L'ALBERGO ( parte ottava)
by angelclaudVisto: 32 volte Commenti 1 Date: 17-11-2017 Lingua:
L’ALBERGO ( parte ottava)Angel: Andiamo verso il negozio di abbigliamento, sinceramente la vetrina non ha granché di vestiti in mostra, sembrano abiti abbastanza dozzinali, forse ai centri commerciali se ne trovano di migliori. Teresa si sofferma davanti alla vetrina, poi entra in negozio, accompagnata da Aldo, noi rimaniamo fuori; l’attesa non si protrae per molto, infatti nemmeno tre minuti dopo sono già usciti… “ Non c’è proprio niente, e nemmeno i commessi sono un granché, anzi, sembrano dei corvacci… Dove andiamo?” “ Che ne dite di quel negozio di alimentari, noi vogliamo prendere qualcosa di caratteristico” Faccio la proposta. “ E vada per il negozio di alimentari!” Entriamo, il commesso è un bell’uomo, e infatti Teresa si “ lecca i baffi”. Mi avvicino al bancone e guardo i formaggi…Il commesso mi parla in russo, lo guardo sorpresa e con sguardo interrogativo…” Scusi, ma lei non è russa?” “ No , mi spiace, io veramente sono italiana, di origine padovane”. “ Mi scusi, ma dall’aspetto l’avevo scambiata per una donna dell’Est, il suo portamento, il suo viso, la fanno di quella etnia. “ “ Veramente ho qualche parente alla lontana, da parte di mia madre, che è slavo, ma io sono un incrocio di spagnolo, portoghese, francese e appunto slavo. Comunque io sono italiana!” “ Devo dire che comunque è anche una bella italiana, le faccio i miei complimenti !” “ Grazie, lei è molto gentile” Mi chino sul bancone per guardare un prodotto e noto che il commesso, mi guarda fissamente, si sposta un po’perché sono impallata da un montante del banco. Abbasso lo sguardo e capisco il motivo del suo fermo immagine, nel chinarmi, grazie alla scollatura della maglia si vedono bene le mie tette e i miei capezzoli, allora mi chino ancora di più in modo che si possano vedere ancor meglio. Lui arrossisce quando alzo lo sguardo e lo fisso, mi guardo attorno, in negozio ci siamo solo noi cinque, bene ho voglia di fare la troia… “ Spero che le piaccia il panorama che sta ammirando…” Il commesso rimane di sasso, non si aspettava certamente un approccio così diretto… Non sa come rispondere… “ Non abbia paura, noi non ci scandalizziamo assolutamente, anzi se vuole vedere meglio e mi avvicino a lui guardi!” E così dicendo mi sollevo la maglietta e i miei seni escono nella loro interezza e nella loro bellezza. Dopo un primo attimo di incertezza e di stupore, mi si avvicina… “ Tocca pure, o hai paura?” Gli altri che intanto stavano guardando i vari prodotti, si fermano a osservarci, Teresa è ferma a bocca aperta. Il commesso alza una mano, esita… “ Allora hai paura? Dai tocca pure!” Lui si guarda in giro, si vede che è diffidente, non sa se può osare o se è una trappola dato che siamo nell’ora di chiusura e che siamo entrati in cinque, sospetta che siamo lì per rapinarlo. “ Stai tranquillo, siamo gente onesta, è che stavi osservando con tanta insistenza le mie tette, e mi spiaceva che non potessi ammirarle del tutto.” La mano raggiunge una mia tetta, la accarezza, stringe il capezzolo fra le dita, io lo incoraggio passandomi la lingua sulle labbra, allora anche l’altra mano prende l’altro seno e lo strizza, provocandomi un po’ di male e piacere contemporaneamente…tutto ad un tratto lascia i miei seni e va verso la porta di uscita, la chiude a chiave e ritorna, questa volta con più foga, prende un capezzolo in bocca e lo succhia, sento la mia tetta che sta per essere inghiottita da quella bocca vorace, poi con la lingua percorre il tratto tra il