ИСТОРИЯ НАЗВАНИЕ: Il Velo Strappato 
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ИСТОРИЯ

Il Velo Strappato

by MisterFive
Посмотрели: 46 раз Комментарии 0 Date: 03-07-2025 Язык:Language

Il mio bacio, profondo e inaspettato, aveva sigillato non solo un momento di ritrovata intimità, ma anche l'inizio di qualcosa di radicale, un salto nel buio che prometteva tanto piacere quanto tormento. Il

richiamo della foresta

non era più un sussurro lontano, ma un ruggito primordiale che risuonava tra le pareti della nostra casa addormentata. Matteo, sentii il suo corpo rispondere con una veemenza che non provava da anni, una fame atavica risvegliata dalla vulnerabilità e dall'audacia di Giada, un bisogno di sottomissione che ora aveva il suo scopo. La ricerca dei candidati si rivelò un processo sorprendentemente eccitante, quasi un preludio al rito scabroso che si stava preparando. Una sera, mentre discutevamo di un potenziale candidato, Giada mi aveva ordinato di inginocchiarmi ai suoi piedi, di baciarle la caviglia con devozione, di sussurrarle quanto fosse bella e desiderabile, quanto fossi suo. Obbedii senza esitazione, il mio corpo che tremava sotto il peso di quella sottomissione, il mio membro che rispondeva con un'erezione tesa e dolorosa, quasi un tributo. Un'altra volta, lo aveva costretto a depilargli le gambe, lentamente, con cura quasi rituale, mentre lei leggeva un libro, ogni tanto un'occhiata fugace a lui, un sorriso malizioso che lo faceva fremere, sapendo che era completamente nelle sue mani. Ogni istante era un'accelerazione di quella nuova, perversa, intesa. Man mano che la data si avvicinava, una paura fredda cominciò a insinuarsi nel cuore di Matteo. Il contratto, nero su bianco, era la formalizzazione di un desiderio che lo spaventava e lo attraeva in egual misura. Una notte non riuscivo a dormire. Mi giravo e rigiravo nel letto, l'immagine vivida di Giada con altri uomini che gli danzava davanti agli occhi, la paura ancestrale di perderla che lo stringeva in una morsa quasi insopportabile.

Giada,

sussurrai, scuotendola dolcemente, la voce incrinata dall'ansia.

Sei sicura? Non è troppo? Non è un passo troppo grande?

Lei si svegliò, i suoi occhi smeraldo che mi fissavano con una fermezza inequivocabile, la sua voce calma ma risoluta che squarciava le mie incertezze.

Matteo,

disse, con la voce appena un sussurro ma intrisa di una volontà di ferro,

abbiamo parlato. Abbiamo un accordo. Non tirarti indietro adesso, non è da noi. Ho bisogno di questo, ho bisogno di sentirmi libera e desiderata. E tu.. tu hai bisogno di darmi questo, di vedermi fiorire. È il nostro patto, la nostra nuova via.

La sua determinazione era un'armatura impenetrabile, e Matteo, di fronte a quella volontà inarrestabile, non poté che accettare la sua sorte, la sua sottomissione. Era la sua padrona, la sua regina, e lei avrebbe ottenuto i suoi diritti.
Il foglio firmato giaceva piegato nel cassetto segreto, un testamento silente di notti ardenti e di una contrattazione selvaggia che aveva riscritto le regole del loro matrimonio. Matteo lo toccava ogni tanto, un brivido freddo e caldo che gli percorreva la schiena. Il patto era stretto, le clausole scolpite nelle nostre anime attraverso gemiti, frustate leggere e promesse sussurrate. Ma la

cerimonia

vera e propria, quella in cui Giada avrebbe celebrato la sua piena libertà e la sottomissione di Matteo, era ancora da venire. Giada aveva deciso che era giunto il momento di dare inizio alla ricerca dei

testimoni

.
Matteo si era immerso nel compito con una dedizione febbrile, quasi masochista. Ricordava vividamente la richiesta di Giada:

Sarà tuo dovere cercare questi uomini. Tramite annunci, come facevamo un tempo. Ma la scelta finale, l'approvazione, sarà solo mia. Io sarò la tua padrona, e tu il mio servo.

