RACCONTO TITOLO: COMPLICE FU LA SPA 
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COMPLICE FU LA SPA


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COMPLICE FU LA SPA

by cp58mi
Visto: 717 volte Commenti 12 Date: 31-03-2018 Lingua: Language

COMPLICE LA SPA


Qualche anno fa io e mia moglie Claudia facemmo una vacanza all’estero e durante la permanenza venimmo a sapere da una coppia che conoscemmo che a fianco della spiaggia del nostro villaggio ce nera un’altra frequentata da nudisti e che loro la frequentavano, presi dalla curiosità decidemmo pure noi di farci un giro.
Il giorno appresso presi teli da mare ci andammo.
Ci sembrò una cosa strana vedere tutte quelle persone nude, non ci eravamo abituati e ci fermammo per capire se fermarci oppure andar via. Fu Claudia a rompere gli indugi, s’incamminò verso un punto con meno gente e stendemmo i teli, ci togliemmo il costume e da subito scoprimmo con piacere che non ci dava fastidio stare nudi, anzi provammo una sensazione di libertà mai provata.
Mi incuriosì però vedere come i maschietti guardavano Claudia , mi sembrava che i loro sguardi non fossero solo di curiosità ma di desiderio, e quando lo dissi a lei si fece una risata e mi diede del mitomane. A me però la cosa m’infastidiva, ma dopo qualche ora mi ci abituai e la sera quando ne parlammo scoprii di essere eccitato e le feci vedere la mia erezione. Scoppiò a ridere e mi diede del porco depravato, ma il fatto di parlare di come gli uomini la guardavano con bramosia doveva aver eccitato pure lei perché abbassò la testa e me lo prese in bocca con una voglia irrefrenabile finendo con una scopata memorabile. Nei giorni a venire il suo modo di prendere il sole cambiò e quando qualcuno gli si stendeva di fronte per guardarla e capitava spesso, lei non faceva niente per coprirsi anzi, per provocarli si spalmava tutta di crema e iniziava a massaggiarsi cominciando dalle tette per finire senza vergogna a spalmarsi pure tra le gambe.
Passammo una settimana a divertirci viaggiando molto anche con la fantasia.
Mai avevamo fatto tanto sesso come in quella settimana, ed era lei ogni volta a cercarmi scoprendo che a entrambi piaceva fare i voyeur. Quando scopavamo e le dicevo che avrei voluto vederla chiavata da quegli uomini sulla spiaggia, lei si eccitava ulteriormente e raggiungeva orgasmi intensissimi che la lasciavano sul letto spossata.
Per noi quell’esperienza ci aprì nuovi orizzonti, tanto che una volta tornati a casa iniziammo a cercare luoghi dove poter prendere il sole in libertà.
Internet ci aiutò in questo, trovammo vari posti sui fiumi dove poterlo fare, sia in Lombardia che in Piemonte o Emilia. Scegliemmo di iniziare dalle rive sul fiume Ticino che era il più vicino a casa e un sabato mattina preso l’occorrente seguimmo le indicazioni e raggiungemmo la località.
Le indicazioni erano esatte e non facemmo fatica a trovare il luogo, ma il tragitto a piedi tra la boscaglia fu lungo e tortuoso, ma infine quando arrivammo scoprimmo che il luogo era carino e adatto allo scopo. Era una distesa di sassi e ghiaia con delle piccole oasi di sabbia sparse qua e la dove poter stendersi al sole.
Il luogo oltre che da coppie era frequentato da parecchi singoli che si aggiravano arrapati tra le coppie stese al sole toccandosi i genitali.
Visto l’andazzo le chiesi cosa volesse fare, se fermarsi o andare via. Mi rispose che non se la sentiva di rifare tutto quel tragitto a ritroso, era stanca e accaldata e preferiva fermarsi. Scegliemmo un posto dietro a dei cespugli pensando che questi ci dessero un po’ più di privaci, ma non fu così. Sarà perché eravamo nuovi evidentemente suscitavamo curiosità, fatto sta che appena Claudia si spogliò mettendosi sdraiata al sole, da dietro i cespugli apparvero due uomini che col cazzo in mano se lo menavano senza vergogna.
A Claudia la cosa dette fastidio, dalla borsa prese un telo e si coprì, ma non durò molto perché a causa del troppo caldo non ce la fece più a star coperta e fregandosene di quei due si scoprì.
Ma cribbio, non ve l’ho ancora descritta! Claudia è sempre stata una gran bella figa di quelle che fanno voltare la testa quando la si incontra per strada e con gli anni e le sue rotondità lo è diventata ancora di più. Poco più che quarant’enne è la tipica mora mediterranea, corvina con la pelle leggermente olivastra che al tatto sembra velluto, non ci vuol nulla perché al sole diventi nera facendo invidia a molte che per arrivare a meno della metà del suo colore debbono stare tutto il giorno sotto il sole.
Nonostante l’età dicevo, ha ancora un corpo tonico e delle magnifiche curve dovuto anche al fatto che non potendo avere figli il suo corpo è rimasto integro.
C’è una cosa però che a suo dire stona, dice di avere il seno troppo grosso ma non è vero, è una sua fissa e non credo che lo pensi seriamente perché quando fa acquisti compera sempre abiti scollati e secondo me lo fa apposta per metterlo in mostra. E i capezzoli? Mamma mia, quelli sono un dono della natura, basta sfiorarli perché si rizzano e diventino duri come sassi.
Ora, nonostante ci si metta nei punti più o meno riparati agli sguardi, siamo sempre oggetto di attenzioni dei singoli che come sempre ci scovano e si fermano a masturbarsi per lei.
Li capisco, non posso dargli torto, le sue rotondità fanno scaturire pensieri lascivi e tra le donne presenti è forse la più appariscente, è difficile non notarla, se poi ci mettiamo che ora si è pure sgamata e ci mette del suo, capite del perché siamo sempre attorniati da uomini arrapati.
Quando si avvicina qualche maschietto che le garba inizia a spalmarsi di crema, prima il seno che massaggia palpandosi lentamente facendo roteare le mani per poi scendere sempre piano sul ventre e finire tra le cosce dove senza vergogna passa la crema sulla patata fino a che lo smanettone schizza e va via contento.
