ИСТОРИЯ НАЗВАНИЕ: Un sogno diventato realtà. Prima parte. 
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Un sogno diventato realtà. Prima parte.


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Un sogno diventato realtà. Prima parte.

by pennabianca
Посмотрели: 599 раз Комментарии 5 Date: 19-02-2022 Язык:Language

Mi chiamo Alfredo e ho 57, sono sposato con Giuliana che di anni ne ha 53. Sono di media statura, e oggi ho i capelli quasi tutti bianchi, mentre Giuliana, è una donna dall’aspetto tipico mediterranea. Alle forme leggermente arrotondate, ma non è affatto grassa, anzi, il suo corpo è bello e tonico. Il seno però, è decisamente fuori dal comune; una quinta piena. Siamo una coppia, con sani principi, come ce ne sono tante nel nostro paese, ci, siamo fidanzati molto giovani e sposati, molto giovani, e io per lei sono stato l'unico uomo, con il quale ha conosciuto l’amore, e il sesso. Io ho avuto qualche storia prima è dopo il matrimonio, grazie anche al fatto che faccio lavoro che a volte mi porta a passare delle notti fuori casa, mentre lei, si è occupata di far crescere i nostri figli dedicando tutto il suo tempo alla famiglia. Poi un giorno, ti ritrovi sulla soglia dei cinquant’anni, e con i figli grandi, questa rinnovata libertà, questo tempo da dedicare a noi, ti fa riscoprire il piacere del sesso fatto con la donna con cui vivi da sempre. In effetti, lei ha sempre soddisfatto ogni mio desiderio, assaporando come il piacere del sesso in tutte le sue forme. Col tempo è diventata molto brava nel succhiare il cazzo, e di ingoiare il piacere che le riverso in bocca. Dopo che con calma, l’ho sverginata, ha sempre goduto e trovato molto piacere nel godere con il mio cazzo. Anche nel rapporto anale, venuto in un secondo tempo, le ha procurato molto piacere anche questo modo diverso di fare sesso. Poi una sera mentre ero fuori città per lavoro, sono uscito dall’albergo situato vicino alla stazione centrale, percorrendo la via alla ricerca di un posto dove consumare un pasto. Entrato in un piccolo ristorante, mi sono seduto vicino alla vetrata da cui si vedeva la via, e mentre consumavo una bistecca con un contorno di insalata, fuori era già scesa la notte, essendo quasi alla fine di novembre, quando la mia attenzione è stata attratta da una insegna che era stata accesa dall’altro lato della strada, in un piccolo vicolo quasi invisibile fra due enormi palazzi. Nulla di particolare, se non il fatto che l’insegna vi era scritto: sexy shop. Da tempo, nella mia mente aveva preso forma una strana fantasia dovuta ad un fatto avvenuto in maniera quasi casuale, ma che aveva suscitato il mio interesse. Una sera casualmente, mentre la stavo scopando sdraiato di lato e ho messo un dito in bocca, e lei lo ha succhiato come se stesse succhiando un altro cazzo. Probabilmente nessuno di noi due in quel momento ha dato tanta importanza quel gesto, mentre io nella mia mente ogni volta che ripensavo a quel semplice gesto, sentivo sempre più forte la mia eccitazione e di conseguenza la scopavo con più impeto e passione. Quel gesto apparentemente semplice, mi ha in qualche modo eccitato perché per un attimo, quel dito era diventato nella mia mente un altro membro che la stava scopando in bocca. Ricordo di aver goduto nell’istante stesso in cui lei continuando succhiare il mio dito, ha avuto un orgasmo molto forte, sicuramente più intenso degli altri fino ad ora provati e questo ha provocato in me un forte piacere e le ho inondato il ventre con il mio seme, in maniera abbondante e copiosa. Così nel vedere quel insegna dentro di me ha preso forma l’idea di visitare quel luogo dove non era mai stato. Entrando, ho trovato un uomo sulla quarantina, che dopo avermi accolto con un sorriso, mi ha chiesto se avevo particolari richieste da soddisfare. Io semplicemente risposto che volevo fare un giro per farmi un’idea di quello che volevo eventualmente comprare. Ho indugiato a lungo fra gli scaffali e le vetrine, osservando tante cose di cui nemmeno sapevo l’esistenza, e alla fine nella mia incertezza più totale, ho deciso di acquistare un semplice vibratore, abbastanza realistico, che nelle mie intenzioni era destinato a stimolare ancora di più la mia compagna. La sera dopo, quando ci stavamo accingendo ad andare a letto, le ho mostrato il pacchetto anonimo che conteneva appunto questo strumento. Lei lo ha aperto con curioso interesse, e quando si è resa conto che era un semplice vibratore, la sua reazione è stata quanto di più sconvolgente mi sarei mai aspettato di sentire dalla sua bocca.
