Educazione di un giovane cuck: università. Parte 2
by Stichus2Visto: 1263 volte Commenti 7 Date: 11-08-2024 Lingua:
racconto 2
Riprendo il racconto precedente, nella speranza di non deludere le aspettative.
Dall’incidente del diario era passata oramai una settimana: l’atteggiamento di Valeria era molto freddo e distaccato a lezione, tanto che i nostri amici comuni continuavano a fare domande relative all’ipotesi che ci fossimo lasciati. Mi limitai a smentire, ma con poca convinzione. È un periodo così… lo stress degli esami… ma non credevo nemmeno io alle mie parole e inoltre non sapevo cosa dicesse lei. Per quanto ne sapevo poteva anche aver messo in giro la voce che fra noi fosse finita del tutto.
D’altronde hai miei messaggi “ti va di parlare?” “ciao come va?” e simili non rispondeva. Ecco devo dire che non è che avessi tutta sta grande abilità comunicativa.
Dicevo una settimana, era un sabato pomeriggio e mi arrivò la telefonata del mio migliore amico dei tempi dell’università: gli serviva un quinto a calcetto, solita storia avevano provato con tutti e alla fine restavo io, che ero il più scarso fra tutti. Accettai per sfinimento.
Non potete immaginare cosa provai quando mi ritrovai a giocare insieme a GIGANTE, NON ENTRAVA. Fino ad allora lo conoscevo di vista. Ho studiato in un piccolo Ateneo del centro Italia, per cui tutti conoscevano tutti.
Tralascio la cronaca della partita, perché sarebbe la cronaca di un disastro (non solo per colpa mia eh). Ma capirete che una volta negli spogliatoi non potevo non pensare a lui e Valeria e non vedevo l’ora di scoprire questa maxi dotazione. Chiaro che in erezione le cose cambiamo, ma al naturale avrebbe dovuto mostrare qualche prova di quello che sarebbe potuto essere.
Dovetti concentrarmi e stare il meno possibile nelle docce per evitare di avere un’erezione davanti a tutti. Il pacco di GIGANTE, NON ENTRAVA non aveva deluso le aspettative, era impressionante per larghezza soprattutto. Solo in un secondo momento mi chiesi come Valeria avrebbe potuto approcciare un tipo come lui, che diciamo non combaciava con il suo ideale di ragazzo. Ma poi capii che la risposta era la più semplice: era bello e atletico, tanto bastava.
Tornato a casa mandai un messaggio a Valeria un po’ diverso “sono stato a giocare con Ilario” (vabbé ora posso chiamarlo col suo nome); ancora silenzio.
“Devo ammettere che ha una dotazione notevole, capisco perché non entrava”
Ero eccitato, non pensai alle conseguenze, o forse non pensavo ce ne sarebbero state.
“In realtà è entrato a metà”
La risposta di Valeria mi spiazzò. Non sapevo se darle corda o mettermi sulla difensiva. Decisi di pungere sull’orgoglio.
“Beh sai alle volte è una questione di posizione, magari avete sbagliato”
“Entrava solo se stavo sopra io, ma a una certa non ce l’ho fatta”
“Wow, ti sarai fatta dei quadricipiti allora”
“Hai visto che bicipiti che ha, mi teneva lui sollevata”
“Quindi il ritmo lo dava lui?”
“Beh diciamo che non è molto democratico, tutt’altro”.
“E a te piace questo modo di fare?”
“Con lui mi piaceva”
Non sapevo come andare avanti nella discussione, dato che i miei modi erano un po’ diversi a letto. Ma arrivò un nuovo messaggio “mi sto toccando a ripensare a quella sera; vuoi che ti chiamo e te la racconto?”
Fu così che feci per la prima foto sesso al telefono o sexting o quello che è. Appena risposi le dissi che potevo andare da lei, essere da lei in 15 minuti al massimo. Ma lei mi zittì.
Se volevo ascoltare il racconto della serata potevo farlo solo al telefono. Non protestai.
Iniziò a raccontarmi del flirt fuori da un bar del centro, delle prese in giro delle sue amiche. Del passaggio a casa e di lui che le chiede “posso salire?”.
A quel punto Valeria interruppe il racconto “Devo togliermi le mutandine, se vuoi fallo anche tu”.
Continuò sottolineando i modi spicci e diretti di lui. Una cosa che non le era mai capitata. Lui dopo nemmeno 2 minuti aveva sfilato la maglietta e lei davanti a quel fisico curato non aveva resistito. Aveva iniziato a baciarlo e lui l’aveva spogliata e l’aveva distesa…
All’immagine di lui che le leccava la fighetta pelosa dovetti smettere di menarmelo per non venire. Dopo la rassicurazione che però ero più bravo io a leccare mi raccontò lo stupore davanti al cazzo di Ilario, la fatica nel prenderlo in bocca e i vari tentativi di accoglierlo dentro.
“Arturo sai che nessuno dei due alla fine è venuto? direi che me lo merito questo orgasmo… pensami sopra di lui e vieni anche tu”
Con la mano ancora sporca di sborra, le chiesi se fosse venuta.
“Buonanotte, ci si vede in giro”.
Era un addio? un nuovo inizio?
Magari qualcuno si aspettava una mega svolta cuck, ma la realtà è sempre meno sorprendente dell’immaginazione.
A ogni modo fatemi sapere se volete che continui.