Mi viene da sorridere se penso all’imbarazzo della prima volta quando vide quei due dietro i cespugli che se lo menavano e lei dalla vergogna si coprì.
A me piace vederla desiderata e m’inorgoglisce il fatto che lei sia mia mentre gli altri debbono accontentarsi della sola fantasia.
Un tizio un giorno ci disse che mia moglie stava sulle palle ad alcune altre frequentatrici del luogo perché gli uomini si fermavano solo da lei e non più da loro, e questo invece che infastidirla fu per lei motivo d’orgoglio. Era un piacere per lei sapere di essere la loro fonte di desiderio invece che le altre.
Per quanto mi riguardava mi accorsi che mentre i giorni passavano cominciarono a farsi strada in me pensieri di altra natura, mi piaceva pensare che fosse lei a menare i loro cazzi finendo di farsi sborrare addosso facendosi ricoprire labbra e seno della loro sborra.
Più i giorni passavano più quel pensiero mi ossessionava, volevo dirglielo ma non avevo il coraggio, eppure il solo pensarlo mi rendeva folle d’eccitazione e ogni volta mi venivano delle erezioni pazzesche.
Dal canto suo, come a tutte le donne anche lei si sentiva gratificata delle attenzioni che quegli uomini le prestavano, ma si sa la vanità è femmina e questo scoprirsi esibizionista la portava ogni volta a fare un passettino in più facendomi sperare che forse il mio desiderio si potesse avverare e forse eravamo sulla buona strada.
Già da metà settimana teneva d’occhio il meteo sperando in un week end assolato per poter andare al fiume a esibirsi sperando di farlo davanti a bei maschietti magari ben dotati come il sabato precedente che c’era un giovane che a lei piaceva particolarmente, questi oltre che carino aveva pure un bel cazzo, così disse lei e gli permise di avvicinarsi.
Era la prima volta che permetteva a qualcuno di farlo.
Quel pomeriggio quel ragazzo se l’era menato già due volte per lei e questa era la terza. Fu per questo che gli fece cenno di avvicinarsi, voleva premiarlo e lasciò che si mettesse a meno di un metro da lei, questi si inginocchiò sulla sabbia e lei per fargli piacere allargò le gambe mostrandosi completamente e iniziò a sditalinarsi fino a che quello sborrò sulla sabbia e qualche schizzo finì pure sui piedi di Claudia che piena di voglia raggiunse l’orgasmo.
Prima che venissero le dissi nell’orecchio: «perché non glie la fai tu la sega, non ti piacerebbe essere tu a farlo sborrare.»
Mi guardò con lo sguardo da porca arrapata, ci pensò un attimo poi mi sorrise e mi diede dello scemo riprendendo ancora a masturbarsi eccitata.
Purtroppo però come per tutto c’è un inizio e una fine e la fine di Settembre sancì pure la fine del nostro passatempo e con l’Autunno non ci restava ormai che attendere la prossima stagione e questo ci intristì.
Una sera guardando un film porno mi accorsi che Claudia era presa dalla scena in cui si vedeva il giovane attore in una vasca idromassaggio in procinto di penetrare con la sua grossa nerchia la bella attrice messa a pecora. Questi dopo averlo ben strusciato sulle labbra della figa, con un affondo la penetrò facendola gridare.
«Mamma mia!» disse lei vedendo la scena, «chissà che male prenderlo in quel modo. Sai che ci sono donne che le piace farsi prendere da uomini con peni grossi?» E continuò dicendo che qualche giorno prima era nei bagni dell’ufficio quando sentì schiudersi la porta e qualcuno entrare. Erano due sue colleghe che credendo di essere sole si fecero delle confidenze. Sentì una chiedere all’altra se ci fosse poi uscita con quello che le piaceva. L’altra rispose di si e che ci aveva pure scopato.
Disse che era la prima volta che metteva le corna al marito pensando che poi se ne sarebbe pentita e invece non vedeva l’ora di rivederlo per poterlo rifare. L’altra la pregò di non tenerla sulle spine e le chiese com’era successo.
L’altra riprese dicendole che col tizio in questione s’incontravano ogni mattina in un bar dove lei faceva colazione e questo da subito cominciò a farle il filo, era un bell’uomo e lei che da un po’ era in disaccordi col marito una mattina cedette e acconsentì a incontrarlo quella sera all’uscita dall’ufficio.
Disse al marito che avrebbe fatto tardi per finire un lavoro e lui le credette.
S’incontrarono in un parcheggio fuori città dove lei parcheggiò la sua auto e salì su quella di lui che non perse tempo e si diresse in periferia in una zona industriale in disuso.
Era il posto ideale per una coppietta clandestina e spenta l’auto cominciarono a pomiciare.
Le sembrava di essere tornata ragazzina, in macchina a pomiciare con uno sconosciuto, era anni che non lo faceva ed era eccitatissima, lui l’aveva mezza spogliata quando baciandola la toccò tra le gambe scostandole le mutandine penetrandola con le dita. Disse che era talmente infoiata che aveva voglia che la scopasse subito, si fece sfilare le mutandine e poi si spogliò lui.
«Dai vai avanti» la incalzò l’altra.
Quella riprese dicendo che quando lui fu nudo e gli vide il cazzo si spaventò, l’aveva grosso come non ne aveva mai visti ed ebbe paura.
«O Dio! E poi? Dai vai avanti!» la spronò l’altra.
Questa riprese dicendole che lui le mise in mano il cazzo come niente fosse e si rimise a baciarla e lei per non fare figure si mise a menarlo.
Disse che le piacque sentire quanto fosse grosso e questo la eccitò ancora di più.
«E poi? Gliel’hai preso in bocca?» chiese l’amica.
«No, era tardi e non c’era tempo, mi fece aprire le gambe e si mise in mezzo.»
Continuò dicendo che ebbe paura, ma quando lui iniziò a sfregarglielo sulla figa non capì più niente tanta era la voglia e si abbandonò sullo schienale lasciandolo fare e lo sentì entrare.
Disse che provò come una scarica elettrica pervaderla tutta e in un attimo le fu dentro trasformando la paura in desiderio.
«E poi?» Chiese l’altra curiosa.
L’altra continuò dicendole che l’aveva dentro neanche metà che ebbe un orgasmo intensissimo, disse che fu tanto intenso che sporse il bacino verso lui e lo prese tutto continuando a godere fino a che anche lui si sfilò e le riempì di sborra il ventre le tette e parte del viso.
