RACCONTO TITOLO: Mia moglie e le dune di Maspalomas 
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Mia moglie e le dune di Maspalomas


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Mia moglie e le dune di Maspalomas

by cp58mi
Visto: 1983 volte Commenti 11 Date: 04-01-2024 Lingua: Language



Abbiamo sempre frequentato luoghi dove mettersi nudi al sole anche se abusivi ci permetteva di farlo, e sui fiumi se ne trovavano parecchi di posti simili e oltre a fare naturismo ne approfittavamo come altri per fare esibizionismo.
Fu così che Renata quasi per caso scoprì quanto le piacesse mostrarsi nuda allo sguardo di sconosciuti e sul fiume si rese conto esibendo il suo corpo quanto fosse apprezzato soprattutto dai singoli che vedendola si soffermavano e si toccavano per lei e così la cosa prese piede.
Tutto ebbe inizio una volta quando nudi stesi al sole su un greto di un fiume lei si accorse di un tipo che nascosto dietro a dei cespugli, guardandola se lo menava scoprendo che vedendo uno sconosciuto menarselo per lei la eccitò moltissimo e allora capì quanto le piacesse che un estraneo se lo menasse per lei e da allora cercammo posti idonei dove potersi esibire senza che alcuno avesse da ridire e per questo passammo molto del nostro tempo a cercare luoghi dove poterlo fare.
Con gli anni facemmo parecchia pratica in questo senso affinando il nostro comportamento alle diverse situazioni che di volta in volta si presentavano con lei però che non aveva mai permesso a nessuno di avvicinarsi più di tanto e men che meno di farsi sfiorare neanche con un dito: cosa che io col passare del tempo desideravo accadesse.
Ma col passare dell’età e non essendo più dei giovincelli avendo raggiunto la soglia dei cinquanta, lei di punto in bianco decise che non se la sentiva più di farlo perché secondo lei guardandosi allo specchio non si piaceva più perché diceva di vedersi appesantita e di non avere più il corpo seducente che aveva prima.
Per me quella fu una mazzata, un fulmine a ciel sereno. Ma come, se solo l’anno prima c’erano guardoni che sbavavano nel vederla nuda, come mai ora decideva che fosse ora di smetterla, questo mi fece intristire e non potei nulla dal dissuaderla perché era una testona e quando si metteva in testa una cosa non c’era niente che potesse farle cambiare idea e mi tornarono in mente le prime volte che iniziammo quel tipo di pratica su un fiume.
Eravamo appena arrivati dopo una lunga scarpinata e vedemmo molte persone nude stese al sole e rimanemmo sorpresi perché non pensavamo di trovare così tante e lei ebbe un attimo di ripensamento. Visto però che avevamo fatto un sacco di strada nello sterrato per raggiungere il luogo non ci andava di rimetterci in cerca di un posto diverso col rischio di non trovarne e decidemmo di fermarci lì.
A quel tempo però si era trentenni e il fisico era invidiabile e entrambi spiccavamo tra i molti frequentatori del luogo che al confronto se fossero rimasti coperti sarebbe stato meglio. stata meglio che non si fossero svestiti.
C’è da dire però che la peculiarità del posto era proprio questa, perché sembrava che a nessuno importasse niente e ognuno si metteva nudo al sole senza problemi e Renata tra questi spiccava come una stella cometa che tutti seguivano con lo sguardo: cosa che lei apprezzò da subito.
Ce n’era per tutti i gusti C’erano coppie e singoli di tutte le età, alcuni stesi a godersi il sole e altri che giocavano a tre con Renata che guardava curiosa e eccitata. Quelle giornate si susseguirono per anni e con l’esperienza acquisita ci divertivamo sempre più coi singoli che si fermavano poco distanti con lei che vedendoli menarselo per lei e si eccitava come non mai nel vederli sborrare a pochi passi da lei come del resto accadeva a molte altre donne presenti.
Capitò anche che un singolo mentre veniva, accidentalmente con uno schizzo colpì un piede di mia moglie sporcandolo di sperma, e quella sera a casa ci eccitammo nel ricordo e a letto demmo sfogo alla libidine accumulata al fiume scopando con vero istinto animale.
Più il tempo passava e più l’esperienza ci disinibiva tanto che lei per eccitare ancor più i singoli si toccava davanti a loro per eccitarli e per vederli godere per lei.
La eccitava sempre più guardarli mentre si menavano il cazzo per lei arrivando a godere se a farlo fosse uno che lei gradiva più di altri, soprattutto se aveva un cazzo più grosso della media, allora eccitata si toccava anche lei godendo nel momento in cui questi veniva.
Tutto ciò col tempo mi portò ad avere delle fantasie su di lei che andavano ben oltre arrivando a eccitarmi pensando che fosse lei a menare quei cazzi e farli sborrare tenendoli in mano.
Più passava il tempo e più quell’idea prese piede perché pensavo che anche lei si eccitasse a pensarlo e che godeva per quel motivo senza avere il coraggio di dirmelo.
Ero così certo che fosse così perché da tempo era cambiata e a letto non si ritraeva più alle mie richieste che fino ad allora aveva sempre rifiutato e mi meravigliò la volta che le chiesi per l’ennesima volta di permettermi di profanarle l’ano e lei acconsentì lasciandomi meravigliato che avesse acconsentito.
Da quella volta capì che era stato uno spreco non farlo prima perché le piacque talmente che da allora era più le volte che la inculassi che prenderlo in figa.
Da allora e ancora oggi ha degli orgasmi anali che alle volte sono addirittura maggiori di quelli che ha vaginalmente e una sera, particolarmente eccitata le dissi della mia fantasia e di quanto mi sarebbe piaciuto vedere che fosse lei a menare quei cazzi e vedere ricoperto il suo seno del loro piacere.
Invece che mandarmi affanculo, vidi che stava elaborando quelle parole e se ne venne fuori dicendo: Certo che siamo cambiati mica poco noi due, disse seria. Ti sei
mai chiesto del perché abbia deciso di prenderlo in culo, l’ho fatto perché ho
visto la tipa del fiume che si è fatta inculare davanti al marito dopo che questi
le aveva massaggiato l’ano con della crema e mi ha eccitata vedere con
quanta facilità quello gliel’aveva messo in culo e lei godere come una matta e
questo mi fece pensare che anch’io provando avrei potuto godere e ho
accettato di provare. Ma mai sarei mai capace di fare una cosa simile davanti
a altri, un conto è farlo tra le mura di casa e un altro farlo davanti a
sconosciuti.
Sì ma io non parlavo di farti inculare, parlavo di una sega. Una sega non è come prenderlo nel culo, e visto che ci sono un sacco di donne che lo fanno in presenza di tetti non ci sarebbe niente di male se anche tu provassi e sono certo che ti piacerebbe.
Mi rispose che se anche ne avesse avuto voglia non se la sentiva di farlo davanti a altri cime facevano alcune per paura d’incontrare per caso qualcuno a cui l’aveva fatta e che in giro venisse riconosciuta.
Sfortunatamente però ora le cose sono cambiate e lei ha deciso di smettere quelle pratiche che tanto ci eccitavano e questo mi rese triste. Diceva di non vedersi più bella di com’era e che non voleva fare figuracce preferendo smettere.
Ma io sapevo che non era così, lei era ancora una gran bella figa, altro che palle, era ancora molto attraente e la sua era solo una sua fissa e nonostante l’età vi giuro che era ancora una gran figa di quelle che un uomo farebbe follie pur di farla sua. Certo, il suo corpo non era più quello di una ventenne, con l’età si era rimodellato acquisendo le forme di una donna matura, con qualche chilo in più ma distribuiti bene da farla apparire tutt’ora una gran gnocca: ma valla a convincere quella testona che quando si metteva in testa una cosa non c’era verso di fargliela cambiare.
Anche non ammettendolo, quando si accorgeva dello sguardo insistente di qualche maschio che la guardava, i suoi capezzoli s’indurivano come sempre, e quelle sottili rughe intorno agli occhi le donavano dandole un aspetto della donna matura che sa ciò che vuole accrescendo il suo sex Appel che solo una donna della sua età può avere e mi spronava a cercare un escamotage per farle cambiare idea.
Mi stavo scervellando quando un giorno in ufficio sentii un collega dire che dei suoi amici erano appena tornati da Gran Canaria ed erano entusiasti di esserci stati perché si erano trovati più che bene e oltre al bel clima avevano anche speso relativamente poco a differenza di altre mete. Disse raccontando della loro permanenza, che senza saperlo un giorno attraversando le dune per raggiungere l’oceano di Maspalomas si erano ritrovati loro malgrado in una spiaggia naturista dove la maggior parte delle persone oltre a girare nudi tra le dune, ce n’era di quelli che al riparo di cespugli ne combinavano di ogni…
Curioso appena rientrato a casa accesi il computer e andai a fare una ricerca su Google Maps per trovare la spiaggia che il collega aveva citato e la trovai.
Era a Maspalomas di Gran Canaria e precisamente la spiaggia di cui parlava era Playa del Inglés dove avevo individuato anche l’hotel che aprii cliccando: si trattava dell’hotel Riu Palace adiacente la spiaggia e dove avremmo potuto soggiornare in mezza pensione a un prezzo davvero conveniente qualora lei avesse accettato di andarci, e non stando nella pelle la misi al corrente con un piccolo sotterfugio.
Ma guarda che bello, dissi tra me sapendo d’incuriosirla.
Che cosa? Cosa stai guardando di bello?
Vieni, vieni a vedere che posto fantastico, me ne parlava oggi un collega ed è proprio bello: guarda.
Con lei alle mie spalle aprii le foto e gliele mostrai facendole vedere dove erano stati gli amici del mio collega dicendole quanto gli fosse piaciuto e che certamente ci sarebbero ritornati.
Oltretutto dissi pare che sia stato pure conveniente diversamente da altri posti.
Prova a guardare disse lei, casomai le la spesa non è eccessiva potremmo andare quest’inverno.
Sì risposi, è l’ideale andarci in inverno perché lí la temperatura è sempre mite, ti piacerebbe andarci?
Certo che mi piacerebbe, dai un’occhiata e vedi cosa ci verrebbe a costare, non vorrei avere delle sorprese.
Ero euforico per il modo in cui l’avevo tirata dentro e felice che avesse accettato. Finalmente lì avrei avuto le mie carte da giocare e attesi con impazienza che passassero quei tre mesi: poi partimmo.
Arrivati ritirammo l’auto a noleggio prenotata in precedenza e raggiungemmo l’hotel, ci registrammo e salimmo in camera. La prima cosa che facemmo fu affacciarsi al balcone e ammirare la magnifica distesa di sabbia con le sue dune che finivano per essere lambite dalla vastità dell’oceano Atlantico e Renata sembrò contenta del luogo e dalla scelta fatta.
Per quanto mi riguardava, ero più interessato a vedere la gente che inoltrandosi tra le dune sparivano e riapparivano tra gli avvallamenti e pensai a quanti tra loro fossero lì per la mia stessa ragione, chissà quanti mariti come me avevano portato lì la propria moglie per mostrarla e magari fare qualche piacevole porcata e mostrarla a ignoti sconosciuti e forse anche a cederle per godere appieno nel vederle godere con altri: solo il pensiero mi fece avere un’erezione pazzesca.
Il mattino successivo dopo aver fatto un’abbondante colazione, nella hall dell’hotel incrociammo una compagnia d’Italiani che con i loro bagagli aspettavano il pulmino che li avrebbe condotti in aeroporto per tornarsene a casa e ne approfittai per chiedere loro info su cosa valesse la pena di visitare e avere info su qualche ristorante dove mangiar bene.
Furono lieti di esserci utili indicandoci posti e ristoranti dove gustare i piatti del luogo avvisandoci però che qualora avessimo deciso di attraversare le dune per raggiungere l’oceano, di fare attenzione e non andare in una certa direzione perché in una zona tra le dune c’era un posto indicandolo con un dito teso, dove era meglio che ci avventurassimo perché loro ci erano stati e si erano ritrovati in una situazione a dir poco imbarazzante in quanto quella era una zona di nudisti e non solo, perché dissero che fecero in tempo a vederne di cotte e di crude e risero al ricordo.
Una volta soli Renata mi chiese se ne fossi stato al corrente pure io e ovviamente le risposi di no e che non ne sapevo nulla: come facevo a saperlo se è la prima volta che veniamo qui!
Le dissi che sapevo che le isole Canarie tolleravano il nudismo, ma che fossimo capitati nel mezzo proprio non lo sapevo: è stata una sorpresa anche per me, e poi c’è da vedere se non hanno esagerato quelli nel dire le cose. Vedremo dissi, magari un giorno di questi ci andiamo e gli diamo un’occhiata dissi con finto distacco.
Il fatto che non si fosse opposta mi rese euforico e iniziai a sperare.
Salimmo in camera e ci mettemmo in costume, ma col sole alto c’era così tanto caldo che decidemmo di fermarci in piscina e metterci sotto l’ombrellone, al mare ci saremmo andati al pomeriggio col sole meno tosto e chissà che non sarei riuscito pure a portarla a fare un giro nella zona hot dove gli Italiani ci avevano detto di stare alla larga.
Erano le diciassette quando c’inoltrammo tra le dune e fu lei a chiedermi dove fosse il luogo da cui saremmo dovuti stare lontani. Gli indicai la direzione e vidi che s’incamminò sicura proprio verso quel punto e io felice ma in silenzio non dissi nulla e la seguii con il borsone da mare sulle spalle in cui lei aveva messo un grande e leggero telo da stendere e metterci poi sopra i due asciugamani, della crema e l’olio solare assieme a una bottiglia d’acqua.
Non fu una passeggiata e risultò faticoso camminare nella sabbia rimanendo sorpresi di vedere quanti come noi si aggiravano nella zona e in lontananza la maggior parte camminavano con lo zaino sulle spalle e l’uccello di fuori: erano tutti nudi e pensai a cosa avremmo trovato una volta lì.
Guardai Renata e vidi che non le erano sfuggiti quei maschi che camminavano nudi in cerca di qualcosa ma non si meravigliò più di tanto anzi, sembrava interessata a andare avanti e vedere cosa avremmo visto una volta arrivati.
E infatti iniziammo a vederne delle belle. Più ci inoltravamo e più trovavamo gente di tutte le età, c’erano coppie libertine le cui donne giocavano con i singoli e parecchi maschi intorno che guardando le loro performance si segavano guardando.
Però fece lei, altro che al fiume, qui si fa sul serio disse seriosa.
Superata l’ennesima duna vedemmo un altro gruppo di persone con una coppia semi riparata dall’ombra di alcuni cespugli con la donna che giocava con uno che sembrava avere la metà degli anni di lei mentre il suo uomo li riprendeva con una videocamera e altri poco distanti che se lo menavano eccitati.
Anche noi rimanemmo a guardarli fino a che lui venne, aspettammo che lo tirasse fuori e vedemmo lei sfilargli il preservativo, guardare il contenuto e una volta annodato lo gettò in una busta lì accanto. Solo allora riprendemmo a camminare fino a che trovammo anche noi un posticino e Renata disse di fermarci.
Ma l’hai vista quella? Chiesi a Renata mentre mi aiutava a disporre il telo sulla sabbia. Non mi dire che quella è meglio di te. Hai visto che tette molli e quanta cellulite aveva, e nonostante questo quel ragazzo che secondo me meritava di meglio l’ha scopata comunque, se tu fossi stata nei paraggi pensi che si sarebbe fermato da lei o da te.