«Con questo che devo fare! Almeno portalo in carne e ossa!»
Nel sentire le sue parole, mi sono eccitato tanto è da allora è nata questa fantasia di farla godere, con un altro uomo. Nei giorni a seguire, ho continuato immaginare mia moglie stretta fra le braccia di un altro maschio, e questo mi ha provocato sempre delle forti erezioni, e in ogni occasione, l’ho scopata sempre intensamente, e a lei questo non è passato inosservato.
«Non riesco capire cosa ti stia succedendo, ma da qualche tempo, ti sento sempre eccitato e voglioso. Spero che tu non sia ricorso a delle pasticche blu di cui ho sentito parlare che sicuramente te lo faranno tirare tanto, ma di sicuro sono dannose per la tua salute. Io sono felice del fatto che tu desideri il mio corpo, ma non voglio per questo vederti stare male.»
Le ho garantito che non era assolutamente dovuto al fatto che mi stavo impasticcando di viagra, ma ad una certa idea che mi stava frullando per la mente da un po’ di tempo. Lei mi ha guardato sorridendo, e mi ha chiesto cosa fosse di tanto sconvolgente da eccitarmi così in maniera continua. In quel momento non mi sono sentito pronto ad esporre la mia idea, ma dentro di me ho cominciato ad elaborare un piano per convincere mia moglie a lasciarsi andare con un altro uomo. All’inizio ho cominciato a metterle di nuovo il dito in bocca, quando la scopavo con veemenza e lei questo lo ha subito accettato senza nessun problema. La fase successiva, è stato aggiungere il vibratore, e anche se lei all’inizio non ha voluto inserirlo dentro la vagina, io l’ho usato per stimolare il suo clitoride e farla godere così tanto fin quando stremata dal piacere, non ha accettato di sentirlo vibrare dentro di sé. Il piacere che ne è derivato è stato molto forte, e questo mi ha fatto sperare che piano piano sarei riuscito a farle cambiare idea. Muovendomi con calma e senza fretta, durante una delle nostre scopate più belle, le ho chiesto se in vita sua aveva mai desiderato tradirmi. Lei mi ha guardato molto stupita, mi ha detto che non aveva nessun desiderio di tradire la mia fiducia, il mio amore, e soprattutto nessuna voglia di trovare un altro cazzo in quanto con il mio si divertiva in maniera molto soddisfacente. Ho capito che se continuavo un discorso così frontale, non sarei arrivato nulla così ho deciso di aggirare l’ostacolo e una delle tante volte in cui la stava scopando, quando le ho messo il dito in bocca le ho sussurrato all’orecchio di immaginare che fosse un altro cazzo. La sua reazione è stata esattamente quello che mi aspettavo.
«Ma tu sei pazzo! Tu sei scemo fino nel profondo del tuo cervello! Perché dovrei avere un altro cazzo mentre sto godendo con il tuo?»
Io l’ho tranquillizzata continuando a scoparla lentamente, e poi con voce calma le ho spiegato la mia idea.