«Una scopata così la ricorderò per tutta la vita.» Disse all’amica e non vedeva l’ora di rifarlo, altro che col marito.
«Fantastico» sospirò l’altra. Anche a lei era capitata una cosa simile al mare l’estate prima, disse che un vicino d’ombrellone sapendola sola in attesa che il marito la raggiungesse aveva attaccato bottone, lei si sentì lusingata dai suoi continui complimenti e essendo nello stesso albergo una sera dopo cena aveva ceduto accettando di bere un digestivo in camera da lui.
Scoprì ben presto che aveva un cazzo che era il doppio di quello del marito e la circonferenza era come il suo polso e questo le fece avere un ripensamento, ma a quel punto stesa nuda nel suo letto non se la sentì di tirarsi indietro, non voleva fare la figura della bambina.
Disse che scoparono tutta notte e che nessuno l’aveva fatto come l’aveva fatto lui, disse che la faceva venire di continuo e che per la prima volta si sentì una femmina nata per soddisfare uomini come lui, altro che marito. Disse che mentre la chiavava le dava della puttana, della zoccola e lei invece di risentirsi a quelle parole godeva ancora di più.
Si sentiva puttana e le piaceva che glielo dicesse, mai nessuno era riuscita a farla sentire così e questo le procurava un piacere indicibile tanto che se le avesse chiesto il culo gliel’avrebbe concesso pur sapendo che l’avrebbe sderenata.
Il mattino dopo quando uscì dalla sua camera per andare nella sua era uno straccio e faceva fatica perfino a camminare.
L’unico suo rammarico fu non avere più l’occasione di farsi ancora sbattere da quell’uomo a causa dell’arrivo di suo marito.
«Cazzo che colleghe zoccole che hai, però queste sono corna e non va bene. Pensa se i mariti le avessero scoperte, il loro matrimonio sarebbe finito, e per cosa, per una scopata.»
«Secondo me una coppia affiatata devono confidarsi i propri desideri e fantasie come facciamo noi, che senso avrebbe farlo di nascosto quando si può farlo insieme.»
«A proposito invece di misure, che io sappia quasi a tutte piacciono gli uomini dotati e tu non fai eccezione visto l’atteggiamento che usi al fiume quando ne vedi di grossi. Penso che pure tu hai fantasticato pensando di farlo con uno di quelli, non è vero? E sono sicuro che se ti capitasse l’occasione giusta non te la lasceresti scappare.»
«Mmmmm. Disse lei, e tu non saresti geloso?»
«Stiamo parlando di sesso non di amore, se ti piacesse uno e decidessi di fartelo non obbietterei, sarei d’accordo perché si tratterebbe di un gioco, un capriccio che una volta finito ti riporterebbe alla vita di sempre con un segreto in più che ci renderebbe complici e ancora più uniti.»
«Vuoi dire che al fiume dicesti sul serio di fargliela io la sega al ragazzo?»
«Si» risposi, «e non dire che non ci avevi pensato, eri li li per farlo, ho ben visto come ti toccavi eccitata per quel ragazzo.»
«Si» rispose, «mi piaceva, è per questo che ho voluto che si avvicinasse e per un attimo mi era quasi venuta voglia davvero di prenderglielo in mano e fargliela io la sega. Ti sei accorto che mi è venuto sui piedi, in quel momento ho immaginato che mi sborrasse addosso e ho goduto, poi alla sera quando abbiamo scopato ho pensato che fosse lui a chiavarmi e ho goduto come una porca.»
«Perché non me l’hai detto?»
«Non lo so, forse per vergogna» rispose.
«Ma! Se penso che adesso dobbiamo aspettare che passino tutti sti mesi prima di tornare al fiume impazzisco, sono lunghi e ci annoieremo da morire.»
«Perché non ci iscriviamo in qualche una spa naturista? » Disse Claudia,
«Ne ho sentito parlare in ufficio, che ne dici! »
«Li si potrebbe stare nudi in mezzo ad altri come noi e potremmo approfittare dei servizi quali sauna, idromassaggio, bagno turco, docce solari ecc…, penso che sarebbe carino e magari avrei pure l’occasione di eccitare qualche bel maschietto, che ne dici?»
«Perché no!» Risposi, «Dobbiamo solo trovarne una fuori zona, non vorrei mai che incontrassimo dei conoscenti.»
Per evitare questo ne scegliemmo una in una città distante un’ora e mezza da casa e ci tesserammo via web.
La prima volta che ci andammo fu un sabato piovoso, arrivammo in tarda mattinata, pagammo la quota d’iscrizione e una volta ricevuto l’occorrente come salviette ecc… (gli accappatoi da sauna e le ciabatte ce li portammo da casa) ci spiegarono come funzionava l’ambiente e ci indicarono gli spogliatoi che ovviamente erano per entrambi i sessi senza distinzione.
All’interno c’era una coppia di una certa età già nudi che salutammo entrando, questi si misero le salviette intorno alla vita e uscirono per entrare in spa.
Ci stavamo spogliando quando entrò un singolo, ci salutammo reciprocamente e anche lui aprì il suo armadietto e si apprestò a cambiarsi.
Con la coda dell’occhio vidi che stava togliendosi gli slip e curioso lo guardai sottecchi rimanendo di stucco quando vidi la bestia che aveva tra le gambe, feci per farlo notare a Claudia ma vidi che anche lei l’aveva visto leggendo lo stupore nei suoi occhi, ne avevamo visti di grossi, ma quello li superava tutti, era il doppio del mio che piccolo non è.
Notai che a sua volta guardava insistentemente Claudia e il suo sguardo era attratto dal suo culo. Accortasi delle sue occhiate lei si mise subito a fare la stronza atteggiandosi e abbassandosi apposta per meglio mostrarglielo.
Lo sguardo di lui era di quelli che ben conoscevo ed ero contento di avere già trovato un fan, quel giorno ci saremmo divertiti, ero sicuro anche che una volta nella spa quello ci avrebbe provato, o perlomeno speravo.