Mi guardò senza rispondere ma dal modo in cui lo fece capii che avevo colto nel segno perché notai un lampo nei suoi occhi e sulle labbra apparve un sorriso dandomi speranza.
Dopo aver preso atto di essere superiore a quante avevamo incontrato, non ebbe problemi a spogliarsi tenendo su solo il perizoma e stendersi in attesa che qualcuno si accorgesse di noi.
Non passò molto che un tizio sbucato da una duna la vide e s’incamminò verso noi.
Renata che l’aveva visto, prese dallo zaino l’olio abbronzante e mentre quello si avvicinava prese a spalmarsi il seno i cui capezzoli si erano già rizzati pregustando il momento di eccitare quel tizio.
Il tipo si fermò poco lontano da noi, gettò il telo per terra e sedutosi a gambe aperte si mise a toccarsi il cazzo che era già mezzo duro.
La cosa andò avanti non poco senza che quello desse l’impressione di venire, fu Renata che vogliosa di vedere un uomo godere per lei prese l’iniziativa e decise di provocarlo ulteriormente, scostò il perizoma e iniziò a carezzarsi la figa infilandosi dentro le dita e guardandolo dritto negli occhi per provocarlo e ci riuscì alla grande.
Quello vedendo mia moglie a cosce aperte che se la toccava si mise in ginocchio e prese a menarselo sempre con maggior velocità fino a che lo sentimmo ansimare sempre più fino a che non sbarrò.
Mhmm… Feci io, hai visto? Meno male che non dovevi interessare più a nessuno, a questo gli è bastato guardarti le tette per iniziare a segarsi.
Che strano dissi poi con ironia, forse non sei così decadente come pensavi. Dai, dai a me dissi prendendole l’anti solare, mettiti giù che continuo io, vediamo quanto dura il tuo spettatore a venire.
Lei capì al volo cosa volessi fare, era una pratica che facevamo sempre sui fiumi per arrapare i singoli segaioli e sapeva bene che ora le avrei messo l’olio non solo sulla schiena e facendolo avrei accarezzato le sue parti intime in modo da mostrarle al segaiolo che eccitato quasi sicuramente sarebbe venuto.
A lei piaceva un sacco vedere uomini sborrare per lei e per farlo si mise sulla schiena in modo da guardarlo lasciando che iniziassi a ungerla e a spalmarla.
Quando con le dita le sfiorai l’inguine, con la scusa di non sporcare d’olio il perizoma slacciò i laccetti sui fianchi e lo sfilò da sotto, poi si sdraiò e aprì le gambe per farsi ungere. Con le gambe aperte e i suoi orifizi ben in vista quello che si mise a menarselo come un forsennato avvicinandosi ulteriormente per meglio vederla. Visto quanto gli piaceva la figa della mia signora decisi di farlo impazzire e presi a penetrarla con le dita e i suoi gemiti eccitarono talmente il tipo che accelerò il ritmo e sportosi oltre il bordo del suo telo iniziò a sborrare.
Sembrò una sborrata epocale, uscirono talmente tanti schizzi con una pressione incredibile che il secondo spruzzo fini su un piede a Renata, gli altri, dopo aver abbassato il cazzo finirono sulla sabbia vicino a noi. Ne fece una quantità esagerata, evidentemente era da un pó che non veniva e a Renata piacque talmente quella scena che dalla figa iniziarono a colare abbondanti umori.
CAZZO CHE BELLO!
Non stavo nella pelle, era tornata la troia del fiume e ne ero felice. Chissà quanto ci saremmo divertiti ora che aveva scoperto nuovamente il piacere di quella trasgressione e chissà quanti ne avrebbe fatti sborrare prima che la vacanza finisse.
Il tizio, una volta finito si ripulì alla bene e meglio e senza neanche un saluto si allontanò.
Hai visto, quel pirla mi è venuto sul piede disse sollevandolo perché vedessi, si ripulì con dei fazzolettini e poi si rimise il perizoma.
Le chiesi cosa fosse stata la causa della sua eccitazione e mi rispose che la causa ero stato io con le mie dita e per poco non veniva, poi scoppiò a ridere.
Hai visto quanta ne ha fatta e con che velocità è venuto, è bastato penetrarti, si è talmente eccitato che è venuto dissi.
Sì rispose lei, doveva proprio avere i coglioni pieni per venire in quel modo disse compiaciuta.
Beh anche tu però non sei stata da meno, guarda dissi mostrandole le dita rattrappite da quanto era bagnata.
Wueeeeh fece lei facendomi una boccaccia.
Mamma mia com’era su di giri, era tornata a piacerle vedere degli sconosciuti arrapati per lei e godeva soprattutto veder sborrare quelli che l’avevano più grosso della media: diceva che era più bello vederli sborrare.
Avevo appena riposto l’olio che da una duna ne vidi spuntare altri due che vedendoci s’incamminarono nella nostra direzione.
Renata ovviamente ne fu felice ma fece finta di nulla, ci scambiando un’occhiata e entrambi capimmo che avremmo dovuto ripeterci, si voltò a pancia sotto mettendo in risalto il magnifico culo. Era stupendo vedere come il filo del perizoma sparisse tra le sue belle chiappe morbide.
Si misero poco distante a quatto o cinque metri circa e stesero i loro teli da mare e tolti i pantaloncini potemmo vedere che seppur a riposo avevano entrambi una dotazione fuori dal comune e quello più vecchio tra i due l’aveva perfino esageratamente grosso molto di più del vibratore che usavo con mia moglie e pensai che Renata fosse contenta di questi due quando si fosse girata e li avrebbe visti.
Intanto i due si sedettero e si misero a guardarla: cosa che lei sgamata qual è con la scusa di assestarsi sull’asciugamani si muoveva mostrando il meglio di sé.
Il più giovane dei due l’aveva già in tiro e devo dire che aveva un cazzo davvero notevole. Così diedi un colpetto a mia moglie già collaudato negli anni che le fece capire che era ora che si girasse perché c’era qualcosa d’interessante da vedere.
Attese qualche attimo e poi con mosse seducenti si voltò per vedere coi propri occhi. Si sedette e con finta indifferenza sistemò l’asciugamani, vide come i due fossero interessati e dopo aver visto come l’avesse duro il giovane difronte mi guardò e mi face capire che apprezzava, si sdraiò sulla schiena lasciando le cosce socchiuse per meglio mostrarsi senza però esagerare e rimase così per nu po’ fino a che stanca di non poter vedere i loro cazzi si mise a sedere e mi chiese di passarle l’olio, si unse le mani e iniziò a spalmarsi il seno con movimenti studiati.
Il giovane vedendola massaggiare il seno in quel modo sensuale, rosso in viso si toccava timidamente il cazzo. Era chiara la sua poca esperienza, al contrario dell’altro che si vedeva lontano un miglio quanto fosse molto più sgamato. Era sulla quarantina, capelli scuri e una spruzzata grigia sulle tempie risultava essere interessante, era giusto il tipo che a mia moglie piace eccitare e soprattutto veder godere. Insomma insieme quei due erano davvero due bei tipi nonostante uno fosse un po’ troppo giovane per lei.
Il tipo più vecchio che la guardava tenendosi il cazzo tra le gambe nascondendolo alla vista, ma vedendo come mia moglie si palpeggiava il seno guardandoli come a sfidarli continuava il massaggio sulle mammelle.
Quello capì l’antifona e tirato fuori il cazzo dal nascondiglio tra le gambe glielo mostrò manco fosse un trofeo: a me sembrava un monolite.
Era la prima volta che vedevamo un cazzo simile, e sì che ne avevamo visti mica pochi nella nostra lunga frequentazione sui fiumi, ma un cazzo del genere era la prima volta che lo vedevamo. Che colpiva più di tutto era la circonferenza e pensai che se anche Renata lo avesse preso in mano, sicuramente non sarebbe stata in grado di avvolgerlo tutto e piacevolmente costernati rimanemmo a rimirarlo.
Mia moglie smise perfino di toccarsi dalla meraviglia, colpita quanto me da quelle dimensioni e a bocca aperta inclinò la testa facendogli capire quanto apprezzasse. Forte di questo lui ruppe gli indugi e prese a menarselo piano e scorrendo in giù la mano fece arretrare il prepuzio face apparire la grossa e lucida cappella che Renata vedendo tirò fuori la lingua e forse senza neanche accorgersene si inumidì le labbra.
Passata la sorpresa io e lei ci guardammo stupiti dalle dimensioni e quasi ebbi vergona di stare nudo per il confronto che sicuramente lei avrebbe fatto.
Ma sbagliavo, il mio cazzo era l’ultimo dei suoi pensieri, non le passò neanche per la mente di pensare al mio visto cos’aveva ora davanti agli occhi e sorridendogli gli disse qualcosa a me incomprensibile e siccome per tutta risposta lui rise dicendo yes, chiesi a lei cosa gli avesse detto. Rispose che gli aveva detto che aveva un bel peso da portarsi appresso.
Presi l’occasione al volo e preso l’olio le dissi di stendersi. Lei capì al volo la mia intenzione e senza che glielo chiedessi si mise a pancia sotto mostrando loro il suo culo da ammirare mentre attendeva che iniziassi a frizionarla con l’olio.
Iniziai come sempre dalle spalle cercando di nascondere per vergogna la mia erezione che in confronto a quella di lui sembrava avessi il cazzo di un neonato.
Scendendo dalle spalle frizionando giunsi sui reni sfiorandole il perizoma sapendo che ora lei con la scusa di non ungerlo si sarebbe allentata i laccetti del perizoma per poterselo sfilare. Era una mossa studiata a tavolino e che facevamo da anni sui fiumi per attirare e eccitare il singolo del momento e infatti lei sciolse i nodi.
Quando sentì le dita sui reni slacciò i laccetti sui fianchi e sollevando il culo lo sfilò da sotto rimanendo per un lungo istante a chiappe aperte perché loro potessero ammirarla e io col cazzo indolenzito da quanto era duro presi a l’olio e lo feci gocciolare sopra le chiappe e un po’ tra le natiche che presi a spalmare.
Anche non vedendoli sapeva bene di avere i loro sguardi su di sé e per questo muoveva il culo sapendo di fargli piacere.
Mi voltai verso i due e vidi che il ragazzo non era poi così timido come credevo e guardando il culo di mia moglie reso lucido dall’olio se lo menava palpandosi i testicoli con occhi attenti mentre l’altro col cazzo che pareva un obelisco si limitava a carezzarselo.
Per quanto mi riguardava invece, eccitato com’ero se solo me lo toccavo avrei sborrato urlando, ma non era certo questo che volevo, e nonostante l’eccitazione che facevo fatica a dominare nel vedere quanto anche lei fosse presa da quei due cazzi ritti per lei che faceva di tutto per tenerli arrapati mi aveva fatto salire la libidine a un livello ormai incontrollabile e per questo la feci voltare perché anche lei potesse guardarli e voltatasi sulla schiena vide come avesse calamitato i loro sguardi e per eccitarli ulteriormente apri le gambe. Si appoggiò sui gomiti in modo da poterli guardare a sua volta e attese che la oliassi e iniziassi a spalmarla d’olio.
Appena iniziai a scorrere con le mani tra le cosce e far sì di allargargliele ulteriormente in modo da mostrare loro la figa lucida di umori e semi aperta, quelli andarono subito in visibilio: ero riuscito a mandarli fuori di testa e questo quasi mi fece godere.
Vedendo i loro sguardi assorti e vogliosi, eccitato come non mai con il cuore che batteva a mille presi a carezzarle la figa e preso di libidine le infilai dentro due dita la fecero gemere.
Il fatto che mi lasciasse fare, la diceva lunga su quanto pure lei fosse eccitata e iniziai a sditalinarla per farla godere dinnanzi a loro sapendo la voglia che ormai aveva che qualcuno la chiavasse.
Stando sempre sui gomiti lasciò andare la testa all’indietro e iniziò a gemere per il piacere che le stavo dando, un piacere triplicato sapendo che quei due la guardavano menandoselo per lei.
Stimolandole in quel modo la vagina lei iniziò a godere e lo sciacquio che questa produceva fece innalzare la libidine di tutti, soprattutto al ragazzo che prese a menarselo forsennatamente e con un gorgoglio di gola lo vedemmo eruttare sorra incontrollata che fini per sporcare perfino suo zio che sorpreso non poté che sorridere.
Vedendo quel giovane cazzo eiettare sperma con una velocità a lei sconosciuta, sollevò il bacino e gemendo come una gatta in calore si lasciò andare all’orgasmo liberatorio tanto desiderato. Anch’io sborrai e lo feci senza neanche aver bisogno di toccarmi.
L’unico a non essere venuto era l’altro, e questo spiacque sia a me che a lei.
Si era limitato a toccarsi e a menarselo a sprazzi godendosi la scena e questo ci era parso strano, era la prima volta che capitava che uno davanti a una scena simile avesse resistito dal venire, ma ero comunque felice per il fatto che a Renata fosse tornata la voglia di quei giochi e fosse tornata a essere quella di un tempo: ora anche di più.
Qui non si era al fiume e tra le dune forse si sentiva più libera visto che aveva permesso ai due di starle così vicino, tanto che volendo, allungando il braccio avrebbero potuto toccarla e fu questo a rendermi euforico e mi fece sperare che magari potesse lasciarsi di più andare, cosa che infatti poco dopo, con mio sommo piacere fece.
Col sole ormai sull’orizzonte e col corpo reso lucido dall’olio sembrava la dea della lussuria. Si era sdraiata tenendo le ginocchia sollevati tenuti aperti come fosse sulla poltrona del ginecologo mostrandosi loro senza alcuna vergogna sapendo di farli felici, poi, perché potesse guardarli a sua volta si tirò su come prima appoggiandosi nuovamente sui gomiti e vide il giovane che si ripuliva il cazzo con dei fazzolettini umidificati mentre l’altro col cazzo sempre in tiro tanto da sembrare tenesse un palo tra le mani, la guardava con occhi pieni di desiderio.
M’impressionò vedere quanto fosse grosso quel cazzo e ne provai invidia, pensai che a mia moglie dispiacesse il fatto che suo marito non avesse che la metà di quello e le chiesi cosa ne pensasse.
Ha proprio un bel cazzo eh? Dissi sicuro che loro non capissero. Penso che questo sia proprio il tipo che ti andrebbe di provare: sbaglio? Non dirmi che non ti incuriosisce un affare simile.
Sì, che sia un bell’uomo non c’è dubbio, e che abbia un coso fuori da comune pure: ma questo che c’entra. Rispose senza distogliere lo sguardo dal poderoso cazzo.
No niente. Solo pensavo che visto quanto siamo lontani da casa e che queste persone una volta partiti non le rivedremo più, mi chiedevo perché non ti lasci un po’ andare, potresti toglierti lo sfizio e provare tu a toccarli e farli venire: non dirmi che non ci hai pensato, si vede lontano un miglio quanto ti piacciono, soprattutto il più vecchio. Tra qualche giorno ce ne torneremo a casa e chissà che poi non ti rimanga il rimpianto di non averlo fatto.
Invece che inveirmi contro per quanto avevo detto sorrise, mi guardò e scuotendo la testa disse che era ora che tornassimo in albergo perché il sole era giunto all’orizzonte.