«Stai tranquilla! Calma, perché non ho nessuna intenzione di discutere con te, ma faccio notare che ti ho semplicemente chiesto di immaginare un altro cazzo nella tua bocca. Non ti ho chiesto di prendere un altro cazzo nella sua bocca, ma soltanto di immaginare che vi fosse. Ormai io e te facciamo sesso da tanti anni, e quindi un po’ di fantasia non fa altro che spezzare un po’ la routine del nostro rapporto. Non c’è niente di male a giocare con la fantasia, ed è questo che da un po’ di tempo mi fa tirare il cazzo, così tanto che anche a te mi è sembrato la cosa non dispiace.»
Lei è rimasta un attimo perplessa, poi dopo aver avuto da me la conferma che era solo fantasia, mi ha detto che in fondo la cosa la stuzzicava abbastanza, e se questo era il motivo per cui il mio cazzo era perennemente in tiro non le dispiaceva affatto assecondare queste mie pazze fantasie. È stato un punto di svolta importante, perché da quel momento, ho cominciato a sussurrarle ogni volta di immaginare una situazione sempre più coinvolgente, cercando in tanti modi di stimolare anche la sua fantasia chiedendo lei quali fossero i suoi desideri più nascosti, le sue fantasie, le cose che la facevano eccitare in maniera diversa da tutto quello che era stato fino a quel momento il nostro rapporto. All’inizio è stata molto titubante, ma dietro la mia costante insistenza, alla fine sono riuscito a farla sciogliere e lentamente, anche se all’inizio provava molto imbarazzo, sono riuscito a farle dire quanto le piaceva immaginare un altro cazzo dentro di sé. Sentirla dire che le sarebbe piaciuto succhiare un altro cazzo, mi ha fatto quasi sborrare all’istante. Cercare di realizzare questa fantasia a questo punto mi sembrava non più impossibile, ma dovevo trovare il modo, e soprattutto la persona giusta affinché questo potesse avvenire, e rendere la cosa assolutamente indimenticabile per lei. All’inizio ho cercato qualcuno di cui potermi fidare, ma ben presto mi sono reso conto che questa era la strada sbagliata. Ho cambiato tattica, e così mentre la scopavo pompandola lentamente, le ho chiesto di chiudere gli occhi, e di immaginare, una persona, anche un conoscente, un amico, o qualcuno che lei intrigava particolarmente e che le sarebbe piaciuto avere in quel momento nel nostro letto. Ovvio, le prime volte lei ha cercato in tutti modi di sviare la risposta.
«Non ti sto chiedendo di averlo realmente nel nostro letto, ma di immaginare come se ci fosse. Se mi dici chi ti piacerebbe fosse qui, renderebbe l’immagine e la fantasia molto più realistica anche a me, e questo non fa altro che accrescere la nostra eccitazione.»
A seguito di questa spiegazione, lentamente lei ha cominciato, all’inizio in maniera molto titubante a dire che vi era una persona che particolarmente stimolava in qualche modo la sua fantasia. Ho cercato di capire chi fosse, poi alla fine la sua risposta mi ha lasciato alquanto stupito.
«Hai presente il parroco che è venuto a sostituire Don Matteo che è ricoverato in ospedale per la frattura del bacino? Diciamo, che è un uomo come lui in qualche modo mi intriga, e mi fa pensare, che averlo qui con noi potrebbe in qualche modo aumentare la nostra libidine.»
