STORY TITLE: Un viaggio in treno 
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STORY

Un viaggio in treno

by cornutoestivo
Viewed: 73 times Comments 0 Date: 15-09-2025 Language: Language

Ho sempre amato il dialogo con mia moglie, ho sempre stuzzicato la sua vena narrativa, soprattutto inerente le sue avventure senza di me..

“..quindi mi dicevi che dopo il tuo amante storico hai avuto ancora una ventina di uomini diversi..?”

Breve riferimento al suo amante storico, il primo che ebbe in gioventù di cui è abbondantemente riportato nei racconti.
L’unica testimonianza visiva la potrete vedere in una storica foto presente nella nostra pagina, quella in cui è ritratta in una vecchia polaroid di 30anni fa circa impegnata in un pompino al suo più che possente palo in possesso.

“..si, forse anche qualcuno in più, ma certo che sei un impiccione ehh..? E pure gran cornuto..”

“..dai, raccontami qualcosa..”

“..si, ti racconterò qualcosa, ma tu prima devi promettermi che non parlerai più di quello stronzo che non voglio nemmeno nominare, non dovrai più chiedermi nulla di lui, ha chiuso in bellezza, anche lui da cornuto, ma mai come te, tu sei unico, tu sei cornuto dentro e per questo ti reputo ineguagliabile, inarrivabile, non paragonabile a nessuno, lui è stato cornificato dalla sua amante, tu da tua moglie..”

“..grazie amore mio, sono d’accordo con te, da questo momento Pasquale tra noi non troverà più posto, non esisterà più..”

Mia moglie sorridendo rispose..

“..Pasquale chi..?”

Ci siamo abbracciati ed ho ripreso a farle qualche foto, poi la mia prima domanda..

“..qual è stata la tua prima avventura da donna libera moglie non più amante che ricordi in modo più piacevole?”

Qualche attimo di silenzio dovuto al racimolare nella mente il ricordo dell’episodio per poi riprendere a raccontare..

“..ricordo con vero piacere un episodio di 7 o forse 8 anni fa, durante un mio rientro a casa da una delle mie trasferte al ministero, questa volta trasferta reale, non una di quelle inventate per incontrare chi non mi meritava, rientro in treno, prima nella tratta Roma Pescara, e poi attraverso la dorsale adriatica da Pescara ad Ancona, quella sera mi venisti a prendere tu alla stazione, ricordo che al momento del tuo benvenuto e del tuo bacio sulla guancia avevo da pochi minuti finito di scopare con un militare che poi ha proseguito per Pesaro, un giovane bolognese molto molto carino, perché lo ricordo con piacere? Perché era molto giovane e abbastanza imbranato, mi fece davvero tenerezza, devo avere ancora il suo numero memorizzato sul telefono, aspetta, eccolo.. ‘bologna’, voglio fargli arrivare uno squillo anonimo, vediamo se è ancora attivo.. si, il numero è attivo, anche se non so se appartiene sempre a lui..”

“..sono contento che il numero sia ancora attivo, una sera di queste lo chiamerai per vedere se si ricorda ancora di te..”

“..credo proprio che si ricorderà, a Roma direbbero ‘avoja se se ricorderderà!’ Lasciami raccontare. Arrivai a Pescara da Roma con notevole ritardo, di conseguenza persi la coincidenza del Frecciarossa, non ce ne sarebbe stato un altro prima di 5 ore, per cui, a conti fatti, di lì a poco ci sarebbe stato a disposizione un treno Intercity, uno di quei treni vecchio stampo con scompartimenti a 6 posti separati che viaggiano sui vecchi binari e non su quelli della tav, con il Frecciarossa sarei stata in viaggio per 1 ora e 30 minuti, con l’Intercity lo sarei stata per circa 3 ore e mezzo per via delle numerose fermate intermedie, ero dentro di me furiosa, se ben ricordi ti chiamai mettendotene al corrente, tu mi rispondesti di calmarmi e che con la rabbia non avrei risolto nulla, come al solito la tua saggezza mi infuse calma e rassegnazione..”

“..siiii… ricordo l’episodio, ma continua dai..”