Finimmo di spogliarci e riposto gli abiti nell’armadietto uscimmo e facemmo il nostro ingresso nella spa. Una volta fuori ci guardammo in faccia stupiti per ciò che avevamo appena visto e Claudia per enfatizzare si mise una mano sulla bocca come per dire “mamma mia che roba”. Archiviammo la cosa e iniziammo il nostro giro di perlustrazione per conoscere l’ambiente.
Il posto era grande, oltre alle varie specialità quali sauna, bagno turco, idromassaggio in vasca comune ecc…, c’era l’area privè dove chi voleva poteva andarci a giocare e dar sfogo alle proprie fantasie. C’era pure una stanza dedita agli appassionati di sadomaso, con i vari attrezzi e catene e in giro dei divanetti per gli spettatori.
Più in la c’erano due stanze per chi invece non voleva spettatori, queste stanze avevano la serratura permettendo a chi stava dentro di chiudere per non fare entrare altre persone. C’erano la stanze per bondage, una dark room e una grande sala con al centro un letto enorme per gli amanti delle ammucchiate.
Finito il giro rientrammo nella spa e decidendo di iniziare con la sauna.
Anche questa era grande, accoglieva come minimo una ventina di persone, in quel momento dentro c’erano cinque o sei coppie e altrettanti singoli tutti rigorosamente nudi seduti o sdraiati sulle proprie salviette e tra questi alcuni con il cazzo in tiro. Ci eravamo appena seduti che entrò lui, il singolo che avevamo visto nello spogliatoio, si guardò in giro e neanche a dirlo stese la propria salvietta accanto a quella di mia moglie e si sedette.
Notammo che gli sguardi dei presenti, sia gli uomini che le donne lo guardavano tra le gambe, le donne per ammirazione e gli uomini forse per invidia.
Dopo un po’ iniziò il cambio, c’era gente che usciva e altra che entrava fino a che decidemmo pure noi di uscire per gettarci sotto la doccia e rinfrescarci.
Finita questa decidemmo di provare l’idromassaggio, era una Jacuzzi enorme tanto che sembrava una piscina, appendemmo gli accappatoi e tolte le ciabatte entrammo. L’acqua ci lambiva i fianchi coprendo i genitali, tutt’intorno e al centro ci si poteva sedere, la struttura era stata appositamente creata per godersi il massaggio dei potenti getti d’acqua che fuoriuscivano da una miriade di bocchettoni in maniera impetuosa: semplicemente delizioso.
In breve la piscina si riempì di gente, sia da coppie che dai singoli che gli stavano dietro, così pian piano ci ritrovammo a stringerci per dare modo agli altri di sedersi e ci ritrovammo a toccarci l’uno con l’altra. La sensazione era piacevolissima visto che si era tutti nudi e ci si toccava a pelle, tra l’altro accanto a me mi ritrovai una bella milf che al contatto mi fece subito tirare il cazzo.
Si era in tanti e non c’era spazio a sedere per tutti, molti erano in piedi e tra questi anche il singolo dello spogliatoio che a quanto pareva ci seguiva.
Questi facendo slalom tra la gente venne a fermarsi fronte a noi, una lei di coppia che l’aveva visto in sauna gli si avvicinò e cominciò a strusciarsi su di lui col culo. In quella, una coppia accanto a noi si alzò e lui lesto ne approfittò per prenderne il posto e con la scusa della ressa si attaccò letteralmente a Claudia.
Nella vasca nonostante ci fosse l’assoluto divieto di fare sesso, alcune coppie approfittando della ressa lo facevano comunque facendolo sembrare un gioco e molti mariti guardavano le proprie mogli scherzare con i singoli alle prese coi loro cazzi.
La cosa era molto eccitante e io l’avevo duro. Le luci soffuse non lasciavano vedere bene ciò che accadeva sotto il pelo dell’acqua ma dai loro movimenti ben si vedeva cosa stessero facendo, ci si appoggiava gli uni agli altri e ci si palpava tutti a vicenda.
Con la scusa di lasciare il posto ad altri mi alzai e invitai Claudia a fare altrettanto. Ci trovammo immediatamente in mezzo alla ressa, lo feci perché volevo che la palpassero cercando così di coinvolgerla sperando che accettasse di buon grado.
Ci ritrovammo a strusciare su corpi di sconosciuti, mi piaceva appoggiare il cazzo su glutei di sconosciute e alcune sentendo un cazzo duro tra le natiche si soffermavano per il piacere e molte allungavano la mano e si mettevano a menarlo. Fu la stretta di mano di mia moglie a distogliermi da tale piacere, la guardai e mi indicò con lo sguardo qualcosa alle sue spalle, era il tipo che ci seguiva, le si era messo dietro e sicuramente gliel’aveva appoggiato sul culo.
Le strinsi la mano in segno di complicità e rimanemmo in mezzo a quei corpi nudi eccitati come non mai. Sentii stringermi nuovamente la mano e avvicinatasi all’orecchio mi disse che la stava palpando.
Asserii con un’altra stretta stando fermi lasciando che quello continuasse, poi tornai a concentrarmi sul bel culo che avevo davanti a me.
«Me l’ha appoggiato sul culo!» mi disse Claudia all’orecchio.
«Bene le risposi, com’è?»
«E’ enorme!» disse.
Passò qualche momento e ancora mi strinse la mano: «me l’ha messo tra le cosce!» sussurrò.
«Bene! Risposi, lascialo fare.»
Poco dopo Claudia si appoggiò al mio braccio e la sentii tremare, ma aveva goduto?
Solo al pensiero mi eccitai talmente che ebbi paura di sborrare se continuavo a strusciare il cazzo sul culo che avevo davanti e dalla paura di fare una figuraccia decisi di uscire e mi tirai dietro anche lei.
Per raffreddare i bollenti spiriti ci facemmo una doccia, poi mettemmo gli accappatoi e raggiungemmo la stanza relax dove ci stendemmo sulle delle comodissime sdraio aerodinamiche e essendo soli potemmo parlare.
«Cos’è successo» le chiesi.
«Madonna che roba! Disse. Ma quello non ha un cazzo, ha un randello in mezzo alle gambe, quando l’ho sentito tra cosce credevo fosse il suo braccio.»
«Eh la miseria, e poi come ti sei accorta che invece era l’uccello.»
