RACCONTO TITOLO: L'iniziazione di mia moglie 
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L'iniziazione di mia moglie


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L'iniziazione di mia moglie

by cp58mi
Visto: 2076 volte Commenti 8 Date: 04-11-2022 Lingua: Language

La guardavano tutti nonostante indossasse abiti anonimi che non la valorizzavano, ma era il suo modo di camminare ancheggiando che attirava gli sguardi di sconosciuti, sguardi che mi infastidivano provocandomi un moto di rabbia o di gelosia, ma col passare del tempo questo si trasformò in una sorta di piacere perverso, il fatto di saperla desiderata da altri invece di ingelosirmi mi intrigava, e presto l’idea
di convincerla a vestire in modo più libertino prese il via prima nella mia mente e poi nella realtà cercando di convincerla a vestire in modo da valorizzare le sue forme perché mi sarebbe piaciuto vederla desiderata da altri uomini e che la cosa mi intrigava.
Alle volte capitava pure che incrociando qualcuno questi non la degnava di uno sguardo facendomi restare male. Fu così che iniziai a spronarla a vestire in modo un po' libertino, volevo che indossasse abiti che valorizzassero il magnifico corpo e che mettessero in evidenza le sue forme, ma ogni volta il suo rifiuto era netto perché diceva che facendolo in paese avrebbero cominciato a correre voci sul suo conto.
Per quanto mi riguardava il solo pensarla desiderata da altri mi faceva eccitare, era incredibile come in poco tempo fossi passato dalla gelosia a questi pensieri insani, ma il pensiero che altri vedendola non le avrebbero tolto gli occhi di dosso mi faceva eccitare, saperla desiderata da altri mi faceva venire una voglia fino ad ora sconosciuta e l’eccitazione prendeva il sopravvento. Questa idea col passare del tempo divenne quasi un’ossessione, era il mio Viagra naturale e quando facevamo l’amore mi capitava sempre più spesso d’immaginare che fosse uno sconosciuto a scoparla in vece mia e questo qualcuno nella mia fantasia aveva un grosso cazzo soprattutto in circonferenza e saperla chiavata da lui che gliel’apriva fino a spaccargliela mi faceva eccitare in maniera pazzesca, pensarla stesa davanti a lui e guardandogli il cazzo gli apriva le gambe per accoglierlo mi faceva impazzire dalla voglia perché accadesse davvero e l’adrenalina pompava in maniera esorbitante tanto che al pensarlo dovevo trattenermi altrimenti rischiavo di venire prima di lei.
Qualche tempo dopo, tramite un amico trovammo entrambi lavoro in una città del Milanese e dal paesino ci trasferimmo nella metropoli: lei impiegata in un ufficio postale del centro città e io impiegato in un’azienda comunale di trasporti.
Renata ha da poco superato i 40 anni ma nonostante l’età il suo corpo anziché lasciarsi andare è rimasto tonico come da giovane, solo le forme si sono leggermente arrotondate ma in modo molto gradevole che la fa apparire ancor più desiderabile.
Renata ha raggiunto la quarta di seno ancora rigoglioso e turgido com’era da giovane, un fantastico culo con le chiappe belle sode e le gambe ben tornite su due caviglie sottili da cavalla di razza: per dirla tutta è davvero una gran figa e se qualcuno non se ne avvede è perché di donne non ne capisce niente.
Ma torniamo a noi. Quella fantasia di vederla vestita un po' libertina si stava facendo strada pure in lei perché vivere in città è diverso che stare in paese dove tutti sparlano
di tutti e lavorando a contatto con colleghe che in città ci sono nate non poteva non mettersi a loro pari visto che quelle, a suo dire, facevano a gara a chi vestisse meglio per apparire in pubblico e così si rese subito conto che anche lei avrebbe dovuto adeguare il suo guardaroba e cambiare il suo modo di vestire.
Dedicammo un po' del nostro tempo libero per andare a comperare dei nuovi abiti e finalmente potei vederla vestita come piaceva a me scoprendo lei stessa che guardarsi allo specchio la ripagava molto più di prima.
Era perfino diventata civettuola, ora prima di uscire per andare in ufficio si rimirava allo specchio apprezzandosi e sorridendo al pensiero che alcuni colleghi le facessero dei complimenti un po' spinti, e sapendo che questo mi piaceva ogni sera mi aggiornava sui complimenti che riceveva contenta di piacere.
Inconsapevolmente però non faceva che gettare benzina sul fuoco alimentando sempre più le mie fantasie.
Fremevo al pensiero di portarla a conoscenza delle mie fantasie su di lei ma non trovandone il coraggio di affrontare l’argomento per paura della sua reazione decisi in un modo o un altro di cominciare dicendole che mi sarebbe piaciuto che desse il filo a qualche collega e fare finta di accettare la sua corte, giusto per vedere fin dove si sarebbe spinto, e mentre lo dicevo il cazzo mi divenne marmoreo.
Con mia somma sorpresa mi rispose che oltre a qualche collega, c’era un tipo che da un po' le stava addosso di brutto e la tampinava ogni mattina nel bar vicino all’ufficio dove lei si fermava solitamente a fare colazione prima di prendere lavoro.
Minchia, non credevo alle mie orecchie, senza saperlo stava venendo sul mio terreno di caccia, così la presi per mano e me la portai a letto, poi le dissi di continuare e dirmi cosa le dicesse quello.
Rise vedendomi col cazzo in tiro e mi chiese se fosse per il fatto che altri avrebbero voluto portarsela a letto.
Non immagini quanto risposi felice che fosse stata lei a introdurre il discorso.
Ma ti prego continua. E iniziai a baciarla palpandola per eccitarla, iniziai dal collo lambendo i lobi con la lingua sapendo quanto le piacesse, e infatti iniziò a fremere, scesi sui seni e le mordicchiai i capezzoli già turgidi di voglia, e quando arrivai sul monte di venere lei aprì le gambe desiderosa di essere leccata e poco dopo era già pronta: dai disse, mettimelo dentro.
Risalii con la lingua il suo ventre piatto baciandola fino a che raggiunsi il seno e presi nuovamente a succhiarle i capezzoli e nel frattempo le posizionai il cazzo tra le labbra facendole aumentare la voglia di essere presa.
Era una tattica che la faceva fremere di voglia, avere la cappella tra le labbra della figa la faceva andar fuori di testa e con voce resa roca dalla voglia mi pregò di chiavarla.
La stavo montando quando sussurrando le dissi: e così il porco che incontri al bar ti vorrebbe portare a letto eh? Gli piacerebbe scoparsi una bella figa come te, a te non piacerebbe? Di la verità che ci hai mai pensato, non è mica un peccato, è un modo anche quello di eccitarsi. Dai, non dirmi che una volta in ufficio non ci hai mai pensato.
Già il fatto che non mi aveva ancora mandato a fanculo la diceva lunga, così attesi speranzoso che mi rispondesse visto che nel frattempo si era bagnata in modo allucinante.
Era troppo presa dal piacere e dovetti attendere di aver finito.
Stando distesi l’uno accanto all’altro paghi del piacere provato la spronai a dirmi delle avance di quello che la tampinava al bar e lo fece come da sua abitudine senza peli sulla lingua.
Disse che era un bell’uomo che vedeva spesso quando al mattino faceva colazione in quel bar dove anche lui faceva lo stesso.
Un giorno mi ha chiesto se poteva sedersi al mio tavolo e visto che cerano tutti i tavolini occupato gli dissi di sì. Per sdebitarsi del mio gesto volle a tutti i costi offrirmi la colazione e da allora ha cominciato a tampinarmi in maniera pazzesca.
