La bellezza è negli occhi di chi osserva
by fabiomegaVisto: 124 volte Commenti 3 Date: 22-03-2012 Lingua:
Fino ad allora avevo semplicemente risposto agli annunci messi da coppie alla ricerca di singoli da coinvolgere nei loro giochi. Non è affatto semplice ridurre se stessi ad una descrizione da 20 parole e riconosco che ci sia del genio in un pubblicitario che con una immagine ed uno slogan riesca a far nascere in altri il desiderio di possedere un oggetto. Figuriamoci come potevo fare io , che genio non sono, ad invogliare una coppia ad introdurmi nella loro massima intimità, a farmi accedere ai loro piu segreti ed inconfessabili desideri da realizzare.
A volte rispondevano con un “grazie ma non rientri negli standard che cerchiamo” ( garbato ma freddo), oppure “grazie ma abbiamo già trovato” ( più garbato, anche se non vero) ma per la maggior parte neanche un cenno di risposta, ed in tempi in cui questo comportava la scocciatura di scrivere, imbustare, affrancare e spedire, è ben comprensibile. Riesco solo ad immaginare quante lettere ricevevano queste coppie e sarebbe servito loro un ufficio corrispondenza per rispondere a tutte.
Decisi quindi di provare nel senso opposto, ovvero di pubblicare io un’inserzione ed attendere che qualche coppia interessata rispondesse. Cosa mi spinse a giocare questa carta? In parte la pigrizia, quella che porta il pescatore a calare le lenze in acqua ed attendere oziosamente che qualcosa abbocchi, in parte la sfida di dover comporre un annuncio invitante, ma in fondo anche la voglia di rischiare una doccia gelata in caso di fallimento totale. Perché quest’ultimo desiderio? gli incontri già vissuti avevano alzato un po’ troppo il mio livello di autostima, mi sembrava di essere diventato piuttosto presuntuosetto ed un meritato bagno di umiltà mi avrebbe riportato con i piedi per terra impedendomi di combinare qualcuna grossa cazzata tale da rovinare tutto il gioco.
Sembra facile scrivere un annuncio, e lo si capisce leggendo quello che altri scrivono, ma sono i risultati quelli che contano e molte inserzioni che avevo letto per trarne spunto non mi sembrava potessero avere grandi prospettive di successo.. Pagina bianca, mente sgombra, come si inizia? Indispensabile fornire una descrizione fisica di se stessi, mica mi offro per giocare a poker…poi cercare di far capire che si è affidabili ma anche simpatici. In pratica evidenziare i pregi e camuffare i difetti, ma senza mai mentire anche perché una volta a quattr’occhi, anzi a sei ed attentissimi, le bugie vengono subito a galla e sono figure meschine…
Ma sì, penso, la butto sullo spiritoso e sul doppio senso, che non impegna troppo e già fornisce un filtro verso chi non ha il senso dell’umorismo. Dopo varie stesure esce fuori una stronzata del genere “ Esperto pittore 30enne mette il proprio pennello a disposizione di coppie trasgressive per eseguire schizzi d’autore”. Lo so, leggerlo adesso fa rabbrividire anche me , ma all’epoca, in mezzo ad annunci di singoli che sembravano listini di macelleria, banali e tutti uguali, diciamo che attirava quantomeno l’attenzione.
Aspetto che venga pubblicato e vederlo stampato mi fa accelerare i battiti. I giorni passano ed arriva una lettera al fermoposta. E’ un marito che mi scrive, desidera contattarmi e mi chiede se ero disposto a fare un ritratto a sua moglie. Cazzo, questo non ha capito una cippa! Ho una certa predisposizione al disegno e qualche studio dilettantistico fatto in passato, ma da qui ad improvvisarmi Milo Manara ce ne corre… Mi mette subito in chiaro che è la loro prima esperienza e al massimo ci sarebbero stati rapporti orali e manuali. Ok, benissimo, non misuro il piacere in centimetri introdotti.
C’è però una frase che compare nella sua lettera che all’inizio ignoro ma che poi mi incuriosisce. Mi dice che gradirebbe evidenziassi la bellezza del corpo della moglie. Mmmmh, che vuol dire? Se è bruttina la bellezza va creata non evidenziata, se è già bella invece basta rappresentarla. Ho un oscuro presentimento ma siccome sono in ballo devo ballare, niente mi eccita piu di una sfida con me stesso. Nei giorni successivi ci risentiamo telefonicamente piu volte ed anche in quelle occasioni mi ripete , quasi ossessivamente, che avrei dovuto far sentire bellissima sua moglie e ricoprirla di complimenti, specialmente verso le gambe ed il seno. Lui sui 40 e lei sui 35, immagino che in fondo non sia difficile una cosa del genere, sarei stato senz’altro piu dubbioso se lei avesse avuto 60 anni.
Hanno problemi ad ospitare, io pure, e decidiamo per un incontro outdoor ( quant’era piu bella la vecchia definizione “in camporella”). Ci ritroviamo all’uscita San Donato della Firenze-Siena, dove li aspetto con il materiale che mi ero procurato, blocco da disegno con carta amatruda e carboncino. La zona, per chi non la conosce, all’inizio dell’estate è una vera cartolina della toscana piu classica, colline coperte da boschi intervallate da vigneti, processioni di cipressi e traffico quasi assente.