«Perché ho sentito che mi palpava dappertutto e quindi quello che avevo tra le cosce doveva essere per forza il cazzo e poi l’ho sentito mentre ha cominciato a muoverlo avanti e indietro per scoparmi tra le cosce e sfregarmelo sulla figa.»
«Ti ho sentita tremare,hai goduto?»
«Si rispose, non mi è mai capitata una cosa del genere, non è stata colpa mia.»
Lo disse come una bimba che aveva appena fatto una marachella.
«Però ti è piaciuto di brutto se addirittura hai goduto vero? Ti sei eccitata sentirlo sulla figa!»
Ci pensò un attimo prima di rispondere, poi mi confessò che le era piaciuto tanto.
Cazzo! Sentirle dire questo senza un minimo di vergogna mi eccitò, la cosa mi lasciava ben sperare ma dovemmo smettere di parlare perché in quel mentre all’ingresso della sala si affacciò lui nell’evidente scopo di cercarci, nella penombra aguzzò gli occhi e ci vide e raggiunto il suo scopo si ritrasse e se ne andò.
Ci guardammo con sguardo complice, eravamo consapevoli che quel giorno sarebbe potuto accadere qualcosa e senza dire una parola ci alzammo e tenendoci per mano uscimmo.
Claudia si accorse che mi stavo dirigendo verso l’area privè ma non disse nulla e mi seguì docile.
Eravamo entrambi consapevoli che quel giorno avremmo potuto oltrepassare quella linea che ci avrebbe portato alla trasgressione e seppure consci dell’ignoto al quale andavamo incontro decidemmo tacitamente di andare avanti e scoprire i nostri limiti.
Superammo l’ingresso e entrammo dando per certo che lui ci stesse seguendo.
Una luce soffusa ci avviluppò e Claudia giusto per salvare le apparenze mi chiese cos’avessi in mente.
«Niente risposi, facciamo un giro e vediamo che succede qua dentro. »
Sapeva bene che la mia era una risposta di cortesia e non quello che effettivamente pensavo, in un’altra occasione me l’avrebbe fatto notare, invece mi rimase accanto senza replicare.
Questa cosa la intrigava e il suo acconsentire mi disse che anche lei desiderava vedere cosa sarebbe potuto accadere e la cosa l’eccitava. Forse voleva scoprire quali fossero i suoi e i miei limiti: ma ne avevamo?
Da dietro un tendaggio sentimmo dei sospiri, anzi erano più dei versi di goduria che sospiri, scostai la pesante tenda e vidi che sopra un grande lettone c’erano due coppie che giocavano tra loro e un’altra in piedi davanti a loro che li guardava toccandosi. Entrammo pure noi.
Una volta dentro mi misi con le spalle appoggiate alla parete e Claudia appoggiata a me di schiena in modo che potesse veder giocare quelli sul letto di fronte, la tenda si scostò e entrò il singolo che ci seguiva.
Pure Claudia lo vide e da complice mi diede un pizzicotto per farmelo notare nel caso non me ne fossi accorto.
Ci vide ma si fermò accanto al lettone e si mise a guardare quelli giocare e ogni tanto voltava la testa per guardare mia moglie alla quale palpandole il seno avevo fatto in modo che uscisse dall’accappatoio e si vedesse.
«Devi proprio piacergli di brutto a quello li, hai visto come ci segue?» le dissi nell’orecchio, lei compiaciuta mi prese il cazzo e lo strinse e visto che dopo un po’ che eravamo li lui non si avvicinava forse a causa della presenza di altre persone, la presi per mano e uscimmo.
Ci incamminammo lungo il corridoio quando vedemmo uscire da dietro un’altra tenda una coppia con il singolo a seguito, lei nuda con una mano tra le gambe che si affrettava verso i bagni e gli uomini dietro, evidentemente se la stava tamponando per contenere la sborrata che le aveva dentro.
Ci avvicinammo all’ingresso, la targhetta indicava l’ingresso alla “DARK ROOM”, scostai la tenda per far entrare un po’ di luce, lì dentro sembrava buio pesto, vidi la conformazione interna per vedere come orientarmi all’interno e un istante prima di entrare mi voltai per accertarmi che il tizio fosse nei paraggi.
Era in fondo al corridoio e non ci perdeva di vista.
Avevo scelto quella stanza pensando che il buio aiutasse Claudia a disinibirsi sapendo che io non avrei potuto vedere bene cosa sarebbe successo e lei forse si sarebbe sentita più libera.
Appena dentro rimanemmo fermi aspettando che gli occhi si abituassero un po’ al buio che ci avvolgeva e capire se ci fosse qualcun altro oltre noi, ma a parte la musica soffusa non si sentiva altro, eravamo soli.
Stando li, un po’ alla volta gli occhi si adattarono al buio e iniziammo a intravedere lo spazio che ci circondava, ci portammo verso la parete in fondo in modo che potessimo vedere chi entrava, ci appoggiammo alla parete entrambi arrapati al pensiero di lui che tra un po’ sarebbe stato li. Le slacciai l’accappatoio e poi il mio, l’attirai a me e sentii quanto fossero duri i suoi capezzoli contro il mio petto.
Tenendola tra le braccia sentivo la sua tensione sapendo che tra poco lui sarebbe arrivato e per questo le sentivo il battito accelerato, non era da lei stare ferma così, ma l’eccitazione la faceva da padrone, la toccai tra le gambe e sentii come fosse bagnata tra le labbra, appena si sentì toccare istintivamente allargò le gambe ed io tolsi subito la mano perché la volevo carica per lui.
Visto il buio che ci avvolgeva le dissi di farmi un segno per farmi capire quando lui l’avesse toccata, rispose che mi avrebbe avvisato dandomi un pizzicotto.
Il fatto che accondiscendesse su tutto la diceva lunga, e ancora di più mi convinsi che tra poco quello che tanto agognavo sarebbe accaduto e non saremmo più potuto tornare indietro.
La tenda si scostò e lui apparve nella cornice dell’ingresso.
«Sta entrando» le sussurrai all’orecchio. Si voltò a guardare e poi si strinse a me.
Anche lui come noi una volta dentro attese che gli occhi si abituassero alla semi oscurità, ma non ci vide e stava rasentando la parete nella direzione sbagliata. Per fargli capire dove eravamo mi schiarii la gola e subito cambiò direzione dirigendosi verso noi.
