RACCONTO TITOLO: L'autobus (storia realmente vissuta) 
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L'autobus (storia realmente vissuta)


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L'autobus (storia realmente vissuta)

by Eroticgame
Visto: 822 volte Commenti 4 Date: 07-10-2022 Lingua: Language

Premessa: questo racconto è il resoconto di quanto realmente avvenuto nel ormai (purtroppo) lontano 1988. L'ho già pubblicato su altre piattaforme. Questa è l'ultima versione riveduta e aggiornata. Spero vi piacerà.

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Se una qualsiasi tra le persone che conosco, e con le quali condivido la mia vita di tutti i giorni, riuscisse a riconoscere in me il personaggio di questo racconto, costui o costei non esiterebbe a pensare che io possa essere dotato di una doppia personalità.
Non sono granché bravo a scrivere, ma voglio cogliere l'utilità di questo spazio per raccontare una mia esperienza realmente vissuta.

Ea il 1988, avevo più o meno vent'anni e da poco terminato il servizio militare.
Chi ha vissuto questa esperienza sa bene si tratta di un periodo della propria esistenza in cui cambiano parecchie cose.
Gli amici li avevo persi per strada... si era interrotta la storia con la mia fidanzata che durava da tre anni e che, fino ad allora, aveva rappresentato la mia unica esperienza sessuale. Iniziava una nuova vita.
Mi trovavo seduto sull'autobus durante un'afosa giornata estiva, guardando fuori dal finestrino in attesa che il mezzo pubblico giungesse alla fermata vicino casa.
A un certo punto mi guardai attorno. Non c'era molta gente, alcuni si facevano aria con ventagli improvvisati, di spazi a sedere ce n'erano parecchi, eppure lei stazionava in piedi davanti a me.
Era una piacevole signora di mezza età un po' robusta, indossava un vestito leggero che le lasciava scoperte le spalle.
Inizialmente non la degnai di attenzione fino a quando non mi accorsi che mi guardava fisso negli occhi.
Rimasi un tantino imbarazzato in quel fugace incontro di sguardi, ma sentii contemporaneamente un certo rimescolamento interno.
Bisogna considerare che ero in astinenza da mesi e che, a vent'anni, la fantasia galoppa facilmente.
Cercai di capire se quel suo sguardo fosse stato occasionale sforzandomi di non rendere palese il mio interesse.
Eppure... sembrava spregiudicata, continuava a fissarmi senza abbassare minimamente lo sguardo. Cominciai a sentirmi agitato, ma risposi al suo sguardo pur non riuscendo ad imporre il mio.
A un certo punto, con estrema sorpresa, mi resi conto che il suo sguardo si era spostato sulla mia zona inguinale.
L'erezione fu immediata mentre sentivo il mio cuore che cominciava a battere forte!
Indossavo un paio di pantaloni abbastanza ampi che nascondevano le fibrillazioni del mio amichetto... nessun'altra persona stava prestando attenzione a noi.
Con la scusa di stirarmi un po' schiacciai il tessuto dei pantaloni lasciando che potesse accorgersi del vistoso rigonfiamento sotto.
Il suo sguardo si fece più attento e concentrato, mi accorsi di un leggero rossore sul suo viso.
Voltai con noncuranza lo sguardo al finestrino, solo per pochi secondi, poi tornai a guardarla.
Mi stava sorridendo. Risposi al suo sorriso e poi per timidezza distolsi nuovamente lo sguardo.
Ero eccitatissimo e già pregustavo la sega impetuosa che mi sarei concesso una volta arrivato a casa.
Giunti a poche fermate dal punto di arrivo la vidi muoversi come se stesse apprestandosi a scendere, poi senza guardarmi disse a bassa voce “Vieni con me?”.
Altro tonfo al cuore, altra sorpresa, ma senza esitazione le risposi “si!”
Scendemmo entrambi dall'autobus e dopo qualche istante di silenzio mi disse “Seguimi, ma stammi a distanza”.
Percorremmo circa trecento metri prima di arrivare davanti al suo palazzo.
Lei aprì il portone ed aspettò che anch'io entrassi, poi salimmo entrambi nell'ascensore.