Aveva passato ore a navigare tra annunci e profili online, i suoi sensi acuiti dalla consapevolezza di cercare gli uomini che avrebbero appagato i desideri della sua padrona. Ogni messaggio inviato, ogni risposta ricevuta, era un brivido che gli percorreva la schiena, un misto di anticipazione febbrile e una sottile, deliziosa angoscia che gli stringeva il petto.
Durante quelle serate di ricerca, Giada aveva affinato le sue doti di padrona con un'eleganza innata. Seduta accanto a Matteo sul divano, o a volte sul suo grembo, con le mani di lui strette attorno ai suoi fianchi, esaminava i profili con un'aria regale, commentando, scartando, approvando con un cenno del capo.

No, troppo banale. Questo sembra un idiota. Questo ha un bel corpo, ma lo sguardo da pesce lesso,

aveva sentenziato più volte. Poi, una sera, i suoi occhi si erano illuminati su un profilo particolare.

Questo,

aveva detto, indicando un'immagine.

Un motociclista. Ha un bel fisico, e dallo sguardo, capisce il suo ruolo. Si chiama Michele.

Matteo sentì un nodo alla gola. Era l'uomo giusto. Ma la sorpresa non finì lì.

Ah, e Michele propone anche un suo amico, per unirsi alla serata,

aggiunse Giada, la sua voce che tradiva una leggera esitazione iniziale, poi subito seguita da una crescente curiosità.

Mmh... stare in mezzo a due uomini, mentre tu guardi. Sì, Matteo. Questo è ciò che voglio.

Matteo deglutì a fatica. Due uomini. Il suo cuore martellava, un tamburo impazzito di gelosia e una perversa, incontenibile eccitazione. Era un test, lo sapeva. E lui era il suo schiavo.
Il primo appuntamento fu organizzato in un albergo, una suite prenotata per dare sfogo ai desideri e per sigillare il patto. Ma il destino, o forse la natura, aveva altri piani. Proprio il giorno prima, le mestruazioni di Giada arrivarono, improvvise e inesorabili, cambiando radicalmente i programmi. La delusione fu palpabile, ma Giada, con la sua ritrovata pragmatica sensualità, non si perse d'animo.

Niente sesso stasera, ragazzi,

aveva comunicato con un sorriso disarmante a Michele e al suo amico (che per comodità chiameremo Stefano), tramite un messaggio che Matteo aveva letto sul suo telefono.

Ma perché non ceniamo insieme? Così possiamo conoscerci meglio.


La cena fu un'esplosione di risate, sguardi ammiccanti e un'atmosfera carica di un'eccitazione latente. Michele, con il suo carisma da biker e la sua disinvoltura, dominava la conversazione, i suoi occhi fissi su Giada, che rispondeva con un flirt audace e giocoso. Stefano, più silenzioso ma non meno affascinante, completava il quadro, ammirando Giada con un'intensità quasi ipnotica. Matteo era lì, il suo ruolo di

marito cuckold

evidente, seduto in disparte, quasi un osservatore privilegiato. Ogni risata di Giada, ogni sguardo che lei rivolgeva ai due uomini, ogni battuta scambiata, faceva salire la febbre del desiderio non solo nei due candidati, ma anche in Matteo. Sentiva, un tormento delizioso, mentre immaginava ciò che quella serata avrebbe potuto essere. La conoscenza approfondita, i racconti audaci e le promesse velate scambiate durante la cena, non fecero che amplificare la brama in tutti e tre. Giada brillava, sentendosi desiderata in un modo che le era mancato, i due uomini erano affascinati e Matteo, nonostante la sua frustrazione, era perversamente appagato da quello spettacolo.
Una settimana dopo, l'attesa era quasi insopportabile. La seconda cena fu un preludio ancora più intenso. Michele e Stefano corteggiarono Giada con una disinvoltura e un'eleganza che Matteo osservava da lontano. Erano i cavalieri della sua regina, e Matteo, il fedele scudiero, era lì per facilitare il loro gioco. La cena era un crescendo di tensione erotica, con sguardi furtivi, tocchi casuali che indugiavano, e sorrisi complici. Giada si godeva ogni istante, il suo viso illuminato da una felicità quasi sfrontata. Matteo, in disparte, sentiva la sua sottomissione crescere, un misto di gelosia e brama che gli annebbiava la mente.
Dopo cena, tornarono a casa. L'atmosfera era densa, carica di aspettativa. Giada, con un sorriso trionfante, prese il foglio dal cassetto segreto, quello che Matteo aveva trascritto con tanta cura. Lo spiegò sul tavolino del salotto.

