RACCONTO TITOLO: sogno di una notte di mezza estate 
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sogno di una notte di mezza estate


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sogno di una notte di mezza estate

by fabiomega
Visto: 127 volte Commenti 2 Date: 18-12-2013 Lingua: Language

L'sms di S. mi arriva inaspettato alla fine di un pomeriggio noioso ed afoso di luglio ma la vibrazione del cellulare che mi informa della ricezione è niente in confronto a quella che mi attraversa nel leggerlo.
S. è un vecchio (si fa per dire) compagno romano di giochi, un bull della mia cerchia con cui spartisco letti e mogli altrui e con cui mi tengo costantemente in contatto per dritte ed inviti. Anche stavolta la notizia è buona, anzi ottima: mi informa che una coppia, nostra comune amica, vuol farsi una gita nella capitale ed avrebbe piacere le organizzassimo una seratina frizzante. Niente di piu facile e con qualche telefonata siamo già in 4 fidati maschi per una calorosa accoglienza.
La coppia la conosco da anni e tra tutte è senz'altro quella che vedo piu volentieri. Entrambi 40enni, liguri, di una simpatia contagiosa, sono due veri amici con cui si può parlare di tutto. Lei è bella, indiscutibilmente bella, alta, seno perfetto e culo altrettanto, gambe chilometriche e , per sua stessa definizione, "gran signora in pubblico e gran troia a letto", cosa che posso confermare a lettere di fuoco. Lui, altrettanto ben messo fisicamente, non è mai invadente ma sempre presente e, dopo i bull, sempre partecipe.
Roma non è proprio dietro l'angolo da Pisa, ma se Parigi val bene una messa una serata con D. stravale qualche ora di auto! L'appuntamento è per le 20 presso lo studio di S., un confortevole attico in un palazzo signorile del centro di Roma. Trovo facilmente parcheggio in una capitale oppressa dall'afa e mentre mi porto verso lo studio ricevo una chiamata di S. che mi informa che lui si trova a Fiumicino per riceverli ma che a causa di un ritardo del volo sarebbe arrivato con loro dopo un'ora circa. Nel frattempo posso salire a dare una mano agli altri tre singoli che già si trovano in casa.
L'enorme portone che probabilmente ha visto in diretta la breccia di Porta Pia si apre su un corridoio immenso, con soffitti altissimi e scalinate di pietra. Salgo velocemente tutte le rampe che portano all'attico ( ammetto di non aver avuto il coraggio di usare un ascensore che dall'aspetto ha già sollevato 5 generazioni di romani) ed arrivo ansante allo studio. Meno male che avrò il tempo di tirare il fiato prima dell'impegno previsto.
Aiuto gli altri ad apparecchiare e preparare il buffet freddo. Scelta strategica: niente di cotto o elaborato, il caldo toglie l'appetito e soprattutto niente perdite di tempo a tavola.
Puntuale sulle previsioni trilla il campanello, più per avvisare del loro arrivo che per farsi aprire. Lei è smagliante come sempre e dopo i primi saluti chiede di andare a cambiarsi gli abiti da viaggio con qualcosa di più adatto. Nel frattempo chiacchieriamo con lui del piu e del meno finchè le facce ammutolite dei miei compari non mi fanno voltare.
D. è ricomparsa e nonostante sia passato del tempo da allora, ricordo ogni singolo particolare, come una foto stampata nella mia mente. Capelli biondo scuro raccolti a chignon, parure di orecchini con pendenti e collier, abito sottilissimo trasparente, fasciante e corto color oro, profondissima scollatura sulla schiena, cavigliera sottile dorata, gambe nude su tacchi vertiginosi , oro anch'essi.
I primi secondi passano senza che nessuno dica qualcosa...poi qualche sillaba esce, e sono solo complimenti.