Ci sta provando in tutti i modi e vuole che una sera accetti di andare a cena con lui, gli ho detto che sono sposata e che amo mio marito, e sai cosa m’ha risposto? Mi ha risposto che anche lui lo è e che ama sua moglie ma non per questo dobbiamo privarci dei piaceri della vita.
Perché non mi hai mai detto niente visto che è da un po' che ci sta provando? Pensavi che me la prendessi o cosa?
Ma no, non te l’ho detto perché sono le solite stronzate che tutti gli uomini dicono per portarsi a letto una donna, se dovessi star qui a raccontartele staremmo ore a parlarne, in ufficio a parte qualche gay, gli altri ci hanno provato quasi tutti, figurati, se solo cedessi a uno il giorno dopo lo saprebbe tutto l’ufficio.
Sì, ma torniamo a lui…
Quello dice di aver perso la testa per me, che non fa altro che pensarmi pure quando scopa con la moglie, dice che mentre lo fa pensa di avere me sotto. Vedi un po' tu com’è messo!
Le dissi che m’inorgogliva saperla desiderata da altri uomini e che questo significava che la donna al mio fianco era una bella donna e io ne andavo fiero e che questo mi eccitava, e per dimostrarlo le sbattei il cazzo tornatomi durissimo sull’anca.
Non rimase sorpresa nel sentirmi dire quelle cose anzi, sembrava quasi contenta che gliel’avessi detto rimanendomi accanto ad ascoltarmi.
Mi sentii più leggero ora che le avevo detto parte delle mie fantasie ed ero felice di poterne parlare con lei.
Da quanto hai questa voglia di vedermi desiderata da altri? E perché tutto questo ti eccita?
Le risposi che da un po' che mi capitava spesso di fare un sogno ricorrente, in questo sogno vedevo lei a letto con un altro che scopandola le diceva un sacco di parolacce e questo la faceva godere tantissimo, tanto che tu lo incitavi a scoparti più forte fino a che inizi a godere così forte che io senza accorgermene vengo anch’io nelle mutande e mi sveglio di soprassalto giusto in tempo per tamponarmi e non sporcare le lenzuola, allora mi alzo adagio per non svegliarti e corro in bagno a lavarmi turbato per l’accaduto. Al ritorno in camera mi soffermo a guardarti mentre dormi e ti scopro piano per non svegliarti, mi piace un sacco vederti rilassata e ammiro il tuo magnifico corpo pensando a come sarebbe se invece che in sogno ti vedessi farlo nella realtà.
Non so se fu la reazione alle mie parole o perché mentre mi ascoltava la toccavo, fatto sta che a occhi chiusi unì la sua mano alla mia e toccandosi la sentii mugolare di piacere.
La baciai, la leccai tutta facendole venire ancora voglia di essere presa.
Ero al settimo cielo, il fatto di averla portata a conoscenza della mia fantasia mi fece sentire come se mi fossi tolto un peso, ero riuscito a dirglielo confidandole quanta eccitazione provavo nel pensarla con altri e tutto questo per me fu una liberazione.
Il fatto di scoprire che anche a lei tutto questo la eccitava la diceva tutta facendomi pensare che anche a lei quella fantasia non dispiacesse.
Intanto che il ferro era caldo dovevo solo alimentarne il fuoco senza forzare la mano, era solo questione di tempo.
Quanto accaduto la sera prima doveva esserselo tenuto in mente tutto il giorno perché la sera al rientro dal lavoro, dopo aver fatto la doccia e prima che cenassimo mi chiamò dalla camera da letto, entrai e la trovai a letto nuda: vieni disse, ho voglia.
Mi spogliai e la raggiunsi.
Si fiondò subito sul cazzo che prese a succhiarmi con avidità facendomelo subito tirare. Era assatanata, e visto che aveva così tanta voglia l chiesi se non fosse a causa di quell’altro che la tampinava, che magari vedendolo aveva pensato a come sarebbe stato farlo con lui invece che con me.
Pensa se ci fosse lui al posto mio, gli succhieresti il suo bel cazzone e poi ti faresti scopare godendo come non mai.
MAMMA MIA!!! Quelle parole sortirono l’effetto desiderato, sembrava l’avessero fatta uscire di testa. Si fiondò sul cazzo e si sedette sopra impalandosi cominciando a dire che era una puttana, che voleva provare un grosso cazzo che le rompesse la figa e che gliela riempivano di sborra, disse che voleva essere trattata come una troia e voleva provare cosa significasse prenderne di grossi. Non fece neanche in tempo a finire di dirlo che eruppe in un orgasmo travolgente.
Iniziò a tremare come se avesse le convulsioni e le contrazioni della figa mi fecero così tanto eccitare che in un attimo le schizzai dentro tutta sborra che avevo riempiendole la figa mentre lei gridava il suo orgasmo: era indemoniata e facevo fatica a riconoscerla.
Sentirla darsi della puttana mi fece impazzire, sollevò il bacino per poi fiondarsi sul cazzo con così tanta vigoria e la faccia trasformata dal piacere non potei resistere oltre e rimanemmo tutte e due sfiniti sul letto l’uno accanto all’altro.
Per quel che mi riguardava ero felice del suo cambiamento, mi aveva scopato non solo con la figa ma anche con mentalmente e fui felice per questo.
Averla accanto completamente appagata non sembrava neppure lei, non era più la Renata che conoscevo, qualcosa era cambiato in lei e mi chiedevo se anche lei ne avesse coscienza visto con quanta sfrontatezza si era data della puttana da sola. Che avesse portato allo scoperto il suo io? Il suo lato nascosto? Non lo sapevo, solo il tempo me l’avrebbe detto e ora se ne stava lì a gambe aperte con la sborra che colava dalla figa: era una cosa impagabile.
Eravamo in doccia, e mentre ci insaponavamo mi disse quanto fosse stato bello e del perché le avessi parlato ancora di lui.
Non lo so risposi, forse è perché mi eccita pensarti con un altro, un altro che immagino molto dotato, che ti fa godere come non mai e questo mi eccita. Ma anche a eccita che te lo dica, non ti ho mai vista così eccitata e hai subito goduto: ricordi cos’hai detto? Ti sei data perfino della puttana e hai goduto che sembravi una fontana.
Mi rispose come suo solito senza un minimo di vergogna: Sì è vero, mi sono eccitata di brutto ma perché stavamo scopando e mi è venuto d’istinto dirlo.
Dì la verità, non è stato solo per quello, in quel momento hai immaginato di avere in bocca il suo, è per questo che ti sei eccitata: dai ammettilo!
Ma che ci sta succedendo? Disse vedendo che l’avevo ancora duro.
Possibile che queste stronzate ci portino a fare questo. Me lo prese in mano e stringendolo disse che forse eravamo due pervertiti, si abbassò e sotto lo scroscio dell’acqua me lo prese in bocca.
Guarda che roba! Sembri un ragazzino che ha visto la prima volta una fighetta, ti eccita così tanto pensare che qualcun altro mi scopi? E se capitasse tu cosa faresti?
Non attese la risposta, si alzò e giratasi di spalle se lo puntò contro e si spinse contro facendosi penetrare un’altra volta, si appoggiò alla parete della doccia e da dietro cominciai a montarla di nuovo facendola gemere di piacere ancora una volta
Era incredibile quanta voglia avessimo ancora, era la prima volta che lo facevamo in doccia manco fossimo due liceali e mentre la prendevo da dietro le dissi che mi sarebbe piaciuto moltissimo vederla godere col cazzo di un altro, uno che la trattasse davvero da vera puttana e che le sfondasse la figa con un grosso cazzo facendola godere più volte: a te non piacerebbe?
