ИСТОРИЯ НАЗВАНИЕ: Mio marito mi fa provare un altro 
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Mio marito mi fa provare un altro


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Mio marito mi fa provare un altro

by vermeer
Посмотрели: 1192 раз Комментарии 6 Date: 14-02-2024 Язык:Language

Il mio nome è Luca, 56 anni, con mia moglie, Silvia, 52 anni, formiamo una coppia regolarmente sposate e abbiamo due figli ormai indipendenti che vivono e lavorano lontano da noi. Silvia e’ una donna di quelle che quando passano ti fermi ad ammirare. Veste sempre in modo molto femminile. Negli ultimi anni nel tentativo di rendere più intrigante il sesso tra noi, che per inciso non è mai mancato, abbiamo iniziato a fantasticare su un possibile terzo all’interno della coppia. Devo tra l’altro ribadire che tale pratica ha avuto successo almeno a giudicare dagli orgasmi della mia signora ed anche dai miei. Una sera dopo il sesso ho chiesto a Silvia se volesse insieme a me dare una occhiata ad un sito di incontri indicatomi da un mio collega di lavoro. Non fece obiezioni e quindi presi il portatile e messi comodi a letto ci collegammo. Poche coppie e molti singoli la maggioranza dei quali mostravano solo fotografie del loro membro. Che tristezza ci dicevamo quando nello scorrere la pagina ci fermammo entrambi sul sito di un uomo di Milano che non postava solo foto del suo membro, anzi postava foto in cui era un tranquillo borghese che passeggiava in città. Diceva di chiamarsi Pietro e che era in cerca di una coppia con cui intraprendere un percorso, se da tutti voluto, di intriganti momenti intimi. Ecco, quest’uomo aveva garbo nel proporsi e Silvia mi disse che se doveva scegliere avrebbe scelto lui. Ma, mi disse, che per ora le cose dovevano restare come sono e che non se la sentiva proprio di fare entrare un uomo che non fossi io nella sua e nella nostra vita. Insomma lei si diceva contenta ed appagata sia come moglie che come donna. Io però alla luce dell’apprezzamento fatto da mia moglie non mi diedi per vinto ed il giorno dopo inviai una mail a questo Pietro chiedendogli un contatto telefonico se possibile. La risposta non tardò ad arrivare con un numero allegato. Il mattino seguente durante un intervallo caffè mi appartai e provai a chiamare. La risposta arrivò dopo solo tre squilli.
Buongiorno, Pietro, sono Luca e spero di non disturbare.
Salve, Luca, non disturbi affatto. Dimmi tutto.
Dunque, noi siamo una coppia, mia moglie Silvia nella nostra intimità brama un incontro con un uomo che non conosce, lontano da noi, con cui fare sesso. Poi, però, subito dopo rinnega l’accaduto. Vorrei capire con te se sei in grado di aiutarmi a farle superare la paura di un incontro. Anzi avrei piacere di poterti incontrare in modo da rendermi conto personalmente con che persona dovremmo relazionarci e questo sarebbe di grande aiuto.
Luca, da parte mia nessun problema ad un incontro tra tu ed io. Anzi se vuoi e puoi domani, visto che è sabato, si potrebbe pranzare insieme. Ti invio l’indirizzo di un ristorante che frequento regolarmente e dico che potremmo trovarci alle 13.
Ok, Pietro, allora a domani.
L’indomani dissi a Silvia che avrei pranzato con dei clienti e mi avvia verso il ristorante. Arrivo a all’entrata riconosco subito a naso il mio interlocutore e lui riconosce me. Saluti di circostanza e ci si siede a tavola. Pietro era un uomo di 45/50 anni, elegante in modo sobrio, non forzato, dirigente d’azienda, con molto tempo a disposizione.
Allora Pietro, siamo qui, anzi sono qui come sai perché è un mio desiderio, anzi nostro desiderio, di mia moglie Silvia ed io, incontrare un uomo che entri in un gioco erotico a tre. Tieni presente che per noi sarebbe la prima volta e che potresti, qualora si arrivasse al dunque, ricevere un rifiuto anche solo un attimo prima.