Devo ammettere che la sua risposta mi ha lasciato senza parole. Avevo visto la persona di cui lei parlava, solo alcune volte, e tutto mi era sembrato tranne che fosse un libertino, anzi aveva avuto l’impressione che fosse una persona molto distaccata e riservata. Ero spiazzato, non sapevo come aggirare quest’ennesimo ostacolo. Non potevo certo andare dal reverendo, e invitarlo ad entrare nel nostro letto e scopare mia moglie. Ho lasciato passare un po’ di tempo, e poi quando è tornato il nostro parroco, sono ritornato a chiedere a mia moglie chi altri avrebbe potuto ospitare con me nel letto e fra le sue cosce. Lei, ha scosso il capo, e mi ha detto che era un pazzo, che questa stupida fantasia stava diventando troppo ossessiva. Mi sentivo sconfitto, non ero riuscito ad andare oltre nel mio progetto e questo mi riempiva molto di sconforto. Poi arrivò l’estate e un sabato mattina, poi avvenne un fatto che in qualche modo ha riacceso le mie speranze. Dovevamo acquistare la carne per una grigliata che avremmo fatto il giorno dopo assieme ai miei figli, alle loro fidanzate, e ad un altro gruppetto di amici, sulle sponde del lago che c’è non lontano da casa nostra. È una consuetudine che tutti anni, in occasione della festa del Santo Patrono, ci piace rinnovare e che in qualche modo ci coinvolge tutti. Ogni anno ciascuno di noi a rotazione porta la carne, mentre gli altri portano tutto il resto e quest’anno era compito nostro. Giunti davanti al macellaio di fiducia, non ho trovato subito posto per parcheggiare l’auto, e dopo aver fatto scendere mia moglie, ho cercato un parcheggio. Dopo circa una decina di minuti sono arrivato nelle vicinanze del negozio, e attraverso la vetrina ho visto che mia moglie era rimasta l’unica cliente e Bruno il macellaio, uno che ha più o meno la nostra età, e di cui siamo amici, fin da quando eravamo ragazzi, stava parlando ridendo e scherzando con lei che sembrava gradire le sue battute. La porta era aperta per via del caldo, e così nascosto dalla colonna, ho potuto ascoltare ciò che lui le diceva.
«Ecco a te, cara Giuliana un bel pezzo di carne. Peccato solo che accetti solo questa da me, che è fredda, mentre una bella donna come te ne meriterebbe altra più calda e viva.»
Lei rideva, e comprendendo appieno il doppio senso, mi rispondeva per le rime.
«Caro Bruno, devi sapere che ho già chi mi fornisce l’altra carne in gran quantità, e sazia tutta la mia fame.»
Lui continuava tra una bistecca l’altro, a ribadire utilizzando ancora i doppi sensi.
«Ne sono assolutamente certo, e mi dispiacerebbe che così non fosse perché sei una bella donna ti meriti tutto di più, però a volte mangiare sempre lo stesso filetto, può venire a noia, e assaggiare un po’ di carne di porco, marinata bene, può essere una novità in qualche modo stimola l’appetito.»
Lei lo ha guardato, e con un tono deciso ha detto qualcosa che mi ha fatto diventare l’uccello così duro da farmi male.
«Io non ho affermato e nemmeno escluso, che si tratti sempre dello stesso pezzo di carne, potrei avere più varietà di scelta di quello che tu possa mai pensare.»
Basito! Sentivo mia moglie, lasciar intendere al nostro amico che avrebbe potuto aver assaggiato anche altri cazzi oltre al mio, perché il senso della sua risposta era esattamente questo, mi ha fatto diventare il cazzo così duro da farmi male. Poi sono entrato, per non rischiare di farmi vedere dalla gente spiare dentro il locale che avrebbe potuto creare domande imbarazzanti. Appena dentro, mia moglie ha girato lo sguardo cercando di non incrociare i miei occhi, mentre io ho guardato verso Bruno, e con un cenno del capo, ho cercato la sua complicità.
«Amico mio, mi raccomando dammi la tua carne migliore, perché voglio fare bella figura con tutti, ma soprattutto anche con mia moglie, che di carne pregiata se ne intende.»
Lui con un sorriso sornione, ha intuito il doppio senso delle mie parole e da subito ribadito in maniera complice.
«Tranquillo caro amico, sono consapevole che la donna che hai sposato, non è una sprovveduta e sicuramente di pezzi pregiati se ne intende. Sei fortunato ad avere una moglie così bella.»
