RACCONTO TITOLO: E se manca il terzo lato? 
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E se manca il terzo lato?


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E se manca il terzo lato?

by fabiomega
Visto: 81 volte Commenti 0 Date: 22-03-2012 Lingua: Language

Ho sempre avuto in mente il concetto geometrico che un triangolo fosse composto da tre lati, tutti evidenti anche se diversi tra loro, e credevo che questa immagine fosse idonea a rappresentare il legame che unisce cuck, sweet e bull, anche perché così viene comunemente definito questo rapporto, ma ho vissuto una storia che mi ha fatto ricredere.
Nel gennaio di alcuni anni fa era ormai da tempo che mi sentivo cittadino di questo mondo trasgressivo e grazie alle esperienze fatte fino ad allora mi illudevo di aver conosciuto tutte le possibili sfumature con cui questi rapporti venivano immaginati e vissuti dalle tre parti in causa. Su un sito di annunci che frequentavo all’epoca ( le lettere al fermoposta ormai erano un ricordo dei tempi pionieristici…) attira la mia attenzione l’inserzione di una coppia che cercava un singolo da introdurre nella loro sfera sessuale. Non vengono posti troppi vincoli, i requisiti richiesti li ho e la città dove sarebbero dovuti avvenire gli incontri non è vicinissima a Firenze ma nemmeno impossibile da raggiungere. Il gioco vale la candela e poi, dopo anni di risposte negative a cui avevo fatto il callo non mi avrebbe scoraggiato certo un altro buco nell’acqua, e pertanto mi candido.
Quasi subito (magia di internet) arriva la risposta di lui che mi invia un paio di foto della signora , informandomi che io sono piaciuto, le foto sono piaciute , la mia presentazione è piaciuta e quindi li avrei conosciuti (evvaiiii!) e mi chiede il cell. per un ulteriore contatto. Ci sentiamo all’orario indicato e mi conferma quanto già annunciato per mail, ma nell’occasione mi spiega anche altro.
Agli incontri lui non ci sarebbe stato, si sarebbe svolto tutto tra me e sua moglie. Boh, strana come cosa, rimango un po’ perplesso. Mai successa una cosa simile fino ad allora. Di solito il cuck era partecipe, altre volte solo presente, al massimo mi lasciava un po’ solo con lei all’inizio ma poi si univa al gruppo… Non so cosa pensare, ma in fondo al telefono mi era sembrato sincero e giudicando dalle foto la signora valeva il rischio di un giro a vuoto.
Nei giorni successivi ci sentiamo ancora per concordare tutti i dettagli dell’incontro, ovvero che il giorno stabilito io sarei dovuto andare in quella città universitaria del centro Italia dove avrei incontrato sua moglie che mi avrebbe aspettato alle 19 in una Clio verde scuro di fronte alla stazione centrale. Per poter contattare sua moglie mi avrebbe dato il numero di cell solo il giorno dell’incontro. Ok, tutto fattibile, confermo la mia decisione a partecipare alla cosa.
Nelle precedenti telefonate tra noi avevo sinceramente manifestato la mia perplessità su una cosa che a me sembrava inusuale e lui mi aveva spiegato che avevano voluto provare questa cosa diversa, una specie di triangolo a distanza. Distanza dovuta anche al fatto che lui per motivi di lavoro viveva a Torino mentre lei, docente universitaria, viveva presso l’altra città. Un fine settimana lui raggiungeva lei ed il successivo lei faceva il contrario.
Il caso vuole che nel frattempo anch’io debba trascorrere una settimana a Torino ed in questa occasione lo contatto per dirgli che mi avrebbe fatto molto piacere conoscerlo personalmente ed anche farmi conoscere da lui. Una sera mi dice che non può a causa di precedenti impegni, un’altra che non può perché gli si è guastata l’auto e non ha modo di spostarsi… Mi rendo conto che non gradisce incontrarmi e lascio perdere.
