ИСТОРИЯ НАЗВАНИЕ: La lunga estate calda (Pt 7) 
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La lunga estate calda (Pt 7)


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La lunga estate calda (Pt 7)

by Angel_Face
Посмотрели: 106 раз Комментарии 0 Date: 04-12-2023 Язык:Language


***** Vi invito a leggere il racconto YOGA, dove tutto ha inizio, e poi i vari episodi che hanno caratterizzato l'estate di qualche anno fa *************


Questa sera è veramente splendida

Ti riferisci alla festa, al clima della serata o alla nostra collega?

disse Francesco in un tono di voce più alto in modo che Marta cogliesse la sua battuta.

La festa era la prossima pensione di un loro collega storico: Antonio. L’ambiente era da un lato commovente, per la dimostrazione di affetto che tutti avevano avuto nei suoi confronti, dall’altro era allegro perché Antonio era sempre stata una persona dalla battuta pronta e tutti sapevano che accoglieva quel traguardo come una nuova partenza per altre iniziative interessanti.

Il clima era eccezionale: la classica serata di fine estate che giungeva al termine di una giornata calda ma non soffocante, il cielo sereno con una lieve brezza che rendeva tutto più fresco.

La collega, Marta, era, come sempre agli occhi di Francesco, ma non solo ai suoi, incantevole e sensuale; un vestitino sottoveste metteva in evidenza le sue curve, l'abbronzatura, che ancora resisteva, faceva risaltare i suoi occhi ed il suo sorriso e quando si girò verso di loro, sentendosi chiamata in causa, la rendeva ancora più sensuale.

Cosa centra la vostra collega? disse rivolgendosi a Francesco e Mario.
Nulla, nulla..
disse Mario e guardando Francesco gli disse ridendo

Ora assumiti le tue responsabilità
Certo, cosa ho detto di male? ribatté lui, “Mario ha detto che questa sera è veramente splendida – ed io gli ho chiesto se si riferiva alla festa, al clima della serata o a te. Visto che eri vicino a noi

E perché sarei splendida? domandò Marta con quell'aria fintomodestia che solo le donne belle e sexy riescono ad avere

Questo non lo so. Lo devi chiedere a Mario visto che è lui che ha parlato di splendida
rispose ridendo Francesco.
I tre colleghi continuarono a scherzare per poi separarsi e chiacchierare anche con gli altri.

Francesco sentì il cellulare vibrare, guardò e vide un messaggio di Marta

Così TU non mi trovi splendida?
Lui la cercò nella sala e quando i loro sguardi si incontrarono gli sorrise e poi le rispose

Splendida e sensuale!! Ti vorrei prendere li sul tavolo in mezzo ai tramezzini

Continuò così un gioco di sguardi, di sfioramenti all’apparenza involontari e poi si ritrovarono nuovamente insieme in un gruppo di persone dove era Antonio a tenere banco raccontando che quel clima gli faceva ancora tornare in mente la cena di classe a fine esami di maturità dove grazie agli unici due compagni di scuola provvisti di patente e relativa auto invece di tornare a casa andarono a “fare l’alba” a Spotorno in spiaggia. E lì seguirono tutta una serie di allusioni su possibili avventure e domande anche delle colleghe alle quali Antonio rispose

Beh fate un po’ voi eravamo 4 ragazzi e 4 ragazze di 1819 anni….una serata da pazzia….

Allora Francesco sottolineò
Come dice anche la canzone di Pino Daniele – Sarà un vento caldo solo pieno di pazzia e dal gruppo qualcuno gridò “Un brindisi alla pazzia” e tutti sollevarono il calice mentre lui guardava fisso negli occhi Marta che gli sorrideva di rimando.

Francesco stava guidando verso casa quando ricevette un messaggio: era Marta

Come diceva la canzone di Pino Daniele?

Lui messaggiando le replicò la strofa.

Il messaggio seguente era una foto con scritto sotto

vediamo se riconosci il posto

Francesco rimase interdetto. Era la foto di un edificio abbandonata; ne seguì un’altra raffigurante un parcheggio. Lui mise a fuoco il luogo, fece un’inversione, e la chiamò

allora hai indovinato? la voce di lei era terribilmente erotica
il parcheggio dei guardoni, vero? (leggi racconto precedente)

Francesco aveva riconosciuto il luogo dove una mattina Marta si era esibita in auto davanti a 3 uomini e dove lui l’aveva raggiunta per scopare insieme.

Bingo rispose allegra lei lo senti il vento caldo?
aggiunse con voce sensuale Marta e senza dare il tempo a lui di rispondere proseguì

....vien quasi voglia di fare una pazzia. Da qualche parte dovrei avere ancora il loro biglietto da visita…

Lui non replicava ma era il suo cazzo, se avesse potuto, a parlare per lui e a pigiare sull’acceleratore. Lei capì dal suo silenzio che aveva colpito nel segno ed allora proseguì; finse di armeggiare nella borsa come se stesse cercando qualcosa e poi disse

niente non lo trovo più…perché non mi raggiungi tu?
Hey troietta!!Per chi mi hai preso? Per la tua ruota di scorta?
le rispose. A Marta sembrò di sentire la voce di lui come da due parti: una nell’auricolare e l’altra come se provenisse da fuori dell’auto. Non ebbe il tempo di rendersi conto che la porta si aprì…

Toccati! le intimò lui.

