Parte 37 - Tutto iniziò così (racconto vero)
by Andreacp32Посмотрели: 298 раз Комментарии 9 Date: 23-11-2021 Язык:
La situazione fu identica a prima. Filippo entrò da Anna e la bendò nuovamente. Entrammo tutti e Amir iniziò a scoparsela con lei che sembrava gradire con lui sopra che si muoveva senza stancarsi. Giovanni le tolse la benda e potei notai lo sguardo di soddisfazione di Anna.
Giovanni: se ti slego ti dai da fare?
Anna lo guardò con aria di sfida e sotto i colpi di Amir ripetè un’infinità di volte “si”. Giovanni le slegò la mano destra ed io la sinistra. Venne invitata a salire sopra ad Amir e con mia sorpresa il cazzo venne inghiottito completamente dalla sua figa. Lasciai il mio posto a Filippo e mi misi dietro e potei notare il preservativo che si sporcava completamente di umori. Ma Anna continuava a saltellarci sopra. Decisi di andare nella camera di Silvia che non fece in tempo a dire nulla e presi il lubrificante. Mi misi dietro ad Anna e le inumidì tutto e poi iniziai a puntare il mio cazzo senza preservativo. Non entrava e lei continuava a fare lamenti. Non volevo rovinare il gioco e quindi decisi di soprassedere ma Giovanni intervenne e mi disse di provare con il preservativo. Filippo che nel mentre si lasciava segare da lei ci guardò
Filippo: dai basta. Non ce la fa
Giovanni: zitto che è troia abbastanza per prenderne due
Misi il mio cazzo sul suo culo e Giovanni venne a fianco a me e iniziò a schiaffeggiarle il culo per farla rilassare. Dopo poco sentivo la mia cappella intrufolarsi in lei. I gemiti erano un misto tra piacere e dolore. Sentivo il culo allargarsi ma non sapevo quanto spingere. Finchè non mi ci ritrovai dentro per metà ed iniziai a muovermi. Amir dava un ritmo lento ma ebbi come la sensazione che in alcuni movimenti, il mio cazzo si toccasse con quello di Amir, separati solo dalla pelle interna di Anna. Il dolore fu sicuramente meno del piacere tanto che Anna venne urlando fortissimo e con le gambe tremanti si accasciò su Amir tenendosi dentro il suo cazzo. Il mio invece venne espulso dal suo culo facendola gridare dal dolore. La scena era eccitante ma per fortuna nessuno dei tre cazzi aveva sborrato. Anche il cazzo di Amir venne fatto uscire a fatica e con dolore e per la gioia di Filippo, il preservativo aveva tenuto. Ci ripulimmo ed uscimmo dalla stanza. Giovanni, nel vedermi con il lubrificante in mano, mi guardò e mi disse che sua moglie non ci sarebbe mai riuscita. Io e Filippo, almeno per par condicio, ci guardammo con l’intento di riuscirci. Questa volta entrammo insieme e Katia ci salutò con un sorriso. Amir si infilò il preservativo ed entrò in lei. La scopata era scattosa perché Katia non sembrava a suo agio. Fui io a slegarla per mettersi sopra ad Amir ma il cazzo questa volta entrava solo in parte e appena lei scendeva più giù, ritornava subito su con urla di dolore. A quel punto proposi di scoparmela un po’ io per farla riscaldare e la feci salire su di me. Intanto il cazzo gigante di Amir senza il preservativo veniva succhiato da Katia che con me sembrava ricominciare a sentire piacere. La guardai dal basso verso l’alto e le dissi che doveva provare una doppia
Katia: ok ma non con lui
Io: non vuoi essere spaccata?
Katia: mi conosco e non riesco
Filippo iniziò ad inumidire il suo culo e poi ci si puntò dentro. Con un po’ di fatica riuscì ad entrare e ci scopammo Katia con Giovanni e Amir che alternavano i lori cazzi nella bocca di Katia.
Dopo qualche minuto Amir chiese a Giovanni se poteva schizzare. Giovanni ci chiese come fossimo messi e sia io che Filippo potevamo godere in poco tempo. Giovanni fece fermare tutti. Disse a Katia di aspettare. Andò nelle altre camere e portò lì sia Silvia che Anna. Le fece mettere una vicino all’altra e ci invitò tutti a masturbarci davanti alle loro facce. Erano così disposte, Silvia Anna e Katia. Mentre noi eravamo Giovanni, io, Amir e Filippo. Mentre guardavo quei 4 cazzi che si masturbavano davanti alle donne, pensavo che tutte e tre avevano fatto una doppia ma che solo Silvia l’aveva preso in culo da Amir e fu così che iniziai a schizzare e sporcare Katia ed Anna del mio sperma. Dopo poco toccò a Filippo che imbiancò Katia coprendole il naso di sborra. Giovanni chiese ad Amir di rallentare e venne su Silvia che teneva aperta la bocca e che se ne lasciò solo qualche goccia sul labbro.