Capisco benissimo ma credimi, Luca, l’aspetto che mi ha fatto accettare il tuo incontro è la prospettiva di avere la possibilità di possedere una donna, una moglie, alla sua prima esperienza fuori dai canoni ordinari del matrimonio. Voi chi pensate o meglio che requisiti dovrebbe avere questa ipotetica persona?
Certamente dovrebbe essere riservata, molto importante, poi chiaramente in ordine, non sciatta, pulita, educata e allo stesso tempo decisa e che sappia guidarci con decisione ed educazione, anche avendo necessità di tempo, verso questa trasgressione.
Il lavoro, Luca, mi lascia molto tempo a mia disposizione, tempo che posso impiegare come voglio e, soprattutto, quando voglio. Non ti nascondo che ho avuto altri tre incontri con coppie, o meglio, ho frequentato nel tempo tre coppie con le quali abbiamo raggiunto livelli di complicità elevati e di reciproco piacere. Quanto alla persona sono come mi vedi, sono così sempre. E, ultima ma non di secondaria importanza, sono dotato di un membro dalle misure superiori alla normalità, non imponente me certo apprezzato dalle signore e duraturo. Conosco le regole del gioco e desidero sappiate che basta un no da parte vostra ed io mi tirerò indietro senza alcun problema. Posso quindi essere ancora di aiuto?
Grazie, Pietro, sei stato molto esaustivo, grazie davvero.
Il pranzo continuò e chiacchierammo tra noi senza più toccare l’argomento. Al termine salutai Pietro e gli dissi che mi sarei fatto sentire al più presto.
Tornato a casa nel tardo pomeriggio mi sentivo eccitato dall’incontro e una entrato presi posto sul divano accanto a Silvia che guardava la sua omonima su canale 5.
Presi il telecomando e tolsi l’audio.
Sai, Silvia, ti ho mentito. Oggi non mi sono recato ad un pranzo di lavoro ma ho pranzato con l’uomo del sito che abbiamo visto insieme, quello che più ci soddisfaceva.
Non ci credo, mi dicesti.
Devi credermi, l’ho contattato telefonicamente e entrami abbiamo concordato di incontrarci a pranzo oggi.
E quindi? Raccontami, gli hai parlato di me? Come mi hai descritta? Di certo avrà pensato che sono una troia!
Ma no!!! Cosa dici! Abbiamo parlato di tutto ma non di te. Gli ho raccontato dei nostri desideri e delle nostre paure. La mia impressione è che possa veramente essere la persona giusta. Ha avuto esperienze con tre coppie, è molto rispettoso ed educato, in ordine come persona, un dirigente d’azienda. Dimenticavo, l’ultima cosa che mi ha detto è che è dotato di un membro più grosso della media, non esagerato, mi ha detto, ma più grosso.
Quindi non avete parlato di sesso?
No, se non per la parentesi membro che ha occupato non più di trenta secondi.
Ora che sei arrivato fino a qui cosa vorresti fare? Perché non ti nego che mi piacerebbe provare questa esperienza ma tu sai che sei stato l’unico uomo della mia vita e non vorrei che ci segnasse negativamente. Anche perché non so cosa tu ti aspetti da me durante un incontro. Cosa vorresti facessi e cosa potrei fare senza ledere il tuo piacere o, molto più importante, il tuo rispetto per me.
Silvia, moglie mia, nulla potrà mai farmi perdere non solo il rispetto che ho di te ma anche l’amore che provo per te, questo credo tu lo sappia bene.
Nelle nostre fantasie tu fantastichi su un uomo che mi prende mentre tu stai a guardare. Mi chiedi di farlo godere. Di prendere in bocca il suo membro. Si tratterebbe di questo dunque?
Si, ma non in modo così impersonale, ci deve essere un minimo di interazione. E comunque sono a ripetere che un no potrebbe essere in qualunque momento.
Intanto ho notato come il tuo sguardo più di una volta si sia soffermato sul mio inguine dove costretto nei pantaloni avevo il cazzo che mi era diventato duro nel parlare di questo argomento.