Arriva il fatidico giorno, il 15 febbraio (dopo spiegherò perché ricordo la data con precisione) e nel pomeriggio parto alla volta della città dove avrei incontrato la signora , e con la quale non avevo ancora mai parlato, sciroppandomi due ore e mezza di auto. Strada facendo io ed il marito ci scambiamo alcune telefonate, lui è eccitato e nervoso, lo sento dalla voce, io eccitato e ansioso. Finalmente mi passa il cellulare della donna ed io la chiamo subito per provare se è quello giusto e stabilire almeno un primo contatto. La sento emozionata ma il tono della voce è brillante, mi piace, provo un piacevole fremito lungo la schiena. Mi conferma l’ora dell’appuntamento, l’auto ed il luogo. “A dopo, ciao”. Pochi chilometri dopo mi richiama lui, aveva appena sentito lei ed adesso voleva sentire la mia impressione. Gliela do, positivissima. Finalmente arrivo, con un abbondante anticipo come si conviene. Faccio una prima ricognizione per imparare la strada e controllare la zona e poi parcheggio più distante. Faccio una camminata in cerca di un fioraio. Non voglio presentarmi a mani vuote e spero che lei apprezzi il piccolo pensiero. Ne trovo un primo, penso di aver risolto ed invece mi dice desolato che non gli è rimasto nemmeno uno stecco…il giorno precedente, San Valentino, è stata fatta razzia di ogni forma floreale in commercio! (ecco perché ricordo bene la data) Mi indica il negozio di una sua collega e lì sono più fortunato, riuscendo a rimediare un decoroso mazzo di fiori. Torno all’auto ed aspetto, guardando l’orologio ogni 5 minuti, finchè alle 19 mi arriva la chiamata di lei che mi informa di essere arrivata. Metto in moto e la raggiungo. Un po’ defilata lungo il parcheggio della stazione ferroviaria la vedo, fermo l’auto e vado da lei che scende, mi viene incontro ed io, porgendole i fiori, la bacio sulle guance. Siamo in pubblico, anche se è ormai buio, ma è la sua città e lei è sicuramente nota quindi rimango sul formale. Mi invita a salire sulla sua auto ed andiamo a cena in una trattoria che lei ha già prenotato. Mi piace la cosa, mi sembra molto sicura di sé e la sua emozione iniziale si trasforma in simpatica loquacità. Anch’io mi sciolgo e mi sento a mio agio. Subito lei chiama il marito e lo informa, in mia presenza, che sono arrivato, che si, sono come nelle foto, sì, le piaccio, che le ho donato dei fiori e che stiamo andando a cena. Mi porta in una deliziosa trattoria-enoteca in un vicolo del centro storico, vicino all’università, frequentata da studenti . La cosa mi stupisce. Mi aspettavo che volesse andare fuori città, per evitare incontri imbarazzanti e far nascere pettegolezzi…mah! Mentre ceniamo ci rilassiamo ma al contempo sento crescere l’eccitazione. Sto per passare la notte facendo sesso con questa donna sconosciuta, molto piacevole di spirito e fisicamente attraente. Mentre stiamo là entrano dei giovani, immagino studenti, che la riconoscono e la salutano. Lei risponde affabile ed io immagino di poter essere stato scambiato per un collega piu giovane. Finito ci alziamo ed a questo punto mi accorgo che il relax provato durante la cena è sparito. Adesso nella mia mente c’è solo eccitazione, fatico a rimanere concentrato su ciò che mi dice e cerco di immaginare la situazione successiva. Squilla il suo telefono, è il marito che vuol essere aggiornato e lei lo informa di cosa abbiamo fatto e che stiamo andando a casa. “Stiamo andando a casa” penso io, “…come se fosse la cosa piu naturale del mondo!”
Arriviamo dopo una ventina di minuti, abita in una frazione, mi fa accomodare e si spoglia dei caldi abiti invernali. Vedo un ritratto ad olio appeso al muro, la riconosco e mi conferma che l’autore è il marito. Mah, sarà un artista. Adesso la osservo meglio, mi sento padrone della situazione, mi sono già ambientato in casa e prendo possesso del territorio come un maschio alfa. Lei risponde nuovamente al cellulare, è lui che vuol sapere se siamo arrivati e cosa stiamo facendo. Un po’ perché la mia eccitazione è già ai massimi livelli ed anche per darle argomenti da narrare , mentre lei parla io la abbraccio da dietro, le cingo la vita e faccio risalire le mani sulle tette. Gliele accarezzo e palpeggio e la sento inarcare la schiena per strofinare le sue chiappe sul mio pacco ormai evidente. Inizia a farfugliare, dice le ultime cose al marito e riattacca. Mi prende per mano e scivoliamo in camera.