“..notai che li, sulla banchina in attesa del treno c’era anche un giovane militare, un marinaio in divisa che doveva recarsi a Pesaro per un comando, era preoccupatissimo per il ritardo accumulato, anch’esso furente per la mancata coincidenza, anch’esso proveniente da Roma, precedentemente non lo notai perché si trovava in un diverso scompartimento del treno, dal momento che tu operasti nella direzione di infondermi calma e rassegnazione.. anch’io feci lo stesso con lui, gli dissi che non serviva a nulla lasciarsi pervadere dalla rabbia e che tutto sommato, con l’Intercity avremmo potuto ridurre il ritardo rispetto all’attesa del prossimo Frecciarossa. Si calmò, ci presentammo, chiacchierammo del più e del meno restando in attesa dell’arrivo del treno, decidemmo di darci del tu, nel frattempo notammo che non eravamo soltanto noi quelli colpiti dal ritardo, nella fattispecie c’era un tipaccio poco raccomandabile che non faceva altro che imprecare, tra me ed in ragazzo concordammo che all’arrivo del treno avremmo aspettato che lui prendesse posto per poi prenderne noi a notevole distanza, concordammo che più di tre ore in sua compagnia sarebbero state dannosissime per la nostra sacrale serenità, detto fatto. Il treno arrivò, semivuoto, cosa che un paio d’ore dopo risultò graditissima, aspettammo che il troglodita scegliesse di accasarsi, noi andammo addirittura nel vagone successivo scegliendo uno scompartimento centrale, il treno ci apparve vecchiotto, del tutto diverso da quelli moderni, ma almeno era pulito ed addirittura profumato, prendemmo tutti e due posto tra noi frontalmente e dalla parte del finestrino rigorosamente sigillato per via della presenza dell’aria condizionata, almeno quella c’era e ne eravamo felici entrambi.
Partimmo, nessun altro si aggiunse al nostro scompartimento, eravamo solo noi, lui appena partiti, si alzò e si apprestò alla chiusura della porta scorrevole, una di quelle che avevano ancora incorporata la classica tendina, nulla da eccepire alla parsimoniosa economia delle Ferrovie dello Stato, come a dover dire che

‘se una cosa funziona è bene lasciala ancora in uso’,

ancora oggi esistono questo tipo di treni che, per la loro conformazione resistono nel loro essere affascinanti..”

“..amore mio stai diventando per me un libro aperto, pregusto già gli eventi, ma voglio sentirteli raccontare, continua..”

“..dall’esterno non si poteva vedere nulla, ne chi ci fosse dentro ne cosa potesse potenzialmente accadere, la cosa ti confesso che iniziava a piacermi e ad incuriosirmi, lui era un bel giovanotto alto moro e dal fisico prestante, io una quasi 50enne amante imperterrita del cazzo, la prima piccola mossa la feci io, stando seduti uno difronte all’altro era inevitabile dover allungare le gambe per trovare la posizione più comoda possibile e di conseguenza incrociare i nostri piedi, io gli chiesi di guadagnare la posizione che più gradiva, io mi sarei adeguata, lui allungò le gambe mantenendo i piedi uniti, a me restava di adeguarmi alla sua posizione, per cui ebbi le gambe semi larghe e piedi tra loro distanziati, non so se lo fece di proposito, avendolo poi conosciuto più a fondo direi di no, mi adeguai però con vero piacere. Prendemmo a parlare tra di noi, mi disse che aveva 22 anni, che era di Bologna, che aveva una ragazza che non vedeva da circa 2 mesi, che avrebbe voluto vedere con piacere almeno per qualche minuto nel passaggio a Bologna ma che non avrebbe avuto questo piacere, la ragazza abitava in periferia e non c’era nessuno che avrebbe potuto accompagnarla, questo apparve rammaricarlo molto, mi fece tenerezza, in fin dei conti aveva l’età di uno dei nostri figli, lo accarezzai in viso dicendogli che avrebbe dovuto avere pazienza e che prima o poi l’avrebbe potuta rivedere, gli dissi
‘vedrai che per via di questo il vostro desiderio crescerà’,
lui mi rispose che il reciproco desiderio non era mai potuto andare oltre un bacio, che lei era giovanissima, di buona famiglia ed educata all’antica, inoltre mi disse che ogni volta che uscivano veniva appioppato loro uno dei fratelli più piccoli, non resistetti e dovetti sorridere, soprattutto ripensando che a suo tempo fu la stessa strategia che i miei genitori posero in atto nei nostri riguardi, ricordi? Uno dei miei fratelli “casualmente” era sempre con noi..”

“..ahimè ricordo bene..”

