HISTOIRE TITRE: Ospite inatteso 
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HISTOIRE

Ospite inatteso

by Cero85
Vu: 238 fois Commentaires 1 Date: 15-04-2025 Langue : Language

Non cercavo niente quella sera. Solo un po’ d’aria dopo una giornata pesante. Eppure, quando l’ho vista entrare nel bar, elegante ma con quello sguardo acceso, ho capito che qualcosa stava per cambiare.

L’ho osservata mentre sorseggiava il suo vino, sola, come se aspettasse qualcuno che non sarebbe mai arrivato. Le ho sorriso, lei ha ricambiato. Abbiamo chiacchierato: ironica, diretta, con quegli occhi che ti spogliano senza muovere un dito.

Mi ha detto che abitava lì vicino. E poi, senza troppi giri di parole:
“Vieni da me? Mi piace quando qualcuno prende l’iniziativa…”

Non sapevo ancora che dietro quella porta ci sarebbe stata una sorpresa.

Salimmo insieme le scale del suo appartamento. Lei camminava davanti a me, sensuale senza sforzo, con quel passo lento e deciso, come se sapesse esattamente cosa stesse per succedere.

Aprì la porta senza dire una parola, si voltò e mi fece un cenno con il mento. Entrai. L’ambiente era caldo, luci basse, profumo di vaniglia e vino. Un dettaglio mi colpì: un bicchiere mezzo pieno sul mobile, come se qualcuno lo avesse lasciato lì un attimo prima.

«Siediti pure,» disse con un sorriso sottile. Io mi accomodai sul divano, mentre lei si avvicinava allo stereo e metteva della musica bassa in sottofondo. Jazz, ma sensuale, quasi un sussurro tra le note.

Si voltò, lentamente, e con movimenti lenti si tolse la giacca, rivelando una camicetta leggera, semiaperta. Nessun reggiseno sotto. Mi guardava, ma sembrava anche sapere di essere osservata da qualcun altro.

Poi lo disse.

«Mio marito non è qui… ma sa che ci sei.»

Rimasi fermo. Lei si avvicinò.
«Gli piace immaginare, sai? Guardare. E io… adoro fargli venire voglia di essere al mio posto. O al tuo.»

Mi prese la mano e la guidò sulla curva morbida del suo fianco. La stoffa leggera sembrava scomparire sotto le dita. Mi baciò, piano, e poi con più fame. Le mani esploravano, si intrecciavano, spingevano. Il suo corpo rispondeva, vivo, caldo, bagnato.

Mi condusse verso la camera. Le luci erano basse anche lì, ma sentivo qualcosa… una vibrazione nell’aria, come occhi che si nascondono dietro una fessura.
Lei si piegò sul letto, mi guardò sopra la spalla e sussurrò:

«Fallo come se fossimo soli… ma sappi che non lo siamo.»

La mia eccitazione salì alle stelle. Le alzai la gonna, scoprendo un corpo che sembrava fatto per essere adorato. Le mutandine erano già umide. Le abbassai con lentezza, godendomi ogni secondo. Lei si stava godendo tutto. Ed ero sicuro che, dietro quella porta socchiusa, anche lui lo stava facendo.

Mi inginocchiai dietro di lei, assaporando il profumo che saliva dalla sua pelle, baciando piano la parte interna delle sue cosce, godendomi ogni suo fremito, ogni movimento del bacino che cercava più contatto. La mia lingua trovò il centro esatto del suo desiderio, e lei si lasciò andare, ansimando, affondando le dita nelle lenzuola mentre io la assaporavo con fame e lentezza.

Quando mi alzai, mi guardò con occhi pieni di fuoco. Mi slacciai i pantaloni senza distogliere lo sguardo da lei. Li lasciai cadere sul pavimento e la presi di nuovo, stavolta spingendola piano sul letto.

La penetrai con un solo, lungo movimento. Calda, stretta, bagnata. Un’accoglienza che sembrava fatta su misura per me. Lei gemette forte, senza più freni, e io mi mossi lentamente, poi sempre più a fondo, a ritmo con il suo corpo che mi chiedeva di non fermarmi.

Le presi i capelli, la attirai indietro, e le sussurrai all’orecchio:
«Sai che ti sta guardando, vero?»

Lei annuì, il volto in estasi.

«Gli piace vederti così?»

«Sì… sì… voglio che veda tutto…»

Allora la presi più forte. Le mani sui fianchi, i colpi più profondi, più sporchi, e lei gridava senza vergogna. Era uno spettacolo, per lui. Per me. E forse anche per lei, che sapeva di appartenere a entrambi in quel momento.

Sentivo il suo piacere crescere, la pelle tremare, il corpo che si irrigidiva attorno a me. Il mio respiro era un ringhio. La voglia di dominare la scena, di essere l’uomo che l’aveva portata all’estasi, davanti a suo marito, era come benzina su un fuoco già acceso.

E quando venne, fu uno scoppio. Un’onda che mi trascinò con lei.

Mi fermai solo quando i suoi gemiti divennero sussurri e il mio cuore rallentò la corsa.

Restammo lì, fermi. Lei a pancia in giù sul letto, il corpo ancora scosso da piccoli tremiti. Io in piedi accanto a lei, nudo, con il fiato che lentamente tornava sotto controllo.

Fu allora che lo sentii.

Un leggero clic. Quasi impercettibile. La porta socchiusa che si richiudeva.

Mi voltai, istintivamente. Niente. Solo silenzio e penombra.

Lei si girò lentamente, il viso ancora arrossato, il sorriso appena accennato sulle labbra. Mi guardò, poi disse, con voce bassa:

«Ti è piaciuto sapere che c’era?»

Non risposi subito. Cercavo i suoi occhi. Lei non abbassava lo sguardo. Non si vergognava. Non c’era finzione. Solo consapevolezza.

Mi avvicinai, le accarezzai il volto.
«Sì. Mi è piaciuto tutto. Anche il modo in cui non avete detto nulla… come se fosse naturale.»

Lei sorrise, si sollevò a sedere, il seno nudo illuminato da un taglio di luce che filtrava dalle tende. Poi si voltò verso la porta.
«A lui piace guardare. E sceglie bene chi può farlo al posto suo.»

In quel momento, un’ombra si mosse sul fondo del corridoio. Lenta. Poi si fece avanti.

Un uomo, sui quarant’anni, in pantaloni da casa e camicia sbottonata. Aveva il viso rilassato, come chi ha appena finito di godere in silenzio. Mi guardò. Non con ostilità. Con curiosità. Forse rispetto.

Si fermò sulla soglia.
«Grazie.»
Solo quello. Un grazie sincero. Poi si voltò e scomparve nel buio della casa.

Lei mi si avvicinò e sussurrò:
«Ora sai. Ma non dire nulla. Chi deve capire, capirà.»

Mi rivestii lentamente, con la sensazione addosso di aver vissuto qualcosa di più di una semplice scopata. Una scena. Una fantasia condivisa. E io ero stato l’attore principale, sotto due sguardi che cercavano esattamente quello che avevo dato.

Uscendo, chiusi la porta senza fare rumore. E nel silenzio del pianerottolo, mi accorsi di sorridere.

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  • avatar Roby6969 Situazione estremamente intrigante! Molto ben raccontato

    16-04-2025 18:07:08