Sorrisi... nessuna parola tra di noi. Usciti dall'ascensore lei aprì la porta del suo appartamento e mi lasciò entrare invitandomi ad accomodarmi sul divano.
“Mi aspetti qualche secondo? Arrivo subito”.
Mi lasciò da solo, agitatissimo. Sentii il rumore dell'acqua che scorreva.
Arrivò un paio di minuti dopo. Inserì una cassetta nel videoregistratore, si sedette di fianco a me e col telecomando fece partire il film.
La cassetta non era stata riavvolta e comparve davanti ai miei occhi la scena di una donna impegnata in un delizioso pompino.
Avevo vent'anni... poca esperienza, scarsa eleganza ed ero arrapato come non mai.
Iniziai a toccarle il seno mentre il suo sguardo era fisso alle immagini del film.
Poi le infilai la mano sotto al vestino, in mezzo alle cosce, e mi accorsi che non indossava gli slip.
Sentivo la sua figa fresca di bidet appena fatto. Iniziai a masturbarla.
Per qualche istante mi lasciò fare non lasciando trasparire particolari emozioni, poi d’improvviso posò la sua mano sulla patta dei miei pantaloni iniziando subito dopo a slacciarmela.
Sembrava un po’ agitata e pareva in difficoltà, presi allora l’iniziativa e senza troppi preamboli slacciai i pantaloni e mi calai i boxer, lasciando emergere davanti ai suoi occhi il mio cazzo duro e già pronto all’uso. “Che bello!” ebbe modo di dire con aria eccitata prima di prenderlo in bocca. Era chiaramente più esperta della mia ex fidanzata, molto più fantasiosa; alternava lo scorrere delle sue labbra attorno all'asta a leccate dalla radice del cazzo fino alla punta della cappella, un’esperienza che a giovane ragazzo come me, tutto sommato alle prime armi, era sconosciuta fino a quel momento.
“Apri le gambe” mi disse poi, incuneandosi nel mezzo ed iniziando a leccare e succhiare i testicoli mentre mi masturbava lentamente.
Mi lasciò cuocere a fuoco lento per qualche minuto, poi si alzò in piedi e si tolse i vestiti lasciando anche a me il tempo per sfilarmi di dosso ciò che mi era rimasto.
Mi alzai anch’io e l’abbracciai. Non era molto alta ed il mio cazzo duro le premeva sulla pancia.
Ci baciammo sulla bocca per lunghi istanti mentre le mie mani la esploravano.
“Siediti” mi disse, e io obbedii. Lei mi si sedette a cavalcioni strofinando la figa sul mio cazzo e ponendomi davanti al viso le sue tette non più molto sode ma ugualmente soffici ed elastiche.
Le baciali, le leccai e le succhiai. Non potevo più resistere... infilai la mia mano nello spazio tra di noi al che lei si sollevò. Presi in mano il cazzo e lo puntai sulla sua figa aperta.
“Si bravo...infilamelo dentro” disse lei, lasciandosi impalare subito dopo.
Iniziò a cavalcarmi con un ritmo molto lento, cosa che ad un giovane puledro come me andò bene solo per un paio di minuti.
“Voglio scoparti io” le dissi ad un certo punto. Lei sorrise, si sfilò da me e mi chiese “Come vuoi scoparmi?”. “Sdraiata!”.
Lei mi accontentò, si distese sul divano, aprì le gambe e mi permise di montarle sopra.
La scopai con vigore... lei seguiva abilmente il mio ritmo con efficaci colpi di bacino.
Ad un certo punto mi afferrò le natiche ed iniziò a premermi ritmicamente contro di lei, poi a sorpresa iniziò ad esplorare il mio buchino posteriore col suo dito.
La pressione salì immediatamente: “Così mi fai venire!” le dissi.
“Si... fallo” mi rispose, aggiungendo subito dopo: “vuoi venirmi in bocca?”.
Inutile negarlo, non avevo la forza di volontà per uscire da quella tana calda e accogliente, quindi non le risposi e continuai a scoparla con vigore.
A un certo punto sentii l'orgasmo in arrivo ed esclamai “Sto per venire!”.
“Sii...vienimi dentro” replicò lei.
Fu un’esplosione... sentivo la mia cappella che si contraeva sputandole dentro la mia sborra... fu un orgasmo lungo ed intenso, al termine del quale mi abbandonai esausto su di lei appoggiandole il viso sul seno.
Nel mentre che io fuoriuscivo lei si preoccupò di infilare la mano sotto la figa per raccogliere mio sperma onde evitare che potesse macchiare il divano.

