RACCONTO TITOLO: L'altra faccia della luna 
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L'altra faccia della luna


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L'altra faccia della luna

by fabiomega
Visto: 99 volte Commenti 1 Date: 22-03-2012 Lingua: Language

Ho deciso di scrivere questo mio post perché mi sono reso conto di essere in debito con questo forum, un grosso debito che desidero ripagare in modo analogo. Ho iniziato tanti anni fa a propormi come amico e complice a coppie in cerca di trasgressione ma il mio ruolo di bull, come viene sbrigativamente definito in questo ambiente, non mi permetteva di comprendere a fondo i delicati equilibri che regnano all’interno delle coppie, lasciandomi solo apprezzare ciò che superficialmente mi appariva allo sguardo e si offriva al corpo.
Trovatomi quasi per caso in questo forum , grazie ai post pubblicati dai cuck, reali o virtuali, e da alcune sweet e dialogando con loro in chat, ho compreso veramente , chiaramente e profondamente le loro emozioni e le sensazioni che li portano a realizzare, o anche solo a desiderare, certe esperienze.
A questo punto mi è sembrato giusto dare il mio contributo cercando di farvi immedesimare nelle stesse situazioni vissute però dal punto di vista del bull, dell’estraneo, del complice invitato a partecipare alla vostra intimità ed inizierò proprio dal primo incontro con la prima coppia, quella che mi ha tenuto a battesimo e portato per mano anche negli anni successivi alla scoperta di questa nuova, entusiasmante realtà.
All’epoca, il 1995, gli annunci di un certo tenore venivano pubblicati in riviste specializzate, ricordo “Fermoposta”, chissà se esiste ancora o è stato annientato da internet…, ma anche in periodici di inserzioni varie. Acquistare una rivista diciamo specializzata era comunque fonte di imbarazzo per un ragazzo come me e mi faceva anche sentire un po’ presuntuoso. Meglio sfogliare un meno impegnativo e compromettente La Pulce, sorvolando auto usate e armadi e puntando direttamente alla rubrica degli incontri.
Ed ecco che trovo questo annuncio, sintetico ma abbagliante: un distinto 50enne cerca un singolo per trascorrere ore liete con la moglie 35enne, bionda, occhi azzurri. Segue un recapito al fermoposta. Bingo, la pupilla si dilata, il respiro diventa piu profondo ed il cuore aumenta i battiti…devo rispondere, anche perché non richiedeva alcun requisito specifico. Bisogna osare! Prendo carta e penna, butto giù una bozza di risposta ma l’esperienza è nulla per me… la rileggo, la strappo, la riscrivo, la rileggo, la butto. So che mi sto giocando tutto con quelle righe, se mi trovano interessante proseguo nella selezione altrimenti nemmeno mi rispondono. Alla fine esce fuori una stesura che mi soddisfa, abbastanza seria per far capire che non sono un cretino ed abbastanza spiritosa da non far pensare che sono un musone. In fondo mica è un curriculum aziendale.
Spedisco ed attendo, spero ed attendo, prego ed attendo.
Dopo un paio di settimane lunghe come ere geologiche, arriva la lettera di risposta. Meno male, penso per scaramanzia, almeno sono educati anche nel dirmi di no, ma ovviamente la speranza è un'altra. La calligrafia sulla busta è graziosa, precisa, femminile. Sbrano la carta e leggo il contenuto. La prima volta le parole scorrono sotto gli occhi senza nemmeno farmene capire il senso, e solo la seconda lettura mi blocca il respiro.
La mia lettera è piaciuta, la descrizione di me pure, sentiamoci per telefono a questo numero per concordar un incontro. Non ho urlato solo perché ero in pubblico, davanti alle poste centrali di Firenze e sarebbe stato quantomeno imbarazzante. Telefono da una cabina all’orario ed al numero indicato, col cuore in gola ma con la volontà di non farlo sentire. Mi risponde una voce maschile, bella, bassa, calda. Prima sorpresa e poi vi dirò il perché. Dopo essermi presentato sento che a questo punto anche a lui l’emozione incrina il tono ed allora mi rilasso. Parliamo a frasi smozzicate, volendo dire e non dire, volendo sembrare disinvolti quando invece nessuno dei due lo è, ma il feeling è positivo. Ci accordiamo per incontrarci nel primo pomeriggio di li ad un paio di giorni, in piazza della Signoria, vicino all’edicola, e ci salutiamo. Mi accorgo di essere in apnea dall’inizio della telefonata, o almeno questa è l’impressione, e sento calde vampate al collo ed alla faccia. Ho quasi l’impressione che la gente che incrocio per strada mi legga in faccia cosa sto per fare per la prima volta.