Lei sentendo quelle parole si è girata di scatto, e fingendo indignazione, ha ribattuto colpo su colpo.
«Smettetela di fare di stupidì, e compratevi un paio di occhiali entrambi. Da tempo nello specchio, non vedo più tutta quella bellezza di cui voi parlate. Ci sono tante ragazzette, o anche giovani donne molto più belle di me.»
Stavo per ribattere, ma Bruno mi ha preceduto.
«Giuliana non scherzare! Personalmente preferisco la carne di manza, meglio se un po’ stagionata, ad una vitellina da latte! Che ci fai con tutta quella roba così tenera e poco consistente, che al fuoco si brucia subito, mentre un bel pezzo di manza che devi marinare bene, e cuocere a fuoco lento, e, già durante la cottura assapori il piacere che proverai nel gustare quella carne che stai preparando.»
Lei nel sentire quelle parole, cariche di doppio senso, ha abbassato lo sguardo senza incrociare il mio, che continuando a guardare verso di lei rincaravo la dose a doppio senso del mio amico.
«Parole sante! Non c’è nessun confronto! Personalmente la penso esattamente come te, e poi vuoi mettere che mentre la prepari e la porti a giusto punto di cottura quanto piacere ti dà rispetto alla carne tenera, che messa sul fuoco è subito cotta. Non c’è paragone.»
Lei colta in contropiede dal nostro esserci coalizzati, scatta sulla difensiva.
«Ma smettetela di fare gli scemi! E poi tu Bruno mi sorprendi, perché mi sembra che fin quando era viva quella buonanima di tua moglie Lucia, non mi sembra che avessi da lamentarti su come veniva cucinata la carne. E adesso fatela finita e prepariamoci ad organizzare questa grigliata come si deve.»
Le sue parole, mi fanno venire in mente proprio il fatto che Bruno essendo vedovo da cinque anni, domani passerà la festa da solo e quindi decido di coinvolgerlo nella nostra grigliata, perché ho come la netta sensazione che con lui forse il mio progetto potrebbe fare un passo avanti. In fondo, è una persona che conosco dalle scuole elementari, e sua moglie Lucia, era molto amica di Giuliana. Fu proprio in quell’occasione che noi quattro diventammo rapidamente amici, e le donne decisero per noi con chi stare. Infatti Lucia si innamorò subito di Bruno, mentre io Giuliana abbiamo impiegato un po’ più di tempo. Per tanti anni siamo stati amici, e abbiamo fatto tante feste insieme, e vedevo il loro una coppia molto innamorata e complice, solare e allegra. In effetti Lucia era una gran bella donna, e all’inizio piaceva molto anche a me, quando ho visto che avevo occhi solo per Bruno, ho lasciato al mio amico la possibilità di stare al suo fianco. Forse per questo che ho impiegato un po’ di tempo a convincermi che anche Giuliana era una donna con cui si poteva stare bene insieme.
«Mia moglie ha perfettamente ragione, dobbiamo organizzarci bene e spero che tu domani non abbia nessun impegno perché non vieni con noi alla grigliata al lago. Ci farebbe molto piacere avere la tua presenza. Da quando è morta Lucia, sei sparito e questo giorno lo passi sempre da solo, quindi interpretando anche il desiderio di Giuliana, ci piacerebbe averti insieme a noi domani a fare festa.»
Nel sentire quelle parole, lei si gira mi guarda e sorride, poi rivolta verso di lui rinnovo anche lei il mio stesso invito. Lui rimane un attimo titubante, guarda me, poi guarda lei e cerca una scusa per non venire, ma è palese il fatto che la cosa gli faccia veramente piacere.
«E va bene, verrò anch’io, ma ad una sola condizione: che voi due adesso ve ne andate e mi lasciate preparare tutto l’occorrente per la grigliata, perché accetto solo a patto che sia io a portare la carne. Domani mattina passi a prendermi, e mi aiuti a caricare tutto l’occorrente, così andiamo insieme al lago.»