Poggiata alla parete iniziò a spingersi contro e il suo mmmm mi fece capire che avrebbe voluto provarlo, col culo si mise a spingere come una forsennata fino a che gridò siiiii, grossooo, lo voglio groooossooooo, sfondami la figa, cosiii sii cosìì daiii daaaaiiiiii che vee eengoooooo.
Non era lei, non la riconoscevo più, ma era mia ma moglie questa? Se si era davvero cambiata e la zoccola che era in lei era uscita con prepotenza e ora sapevo quanto voglia avesse di provare un altro cazzo e questo fece sì che mi svuotassi nuovamente in lei godendomela a fondo.
Era incredibile come venissi così velocemente, di solito riesco a gestirmi e duravo molto di più, ma sapevo il perché di questo, essere riuscito a coinvolgerla nella mia perversione mi eccitava talmente che non riuscivo a dominarmi e sborravo come un adolescente.
Tutti e due malfermi sulle gambe finimmo di lavarci e asciugati andammo a sederci sul divano.
Quella sera diversamente dalle altre volte accendemmo la tv ma tenemmo il volume a zero perché sentimmo il bisogno di parlare di quanto ci stava succedendo e mi meravigliai quando lei iniziò a parlare del suo lavoro, non aveva mai voluto parlare di quello nonostante gliel’avessi chiesto in altre occasioni, quella sera invece lo fece.
Erroneamente pensai volesse parlarmi di qualcosa che era successo, forse col tipo che la tampinava, invece se ne venne fuori dicendo che da qualche giorno in ufficio si parlava di una sua collega e girava voce che fosse una zoccola. Un’altra sua collega aveva messo in giro la voce che questa assieme al marito frequentassero un locale per lo scambio di coppia perché a lui piaceva vedere la moglie alle prese con grossi cazzi che lei prediligeva, e farlo con altri uomini le piaceva e ne traeva godimento col consenso del marito.
Ah! E com’è che quella sapeva queste cose, era vero?
Sì rispose Renata.
Pare che l’altra pensando che anche la collega fosse come lei libertina “forse l’altra gliel’aveva fatto credere” dev’essersi confidata credendola persona di fiducia perché pensava che anche lei e il marito lo facessero ma si sbagliava, non era quella che credeva e che tenesse per sé le sue confidenze, così le disse dove, cosa e con chi lo faceva invitando anche lei e il marito ad andare con loro. Disse che fu suo marito a insistere perché provasse perché la cosa lo eccitava, e seppur inizialmente lei non ne voleva sapere, cedette alle sue fantasie per accontentarlo e facendolo scoprì che farlo piaceva anche a lei, forse ancor più del marito. Da quella volta le ha detto che ci aveva preso gusto e da allora non si sono più fermati e quando per la prima volta ne ha trovato uno superdotato gli è piaciuto così tanto che ora cercano solo questi.
L’altra, quella che lei pensava fosse un’amica, prima che lasciasse l’ufficio per cambiare azienda ha spifferato tutto a un’altra collega, quella l’ha detto a un’altra e così tutto l’ufficio ne è venuto a conoscenza.
Che storia pensai. Incuriosito mi misi a cercare su Google i locali per scambisti e ne trovai diversi anche nella nostra città.
Amore che ne diresti se provassimo ad andare anche noi in un locale del genere per vedere come funziona, sarei curioso di provare.
Ma neanche morta, rispose piccata. Pensa se incontrassimo qualcuno che ci conosce o addirittura un collega, che figura faremmo, allora sì che dovremmo cambiare città. E al solo pensiero rabbrividì.
Non potendo darle torto accantonai l’idea ma attirato da quei generi di siti nei giorni seguenti continuai a cercare finché m’imbattei in uno che il solo nome racchiudeva tutto, si chiamava “cuckold, la moglie offerta”.
Incuriosito mi misi a scorrere le pagine ma per poter leggere e aprire gli annunci dovevo iscrivermi e fare a mia volta un’inserzione e deluso rinunciai.
Mi accorsi però che per me era diventata un’ossessione, continuavo a pensare a quei annunci combattuto dal fare a mia volta un’inserzione o no e decisi che quella sera l’avrei fatta.
Feci l’iscrizione e la correlai con alcune foto col viso scoperto di Renata e spedii il tutto alla direzione in attesa che l’accettassero.
Passarono alcuni giorni prima che lo facessero e una sera finalmente lo trovai on line.
Rimasi meravigliato nel vedere in quanti avessero risposto e eccitato volevo far partecipe anche mia moglie, ma non sapevo come dirglielo visto che non le avevo detto niente dell’inserzione, così presi tempo.
I giorni passavano e io non facevo altro che attendere di essere a casa per poter leggere i messaggi dei tanti porci che se la volevano scopare, nonostante avevo scritto nell’inserzione che eravamo solo una coppia curiosa col marito che voleva sapere se sua moglie potesse ancora interessare vista l’età anagrafica…
Stanco e combattuto se dirglielo o no una sera presi coraggio.
Amore, sai quei siti che abbiamo visto l’altra sera? Ho voluto provare e ho messo un nostro annuncio, sapessi quanti messaggi hai ricevuto, sei la regina del sito, ci sono un sacco di maschietti che impazziscono per te.
Starai mica scherzando! Non l’avrai mica fatto davvero? E come fanno a dire che gli piaccio, non avrai mica messo su delle mie foto vero?
Si che le ho messe, ma le ho rese irriconoscibili, nessuno vedendole potrebbe risalire a te. Vieni ti faccio vedere.
Ma tu devi essere scemo se hai fatto una cosa del genere disse mentre mi seguiva, ma come t’he venuta in mente una cosa simile.
Giunti al computer presi una sedia e l’accostai alla mia, si sedette accanto e una volta aperto il sito le feci vedere l’annuncio. La prima cosa che volle vedere furono le foto e rasserenata nel vedere che davvero era irriconoscibile “le avevo perfino oscurato gli ori che aveva addosso” nel caso l’annuncio lo leggesse qualcuno che conoscevamo, e tranquillizzata le feci leggere cos’avevo scritto nell’annuncio.
Preso atto di ciò aprii i messaggi. Rimase subito intrigata nel vedere quanti fan avesse, molti le chiedevano l’amicizia, altri invece oltre ai complimenti per il magnifico corpo chiedevano d’incontrarla promettendole di farla godere come non mai scrivendole cosa le avrebbero fatto ecc.
Mano mano la cosa l’aveva intrigata e si divertiva oltre a eccitarsi, tanto che quando spegnemmo il computer volle che la scopassi.
Da quella sera il computer aveva preso il posto della tv e dei libri, aspettava di mettere i piatti della cena nella lava stoviglie per andare ad accendere il computer e scorrere i messaggi che riceveva, anche questo la eccitava.
Tra questi ce n’era uno che attrasse la sua attenzione, era il messaggio di una persona gentile che le aveva scritto solo per complimentarsi con lei per quanto fosse attraente, non scriveva volgarità e questo le piacque.
Aprì il suo annuncio e scorse le foto. Mostravano un giovane con un bel fisico, non palestrato ma messo bene, era glabro e nelle foto mostrava un cazzo dalle proporzioni asinine tanto che Renata disse che al confronto quello di Rocco Siffredi “di cui negli anni avevamo visto vari film” sembrava il cazzo di un bimbetto, nella foto lo teneva stretto alla base e orgoglioso di mostrare quanto fosse turgido.