Vedo che ti è venuto duro? O sbaglio? È perché immagini tua moglie tra le sue braccia?
Ti vidi alzarti e una volta sollevata la gonna togliere le mutandine e tornare a sederi.
Guarda! Guardami e guardala!!! Porco! A te è venuto duro e a me si è bagnata come non mai! Ti voglio!!!
Terminammo di fare all’amore a notte inoltrata. Avevamo goduto come da tempo non accadeva. Di una intensità mai provata. Alla fine tu mi hai preso la testa tra le man guardandomi negli occhi.
Se vuoi farlo, se desideri farlo, facciamolo. Ho una sola richiesta ed è quella che dovrai organizzare tu, non voglio sapere nulla. Però, deve essere chiaro, che se le circostanze ci portassero a fare all’amore, o meglio, se portassero me a fare all’amore con questo Pietro lo farò senza remore e se mi piacerà non gli negherò nulla di me, potrà prendermi dove vorrà e lo bacerò con la bocca e lo farò venire nella mia bocca bevendo tutto il suo piacere. Poi ti chiederò di baciarmi. Il tuo ruolo, caro marito, lo decideremo al momento opportuno. Sei d’accordo?
Potrei non esserlo?
Sei un porco!!!!! Sappilo!
Lunedì chiamai Pietro per renderlo edotto delle conclusioni a cui noi eravamo arrivati. Fermo restando i punti fondamentali che avevamo discusso durante il pranzo si trattava di pianificare l’incontro. Decidemmo di incontrarci presso un motel molto bello a Milano, di prendere ognuno una camera e di sentirci per comunicare il numero. Dopodiché Pietro sarebbe venuto in camera nostra. Appuntamento dunque per venerdì sera alle 22 presso il motel. Durante la sera di lunedì raccontai a Silvia i dettagli. Orario e luogo dell’incontro. Eravamo sul divano e Silvia era alla mia destra. Si girò verso di me piegando le gambe sul cuscino e mi abbracciò baciandomi. Mentre mi godevo la sua lingua sentivo la mano slacciare la cintura ed i bottoni dei pantaloni e farsi largo sino a raggiungere il cazzo. Me lo prese in mano iniziando una lenta masturbazione, la mano saliva e scendeva piano lungo la verga. La bocca non lasciava la mia. Poi senza staccare la mano dal cazzo la sua bocca lasciò la mia e guardandomi mentre io respiravo il suo alito mi chiese:
dimmi, porco, cosa vuoi che faccia tua moglie o meglio cosa vuoi farmi fare venerdì? Ma io mi chiedo perché desideri tanto guardare tua moglie che gioca con un uomo? Di solito voi maschi sognate di scopare una donna e noi donne di prendere dentro un bel cazzo duro. Dunque per me è la normalità ma per te non lo è. Dimmi perché lo vuoi?
L’idea di vederti fare all’amore con un uomo e non con me mi fa impazzire! Sapere che potrai godere di ciò mi manda in estasi. Vorrei che tu quella sera ti lasciassi andare alla ricerca di ogni possibile piacere senza alcuna remora. Vorrei che tu non pensassi a me ma che pensassi solo al tuo piacere e, perché no, al suo. Io godrei di te, se lo vorrai, dopo, con te, solo noi.
Questo significa che dopo sarai un cornuto e che forse, dico forse, potrei confidarlo alla mia più cara amica che potrebbe a sua volta confidarlo ad un’altra ed in breve saresti un vero cornuto conclamato. Lo sai, vero?
Lo so, ne sono consapevole così come sono consapevole che questo gioco ti farà sentire donna coma non mai!
Troia, vorrai, dire, mi farà sentire una troia e se lo farò fino in fondo lo diventerò!!! O cazzo!!!! Mi hai sborrato in mano!!!