Cerco di obbiettare che questo non mi sembra giusto perché era compito nostro portare la carne, ma lui è irremovibile, e così ce ne andiamo. La sera nel letto, facciamo sesso, ma sia io che lei sembriamo distratti, poi Giuliana si addormenta velocemente mentre io cerco di studiare un modo per coinvolgere Bruno nel nostro gioco, facendo ben attenzione però di non rovinare la nostra amicizia, ma di capire se lui è realmente interessato a vivere questa esperienza con noi. Il giorno dopo ci troviamo con tutti al lago, e poiché è situato in una riserva di un parco naturale, vi sono state realizzate delle strutture per poter accendere fuochi, in tutta sicurezza. Poiché è una cosa che si fa quasi tutti gli anni, molte di queste strutture, sono già occupate e alla fine siamo costretti a percorrere quasi tutto il lago fino all’altezza della diga, in uno dei pochi bracieri ancora rimasti liberi per il semplice motivo che è situato in alto sopra lago, e ed essendo vicino alla diga vi è il divieto assoluto di fare il bagno. Passiamo metà della mattinata preparare tutto l’occorrente, ed essendo una decina di persone che conoscono Bruno da tanto tempo, tutti sono molto felici del fatto che siamo riusciti a coinvolgerlo di nuovo in quanto da tempo era veramente sparito in occasione di questa festività. Poi, quando rimasto solo da griglia della carne, tutti quanti decidono di scendere giù al lago percorrendo un piccolo sentiero per raggiungere una spiaggetta dove possibile fare il bagno e così restiamo solo noi tre ad occuparci del braciere. Io e Bruno, indossiamo dei bermuda, sotto cui abbiamo che ho il costume, mentre Giuliana splendida, perché indossa un abito tenuto chiuso davanti da una dozzina di bottoni, di cui solo la metà sono allacciati. Vedere le sue splendide cosce apparire ad ogni passo dalla stoffa del vestito, mi intriga moltissimo soprattutto bello anche il fatto che gli ultimi bottoni in cima sono slacciati e mostrano il solco bellissimo delle sue splendide mammelle. Anche Bruno vedo che indugia spesso con lo sguardo su quelle cosce bianche e soprattutto quando lei si piega e mette in mostra il suo splendido culo, la cosa non lo lascia affatto indifferente. Entrambi in più occasioni nel vederla piegata, ci siamo scambiati delle occhiate complici dove lui con un cenno d’assenso del capo ha dimostrato di gradire ciò che era ben in mostra davanti a noi. Inoltre durante questo periodo in cui siamo solo noi tre, tra di noi è tutto un gioco di battute, risate, scherzi e frasi cariche di doppi sensi, ai quali Giuliana risponde con altrettante battute, ma soprattutto ridendo e scherzando e accettando le nostre velate provocazioni. Atmosfera tra noi tre è diventata alquanto intrigante, e anche il ritorno degli altri, e anche durante il pranzo, l’atmosfera rimane molto complice soprattutto per il fatto che quando ci mettiamo seduti ai tavoli, per consumare le nostre libagioni, lei si siede sulla panca fra me e lui, ed entrambi possiamo ammirare, le sue splendide cosce, e soprattutto i suoi seni che sono stretti nella stoffa del costume che indossa sotto quel semplice abito. Dopo aver assaporato e gustato appieno il piacere delle nostre libagioni, come è consuetudine ci si distende all’ombra delle grandi querce costituiscono il bosco alle nostre spalle, per riposare. Mentre avviene tutto ciò, vedo che sia io propongo a Giuliana e Bruno, di scendere giù al lago di fare un bagno ristoratore anche noi. Subito la proposta viene accettata da entrambi, e presi i nostri zainetti nella vettura, Scendiamo lungo il sentiero. Bruno ci precede, poi dietro c’è Giuliana, ed infine io chiudo la fila. È lui che in alcuni tratti dove sentiero è un po’ più impervio aiuta lei nello scendere, ed essendo più in basso, noto che ogniqualvolta lei devi scendere un qualsiasi scalino, lui da sotto può ammirare le sue splendide cosce, e sicuramente lo sguardo arriva fino al blu del costume che lei indossa. Giunti alla spiaggetta, la troviamo deserta e dopo aver adagiato i nostri zaini sotto arbusto che offre un minimo di ombra alla forte calura del giorno, subito ci mettiamo in costume. Noto con piacere che lui indugia sulle splendide forme di Giuliana, soprattutto sul suo seno stretto e compresso nel costume due pezzi che la rende particolarmente eccitante. Sia lui che io indossiamo dei semplici costumi a slip, da cui si può notare il fatto che entrambi abbiamo una discreta erezione che anche se in maniera casuale, Giuliana nota perché mi guarda in faccia con finto disappunto.