Stavo raccogliendo le nostre cose quando il più vecchio dei due le rivolse la parola parlando Inglese, lingua per me incomprensibile a differenza di lei che per lavoro lo parla correttamente visto che fa la traduttrice presso la quale lavora e tra una loro frase e l’altra le chiesi cosa stessero dicendo.
Rispose che le aveva le spiaceva che andassimo via proprio all’ora del tramonto che era il momento più bello e che gli dispiaceva non aver avuto l’occasione di poterla conoscere meglio.
Ha! E tu cosa gli hai detto!
Gli ho risposto che siamo qui da un giorno e che ci sarà tempo per conoscerci meglio.
Stava dicendo questo quando lui prese l’asciugamani e venne a sedersi accanto riprendendo di nuovo a parlare tra loro come se io non esistessi, tanto non capivo un cazzo di quello che si dicevano. Il ragazzo al contrario, dopo aver detto qualcosa all’altro ci salutò con un gesto e preso lo zaino si allontanò.
Mentre parlavano Renata preso il perizoma lo indossò e lo allacciò sui fianchi, poi mise su anche il copricostume e questo a lui parve dispiacerlo, lo si capì dalla sua espressione quando capì dai movimenti di lei Ma che non ci saremmo fermati. Renata che se ne accorse gli disse qualcosa che sembrò rallegrarlo e una volta soli le avrei chiesto cosa gli avesse detto per farlo ringalluzzire e disse di avergli detto che se voleva rivederla il giorno dopo per le 17 ci avrebbe ritrovato lì nello tesso posto.
Era bello vedere come si sentisse sicura di sé là tra le dune nonostante conversasse con uno sconosciuto con il cazzo di fuori che pareva una bestia penzolante tra le gambe. Al fiume non l’avrebbe mai fatto ed era evidente che fosse quel luogo a renderla libera perché sapeva che una volta finita quella vacanza non c’era nessuna possibilità che incontrassimo quelle persone nella nostra città e questo la rasserenava e il fatto che gli avesse detto che il giorno dopo saremmo stati di nuovo lì la diceva lunga e tornai a eccitarmi al pensiero di cosa sarebbe potuto accadere il giorno seguente.
Questa era la Renata che da sempre avrei voluto avere e che grazie a quella vacanza avevo finalmente liberata dai suoi tabù.
Dopo un breve saluto lo lasciammo e ci inoltrammo tra le dune per far ritorno in albergo.
Nel tornare vedemmo coppie giocare senza farsi scrupolo che intorno avessero singoli che li guardavano, anzi, sembrava che questo le eccitasse ancora di più vedendo quanto se lo menavano e riprendendo il cammino le chiesi cosa si fossero detti prima che si salutassimo.
Disse che Mark, così si chiamava, non vedeva l’ora che arrivasse il giorno dopo per rivederla aggiungendo che il giovane con lui era il nipote e come regalo per i suoi diciotto anni se l’era portato con lui in vacanza perché essendo stato sempre in un collegio non ha ancora mai avuto alcuna esperienza sessuale e visto che lui sono anni che viene a Maspalomas ha deciso di portarlo con sé perché qui è più facile che trovi l’occasione di andare con una donna e che provi finalmente cosa vuol dire il piacere sessuale.
Ah però risposi, che zio brillante, e tu cos’hai risposto.
Gli ho detto che per anche per noi come per il nipote è la prima volta che veniamo qui ed è per caso che abbiamo scoperto cosa accade tra le dune e ci è venuta voglia di provare anche noi a giocare. Domani ci torniamo vero?
Ma certo, non mi sono mai eccitato così tanto: e tu?
Anch’io sì, anche a me è piaciuto.
Dio com’ero felice, aver risvegliato in lei la voglia di mostrarsi mi dava una carica che credevo non avere, e vederla giocare in quel modo poi: a saperlo ce l’avrei portata anni prima a Maspalomas e non vedevo l’ora che arrivasse il giorno dopo per riportarla tra le dune.
La sera a cena le chiesi se fosse contenta di come avevamo trascorso il pomeriggio e se le fosse piaciuto aver incontrato quei due entrambi cazzuti e alla sua risposta affermativa le chiesi se non le fosse venuta voglia di toccarli quei cazzi, di prenderli in mano visto che lì era pratica comune farlo dicendole che se voleva io sarei stato felice che provasse nella vita cosa significhi far godere un cazzone come quelli e che sarebbe stata un’emozione che fuori da quell’ambiente non avrebbe mai più potuto fare e mi rispose con un’alzata di spalle che io interpretai come se volesse dirmi si vedrà, e questo bastò a rendermi euforico
Il mattino successivo lo passammo ad abbronzarci in piscina, poi pranzammo e finito salimmo in camera a farci un pisolo nell’attesa che arrivasse l’ora per tornare tra e dune.
Era faticoso camminare sulla sabbia ma sapendo cosa ci aspettava continuavamo imperterriti fino a che in cima a una duna vedemmo due tipi e capimmo che erano loro in attesa che arrivassimo e salutandoli con la mano ci dirigemmo al posto del giorno prima seguiti subito dopo da loro.
Una volta arrivati anche loro, Renata e lo zio si misero a parlare, mentre io e il nipote sistemavamo il grande telo per poi metterci sopra i nostri e i loro asciugamani.
Una volta fatto mi liberai dei bermuda e il ragazzo fece lo stesso facendomi quasi vergognare per quanto il mio sembrasse insignificante rispetto al suo.
Anche loro due lo fecero, mia moglie toltasi il pareo rimase con il solo perizoma, gliel’avevo comperato appena prima di partire e col colore giallo canarino spiccava sulla sua carnagione già imbrunita dal sole, bastava poco a lei per diventare subito scura. Quando in camera gliel’avevo dato chiedendole d’indossarlo, l’aveva preso in mano e dopo averlo rigirato rendendosi conto di quanto fosse striminzito mi diede del porco e comunque decise di provarlo, si rimirò allo specchio decidendo di tenerlo su e per uscire si coprì con un pareo.
Di così striminziti non ne avevo mai visti, dove l’hai preso.
L’ho comperato in un sexy shop risposi, era troppo bello perché non te lo comprassi, ti sta’ da Dio le dissi e mi ringraziò.
Al fiume non l’avrebbe mai messo un Perizoma del genere perché era come non averlo, ma qui non si era al fiume e a Maspalomas era tutt’altra cosa.
Credetemi, non lo dico perché è mia moglie, ma Renata nonostante dica di non piacersi si è ricreduta perché ha visto quanto ancora il suo corpo attiri le voglie maschili, ha un corpo che suscita la voglia di accarezzare e non solo che solo a guardarlo farebbe resuscitare anche i morti. Non ho mai visto un uomo guardarla senza che gli venisse voglia di possederla, e lei, da zoccola quale è, sa bene che effetto fa ai quei maschietti e stesa assumeva pose che induceva al guardone di turno di segarsi per lei facendola felice.
Sai disse rivolgendosi a me una volta stesa, Mark ha detto di essere un bravo massaggiatore e visto che tu non sei molto pratico mi ha detto che se vogliamo può massaggiarmi lui, ha portato pure l’olio per il massaggio: che ne dici se proviamo, ti spiacerebbe?
Certo che no risposi col cazzo che già dava impulsi e lei rise nel vederlo ingrossarsi. Diglielo tu però visto che io non saprei come fare a dirglielo.
Mark era così vicino che sentii il profumo del suo dopobarba tra l’altro molto buono e lei gli disse qualcosa e il suo viso s’illuminò e guardandomi mi ringraziò dicendomi thankyou: cosa non difficile da capire. L
Dallo zaino prese un’ampolla contenente dell’olio che appena aprì sprigionò un profumo davvero accattivante, lo fece sentire prima a lei che annuì e poi a me, Renata si mise a pancia sotto e attese che iniziasse a massaggiarla.
Mark si unse d’olio le mani e prese a massaggiare dalle spalle, provai un’emozione mai provata vedere mia moglie con le mani di uno sconosciuto addosso che quasi nuda se ne stava sdraiata permettendo a quel tipo di godersi il suo corpo palpandola per bene godendo dell’opera che stava subendo.
Il culmine dell’eccitazione la ebbi quando lei sentendo le sue mani scendere a sfiorare il perizoma, le disse qualcosa e lei come se nulla fosse prese i laccetti sui fianchi e li slacciò, sollevò il culo e se lo sfilò da sotto rimanendo nuda con lui che le guardava il culo come se lo volesse mangiare e il cazzo iniziò a prendere vita: minchia quant’era grosso.
Si mise dietro lei mettendosi cavalcioni sulle sue cosce prese di nuovo a massaggiarla, ma questa volta le mani si erano impossessate delle sue chiappe che coi movimenti si aprivano e chiudevano mostrando lui i suoi orifizi.
Col cazzo ormai duro, nella posizione in cui era non poteva che tenerlo appoggiato sopra le cosce, e lei appena lo sentì, sorpresa fece WOOW.
Descrivervi lo stato in cui ero è impossibile. Ero seduto accanto a loro e mi tenevo il cazzo con la voglia irrefrenabile di menarmelo e sborrarle sul viso per dirle quanto fosse troia e il solo pensarlo quasi mi fece venire e dovetti farmi violenza perché non accadesse.
Vidi lui farsi leggermente indietro e coi coglioni appoggiati sui polpacci di mia moglie prese a massaggiare l’interno cosce con le dita che sfioravano la figa sicuramente fradicia per poi risalire le chiappe e appropriarsi dei fianchi che frizionando palpava.
Poi Mark concertò il massaggio sulle magnifiche natiche che apriva e chiudeva mentre con le dita risaliva tra le cosce pressando sulle labbra e l’ano facendola ogni volta trasalire fino a che non la vidi inarcare i reni ogni volta che lui le toccava la figa: doveva avere addosso una voglia pazzesca di essere chiavata.
Sapendo quanto le piace il coito anale, ero certo che fosse quello il motivo per cui sollevava il culo perché il più delle volte era lei che voleva che glielo mettessi nel culo, e se venivo prima di lei voleva assolutamente che continuassi a incularla col vibratore fino a che non veniva e da come gridava il suo piacere ero certo che non vedeva l’ora che venissi in modo che gli infilassi il vibra che era parecchio più grosso del mio. Capitava a volte che anche dopo aver goduto voleva che continuassi a ficcarle dentro il vibra fino a che non raggiungeva un altro orgasmo gridando come una zoccola in calore perché le piace prenderlo nel culo ancor più che in figa.
È per questo che ora, vedendo quanta voglia avesse accumulato pensai che fosse pronta, e se lui glielo avesse appoggiato con l’intenzione di penetrarla ero quasi certo che non si sarebbe opposta.
Vidi intanto che il giovane se lo menava eccitato, allora gli feci segno di mettersi più vicino a lei e lo feci posizionare dinnanzi alla sua faccia perché vedesse quel giovane cazzo vibrare dalla voglia per lei.
E infatti intanto che sentiva il piacere crescere a causa delle carezze intime che l’altro le stava dando, eccitata nell’avere dinnanzi agli occhi il cazzo durissimo del giovane che si toccava, non ci pensò più di tanto e allungata la mano lo prese impossessandosene.
lo palpò tutto con desiderio crescente e prese a masturbarlo con vero: mai aveva preso in mano un cazzo che non fosse il mio e credo che quello che provò nel farlo le piacque tantissimo perché c’era una differenza abissale col mio e prenderlo in mano le procurò un piacere nuovo.
A quel punto eccitato come mai e col cuore che batteva che sembrava un tamburo, non resistendo alla voglia mi feci accanto a Mark e dandogli un colpetto per attirare la sua attenzione gli feci capire di vedere cosa stessi per fare e subito dopo infilai un dito nel culo di mia moglie, che credendo fosse stato Mark emise un gemito di goduria che la disse lunga nel piacere che provò: lo tirai fuori e feci capire a lui di cacciarle dentro il suo, cosa che fece senza attendere oltre.
Appena infilato il dito, lei prese a muovere il culo per fargli capire che apprezzava quelle attenzioni e lui percependo il suo piacere iniziò a penetrarla con più sicurezza simulando l’inculata e infine gliene cacciò dentro un altro un altro e lei sentendolo lo accolse con un altro gridolino di piacere nonostante Mark avesse delle dita che nulla avevano a che fare con le mie inquanto aveva due mani che sembravano badili da come erano grandi e di conseguenza le dita lo erano altrettanto tanto che facendo una veloce stima calcolai che con due dita delle sue superavano di gran lunga la circonferenza del mio cazzo e per questo che lei apprezzò restando col culo sollevato per invitarlo a cacciargliele dentro a fondo.
Ero così preso nel vedere la sua troiaggine venire allo scoperto che rimasi sorpreso quando la sentii emettere dei gridolini di sorpresa.
Sollevò di colpo la testa e guardando vidi che il ragazzo stava sborrando e tenendosi il cazzo le stava venendo sia sul viso che sopra il seno.
Lei che non se l’aspettava fu presa alla sprovvista e non poté nulla per evitare i suoi schizzi perché glielo stava menando tenendolo a pochi centimetri dal viso e stava per prenderglielo in bocca quando lui senza preavviso iniziò a sborrare ricoprendola di panna bianca.
Pur sorpresa continuò a menarglielo fino a che non fu sicura di avergli prosciugato i coglioni nonostante avesse un occhio chiuso a causa di uno schizzo ricevuto in faccia.
Lo zio nel frattempo eccitato nel vedere quanto fosse disponibile la mia troia, preso dall’eccitazione di aver visto suo nipote venirle in faccia, prese il cazzo e glielo poggiò sulle labbra fradice, e se solo avesse spinto le sarebbe entrato dentro come un fuso nonostante le dimensioni non fossero standard.
Col viso sporco di sperma Renata quando sentì il cazzo premere con l’intenzione di aprirle la figa lo fermò con la mano e si girò mettendosi su un lato per evitare che lo facesse.
Mark sembrava un cane al quale avevano fatto vedere un osso e non gliel’avevano dato. Col cazzo asinino in mano gli si leggeva in viso il dispiacere e mesto si stese al suo fianco. Renata che vedendo quanto l’avesse duro e grosso e presolo in mano lo guardò come meravigliata e pensai che fosse quello il motivo della sua rinuncia, forse non si sentiva pronta per una bestia simile e pensai sarebbe stato meglio se provasse prima col nipote perché se anche l’avesse grosso era pur sempre meno di quello di suo zio.
Che ce, non avrai mica paura. Bagnata come sei quello ti scivola dentro come un fuso. E comunque se temi che per te sia troppo, fossi in te lo farei prima col ragazzo che oltre ad averlo meno grosso di quello dello zio lo faresti venire in un batter d’occhio e ti toglieresti il dubbio se farlo o meno anche con suo zio.
Ah, non lo sapevo che eri anche un regista, fai tutto tu e io devo solo svolgere la parte non è vero?
Bé innanzitutto l’ho detto perché ti conosco e visto quanto hai apprezzato le sue dita nel culo ho pensato che non ti dispiacesse andare oltre visto che anche tu hai detto che ti piace e che è un bell’uomo.