Questo non può essere vero disse guardandolo, l’ha sicuramente modificato con Photoshop, è abnorme per essere vero.
Ma figurati! Dissi.
Guarda che nelle docce fra il militare e le palestre che ho frequentato ne ho visti di cazzi simili, non ce ne sono molti ma ci sono. Pensa solo a che figura farebbe se una coppia dovesse incontrarlo e scoprisse che era una foto ritoccata, sai che figura di merda farebbe.
Scettica restò a guardarlo per un po', poi riprese a leggere gli altri messaggi fino a che riaprì l’annuncio del ragazzo e si mise a guardare nuovamente le foto.
Mmm, vedo che il giovanotto t’interessa dissi sorridendo ma al tempo stesso speranzoso in una sua risposta affermativa.
Mi guardò come quando dico delle cazzate, scrollò il capo come fossi un deficiente, si alzò e se ne andò in sala dove accese sentii che accendeva la tv.
Rimasto solo creai una nuova mail pensando che se avessimo voluto contattare privatamente il ragazzo ne avremmo avuto bisogno, dovevo convincerla a scrivergli visto l’interesse che avevo visto in lei per quel ragazzo.
La sera dopo andai al computer ma lei non sembrava interessata, o così voleva farmi credere: amore non vieni? Ci sono un bel po' di nuovi messaggi, dai vieni che li leggiamo assieme.
Arrivò con quell’aria da sufficiente come a dire “che palle! “
Tra i tanti messaggi vidi che ce n’era ancora uno del ragazzo e lo aprii.
“Ciao, perché non mi hai risposto? Ti ho importunata? Se è così ti chiedo scusa e ti auguro un buon proseguimento.”
Vedi? Non è così che si fa, questo non è stato per niente volgare, ti ha fatto solo dei complimenti e almeno un grazie da parte tua ci stava, vuoi che gli risponda io?
No! Disse, gli rispondo io.
Le lasciai il posto e impossessatasi della tastiera si mise a battere sui tasti: ciao, scusa ma non ho avuto il tempo per ringraziarti per i complimenti, come ti chiami? Io Renata, quanti anni hai, sembri molto giovane. E cliccò l’invio.
La risposta non si fece attendere: mi chiamo Lorenzo, ho 28 anni e sono in zona di Vercelli, resterò in Italia fino a metà settembre poi ripartirò per l’estero, lavoro su una piattaforma petrolifera e rientrerò per le prossime festività Natalizie. Non vorrei sembrare scortese ma sei talmente bella che mi piacerebbe vedere altre tue foto e anche a viso coperto andranno bene, se accetti ne sarei felice, sei una donna magnifica e mi piacerebbe vederne altre.
Renata mi guardò per vedere cosa ne pensassi e le dissi perché no, tanto sarebbero state anonime e irriconoscibili.
Digli che glie le mandi ma che anche tu ne vorresti delle sue che ne dimostrino l’autenticità, che non siano contraffatte.
Glielo scrisse, allegò alcune foto che scegliemmo insieme e gliele mandò, e nell’attesa continuammo a scorrere altri messaggi fino a che una decina di minuti dopo la spia dei massaggi lampeggiò: era la sua risposta.
Innanzi tutto ci assicurava che le foto pubblicate nel suo annuncio erano autentiche, per dimostralo ne allegò di nuove appena fatte dove si era ripreso nudo accanto al desktop del suo computer che mostrava una delle foto appena mandatagli da mia moglie e il cazzo in tiro poggiato sopra. In un’altra sempre nudo ma col cazzo a riposo, ma anche così si vedeva quanto fosse più imponente del mio e accusai il colpo.
Caspita disse lei, ce l’ha proprio così, ed è pure un bel ragazzo, ci aveva inviato delle foto a viso scoperto.
Sono proprio vere, non avrebbe avuto il tempo di modificarle. Disse contenta.
Sembrava felice da tutto questo, forse anche perché era la prima volta che ci ritrovavamo a commentare il cazzo di un estraneo e la cosa pareva intrigarla.
Era euforica, non mostrava nessuna vergogna a farlo e fui sorpreso quando disse che gliene avrebbe mandate delle altre. Ne scelse alcune e io ne coprii i tratti del viso e una volta fatto gliele spedì, gliene mandò una anche a una a viso scoperto che la traeva nel giardino di casa seduta al tavolinetto, disse che voleva sapere cosa ne pensasse.
In attesa che lui rispondesse continuò a guardare le foto che le aveva mandato facendo lo zoom al super cazzo, poi, come parlasse tra se disse che il ragazzo era proprio un bel tipo e le piaceva.
Peccato che l’abbia così grosso, fosse stato un po' più piccolo un pensierino ce l’avrei fatto disse guardandomi col suo sorrisetto da furbetta.
Non capisco perché continui a dire che è un peccato, ci sono donne che pagherebbero per averne uno così, guarda la tua collega che per trovarne deve andare nei locali scambisti. Chiediti perché nei film porno gli attori sono tutti ben dotati, ci sarà pure un motivo no?
Non lo so, io resto del parere che per me è troppo grosso.
Guarda che roba! Non lo vedi quanto è grosso in circonferenza, sembra un bastone. Penso che faccia fatica a trovare una donna disposta a cedergli: io almeno ci penserei prima di farlo, quello con quel coso la sderena una donna.
Che avesse un cazzo fuori dal comune non c’erano dubbi, ma solo pensare che quello se la scopasse mi faceva arrapare in maniera indescrivibile, e così le dissi che secondo me non era niente che una donna non potesse gestirei.
Mah! Rispose senza togliere gli occhi dalla foto: è dura gestire un coso così e ci vorrebbe coraggio. E se scopando gli prende la frenesia e comincia a darci dentro? No no, mai e poi mai!
Sai, ci son donne che pagherebbero per averne uno così tra le cosce, prendi per esempio la tua collega, lei farebbe salti mortali pur di portarselo a letto.
Oh ma sei duro però, le altre possono fare quello che vogliono, io non me la sentirei.
Invece penso che solo a pensarlo ti sei già bagnata come una porca.
Te l’ho mai detto che alle volte sei proprio uno stronzo rispose piccata. Si, sei proprio uno stronzo!
Mentre lo diceva si toccò tra le cosce e sorridendo disse: forse però non hai tutti i torti, mi prese la mano e la mise tra le cosce facendomi sentire quanto fosse bagnata guardandomi con occhi pieni di voglia.
In quel momento arrivò la risposta e leggendola andò in brodo di giuggiole per i complimenti ricevuti.
Hai visto? Dissi, non avevo dubbi, sei troppo figa perché non te li facesse. Digli che sabato saremo in zona, che andremo all’outlet di Vicolungo per fare acquisti e se ha voglia potremmo conoscerci di persona: dici che accetterebbe?
Non lo so, rispose sorpresa. E se poi accetta?
Bene vorrà dire che lo conosceremo dal vero e vedremo se è davvero quello che dice di essere, non c’è nulla di male nel conoscere nuove persone no?
Ma perché vuoi conoscerlo? Non sarà che ti frulla qualcosa in quella tua testolina?
Ma dai! Risposi felice che non avesse detto di no.
Se solo avesse immaginato quello che avevo in mente mi avrebbe sicuramente mandato a fanculo: oh no! Mah, il dubbio sorse spontaneo. Era stato tutto troppo facile, si era fatta convincere troppo facilmente a mandargli le foto che la traevano mezza nuda, e accettando di conoscerlo senza bisogno di pregarla non mi convinceva e questo mi disorientò chiedendomi se fossi stato io l’artefice di tutto questo o era lei a farmelo credere. Non ebbi il tempo di pensare altro che arrivò la risposta di lui. Si diceva lusingato di poterci incontrare e ci accordammo su dove trovarci.