«Mettiti della crema protettiva, altrimenti ti bruci subito le spalle.»
Era esattamente quello che volevo sentire, perché immediatamente me ne spalmo un po’ sulle spalle, e poi si gira e fa la stessa cosa con Bruno, ed io ho deciso che a questo punto voglio che sia lui a spalmarla su di lei. Senza aggiungere niente mi tuffo immediatamente in acqua, e mi allontana dalla riva. Quando mi giro a guardare, vedo lei inginocchiata sul suo telo, con Bruno in piedi dietro di lei che le spalma la crema sulle spalle, e quando si gira, per restituirle il flacone, il pacco ben gonfio di lui si ritrova davanti alla faccia di lei che lo osserva per un attimo poi alza lo sguardo, scuote il capo si mette a ridere. Non sento quello che si sono detti, ma è evidente che la battuta deve averla intrigata perché ora si distende sul telo, e lui continua a spalmare la crema lungo la schiena, e sulle cosce. La cosa mi eccita così tanto che sono costretta ad abbassare un po’ il costume per dare un minimo di sollievo al mio cazzo che mi sta scoppiando da quanto mi sta eccitando. Lentamente tornano a riva, e l’uscita dall’acqua lei mi rimprovera fingendo un certo disappunto.
«Ma sei pazzo! Mai a fare il bagno dopo che abbiamo mangiato tante cose pesanti che richiedono la lenta digestione? Ma vuoi proprio morire.»
Io la guardo, e poi girò la testa verso di lui che mi guarda quasi sorridendo.
«E che problema c’è! Tanto se muoio io sicuramente ho un amico che si prenderebbe cura di te.»
Lei scatta in piedi, e fingendo di essere adirata, ci rimprovera entrambi.
«Siete proprio due scemi! Io non ho nessuna intenzione di essere nella tua vedova né di trovarmi un’altra persona che mi consola. E adesso mi hai proprio fatto arrabbiare!»
Senza aggiungere altro, si gira, si tuffa in acqua e si allontana anche lei facendo alcune bracciate. Restiamo seduti ad osservarla, poi sono io che rompo il silenzio.
«È proprio una donna dal carattere deciso, anzi, col passare degli anni, è sempre più determinata. Però mi piace da morire, vederla così premurosa ed attraente.»
Bruno si gira verso di me, poi, dopo aver notato che sono a cazzo duro, guarda ancora verso di lei e le sue parole mi stupiscono più di quanto avrei potuto immaginare.
«Giuliana è una bella donna e di lei ho sempre ammirato questo suo splendido carattere; sei fortunato ad averla come moglie. Mi stupisce solo che tu abbia impiegato tanto tempo prima di giungere a desiderare di vederla fra le braccia di un altro uomo.»
Lo guardo cercando di capire e lui, con un sorriso malinconico, mi elargisce la sua spiegazione.