Siamo qui per celebrare un patto. Un patto tra me e mio marito,

annunciò, la sua voce melodiosa che riempiva la stanza. Iniziò a rileggere le clausole, una per una, il suo sguardo che si posava a turno su Michele, su Stefano e infine su Matteo.

La mia libertà sessuale è a tempo indeterminato, senza recriminazioni.. la tua sottomissione è quotidiana e incondizionata.. il mio diritto di punirti a mia discrezione..

Matteo sentiva le guance scottare sotto gli sguardi curiosi e divertiti di Michele e Stefano. Quando Giada ebbe finito di leggere, posò la penna accanto al foglio.

E ora,

disse, il suo tono che si fece più solenne,

è tempo di firmare. Prima io.

Con una mano ferma, Giada appose la sua firma. Poi, rivolta a Matteo, con un sorriso che era un misto di trionfo e una carezza maliziosa, disse:

Ora tocca a te, mio schiavo. Firma. E poi, servici da bere, per celebrare.

Matteo, con il cuore che gli batteva all'impazzata e un mix di paura e liberazione, prese la penna. Sotto i sorrisi di Giada, Michele e Stefano, appose la sua firma, sigillando un patto che andava oltre ogni convenzione. Poi, obbediente, andò a prendere lo champagne, versando tre calici e servendoli ai tre, il suo sguardo fisso su di loro, la sua mente già in preda alle immagini che sapeva sarebbero seguite.
Giada era già molto eccitata, l'aria vibrante intorno a lei. Non appena i calici furono serviti, con un movimento fluido e provocante, si lasciò cadere sui morbidi cuscini del divano, invitando i due uomini ad unirsi a lei con uno sguardo eloquente.

Venite,

sussurrò, le sue gambe che si aprirono leggermente, come un invito. Michele fu il primo a rispondere, un ghigno da predatore sulle labbra, si accomodò accanto a lei, mentre Stefano si posizionava sull'altro lato. L'atmosfera si fece immediatamente più intensa. Le mani di Michele non persero tempo a raggiungere le cosce di Giada, accarezzandole con una confidenza che le fece arcuare la schiena. Giada gemette, i suoi occhi che si chiudevano per un istante, assaporando il tocco.

Mmh... non aspettavo altro,

mormorò, la sua voce appena un soffio eccitato.
Stefano, con la sua timida audacia, si sporse e baciò dolcemente la mano di Giada, poi le sfiorò il polso, salendo lentamente verso il suo braccio. I suoi occhi erano fissi su di lei, un'adorazione silenziosa e profonda che faceva fremere Giada. Matteo osservava, immobile, il bicchiere di champagne in mano, il suo cuore che batteva all'impazzata. Vedere Giada così desiderata, così al centro dell'attenzione, faceva salire in lui un'onda di piacere perverso, un misto di gelosia e un'eccitazione che rasentava il dolore.
Giada era in estasi, la sua sensualità a fior di pelle. Si voltò verso Michele, le sue dita che gli accarezzavano il braccio muscoloso.

Michele, il mio motociclista preferito,

disse, la sua voce piena di un'impertinenza seducente.

Mi faresti sentire il rombo del tuo motore?

Il suo sguardo era una promessa. Michele comprese. Con un sorriso da far crollare le mura, si sporse e le baciò le labbra, un bacio lungo, profondo, che le strappò un gemito. Giada rispose con foga, le sue mani che gli accarezzavano la nuca, affondando tra i suoi capelli. Le loro lingue si incontrarono, una danza sensuale che escludeva il resto del mondo.
Stefano, pur visibilmente eccitato e in attesa del suo turno, rimase al suo posto, gli occhi fissi su Giada, un'ammirazione quasi reverenziale nel suo sguardo. Era un complice silenzioso, un testimone attento, e questo rendeva l'esperienza per Giada ancora più intensa, sapere di essere osservata, desiderata da entrambi. Matteo, nel frattempo, sentiva il suo membro pulsare, un tormento delizioso, una punizione autoimposta che amplificava la sua eccitazione. Le immagini di Giada con Michele si sovrapponevano nella sua mente alle fantasie che lo avevano ossessionato, rendendo la scena ancora più reale, più bruciante.
Quando Michele si staccò dalle labbra di Giada, entrambi ansimavano.

Che sapore, Giada,

sussurrò Michele, i suoi occhi ardenti.

Mi hai già fatto impazzire.