L’incontro sarebbe avvenuto il sabato successivo all’ingresso dell’outlet dell’uscita del casello di Biandrate, per ogni evenienza le scrisse il suo numero di cellulare che lei contraccambiò col mio.
Faceva un caldo boia quel giorno e l’aria fresca nella vettura era un sollievo, ogni tanto distoglievo lo sguardo dalla guida per guardarla, era più bella del solito, era bello vedere quanto fosse desiderabile ed ero felice di avere una tale donna al mio fianco.
Per l’occasione si era messa un paio di scarpe da tennis bianche, una mini di jeans e una camicetta azzurrina che metteva in mostra il profondo decolté tra i seni liberi da costrizioni coi capezzoli che premevano sotto la stoffa dando come l’impressione di volerla bucare. Voleva piacergli, e di sicuro ci sarebbe riuscita.
Era già lì ad attenderci e quando lo vedemmo ci rendemmo conto che era davvero un bel ragazzo, parcheggiai l’auto e scendemmo.
Ci spostammo all’ombra di un albero e facemmo le presentazioni, una volta terminati i convenevoli lo invitammo a fare shopping assieme a noi.
Renata non sembrava lei tanto era civettuola e per tenerselo accanto gli diede il braccio chiedendogli consiglio sui capi da acquistare.
Cazzo come stavano bene insieme, chiunque li avrebbe scambiati per una coppia: e io? Bè io ero un amico che li accompagnava no?
Finimmo le compere che era già tardi così proposi di andare tutti in un qualche trattoria della zona per cenare e chiesi a lui se ne conoscesse qualcuna in particolare.
Se non vi spiace vorrei invitarvi a casa mia, dista una decina di minuti di macchina e i miei sono via, torneranno solo domani, mi farebbe felice avervi ospiti.
E chi prepara la cena tu? dissi io.
No no, sono un pessimo cuoco, ma potremmo fermarci in rosticceria e comprare del cibo, c’è una rosticceria sotto casa e di solito preparano del buon cibo.
Cosa ne pensi dissi a lei.
Va bene disse lei, se va bene a te.
Salimmo in macchina e lo seguimmo. Quando arrivammo a casa, dopo esserci fermati in rosticceria dove comperammo da mangiare risalimmo in macchina e arrivammo a casa sua, era una villa, ci fece entrare e parcheggiammo all’interno.
Durante la cena non ci fu che lei nelle sue attenzioni, ma non avevo dubbi su questo. Parlammo così naturalmente un po' di tutto da sembrare dei vecchi anici che si incontravano per ricordare momenti vissuti e il discorso portò inevitabilmente a chiederci se fosse davvero la prima volta che incontravamo una persona conosciuta su internet. Fu Renata a rispondergli dicendogli come curiosando sul web fossimo arrivati sul sito dove lui aveva l’annuncio e curiosa nel vedere le sue foto si era arrivati a questo.
Quando abbiamo visto il tuo annuncio e le foto pubblicate mi era sorto il dubbio che fossero state alterate per dargli maggior visione, e pensando che secondo me non fosse possibile che un ragazzo potesse essere così tanto dotato
Mio marito mi ha convinto a scriverti e per questo abbiamo anche noi dovuto mettere un’inserzione e chiederti se fossero originali. Te l’ho detto, avevo pensato che fossero ritoccate, ma ricevendo le tue fatte davanti allo schermo del computer dove appariva la mia foto ho dovuto ricredermi: ma tu ce l’hai una ragazza?
Ma che domanda è, sei la solita curiosa risposi, non sono fatti tuoi.
No ma non ce nessun problema rispose lui avevo una ragazza ma ci siamo lasciati un paio di anni fa, le dissi che avevo accettato un’offerta di lavoro che mi avrebbe mandato in Arabia Saudita e sarei tornato a casa solo due volte l’anno. Lei si era subito mostrata contraria e per questo ci siamo lasciati.
Ma facevi l’amore con lei?
Renata!! Ma cosa ti salta in mente, sono domande da fare? Saranno fatti suoi
quello che faceva no?
Scusa rispose, hai ragione, ero solo curiosa di sapere se quando lo facevate lei avesse difficoltà visto le dimensioni disse guardandogli l’inguine.
Questo mi dette fastidio, non poteva prendersi la libertà di chiedergli una cosa così intima, infondo l’avevamo appena conosciuto. Lui si accorse di come l’avevo guardata contrariato e volle metterci una pezza.
No rispose, non aveva nessuna difficoltà, essendo attratti l’uno dall’altra non abbiamo mai avuto nessuna difficoltà a farlo, ma mi dici perché hai pensato potesse averne?
Non so rispose lei, nel vedere le foto forse appare più grande di quello che è in realtà, non lo so.
Spostiamoci in salotto suggerì lui, sicuramente lì staremo più comodi, ne ho altre di foto, se volete ve le mostro.
Ci accomodammo sul divano e sul tavolino di fronte ci mise il portatile, lo accese e una volta fatto aprì una cartella contrassegnata da tre X dove all’interno c’erano un sacco di sue foto: apri pere quelle che vuoi disse a Renata, sono tutte foto reali.
Sembrò restia a farlo, ma dietro il mio sprono si decise e iniziò ad aprirle una a una.
Non vi dico l’ammirazione nel poter vagare tra tante foto dove poteva vedere e ammirare quel bel ragazzo, ma soprattutto contemplare il suo grosso cazzo. In tutte le foto appariva a viso scoperto ed ero certo che fosse già bagnata. Eccitato a mia volta pensando alla sua voglia mi azzardai e chiesi al ragazzo se se la sentiva di mostrarglielo dal vivo.
Renata si voltò verso me con due occhi sgranati, quasi scioccata per quella richiesta.
A sua volta pure lui parve sorpreso e guardò Renata: non so, è una cosa che non ho mai fatto e mi sento un po' a disagio.
Così mi voltai verso di lei e presi a slacciarle la camicetta: sì posso capirlo, ma visto che vi siete già conosciuti mostrandovi in foto non vedo cosa ci sia di male. E continuai fino a che le aprii la camicetta e il seno apparve in tutta la sua bellezza, guardai lui che aveva lo sguardo rapito dal seno di lei e gli feci un gesto come a invitarlo a spogliarsi.
A quel punto si alzò e iniziò a slacciarsi i pantaloni e nel farlo potemmo vedere la sua eccitazione crescere.
Toltosi i pantaloni rimase in mutande e si vedeva benissimo la forma del cazzo sotto di esse. Era già in tiro, e vederlo mi fece quasi impressione: forse solo per invidia.
Mi alzai e andai a sedermi sulla poltrona di fronte: non sarebbe meglio se vi spogliaste tutti e due? Mi sembrate due ragazzini indecisi.
Renata non sapeva che fare, sembrava interdetta e così la spronai: amore ti ricordo che lui ti ha già vista in foto e lui pure, non credo ci sia nulla di male se ora vi guardate dal vero.
Fu lui a togliere gli indugi, tolse la maglietta e guardandola tolse anche la mutanda, le prese le mani e la fece alzare: sembrava una mummia, non aveva il coraggio di farlo.
Io e il ragazzo ci scambiammo un’occhiata e fu lui che avvicinatosi slacciò il bottone della gonna e tiratagli giù la cerniera fece cadere in terra il gonnellino e si allontanò per poterla ammirare. Renata come fosse in trance sollevò uno a uno i piedi per liberarsi dalla gonna e rimase ferma con il solo perizoma che le dava ancora un po' di privaci.