Rompiamo il ghiaccio , anche nel vero senso della parola, con del prosecco freddissimo e tra battute e risate iniziamo a spelluzzicare. Ogni passaggio vicino a lei fa scattare automaticamente una carezza sulla schiena, una palpata al culo, un lieve bacio sul collo. D. non si sottrae certo a queste attenzioni, anzi ogni volta vi si abbandona, baciando questo o quello. Inutile continuare a menare il can per l'aia, i nostri cazzi stanno già tendendo la patta dei pantaloni e piatti e bicchieri vengono presto abbandonati qua e là.
Lei , accerchiata da 4 maschi, alimenta la nostra eccitazione con la sua. I capezzoli premono la stoffa sottile e le sue mani afferrano, impugnano, accarezzano. In breve è chinata tra noi e come una giostra oscena si fa girare intorno i nostri cazzi eretti. Ne assaggia uno mentre ne massaggia altri, in cerchio, e senza preferenze se li prova tutti.
Adesso viene messa a pecorina su un divano e, con la gonna sollevata sui fianchi ed il perizoma scostato di fianco, la penetriamo a turno. Mentre uno se la monta da dietro l'altro si offre alla sua bocca, uno le palpa i seni ondeggianti sotto i colpi e l'altro le divarica le chiappe rotonde per far affondare meglio lo stallone di turno.
Cambia la scena e la prendiamo per terra, su una coperta stesa sul parquet, poi in piedi contro il muro o appoggiata alla scrivania di S. ( che sta immaginando il fatto che al mattino dovrà lavorarci come se niente fosse stato...).
Godiamo tutti su di lei, marito compreso e solo allora rallentiamo il ritmo e le parole tornano a sostituire i grugniti ed i gemiti. Si ripulisce e ci ricomponiamo, prendiamo fiato e aspettiamo che le pulsazioni si ristabiliscano su tempi umani. Accaldato, decido di uscire sul terrazzino che dall'attico si apre sui tetti di roma.
Pochi palazzi, in lontananza, sono piu alti di me e complice il buio rimango nudo, seduto su una poltroncina in plastica. Mi godo il silenzio della notte, non c'è traffico in strada laggiù in basso o forse non si sente, vedo in lontananza la vetrata illuminata della stazione Termini ed il ponentino fresco porta qualche frammento di annuncio ferroviario.
Realizzo la meravigliosa sensazione che sto provando: ho appena fatto del sesso molto gratificante con una donna bellissima, sto sorseggiando del vino freddo seduto nudo su un tetto di Roma, insomma mi godo la vita al 100% .
Il brusio dei miei amici dentro casa mi arriva affievolito dalla porta chiusa per trattenere l'aria condizionata ma all'improvviso, per un attimo, lo sento piu forte, dopo che la porta dietro le mie spalle è scivolata sulle guide.
Non mi volto, ancora preso dalla mia visione, quando vedo D. completamente nuda uscire ed apoggiarsi disinvolta al bordo in muratura del terrazzino di fronte a me, per ammirare anche lei il panorama. Poi si gira, offrendomi una visione che oscura quella dei tetti di roma, e si avvicina con aria scherzosa. Mi si siede a cavalcioni sulle ginocchia, rivolta verso di me. I suoi occhi nei miei, mi bacia mentre le mani cercano la mia erezione. Le ci vuol poco a trovarla e vi si impala . Mi cavalca lentamente, le mie mani sui suoi fianchi, la mia lingua sui suoi capezzoli.
Percepisco, piu che vedere, il marito, adesso vestito, uscito sul terrazzino che da dietro si gode la scena.
Aumenta il ritmo della cavalcata e sento il suo orgasmo inondarmi le cosce, mentre le sue dita si artigliano alle mie spalle. Un lungo gemito accompagna il rallentare del suo ondeggio e l'ammiro, squassata dal piacere.
Si sfila letteralmente da me, lasciandomi nudo, eccitato, inondato ed assolutamente "usato" da lei.
Rimango seduto su quella sedia che ha incredibilmente resistito alla scopata, con le gambe (le mie) ancora tremanti per lo sforzo.
La serata si è conclusa, la mezzanotte è passata da tempo, e dopo aver rassettato lo studio e cancellate le tracce dei bagordi, ci salutiamo sul marciapiede.
Gli ultimi baci, abbracci e carezze volanti prima di sparire nella notte, ancora ubriachi della nostra reciproca compagnia.

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