Giovanni: dai Anna fate venire il bestione
Anna prese il cazzo di Amir con due mani e ne avanzava più di metà. Lo segava e vedevo quella cappellona enorme, rosastra che andava su e giù ed aspettavo il momento in cui avrebbe innaffiato le donne. Quando partì il primo fiotto, Anna venne colpita completamente su un occhio ma continuò ancor più forte con le mani, indirizzando il cazzo su Silvia e su Katia. Usciva sperma senza fermarsi, sperma bianchissimo e densissimo che si fermava sui visi delle tre donne. Quando gli schizzi erano finiti, Anna teneva il cazzone con una sola mano che perdeva ancora qualcosa di filamentoso dal cazzo. Silvia ciuccio tutta la cappella per prendere quegli ultimi gocci. In quel momento mi resi conto che Giovanni mi stava guardando e mi fece segno con la testa di abbassarmi sulle donne. Lo feci, non avevo più nulla da dire o da temere, e le baciai, una ad una e poi anche quasi insieme con le lingue che si intrecciavano.
Giovanni: dai leccale e puliscile
Non mi fermai, leccai le labbra e il collo di Silvia, la guancia di Anna e il naso di Katia, per poi ribaciarle tutte. Mentre stavo facendo questo, vidi Giovanni parlottare con gli altri ed uscire. Io e le tre donne decidemmo di rimetterci sul letto e riposarci. Non feci in tempo a chiedere alle donne commenti sul cazzo di Ami che Giovanni fece rientrare Amir che, già rivestito, ci salutò con il suo sorrisone bianchissimo e ci ringraziò. Dentro di me risi per la mia risposta
Io: grazie a te
In pratica stavo ringraziando Amir per avermi distrutto la fidanzata.
Uscito Amir, constatammo tutti la nostra stanchezza ed appagatezza e decidemmo di tornare ognuno con la propria donna nella propria stanza. Arrivati in camera proposi una doccia a Silvia e la facemmo in modo dolce. Il mio cazzo inoltre non dava segnali di vita. Parlammo di Amir ma Silvia mi interruppe perché se continuavamo a descrivere quel cazzo avrebbe avuto ancora voglia di scopare. Mi chiese delle altre e, solo in quel momento mi resi conto che Katia non era venuta mentre le altre due avevano goduto più e più volte. Nel lavarci constatai che la figa di Silvia era tornata alla normalità mentre il culo era oscenamente grande e dilatato. Due dita ci entravano completamente senza spingere. Le chiesi se avesse dolore ma lei mi tranquillizzò dicendomi che era stato talmente bello che poteva anche soffrire un po’. Ci mettemmo a letto e mentre era nelle mie braccia, Silvia mi baciava il collo e poi mi disse
Silvia: domani devi fare venire Katia, poverina
Nonostante tutte le porcate che avevamo fatto, sentire la mia donna che mi chiedeva di far venire un’altra mi mandava in estasi. Il mio cazzo ebbe un sussulto e le promisi che il giorno dopo mi ci sarei impegnato. Prima di spegnere le luci cercammo di sentire se dalle altre stanze provenissero rumori ma sembrava tutto inerme. Ci addormentammo ma forse la serata e tutto quello che era successo mi resero il sonno difficoltoso. Silvia invece dormiva beata e contenta. Il mio cazzo dava anche segnali di eccitazione, tipo che si induriva e poi si riammosciava. Pensai anche di scoparmi Silvia ma mentalmente non ne avevo voglia. Così decisi di scendere a fumarmi una sigaretta. Mentre mi dirigevo verso le scale provai a sentire se dalle altre camere arrivassero dei rumori ma sentì solo silenzio. Con fatica, visto il buio, raggiunsi le scale e scesi sperando di non aver svegliato nessuno. Trovai una giacca non so di chi e uscii nel giardino a fumare. Ripensavo a quello che era successo e al livello in cui io e Silvia eravamo arrivati. Mi domandai se anche lei avesse pensieri simili o se fosse tutto normale. Non avevo pentimenti o remore ma mi chiedevo dove ci potesse portare tutto questo. Ero preso dai pensieri quando vidi un corpo che da dietro il finestrone mi faceva segnali. Rientrai e vidi Katia che era scesa per prendere dell’acqua. Non mi rispose alla domanda se si fosse svegliata per colpa mia. Ci ritrovammo in cucina ed iniziammo a parlare. Condivideva con me gli stessi pensieri. Era stato bello ma a suo avviso forse eccessivo e sapeva perfettamente che queste sono le classiche idee che vengono a Giovanni che deve sempre andare “oltre l’oltre”. Ridemmo e si mise a sedere sulla mia coscia. Non potei fare a meno di accarezzarla e di intrufolarmi su un seno per poi unire la mia lingua alla sua. Le sue mani frugarono su di me e il mio cazzo divenne di marmo. Ci masturbammo a vicenda e la sentivo bagnatissima. La appoggiai così sul tavolo ed iniziai a penetrarla. Poi proseguì alternando cazzo a lingua. La scopavo per un po’ e poi scendevo con la bocca sul suo clitoride. Ad un certo punto fu lei a farmi aumentare il ritmo tenendomi con le gambe il bacino e con le braccia il collo. Intanto sentivo i suoi godimenti sussurrati nell’orecchio. Sentivo il piacere salire in me, insieme al suo. Cercai di togliermi per usare la lingua ed anche per fermare la voglia di sborrare.