Sedetevi, cosa fate lì in piedi dissi e lo fecero.
Renata col viso rosso guardava verso me, non aveva il coraggio di guardarlo, aveva vergogna, il suo viso era di un colore porpora ma sapevo quanto gli piaceva, dovevo solo stare attento a non rovinare tutto con richieste azzardate.
ma sapevo quanto gli piaceva, dovevo solo stare attento a non rovinare tutto con richieste azzardate.
L’aveva davvero fuori dal normale, dovevano essercene davvero pochi con misure simili.
Fu lui a venirle incontro per spezzare quel momento d’insicurezza.
Le foto ti sono bugiarde, sei molto meglio dal vero, sei magnifica.
E finalmente Renata si destò da quella forma d’ipnosi e voltatasi verso lui lo ringraziò: tu invece sei come ti ho visto, le foto non mentono, sei proprio tale e quale.
E ti piace quello che vedi? Lei glielo guardò e fece di sì con la testa, è solo che non ne ho mai visti di così grandi.
Si ma non morde dissi io, toccalo così te ne renderai conto.
Lei mi guardò pensandoci, si voltò verso lui che capì che aveva bisogno di aiuto per fare il primo passo, le prese la mano e se la posò sul cazzo. Al contatto lei parve restia e attese qualche attimo prima di aprire le dita, ma lo fece e se lo tenne in mano.
Lo teneva in mano senza riuscire a riunire le punte delle dita a causa della larghezza e lo guadava sbalordita, ma dal viso traspariva la gioia ti averlo in mano.
Vedendomi entrambi compiaciuto, lei si sentì rassicurata e lui non ebbe dubbi sul fatto che volessi continuasse.
Le prese il polso e iniziò a muoverle ma mano stretta sul cazzo su e giù lentamente, e quando la lasciò lei continuò il movimento fino a tirargli giù il prepuzio scoprendo così la cappella già lucida di liquido pre eiaculatorio, guardò lui e gli sorrise.
Si era sicuramente eccitata davanti a tanta grazia e prese a masturbare la grossa asta, poi evidentemente eccitata infilò la mano nel perizoma e iniziò a toccarsi.
Visto che avevano rotto gli indugi mi alzai e inginocchiatomi di fronte presi i lati del perizoma e lei capì la mia intenzione di toglierglieli. Senza alcuna resistenza sollevò il culo e mi permise di sfilarglieli.
Quello eccitato nel vederla completamente nuda infilò la mano tra quella sua e la figa e prese a toccargliela facendole sospirare di piacere.
Nell’ambiente si percepiva quel meraviglioso odore di sesso e l’ambiente si era fatto bollente e da quel momento in poi fu come se io per loro non esistessi più.
Mi tirava così tanto il cazzo che mi denudai, mi sedetti difronte e iniziai a toccarmi piano attento a non venire precocemente.
A causa dei movimenti delle sue dita sopra e dentro la figa lui si accorse che Renata stava per venire e si alzò, andò a inginocchiarsi tra le sue cosce e tirandola a sé si fiondò con la testa tra le cosce e prese a leccarla con avidità facendola gemere ancora di più. Bastarono poche lappate che i gemiti si fecero acuti e l’orgasmo giunse facendola tremare come una foglia.
Aveva goduto tantissimo e non solo con la figa, prima ancora le aveva scopato la testa, era da lì che tutto scaturiva. Era la prima volta che toccava e si faceva toccare da un altro che non fossi io e questo doveva averle eccitata la mente in modo spropositato con la conclusione di vederla godere a quel modo a causa di un altro tanto intensamente che sfinita gli mise la mano sulla fronte allontanandolo da sé pregandolo di smettere.
Lui si staccò e eccitato come un riccio si sollevò e la baciò corrisposto da lei che rispose al bacio con immenso trasporto e questo mi diede non poco fastidio.
Quando smisero gli si sedette a fianco col cazzo che non riusciva a star fermo dalla voglia e continuava a muoversi saltellando a scatti.
Con lo sguardo rapito da tanto vigore glielo prese nuovamente in mano e dopo averlo un po' contemplato si abbassò sopra e ci adagiò sopra le labbra incominciando a baciarlo per poi succhiarlo per quanto poteva.
Standogli difronte mi accorsi con quanta passione lo facesse, era proprio partita per quella grossa verga e ora voleva che anche lui godesse e dovetti smettere di toccarmi altrimenti sarei venuto.
Mai avrei immaginato di poter vedere davvero mia moglie col cazzo di un altro in bocca, chi mai m’avrebbe detto che quella giornata sarebbe diventata la giornata che mai avrei dimenticato nella vita.
Stanca e con la mascella indolenzita Renata si sollevò: ho la mascella indolenzita disse mentre il cazzo continuava a saltellare a scatti per la voglia incontenibile.
Non c’è un posto più comodo dove mettersi gli chiese.

Si possiamo andare in camera, lì staremo più comodi.
Raggiunta la cameretta le tolsi la camicetta, ora era completamente nuda e l’eccitazione salì alle stelle, guardai lui che capì e si spogliò completamente pure lui senza mai toglierle gli occhi di dosso.
Lei con i capezzoli che sembravano di pietra tanto erano duri d’eccitazione, si sedette a bordo letto e gli disse di stendersi, vi salì pure lei e messasi accanto iniziò a carezzargli il petto.
Il viso di lui traboccava di voglia e vedendolo quanta voglia avesse Renata le si mise sopra e poggiò le labbra della figa sul cazzo che lui teneva steso sul suo bacino.
Il fatto di sentire il contatto del grosso bastone sulla sua intimità bagnata di voglia si mise a muoversi sopra come se stesse facendogli una sega con la figa.
Incredulo rimasi a guardare ciò che stava facendo, mentre lui estasiato si abbandonò sul materasso lasciando che lei facesse quello che più le pareva e intanto con le mani andava alla scoperta del suo corpo.
Impazzii di goduria quando vidi le dita di lui intrufolarsi tra le natiche per incitarla a muoversi e dettarle i movimenti, cosa che lei fece, poi eccitata come non mai si coricò sopra lui e si mise a scorrere con la figa tutta l’asta fino a sentire la cappella premere tra le labbra dove lei si soffermava dando l’impressione che stesse per farsi penetrare.
Non resistevo più, era diventata una tortura per me vedere quell’enormità in procinto di entrarle dentro, ma poi lei riprendeva a scorrere con la figa sul tronco fino ad arrivare sui coglioni: era una tortura soprattutto per lui.
Questa volta però quando sentì la cappella toccarle la figa si mosse in modo che le labbra gli facessero spazio e accogliessero la grossa cappella avvolgendola.
Dovette provare un piacere immane nel sentirselo quasi dentro e rimase ferma a godersi quell’attimo di massima trasgressione conscia di sentire quanto fosse diverso quel piacere in confronto a quanto le davo io.
Muovendosi adagio sentendosi piena di lui cercò di capire come gestirlo, poco dopo rassicurata e presa dalla dall’eccitazione iniziò a muoversi fino a che sicura iniziò a scoparselo in maniera frenetica fino a che fu travolta da un orgasmo incredibile, si spinse sopra e tenendoselo dentro a fondo si mosse col bacino per meglio sentirlo e venne godendo quasi piangendo per il piacere ricevuto.
Da come si muoveva lui tanto inesperto non lo doveva essere, sembrava uno che sapesse come trattare una donna e per essere la prima volta sembrava riuscirci piuttosto bene.