Si stava ripulendo dallo sperma che aveva addosso e quella fu la scusa per evitare di rispondermi. Il fatto però che per quelle parole non mi avesse mandato affanculo mi lasciò sperare che forse la possibilità che si lasciasse andare non era del tutto remota visto che si era perfino tolto il perizoma per mostrargli i suoi orifizi e lo guardava ancora mangiandoselo con gli occhi.
Poi rivolta al ragazzo gli disse qualcosa, e quello impacciato come non mai parve chiedere a suo zio.
Il fatto che non capissi cosa si dicessero un po’ mi seccava, dovevo attendere che fosse lei a tradurre e intanto che i due parlavano lei guardava i loro cazzi senza alcuna vergogna come se fossero di sua proprietà.
Con lo sguardo che sembrava dovesse mangiarseli entrambi si rivolse allo zio e additando il grosso cazzo gli disse qualcosa. Anche lui nel risponderle se lo guardò e a me fu chiaro che stessero parlando del suo cazzo e curioso le chiesi di tradurre.
Gli ho detto che non ne ho mai visti come il suo e che l’ha molto grosso.
E lui?
Lui dice che non gli è mai capitato nessuna che se ne fosse lamentata anzi. Mi ha anche detto di dirti che sei fortunato ad avere una moglie come me e che è felice di averci conosciuto.
Bene. Allora digli che anche noi siamo felici d’averlo incontrato e essendo una coppia aperta io non metto veti e tu fai ciò che più ti aggrada. Devi esattamente dirgli così, non cambiare neanche una virgola le dissi.
Spronata dalle mie parole o forse per vedere lui che reazione avrebbe avuto, appena finì di parlare con lui che evidentemente apprezzò perché appena finì di parlare Mark mi guardò e sollevò il pollice che è un segno internazionale di apprezzamento e questo mi confermò che Renata gli aveva detto tutto quanto volevo gli dicesse.
Il fatto che non avesse avuto nessun ritegno a ripetergli ciò che le avevo detto di dirgli mi eccitò ulteriormente, non sembrava neanche lei, e se penso che era la prima volta che permetteva a un estraneo di toccarla avendogli perfino permesso di appoggiargli il cazzo sul culo e sulla figa, mi fece aumentare la voglia di vederla chiavare con quei due bei cazzoni, fu questo a farmi venire la voglia di vederla scopata da lui e il pensarlo fece da apripista a quanto successe dopo.
Non sapevo di cosa stessero parlando ma vidi Mark che mentre parlavano le accarezzava la coscia risalendo fin sopra all’inguine e lei lasciava che lo facesse come se fossi io a farlo e l’adrenalina iniziò a scorrermi così forte nelle vene che credetti che anche loro potessero sentire il battito del mio cuore accelerare tanto forte da sembrare un tamtam.
Mark vedendomi eccitato toccarmi sorrise e compiaciuto sollevò nuovamente il pollice sapendomi complice. Anche Renata vide quanto fossi arrapato e disse qualcosa a Mark e gli chiesi cosa gli avesse detto.
Mi disse di avergli fatto notare che differenza abissale ci fosse tra il mi e il suo, e anziché rimanerci male quelle parole mi diedero un’ulteriore sferzata di adrenalina. Non mi fregava un cazzo che evidenziasse quanto l’avessi piccolo al confronto, quello che volevo era che Mark la chiavasse per poterla sentire gridare finalmente il suo piacere nel prendere un cazzo del genere.
Nel mentre, con la mano di lui ormai padrona del corpo di lei avanzava tra le gambe avendo come meta la figa e non contento mentre con una ravanava tra le cosce con l’altra le prese un seno che dopo aver palpato prese a baciare e a succhiare facendole indurire i capezzoli che si allungarono per l’eccitazione.
Presa dal momento erotico allettata dai loro cazzi duri per lei allungò la mano e lo tastò incredula di come fosse grosso.
Dal modo in cui lo accarezzava pareva quasi che accarezzasse un bimbo in fasce tanta era la dedizione con la quale lo faceva che vedendo quanto fosse presa da quella mazza dovetti farmi violenza per non toccarmi altrimenti sarei venuto.
Portata all’estremo dalle dita di lui e travolta di voglia non resistette e si abbandonò all’orgasmo che arrivò all’improvviso facendola gemere di goduria.
Fu allora che presa di voglia si piegò su di lui e iniziò a dargli piacere con la bocca che tanto voleva quel cazzo: e non solo…
Empio di voglia, lui le mise la mano sulla nuca per dettarle il tempo, cosa che a lei risultò impossibile visto che a fatica riusciva a contenere la grossa cappella fono a quando la fece smettere e l’accompagnò a stendersi per poi posizionarsi tra le sue gambe iniziando a leccarle la figa che grondava piacere.
Risultò essere una scena apocalittica ai miei occhi vedere mia moglie a cosce aperte con uno che le leccava la figa e per giunta davanti a me, e senza neanche accorgermene mi ritrovai a sborrare imbrattandomi di sperma: ero venuto senza neanche toccarmi tanta era la libidine che avevo accumulato che sembrò un premio per i miei coglioni averli liberati da quella sofferenza.
Erano le mie fantasie che andavano realizzandosi e finalmente la vedevo donare il suo corpo a un altro con un cazzo da sogno: e che cazzo!
Lui si sollevò e la baciò in bocca per farle sentire il suo stesso sapore e poi si scambiarono alcune frasi. Subito dopo lo zio si voltò verso il ragazzo e lo invitò a mettersi anche lui di fianco a mia moglie, lo capii perché parlando gli fece il cenno di avvicinarsi e quello non si fece certo pregare e andò a mettersi sull’altro fianco di Renata che ora si trovava tra due grossi cazzi uno meno grosso dell’altro ma che in confronto al mio era comunque un obelisco.
Appena lo ebbe vicino Renata glielo prese subito in mano e facendogli un sorriso compiaciuta di sentirlo al massimo iniziò a menarlo con una lentezza estenuante facendogli apparire e scomparire la cappella nel prepuzio e facendolo quello sembrava impazzire di goduria e senza dare nessun preavviso iniziò a eruttare sborra come lapilli di un vulcano schizzando a destra e a manca sorprendendo Renata che abbassato lo sguardo per guardarlo rimase colpita anch’essa su un sopracciglio contenta di essere stata lei la causa di tutto ciò, si ripulì alla bene e meglio e contenta lasciò momentaneamente lo zio per poterglielo menare e strizzarlo fino a che u certa di avergli tirato fuori fino all’ultima goccia e una volta finito lo ingoiò e si mise a succhiarlo a guance ritratte tanto era la voglia di succhiarlo fino all’ultima goccia e sapeva bene come farlo la troia e facendolo lo tirò scemo quel povero ragazzo.
Quando infine si staccò si voltò verso noi passandosi le dita sulla bocca per asciugarsi della saliva mi guardò e vedendomi col ventre ricoperto di sborra fece una smorfia come a dire ecco qui, ci risiamo, e scuotendo il capo come se avessi fatto una marachella si portò vicina a Mark fregandosene di me.
Ma a questo punto anche a me non fregava più un cazzo che mi avesse visto com’ero conciato, ormai l’aveva capito che quello che volevo era vederla chiavare con lui, sapeva la voglia che avevo di vedere quel mostro entrarle dentro e sfondarle la figa e impazzivo nell’immaginare gli urli di piacere che le avrebbe fatto fare perché ero ormai certo che l’avrebbe preso e la conferma della sua libidine me l’aveva data quando aveva preso entrambi i loro cazzi in mano, succhiarlo al giovane inesperto e lasciare che fosse l’altro con più esperienza a prenderla.
Mark, con quel suo cazzo da oscar che sembrava sfidare la gravità, si era sdraiato tra le cosce di lei e ora le leccava la figa come fosse l’ultima cosa al mondo da fare. Sembrava un assetato al quale gli veniva data una brocca d’acqua fresca con lei che rispondeva a ogni suo colpo di lingua con gemiti intensi di piacere facendomi scoprire quanto fosse troia.
Preso dalla frenesia lui si alzò e si mise a sessantanove offrendole il cazzo che sicuramente lei voleva da succhiare e che a lei sembrò come un dono del cielo perché lo fece subito suo portandolo a bocca e coprire di attenzioni quel cazzo tanto diverso da quello a cui da anni era abituata.
Era da una vita che non mi succedeva di riprendermi così velocemente e mi era tornato di nuovo duro e vedere tutta la sua porcaggine uscire allo scoperto mi venne voglia di gridarle quanto fosse troia.
Era talmente partita che non ebbi dubbi che si facesse scopare. Lo succhiava con una dedizione mai vista lo leccava infilandogli la testa tra le gambe per leccargli il perineo per aumentargli il piacere: con me non lo faceva più perché ogni volta che lo faceva sborravo subito come un cammello e lei ogni volta s’incazzava.
Dopo averla fatta di nuovo godere, Mark la fece mettere su un lato e con lui posizionato dietro mentre la baciava sulle spalle le poggió il cazzo tra le cosce e lei sentendolo sollevó la gamba in modo da accoglierlo sulla figa.
Da lí il passo fu breve e capendo cosa stesse per fare presi dalla borsa un preservativo e glielo allungai.
Accortasene Renata mi spinse di lato la mano e pensai allora d’aver capito male, che non si sarebbe fatta chiavare e questo oltre a farmi scendere il desiderio mi fece ammosciare pure il cazzo.
Mentre lui si muoveva facendolo scorrere tra le cosce, lei con la mano lo teneva in modo che le scorresse sulla figa facendole aumentare la voglia già accumulata.
Fu lei che poco dopo porgendo il culo gli permise di appoggiarle la cappella tra le labbra e fu ancora lei che dopo avergli permesso di penetrarla con la sola cappella si spinse contro e in un batter d’occhio si ritrovò col cazzo letteralmente imprigionato in lei e l’urlo di piacere che provò fu tale che io col cazzo ancora moscio ebbi a debordare un’altra razione di sborra e se pur sporco mi spostai per poter vedere il cazzo scivolarle dentro e rimasi di stucco nel vedere che glielo metteva dentro tutto con lei che addirittura spingeva verso lui per sentirlo a fondo.
La chiavò e la fece venire diverse volte e in diverse posizioni senza che lui desse segni di cedimento con lei che godeva a cottimo: era un vero portento e io mi sentii una merdina al confronto.
Infine quando anche lui non ce la fece più l’avvisò, lei gli disse qualcosa e lui tirato fuori il cazzo glielo posizionò sul viso, lei lo prese e con dei colpi veloci e secchi sul frenulo gli solleticò il cazzo fino a che prese a sborrare.
E CHE CAZZO!!! Sembrava un fiume in piena. Dopo essere apparsa la prima goccia che uscì lentamente, subito dopo eruttò schizzi che le riempirono il viso nonostante avesse la bocca aperta per riceverlo in bocca. La ricoprì che sembrava una torta farcita e io rimasi inebetito nel vedere come potesse un uomo sborrare in tale quantità.
Una volta finito si dedicò a lui e lo fece venire di bocca, lo fece con tutta l’anima fino a farlo venire lasciando che gli schizzi del suo godimento finissero sul seno ricoprendolo in buona parte del caldo seme bianco tanto denso che le rimase appiccicato addosso. Fu magnifico vederla ripulire la cappella dai residui, se la infilò in bocca e prese a succhiarla in cerca dell’ennesima e ultima e per ottenerla gli strinse il cazzo alla base e scorrendo in su con la mano la ottenne e andò avanti fino a che non fu certa di avergli succhiato pure l’anima.
Quando si distaccò da lui mi guardò e vedendomi di nuovo sporco di sperma mi fece un sorriso patetico facendomi sentire uno scolaretto.
Si alzò, prese una bottiglietta d’acqua e si sciacquò di dosso lo sperma che pareva si fosse incollato addosso e quasi con aria compassionevole la passò a me perché mi ripulissi pure io.
Tornati a sederci all’ombra del cespuglio si misero di nuovo a parlare e capii che era del nipote che parlavano perché facendolo lo guardavano intanto che lui se ne stava lì col cazzo duro in mano a guardare mia moglie sicuramente perso nelle sue fantasie. Allora lei, forse anche per pena allungò la mano e lo invitò a avvicinarsi. scambiò con lui qualche parola che mi sembrarono più domande che altro e facendolo lo accarezzava in viso, e lui con le guance arrossata vide la sua mano scendere e prendergli il cazzo, Renata gli disse di nuovo qualcosa e lui le rispose con un sospiro. Allora lei dopo avergli sorriso si abbassò sul cazzo e prese a leccargli la cappella manco fosse un lecca lecca e lui nel sentire la calda lingua solleticargli la cappella gli procurò un brivido fino a che lei non se lo fece scivolare in bocca e prese a succhiarlo.
In quel momento pensai che il ragazzo stesse per svenire, doveva aver provato così tanto piacere nel sentirsi avviluppare il cazzo da quella bocca calda da aver provato a toccare il cielo con un dito.
Stavo giusto pensando questo quando lo sentii emettere sei versi che paragonai a dei grugniti, e senza preavviso iniziò a sborrare senza non dandole neanche il tempo di sollevare il capo.
Renata che sorpresa pure lei dalla velocità con la quale il ragazzo aveva raggiunto l’orgasmo, a occhi sgranati non potendo far altro per non sporcare ovunque, rimase lì col cazzo in bocca a contenere a fatica la quantità di sborra che le stava riversando e attese con pazienza che finisse, poi a bocca chiusa per evitare che ne uscisse un po’, si sporse oltre il telo e si liberò la bocca sputandone il contenuto sulla sabbia. Una volta liberatasi lo guardò sbalordita, e mentre col dorso della mano si ripuliva le labbra, ridendo gli disse qualcosa che non ebbi il coraggio di chiedere cosa gli avesse detto perché ero ancora frastornato per ciò che era appena accaduto.
Appena finito il ragazzo si ripulì alla bene e meglio e raccolte le sue cose fece un cenno di saluto si allontanò scomparendo tra le dune.

che lui gliela accarezzasse e rendendosi conto di quanto fosse eccitata premette lievemente e facendosi spazio tra le labbra la penetrò infilandole dentro il dito.
Lo guardò con uno sguardo pieno di voglia e lui sentendosi accettato si chinò sopra lei e iniziò a bacarle il seno e a succhiarle i capezzoli ormai gonfi di voglia e prese a masturbarla.
Bastò questo a farle perdere la testa e eccitata gli prese il cazzo e stringendolo gridò il suo piacere e raggiunse l’orgasmo che dovette essere intenso visto come le gambe le tremarono. Per venire in quel modo era perché lui era riuscito a scoparla con la testa oltre che con le dita e questo la diceva lunga su quanto lei fosse predisposta per quell’uomo.
Lui non perse tempo e fiondatosi tra le gambe di lei prese a leccarle la figa in modo delizioso, cosa che lei apprezzò aprendo le cosce per offrirsi.
Eccitato come non mai e col cazzo che svettava duro tra le gambe cominciò a risalire baciandole il bassoventre e salendo arrivò sopra il suo seno che iniziò a baciare e succhiare manco fosse un bimbo da allattare. Coi capezzoli duri come pietra lei si dimenava sotto lui e quando sentì la sua asta poggiarsi sopra la vagina sembrò fermarsi per percepire quel contatto e subito dopo muovendo i fianchi eccitata come non mai fece in modo che le labbra si schiudessero e avvolgessero la punta della cappella.