Gli ho sborrato in mano nel sentirla raccontare. Giunse il venerdì. Per tutta settimana non avevamo parlato dell’incontro. Io aspettavo ne volesse parlare lei è lei probabilmente attendeva me. Era nell’aria. L’aria era pregna di sesso. Il venerdì ti lascia per andare al lavoro e tu mi dicesti che avevi la giornata impegnata, tra estetista, unghie mani e piedi, depilazione, parrucchiere e non so cos’altro. La sera a cena fu una cosa frugale. Dopo un lungo bagno ti perdi di vista in camera dove restasti oltre un’ora. Io, da parte mia, ero già pronto da tempo. Quando uscisti eri bellissima!!!! Un tailleur blu, giacca e gonna. Décolleté blu. Calze 10 denari anch’esse blu. Sottoveste in seta blu sotto la giacca. Lo string non sapevo se lo avevi indossato ma se così fosse ero certo che era blu.
Che donna che sei, amore!! Sei seducente!
Andiamo, su, vediamo cosa succederà.
Circa trenta minuti ed eravamo al motel. Presa la camera parcheggiammo l’auto fronte porta ed entrammo. La camera era calda, luce soffusa, un lieve profumo probabilmente inalato dal riscaldamento.
Amore, cosa faccio, lo chiamo per dirgli il numero camera? O vuoi fermarti?
Siamo qui, quindi non vedo ragione per fermarci. Comunicagli il numero.
Gli scrissi il numero della camera e dopo circa dieci minuti sentimmo bussare. Mi avviai alla porta ed aprii. Pietro entrò e subito salutò Silvia omaggiandole non fiori ma un costoso profumo. Lei apprezzo’ il regalo ringraziandolo. Intanto io guardavo Silvia per capire le sue intenzioni visto che per lei Pietro era uno sconosciuto, non lo aveva mai visto al contrario di me. Però mi pareva che tutto andasse per verso giusto e non ci fossero obiezioni di sorta. Cercai un canale di musica di sottofondo, lenta, e abbassai ancora le luci. Presi per mano Silvia e la strinsi a me iniziando a ballare un lento.
Sei bellissima, amore!!! Una donna bellissima!! Le ripetevo sussurrando all’orecchio. La baciai e ne inalai il suo odore, l’odore della pelle.
Permetti questo ballo, Silvia, disse rompendo l’incantesimo Pietro.
Le prese la mano e la abbracciò iniziando a ballare con Silvia. Intanto io mi andai a sedere su una poltrona. Li guardavo ballare. Vedevo lui che sussurrava all’orecchio di Silvia e lei sorridere scostando il capo per guardarlo. La sua mano era ferma sul fianco mentre l’altra era posata sulla spalla. Fu un attimo e vidi Silvia che si baciava con Pietro. Lui le spingeva il capo verso la bocca. Si baciavano con trasporto. Le teste si muovevano verso destra e sinistra mentre le lingue si cercavano sempre più a fondo. Smise di baciarla per dedicarsi al collo. Lo vedevo mentre baciava il collo di Silvia che gemeva piano. Poi lei si staccò un attimo da lui e mi chiamò vicino a loro.
Vieni, amore, vieni qui.
Quando gli fui accanto lei lo abbracciò e guardandomi mi disse:
guardami! Ti piace vedermi che lo bacio? Lo vedi come mi limona? Come succhia la mia lingua? Vuoi che smetta, porco!!!! O vuoi che continui?
Non smettere, amore, continua.
Del dire ciò mi avviai alla poltrona ma Silvia mi fermò e mi disse:
ora devi andare in bagno o nel corridoio davanti. Devi chiudere la porta e non fare rumore. Capito?
Ma come? Non posso restare qui a guardare, almeno a guardare.
No!!!! Non puoi, obbedisci, amore!!!
Aprii la porta dell’ antibagno e la chiusi dietro di me. I pensieri mi facevano scoppiare la testa. Nessun rumore proveniva dalla camera oltre la porta. Poi sentii il mio nome. Aprii la porta lentamente non essendo sicuro del mio gesto. Poi ti vidi. Eri appoggiata al bordo della mensola e Pietro ti stava baciando sul collo. Le tue gambe leggermente divaricate e lui era in mezzo e ti spingeva con il bacino. Avevi il viso rivolto a me e socchiudevi gli occhi quando sospiravi. La giacca che prima era allacciata davanti ora era slacciata.