Mi spoglia, la spoglio, è anche lei fradicia di eccitazione ma si allontana e prende una piccola telecamera e mi mostra come si usa. Vuole che io riprenda tutto ciò che facciamo perché poi il marito vorrà rivedere il tutto. Eccheccazzo! Posso io essere così lucido da fare riprese e così eccitato da fare una scopata come si deve? Mah, proviamo… Io in piedi, lei seduta sul letto inizia un lento pompino. Le riprese dal mio punto di vista non sono granchè, sono ovviamente mosse ( provate voi a star fermi..) e si vede solo la sua fronte e parte del mio cazzo ad intermittenza. No, al marito non piacerebbe, ne sono sicuro. Provo a tenere la telecamera con una sola mano inquadrandole la faccia di profilo ma non mi rendo conto di cosa effettivamente sto riprendendo. Mi sto rompendo le palle, rischio di avere un “cedimento strutturale” e proprio non lo voglio adesso! Le dico chiaro e tondo che così non funziona e la convinco che se appoggio la telecamera al comodino le riprese verranno sicuramente meglio. Lo faccio senza neanche curarne la direzione e da qual momento me ne strafrego delle riprese…che venga lui a farsi il filmino, io devo scopare. Ed infatti scopiamo alla grande. Bella donna, scatenata, facciamo tutto e di piu ed all’eccitazione provocata da lei si aggiunge il fatto che lo sto cornificando nel suo letto matrimoniale , per me il massimo!
Dopo orgasmi squassanti la lascio andare in bagno per prima a rinfrescarsi e la sento da lì chiamare lui. Lo aggiorna, gli descrive, si confessa e la telefonata continua anche dopo esserci dati il cambio sotto la doccia.
Ci addormentiamo insieme, abbracciati. Sento la sua pelle nuda, calda , liscia contro il mio corpo, scivolo lentamente nel sonno sorridendo tra me e me. Alle prime luci dell’alba mi sveglia la mano di lei che percorre il mio torace per scendere giù verso il cazzo immediatamente dritto. Realizzo all’istante dove mi trovo e mi sveglio come nemmeno con un secchio di acqua. La cerco, l’assaggio, la mangio, la voglio. Ricominciamo a scopare e ripetiamo tutte le posizioni della sera precedente.
Alle sette siamo in piedi, pronti per ritornare alle nostre vite. Mi riaccompagna a prendere l’auto ed andiamo insieme a far colazione. Anche là stessa scena, la professoressa si è ricomposta, la docente esemplare saluta cordialmente alcuni giovani, scambia alcune battute. Non traspare niente della furia scatenata della sera precedente e della mattina. Ci penso e mi compiaccio del fatto che essere un bull significhi non solo possedere il corpo di una persona ma anche essere custode dei suoi segreti piu intimi.
Riprendo la strada del ritorno, felice, soddisfatto, solo dispiaciuto che il marito non ci fosse ( cazzo, ed il filmato? Boh, ecchissenefrega…) . Dopo un oretta di auto penso di farmi vivo con lui, per aggiornarlo anch’io e ringraziarlo dell’occasione che mi ha offerto. Scrivo un sms guidando e glielo invio. Per mezz’ora nessuna risposta.
Poi mi chiama lui. E’ incazzato con me. Mi fa una merda. Io sono talmente scosso e stupito che accosto. Mi accusa di essere uno che non sta ai patti e di non rispettare le promesse fatte. Sono allibito e a malapena riesco a chiedergli balbettando cosa gli avrei fatto. Tremo, non capendo a cosa si riferisce e ripercorro, mentre lui parla, attimo per attimo le 12 ore precedenti.
Quando ho scritto l’sms l’ho spedito al numero che avevo in rubrica ma poiché avevo archiviato il suo e quello della moglie conseguenti l’ho inviato per errore alla moglie anziché a lui. Lei lo ha ricevuto e lo ha inoltrato al marito e lui era convinto che io avessi intenzione di contattare direttamente lei, cosa che effettivamente mi aveva tassativamente proibito. Sono mortificato e gli spiego l’errore. Non ci crede e riattacca furioso.
Appena arrivato a casa subito gli invio una mail dove , in modo piu completo ed assolutamente sincero gli spiego l’involontarietà dell’accaduto , che comunque si poteva anche desumere dal testo del sms. Mi ignora per giorni e quando finalmente mi risponde mi accusa nuovamente di quanto mi aveva già detto al telefono e mi informa che ogni rapporto tra noi doveva considerarsi concluso definitivamente.
Cosa che purtroppo è avvenuta.
Una bella storia con un triste finale, ma dalla quale ho comunque imparato qualcosa, a non essere superficiale neppure con i dettagli.

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