Anche il nipote guardava e eccitato si toccava il cazzo che era grosso quasi quanto quello di suo zio e questo mi fece pensare a quanto mi sarebbe piaciuto vederla alle prese con quel giovane cazzo e il solo pensiero mi eccitò ancora di più tanto da trattenermi dal toccarmi troppo altrimenti avrei rischiato di venire.
Com’ero felice di vederla finalmente libera, libera di esprimere la sua femminilità e fare ciò che sono sicuro avrebbe voluto fare da tempo sulle rive del fiume senza mai trovarne il coraggio.
Poi ci volle poco perché le dita di lui penetrassero in lei facendola gemere. Era così tanta la sua voglia che senza vergogna alcuna prese a mugolare e a menare con gusto il grosso cazzo che teneva nella mano, bastò questo perché l’orgasmo la raggiungesse travolgendo il suo corpo con spasmi continui tanto che sembrava avere le convulsioni e d’istinto si abbassò e glielo prese in bocca con una voglia incontenibile e io non resistendo mi sborrai tra le mani.
Mi riempii la mano tanta era la sbroda che mi era uscita nel vederla china su quel palo che ora succhiava con voglia pazzesca alternando la cappella all’asta per leccarla dall’alto in basso e viceversa mentre con la mano gli palpava e strizzava i coglioni con un’abilità che non credevo avesse.
Sapevo bene quanto le piacesse il cazzo, non ne avevo mai dubitato, ma vederla alle prese con una bestia simile mi fece capire quanto l’avesse sempre desiderato ed ero felice di averle dato la possibilità finalmente di togliersi lo sfizio e provare davvero cosa significhi averne uno per le mani. Abituata al mio quello doveva sembrarle un’enormità visto che era grande il doppio e per me era un piacere vedere con quanta bravura si districava nel gestirlo, sembrava come se l’avesse sempre fatto.
Sarà che eravamo lontani da casa o forse quell’uomo le piaceva particolarmente, fatto sta che se non andavamo a Maspalomas i giochi sarebbero finiti, lì invece Renata si era riscoperta talmente da lasciarsi andare a quel modo ed ero contento di vedere la facilità con la quale avesse tirato fuori la troia che aveva in lei e per questo dovevo ringraziare Mark.
Guardai il ragazzo e lo vidi paonazzo in viso mentre si teneva il cazzo che sembrava dovesse scoppiargli da quanto era in tiro. Vedere quella scena così erotica lo doveva aver eccitato tantissimo e il cazzo doveva dolergli da quanto gli tirava e lo dissi a mia moglie che lo guardò, disse qualcosa a Mark il quale le rispose con un cenno di assenso e lei lasciato lui si fece vicino al nipote e sorridendogli gli prese il cazzo, glielo menò per qualche istante per poi abbassarsi sopra e prenderglielo in bocca. Era così presa a dare piacere che sembrava essersi isolata dal mondo circostante, sembrava li venerasse i loro cazzi che succhiava con avidità crescente baciandolo ovunque mentre gli accarezzava il petto come se volesse ringraziarlo per il piacere che provava nel possederlo.

menandolo lo sentì prossimo a venire: sollevò la testa e guardandolo iniziò a menarlo fino a che lo sentì indursi ancora di più e un attimo dopo vide il cazzo eruttare sperma come fosse la lava di un vulcano, allora prese il cazzo e diresse la cappella in direzione del suo seno che in un attimo fu letteralmente ricoperto da grumi di calda sborra bianca e menandolo continuò a guardarlo fino a che l’ultima goccia non fece capolino e lei contenta si chinò succhiarla aspirandola con avidità. Una volta ripulito lui gli disse qualcosa che come al solito non capii, ma lei sì perché rivolse la sua attenzione al giovane e gli fece il gesto di avvicinarsi. Quello guardò suo zio e anche lui gli disse lo stesso, lo capii perché si alzò e andò a sedersi accanto a mia moglie col cazzo che sembrava un pennone e il viso di un rosso acceso.
Per metterlo a suo agio mia moglie sorridendogli le si mise affianco e rivolgendosi a lui ovviamente in inglese, con fare da troia gli accarezzò il petto e guardandolo fisso tra gli occhi mentre gli parlava gli prese il cazzo e piegatasi glielo avviluppò con le labbra facendolo sussultare tanto fu la scossa di piacere che gli provocò.
Però! Feci io, vedo che sei ben disposta oggi, brava tesoro, fai provare il paradiso pure a lui, svezzalo, fallo venire in bocca, vedrai che sto pompino se lo ricorderà per tutta la vita dissi toccandomi oramai senza vergogna.
Non rispose, si limitò a guardarmi di sfuggita per poi dedicarsi anima e corpo a lui che sembrava quasi dovesse svenire da un momento all’altro tanto era il piacere che provava.
Non passò neanche un minuto che il cazzo di quello lì iniziò a vibrare e il suo contorcersi mi dissero che stava venendo e doveva essere parecchia la sborra che le stava cacciando in bocca perché mia moglie per precauzione che le uscisse dalla bocca si mise una mano sotto il mento e a occhi sgranati attese che il ragazzo si svuotasse i coglioni. Solo quando si calmò liberò la bocca dal cazzo e a labbra chiuse la vedemmo ingoiarne: Madre mia! Ma quanta ne aveva questo qui dicendolo spontanea in italiano, poi lo ripeté in inglese rivolto a lui.
Il ragazzo pensando d’aver fatto qualcosa di sbagliato si scusò ma lei lo tranquillizzò, perché dopo essersi passato il dorso della mano sulle labbra gli diede un bacio sulle labbra sorprendendolo.
L’avesse fatto a me le avrei cacciato la lingua in bocca tanta era la voglia di sentire che sapore avesse la sua lingua dopo quell’enorme sborrata.
Con Mark felice che il nipote avesse finalmente provato cosa volesse dire godere in una bocca come quella di lei, gli disse qualcosa e quello rivolto a mia moglie le disse thank you “questo lo capii, Renata, anche lei contenta di aver fatto da nave scuola tornò ad abbassarsi e gli prese nuovamente in bocca la cappella giusto per vedere che non fosse rimasta neanche una goccia.
Quello ancora una volta quasi sembrò svenire quando sentì nuovamente il calore della bocca avida di Renata e la smorfia di piacere sul suo viso mi disse che era già pronto per un’altra tornata: benedetta gioventù.
Lo zio mi guardò contento e mi disse qualcosa che per me era arabo, immaginai però che si stesse congratulando con me per la bravura di lei e annuii.
Avevo ragione, nonostante lo sbarbato fosse appena venuto, il cazzo gli era tornato duro come non so cosa e mia moglie nel vedere com’era duro lo tirò fuori di bocca e tenendolo in mano ce lo mostrò sorridendo come a dira va che roba, e seppur sorpresa sembrava contenta di averglielo fatto venire di nuovo duro, “beata gioventù.” Lei comunque ne approfittò per godersi ancora quell’asta giovane e turgida che le vibrava tra le mani e che prese di nuovo a succhiare con ingordigia: lo fece stendere e mentre iniziò nuovamente a ingoiare il cazzo, gli prese la mano e se la mise tra le gambe guidando le dita perché imparasse a muoverle per darle piacere.
Seppur inesperto devo dire che imparò subito e le muoveva con maestria cercando nel contempo di esplorare quella parte di una donna fino ad allora solo agognata e mia moglie sembrava godere della sua inesperienza succhiandogli il cazzo con rinnovata vigoria perché anche per lei era una novità godersi quel giovane e vigoroso cazzo e lo leccava e succhiava ovunque eccitata.
C’è da dire che questa volta lo sbarbato non dava segni di cedimenti come prima ma al contrario sembrava comportarsi come suo zio e sembrava non voler più venire. Non feci in tempo a pensarlo che quello sorprese tutti, pure lei ne fu sorpresa perché fu improvvisa, era talmente presa dal piacere che non si era manco accorta di averlo portato al limite, fu nell’attimo che lo sentì indurirsi di più che si rese conto ma ormai non c’era nulla che potesse fare e sentì la sborra schizzarle in gola così copiosa che si sentì soffocare. Col cazzo che a ogni schizzo scattava manco fosse una molla mi chiesi quanto cazzo ne avesse dentro visto che era già venuto. Renata mi disse poi che le sembrava d’affogare perché l’aveva in gola e la sborra le colava direttamente giù ostacolandole il respiro e solo quando il ragazzo si calmò poté tirare indietro la testa e io e Mark potemmo vedere gli occhi di lei arrossati e lacrimosi a causa del cazzo che il ragazzo le aveva spinto in gola: ne aveva da imparare quel piccolo coglioncello.
Comunque il fatto di sentirlo nuovamente svuotarsi dentro lei la eccitò al punto che sentendosi riempire di sborra ebbe pure lei un altro inaspettato orgasmo e disse poi che venire mentre faceva fatica a respirare l’aveva spaventata ma fatta godere di più, disse che era stata un’esperienza unica ma che a quello lì non gliel’avrebbe mai più preso in bocca.
Stavamo tutti e tre vivendo un momento intensissimo di erotismo e la voglia di andare oltre aleggiava tentatrice e non ce ne fregava niente della platea di singoli che si era formata attorno per guardare e menarselo anzi, sembrava che a mia moglie piacesse fare la troia dinnanzi a loro.
Poi sia lei che lo zio si misero a parlare mentre il nipote messo a pancia in giù dava un’occhiata ai singoli intorno che si allontanavano per nuovi lidi visto che lo spettacolo era terminato, “o almeno così credevano”.
Mark che avendola vicino si eccitò nuovamente incominciò di nuovo a carezzarla e lei non resistendo alla vista del suo cazzo duro mentre parlavano glielo prese in mano.
MINCHIA, ma cos’ha addosso, non credevo fosse così troia, non avrei mai creduto che potesse spingersi a tanto, ma in me ero felice, chissà che non fosse la volta buona e si decidesse a farsi scopare, allora sì che avrei toccato il cielo con un dito.
I capezzoli le si indurirono e lui vedendo l’eccitazione di lei se ne impadronì e iniziò a baciarli e a succhiarli facendola ulteriormente eccitare fino a che vogliosa si abbassò sopra lui e se lo cacciò in bocca.
Ma quello non era un ragazzino e messosi a sessantanove le aprì le cosce e prese a darle piacere con la lingua: era uno spettacolo sentire come gemeva quella troia e dovetti smettere di toccarmi perché sennò venivo un’altra volta e tutto sarebbe finito per me.
Quasi non ci credevo, sembrava avessi assunto una confezione intera di Viagra, non m’era mai successo di averlo continuamente duro, sembravo essere diventato un toro da quanto ero arrapato.
Avevano smesso di leccarsi e lei doveva avergli detto di stendersi perché non appena lui lo face lei si mise sopra lui a cavalcioni e pensando avesse deciso di farsi montare il cuore quasi si fermò.
Nel frattempo altri guardoni avevano preso il posto di quelli che se n’erano andati e pure loro toccandosi il cazzo guardavano le performance di loro due e se lo menavano. A Renata tutto ciò doveva piacerle perché senza vergogna si mise sopra lui e preso il cazzo se lo poggiò tra le labbra iniziando a scorrerci sopra con la figa bagnata da paura.
Col movimento dei reni avanti e indietro scorrendo sull’asta poco dopo sembrò un’indemoniata e sentire quel grosso cazzo a contatto della propria intimità che scorrendole sotto la faceva impazzire, si stese sopra lui e presero a baciarsi, ma così facendo lei risalì su di lui quel tanto che si ritrovò con la figa sulla cappella di lui e quando lei avvertì il contatto si sollevò sulle braccia e standole stesa sopra iniziò a giocare con le labbra ormai fradice sulla turgida cappella di lui e prese a spingere piano in modo che le labbra l’avvolgessero quel tanto da farla sparire dentro per poi risollevarsi e farla nuovamente uscire fino a che mentre si abbassava nuovamente anche lui da sotto spinse facendola gridare di piacere.
E CHE CAZZO, ERA VENUTA UN’ALTRA VOLTA!
È proprio vero che l’orgasmo lo si ha per prima con la testa, era evidente la voglia di lei di essere posseduta e il fatto di sentire lui che gliel’aveva spinto un po’ dentro le aveva dato l’impressione di essere presa e aveva goduto con solo un paio di centimetri di cazzo: figuriamoci se gliel’avesse messo dentro che urlo avrebbe fatto e quando si alzò da sopra e si stese al suo fianco lui le parlò e lei assentì dicendogli ok, cosi lui si alzò e disse qualcosa al nipote che alzatosi prese le loro cose e messo lo zaino in spalla ci salutarono e se ne andarono.
Si era fatto tardi e manco ce n’eravamo accorti, così anche noi ci alzammo raccogliemmo le nostre cose e ci apprestammo a tornare in hotel.
Amore dissi non trattenendomi più, non hai idea di quanto sia felice che ti sia finalmente lasciata andare. Hai visto com’è stato facile, vederti godere è stata una gioia, e per tutta risposta ricevetti un suo sguardo che sentii ostile: che ce dissi, ho forse detto qualcosa di sbagliato?
Non lo so rispose guardandomi torva, mi si sembrato ironico e non vorrei che fosse così perché era questo che tu volevi che facessi o sbaglio?
Ma certo che era questo, e sono contento che tu abbia fatto ciò che ti sentivi, pensa a quanti anni abbiamo sprecato: non è un peccato?
Beh, allora avremmo dovuto venirci prima a Maspalomas, qui non è come al fiume e in mezzo a gente che non conosciamo e che non vedremo mai più mi sento più libera.
Allora meglio tardi che mai no? Ma lo sai che mi hai fatto godere un casino, tu non te ne sarai accorta ma il cazzo mi è venuto duro anche subito dopo essere venuto. Quando ti ho vista giocare col ragazzo ho goduto da bestia nel vedere che ti è venuto in bocca senza che tu non te l’aspettavi: perché non te l’aspettavi no?
Mhmm, quel coglioncello mi ha proprio fregata. Certo che non me l’aspettavo, era appena venuto, non credevo che venisse di nuovo e così in fretta per giunta. Però è stato bello farlo con un ragazzotto, per lui era la prima volta ed è stata una soddisfazione per me essere stata io a iniziarlo.
Invece poco fa quando ti sei messa sopra lo zio ho creduto che volessi scopartelo, non so come hai fatto a trattenerti, eri così arrapata che mi sono meravigliato che non l’abbia fatto.
E tu avresti voluto?
Dai amore, se non lo facciamo qui non lo farai mai. Hai visto che qui nessuno ha problemi e nessuno giudica nessuno no?
E già, come al solito tu vuoi tutto e subito e non vedi l’ora. Per te avrei già dovuto farlo vero? Non ti è bastato quello che ho fatto?
Ma sì certo, per carità, ma eri così eccitata che ho pensato che l’avresti fatto, che eri pronta: sono certo che ti saresti divertita con uno come lui.
Sì, so quanto sei porco e lo disse sorridendo maliziosa, il che mi lasciò sperare...
Appagato dell’intenso pomeriggio e dalle sborrate fatte, in camera quella sera evitai di tornare a parlare di quanto avvenuto tra le dune perché non volevo rischiare che le tornasse la voglia e mi saltasse addosso, non volevo che mi facesse di nuovo venire, preferivo di gran lunga godere vedendola giocare tra le dune. Troppo bello per rinunciarci, al solo pensiero che il giorno dopo li avremmo rivisti mi venne di nuovo duro.