Fermi attendemmo che arrivasse, lei era appoggiata a me e gli dava le spalle quando la sentii fremere e un pizzicotto mi disse che lui l’aveva toccata e mi baciò.
Iniziai a sentirla premersi contro, era lui che appoggiandosi alla sua schiena me la spingeva contro e nel tentativo di lui di prenderle il seno sentii il dorso delle sue mani sul mio petto, per aiutarlo distaccai lievemente Claudia dando la possibilità a lui di raggiungere il suo seno e finalmente averlo tra le mani.
Sentii il suono delle labbra di lui mentre la baciava dietro la nuca, cosa che a lei piace da morire, se pensiamo poi che si trovava tra due cazzi il mio davanti e l’altro dietro ormai non doveva capire più niente.
Togli l’accappatoio le dissi in modo che sentisse anche lui e che le desse modo di farlo spostandosi, lei lo tolse e lo diede a me perché lo appendessi sugli appendi abiti che avevamo sopra le nostre teste. Poi mi si mise ancora contro e ricominciammo.
Riappropriatosi delle sue mammelle le palpava con voglia, sentivo le sue mani scorrere dappertutto fino a che una mano scese sul suo ventre e ancora più giù e lei istintivamente allargò le gambe per facilitarlo.
Evidentemente doveva averle toccato la figa perché lei mi diede un pizzicotto talmente forte e continuo che mi fece male e che mi lasciò il segno per giorni.
Non vedevo nulla ma dai suoni che arrivavano dalla figa e da come si contorceva capii che la stava masturbando.
Non durò molto che sentii i versi di piacere di lei che mi dicevano che stava godendo.
Tremò come una foglia e nel farlo si aggrappò a me facendo tremare anche me, la presi per le braccia e le feci capire di voltarsi verso lui. Non ero sicuro che si voltasse e invece lo fece, si voltò appoggiandosi a me con la schiena subito lui le andò contro e la baciò.
Minchia! Addirittura! Quella era una cosa di cui non avevamo parlato, il bacio in bocca non mi andava molto a genio, lo ritenevo una cosa che doveva restare nella sfera privata, ma ormai era fatta.
Stavo col cazzo appoggiato sul solco delle sue chiappe quando sentii qualcosa che mi toccava le palle, era il suo cazzo che aveva messo tra le cosce di mia moglie e che mi toccava i coglioni, così mi feci indietro.
Cercai con le mani il seno ma erano talmente attaccati che non ci riuscii, poi arrivò la svolta.
Nella penombra la mano di lui si poggiò sulla spalla di lei che mi diede un pizzicotto e poco dopo si abbassò, lo fece con naturalezza, come se di fronte a lei ci fossi io, era talmente eccitata che non vedeva l’ora d’impossessarsi di quel cazzo che tanto le piaceva. Ero certo che se non glie lo chiedeva lui di abbassarsi l’avrebbe fatto lei di sua iniziativa.
Cominciò subito a leccarlo con bramosia, sentivo i versi belle sue labbra e della lingua che leccavano e succhiavano il grasso cazzo che finalmente poteva gustarsi. Per quanto mi riguardava avevo l’adrenalina a mille col cuore che batteva così forte che pensavo lo sentissero pure loro e mi venne da pensare che potesse venirmi un infarto tanto ero eccitato.
Ero in quello stato quando la tenda si aprì e un singolo entrò attratto dai versi che i due facevano e cercò di avvicinarsi.
Mi scostai da loro e andai a intercettarlo prima che rovinasse tutto, mi avvicinai e lo pregai sussurrando di allontanarsi spiegandogli che era la nostra prima volta e non volevo che la presenza di un estraneo potesse rovinasse quel momento. Fu gentile, capì e se ne andò.
Aprendo la tenda un barlume di luce illuminò la scena con Claudia che teneva il cazzo con entrambe le mani e con la bocca spalancata era intenta a dargli piacere e lui che le teneva la testa incitandola con voce roca dicendole quanto fosse brava pregandola di continuare perché stava per venire.
Forse proprio a causa delle sue parole anche lei cominciò ad agitarsi producendo dei gridolini di piacere, ma stava godendo?
La sentii succhiare con tutte le sue forze e nella penombra vidi lui impossessarsi del cazzo e menarlo velocemente fino a che con voce arroccata dal piacere le disse che stava venendo. Non potei vederlo, ma lei stava ancora accovacciata davanti a lui e immaginai che la stesse riempiendo di sborra il viso.
Nel sentire i versi di Claudia pensai in un primo momento che si fosse incazzata per il trattamento ricevuto, non sopportava che le si venisse in bocca o in viso, era una cosa che non tollerava, non lo permetteva neppure a me.
Poi realizzai che quei versi erano tutt’altro che di incazzatura, erano i gemiti che lei emetteva quando stava godendo, mi abbassai accanto a lei e mi accorsi che mentre lui veniva lei stava godendo toccandosi.
Andai ad aprire la tenda per fare un po’ di luce e vedere dov’erano le confezioni di fazzolettini per potersi ripulire, vidi così lui ancora col cazzo in mano che sgocciolava, sembrava quello di un cavallo che era appena venuto, mentre Claudia sempre accovacciata dinnanzi a lui aveva il viso e il petto coperti di sborra tanto che quando le passai i fazzolettini non sapeva da che parte iniziare a pulirsi.
Una volta ripuliti alla bene e meglio uscimmo finalmente alla luce per dirigerci verso i bagni e lui le chiese scusa dicendole che gli aveva fatto perdere letteralmente la testa e non si era reso conto di quello che aveva fatto.
Lei parve soddisfatta di questo dicendogli di non preoccuparsi che un po’ d’acqua avrebbe rimesso le cose a posto.
Sembrerà assurdo ma le presentazioni le facemmo quando uscimmo dai bagni.
Si chiamava Fernando ed era di origine Catalana e come Claudia anche lui era di pelle olivastra mentre il cazzo è molto più scuro. Disse che anche per lui come noi era la prima esperienza in un ambiente del genere, che venne a conoscenza di questi locali perché la moglie una volta gli disse che alcuni suoi colleghi insieme alle loro mogli frequentavano una di queste saune nei dintorni di Milano.
Disse che anche lui come me aveva delle fantasie che avrebbe voluto condividere, ma dietro i suoi continui rifiuti decise di provare da solo.