Con lei ansimante sopra lui, quello mi guardò e vedendomi con la pancia ricoperta del mio stesso sperma prese mia moglie e la fece stendere sulla schiena e ancora intontita dall’orgasmo l’asciò che lo facesse: vieni disse: ora ti voglio, e aperte le gambe attese che glielo infilasse.
Bastò una leggera spinta perché gli affondasse dentro e quando lo fece lei prese a di nuovo a gemere di piacere.
Iniziò a penetrarla piano a fondo per capire fino a dove spingersi e trovando il lei una ricettività sorprendente prese a montarla aumentando sempre di più il ritmo fino a che lei non iniziò a godere e gridare il suo piacere: non credevo che mia moglie potesse godere in quel modo, era pazzesco vedere come si prendeva dentro quel cazzo enorme godendo in maniera bestiale e li guardavo conscio che da lì non ci sarebbe stato più ritorno.
Renata persa nel piacere gettò uno sguardo verso me e vedendomi imbrattato di sborra capì di essere libera e si tornò a dedicarsi al piacere che stava provando.
Non durò molto, quando sentì il fiato di lui farsi pesante capì che stava per venire e eccitata come non mai felice che godesse per lei avvinghiò le sue gambe intorno a lui in attesa di sentirlo godere.
Quando lo sentì sborrare non resistette e venne pure lei e fu un momento magico.
Poi mi avrebbe detto che sentirlo godere in lei era stato meraviglioso. Sentirlo godere dentro con gli schizzi che le colpivano il fondo dell’utero fu un momento d’estasi, mai si era sentita così completa e aveva goduto in maniera celestiale.
In attesa di riprendersi gli rimase dentro, poi si baciarono come due innamorati e questo mi dette un fastidio enorme: un conto era scopare “doveva essere solo sesso, un atto primordiale dovuto all’istinto tra maschio e femmina, un atto per sfogare la propria libidine, che c’entra baciarsi,” quello è un atto d’amore tra due persone che si amano, non ha nulla a che vedere col sesso e non lo concepivo.
Quando il ragazzo si sollevò e vidi l’asta uscirle da dentro, mi parve non finisse più tanto lo fece lentamente, e quando uscì Renata si tamponò la figa con la mano per non sporcare le lenzuola dalla sbroda che sarebbe uscita.
Dio com’era bella, vederla appagata dopo aver così goduto, era una cosa impagabile e a fatica si alzò per andare in bagno a lavarsi seguita da me imbrattato di sborra.
Quando anche lui uscì dal bagno l’aveva ancora barzotto, ci sarebbe voluto un niente per farlo tornar duro, era talmente grosso che mi chiesi come avesse fatto Renata a prenderlo come nulla fosse.
Salì sul letto accanto a lei che si era rimessa il perizoma e accarezzandola le chiese perché l’avesse indossato.
Perché, cos’avresti in mente, non sei ancora pago.
Lui l’abbracciò e le rispose che con lei non avrebbe mai smesso di farlo.
Lei gli accarezzò il petto e sentendo il suo cazzo divenuto di nuovo duro premerle sull’anca lo ghermì con la mano e si sporse ancora a baciarlo in bocca: ANCORA? Dovevano finirla però, e che cazzo! Mi dava un fastidio boia questa cosa.
Possibile che ce l’hai ancora duro, gli disse, sei appena venuto, non ti è bastato. Poi glielo guardò con ammirazione e si abbassò, lo baciò e attratta da quel grosso cazzo non resistette e prese a succhiarglielo: forse anche lei non ne aveva avuto abbastanza.

Dopo essere certa che non gli si sarebbe più ammosciato come alle volte capitava a me dopo che ero venuto, si sdraiò sul fianco e dandogli le spalle si diresse il cazzo tra le cosce e dopo averlo ben posizionato gli disse di prenderla ancora: fammi godere come prima gli disse con un filo di voce.
Quello senza bisogno che glielo ripetesse le aprì le natiche e con una spinta lieve e costante affondò in lei senza fatica e Renata sentendolo fece dei versi di goduria che mi fecero accapponare la pelle tanta era l’eccitazione di vederla ancora penetrata.
Da quella posizione non potevo vedere la penetrazione, lui la copriva col suo corpo, ma i versi che emetteva la figa quando glielo spingeva dentro e lo ritraeva mi fecero immaginare quanto dovesse essere bagnata per poterli sentire così distintamente. Il fiato le si fece grosso e accelerò facendomi capire che stava per venire, mentre con me difficilmente veniva così in fretta.
Sembrava che piangesse da tanto godeva e quando smise lo pregò di uscirle da dentro, dopo essere venuta alle volte lo faceva anche con me perché poi sentiva fastidio.
Lui lo tirò fuori impaziente di vederla riprendersi e dall’eccitazione glielo poggiò sull’ano e siccome a lei piace prenderlo nel culo “lo facciamo spesso” non si mosse e restò ferma.
Pensando fosse disposta e che volesse dare anche il culo cominciò a spingere. Lei si ritrasse subito come una molla: ma sei matto disse coprendosi il culo con la mano, vuoi spaccare in due?
Quello col cazzo in mano la guardò con un’espressione dispiaciuta, quasi da ebete non sapendo che fare. Accortasi di aver esagerato e quasi aggredito verbalmente si riprese e lo calmò con dei baci, lo accarezzò e glielo prese di nuovo in mano, poi le si sdraiò accanto. Non è che non mi piace gli disse, a me piace farlo e con lui disse indicandomi lo facciamo spesso traendone entrambi piacere, ma con te non lo farei mai visto che è il doppio di quello di mio marito nonostante anche il suo non è che sia piccolo, ma in confronto non c’è paragone: l’hai mai fatto con la tua ragazza? Gli chiese mentre continuava a palparlo perché gli restasse in tiro.
Si gli rispose, lo abbiamo fatto più volte perché la sua amica del cuore lo faceva col suo ragazzo e sapendo che a lei piaceva volle farlo anche lei, non lo facevano spesso ma lo facevano.
Sbalordita rimase a bocca aperta nel sentire ciò, non credeva alle sue orecchie e gli guardò il cazzo pensando a come fosse possibile e a quanto dolore si sarebbe provato: davvero l’avete fatto? È troppo grosso come ha potuto.
Ci ha pensato lei la rispose, aveva comperato online alcuni Plug anali di misura diversa e aveva cominciato a tenersi dentro il più sottile per tutta la notte, il giorno dopo l’aveva cambiato con uno un po' più grande e il giorno successivo con uno ancora più grosso fino a che provammo, tolto il Plug e unta di gel all’acqua riuscimmo a farlo senza traumi e a parte la prima volta poi lo facevamo ogni volta con grande piacere di entrambi: era sempre lei a chiedermi di farlo.
Io e Renata ci scambiammo un’occhiata increduli, ma ero certo che lei non gli avrebbe mai dato il culo: figuriamoci pensai, aveva paura di prenderlo in figa figuriamoci nel culo. Ma solo pensarlo mi eccitò talmente che le dissi: potremmo farlo noi prima, guarda le dissi mostrandole il cazzo duro, potrei prepararti per provare con lui e se poi non te la senti si smette. Rimanendo in attesa con la speranza che accettasse.
Ma sei matto! ma l’hai visto, questo mi apre in due.
Se lo faceva con la sua ragazza che non l’aveva mai fatto non vedo perché non debba riuscirci tu, in quanti film abbiamo visto donne penetrate nel didietro con mani o vibratori enormi.
Si ma questo nei film, qui stiamo parlando di realtà e il culo è il mio. Disse guardando il grosso arnese che con gusto stringeva nella mano.