capezzolo, il mio collo per arrivare alla mia bocca, si introduce tra le mie labbra socchiuse dal piacere, mi ingolla tremendamente, la mia mano corre verso il suo inguine e trova un arnese duro, duro, mi metto a massaggiarlo mentre lui continua con la sua lingua a giocare con la mia, ad un tratto la mia mano viene bloccata da un’altra, è Teresa che si è avvicinata come una gatta, si è chinata e ora sta per aprirgli la patta, sento il commesso che ha un brivido e un leggero scatto, si allontana di pochi centimetri dal mio bacino, tanto per permettere a Teresa di prendergli il cazzo in bocca, pur continuando a baciarmi e a palparmi le tette, si blocca per un attimo, Teresa deve aver imboccato il cazzo, perché subito accelera il movimento della sua lingua nella mia bocca, mi bacia quasi a farmi andare in apnea, poi lascia la mia bocca e prende possesso del capezzolo della mia tetta sinistra, poi passa alla destra, procurandomi piacere intenso, Teresa intanto si dà da fare, me ne accorgo dai momenti di pausa del suo succhiarmi i capezzoli, poi ritorna a baciarmi, la lingua rotea in bocca, aggancia la mia lingua, la succhia, la avvolge nella sua mi fa eccitare, ad un tratto si blocca e un grido smorzato mi riempie la bocca, e la lingua aumenta il ritmo, fino a fermarsi del tutto: è venuto in bocca a Teresa, lui esplodeva il suo sperma nella bocca ingorda di Teresa mentre godeva con la lingua nella mia bocca. E’ la prima volta che mi accade un fatto del genere e devo dire che alla fine sono rimasta, forse, più soddisfatta io di lui. Teresa si alza pulendosi la bocca dallo sperma uscitole, con il dorso della mano; il commesso si sistema il cazzo all’interno della patta, gli altri hanno assistito a tutto questo toccandosi il cazzo, ma non sono intervenuti, hanno lasciato tutto il piacere al commesso e a noi due troie. Mi piace fare la troia specialmente con persone sconosciute. “ Allora ci vuoi dare qualche pezzo di formaggio, ora?” Teresa rompe il silenzio e tutti si mettono a ridere.” Certamente, vi do il formaggio e i salumi migliori…” “ Beh il salame migliore l’ho già assaggiato…preferisco il formaggio, ora!” Il commesso ci taglia quattro , cinque pezzi di formaggio del luogo, non li pesa nemmeno, ce li regala. “ Mi potresti dare una bottiglia di Bombardino? poi mi rivolgo a Claud lo portiamo a mio padre dato che ha badato a Romeo, il nostro cane.” Il commesso mi incarta la bottiglia che, nonostante i suoi reiterati tentativi di regalarcela, Claud paga.Usciamo con soddisfazione da parte nostra, e, penso, ancor di più da parte del commesso. “ Cosa facciamo ora?” Chiede Teresa. “ Veramente si è fatto tardi, e se non vi dispiace, noi vorremmo tornare all’albergo perché dobbiamo partire, non vorremmo arrivare troppo tardi dai nostri amici, devono lavorare questa sera e arrivare tardi vorrebbe dire creare loro problemi…” “ Certamente, anche perché sono stanca…. Su cari miei, torniamo all’albergo che per voi due ho già in mente un lavoretto!” Teresa incita tutti a recarsi all’auto, che raggiungiamo chiacchierando noi due donne davanti e gli uomini dietro… per strada non sono pochi quelli che si girano indietro a guardarci, noi donne, o che fanno complimenti , anche non pudici. Arriviamo in albergo, saliamo in camera, le nostre valigie sono lì ad aspettarci, ci commiatiamo dai nostri amici non senza scambiarci baci e saluti, baci non solamente sulle guance, ma in bocca come vecchi amanti. Aldo, specialmente, non la smetteva più di baciarmi… Arriviamo alla nostra auto, Claud la mette in moto, partiamo, ci fermiamo