Veniva pure lui da Milano e per evitare che qualcuno lo riconoscesse, come noi aveva scelto quella location lontano da casa.
Andammo a sederci a un tavolino nella zona bar a bere qualcosa e approfondire la conoscenza.
Confidandosi venimmo a sapere che pure lui aveva delle fantasie erotiche che contemplavano il coinvolgimento della moglie, la quale però pur non escludendo che un giorno accettasse di assecondarlo ora non se la sentiva e lui decise di provare da singolo.
Gli dicemmo di noi e delle nostre fantasie, delle prime avventure sulle rive dei fiumi e della mia irrefrenabile voglia di vedere mia moglie giocare con un altro uomo aggiungendo che questa per noi era stata la nostra prima esperienza.
«Allora sono stato doppiamente fortunato disse lui, spero di essermi comportato bene visto che è stata la prima volta anche per me.»
«Penso di si risposi io, tu che dici? Chiesi a Claudia. »
«Si rispose lei, poi ridendo aggiunse: a parte l’annaffiata ti sei comportato bene.» E alla battuta sorridemmo pure noi.
«Posso dirti una cosa » mi chiese, e senza attendere risposta continuò:
«hai una donna magnifica» disse tutto d’un fiato, «quando ti ho vista nello spogliatoio sono rimasto ammaliato dalle tue forme di femmina e non sono più riuscito a pensare di poterti toccare. Mi spiace solo che sia stata una cosa così veloce, sarebbe stato bello avere avuto più tempo.»
«Cosa ce lo impedisce!» risposi.
Claudia mi guardò per capire cos’avessi in mente mi lasciò proseguire:
«abbiamo ancora tutto il pomeriggio a disposizione dissi, ora mangiamo un boccone e poi ci facciamo un’altro giro nel privè.»
Col mio massimo piacere lessi nel suo viso il tacito assenso, ero euforico.
Raggiunta la zona buffet ci mettemmo a spiluccare qua e la qual cosina giusto per mettere a tacere il morso della fame, poi curiosammo in giro per tutta la spa fino a che fummo davanti all’ingresso del privè e senza indugi scostai la tenda e entrammo.
Una volta dentro, giusto per cortesia le chiesi in un orecchio se le andava, lei con un cenno del capo assentì.
Ero ormai sicuro che si sarebbe data a lui, è vero, sarebbe anche potuto non accadere ma il suo comportamento mi diceva che aveva già deciso e fatta la sua scelta, non mi restava che aspettare ma sul viso le leggevo la voglia che provava per quell’uomo, in caso contrario non avrebbe accettato di entrare una seconda volta nel privè.
Fernando ci seguiva senza dire una parola e quando stavamo superando le camere con la serratura si fermò, guardò dentro e ci fece notare quanto fosse accogliente quella camera. Con la scusa di guardarla entrammo tutti dentro e visto che Claudia disse che le piaceva provai a dirle di chiudere a chiave.
Per un attimo soppesò le mie parole poi si voltò e chiuse la porta a chiave.
Era fatta. Aveva preso la sua decisione.
Con le pareti imbottite quella stanza dava la più assoluta privaci a quanti stavano al suo interno e da fuori non si sarebbe sentito nulla di quanto accadeva dentro.
Mi accertai che le lenzuola fossero pulite come del resto lo era tutta la stanza, accanto all’interruttore notai un voltometro e con quello abbassai le luci creando un’atmosfera complice e soffusa. Mi tolsi l’accappatoio e lo tolsi anche a lei che nonostante ostentasse una calma incredibile era agitata ma nello stesso tempo i suoi capezzoli tradivano la voglia che aveva dentro.
Baciandola l’abbracciai, era mia moglie, la donna che amavo e nonostante fossi consapevole che la stessi cedendo a uno sconosciuto che tra poco l’avrebbe fatta sua, ero perso dall’eccitazione che questo comportava. Ero sereno perché lo voleva anche lei, non era costrizione ma una scelta di entrambi, quante volte lo aveva pensato, ora aveva l’occasione di soddisfare la propria curiosità.
La feci stendere sul letto con l’intento di prepararla a lui ma non ce ne fu bisogno perché toccandola mi accorsi che era pronta.
Stesi su un fianco ci baciammo, sentivo i suoi capezzoli premere duri sul mio torace, anche lui si sdraiò, si mise dietro di lei e iniziò a carezzarla e a baciarle la base della nuca dove sapeva che a lei piaceva e apprezzava.
Rimasi li a giocare un po’con loro fino a che mi resi conto che per loro non esistevo, mi alzai cercando di non disturbarli e andai a mettermi sul divanetto di fronte a loro.
Le stava dando piacere con la lingua quando lei gridò raggiungendo il primo orgasmo, lui si sollevò risalendo il suo corpo con la lingua, leccandola e baciandola ovunque e quando lei sentì il suo cazzo toccarle appoggiarsi sulla figa allungò le mani e afferratolo iniziò a strofinare la cappella sulle grandi labbra fino ad allargarle e farla diventare lucida dei suoi umori, e quando ne ebbe abbastanza, puntò la cappella sulla fessura, sollevò la testa guardandolo e rimase in attesa.
A Fernando non sembrava vero e tenendosi sulle mani iniziò a spingere, lei per facilitarlo sollevò il bacino e raccolse a se le ginocchia perché lui la penetrasse meglio.
Lo teneva ancora tra le mani mentre lui lentamente entrava fino a che le tolse iniziando a gridare dal piacere che provava, farfugliava cose indistinguibili alternate a grida di piacere e con le gambe intorno a lui la sentii:
«Ooooooooooooooh, oooooooooooooh siiiiiiiiiiiiiiii, Diiiiooooooo come gooodooo aaaaaaaaaaah daaaiiiiii, daaaaaaaiiiiiiiiiiiii, goooodooooooooo, siiiiiiiiiiiiiiii, gooooooooooodoooooooooooooooooooo, aaaaaaaaaaaaaaaah. »
Sembrava che piangesse da quanto godeva, fu un continuo, non l’avevo mai vista così, ogni tanto i nostri sguardi si incrociavamo ma lei non mi vedeva, era uno sguardo perso ed era in un’altra dimensione concentrata con tutti i sensi a godersi quella sensazione d’estasi.