Una mano di Marta andò a toccare il seno l’altra scese sulla coscia arrivò al bordo del vestito e lo sollevò. Una spallina del vestito scese, poi fu la volta dell’altra; la mano accarezzò la coscia per salire piano piano fino al perizoma. Marta puntò i piedi sul pianale per facilitare la risalita del vestito poi la mano raggiunse il perizoma e l’altra mano abbandonò il seno per andarsi ad appoggiare sulla patta dei pantaloni di Francesco ormai sformata dall’erezione. Lui rimaneva fermo, immobile, in piedi vicino all’auto.

Una mano di Marta accarezzava il cazzo per tutta la sua lunghezza e l’altra solleticava il clitoride; poi lei infilò due dita dentro di se e le mosse velocemente facendosi spezzare il fiato, quasi raggiungendo l’orgasmo; ma un perentorio

Fermati!

di Francesco la fece bloccare.

Lo sguardo di lei era quello di un felino pronto ad assalire la preda. Si sollevò sul sedile e andò a baciare i pantaloni di Francesco all’altezza del cazzo; lo sapeva che quella era una mossa che lo faceva impazzire. Baciava, mordeva, accarezzava, si lasciava schiacciare contro dalla mano di Francesco che la premeva sulla nuca; lo guardò con quel sorrisino malizioso che, per quanto fosse possibile, incrementò ancora la sua erezione. Slacciò i pantaloni e, abbassandoli con un sol colpo unitamente ai boxer, il cazzo quasi la schiaffeggiò. Lo afferrò con la mano e dapprima lo leccò per tutta la lunghezza, poi lo appoggiò sulla bocca e giocò con la lingua guardando negli occhi Francesco. Appoggiò le mani sui glutei a lasciò la presa con la bocca: il cazzo rimaneva lì, con dei piccoli movimenti oscillatori, davanti a lei che sorridendo disse

Tutto merito mio?
Certo e tu lo sai perché?
Perché sono splendida questa sera? O perché sai che sono una brava succhiacazzi?

Non attese la risposta, imboccò il cazzo e cercò di infilarselo tutto in bocca. Il tentativo fu vano. Tornò indietro e prendendo fiato ribadì

Allora, è perché sono una brava succhiacazzi?

quasi non finì la frase e subito riprese una parte più cospicua di cazzo in gola. A quel punto Francesco appoggiò entrambe le mani sulla testa di Marta e la spinse verso di se cercando di farle ingoiare tutta la sua verga incitandola

Dai succhiacazzi prendilo tutto! Tutto; da brava”

Marta si impegnava a prendere tutto quel cazzo in bocca, rimaneva li fino a che non le mancava il respiro e poi tornava indietro e prendere fiato e poi di nuovo tutto in bocca. Andò avanti così per un po’ fino a che percepì che lui stava per venire e lo lasciò godere nella sua bocca. Rimase lì a leccarlo anche quando ormai l’erezione stava diventando meno potente e il respiro di Francesco diventò nuovamente normale.

Le mani appoggiate sul tetto dell’auto, il respiro che stava tornando normale, la sua amica lì davanti a lui, sorridente e vogliosa che gli disse

Non penserai mica di andartene?”
Non sono mica pazzo” rispose anche lui sorridendo.

Lei si alzò in piedi, si baciarono e le mani di lui andarono ad accarezzare tutto il corpo di Marta, il suo profumo lo inebriava, le loro lingue si intrecciavano; intanto con le mani Francesco sollevò il vestito di Marta e lei poté sentire il calore del suo cazzo ritornato duro appoggiarsi sulla sua pancia.

Poi Francesco la spinse delicatamente dentro l’auto, la fece sedere e scese a baciarle le cosce; risaliva fino all’ombelico per poi scendere con la lingua verso l’inguine; le baciò il suo sesso da sopra il tessuto del perizoma. Con un mano raccolse il tessuto stesso e fece in modo che questo si infilasse fra le due labbra, tirò verso di se mentre la lingua prendeva possesso del clitoride.

Mi fai go..de…reeeee cosììì
Francesco sentì l’orgasmo di Marta con la sua bocca, sentì il respiro affannoso della sua amica, rallentò per un momento la sua azione fino a che il respiro stesso tornò normale e poi riprese a leccarla, delicatamente, per tutta la lunghezza: il suo gusto lo faceva impazzire!!!