per immetterci sulla provinciale, dobbiamo dare la precedenza alle auto che sopraggiungono, mi volto guardo l’Hotel, un sospiro… altri momenti felici che se ne vanno, rimane solo un dolce ricordo… di quanti ricordi deve essere la vita di una persona? Guardo Claud, lui è attento alla strada, finalmente possiamo partire, continuo a guardarlo… quanto ti amo! Sì perché io ti AMO, e sono sicurissima che tu mi ami altrettanto, o forse di più, per tutti i sacrifici che hai fatto e che fai per me, solo io e te lo sappiamo...Un momento di debolezza, un momento di riflessione profonda, poi mi avvicino a lui, gli prendo il braccio che è posato sul cambio, mii stringo a lui, sì ti amo tantissimo… Lui mi guarda inconsapevole dei miei pensieri, mi sorride, quanto mi piace quando mi sorride così, sì ti amoooo, ti amoooo amore!Viaggiamo, non una parola, siamo rimasti per quasi mezz’ora in silenzio, si ode solo la voce della radio e il rumore del motore dell’auto, ognuno è assorto nei suoi pensieri…. “ Che silenziosa che sei, cosa c’è?” Rimango un attimo senza rispondere, lo osservo e allo stesso momento ripercorro con la mente quella poca vita vissuta assieme…” C’è che ti AMO!” e sento il sentimento che mi avvolge interamente, la mia anima gli appartiene, io gli appartengo! Mi fa una carezza, mi piace la sua mano sul mio viso, mi strofino come un gatto che fa le fusa addosso a quella mano capace di essere dolce e allo stesso tempo di saper farmi “suonare” come un violino…E’ la mia metà, la mia dolce metà! Finalmente dopo tanti anni l’ho trovata, non voglio perderla, per nulla al mondo.Siamo in prossimità del ristorante, chiamo Elga al telefono, questa volta è lei a rispondere, le dico che tra un paio di chilometri saremmo lì, lei ci aspetta , e infatti la vediamo sulla soglia della porta, appena nota la nostra auto si sbraccia in un saluto entusiastico. Non faccio nemmeno a tempo di scendere che sono già tra le sue braccia schiacciata sul suo petto… abbi un momento di pazienza, questa notte avrò occasione di stare in mezzo alle tue tette! “ Ciao carissimi, ben arrivati, vi aspettavamo!” Finalmente mi lascia, a momenti soffocavo, mi lascia per abbracciare Claud e non si limita solamente ad abbracciarlo, ma lo bacia sulla bocca e lui, il disgraziato, ricambia il bacio con enfasi, direi anche troppa, la abbraccia e la stringe forte, non vorrà mica scoparla qui in mezzo al parcheggio? “ Ehi, vogliamo andare?” Interrompo così l’idillio. “ Si, dai andiamo a casa mia, Kurt vi sta aspettando, è curioso di conoscere te Angel, gli ho tanto parlato di quanto sei bella che ora ne sono gelosa! Ahahahaha!” Facciamo poche decine di metri e ci troviamo davanti alla loro casa, una villetta a due piani, con l’immancabile balcone fiorito di una moltitudine di colori, chissà come fanno ad avere sempre balconi del genere, mentre a me anche le semplici piante di ciclamino muoiono poco dopo che li ho acquistati. Entriamo in casa, un salone enorme si apre davanti a noi, alla sinistra vicino allo spazio adibito a salotto, c’è l’immancabile stube in maiolica, bella decorata, di un beige perlato, chissà quanto caldo fa in inverno, al centro un enorme tavolo, conto ventisei sedie, poi sulla destra la porta che conduce in cucina, sulla parete una specie di finestra che serve a passare le pietanze. In fondo la scala che porta al piano superiore, e di lato una porticina con il disegno del bagno per uomini e donne, evidentemente un refuso dell’attività di ristoratori. In mezzo un paio di colonne con pietre a vista su una delle quali vi è un