Guardami, mi dicesti, guardami!!!
Nel mentre lo dicevi i tuoi occhi non si staccarono un attimo dai miei. La mia mano era posata sull’inguine e stringeva il cazzo ormai duro.
Porco!!! Vai via!!! Vai di là e chiudi!!! Subito!
Tornai nell’antibagno è ancora nessun rumore superava la porta. I minuti passavano. Torturavo il cazzo da sopra i pantaloni immaginando te. Dopo un tempo che mi sembro lunghissimo sentii:
vieni!
Aprii nuovamente la porta e vi vidi ancora lì dove vi avevo lasciato. Stavolta non avevi la giacca. Le tue spalle erano nude ed eri coperta dalla sottoveste di seta. La gonna era sollevata fino quasi in vita e le tue gambe mi sembravano più aperte. Notai anche lo string appoggiato sulla mensola. Dunque ti aveva tolto le mutandine? O te le eri tolte? Incuranti della mia presenza ti guardai baciarlo con passione. Sentivo il tuo desiderio di lui. Poi mi resi conto che avevi la sua mano tra le gambe. Ti guardavo stringerlo al petto con forza mentre la sua mano si muoveva. Ti sentivo genere di piacere. Non mi guardavi. Rovesciavi la testa per permettergli di baciarti sul collo che era suo. Pietro si girò verso me e mi sorrise mentre ti stava chiaramente accarezzando tra le gambe. Poi il tuo respiro si fece più affannoso e a tratti non respiravi e poi:
godo, godo, amore mio, godooooo!!! Sono un lago, amore, mi sta torturando il grilletto, continuo a sborrare, mio dio, come godo!!!!! Vattene, vai, vattene e lasciami godere!
Ancora una volta richiusi la porta dietro me. Ancora una volta mi ritrovai a contare i minuti. Il tempo sembrava non passare mai. Arrivai anche a infilarmi la mano nei pantaloni e a segarmi il cazzo nel tentativo di calmarmi.
Luca, vieni!
Di nuovo la porta. Di nuovo vi, ti avevo davanti. Dio mio!!! Eri nuda!!! Vestita solo delle calze e delle décolleté!!! Nuda!!! Lui anche era nudo e il suo ventre era appoggiato al tuo. Sembrava non smetteste mai di baciarvi!!! Ero geloso di questo. Lui accarezzava la tua schiena e poi davanti stringeva il tuo seno per poi abbassare la testa e suggere i capezzoli. Fu un attimo! Lo allontanasti da te e fu così che mi mostrò il cazzo duro. Era davvero un bel cazzo, più grosso del mio. Circonciso e duro. Non aveva peli intorno. La tua mano non lo lasciò un attimo mentre io lo guardavo e alzando gli occhi scorsi i tuoi che mi fissavano.
Mi ha spogliata, hai visto, dopo avermi fatta morire con le dita. Ho voluto sentirlo anche io in mano e gli ho chiesto di darmelo. Lo vedi, amore? Vedi come è grosso? Avevi ragione è più grosso del tuo e, perdonami, anche più duro. Vedi come glielo tengo in mano? Vorresti vedermi mentre gli faccio una sega?
Ti prego, fammi guardare.
Passasti dietro a lui che era rivolto verso me e con la destra impugnasti il cazzo. Vedevo la mano scorrere lungo l’asta scoprire il glande. Vedevo le vene gonfiarsi.
Ti piace? A me molto, marito mio. Era quello che ti aspettavi? Vedere tua moglie giocare con un cazzo che non è il tuo? Vederla godere? Ora vieni qui e toccami la figa, voglio tu senta quanto sono bagnata.
Mi avvicinai e Silvia divaricò leggermente le gambe. Mossi il braccio per avvicinare la mano alla figa ma lei mi fermò prendendomi il polso.
Sei certo che vuoi farlo? Non ti sentirai sminuito sentendo quanto sono fradicia?