“..presi così atto di fatto dell’esistenza di nuclei famigliari ancora fortemente patriarcali, cresceva in me il forte desiderio di potermi offrire vestendomi da una sorta di nave scuola, forse se lo meritava. Parlammo della sua famiglia, dell’età di sua madre che era più piccola di me ma che le sembrava notevolmente più vecchia di me, mi disse

‘“..tu sei una 50enne che regge il confronto con una 30enne..”

Stetti al gioco, era già un’ora che eravamo in viaggio e le cose iniziavano a muoversi, lo provocai rispondendo..

“..grazie del complimento, ma una 30enne è pur sempre una 30enne..”

“..in questo momento sono certo, sceglierei te..”

“..per quale motivo?”

“..per una serie di motivi..”

“..elencameli..”

“..per la tua testa, una 30enne in questi frangenti è ancora stupidina, per il fisico, vuoi mettere il tuo? Magnifico, per pochi eletti, beato tuo marito..”

“..mio marito (dissi mentendo) non apprezza sempre in questo modo, a volte mi mostra indifferenza, inoltre è notevolmente più grande di me ed a volte si sente..”

“..cos’è che si sente per via della sua maggiore età?”

Il ragazzo era curioso, ma a me piaceva soddisfare la sua curiosità..

“..si sente che a volte ha delle mancanze, come farti capire.. posso essere diretta? A volte non reagisce come dovrebbe reagire un maschio, certo, può capitare alla sua età, ma io sono ancora giovane e..”

“..giovane e..?”

“..desiderosa, con voglia di scopare e non come adesso che spesso resto a bocca asciutta..”

Oramai tra noi il gioco era acclarato, qualche attimo di silenzio e poi mi disse..

“..di te mi stanno colpendo le tue tette, sono magnifiche, sei più grande di mia madre e non gli sei affatto paragonabile, le tue sono belle gonfie mentre le due sono pendenti, per non parlare poi di quelle della mia ragazza, quasi inesistenti, me le faresti vedere..?”

Si fece di un rossore intenso, restammo qualche secondo in silenzio e poi gli dissi..

“..vai alla porta, aprila, lasciala aperta e mettiti di guardia, avvertimi se non c’è nessuno in transito, nel caso in cui stesse per transitare qualcuno fatti prendere da un attacco di tosse, si posizionò come da mio suggerimento, con una mossa che soltanto una donna sa fare mi sfilai rapidamente il reggiseno facendo restare sotto la maglietta le tette, se ricordo bene eravamo in periodo estivo, per cui poche cose addosso, in quel momento una in meno, restavano la tshirt, la gonna, le mutande e le scarpe, gli feci cenno di guardare bene il corridoio, mi fece poi cenno che tutto era nella norma, sollevai la tshirt facendo uscire le mie tette che come sempre (almeno credo) risultarono essere belle da vedere, lui spalancando gli occhi si passò la lingua sulle labbra, io gli dissi di nuovo di non distogliere lo sguardo dal corridoio e di restare ancora lì, mi tirai su la gonna e mi lasciai guardare mentre mi sfilavo le mutande, gli chiesi di avvicinarsi alla porta pur mantenendo lo sguardo vigile del corridoio, si avvicinò, mi avvicinai anch’io, allargai le gambe facendogli mettere una mano in fregna, dopo un ulteriore sguardo di sicurezza gli feci succhiare i capezzoli che nel frattempo erano usciti dall’aureola e notevolmente induriti, tu sai amore mio quanto piacere risieda nel mio seno..”

“..si che lo so, figurati..”

