Fantasie di Te Lia
by gioveПосмотрели: 378 раз Комментарии 2 Date: 07-07-2021 Язык:
Una domenica lavorativa come tante.
domenica in cui sono di turno.
poca voglia di lavorare, la mente che corre al solo momento in cui riuscirò a evadere di qui...
gente, anzi persone, in sala d'attesa. attendono il loro turno.
tu entri, facendoci una sorpresa. si perché la sorpresa la fai a entrambi...
ti noto, faccio finta di niente, non chalance finta... sono capace a tratti di fare finta di niente.
il cuore in gola, le pupille sgranate. il sangue un po' al cervello, di più al cazzo.
si gonfia, lo sento inturgidire lentamente prima, velocemente poi.
urla, vuole uscire con forza e veemenza dalla prigione della patta....
ma faccio finta di niente.
ti invito a entrare e, mentre richiudo la porta, avviso i presenti che ci vorrà un po', perché sei passata a trovare un paziente disperato: me! Ma questo loro non lo sanno.
con un tono di voce più alto, così che mi ascoltino tutti, ti racconto mentre ci incamminiamo lungo il corridoio, quanto le condizioni del paziente siano disperate.
cerco di seguirti, ti esorto ad andare avanti.
con lo sguardo misuro ogni tuo centimetro di pelle, visibile e invisibile.
ricontrollo i tuoi tatuaggi facendo mente locale ove siano tutti....
ti accarezzo leggermente le spalle, quasi a confortarti.
ti sposto un poco i capelli e tocco, quasi sfioro, il collo.
controllo il colore dei tuoi capelli.
cerco di riappropriarmi di te. da dietro. senza che tu lo sappia.
senza che tu te ne accorga. cerco di riunirmi a te. anelo quasi a scoppiare nel voler permeare ancora una volta il tuo animo, desidero riscoprire la tua anima.
sono legato a te da un filo invisibile, pendo dalle tue labbra, aspetto che dica qualcosa, adoro la tua erre leggermente moscia.
purtroppo, moscio non è e non sarà il mio cazzo....
ancora siamo lungo il corridoio e, con voce stridula, rotta dal piacere di averti lì con me ti avviso che, le condizioni del paziente sono disperate.
intanto arriviamo in studio, la porta dietro di noi è chiusa a chiave.
un turbinio di pensieri: quanto potrai stare qui con me? vorrai ancora godere della mia compagnia? vorrai ancora godere di me? vorrai ancora godere di noi? con noi?
mille pensieri in un secondo. mille frasi che vorrei esprimere per raccontarti quanto sia felice.
nessuna frase che riesca a uscire dalla bocca, se non di circostanza.
la voce è intrappolata, la saliva aumenta in bocca e faccio fatica a deglutire. vorrei spalmartela tutta addosso la saliva, ora!
cammini con calma, sicura di te. hai deciso di riappropriarti della tua libertà. ora, adesso e qui, con me.
hai deciso che saremo noi a sancire di nuovo il concetto di unione tra la mente e il corpo.
hai deciso di ricominciare a respirare con la tua fantasia, a viaggiare tra le pieghe della mente e a sentirti meno vincolata da tutto e tutti.
espirando elimini il senso di frustrazione e clausura che non ti ha lasciato più in questi anni.
hai di nuovo compreso che la libertà prima di tutto è mentale. va apprezzata, va stimolata, va nutrita.
mai come adesso ne capisci la necessità per vivere al meglio.
la base per ricostruire anche la libertà di pensiero, azione, fisica, la emancipazione da noi stessi come ancore che ci tengono legati al fondale del presente, sta emergendo.
dagli abissi dell'io interiore.
intanto arriva un brivido, arriva la pelle d'oca.
tutto, lo spazio, il tempo, si dilatano. l'adrenalina pompa.
siamo vivi, siamo io e te. insieme per liberarci entrambi dalle nostre oppressioni mentali. viviamo il momento. viviamo il piacere.
viviamo l'attesa del piacere, che è piacere più del piacere stesso.
e tu mi piaci, tanto.
non mi hai mai lasciato indifferente.
e più ti seguo e più mi piaci. sempre di più
più passano gli anni e più trovo in te un senso di donna. succosa soprattutto....
fine prima parte.
qualora vi piaccia commentate e scriverò una seconda e terza parte.