Lasciati toccare, lo voglio.
Avvicinai la mano alla figa di mia moglie sempre con la sua sul polso. Come sfiorai la labbra mi accorsi di quanto queste fossero gonfie e bollenti e di quanto aveva sborrato visto che anche l’interno delle cosce era bagnato.
Ora basta!!!! Adesso torna di là ma sappi che andremo sul letto dove gli prenderò il cazzo in bocca e mi farò leccare la figa! Cosa dici posso sborrargli sulla bocca? Posso, amore? Ora vai!
Era una tortura quella che stavo subendo da parte di mia moglie. Stavolta però dopo pochi minuti giunsero alle mie orecchie le sue grida.
Si, siiiiii, non smettere, ti prego, non smettere, sborro ancora, continui a farmi sborrare!!!!! Ma chi sei, porco, mi farai morire a furia di farmi sborrare!!! Dio mio, godooooo, noooo, non sono più io, continua, fammi quello che vuoi. Noooooo, mi stai leccando il culo, il buco del culo! No, non posso dartelo, non oggi, ti prego. Cazzo ma non puoi farmi sborrare così, basta, ti prego! Ora voglio il tuo cazzo in bocca! Dammelo, dallo alla troia. Luca, vieni.
Ancora, ancora mi trovai di fronte a loro. Stavolta nudi entrambi distesi sul letto. Silvia nuda a gambe larghe con Pietro seduto in mezzo ad esse. Il cazzo di Pietro che non smettevo di ammirare sporgeva eretto tra le sue gambe. Lui lo aveva in mano e lo accarezzava. Poi mi umiliò dicendomi che poi lo avrebbe messo dentro a mia moglie che lo volessi o no e che comunque era lei a decidere. Poi mi disse:
ora guarda tua moglie come me lo prende in bocca!!! Guardala!
Guardai Silvia che si inginocchiò davanti al cazzo di Pietro e glielo prese in bocca cominciando un pompino come mai l’avevo vista fare.
Dai, cornuto, ora vai di là e lasciami godere il cazzo di Pietro.
Non ne potevo più di sentirmi umiliato ma sentivo il cazzo diventare sempre più duro e mi vergognavo di me stesso. Ora i minuti erano diventati lunghissimi e arrivai persino a sedermi nel corridoio. E poi ancora:
cornuto!!!!
Mi alzai ed aprii la porta. Silvia era nuda, sdraiata, le gambe oscenamente aperte davanti a Oietro che era posizionato in mezzo a esse e si stava tenendo il cazzo duro in mano. Entrambi mi stavano guardando.
Ora mi faccio chiavare, amore! Posso farlo? Perché io lo voglio sentire dentro il cazzo di Pietro e voglio sentirlo godere dentro di me. Me lo lasci fare, cornuto?
Hai sentito tua moglie, vuole il mio cazzo dentro ed io ora te la chiavero’ a pelle per poi riempirla di sborra in figa. Tu verrai dopo a pulire.
Amore, vieni qui, vicino. Voglio che tu guardi mentre il cazzo di Pietro mi viene dentro tutto. Guarda, porco! Pietro intanto aveva accompagnato il cazzo sulla figa di Silvia. Con la cappella aveva scostato le labbra ed era pronto ad entrare.
Guarda, amore, guardami come lo prendo tutto!
Pietro lo aveva spinto ed era entrato con il cazzo nella pancia di mia moglie.
Fermati Pietro. Luca vai via e lasciami sborrare sul cazxo di Pietro.
Sei una troia, Silvia.
Lo so, amore, lo hai voluto tu e tu sei un cornuto.
Ero ancora una volta dietro la porta.
Stavolta ogni parola, ogni sospiro giungeva alle mie orecchie visto che avevo lasciato una fessura non chiudendo bene la porta ma solo accostandola.
Mi stai sfondando tutta!!! Mai preso un cazzo come il tuo, mi fai morire! Il cornuto non mi ha mai chiavata così, sono una troia ormai, voglio il piacere, voglio sborrare!!