orologio a pendolo funzionante, e proprio in quel momento suona le sei con dei rintocchi armoniosi. “ Dai venite avanti, saliamo al piano superiore che vi mostro la vostra camera.” Arriviamo alla scala quando sta scendendo un uomo, sul metro e ottanta all’incirca, biondo, vestito con i classici pantaloni sud tirolesi, porta la barba, anch’essa bionda e gli occhiali, ha un bel sorriso, il corpo un po’ sull’atletico con un piccolo accenno di pancia. “ Vi presento Kurt, mio marito.” Lui ci viene incontro con un largo sorriso, stringe la mano a Claud e poi si volta verso di me, lui un gradino più alto di me, con la sua altezza mi sovrasta, mi tende la mano, che stringo, ma vengo subito attirata verso di lui, che quasi gli cado in braccio. “ Finalmente ti conosco Angel, Elga mi ha tanto raccontato di te che sei diventata la mia ossessione, però devo dire che tutte le descrizioni non ti rendono merito: tu sei molto più bella!” E mi trovo le sue labbra appiccicate alle mie, la punta della sua lingua che si apre un varco tra le mie labbra, che si schiudono docilmente, lasciando che entri del tutto, un bacio profondo, eccitante, e poi la sua barba mi solletica e mi eccita, chissà che sensazioni si deve provare quando lecca la fica, completamente depilata! Spero di provarle al più presto… dopo il bacio mi stringe forte tanto che le mie tette si schiacciano sul suo petto fino a farmi male. “ Devo dire che hai proprio delle tette ben sode, e dei capezzoli dritti e rigidi, sdarà un piacere assaggiarli!” In effetti il bacio mi ha eccitata e i capezzoli si sono induriti come al solito quando sono eccitata, e ora lo sono moltissimo, dobbiamo proprio andare a cena? Non possiamo andare ora a letto? “ Ci muoviamo chè dobbiamo andare in ristorante!” Interviene Elga e Kurt mi lascia, un sospiro di sollievo e allo stesso tempo di delusione, ho una voglia di sentire quella barba che mi solletica la fica e quella lingua che ho provato in bocca che mi perlustri all’interno del paradiso che è tra le mie gambe. Saliamo al piano superiore mentre Kurt esce per andare al ristorante. Un corridoio si apre davanti a noi con quattro porte, due sulla destra e due sulla sinistra, Elga apre la prima porta sulla sinistra, questa è la nostra camera matrimoniale, una camera molto ampia con un letto enorme, sarà lì che giocheremmo stanotte? Passiamo alla seconda porta: “ Questa è la vostra camera, adiacente alla nostra, con quella porta ( ci indica una porta sulla parete confinante con la loro camera) che conduce direttamente nella nostra camera, questa è la stanza per gli “ospiti speciali” come lo siete voi. Prima che prendiate possesso, vi voglio mostrare le altre stanze.” Passiamo alla prima porta sulla destra, perché non abbiamo visto quella di fronte alla nostra? “ questa è un’altra stanza per gli ospiti, quelli “ normali” per intenderci!” Infatti questa stanza è più piccola della nostra, con un letto anonimo, si vede che qui non c’è stata una cura speciale. Passiamo alla quarta stanza, Elga appoggia la mano sulla maniglia ma non apre la porta: “ Questa invece è una stanza particolare, vi stupirete, ma per noi è fondamentale averla , e quando l’abbiamo arredata abbiamo dovuto farlo noi soli, assieme ad alcuni amici, i montatori dei mobili non sono entrati, qui ci entrano solo le persone che noi vogliamo…” Apre la porta, è tutto buio, non si vede nulla, Elga entra e accende la luce, la stanza si illumina, ma non è una luce chiara, anzi, la stanza assume un colore rossastro, e solo quando ci abituiamo alla semioscurità riusciamo a vedere