RACCONTO TITOLO: "Unisono" - Angelique's Bon Bon porn story- 
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"Unisono" - Angelique's Bon Bon porn story-


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"Unisono" - Angelique's Bon Bon porn story-

by Angelique.bonbon
Visto: 948 volte Commenti 12 Date: 05-03-2012 Lingua: Language


Gli incontri hanno sempre un qualcosa di surreale, nel rituale stesso della preparazione vi è quell’ombra di incoscienza della depravazione nella quale ci si imbatte quasi come fosse, al contrario, un appuntamento per la santificazione.

Ed io da brava santa quale sono a quell’incontro mi sono preparata con tutti i dovuti crismi…

Mio marito non c’era ma sapeva molto bene dove mi sarei recata quel pomeriggio. Mio marito non mi abbandona mai anche quando sembra non esserci.

Ho lavato a lungo il mio corpo con il caldo torpore dell’acqua nel bagno di marmo, un travertino dai toni color caramello adiacente alla camera dove mi abbandono alla pace del sonno.

Nell’ascoltare lo scroscio tiepido che mi avvolge sfioro il sesso, da un po’ di tempo acconsento alla scura peluria di crescere perché so che a lui piace e a me piace. Ci metto tanto tempo per asciugare i capelli perché sono lunghi e li devo spazzolare con cura fino a quando sono perfetti e lucidi accarezzati da una spruzzata del profumo che amo e che mi rende me stessa.

Non sono una pianificatrice e decido sull’abbigliamento solo quando mi trovo di fronte all’armadio, tutto improvvisato, d’emblée . Oggi ho voglia di essere sbarazzina decido perciò di indossare una gonna corta a pieghe di colore rosa ed una magliettina aderente; sotto un reggicalze nero ed il perizoma rosa leggermente trasparente, vezzoso, impudico; immancabili calze velate che mettano in evidenza le unghie laccate di rosso dei piedi ed un doveroso tacco da 12 cm. Solo un tocco di cipria e di mascara come una brava bimba.

Una sordida emozione si fa largo dentro di me, ascolto le parole di mio marito al telefono ma sono esclusivamente rivolta al pensiero del cazzo che non vedo l’ora di prendere.

La città non è poi tanto grande, piove forte e sta facendo buio, sono eccitata, sento le labbra della figa inumidirsi, cammino lentamente lungo il tragitto ed intanto i miei seni dolgono nelle coppe di pizzo.

Sul selciato solo il rumore dei tacchi e del cuore che batte ritmico e forte, l’emozione sale, la coscienza di essere una brava donna di famiglia è costante presenza in me come pure lo è la consapevolezza di essere una femmina in calore che ha voglia di essere scopata.

Una porta aperta, una mano mi prende ed una sola domanda:”Hai freddo?” Accenno un timido sì. Il cappotto è a terra e senza nemmeno capire in quale punto della stanza mi trovo ha già la bocca sulla mia, mi bacia, mi stringe. Seduto sul divano mi trascina, faccio la preziosa ma lui sa... E ‘ troppo alto per me e la lotta è impari. La gonna è leggera svolazzando svela il mio intimo impalpabile che lui abbassa con una facile presa. In attimo afferra il mio culo e lo poggia sul cazzo duro, un palo di marmo ardente. Mi morde la bocca ed io lecco la sua lingua umida, non arrivo nemmeno infondo all’asta di carne che sento l’estasi arrivare, tremo e socchiudo gli occhi, dimeno il culo, forte, sempre più forte, mi intima di andare piano. Mi sollevo un po’ e con la mano sento l’uccello e lo scroto inondati, piego le gambe ad angolo retto e mi impalo nuovamente su di lui, di nuovo l’alt.
Lo lecco, sono come un animale e lecco le labbra del mio maschio, godo senza freno piena di cazzo, un cazzo eccitato e grosso.

La mediocrità non fa per me, l’istinto naturale che connota l’essere che rappresento mi porta sempre verso uomini virili e dotati, dai membri invadenti e forti.

Siamo eccitati, ci scopiamo a vicenda senza tregua ma ora è lui che vuole dirigere il gioco, sollevandomi per le gambe senza far sfuggire l’incastro che ci delizia, mi possiede con impeto senza mai essere aggressivo, non ci facciamo mancare baci di passione e sguardi che bruciano. Il mio piacere inonda entrambi, più volte, copiosamente; si bagna le dita e le poggia sull’orifizio del culo, il gesto è inequivocabile, tra pochi secondi sentirò quella sensazione di atroce invasione, totale dilatazione di ogni parte di me. Sento il suo cazzo entrare un po’ alla volta, faccio resistenza, lui risponde con un dolce invito al silenzio. Continua con incedere sicuro e spietato incurante del mio implorare, sa molto bene che al dolore presto si sostituirà il piacere.

Sono completamente dilatata ed umida, sconvolta dal susseguirsi degli orgasmi che avviluppano il mio corpo, gli chiedo di fottermi più forte, di sfondarmi il culo perché sono stata cattiva e me lo merito e lui mi accontenta generoso, godo più volte in quella posizione volgare e lasciva: cosce aperte e un enorme uccello che deflora il mio ano, godo e sgocciolo. Voglio sentire la figa aperta e infilo un dito dentro: il sottile strato di pelle che separa il cazzo nel culo dal mio dito nella vagina è fragilissimo, sento col polpastrello la forma del glande e la nervatura dell’erezione, è un orgasmo fisico e mentale lancinante. Mi ordina di masturbarmi, lì proprio in quell’esile lembo di carne, eseguo e gli mostro la mano madida dei miei umori intanto lui alterna la penetrazione di figa e culo, culo e figa. Afferra i miei polsi costringendomi a piegarmi, le nostre lingue si sfiorano, mi sto impalando con il culo sulla verga e godo ancora.

Fuori piove ed è buio, unica colonna sonora il rumore della tempesta, i miei mugolii e la sua voce calda che mi sussurra passione; il tempo trascorre battendo il suo personale ritmo, il nostro ritmo, quello dei corpi esausti.

Con le gambe avvinghiate alle sue lo tengo ancorato a me, lui mi abbraccia, i respiri si incrociano e le lingue fanno l’amore insaziabili l’una dell’altra, poi irrefrenabile il godimento estremo inequivocabilmente espresso dai sussulti frenetici dell’orgasmo. Viene senza potersi fermare ed io con lui.

All’unisono….

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