Godi allora, sborrami sul cazzo, bagnarmelo tutto, lui vuole sentire il tuo sugo, il tuo piacere è il mio.
Cazzooooo, sborrooooo, sono una troia, la tua troia, montami Pietro, monta la troia e falla godere, la mia figa è la tua, falla sborrare ancora e ancora. Sborroooooo, non ho più ritegno, chi mi hai fatta diventare? Non mi riconosco più! Se vuole ancora la mia figa mio marito dovrà inginocchiarsi davanti a me!!! Mamma mia come godo!
Dopo oltre trenta minuti di monta e parole Pietro chiede a Silvia se può sborrargli in figa.
Posso sborrarti in figa o la vuoi in bocca?
In figa, la voglio in figa, voglio sentire che me la riempi di sborra!!!! Dai godimi dentro, godi dentro alla troia.
Pietro non si decideva a sborrare, forse perché era troppo piacevole per lui montarsi mia moglie. Io intanto mi ero spogliati nudo perché volevo la mia parte dopo quando sarei rimasto con mia moglie.
Sborra, Pietro, dai godimi dentro, godi nella pancia della troia, allagami l’utero. Cazzo, sborra con me!!!
Poi un grido strozzato:
sborro, Silvia, prendila tutta. È tutta tua. Godooooo!!!
Dammela, dammela, svuotati dentro, tutto, tutto. Mi fai morire, sborrooooooo!!!
Dopo fu silenzio.
Poi Silvia mi chiamò.
Vieni, marito mio.
Mi sedetti come in trance sul bordo del letto accanto a loro. Lui era ancora sopra di lei e dentro di lei. Poi si scostò ed uscì da dentro la figa di mia moglie. Aveva il cazzo ancora mezzo duro e tutto bagnato di sborra sua e di Silvia.
Aspetta, Pietro. Vieni qui che voglio pulirtelo tutto.
Pietro si avvicinò al viso di Silvia che imbocco quel cazzo chi ranto l’aveva fatta sborrare e lo pulì tutto non lasciando neppure una goccia.
Vedo che sei nudo, Luca, cosa vorrebbe dire? Hai in mente di fare qualcosa?
La situazione era davvero umiliante. Loro erano nudi, a letto. Lei si era data a lui che l’aveva goduta è fatta godere nonostante la mia presenza. Sembrava non gli interessasse nulla. Pietro si alzò e andò a farsi una doccia e a rivestirsi. Io restai sul letto con mia moglie. Silvia giocava con il mio cazzo duro segandolo piano.
Certo che una certa differenza c’è tra voi. Perdonami.
Cosa vorresti dire?
Voglio dire che se volevi vedere tua moglie da morigerata donna insospettabile trasformarsi in troia non potevi scegliere meglio. Ora mi domando come potrai soddisfarmi. Con la bocca? Le dita? Tanto per cominciare vieni qui e mettiti a quattro zampe.
Perché?
Perché ti mungo. Vuoi godere? O preferisci farti una sega?
Pensavo di fare all’amore con te ora.
È come pensi di starci nella figa dopo che me l’ha slabbrata Pietro? E poi c’è la sua sborra dentro ma se vuoi proprio vieni. Ti spostasti in mezzo al letto ed apristi le gambe.
Vieni, cornuto, vieni a svuotarti dove prima si è svuotato i coglioni Pietro.
Salii su di te e te lo misi dentro. Eri un lago, calda e bagnata, sentivo la sporrà di Pietro colare lungo il cazzo e non resisterti più di trenta secondi. Poi svorrai.
Uhhh, amore. Sei durato poco. È stato a causa di Pietro? O della sua sborra? Devo confessarti una cosa. Visto che ormai sono diventata una troia e che dovrò cercarmi uno stallone che mi monti come si deve credo che mi confiderò con la mia amica. Gli dirò di Pietro e lei mi dirà dei suoi amanti. Se farai il bravo qualche volta ti lascerò guardare come mi fanno godere. Ora sei un vero cornuto e lo hai voluto tu, tu hai voluto che tua moglie si trasformasse in una troia da monta. Ma ti amo.

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