Poi, con un gesto audace, le scostò il vestito dalla spalla, scoprendo una parte del suo seno. I suoi occhi si illuminarono, e la sua bocca si avventò sul capezzolo, succhiando con avidità, mentre la mano si intrufolava sotto il tessuto, accarezzando il seno scoperto. Giada gemette, la testa che le ricadeva all'indietro, i suoi seni che si offrivano al tocco avido di Michele.

Oh, sì.. ancora..


Stefano si sporse, la sua mano si posò delicatamente sulla coscia di Giada, una carezza leggera, quasi timida, ma che le fece venire la pelle d'oca. Giada lo guardò, i suoi occhi pieni di promesse.

Anche tu, Stefano. Non essere timido.

E Stefano, con un coraggio improvviso, si avvicinò e le baciò il collo, lasciando una scia di baci umidi e caldi che le fecero vibrare ogni nervo.
Matteo, nel suo angolo, era un incendio. Non riusciva a distogliere lo sguardo, il suo corpo teso, il respiro affannoso. Il rumore dei baci, i gemiti di Giada, le mani dei due uomini sul suo corpo, tutto lo travolgeva in un vortice di desiderio e sottomissione. Voleva di più, voleva vederla completamente nuda, voleva vederla perdersi in loro, e sapere che lui, il suo schiavo, era lì a guardare.
Giada, sentendo il suo sguardo bruciarle addosso, si mosse sul divano, le sue gambe che si aprivano ulteriormente, le dita che le sollevavano leggermente il vestito, rivelando un po' di più delle sue cosce. I suoi occhi incontrarono quelli di Matteo, un sorriso malizioso sulle labbra.

Contento, mio schiavo? Questo è solo l'inizio.

E Matteo annuì, incapace di parlare, il suo corpo in fiamme, pronto a ricevere qualsiasi ordine, qualsiasi umiliazione, pur di continuare a godere di quello spettacolo proibito.
Michele, con un'audacia sorprendente, le sollevò l'abito con una mano, rivelando l'intimità di Giada. Poi, senza esitazione, affondò il viso tra le sue gambe, iniziando a leccarla con una voracità che fece tremare Giada.

Oh, sì.. Michele,

ansimò lei, le sue dita che si aggrappavano ai capelli di lui, tirandoli dolcemente.

Sei così bravo.. non ho mai provato una cosa simile.

Il suo corpo si inarcò, mentre i gemiti si facevano più forti. Matteo sentiva il sapore del piacere di Giada nell'aria, una fragranza che lo torturava e lo inebriava.
Giada, in preda a un'ondata di desiderio irrefrenabile, spinse la testa di Michele più a fondo tra le sue cosce, mentre con l'altra mano afferrava il membro di Stefano, portandolo alla sua bocca. Iniziò a succhiarlo avidamente, alternando sguardi complici tra i due uomini. La sua bocca lavorava senza sosta, assaporando entrambi, mentre le mani di Michele la toccavano ovunque e Stefano la penetrava con dita esperte.
Successivamente Stefano, con un'abilità inaspettata, aveva iniziato a penetrare Giada da dietro, unendo i loro corpi in un trio sensuale e animalesco. Giada si trovò stretta tra due fuochi, i gemiti che le uscivano dalle labbra senza controllo.

Mmh... più forte, Stefano.. e tu, Michele.. vieni qui che voglio sentire il tuo sapore!

La sua voce era un misto di disperazione e puro godimento. Michele, si tirò su, rivelando il suo membro già turgido. Con un movimento deciso, riempì la bocca di Giada con il suo cazzo turgido. Giada era ora completamente riempita, il suo corpo che si muoveva in un ritmo frenetico, alternando i piaceri dei due uomini.

Sì! Così.. voglio sentire entrambi!