Era un po’ che andavano avanti quando un altro urlo di lei riempì la stanza, gliel’aveva spinto dentro a fondo e lei raggiunse un altro orgasmo intensissimo più degli gli altri tanto che sembrava svenisse.
La stava chiavando in maniera esagerata, ed io perso in quella realtà lentamente me lo menavo.
Fernando steso sopra lei sembrava un animale che teneva la propria femmina per le spalle per tenerla ferma e la penetrava facendola gridare ad ogni suo affondo.
Andarono avanti fino a che si sfilò e la fece mettere a pecora. Quel cazzo mi faceva paura, mi chiesi come facesse mia moglie a prenderlo senza fare una piega, era impressionante vedere quant’era grosso, la circonferenza la si poteva paragonare al cazzo di un cavallo.
Messa in ginocchio le fece sollevare il culo e posizionato il cazzo glielo mise dentro lentamente, ma quando lo spinse a fondo lei urlò e con la mano sul suo ventre lo fermò.
Aaaaaaaaaaaah gridòlei, «mi fai male così, » in quella posizione non riusciva a contenerlo tutto e sentiva male al collo dell’utero così lui si sfilò. Anche con me in quella posizione alle volte capitava la stessa cosa, si rimise nella posizione di prima e aprì le gambe per accoglierlo.
Gli prese il cazzo e se lo mise sulla figa, lo mosse su e giù sulla vagina e in un attimo le fu dentro affondandolo ancora a fondo. Come prima quella penetrazione la fece gridare e godere, era un continuo, non so quante volte venne nell’arco di poco. Lui gli rimase dentro muovendosi lentamente fino a che sentì le unghie di lei piantate nei glutei che lo incitava ancora a montarla.
Il tempo passava e lei venne e venne ancora non so quante volte, era un continuo incitarlo a chiavarla con forza, urlava in continuazione e sembrava non averne abbastanza e lui che pareva una macchina da stantuffo.
A vederlo capii cosa si intendesse quando si parlava di maschio alfa, ne avevo uno di fronte a me e non c’era paragone che tenesse tra noi.
Erano uomini nati per quello scopo, fare sesso e far godere le femmine che le stavano sotto come nessun altro all’infuori di loro poteva fare.
Poi anche lui iniziò a sbuffare e capii che era arrivato pure il suo momento.
Aumentò i colpi ed ebbi l’impressione che con questi potesse ucciderla tanto erano forti e profondi, ma i gemiti che lei faceva erano di piacere e al suo incitarlo mi tranquillizzai e mi concentrai per vederlo venire.
«Sto per venire disse con un rantolo.»
«Siiiii disse lei, vieni, vienimi dentro.»
Con i talloni sulle cosce di lui lo teneva dentro e con le mani sul culo accompagnava gli ultimi suoi colpi fino a che dopo qualche altro colpo inarcò la schiena e spingendolo a fondo si fermò e muovendosi a scatti riversò dentro di lei il suo piacere.
Rimasero fermi così per un po’, guardai mia moglie e vidi alcune lacrime scorrerle sul viso, ma erano di felicità perché come per ringraziarlo per ciò che le aveva fatto provare lo stava ricambiando dandogli una miriade di bacini su tutto il viso.
Solo allora mi accorsi di essere tutto impiastricciato del mio stesso sperma, mi ero sborrato sul ventre poco prima quando lei decise di farlo venire dentro e io non avevo resistito.
Lentamente si sollevò e vidi il cazzo uscire liberando la figa che pareva una buca appena scavata da una talpa. Lui era col cazzo penzoloni che sgocciolava sul ventre di lei, presi una salvietta e glie la misi sotto il culo di Claudia perché dalla voragine iniziò a sgorgare la sborra di lui insieme agli umori di lei. Gli guardai ancora il cazzo: mamma mia quant’era grosso.
Lei si sistemò la salvietta sotto il culo e si mise seduta, afferrò il cazzo penzoloni e lo munse come a fargli uscire l’ultima goccia se ce ne fosse rimasta, poi con i palmi delle mani lo sollevò e lo portò alla bocca e si mise a baciarlo e leccarlo.
Non l’aveva mai fatto fino ad allora, non le era mai piaciuto il sapore dello sperma ma evidentemente le cose cambiano.
Era stravolta e rossa in viso, finalmente si ricordò pure di me, mi guardò e scosse la testa come a dirmi che era stata dura ma ne era valsa la pena e mi tese la mano, le andai vicino e la baciai.
Fernando mi offrì un cinque con la mano che contraccambiai sigillando con quel gesto amichevole quanto accaduto, poi contento si sdraiò a fianco di Claudia e le chiese se andava tutto bene, lei per tutta risposta si sporse verso lui e gli diede un bacio sulle labbra, lo accarezzò e gli disse che nonostante io la chiavassi alla grande non aveva mai provato a godere così tanto come con lui.
Lui sorrise e la ricambiò sfiorandole le labbra con le sue.
Fernando ci chiese se praticavamo il sesso anale.
«Si» rispose lei, «ci ha impiegato un po’ a convincermi disse lei additandomi, ma poi ho scoperto che mi piace e lo facciamo spesso.» Poi lo guardò dritto negli occhi e aggiunse: «E no e? Non pensarci nemmeno, non se ne parla proprio!»
Lui sorrise alla sua reazione e le rispose che non era per quel motivo che l’aveva chiesto, era curioso di saperlo perché a sua moglie piacerebbe farlo ma a causa delle sue dimensioni non potevano. Disse che avevano provato con dei falli finti ma non era esattamente quello che lei voleva.
Allora Claudia mi additò dicendogli di presentarla a me che ero bravissimo nel coito anale e a lei piacque subito fin dalla prima volta.
«Non sai come me sarei felice» rispose lui, «sapeste quante volte ho provato a proporle qualche trasgressione, anche solo fare naturismo come fate voi, ma nonostante a letto sia un demonio non c’è nulla da fare, dice che ora non se la sente e forse un domani chissà….»
«Quanti anni ha» gli domandi, «lavora? »
«Ne ha quarantuno, due meno di me e lavora presso l’ambasciata ….. a Milano.»
«Mi piacerebbe conoscerla disse Claudia, chissà che tra donne non nasca l’intesa...»
Ma questa è un’altra storia...

Scritto da cp58mi@gmail.com

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