Poi si assentò per qualche minuto, chiedendomi se desiderassi un caffè. Accettai volentieri.
Qualche minuto dopo eravamo seduti sul divano a parlare di noi.
Mi raccontò di lei, della sua figlia molto giovane, della sua passione per la cantante Mina e di altri aspetti della sua esistenza, scorsi un velo di malinconia sul suo viso solo quando le chiesi che genere di rapporto avesse con suo marito.
Evidentemente non era soddisfatta e per lei il sesso era un fatto soltanto occasionale.
Poi mi sorrise con sguardo dolce e nel contempo provocatorio, abbassando subito dopo il suo viso su di me avvolgendo nuovamente con le sue labbra il mio arnese molle e sonnacchioso. In pochi istanti lo sentii nuovamente duro come il legno dentro la sua bocca.
“Come vuoi scoparmi ora?” mi disse guardandomi negli occhi con quel suo sorriso da dolce diavoletta. “A pecora” risposi prontamente.
Lei si mise in posizione con le ginocchia sul divano, mi posi immediatamente dietro di lei cecando di penetrarla ma sbagliando anche indirizzo per l’inesperienza.
Lei rise, lo prese dolcemente in mano e se lo infilò dentro. Ricominciai a scoparla più lentamente di prima. Ad un certo punto lei mi chiese: “Vuoi mettermelo nel culo?” “Si” risposi prontamente. “Fai piano però” mi disse.
Si sputò su una mano e inumidì il suo buchino. Appoggiai il mio cazzo all’ingresso del suo orifizio ed iniziai a spingere.
“Fai piano... fai piano” continuava a ripetere un po' allarmata. Mi sono chiesto se non l’avesse mai fatto prima, o se semplicemente fosse fuori allenamento.
Le diedi solo qualche colpo prima che lei esplodesse in una risata nervosa dicendo subito dopo “Mi fai male!”.
Sfilai il mio cazzo dal suo posteriore infilandolo nuovamente nella sua figa.
“Lo sento... lo sento” continuava a ripetere mentre la scopavo, agitandosi con foga e gemendo con respiro affannoso.
Non so se abbia raggiunto l'orgasmo, ma ero così giovane ed egoista che non me ne preoccupai più di tanto. Le venni dentro per la seconda volta, serrando le mie mani sui suoi fianchi e spingendo con forza contro di lei.
Mi sedetti esausto sul divano, lei si sedette sulle mie gambe e di regalò qualche innocua carezza prima di alzarsi e andare nuovamente in bagno a ripulirsi, subito dopo dette modo anche a me di darmi una rinfrescata prima di rivestirmi.
Davanti alla porta via mi guardò fisso negli occhi e mi disse: “Ehi, mi raccomando...”. Le sorrisi e le dissi di non preoccuparsi... quanto successo quel giorno sarebbe rimasto un nostro segreto, che solo ora condivido con voi lettori ma che non vi consentirà in alcun modo di riconoscerci; il segreto è garantito.
Ci baciammo dolcemente sulle labbra e poi uscii prendendo le scale, ancora un po' stordito e quasi incredulo di ciò che avevo vissuto.

Il suo nome, come nel celebre romanzo di Umberto Eco, non l'ho mai saputo né ho avuto modo di rivederla eppure è stata una donna importante per me. Quel nostro folle e fantastico incontro non potrò mai dimenticarlo.

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