Il pomeriggio del giorno successivo col sole calante c’incamminammo e sperai in cuor mio che si ripetesse quanto accaduto il giorno prima e magai che si lasciasse andare di più perché nonostante non volesse darlo a vedere ero sicuro che pure lei sperava in qualcosa di più trasgressivo, in caso contrario me l’avrebbe già detto.
Erano nelle vicinanze quando arrivammo, ci videro e s’incamminarono verso noi: erano già lì ad aspettarci…
Eccoli! Sono già qui. Disse lei subito su di giri nel vederli.
Bene, sei contenta?
Eh certo, almeno non stiamo soli.
Bé certo risposi, che divertimento ci sarebbe se non ci fosse nessuno con noi.
Mi guardò come si guarda un ebete e alzò le spalle.
Cazzo era già carica la troia, non appena li vide avvicinarsi si tolse il pareo con un fare da cagna in calore, aveva già aperto le danze e non a causa di quei due, doveva essere l’ambiente, le dune che ci circondavano, sapere che quel posto era l’alcova della trasgressione a far sì che la sua troiaggine venisse allo scoperto. Anche al fiume ci provava ma mai così, non aveva mai permesso a nessuno di sfiorarla neanche con un dito cosa che invece qui sembrava quasi d’obbligo che accadesse.
Come il giorno prima appena i due arrivarono disse loro di mettere gli asciugamani accanto ai nostri e mentre scambiavano quattro chiacchiere per me incomprensibili, si lustrò gli occhi nel vedere mentre si liberavano dei loro pantaloncini e mettevano a nudo i loro randelli di cui quello del giovane era già quasi duro. Lo zio invece sfilati i pantaloncini mostrò il grosso battacchio penzolargli tra le gambe e lei fu contenta della vista. Poi si voltò verso il giovane e additandogli il cazzo vedendolo già duro sorrise e lo fece arrossire.
Era l’unica ad avere ancora addosso il tanga e aspettavamo che se lo togliesse ma non lo fece perché voleva tenerli sulle spine.
Eravamo seduti tutti l’uno accanto all’altro e l’attenzione di Renata quel pomeriggio sembrava fosse per il giovane perché dopo aver scambiato qualche parola con lo zio fu ‘altro ad avere la sua attenzione e vedendo che mia moglie gli guardava continuamente il cazzo, quello non sapeva che pesci pigliare e era evidente che si vergognava che il cazzo fosse duro senza che lei gliel’avesse nemmeno sfiorato.
Fu lo zio a rompere il ghiaccio iniziando a parlare con mia moglie in quella lingua che per me era ostrogoto. Le si avvicinò e parlando prese a carezzarle le braccia per poi passare alla schiena e a lei i capezzoli subito s’indurirono e i loro visi si fecero vicini e le parole iniziarono a essere dei sussurri e da lì a baciarsi ci volle un niente.
Lei si abbandonò a quel bacio e come d’istinto gli prese in mano il cazzo e lo sentì crescere nella mano fino a che venuto duro smise di baciarlo per guardare la magnificenza che stringeva nella mano. Guardò il cazzo e poi lui e gli disse qualcosa che lo indusse a guardare me e sorrise.
Cosa gli hai detto? Chiesi curioso, mi dava fastidio non capire un cazzo di ciò che si dicevano.
Gli ho detto che il suo sì che è un vero cazzo, non il tuo rispose sincera, ma sapendo che era la verità non me la presi anzi, le sue parole ebbero un effetto viagra e il cazzo mi venne subito duro.
Poi voltatasi verso il nipote vedendo quanto fosse impacciato lo accarezzò su una coscia e risalendo liberò il cazzo dalla sua mano e lo prese in mano lei, gli sussurrò qualcosa e vedendolo impacciato lo fece distendere e guardandogli quel ben di Dio prese a menarglielo piano gustandosi quella dolce sensazione di menare un grosso e giovane cazzo che nessuna altra donna finora aveva preso in mano e che in futuro tanto avrebbe dato.
Come il giorno prima il ragazzo non fece passare molto che senza avvisaglie che annunciasse che stesse per venire s’irrigidì e iniziò a schizzare sborra ovunque e Renata fu lesta perché per evitare che sporcasse ovunque diresse gli schizzi sopra lei e finì per coprirsi il petto di calda sborra bianca tanto densa da rimanerle appiccicata addosso come colla.
Con lo sguardo fisso sulla cappella che eruttava sperma come fosse lava, attese che l’eruzione finisse, lo spremette fino all’ultima goccia e quando vide che non ne usciva più raccolse quella goccia e portò il dito alle labbra per assaporarne il gusto: poi sorrise al ragazzo e guardò come le avesse combinato il seno: dove va a prenderla tutta sta’ roba disse in italiano rivolta a me, hai visto quanta?
Eccitato come un mandrillo presi dei fazzolettini e l’aiutai a ripulirsi mentre lei mi guardava curiosa e sorridente nel vedere con quanta solerzia la stessi ripulendo della sbroda di un altro.
Il ragazzo però sembrava un cane bastonato, si vergognava di averla impiastricciata e mortificato le chiese scusa ma lei lo rincuorò accarezzandolo. Poi, visto che il cazzo non aveva perso niente della sua virilità, coi fazzolettini si mise a ripulirlo e non lo mollava, anzi, lo guardava curiosa che fosse rimasto duro com’era apprezzando il fatto che non desse segni di cedimento e presa da quella giovane verga pulsante non resistette e si abbassò per baciargli la lucida e turgida cappella, lo leccò un po’ di lingua e solleticandogli il prepuzio lo faceva sussultare dal piacere che gli dava.
Suo zio era contento delle attenzioni che aveva dato a suo nipote e gli disse “fu lei a tradurmelo” che per il ragazzo aveva molto apprezzato l’esperienza sperando che presto si potesse ripetere.
Contenta di questo, ma soprattutto per essere stata lei la prima a fargli provare quella gioia sicura che lui non l’avrebbe potuto ma dimenticare quel momento, felice di vedere il cazzo del ragazzo ancora in tiro gli si fiondò di nuovo sopra e prese a succhiarglielo manco fosse l’ultima cosa che doveva fare in questa vita.
Il ragazzo abbandonato al piacere di quella bocca che tanto le dava piacere, non resistette molto visto come la lingua di lei gli leccava lo scroto senza tregua e davanti alla furia di quella bocca non resistette e sporto il bacino iniziò a sborrare.
Questa volta Renata fu pronta e non si fece sorprendere come aveva fatto prima e per non farsi di nuovo imbrattare di sborra decise di farlo venire avvolgendolo nel calore della sua bocca.
Gli succhiò anche l’anima a quel poveretto che a furia di contorcersi sembrava lo stessero torturando poveretto, mentre lei non essendole mai capitato di vedere un maschio sborrare due volte in così breve tempo si godeva il momento. Neanche io che ero stato un velocista fin da giovane venivo in quel modo e mi divertì vedere lei che glielo menava tenendosi la cappella in bocca fino a che fu certa d’avergli succiato pure l’anima, solo allora lo liberò dalle sue fauci e guardandolo lo spremette facendogli uscire un’ulteriore goccia che raccolse avida con la lingua.
È incredibile disse rivolta a me, hai visto che roba, non credevo ci fosse qualcuno che ti battesse in velocità disse ridendo. Poi voltatasi verso lui si accorse che un po’ di sperma sfuggitole dalle labbra e che lui ancora aveva sul petto, si chinò e lo raccolse con la punta della lingua risucchiandolo perché scivoloso faceva fatica a raccogliere, mi mostrò la lingua per farmi notare quanto fosse denso e chiudendo le labbra lo assaporò e fece scioccare la lingua contenta.
È una primizia disse, visto che sono la prima ad averla assaggiata e non si può certo sciuparla. E lo disse guardandomi come a sfidarmi a dire il contrario.
Sentirla esprimersi in quel modo mi convinse ancora di più che fosse giunto il momento e che fosse ormai pronta anche a farsi montare e per accrescerne la voglia la spronai.
Amore dissi, non hai solo la bocca per dare piacere, perché non provi anche tu a godere con un bel cazzo, hai fatto trenta, fai trentuno, fagli provare cosa vuol dire stare sopra a una donna, sono certo che te ne sarà grato in eterno e sapere poi di essere stata tu a sverginarlo credo che anche per te possa essere una piacevole esperienza da provare: o no?
Non rispose, sembrò invece stesse valutando quanto avevo detto perché ero certissimo della sua voglia di scoparselo e l’eccitazione era evidente sul suo viso, ma tra il dire e il fare…
Volse lo sguardo verso lo zio e gli si fece vicina guardandolo con sguardo birichino, e questo m’indusse a pensare che volesse fosse da lui a chiavarla. Gli sussurrò qualcosa e lui voltatosi verso me mi guardò e annuì, e curioso chiesi cosa gli avesse detto.
Gli ho detto che ti piacerebbe vedermi scopare con lui.
Ha, e lui?
Ha detto che lui ci viene qui per questo e che se siamo qui anche noi è per cercare momenti di trasgressione che solo tra le dune avvengono in modo naturale e che comunque fosse per lui sarebbe più che felice di accontentarti.
Poi rivolse nuovamente la sua attenzione a lui e guardandolo con occhi vogliosi si stese accanto e lo accarezzò come a invitarlo e questo fu il preludio.
Le loro labbra si unirono in un bacio appassionato pieno di voglia e col cazzo schiacciato tra i loro ventri continuarono a limonare facendo accrescere ancor più voglia in lei che gli sussurrò qualcosa all’orecchio e gli tenne il lobo coi denti.
Subito dopo si mise su un fianco dandogli la schiena e dopo avermi guardato assestandosi sul telo porse il culo verso lui che col cazzo in mano iniziò a sfregarglielo tra le cosce.
Stavo impazzendo di libidine, non credevo ai miei occhi, lo guardò e con voce suadente gli disse sussurrò che a lui dovette piacere perché la abbracciò e la baciò stringendola a sé.
Con lui steso dietro lei sollevò una gamba per far sí che lui le infilasse il cazzo tra le cosce e la richiuse per tenerlo imprigionato tra le gambe a contatto col suo sesso traboccante di voglia.
Subito i suoi gemiti contribuirono a far crescere l’erotismo che permeava nell’aria e insieme al ragazzo li guardavamo entrambi arrapatissimi.
Quando i movimenti iniziarono a farsi forsennati, con la voglia cresciuta a dismisura si staccò, lo fece mettere sulla schiena e salita sopra come una furia prese il cazzo e se lo tenne contro la figa, poi prese a scorrere sul membro strofinandoci sopra con la figa grondante piacere.
Col cazzo steso sotto e le mani appoggiate sul petto di lui muoveva il bacino scorrendo con la vulva sul turgido cazzo traendone il massimo del piacere, sentire quel grosso cazzo sfregarle contro la mandò fuori di giri tanto da posizionare le piccole labbra sulla turgida cappella e quando la sentì ben posizionata tra le labbra interne allora si fermò indecisa se continuare o meno. Ma era così bella la sensazione di avere quella cappella premerle contro che non resistette e iniziò a premere fino a sentire la cappella farsi spazio tra le labbra pronta a penetrarla.
Avvenne in maniera così naturale che si ritrovò impalata e fradicia com’era non ebbe alcuna difficoltà e spinse fino a che non lo ebbe tutto dentro.
Il gemito liberatorio che le uscì rauco dalla gola nel sentirsi il ventre pieno di quel grosso cazzo fu un momento indimenticabile, disse poi che era stato come se l’avessero sverginata un’altra volta.
Preso atto di averlo preso senza problemi, si sedette letteralmente sopra per capire se poteva prenderlo tutto, e resasi conto di averlo dentro fino allea radice iniziò a muoversi con dei movimenti lenti che la portarono all’orgasmo: era la prima volta che godeva col cazzo di un altro conficcato in figa e se lo gustò gemendo come una cagna.
Col corpo tremante a causa dell’intenso orgasmo dovette attendere che il momento di défaillance passasse e solo poi restando seduta sopra si piegò e lo baciò come a volerlo ringraziare e lui in risposta iniziò a perticarla spingendo da sotto facendole sentire cosa si prova a essere posseduta da uno come lui.
È bravo Mark, iniziò a chiavarla di brutto facendola venire più e più volte in piú posizioni, e il clou lo raggiunse quando fatta mettere a pecora glielo cacciò dentro facendole mancare il respiro.
A Renata è sempre piaciuto essere montata da dietro, dice che in quella posizione si sente dominata e le piace sentirsi succube dell’uomo, se poi mettiamo che l’uomo in questione ha un cazzo tre volte il mio, in quella posizione lo avrebbe sentito fino in pancia, cosa questa che la fa andare fuori di testa (impazziva quando le infilavo a fondo il vibratore, immaginiamoci un cazzo come questo che la faceva ululare ogni volta che glielo spingeva dentro.)
Fuori di testa per l’eccitazione mi feci vicino e avvicinai il mio cazzo al viso.
Lei, come fosse la cosa più normale al mondo aprì le labbra e lo risucchiò mugugnando di goduria.
Era una scena da film hard e non potei resistere dallo scaricarmi nella sua bocca che contorta dal piacere non riuscì a trattenere tutto il mio seme e lasciò che le colasse dal lato della bocca.
Era talmente presa dal piacere che quel cazzo le stava dando che manco si accorse che mi fossi defilato per far mettere al mio posto il ragazzo che non vedeva l’ora di godere anche lui delle sue attenzioni.
Col culo sollevato e il viso trasformato in una maschera di lussuria, appena vide il cazzo del giovane davanti al viso aprì automaticamente la bocca e il giovane le offrì il cazzo da succhiare.
Era una scena primordiale, la donna sottomessa all’uomo per ricevere e dare piacere, e questo ovviamente attirò i maschi intorno che eccitati da quella monta bestiale, avvicinati si misero intorno per guardare e menarselo di santa ragione: come dargli torto! Tutto questo non mi dava fastidio, non me ne fregava un cazzo che fossero in diversi a gustarsi la monta di mia moglie perché non me ne fregava più un cazzo di niente, che m’interessava era aver scoperto quanto troiaggine avesse dentro lei e non vedevo l’ora di dirglielo.
Col cazzo ancora gocciolante mi gustavo la scena e i versi che lei faceva nonostante avesse un altro cazzo in bocca: sembrava lacrimasse dal piacere che provava.
La monta durò un tempo lunghissimo e con la sborra del ragazzo che le colava sul mento mi sembrò che lei non ce la facesse più ea reggere i colpi di lui e mi meravigliai nel vedere quanto cazzo resisteva Mark e non avrei mai potuto fare un paragone di resistenza tra me e lui perché ne sarei uscito deriso.
Ma sicuramente era proprio questo il motivo di goduria per lei, il fatto che continuava a perticarla senza sosta facendola godere come mai ero stato capace di fare neanche col vibratore la diceva lunga…
Mark era un vero portento, mai avevo visto un uomo chiavare come stava facendo lui alternando delle spinte lievi a ritmo da pistone idraulico con lei che in ogni qual modo lui glielo metteva la faceva gridare di continuo così come erano continui i suoi orgasmi fino a che anche lui dovette arrendersi.
Le disse qualcosa che non capii e sentii lei rispondergli con interminabili yes, yes, come inside me, fill me all up. (TRADUZIONE: sì, sì, vienimi dentro, riempimi tutta.) Me l’ero fatto tradurre con Google traduttore dal nipote.