«Stai tranquillo! Io, rispetto a te, ho impiegato molto meno tempo a desiderare Lucia fra le braccia di un altro e, soprattutto, ho goduto come un maiale nel vederla scopata da un altro e godere senza remore. Questo non significa che io non l’amavo, anzi era proprio perché ne ero profondamente innamorato che ne godevo nel vederla soddisfare il suo piacere anche con altri maschi. La stessa cosa sta succedendo a te. L’ho notato da tanti piccoli dettagli, che solo chi, come me ha vissuto determinate esperienze, riesce a percepire. Mi auguro solo che tu abbia trovato la persona giusta con cui vivere questa esperienza, perché sono convinto che anche lei lo desideri, ma non ti sarà facile farle accettare una cosa così particolare che può rischiare di mettere in crisi il vostro rapporto, oppure lo può esaltare e farlo diventare qualcosa di veramente unico e irripetibile. Per me Lucia era diventato tutto questo. Era piacere allo stato puro, complicità totale e, soprattutto, qualcosa che rendeva il nostro rapporto unico e la nostra unione ancora più rafforzata.»
Lo guardo ancor più sbalordito, ma non posso aggiungere altro perché Giuliana torna riva e lui, prontamente, scatta in piedi e, preso il telo, glielo avvolge intorno al corpo, stringendola da dietro e, guardandomi da dietro a lei, mi fa un sorriso complice. Poi si gira anche lui e si tuffa in acqua, lasciandomi solo con Giuliana, che mi guarda, cercando di interpretare i miei pensieri.
«Sono proprio contenta che Bruno si sia unito a noi; mi sarebbe dispiaciuto non averlo più nella nostra comitiva. Inoltre ho la netta sensazione che voi due stiate architettando qualcosa e, sicuramente, conoscendo quanto sia maiale lui, sarà una cosa che probabilmente coinvolge anche me. Mi ricordo che, a suo tempo, Lucia mi raccontava che anche lui aveva le tue stesse fantasie e, quindi, son convinta che voi due abbiate raggiunto un’intesa davvero particolare. Cosa devo aspettarmi da questo vostro gioco complice?»
La guardo e noto che lei non è affatto adirata, anzi, le sue parole dal tono mite mi fanno sperare che, forse, anche lei, si stia adeguando a qualche novità. Non le rispondo, perché Bruno torna a riva, si asciuga e si distende con noi al sole; parliamo un po’ dei tempi passati e, soprattutto, dell'assenza della nostra amica Lucia. Poi, improvvisamente, la tranquillità della spiaggetta viene spazzata via per l’arrivo di un gruppo di ragazzini con famiglie, che iniziano subito a fare un gran baccano e noi tre, datoci un'occhiata, optiamo a tornare con il resto della comitiva. Nel risalire, non posso far a meno di notare che, né Giuliana, né io e Bruno ci siamo rivestiti, avendo indosso ancora i costumi bagnati e, quella condizione ci offre la possibilità di ammirare le splendide cosce e culo di Giuliana. Giunti in prossimità della nostra comitiva, decido di avanzare un lieve azzardo.
«Se ci vogliamo rivestire, dovremmo toglierci i costumi bagnati.»
Giuliana mi guarda un po’ stupita, poi anche lei riconosce che questa cosa è strettamente necessaria.
«Accidenti! Mi son dimenticata di portare un ricambio; se tolgo il costume, non avrò niente da mettere sotto il vestito.»
Guardo Bruno che sorride compiaciuto e, avvicinatosi a mia moglie, le sussurra che, in ogni caso, quel piccolo dettaglio sarà noto solo a noi tre. Lei ci dà un’occhiata, fingendo di esser contrariata e, dietro mio suggerimento, sale nella vettura e, protetta da sguardi indiscreti, si toglie il costume e, quando ritorna in mezzo a noi due, entrambi notiamo che i suoi capezzoli puntano la stoffa del vestito, rendendosi abbastanza evidenti e la cosa ci intriga moltissimo.

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