“..dovevo però mantenere la calma, normalmente mi sarei seduta a gambe larghe su di uno dei sedili e mi sarei fatta chiavare dal giovane marinaio, mi calmai, ma appena appena, rientrò nello scompartimento, ma prima di rimetterci seduti mi prese una mano portandosela sul cazzo, che strinsi attraverso i pantaloni, non mi sembrò malaccio, ero ancora notevolmente infoiata, gli disse se gli sarebbe piaciuto scoparsi una 50enne, mi rispose che era il suo sogno da sempre, tornò alla porta scorrevole dello scompartimento, diede uno sguardo a dx ed uno a sx, poi con un gesto rapidissimo si tirò fuori il cazzo mostrandomelo, non era superlativo ma di tutto rispetto, sempre comunque quasi il doppio del tuo, ma la cosa che più mi piaceva era che molto probabilmente era un cazzo vergine o poco usato, mi inginocchia restando dentro lo scompartimento, glielo presi in bocca, lui sembrava impazzito, gli imposi di restare vigile, con un paio di pompate di troppo mi lasciai sborrare in bocca, il sapore del suo sperma era forte, molto acidulo, da giovane torello, diverso dal sapore di quello di un uomo fatto ed adulto, durò tutto pochissimi secondi, ingoiai tutto, ripulii per bene il cazzo ed io stessa glielo rimisi dentro la patta, tornammo ad esser seduti uno difronte all’altra, me lo guardai nel suo abbandono, chissà se fu per lui il primo bocchino vissuto, non l’ho mai saputo, ma gli piacque e come, dopo qualche secondo riaprì gli occhi, mi guardò intensamente dicendomi che stava vivendo un sogno, tirò fuori nuovamente il cazzo facendomi vedere che era ancora dritto, gli dissi che era una buona cosa e che era pronto per chiavarmi, glielo feci rimettere dentro, nel frattempo un signore di una certa età entrò sedendosi in uno dei posti liberi, ma quasi immediatamente se ne andò via, forse aveva intuito che li dentro stava succedendo qualcosa per cui forse era meglio andarsene, quando uscì ci guardammo in faccia sorridendo e plaudendo la scelta. Il treno effettuò una delle sue fermate, aspettammo qualche minuto al fine di scongiurare l’eventuale ingresso di un nuovo passeggero, cosa che non avvenne, il cazzo del giovane marinaio era ancora prepotentemente duro, presi dalla mia borsa un preservativo, tu sai bene amore mio che io ne ho sempre avuto con me almeno uno, a volte la vita può essere imprevedibile nelle sue occasioni, feci mettere il ragazzo sulla porta rivolto all’interno ma con facilità di controllo al solito corridoio, gli tirai fuori il cazzo dai pantaloni, glielo segai e glielo presi in bocca ancora una volta, gli infilai il preservativo e poi gli dissi di restare fermo e di continuare ad essere vigile, lo avrei scopato io, mi misi a pecora restando in piedi, il ragazzo non avrebbe avuto una durata lunga, era fortemente eccitato, me lo misi dentro, ero io a scoparlo, lui restò immobile, pochi colpi e mi scaricò dentro un buon quantitativo di sperma, fummo fortunati, nessuno in quei minuti disturbò la nostra chiavata, lui era comprensibilmente stravolto, mi inginocchiai sfilandogli il preservativo stando molto attenta a non fargli macchiare la divisa, il cazzo continuava ancora ad esser duro (..ahh.. i 20 anni..) lo leccai pulendolo al meglio e glielo rimisi dentro la patta richiudendo la zip, tutto era andato a meraviglia, io il mio orgasmo lo ottenni nel momento in cui mi succhiò i capezzoli. Si abbandonò nuovamente sul sedile, me lo guardai con estrema tenerezza, in quel momento realizzai che tra noi non ci fu nemmeno un bacio, allora presi io la necessaria iniziativa, fui io ad affacciarmi al corridoio, poi lo chiamai per dargli un bacio, lui mi ringraziò di tutto dicendomi che gli sarebbe piaciuto incontrarmi di nuovo, mi diede il suo numero di telefono, fu intelligente a non chiedermi il mio, non avrei potuto darglielo, gli promisi che lo avrei richiamato, magari per salutarlo, non l’ho mai fatto, ma non è detto che prima o poi non lo faccia, magari insieme a te, scesi dal treno, lo vidi affacciato, ci guardammo e ci inviammo un reciproco saluto, tu eri ad aspettarmi a pochi metri, se ricordi bene scelsi volutamente di non salutarti come di solito avveniva, non che temessi qualcosa, con te non ho mai temuto nulla, ero però consapevole di aver poco prima ingoiato una sborrata e di aver ripulito un cazzo con la bocca addirittura a pochissimi minuti di distanza dal nostro incontro, se ti avessi anche soltanto avvicinato le labbra avresti potuto percepire l’accaduto, tu sei notevolmente porco e ciò che concerne la presenza di sperma non ti sfugge, ma peggio ancora avrei potuto inavvertitamente subire un reflusso esofageo, la sborra ingoiata lo produce quasi normalmente ed a me non andava in quel momento dovermi giustificare, se necessario lo avrei fatto in altro momento, ho scelto di farlo adesso perché l’ho reputato il momento giusto, questo è quanto, è il rendiconto di una delle tante volte in cui ti ho reso cornuto, ce ne saranno altri di momenti di questo genere, alcuni ti sorprenderanno, ma non avrai tutto e subito, un cornuto deve saper vivere le sue attese..”

“..vivrò per questa attesa, ti amo più di sempre..”

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