Spinse il bacino contro lui perché affondasse a fondo in lei e quando sentì i primi schizzi colpirle l’utero allora si lasciò andare a un altro orgasmo che le fece tremare il corpo come se avesse le convulsioni.
Una volta passato quel momento di intenso piacere, entrambi si lasciarono andare sul telo sottostante. Lui col cazzo ancora infilato dentro prese a baciarle spalle e collo cosa a lei molto gradevole grato per il piacere raggiunto fino a che si sollevò e potei vedere il grosso cazzo fuoriuscire da dentro: sembrava il cazzo appena venuto di un asino e mi chiesi come avesse fatto mia moglie a prenderlo senza soffrire.
Le era venuto talmente a fondo che la sborra faceva fatica a raggiungere l’uscita e dovetti attendere un bel po’ prima di poter riprendere la colata che prese a uscire tanto lentamente che dissi a Renata di mettersi sulle ginocchia in modo da agevolare la fuoriuscita dello sperma e così fu.
Dalla figa iniziò dapprima a uscire della schiumetta biancastra che in breve si tramutò in grumi colanti di densa sborra bianca, tanto densa da restare come incollata sulle pareti esterne della figa slabbrata e dovetti aiutarla cacciandole dentro le dita per potergliela tirare fuori e facendolo il cazzo mi tornò subito duro.
Dopo averle ripulito la figa con un asciugamanino da bidet, Renata si sedette e guardandomi mi chiese se finalmente fossi contento per averlo fatto e sentendo quanto avessi apprezzato la sua performance mi guardò con un’espressione a dir poco di compatimento che su di me però ebbe un effetto tutt’altro che avvilente: anzi.
Sei contenta almeno di averlo fatto o no? Chiesi curioso di conoscerne la risposta.
C’è bisogno che te lo dica, non è stato abbastanza evidente?
Sì, ma che vorrei sapere è cos’hai provato quanto l’hai sentito dentro, non hai avuto paura che ti facesse male.
Mmh, avevo così voglia che avrei preso qualsiasi cosa in quel momento, ero così eccitata che se anche avessi sentito dolore non l’avrei fermato: non credevo che si potesse godere così intensamente ed è stato bellissimo.
Però hai lasciato che ti prendesse a pelle, e nonostante questo l’hai fatto venire dentro: non hai paura che possa attaccarti delle malattie.
Mi ha giurato che non l’ha mai fatto senza ed è la prima volta che lo ha fatto e quindi non può avermi attaccato un bel nulla.
Era bello vedere con quanta sicurezza affrontava la cosa, era perfino raggiante e mi guardò come a sfidarmi a dire il contrario: cosa che mi guardai bene dal fare.
Wow fece poi, mi ha rivoltata come un guanto, averlo saputo prima… Comunque grazie disse poi dandomi un bacio.
Stava cercando qualcosa nella borsa quando s’imbatté nella confezione di preservativi che rimase a fissare.
Mmh quindi avevi pensato anche a far scorta visto che è una confezione da dodici: quando sei andato in farmacia?
Ma che farmacia, li ho presi nel bagno dell’albergo, ho trovato un distributore e ne ho presa una confezione.
Sì ma è da dodici, volevi che mi scopassi un reggimento?
Ma dai, c’erano solo questi, e comunque è meglio averne visto come stanno andando le cose e noi siamo appena arrivati.
Invece che mandarmi affanculo come mi aspettavo facesse non disse nulla, e questo mi diede quasi la certezza che quello di oggi non sarebbe stato l’unico pomeriggio da passare tra le dune.
Aspettammo un’altra mezz’oretta prima di andarcene godendoci un tramonto spettacolare. Per quanto riguardava me invece speravo si scopasse pure il nipote visto che la guardava ancora tenendosi in mano il suo giovane cazzo perennemente duro e così provai a stuzzicarla.
Però mi spiace per il ragazzo dissi guardando verso lui. Guarda che roba sembra un cane bastonato poveretto, chissà che voglia che ha di provare anche lui cosa vuol dire scopare: non ti fa pena?
Allora si voltò e sorrise nel vederlo con il cazzo in mano e l’espressione mogia: di mogio però aveva solo l’espressione… Renata allora gli si fece accanto e bastò questo a indurmi a pensare che forse si sarebbe scopato pure lui. Aveva ancora una voglia matta di cazzo, lo si vedeva lontano un miglio e rivoltasi allo zio gli disse qualcosa a me incomprensibile e le chiesi di tradurre. Disse di avergli chiesto se non gli dispiacesse se dava anche al nipote le attenzioni che aveva dato a lui e quello fu felice della sua proposta e lo disse al nipote che arrossì come un bimbo beccato a fare una marachella.
Brava risposi, sono contento per lui, non sarebbe stato giusto farlo tornare in albergo così combinato, non vedo l’ora di vedere che farà visto che per lui è la prima volta.
Renata non mi diede neanche ascolto, era talmente presa che si voltò verso il ragazzo e liberato il cazzo dalla sua mano lo prese in mano lei e incominciò a palparlo godendo nel sentire come l’avesse duro.
Nel frattempo, credendo che i giochi fossero finiti, dei maschi intorno non c’era più traccia, se n’erano andati tutti e ora c’eravamo solo noi in un’atmosfera magnifica col cielo rosso dovuto al sole calante.
Col cazzo che vibrava nella mano, Renata prese a baciarlo di lingua e come reazione sembrava che il cazzo potesse sfuggirle di mano tanto dava colpi come se stesse per saltar fuori dalla mano beata gioventù.
Lei però percepì la sua tensione per quello che stava per accadere e lo tranquillizzò dandogli dei bacetti sul viso e riprendere a limonarlo per metterlo a suo agio.
Insieme a Mark guardavo con quanta bravura si prendesse cura di quel giovane, e visto i precedenti e la paura che potesse venire si trattenne dal prenderglielo in bocca per non rischiare che eccitato com’era non le venisse in bocca vanificando il tutto e per questo lo fece mettere giù sulla schiena e lei si mise sopra, si posizionò con la vulva sull’asta turgida stesa sul ventre di lui e iniziò come a fargli una sega con la figa cosa che il ragazzo sembrò molto apprezzare.
Con quel cazzo vibrante a contatto della figa ormai slavata dall’eccitazione non resistette, risalí l’asta scorrendoci sopra con le labbra fino a ritrovarsi la turgida cappella premere tra le piccole labbra nell’intento di entrarle dentro e lei eccitata com’era nel sentire quanta voglia avesse quel giovane cazzo di entrarle dentro e eccitata come non mai si lasciò andare e iniziò a spingere fino a sentire le labbra aprirsi per fare spazio a quel giovane membro di penetrarla e sentire la prima volta il calore di una figa.
lo farsi spazio facendo quel giovane cazzo tentare di affondare dentro sembrava vero di dover essere lei la prima a fargli da guanto e eccitata come non mai si sollevò, prese in mano il cazzo e dopo esserselo strusciato per benino tra le labbra già fradice lo posizionò e guardandolo con occhi arrapati si lasciò andare su di lui facendoselo sparire dentro fino a che non lo ebbe tutto conficcato dentro.
Il viso del ragazzo cambiò nel sentirsi avvolgere il cazzo in quella che doveva sembrargli una tana bollente e fu talmente epica la cosa che difficilmente potrò dimenticare la trasformazione che lessi sul viso del ragazzo ed ebbi paura che dal tanto piacere che provava dovesse di nuovo sborrare, cosa che per fortuna non accadde nell’immediato.
Il piacere di essere stata lei la prima a sverginare quel giovane cazzo e grosso cazzo la eccitò al punto che sentirlo vibrare dentro dal piacere non poté trattenersi e accolse l’orgasmo che arrivò come uno tsunami che la scombussolò tanto da farle tremare il corpo da capo a piedi.
Quando le allungai il preservativo perché glielo facesse indossare fece di no con la testa e siccome mi vide contrariato disse che non serviva.
É la sua prima volta ed è giusto che provi cosa vuol dire farsi una donna disse con voce resa roca tanta era l’emozione di scoparsi quel giovane cazzo che le vibrava dentro e io non ebbi niente da ridire perché aveva deciso che doveva essere così e basta e dimentica di me si mise a muoversi e a godersi quel nervo di carne viva salendo e scendendo adagio su quell’asta dura rendendolo lucido dei suoi umori.
Come mi aspettavo il ragazzo iniziò a dar segni di cedimento e lo capivo perché sapevo cosa stesse provando, col cazzo in quella tana vischiosa e bollente difficilmente riuscivi a resistere più i tanto e lo vidi mentre da sotto spingeva con movimenti a incontrollati incapace di gestirsi e si spinse a fondo con lei che per assecondarlo le si sedette letteralmente sopra in attesa di sentire gli spruzzi del giovane infrangersi sull’utero: cosa che in attimo avvenne e lei sapendo che per quel giovane cazzo era la prima volta che veniva in una vagina, eccitata urlò il suo piacere venendo nuovamente con un orgasmo incontrollabile e gridando il suo piacere lo incitava a farcirle la figa.
Rimase distesa sopra lui un bel po’ prima di decidersi ad alzarsi, e mentre si accingeva a farlo baciandolo prima con dei baci, lui non volle che si togliesse e la tenne per i fianchi per impedirle di sollevarsi: era troppo il piacere provato e non voleva che tutto finisse così, e lei pur di accontentarlo gli rimase sopra e prese a baciarlo felice di essere stata lei a renderlo uomo.
Che a mia moglie fosse sempre piaciuto il cazzo non v’erano dubbi, ma mai avrei pensato che se ne prendesse due uno dopo l’altro con tanta facilità e ora guardava me e Mark con uno sguardo stupito e rivoltasi a Mark disse in inglese e lo ripeté in italiano che il ragazzo non dava segni di cedimento e lo sentiva ben piantato dentro ancora duro e contenta si mise a frollargli il cazzo con un movimento delle anche che dette a entrambi un rinnovato piacere fino a che tenendolo a sé s’inclinò su un fianco e tirandosi dietro lui fece sì che fosse lui a mettersi sopra perché ora voleva che fosse lui a montarla e a gambe spalancate iniziò a godersi la monta del giovanotto che anche se inesperto seguendo l’istinto si mise a chiavarla come andava fatto assestando dei colpi micidiali che la facevano gemere a ogni spinta data la foga con cui lui lo faceva tanto da darmi l’impressione di vedere la monta veloce di un cane che s’ingroppa la sua cagna.
Quella monta veloce fu una sorpresa per mia moglie che la eccitò talmente che dalla figa slabbrata iniziarono a sgorgare sperma e umori vaginali assieme che crearono una cacofonia di sguittii che era musica per le mie orecchie fino a che con le gambe avvinghiate intorno alla vita di lui inizió a gemere forte e a tremare per un nuovo orgasmo che la travolse sconvolgendola mentre lui imperterrito continuava a perticarla come se non ci fosse un domani e fui contento di vederlo finalmente montarla e godersela senza venire procacemente.
Renata ancora avvinghiata a lui con le gambe attese che il tremore passasse per poi lasciarsi andare, distese le gambe e accarezzandogli il culo attese che il giovane godendo del suo corpo si svuotasse nuovamente in lei: sembrava distrutta.
Se non fosse stato per i versi di mia moglie non mi sarei accorto che lo stronzetto stava venendo. Fu vedendo mia moglie che capii, lei gli strinse le chiappe e se lo tenne contro per sentirlo venire. Non cambiando il ritmo della monta non permise a nessuno di capire che fosse giunto il momento, solo il gesto della testa disse che qualcosa stava avvenendo perché l’abbassò e la unì a quella di lei che con la mano sul capo lo tenne a sé mentre lui si svuotava in lei.
Questa volta fu lui a sollevarsi da sopra e facendolo dalla figa iniziarono a uscire liquidi in abbondanza. Lei appoggiata sui gomiti ci guardò e quando i suoi occhi furono su di me si accorse di come fossi impiastricciato di sborra, poi guardò Mark che gli sorrise mostrandogli quanto avesse apprezzato facendogli vedere il suo cazzo ritto nella mano.
Fu incredibile il flusso di liquido che le uscì da dentro e lei sentendolo si tamponò la figa con la mano, poi si alzò e si spostò sulla sabbia dove a gambe aperte attese che lo sperma e quant’altro avesse dentro uscisse e si riversasse sulla sabbia sottostante.
Passami la bottiglia dell’acqua disse e gliela diedi in modo che si sciacquasse la figa.
Vedere il modo in cui lo stava facendo davanti a noi senza vergogna mi fece capire che mia moglie dopo quell’esperienza era cambiata e che si era liberata dei tabù che finora la tenevano bloccata e mi sembrava di vedere una prostituta che si sciacquava la figa dopo essere stata con un cliente. Nessuno vedendola avrebbe creduto che fosse la prima volta che scopava con sconosciuti visto che si era fatta venire dentro da tutti e due.
Sentii un battito di mani e giratomi vidi che c’era un singolo che la stava applaudendo, doveva essere arrivato dopo e non me n’ero accorto, ma a lei comunque non fregò un cazzo che quello vedesse cosa stesse facendo perché tra le dune lei si sentiva libera di fare ciò che voleva e non gli fregava niente di nessuno e se volevano pensare che fosse una troia e io un cornuto che facessero pure tanto una volta partiti non avremmo più visto nessuno di loro.
Ad ogni modo filmai tutto, anche mentre sborravo ripresi tutto fino al momento che in piedi sulla sabbia liberò tutto quanto lo sbarbato le aveva lasciato dentro: chissà le seghe che mi sarei fatto quando a casa avrei guardato quel filmino.
Il ragazzo intanto con il viso paonazzo di uno che sembrava avesse ecceduto nel bere se ne stava seduto come intontito tenendosi il cazzo sognante. Suo zio invece si rivolse a mia moglie e le disse qualcosa che pensai fosse un complimento per le attenzioni che aveva dato al nipote perché più volte lo sentii dire tank you.
Se solo fossimo stati più vicini alla riva sicuramente ci saremmo fatto un bagno a mare, ma c’erano troppe dune da attraversare e stanchi come eravamo non ce la sentimmo di affrontare quell’ulteriore fatica e decidemmo di tornarcene in hotel. Prendemmo le nostre cose e dopo aver salutato i due Renata disse di avergli detto che l’indomani al calare del sole se volevano ci potevano trovare lì.
Sei stata grandissima le dissi mentre tornavamo verso l’hotel e la ringraziai per quel magnifico regalo tanto atteso e lei guardandomi col suo fare da troia mi sorrise a tutto denti.
Sì disse, non credevo neanch’io di spingermi a quei livelli e devo ringraziare te se ci sono riuscita. Il fatto di avermi portata in questo posto ha risvegliato in me quel senso di libertà che credevo non avere. È pur vero che abbiamo avuto la fortuna d’incontrare loro, Mark e suo nipote, e devo dire che sono davvero carini entrambi e di Mark che mi ha sorpreso oltre alla dotazione, è la durata che riesce ad avere, mi ha scopato così a lungo che ho fatto fatica, meno male che il nipote non è come lui altrimenti mi avrebbero distrutta.
Ho visto però che anche lui ti ha fatto godere più volte, cos’è che ti ha eccitato con quel ragazzo.