l’arredamento, cosa che poi ci appare nitida, quando Elga accende le luci normali: la stanza è molto più grande della nostra camera, e ancor di più rispetto a quella adiacente, evidentemente questa ha fagocitato una parte di quella. Al centro della stanza c’è un letto molto grande, rotondo, sul soffitto sopra al letto, uno specchio enorme, grande quanto e forse di più del letto sottostante, alle pareti vi sono altri specchi, ci si può vedere sotto tutte le angolature, ad eccezione di un angolo dove sulla parete fanno sfoggio arnesi vari: falli in lattice, frustini, fruste, manette, corde, collari, guinzagli, e altro ancora, sembra di avere lo sexy shop in camera da quanti sono gli oggetti per il piacere …sui cavalletti ci sono quattro video camere e altre due sono sul soffitto, per immortalare tutti i loro giochi. Io e Claud osserviamo tutto con il fiato sospeso: il nostro desiderio, quello che abbiamo sempre sognato da quando abbiamo visitato quella villetta in vendita vicino alla “ stamberga” che abbiamo trovato in affitto, e che affitto, per due stanze di una casa vecchia, e pensare che ci avevano anche proposto di acquistarla per un prezzo che era almeno cinque volte il suo valore, molto probabilmente ci hanno preso per degli allocchi. Quando abbiamo visto la stanza di quella villetta, che dava su un poggiolo seminascosto dalla strada ma che poteva essere usato per giochi all’aperto… già avevamo posizionato i vari strumenti di gioco, la croce di sant’Andrea, il cavalletto, le catene penzolanti dal soffitto , e ovviamente il letto al centro, come quello che stiamo ammirando in questo momento. “ Che ve ne pare? Vi piace? Questa è la stanza dei giochi, o lo “scannatoio”, come lo chiama Kurt, scannatoio perché qui lui si può inforcare benissimo tutte le donne che vuole e dove io posso essere presa da tutti gli uomini che voglio!” “ Non abbiamo parole, è magnifica” Claud mi anticipa nel commento , come al solito, mi toglie le parole di bocca, è quello che volevo dire anch’io. “E’ come immaginavamo la nostra “ sala giochi”; non vedo l’ora di provare lo “scannatoio” commento io. “ Lo proverai, e ne sarai soddisfatta, parola mia! Ora però andate a riposare un po’, e a farvi una doccia, vi aspettiamo al ristorante, e c’è una persona che ti sta aspettando, Angel. “ “ Chi è ? E’ la “bambina”?” “ Sì, cara, proprio lei, ti sta aspettando con ansia”” veramente sono curiosa anch’io di incontrarla, da quello che mi hai detto deve essere una bella donna” “ Lo vedrai tra poco, muovetevi, vi aspettiamo per le 19.30, avete tutto il tempo che volete per riposare un po’ perché, penso che la notte sarà lunga…” Elga ci lascia, mentre noi entriamo nella nostra camera, anche questa è arredata con gusto e come le altre ha il bagno in camera, un bel bagno con uno specchio enorme e con due maniglie collocate a un’altezza di un metro e venti da terra, a cosa servano non l’ho capito. “ Claud, secondo te a cosa servono quelle maniglie?” Claud mi guarda con sufficienza, sorride, si avvicina, mi piega in avanti, mi divarica leggermente le gambe: “ Impugna le maniglie ora!” Le impugno e il mio busto si trova esattamente a novanta gradi rispetto alle mie gambe, e allora mi sento qualcosa di duro che preme sul mio buchetto posteriore, è Claud che sta tentando di incularmi! “Hai capito ora a cosa servono?” ” Fanculo, e chi poteva immaginare una cosa del genere? Dai voglio provarle” Claud non aspettava altro, con un colpo di reni è dentro al mio culo e mi sta sbattendo, il suo cazzo entra ed esce e devo dire che la posizione in cui sono