Katia: no restami dentro
Io: così vengo
Katia: anche io
Io: non ho nulla
Katia: è per quello che vengo
La sentii inarcarsi tenendomi ancora sia con le gambe che con le braccia ed anch’io le venni dentro. Mi tenne così un tempo che mi sembrò interminabile. Le nostre lingue non si staccavano. Poi sentii mano a mano le sue prese abbandonarmi e mi tolsi da lei. Un rivolo di sborra fece capolino per terra e ci guardammo con aria complice. Le diedi dello scottex per pulirsi e lei mi disse
Katia: voglio fare un week end con te
Io: ne faremo tanti
Katia: no, non hai capito, io e te soli
Io: mi sembra impossibile
Katia: basta convincere Silvia e Giovanni. Io e te da soli come fidanzatini e loro due da soli
Io: ma perché?
Katia: perché ti voglio una volta solo per me e fidati, Giovanni apprezzerà l’idea di avere solo Silvia.
Non so ma l’idea di Katia completamente mia, mi attirava. Il fatto che Silvia potesse essere di Giovanni, passò in secondo piano quando Katia mi disse che voleva passare un fine settimana di sesso, amore e complicità. Le dissi che per me si poteva fare ma che non volevo che l’idea passasse per mia.
Katia: non preoccuparti, l’idea verrà a Giovanni
Ci baciammo ancora e poi decidemmo di tornare su. Prima lei e poi io che mi fermai a fumarmi un’altra sigaretta. Tornai su e questa volta sentii dei rumori dalla camera di Katia e Giovanni. Sorrisi perché capii con quali armi Katia stava facendo venire l’idea del week end a Giovanni.
La mattina dopo passò in semplicità e ci si salutò con l’idea di ritrovarci dopo qualche tempo. Io guardavo Katia per capire se avesse convinto Giovanni, ma solo prima di andare mi disse che mi avrebbe fatto chiamare da Giovanni perché era meglio non far sapere nulla a Filippo ed Anna.
Tornammo a casa e in macchina Silvia era euforica, continuava a dirmi che era stato eccitantissimo e che mi amava come non mai per quello che le avevo fatto fare. Mi disse che adorava le sorprese così e che dovevo pensarne altre. Io diedi i meriti anche a Giovanni e buttai lì la frase: “Comunque dopo gli scrivo e gli dico di pensare a qualche altra idea interessante”.
Tornammo a casa e Silvia mi invitò da lei. Nemmeno il tempo di appoggiare la sua valigia che iniziò a baciarmi vogliosa. Le mie mani frugarono nei suoi jeans e la trovai fradicia. Non ebbi nemmeno il tempo di slacciarglieli che mi venne sulle dita. Si lasciò poi andare ad un ottimo pompino. Mi guardava e
Io: cos’è ti sei abituata al cazzone gigante?
Silvia: non mi stava in bocca e non posso non pensarci
La spostai e la misi a pecora. Il suo culo si vedeva che era molto provato ma non ebbi dubbi. Glielo infilai nel culo sbattendola fortissimo. Volevo sentire, oltre al suo piacere, un po’ di dolore. Ma nulla. Godeva ed il mio cazzo sguazzava in quel culo. La feci venire con il cazzo in culo e la mano sul clitoride e poi le sborrai dentro. Il mio cazzo si ammosciò e praticamente uscì senza che nemmeno se ne accorgesse
Io: porca troia hai il culo larghissimo
Silvia: tranquillo amore, piano piano si richiude
La salutai e decisi di andare a casa a dormire visto che avevo certamente del sonno arretrato
Continuo?