Non so neanch’io, è stato come tornare indietro nel tempo, come la prima volta che mi venisti dentro e sentire i tuoi spruzzi riempirmi mi piaceva e con lui è stato lo stesso o forse di più perché quando ´tutti e due sono venuti ho sentito l’utero schizzato dal loro sperma ed è stato così bello sentirli così in profondità che sono venuta pure io.
Sì tant’è vero che a un certo punto ho creduto che e lei sfondassero da come ti chiavavano. Va beh! E come siete rimasti: verranno anche loro domani o no?
Dopo quello che è successo oggi tu cosa credi verranno? Disse con un sorriso da troia che la diceva lunga…
Peccato che sarà anche l’ultima volta domani perché Mark ha detto che dopodomani hanno il volo di ritorno. Hanno finito le vacanze e se ne tornano a casa loro a Manchester.
Oh signore feci io dispiaciuto, proprio adesso che vi eravate affiatati, ma non disperiamo, magari ne troviamo qualcuno altrettanto valido.
Mi guardò di sottecchi e sollevando un sopracciglio scosse la testa come se avessi detto una cazzata.
Ma il fatto però che non avesse replicato negativamente a quanto le avevo detto mi lasciò ben sperare su quali fossero le sue reali intenzioni perché lei a Maspalomas era un’altra donna e non era da escludere che potesse scoparsene altri prima che anche la nostra vacanza finisse.
Quella sera dopo aver cenato in hotel salimmo in camera stanchi morti e ci addormentammo come due angioletti.
Il mattino successivo dopo aver fatto colazione disse che dovevamo passare in farmacia perché aveva problemi d’intestino e voleva che comperassi l’occorrente per farle un clistere con della camomilla tiepida in modo da liberarsi.
CHE TROOOOIIAAAA! Capii subito cos’avesse in mente, altro che liberarsi, quella era solo una scusa, la verità era che non voleva sorprese nel caso lui glielo avesse messo nel culo visto che Mark più volte quel giorno le aveva chiesto di farlo ed ero sicuro che gli avesse detto di no solo per paura di sporcarlo, perché a lei piace quasi di più prenderlo nel culo che in figa e pensai che fosse questo il vero motivo per cui volesse che le facessi un clistere, lo facevamo regolarmente anche a casa quando voleva che glielo mettessi di dietro.
Passammo buona parte del pomeriggio a fare clisteri fino a che dall’orifizio non uscì che acqua pulita e allora smettemmo. Volle anche che le ripassassi la depilazione inguinale e gliela feci ripassandola a contropelo per rendere il pube liscio come quello di una bimba.
Minchia se era su di giri, non vedeva l’ora che giungesse l’ora per raggiungere le dune. Era da tempo che non la vedevo così vogliosa e pensai che quel giorno visto che era l’ultima occasione di vederli, avrebbe fatto faville, ne ero certo perché senza dirmelo l’avevo vista mettere nel borsone anche il tubetto della vaselina e il motivo perché l’avesse preso era chiaro.
Quando arrivammo però Renata, ma anche io, rimanemmo male nel vedere che ad attenderci ci fosse solo il ragazzo: di suo zio non c’era traccia.
Renata dopo averlo salutato un po’ freddamente gli chiese come mai fosse solo e lui gli rispose che lo zio doveva sbrigare una faccenda prima di partire ma a momenti ci avrebbe raggiunto.
A quelle parole Renata si rasserenò e mi spiegò l’andazzo rasserenando anche me.
Ci spogliammo e il ragazzo fece lo stesso, solo che quello aveva già il cazzo in tiro e Renata vedendolo rise di gusto compiaciuta e lo accarezzò facendolo sussultare oltre che arrossire e gli si sedette accanto iniziando a parlargli mentre lo accarezzava facendogli sussultare il cazzo che sembrava avere dentro una molla: beata gioventù.
Con lei semisdraiata su di lui intenta a succhiargli il cazzo stando attenta perché non venisse precocemente, smise un attimo e mi disse di prendere la vaselina perché aveva in mente una cosa.
Non vorrai prenderlo nel culo da lui le dissi preoccupato perché vista la poca esperienza del ragazzo avevo paura che potesse farle male.
Non ti preoccupare disse, tanto faccio io. Voglio provare a farlo con lui perché so che non durerà molto e se sentirò dolore sarà solo per poco.
Le passai la vaselina e se ne mise un po’ sull’ano spingendone anche un po’ dentro per lubrificare, poi si sdraiò a pancia in su e aperte le gambe invitò il ragazzo a posizionarsi tra di esse, afferrò il cazzo e dopo esserlo passato tra le labbra più volte strusciandolo, se lo aggiustò tra le labbra e quello appena sentì il calore della figa avvolgergli la cappella prese a spingere e in un attimo le fu dentro e iniziò a muoversi forsennatamente.
Fu Renata che lo fermò e gli disse qualcosa che lo fece calmare e continuò a spingersi in lei con molta più calma.
Per paura però che il ragazzo venisse, gli disse qualcos’altro e vidi lui arretrare e tirar fuori il cazzo che sembrava essere uscito da un bagno turco tanto era bagnato e lucido, Renata lo prese in mano e se lo poggiò sull’ano. Io sdraiato ai loro piedi non mi perdevo nulla ti quanto accadeva e vidi la mano di lei dirigere la turgida cappella sull’ano reso lucido dalla vaselina pronto a ricevere la nervosa verga.
Una volta pronta la sentii dire qualcosa al ragazzo che subito iniziò lentamente a spingere con lei che glielo teneva in mano pronta a tirarglielo fuori nel caso non andasse come credeva ma non accadde.
Vidi il cazzo farsi spazio spingendosi lentamente e dilatare l’ano fino a che un piccolo grido di mia moglie mi disse che la cappella aveva superato il muscolo interno e ora poteva spingersi a fondo senza più problemi e infatti lei lasciò libero il cazzo di muoversi a piacimento.
Come temevo però, il ragazzo non resistette alla stretta di quell’ano voglioso e giunto al limite il ragazzo inarcò la schiena e con un colpo affondò il cazzo nell’intestino di lei che gridò di meraviglia nel sentire la nerchia affondata interamente in lei che schizzava piacere riempiendole la pancia.
Anche lo zio sembrò felice della scelta di mia moglie di farsi fare il culo, l’avevo alle spalle e non mi ero neanche accorto del suo arrivo.
Anche Renata fu felice di vederlo e attese che il ragazzo si svuotasse prima di lasciarlo uscire. Gli porsi dei fazzolettini in modo che fosse pronta a tamponarsi nel momento che quello glielo tirava fuori, non volevo che sporcasse i teli di sborra.
E infatti quando lui si sfilò lei tamponò l’ano coi fazzolettini, si spostò sulla sabbia e piegata attese che la sborra le uscisse tutta e fu felice di vedere quanto fosse bianca: voleva dire che il clistere aveva fatto la sua parte e col culo al vento attese di liberarsi dello sperma ricevuto e mi rammaricai di non aver pensato a filmare la scena, ma mi sarei rifatta quando gliel’avrebbe messo nel culo suo zio.
Era bello però vedere con quanta nonchalance l’avesse preso nel culo e si stesse liberando l’intestino anche se intorno c’era qualche spettatore che guardavano la scena e mi ricordai alcune volte che mi disse ce sarebbe piaciuto anche a lei provare a farlo a cielo aperto ma non avendone il coraggio si tornava a casa senza sapere cosa si provasse.
Mentre si ripuliva con la bottiglia dell’acqua che portavamo apposta, lo zio si spogliò mostrandosi già pronto vista la scena alla quale aveva assistito e quando lei una volta asciugata gli si avvicinò per salutarlo, lui l’abbracciò e lei si sporse verso lui e lo baciò con trasporto.
Non fu per caso che gli prese in mano il cazzo, non vedeva l’ora di farlo e il nipote non era stato che l’apripista a lui.
Seduti si misero a parlare tra loro, ma conoscendola non escludevo che gli stesse dicendo che aveva voluto far provare a suo nipote il piacere del coito anale e chissà, forse gli disse che quel giorno era disposta a farlo anche con lui: tanto la strada era aperta pensai.
Fatto sta che in men che non si dica, come se al mondo non ci fossero che loro, presero a limonare e a palparsi sdraiati sui teli con me e il ragazzo che li guardavamo tenendoci entrambi il cazzo duro in mano.
Mark le stava sgrillettando il clitoride facendola mugugnare come una cagna in calore intanto che con la bocca passava da un capezzolo all’altro manco fosse un’ape sui fiori succhiandoli e mordendoli delicatamente facendola morire di piacere.
Attese che lui ne avesse abbastanza e quando smise Renata si mise su un fianco e sporse il culo verso lui che lo prese come un invito. Prese il cazzo e iniziò a strofinarglielo sulla figa, e lei perché potesse farlo sollevò una gamba.
Con la cappella che divenne subito lucida degli umori di lei, glielo puntò tra le labbra e quando sentì il vuoto con la cappella che quasi veniva risucchiata glielo spinse dentro facendola gemere di piacere.
Certo lui non era come suo nipote, sapevo bene quanto durasse e iniziò a montarla facendole mancare il fiato.
Renata venne due volte prima che con la mano prendesse il cazzo, se lo sfilò da dentro e andò a posizionarselo sull’ano. Data la posizione di lui che la copriva non potei vedere il momento in cui glielo appoggiò, ma da come si muovevano ben si capiva ciò che stessero facendo fino a che la vidi spingersi col culo verso lui pronta a essere presa, e con la bocca spalancata e lo sguardo attento si preparò a riceverlo.
Fece un verso bestiale quando senti la cappella premere sull’orifizio e il muscolo interno, ma fu solo un attimo perché unta com’era il cazzo superò l’ostacolo con facitá scivolandole nell’intestino come un fuso mentre lei, col cazzo ben piantato nelle viscere si rilassò certa di poterlo gestire quel grosso cazzo e dominarlo fino a farlo godere e così fu.
Mark doveva saperla lunga sul fatto d’inculare donne perché una volta messo dentro rimase fermo in modo da farla adattare, e solo quando lei iniziò a muoversi capì che era tempo che iniziasse a pomparla e lo fece seguendo il ritmo che lei gli stava dettando.
Fu un’inculata epica, non so quante volte la fece venire perché era un continuo lamentarsi dal piacere che provava e lo incitava a incularla sempre più forte muovendo il culo per sentirlo entrare a fondo.
Non che potessero esserci uomini che duravano così tanto, non ne avevo mai visti di uomini durare come lui, era da più di dieci minuti che la inculava a sangue e non dava alcun segno di cedimento.
L’aveva presa in più posizioni senza mai tirargli fuori il cazzo che le teneva ben piantato in culo e ogni volta sentivo lei godere come una cagna in calore gridando i suoi orgasmi e incitandolo a spaccarle il culo: almeno era quello che pensavo gli dicesse visto la troia che era.
Ora con lei stesa sulla schiena e lui in ginocchio dinnanzi a lei col cazzo piantato nel culo, le teneva le gambe in alto e la inculava come se volesse farglielo arrivare in gola.
Con le ginocchia di lei che le schiacciavano il seno e lui in ginocchio che la inculava, io stando sdraiato dietro loro potevo riprendere il tutto da vicino incredulo di come potesse lei prendersi un cazzo simile nel culo che la pompava con la potenza di un pistone idraulico: sarebbe stato stupendo rivedere quelle scene una volta tornati a casa.
Mi sentii come paralizzare quando sentii il fiato di lui farsi pesante e i versi che faceva mi indussero a capire che anche lui era in procinto di godere, così mi piazzai di nuovo sotto e ripresi il momento fatidico col cazzo che mi faceva male tanto l’avevo duro.
Sembrava grugnisse tanto era arrapato e la stava inculando come se non ci fosse un domani fino a che le diede degli ultimi colpi pazzeschi, poi inarcò la schiena e affondando fino alla radice glielo spinse dentro a fondo e iniziò a scaricare la sborra accumulata con lei che sentendolo godere ebbe un ritorno di voglia e godette insieme a lui e fu un tripudio di emozioni che travolsero anche me e svuotarono pure i miei di coglioni.
Con Mark che sollevato sulle braccia si muoveva lentamente mentre il cazzo eiettava sperma che riempiva il culo di lei, lui si godeva quel momento col cazzo affondato dentro e farfugliando cose incomprensibili vedevo i muscoli delle natiche che si contraevano a ogni schizzo che il cazzo rilasciava fino a che una volta esaurito si fermò e si abbandonò sopra lei che a gambe tremanti dal piacere provato lo abbracciò riempiendolo di baci.
Prima che uscisse e liberasse il culo dalla grossa stanga che le aveva messo in culo, presi una salvietta da bidet e gliela misi sotto in modo che sporcasse il telo da bagno.
Con l’ano che sembrava la tana di una talpa e che sembrava non dovesse più chiudersi filmai lo sperma che fuoriusciva come lava con lei contrariata: non voleva che riprendessi quella scena ma non poté nulla e ripresi tutto.
Il ragazzo arrapato come non mai e non più timido, fece per avvicinarsi ma lei gli disse qualcosa che lo fece tornare a sedersi ma stranamente lo vidi sorridere. Strano pensai, gli ha detto di no e quello sorride? Per saperne di più chiesi a Renata cosa gli avesse detto e me lo disse.
Secondo te cosa credi che volesse ora quello, voleva scoparmi ecco cosa voleva e gli ho detto che per oggi ne ho abbastanza e visto che domani partono stasera dopo cena andrò a trovarli nel loro albergo e vedrò di accontentare anche lui un’ultima volta.
Rimasi davvero sorpreso di questa sua idea e non è che fossi molto d’accordo nel fatto che non volesse che l’accompagnassi perché disse che tanto sarei stato inutile.
Quel mattino rientrò che erano le cinque e con sé aveva una scatola che doveva pesa perché appena in camera la mise giù con fatica ma non ci diedi peso perché sembrava una appena uscita da un’auto lavaggio automatico, era stravolta e le chiesi cos’avesse combinato per essere conciata in quel modo. Sorridendo si gettò sul letto e disse che i due le avevano fatto realizzare le fantasie che da tempo sognava di fare e che quella notte i due le avevano finalmente fatto provare. Disse che prenderne due simultaneamente è una cosa che va oltre alla fantasia e che ogni donna dovrebbe provare nella vita.
Non si fece neanche la doccia da quanto era stanca e non volle nemmeno che la toccassi. Solo il mattino al suo risveglio potei avvicinarmi e con la scusa di farle le coccole potei sentire l’odore di sesso che ancora aveva addosso e rise nel vedermi annusarla e leccarle lembi del corpo.
Gli ultimi giorni di vacanza a Maspalomas li passammo a visitare le attrazioni dell’isola e non ebbe più bisogno di tornare tra le dune perché Mark come regalo le aveva regalato una sexy machine con vibratori di varie misure e la sera a letto ci si divertiva con quelli pensando ai due che l’avevano letteralmente resa troia.
Qualche giorno dopo ricevette una chiamata e la sentii rispondere in inglese. Disse che era Mark, che si erano scambiati i numeri di cellulare e che una volta a casa si sarebbero tenuti in contatto tramite Skype.
Da tempo ormai siamo pendolari e passiamo diversi week end in Inghilterra ospiti di Mark che oltre a suo nipote ha fatto conoscere a Renata anche alcuni suoi amici e si può dire che ora l’Inghilterra è divenuta una nostra assidua meta.


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