costretta lo agevola molto bene, e tenendomi sulle maniglie posso rispondere al meglio ai suoi movimenti, ed è molto bello. Claud aumenta il ritmo, sto quasi per venire, il cazzo entra che è una meraviglia, evidentemente il mio sfintere è proprio alla sua altezza e dritto, dritto al suo cazzo, complimenti a chi ha inventato questo particolare. “ Fermati non voglio che tu goda e non voglio godere neanch’io, come ha detto Elga, la notte è lunga.” “ Hai ragione, anche se fermarmi mi costa molto, il tuo culetto era una meraviglia e ti entravo talmente facilmente che sembrava tu avessi una galleria fatta apposta per il mio cazzo!” “Continueremmo stanotte, te lo prometto!” Ci facciamo la doccia, cercando di ignorarci, anche se ci scappa sempre una piccola palpatina a una tetta, oppure al cazzo. Mi vesto con una minigonna nera, mini quanto basta perché se mi piego si vedano le mutandine nere, mutandine che sono molto carine, un vedo e non vedo che eccita terribilmente, con un filo di “diamanti” che scende giusto giusto sul pube, quasi a sostituire il filo di pelo che porta alla fica e che invita a leccarla, una camicetta maniche corte, bianca legata ai fianchi in modo da lasciare scoperto l’ombelico e far intravedere il tatuaggio che porto sul ventre, camicetta che è appena chiusa da due bottoni, lasciando scoperto il seno, nascondendo a malapena i capezzoli, ovviamente senza reggiseno, e per completare un paio di scarpe aperte tacco ventuno, che mi slanciano facendomi apparire più alta di quello che sono, i capelli mezzi raccolti e mezzi liberi dandomi un’aria da sbarazzina e allo stesso tempo da troia, un trucco che esalta i miei occhi celesti. Mi guardo allo specchio e non possono non lanciare un fischio di ammirazione: sono una gran fica, quasi quasi mi scoperei da sola. Un rossetto rosso bordeaux che esalta le mie labbra carnose, e fanno immaginare pompini al cardiopalma, cosa peraltro vera, avrei preferito un rosso vivace, ma faceva troppo da troia. Claud non resiste e devo impiegare tutte le mie forze per impedirgli di rovinarmi il trucco. Usciamo, ci sono solo poche decine di metri da qui al ristorante, decidiamo, nonostante i miei tacchi di fare il tragitto a piedi , è una serata calda, anche se siamo ancora in montagna, l’aria è piacevolmente calda, c’è parecchia gente che passeggia, e ovviamente, si gira al mio passaggio per ammirarmi, ormai è una costante e poi, come dare loro torto? Sono veramente una bella fica! Arriviamo al ristorante, apriamo la porta, entriamo e dalla porta della cucina esce una figura esile, ma stupenda: è la “bambina” . Rimango a bocca aperta, colpita dalla sua bellezza: un corpo esile, con le curve giuste anche se accennate e messe in evidenza dalla “divisa di cameriera”, un seno che si intravede sotto all’abito nero da cameriera, con risvolti bianchi sulle maniche e sul bordo superiore della scollatura che fa vedere una parte di tetta, abito che finisce con una gonna abbastanza lunga per coprire se si abbassa, abbastanza corta per fare eccitare e con un grembiulino bianco davanti, la classica divisa da cameriera adatta per i giochi erotici…la gonna finisce con due gambe sottili, ma ben tornite e eccitanti. Quello che colpisce di più, però è il viso; una cascata di capelli neri lunghi con una frangetta che le copre la fronte di un viso ovale, roseo; frangetta che finisce dove iniziano un paio d’occhi celesti che invitano a perdersi all’interno, sono contornati da un trucco che accentua la bellezza dell’iride, aumentata dalle ciglia lunghe e con un rimmel che sembra tenere