Li vedo arrivare dallo specchietto retrovisore e riconosco l’auto che mi aveva descritto. Subito, quando parcheggiano dietro di me, lancio lo sguardo verso di lei, Intravedo una figura slanciata, capelli corvini lunghi e lisci, ed un abito chiaro ma non distinguo altro, a parte forse un particolare stonato nell’insieme, forse una mia svista. Scende lui e si avvicina, scendo anch’io e lo saluto ma lei rimane in auto. Sarà timida, naturale, anche perché so essere la loro prima esperienza. Mi dice che hanno un lettino pieghevole nel bagagliaio ed hanno già scelto l’angolo di bosco dove andare durante precedenti sopralluoghi. Bene, mi sembra deciso e sveglio. Mi dice che andremo con la mia auto che è piu capiente della loro, così sua moglie si sarebbe seduta accanto a me. Mi raccomando, dille che ha belle gambe. “Madonna, che palle! Ho capito, ho capito”…penso.
Metto il lettino pieghevole in auto mentre lui chiama lei ,mi siedo al posto di guida ed attendo. La vedo uscire, è alta e longilinea, cazzo che fisico, ma cos’ha in faccia? Oddio, non ci credo. E’ una maschera? No, madre natura si è accanita di lei. E’ brutta, onestamente, sinceramente brutta, inguardabile quasi. Rabbrividisco ed ho un tremito interiore. E adesso? E se non ce la faccio? E se le faccio capire cosa sto provando? Giuro, attimi di panico. Solo attimi, mi riprendo, mi presento anche a lei e le faccio subito dei complimenti peraltro ( faccia a parte) meritatissimi. Si siede accanto a me e mi rincuoro ammirandole le gambe lasciate scoperte dalla minigonna. Mi indica lei la strada e per tutto il viaggio tiene la faccia rivolta verso l’esterno senza guardarmi.
Improvvisamente capisco tutto come se fossi stato colpito da uno schiaffo in faccia e sinceramente mi commuovo per lei. Mi sento una bestia per ciò che ho provato poco prima. Si vergogna, semplicemente, di avere un volto così. Parla però con un timbro dolcissimo, una volta sciolta si dimostra simpatica e finalmente arriviamo al posto stabilito. Un piccolo sentiero entra nel bosco e sale una collina, parcheggio in mezzo al sentiero per impedire che altre auto lo percorrano ed arrivino da noi. Dalla piccola radura sopraelevata il panorama è mozzafiato, e soprattutto possiamo vedere chiunque si avvicini senza essere visti. Non dimentichiamo che siamo nel cuore delle terre tristemente battute dal cosiddetto Mostro di Scandicci e noi toscani di una certa fascia di età manteniamo ancora una certa inconscia vigilanza.
Stendo il lettino, lei si sdraia e si mette in posa aprendosi la camicetta e togliendosi il reggiseno ( madonna, che tette!), incrocia le lunghe gambe tornite ed inguainate in autoreggenti e tacchi 12. Inizio a ritrarla, lui ai piedi del lettino osserva estasiato sia lei che il mio disegno che prende forma. Non solo il disegno prende forma, perché anche il bozzo nei miei jeans diventa evidente e a lei non sfugge. Continuo a disegnare mentre lei mi slaccia la cintura e sbottona i jeans, me li cala a metà coscia, abbassa i boxer ed inizia a massaggiarmi il “pennello” dell’inserzione. Ormai vaffanculo al disegno, blocco e carboncino per terra, mi metto a sua disposizione e la lascio divertirsi su di me. Lui silenzioso, si massaggia il pacco dall’esterno ma all’improvviso noto una grossa macchia scura ingrandirsi sul davanti dei suoi pantaloni leggeri beige…. Durante tutto il tempo non avevo mai smesso di farle apprezzamenti sul fisico, tutti sinceri, giuro. Si siede davanti a me ed inizia il lento, dolce lavoro di bocca ma a questo punto ammetto di aver chiuso gli occhi e di aver pensato ad altri suoi particolari anatomici che non alla faccia, temevo troppo un “ collasso strutturale”. Lui a questo punto la fa mettere a pecorina e la prende da dietro, io davanti le riempio la bocca e le ammiro il bel culo a mandolino e le tette che sobbalzano ritmicamente. Lei gode e mugola, lui viene per la seconda volta. Adesso tocca a me e mentre lui riprende a menarselo lei mi si mette in piedi davanti e con le sue belle mani mi masturba fino all’orgasmo mentre io le accarezzo le tette. Alla fine sembriamo ubriachi tutti e tre, a me poi tremano anche le gambe per la posizione scomoda che avevo poco prima davanti al lettino. Ci ricomponiamo, raccolgo il materiale da disegno e dopo aver ricaricato tutto nella mia auto li riaccompagno alla loro. Durante il tragitto parliamo senza alcun imbarazzo, le ripeto i complimenti e l’apprezzamento per il suo corpo , di cui le ho dato ampia dimostrazione poco prima. Lei stavolta ringrazia e parla rivolta verso di me, sostiene il mio sguardo e non è la stessa donna del mattino.
Alla fine di questa esperienza confesso di essere rimasto abbagliato dalla dimostrazione di amore verso di lei da parte del marito, questo suo volerla vedere sicura della propria femminilità, farla sentire desiderata come donna a dispetto di una natura che non era certo stata generosa con lei.
Quale insegnamento ho tratto da quell’esperienza? Che l’amore vero in una coppia a volte segue strani percorsi ma trova sempre il modo giusto per manifestarsi.