ansimava, le sue gambe che si stringevano intorno ai fianchi di uno e poi dell'altro, mentre le sue labbra si alternavano sui loro peni, succhiando con avidità.
Il feeling con Michele era palpabile, una connessione quasi immediata che andava oltre il sesso. I loro sguardi si incrociavano, carichi di una comprensione reciproca. Le labbra di Michele non si staccavano quasi mai da lei, con una devozione che rasentava l'adorazione. Giada raggiunse l'orgasmo più e più volte, i suoi muscoli che si contraevano violentemente, i suoi gemiti che riempivano la stanza, una melodia di piacere puro. Entrambi gli uomini si alternavano a spingere dentro di lei, il suo corpo teso, contribuendo al crescendo di piacere.
Matteo guardava, immobile e muto. Il suo ruolo di osservatore sottomesso era totale. Vedere Giada così completamente abbandonata al piacere, così bramata e posseduta da due uomini, era il culmine della sua fantasia. Era un tormento che lo consumava, ma anche un'estasi che lo spingeva al limite. Ogni gemito di Giada, ogni spinta, ogni sussurro di piacere, erano un colpo al suo cuore e una scarica elettrica per il suo corpo imprigionato.
Quando l'onda dei gemiti si placò e i corpi si sciolsero, Michele e Stefano si ricomposero lentamente, il sorriso sulle labbra e gli occhi lucidi di soddisfazione. Giada li salutò con baci sensuali, promettendo un futuro di simili e ancora più intensi incontri. Si congedarono, lasciando Giada e Matteo soli nell'intimità del loro salotto, impregnato degli odori dolciastri e muschiati del sesso.
Giada, letteralmente

ubriaca di piacere

, si lasciò cadere sul divano accanto a Matteo, il suo respiro ancora affannoso, un'aura di trionfo che la circondava. Si strinse a lui, la sua pelle calda contro la sua, il profumo di altri uomini ancora sulla sua pelle, un profumo che per Matteo era il più potente afrodisiaco.

Sei stato un bravo schiavo, stasera, Matteo,

sussurrò, la sua voce profonda, carica di sensualità e soddisfazione.
Lentamente, con dita esperte, Giada prese in mano il membro di Matteo, la sua stretta morbida ma ferma, e cominciò a masturbarlo con movimenti lenti e sensuali.
Mentre le sue dita lavoravano sul suo membro, Giada iniziò a raccontare, la sua voce un sussurro eccitato, quasi un racconto erotico sussurrato solo per lui.

Oh, Matteo.. non puoi immaginare.. il modo in cui Michele mi ha leccato. Così profondo, così avido. Sentivo la sua lingua dappertutto, mi faceva tremare.. e io che mi stringevo ai suoi capelli, a tirarglieli.. era così bravo a farmi venire.. uno dopo l'altro. E poi, quando è entrato dentro di me... così abbondante, così pieno. E Stefano, che mi penetrava da dietro.. Oh, Matteo, mi sentivo divisa, riempita da ogni parte, con la mia bocca che succhiava i loro cazzi uno dopo l'altro.. Era una sensazione incredibile, Matteo. Sentivo il tuo sguardo su di me, e questo mi rendeva ancora più eccitata. Pensavo a te, a come mi stavi guardando, a come stavi godendo del mio piacere con loro.


Matteo chiuse gli occhi, la sua testa appoggiata sulla spalla di lei, ogni parola di Giada un'ondata di piacere che lo travolgeva. Sentiva il calore della sua mano sul suo membro, il suo respiro sul suo collo, e nella sua mente si riproduceva vividamente ogni scena raccontata da Giada. Era un'esperienza perversa, un piacere estremo che solo lei, la sua splendida regina, poteva dargli. Il suo corpo tremava, scosso da brividi incontrollabili. La sua mente era un tripudio di immagini, di sensazioni, di sapori che lei gli stava descrivendo.
Giada continuò, il suo tono che si faceva più lascivo.

Il modo in cui Michele mi guardava.. con quella fame negli occhi. E quando era dentro di me, Matteo.. sentivo ogni singolo centimetro, e il suo profumo.. era ovunque. Mi sono sentita così desiderata, così viva, così donna. E sapere che tu eri lì, a guardarmi, ad accettare tutto questo per me... oh, mio schiavo, questo mi ha reso ancora più forte, ancora più vogliosa.


Matteo non riuscì più a resistere. Con un gemito profondo, si riversò nella mano di Giada, un orgasmo potente e liberatorio, il culmine di una serata indimenticabile, il suggello del suo destino. Era il suo posto, ora lo sapeva con ogni fibra del suo essere. Accettare il piacere di Giada, anche quello che gli causava tormento, era diventato il suo onore, il suo unico scopo. Giada sorrise, guardandolo con occhi soddisfatti, pulendo via il suo seme con un dito, un gesto intimo e dominante.

Bravo, mio schiavo,

sussurrò.

Questa è solo l'inizio. Il tuo destino è nelle mie mani. E io sarò una padrona molto esigente.

Matteo annuì, il suo sguardo pieno di devozione. Il

richiamo della foresta

aveva ora un suono familiare, il suono del piacere di Giada e della sua totale, irreversibile sottomissione.

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