spalancato l’occhio, un nasino piccolo ben fatto, in linea con la struttura del viso che termina con due labbra né piccole né troppo carnose, se le mie fanno immaginare pompini favolosi, quelle labbra ti fanno sognare il paradiso solamente con un sorriso, sono di un rosso “naturale” che esalta tutto il viso, gli occhi, il naso… tutto di lei, sul braccio destro ha tatoo fatto di farfalle e di fiori, giusto quello che lei appare: una farfalla dalle ali delicate e variopinte. Ci vede, evidentemente ci ha riconosciuti, un sorriso largo appare sul suo viso, le labbra lasciano intravedere dei denti bianchissimi che illuminano ancor di più il suo viso, gli occhi splendono di una luce che non sai se sia terrena. Sento un calore interno, la fica si bagna, non posso non provare eccitazione, ammirazione, quasi innamoramento, sembra una lolita, la classica lolita che fa innamorare gli uomini , che li eccita fino al parossismo. Quel misto di ingenuità e di porcaggine che non sai mai dove inizi l’una o dove finisca l’altra… Claud è fermo accanto a me, immobile, anche lui ammaliato dalla presenza della ragazza… “ Ciao” è il suo saluto, una voce cristallina, soave, dolce, simile e diversa da quella sentita per telefono, questa è ancor più eccitante, è ancor più dolce, il clitoride mi pulsa, la vorrei scopare subito, in questo momento non mi sento la donna desiderata dagli uomini, quella che a prima vista si vorrebbe subito scopare, ora mi sento quella che vorrebbe possedere questa creatura celestiale, troppo bella, troppo sensuale, il suo sorriso ripetuto nuovamente è qualcosa di indefinibile, non ci sono aggettivi, solo sensazioni che ti colgono il cuore e il basso ventre; rimane anche lei ferma, davanti alla porta della cucina, noi fermi sulla porta d’entrata , finché appare Elga alle spalle della cameriera: “ Carissimi, eccovi qui, venite!” Ci avviciniamo, Elga è affianco alla cameriera, una mano sulla sua spalla: “ Cara ti presento Angel e Claud, Angel l’hai conosciuta al telefono questa mattina… Angel, Claud, vi presento Pamy!” Claud le stringe la mano, e la bacia su una guancia, tocca a me, mi stringe la mano con delicatezza e allo stesso tempo con vigore, la sua pelle è morbida, avvicina il suo viso al mio, un profumo di fiori, di agrumi, di non so cosa, ma è talmente avvolgente, inebriante… mi tremano le gambe, un brivido percorre la mia schiena, cosa mi sta succedendo? Le sue labbra mi baciano sulla guancia, si spostano più vicino alle mie di labbra, e un quasi bacio le raggiunge, poi una voce soave, da angelo, mi sussurra: “ Sei bellissima!” Ora mi manca la terra sotto i piedi, la vorrei prendere lì, davanti a tutti, la vorrei scopare, sì scopare, ho questo strano desiderio, vorrei entrare dentro di lei, sentire il suo corpo dall’interno, come fanno con il mio gli uomini con il cazzo , vorrei sentirla godere, sentire che gode sotto i miei colpi, ma purtroppo non ho il cazzo, ma so come farla godere lo stesso, ho proprio voglia di lei! Elga sembra che abbia compreso il mio stato d’animo e , mentre Pamy si allontana per prendere una comanda a un tavolo, mi si avvicina e: “ Capisco quello che stai provando, è la stessa cosa che è capitata a me! Ma non tediarti più di tanto, stasera sodisferai tutti i tuoi desideri, ci sarà anche lei con noi e, credimi, ora ti sembra un angelo, ma a letto è un diavolo lo constaterai di persona e le piaci, l’ho capito da come ti ha salutato… tieniti pronta, ora però andiamo al tavolo che vi faccio conoscere altri quattro amici che saranno dei nostri per la notte..!” ( continua)