RACCONTO TITOLO: thailporkher 
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thailporkher


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thailporkher

by arnia2
Visto: 567 volte Commenti 2 Date: 28-03-2024 Lingua: Language

quando la mia collaboratrice domestica me ne aveva accennato, non lo credevo realmente possibile, tuttavia, durante un viaggio in thailandia, la mia innata curiosità e, l’attrazione verso ciò che di molto insolito stimola le fantasie, anche se le più estreme, ha prevalso sulla ragiovevolezza, riuscedo ad ottenere, attraverso la complicità di una guida locale, il modo per accedere ad un gioco davvero inverosimile quanto estremamente coinvolgente non solo sotto il profilo cerebrale….
si trattava di una sfida eseguita con un mazzo di carte tra alcuni uomini ed una donna che, turnandosi in senso orario, l’avrebbero sfidata al valore più alto, e ponendo, quale posta, una notevole cifra in denaro contro un capo di abbigliamento indossato da colei che in tal modo ne sarebbe divenivenuto l’unico quanto ambitissimo fine.
G. sapeva benissimo, aderendo ad un simile confronto, che i partecipanti sarebbero stati ben determinati a pretendere il corrispettivo spettante loro in caso di ogni singola vincita, mentre lei avrebbe trattenuto in ogni caso quanto vinto ad ogni singola giocata.
la sola vista dei quattro giocatori asiatici, posizionati attorno al tavolo all’interno di un capanno, sito lungo un corso d’acqua, e raggiungibile solamente per mezzo di una piroga, condotta dal proprio accompagnatore, avrebbe dovuto farla immediatamente desistere da una simile impresa, tuttavia ormai le sarebbe stato meno facile il potersi ancora sottrarre da ciò che lei stessa aveva in fondo voluto sperimentare.
le prime tre mani, tra il disappunto dei presenti, furono a suo vantaggio, mentre alla quarta, il minuto individuo alla propria sinistra, vinse il diritto che le fosse sfilata la camicetta, cosa che l’accompagnatore di G. eseguì sbottonandogliela tra il visibilio dei giocatori, i quali potevano prendere così compiaciuta visione delle candide rotondità dei suoi seni racchiusi nelle esigue forme di un velatissimo reggiseno indossato per l’inusuale convegno.
la mano sucessiva la vinse ancora G., ma alla seguente fu la volta di doversi calare anche la gonna, rimanendo in un ridottissimo perizoma che ben poco lasciava ancora d’altro all’immaginazione.
le cospique vincite precedenti, già nel frattemo accumulate in denaro, avrebbero dovuto consigliarle a quel punto di interrompere un gioco pericolosamente già sin troppo avanzato, e che il procedervi lo avrebbe reso inevitabilmente ben più estremo.
invece, complice di quella vorticosa euforia che gravava nell’eccitatissimo ambiente attorno a lei, la fece insistere andando oltre, cosa che fatalmente la costrinse a doversi liberare, in rapida sucessione, d’aprima del reggiseno e poi anche delle mutandine, lasciandola completamente esposta agli sguardi lubrichi degli astanti, sempre più facinorosamente attratti da quella nudità integrale che ormai nulla poteva ancora celare di lei.
a quel punto non aveva altro se non il proprio corpo da offrire a garanzia dell’elevatissima posta in gioco, ed in quella trasgressiva follia collettiva, non esitò a porsi quale più estremo tributo, vincendo ancora altre due ricchissime mani, prima di dover capitolare e concedere che, il grasso individuo alla sua destra, la obbligasse sdraiata sul tavolo e, senza ulteriori preamboli, sbottonandosi i pantaloni, la prese penetrandola con impeto estremo tra il giubilio degli astanti che lo incitavano a godersela senza alcun ritegno.
per G. furono momenti di estremo coinvolgimento emotivo mentre, tentando di estraniarsi mentalmente dalla stuprante imposizione alla quale sapeva di aver l’obbligo di dover sottostare, quelle urla non potevano che farla sentire come una grandissima puttana alla mercé dell’uomo che la stava così impunemente violando.
ripresasi dalla estrema esprienza, e tutt’altro che arrendevole, proseguì ad oltranza nella sfida, vincendo arrogantemente altre due mani, come se quanto avvenuto non le fosse ancora bastato, tanto che alla fine dovette nuovamente soccombere, cedendo soggiacente ad un mingherlino soggetto il quale, invece di farla distendere ancora su quel tavolaccio, la volle possedere da dietro, stuprandola analmente tra le ovazioni di tutti gli altri eccitatissmi spettatori.
alla fine dovette arrendersi e, tra la delusione di coloro che non avrebbero potuto godere oltre a ciò delle gratificazioni che avrebbe potuto ancora elargire, G. si ricompose e affidandosi al proprio solterte accompagnatore si fece ricondurre all’albergo ove era stata prelevata e dove ad attenderla stava il rispettivo compagno, ancora del tutto ignaro di come era stato, in tutta quella lunga assenza, reso nel frattempo così follemente cornuto.



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