi indurire ancor di più. Dopo che ne prese per un po', mi disse:

adesso tocca a te

e si infilò il mio cazzo in bocca, senza badare a tutti i suoi stessi umori che vi erano sopra, leccandoli via tutti. Faceva un po' di fatica, si capiva lontano un miglio che era anni che non succhiava un cazzo. Mi guardava coi suoi occhi verdi e cercava approvazione nei suoi gesti. Alla fine le venni ovunque.

Dopo qualche settimana, quando ebbe nuovamente bisogno di me, notai che era diventata un po' evasiva.

Tipico

, pensai,

sono i sensi di colpa

. E infatti era così.

Devi parlarne con tuo marito

, le dissi.

spiegale che hai bisogno di cazzo, quello che lui ormai non può più darti

. O che forse non ti ha mai dato bene, pensai in cuor mio.
Non gli disse della scopata, ma gli disse che dopo tanti anni aveva bisogno di qualcosa di diverso. Lui, da bravo maritino rassegnato, capì. Ma mise una condizione:

solo se potrò assistere

. E così, mi ritrovai invitato a cena a casa sua. A un certo punto, il marito ci disse:

è il momento. Finite la serata

. Mi misi sul divano, lei si spogliò, rimanendo in tacchi. Si mise in piedi davanti a me, con le sue lunghe gambe che visivamente mi introducevano al suo sesso sapientemente depilato. Iniziai a leccarla, il suo sapore era dolce, come di vaniglia.

ora prendimi

mi disse lei ormai già a novanta. Mi feci strada nella sua fighetta e iniziai a spingere col mio cazzo turgido. Il maritino intanto aveva iniziato a guardare, toccandosi il piccolo pene sepolto tra peli e grasso, senza nemmeno raggiungere un'erezione. Lo guardai un attimo con compassione, e presi a spingere sempre più forte. Lei arrivò con un piccolo urlo, temendo con pudicizia di essere sentita. Le venni dentro, e ammirai la sua figa aperta perdere il frutto del mio orgasmo.
Dopo poco me ne andai. Il maritino mi disse grazie, gli avevo tolto un peso. Ora poteva stare con sua moglie senza l'assillo di doverla soddisfare, lui che da tempo aveva rinunciato.
Nelle settimane successive, lei continuò a trattarmi con distacco a lavoro, come se nulla fosse. Tuttavia, prese l'abitudine di invitarmi a cena a casa sua per sollazzarsi poi col mio cazzo, sempre davanti al maritino guardone...

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