Mi avvicinai col cazzo in tiro e le dissi che non era da lei tirarsi indietro. Guardò entrambi, poi si rivolse a lui e gli chiese se avesse ancora quel lubrificante che usava con la sua ragazza.
MINCHIA!!! Si era decisa! Lui annuì e lei gli disse di andare a prenderlo.
Quando tornò vide che la stavo chiavando, lo feci per lubrificarmi il cazzo, lui mi passò il lubrificante e mentre la chiavavo ne misi un po' sull’ano e presi a penetrarla col pollice.
Stava godendo come una porca e eccitata mi chiese di metterglielo nel culo. Le scivolai dentro in maniera stupenda, il lubrificante me lo fece scivolare dentro che era un piacere: non l’avevamo mai provato.
In procinto di venire mi fermai, lo tirai fuori e lasciai il posto a lui che subito gli si mise dietro, lubrificò il cazzo e ne mise ancora sull’ano di mia moglie che se ne stava a pecora in attesa.
Quando sentì il cazzo poggiarsi sullo sfintere si voltò e gli disse di fare pianissimo, e se gli diceva di fermarsi lo doveva fare immediatamente e lui annuì.
Con l’ano ancora dilatato si rimise giù e lui tenendosi il cazzo lo diresse sull’ano, lo appoggiò e iniziò a spingere lentamente. Il fatto che gliel’avessi appena tirato fuori e che fosse stato nuovamente lubrificato il cazzo iniziò a entrarle dentro e lei sentendo quanto fosse molto più grosso del mio gli ripeté di fare piano.
Urlò solo quando sentì il glande spingere sul muscolo anale, ma fu solo un attimo, poi le scivolò dentro come un fuso.
Fermati gli disse, voleva essere certa che tutto andasse bene e lui si fermò. Attese fino a quando lei consapevole di poterlo gestire non cominciò a muoversi, ci volle poco, e quando muovendosi avanti e indietro capì quanto le piacesse appoggiò la testa sul letto come a dirgli che poteva iniziare a incularla senza problemi: e lui lo fece. Iniziò a incularla prima piano e man mano che proseguiva iniziò a farlo più velocemente e ogni volta gli si spingeva sempre più a fondo fino a ce non la penetrò con tutto il cazzo facendola gridare di piacere.
Era la prima volta che godevo nel vederla col cazzo di un altro nel culo, avevo sborrato sul parquet ma non me ne fregava un cazzo, era stato troppo bello vedere quella grossa minchia penetrarle il culo e la sborrata venne da sé.
Toccandosi la figa lei venne due volte, ora era il momento di lui che accelerò di più le spinte tanto che credetti volesse sfondarla, e col cazzo piantato tutto nel culo vidi le sue natiche contrarsi segno che stava per sborrare. Con dei versi inumani la tenne per i fianchi e muovendosi appena le scaricò il culo il suo piacere, lei rimase ferma incitandolo a godere e a riempirle la pancia di sborra.
Quando si fu svuotato entrambi si lasciarono andare sulle lenzuola e lui rimanendole dentro iniziò a baciale il collo accarezzandola e coccolandola.
Quando lo fecero mi videro ripulire il parquet dalla sborra con cui l’avevo sporcata: sei un porco disse Renata vedendomi, ti piace così tanto vedermi inculare, hai voluto tu che lo facessi e ora sono felice d’averlo fatto, ma vedo che lo sei anche tu vero?
È stato il più bel regalo che potessi farmi risposi, sei stata meravigliosa e ti amo come non mai.
Mmm, lo sai però che ora che ho provato può accadere che voglia farlo di nuovo vero?
Si, e sarò felice di accompagnarti ogni volta che lo vorrai.
Si voltò verso lui e abbracciandolo gli chiese se avesse voglia di rivederla.
Non immagini quanto le rispose e di nuovo si baciarono facendomi incazzare.
Era seduta sul bidet e si stava lavando il culo “un po' mi brucia però, speriamo passi in fretta.”
Nudi ci spostammo in sala, loro seduti sul divano e io di fronte sulla poltrona.
Sono contenta d’averlo fatto disse guardandomi, pensavo fosse solo una fantasia non credevo che lo volessi che lo facessi davvero ed è stato bellissimo, una cosa che mai avrei creduto possibile: grazie disse sorridendomi.



Non ero certo al cento per cento che l’avrebbe fatto, ma nel mio io sapevo o speravo che accadesse e che sarebbe finita così, aveva troppa voglia di quel cazzo, fin dal primo istante che l’aveva visto avevo capito che sarebbe stato lui il primo uomo ad averla dopo me e avevo ragione, non potrò mai dimenticare il suo viso nel momento in cui lui la penetrò, fu un attimo celestiale che mai potrò più dimenticare.
Le sorrisi e le mandai un bacio.
Si voltò verso lui e gli chiese quando si sarebbero potuto rivedere.
Io sarò qui fino a fine settembre rispose lui, se ti va potremo vederci quando vuoi, solo non qui perché domani rientrano i miei.
Ti andrebbe di venire tu da noi? Dissi tutto d’un fiato sperando che accettasse.
Certo rispose, ci verrei molto volentieri.
Sentendolo gli prese il viso e tirandolo a sé lo baciò fino a che entrambi non finirono distesi sul divano continuando quel bacio all’infinito.
“E no, non ci credo, era impossibile che si stessero nuovamente eccitando. Lei aveva incominciato nuovamente a toccarglielo e a quello incredibilmente gli era nuovamente venuto duro. Renata si voltò verso me e tenendolo in mano me lo mostrò come a dirlo “guarda che brava gliel’ho fatto venire ancora duro.” Scese dal divano e inginocchiatasi se lo portò alle labbra.
Incredulo pensai che lo facesse solo per gioco, che tra poco smettessero, invece quelli manco per le palle pensavano di smetter, lui allungò la mano e da dietro prese a palparle di nuovo la figa e i mugugni di lei mi confermarono il suo piacere.
Non era possibile, eppure li avevo lì davanti e non era una mia immaginazione. Dopo averlo ben spompinato, certa di quanto fosse duro si alzò, gli salì sopra e aperte le gambe lo prese e se lo diresse sulla figa, lo mosse per centrarlo e in un attimo se lo fece sparire dentro abbassandosi sopra lui.
Rimasi inebetito, mi toccavo il cazzo incredulo che l’avessi di nuovo duro, quei due per me erano come una pasticca di viagra da cento e guardandola mentre gli saltava sopra presi a masturbarmi un’altra volta.
E’ inutile dirvi come finì, ci ritrovammo di nuovo in bagno a lavarci che si era fatta sera inoltrata e dovevamo tornare a casa, ci mettemmo d’accordo per il sabato successivo perché sarebbe venuto lui da noi.

Nei successivi incontri a casa nostra il loro affiatamento fu tale da riconoscere nell’altro ogni proprio punto debole e conoscendosi ora scopavano con un piacere triplicato e quando Lorenzo le chiedeva il culo lei non si tirava indietro e pur non mettendo il lubrificante seppur soffrendo lo accontentava concedendoglielo.
Il mio ruolo in tutto questo era di non fargli mai mancare nulla e a parte passargli le salviette quando finivano gli portavo da bere ciò che volevano. Ero felice di essergli d’aiuto appagato dalle seghe che mi permettevano di fare: mai ho goduto tanto come in quel periodo fino a che giunse il momento e lui dovette partire. Da allora si vedono quando lui può in video chiamata riuscendo a eccitarsi e a masturbarsi a vicenda in attesa di rivederlo per le feste di Natale: non vediamo l’ora che arrivi.

Per commenti…
cp58mi@gmail.com

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