Facendola sistemare in ginocchio a cavallo dei due sedili riprese ad accarezzarla ed in contemporanea le baciava i glutei, il solco, l’orifizio posteriore; la lingua si alternava fra la sua figa ed il suo culo, che ora aveva in primo piano, e nel giro di pochi minuti Marta riprese ad ansimare, a dirgli che era un “fantastico porco” che voleva ancora “il tuo cazzo da leccare”.

Francesco rallentava in modo da mantenerla in quella situazione di elevata eccitazione ed ogni tanto la provocava dicendole

che ne dici se ora chiamo gli imbianchini troietta?

E poi osservava come lei muovesse il culo verso la sua bocca, verso le sue dita; si muoveva appena sopra il pomello del cambio così gli balenò in testa un’idea.

Estrasse un preservativo dalla tasca, lo aprì e lo srotolò lungo tutto il pomello del cambio; continuando a leccarla e a toccarla la fece scendere lentamente verso il pomello fino a che le grandi labbra non furono a contatto; Marta era completamente partita e lo lasciò fare; si lasciò strusciare sopra il pomello; lasciò che Francesco la stimolasse analmente mentre con le mani sui suoi glutei la guidava verso quella strana penetrazione. Ancora una volta Marta si rese conto che lui le faceva compiere delle azioni che mai avrebbe pensato, ma anche questa volta si lasciò penetrare e quando il pomello fu dentro del tutto si alzò sulle ginocchia e girò il viso verso di lui con una smorfia che era un misto fra sorriso e piacere.

Sei un porco…. sei un bastardo….mi fai godere come una pazza!!

Per quanto lo spazio dell’auto glielo consentisse, lui si mise in ginocchio dietro di lei e l’abbracciò; con una mano andò sul clitoride e riprese a solleticarlo; con l’altra le accarezzava i capezzoli duri all’inverosimile, ed ogni tanto riuscivano ad incrociare le loro lingue.

Ti piace la sorpresina, troietta? Cosa vorresti ora?

I suoi “Si” erano simili a singhiozzi e poi disse
ora vorrei che mi mettessi il tuo dietro
Dove?
la incalzò lui; gli piaceva quando lei sbottava con termini forti. E per fare sì che questo accadesse le strinse con due dita il clitoride gonfio.

Ahhhhh, nel culo. Vorrei il tuo cazzo nel culo

Francesco tentò quella difficile operazione, ma lo spazio era davvero troppo poco per agevolare una doppia penetrazione.

Così lui si distese sul sedile, lei si sollevò dal quella “strana” ma eccitante penetrazione, si mise a cavalcioni su di lui; in lui prevalse ancora il desiderio di sentire il suo gusto così appoggiò le mani sui glutei e la spinse fino a che la sua fica non fosse proprio sopra la sua lingua. La leccò, la baciò, la succhiò: e per un attimo pensò che la sua figa lo rendeva dipendente!!!

Poi prima di raggiungere un nuovo orgasmo fu lei a scivolare questa volta verso il basso, si strusciò sul cazzo, duro all’inverosimile; lo lasciò scivolare dentro di lei, senza difficoltà perché ormai la sua figa era un lago; si mosse un po’ su di lui; si baciarono, lui le strinse le tette, se le portò alla bocca e riservò lo stesso trattamento che aveva avuto prima per la sua figa.

Dalla bocca di lei, quando non era impegnata a baciarlo, uscivano incitazioni e sospiri; era lei a gestire la danza in questo momento; era lei a muoversi in modo da sentire il suo cazzo aderire alle sue pareti vaginali, a sentirlo dove più forte era il piacere e Francesco godeva ad essere quasi un oggetto del piacere: del suo piacere!

Quando sentì che Marta stava per raggiungere il suo orgasmo, lui decise di giocare ancora un po’: portò le mani su fianchi di lei e nel contempo fece in modo di uscire da lei, impugnò il suo cazzo e lo puntò al culo di Marta e con decisione lo infilò.

L’hai detto tu che lo volevi nel culo
Lei sorrise con quel sorriso che era una via di mezzo tra quello innocente di una bambina che è stata appena colta in flagrante dopo aver compiuto una marachella, e quello complice e animale di una fiera che sta attaccando la sua preda, e rispose.

Certo e tu non vuoi lasciami a bocca asciutta vero?

Il gioco di Francesco però non era ancora finito; pur se in una posizione non delle più facili decise di tentare. Dopo alcuni colpi nell’ano, prese nuovamente Marta dai fianchi la sollevò e si infilo davanti; qualche colpo e poi nuovo cambio.

Questi continui cambi avevano l’effetto di portare Marta sull’orlo dell’orgasmo per poi scemare e risalire nuovamente

Mi stai facendo morire……fammi godere ti prego, fammi godereeeee!!

Fu quasi un urlo quello che uscì dalla sua bocca ed allora anche Francesco fece in modo di esaudire il desiderio della sua amica e nel giro di breve entrambi raggiunsero l’orgasmo.

Lei si accasciò su di lui e gli sussurrò nell’orecchio

come faceva quella canzone?.....sarà un vento caldo…..
solo pieno di pazzia!! Concluse Francesco.

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