Passo i giorni successivi in una specie di perenne leggera ubriacatura, assolutamente indifferente al mondo. Ripenso a tutte le volte che mi ero interrogato sul fatto che fosse possibile o meno che esistessero uomini che provano piacere a far fare sesso alla propria moglie con altri uomini, quando invece la cronaca nera quotidiana ti parla di altri maschi che uccidono le mogli per il solo sospetto che queste li tradiscano. O la famosa scena di American Gigolò nel quale lui soddisfa la moglie dell’altro in sua presenza. Cazzate, esagerazioni da film pensavo, figurati te se può essere vero… adesso però, oltre all’eccitazione per il successo ottenuto ( iniziale ma pur sempre un successo) arrivavano anche le preoccupazioni, infondate queste come l’esaltazione ovviamente. E questi due chi saranno nella realtà? E se fossero dei ricattatori che vogliono estorcermi qualcosa? E se fossero dei degenerati depravati che vogliono fare la festa a me? In fondo io ho sentito solo un uomo, e se la donna non esistesse e fosse uno specchietto per le allodole, anzi, per i coglioni come me? Poi giustamente, siccome non si parla di andar a pesca ma di far sesso, e se lei fosse bruttissima? Insomma un sacco di seghe mentali che si mischiavano ai pensieri positivi.
Finalmente il grande giorno arriva ed io , con un larghissimo anticipo, mi presento all’appuntamento. Mentre sono lì che aspetto, tra turisti e piccioni, comincio a guardarmi in giro quasi certo che anche loro sono da qualche parte e mi stanno studiando. Magari non gli piaccio fisicamente, forse lo vogliono diverso, mi faranno star qui ad aspettare inutilmente e magari domani mi dirà che hanno avuto un impegno… vabbè, pazienza, il gioco vale senz’altro la candela. Inizio ad osservare attentamente tutti i presenti in pizza della Signoria e vi assicuro che ce n’entrano proprio tanti! Questa no, non è bionda, quello no, è troppo anziano, la mia indagine dura un’ora e non porta nessun risultato.
Poi, all’improvviso, vedo una coppia che , anche se distante, punta verso di me in linea retta fendendo la calca. Maremmacane! Il cuore accellera ed il respiro si arresta. Lei è bionda, biondo miele, occhi azzurri, pelliccia di visone, scarpe taccate ma non eccessive, lui alto quanto me, bell’uomo, brizzolato con barba, faccia austera ma non scontrosa…Vuoi vedere che sono loro? No, impossibile. A quattro metri non ci sono piu dubbi e ci apriamo tutti nel migliore dei sorrisi, nel mio caso anche di sollievo. Ci presentiamo, strette di mano e non baci che sarebbero forse prematuri, e decidiamo di andare a prendere un caffè in un bar vicino a ponte Vecchio. Nella saletta per fortuna deserta riusciamo a intavolare un dialogo, mi sento a mio agio, loro anche e solo lei è leggermente intimidita. Sono simpatici, seri, attraenti non solo fisicamente, anzi affascinanti ed i miei occhi faticano a staccarsi da Lei. Ci riesco solo per non sembrare un maniaco, ma non perdo un particolare, le caviglie sottili, le mani curate, un piccolo ma invitante seno si intravede sotto la maglia. Entrambi avvocati, alla loro seconda esperienza dopo che il primo tentativo è stato un flop clamoroso del bull, si sono concessi un'altra chance prima di rinunciare per sempre.
Capisco che il passo successivo per me potrebbe essere verso il paradiso come verso il baratro … ma dopo una mezz’ora di piacevole dialogo ed infiniti scambi di occhiate tra loro, ufficializzano il verdetto: ci vediamo a casa nostra lunedì mattina alle 9.
Ci lasciamo fuori da bar con uno splendido arrivederci a lunedì, un saluto che andava oltre ogni mia più rosea aspettativa e ritorno all’auto senza neppure sfiorare il selciato della piazza…
Non parlerò adesso del primo incontro a casa loro e chiedo scusa a chi si aspettava un resoconto di orgasmi, corpi sudati e inondazioni di fluidi.
So di averli delusi ma lo scopo del racconto era solo quello di illustrare da un diverso punto di vista come viene vissuto un incontro a tre, in questo caso solo il mio. Non ho la presunzione di essere il portavoce della categoria né che ciò che io provo sia condiviso dagli altri, ma solo il desiderio di portarvi a conoscenza delle mie emozioni, che a distanza di anni ancora si rinnovano ogni volta.
Credo che smetterei solo se non dovessi più provarle.

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