RACCONTO TITOLO: La filosofia nel boudoir (estratto terzo dialogo)di De Sade 
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La filosofia nel boudoir (estratto terzo dialogo)di De Sade


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La filosofia nel boudoir (estratto terzo dialogo)di De Sade

by RomaBoudoir
Visto: 577 volte Commenti 13 Date: 28-07-2022 Lingua: Language


DOLMANCÉ (toccando di volta in volta, su Madame de SaintAnge, tutte le parti del corpo di cui viene parlando): Incomincio. Non parlerò di questi globi di carne; sapete bene come me, Eugénie, che si chiamano indifferentemente petto, seni, mammelle; il loro uso è molto importante nel piacere.
Un amante mentre gode li ha sotto gli occhi; li accarezza, li tasta: alcuni ne fanno proprio la sede del piacere. Infatti collocano la loro verga tra questi due monti di Venere, che la donna stringe e comprime su di esso, e dopo un po' di scosse ecco che viene fuori un liquido delizioso, il cui flusso rende felici i libertini... Ma non sarebbe bene a questo punto signora, fare subito una dissertazione alla nostra allieva su quel membro, di cui poi parleremo all'infinito?

SAINTANGE: Lo credo anch'io.

DOLMANCII: Allora, signora, mi stenderò su questo canapé; voi vi metterete vicino a me, prenderete in mano l'oggetto in questione e ne spiegherete voi stessa le proprietà alla nostra giovane allieva.

(Dolmancé si sdraia e Madame de SaintAnge spiega).

SAINTANGE: Questo scettro di Venere che vedi sotto i tuoi occhi, Eugénie, è l'elemento fondamentale dei piaceri in amore: lo si chiama membro per eccellenza, e non c'è parte del corpo umano nella quale lui non possa andare a ficcarsi. Sempre ubbidiente alle passioni di chi lo mette in moto, va subito a ficcarsi là dentro (e tocca la vulva d'Eugénie): è la strada ordinaria... la più usata, ma non la più piacevole; alla ricerca di un tempio più misterioso, è spesso qui (lei apre le sue chiappe e mostra il buco del culo) che il libertino finisce per godere; ritorneremo poi su questo piacere, che è il più delizioso di tutti. La bocca, il petto, le ascelle spesso gli presentano altre are dove bruciare il suo incenso; e qualunque sia infine il posto prescelto, dopo essersi agitato qualche istante, lo si vede schizzare un liquido biancastro e vischioso il cui flusso immerge l'uomo in un delirio tanto vivo da procurargli i più dolci piaceri che egli possa sperare dalla vita.

EUGÉNIE: Oh, come vorrei veder colare quel liquido!

SAINTANGE: Questo è possibile con la semplice vibrazione della mia mano; vedi come si eccita man mano che lo scuoto! Queste fuoriuscite di liquido si chiamano polluzione e, in termine di libertinaggio, questa azione si chiama masturbare.

EUGÉNIE: Oh, mia cara amica, lasciami masturbare quel bel membro!

DOLMANCÉ: Non ci tengo! Ma lasciamola fare, signora; la sua ingenuità me lo fa innalzare terribilmente.

SAINTANGE: Mi oppongo a certe eccitazioni. E voi, Dolmancé, siate saggio; il flusso di quel seme, diminuendo l'attività dei vostri spiriti animali, raffredderebbe il calore dei vostri discorsi teorici.

EUGÉNIE (smaneggiando i testicoli di Dolmancé): Sono proprio inquieta, mia buona amica, per la tua opposizione ai miei desideri!... E queste palle, a che servono? E come si chiamano?

SAINTANGE: Il termine tecnico è coglioni... testicoli quello medico. Queste palle contengono la riserva di quel seme prolifico di cui ti stavo parlando e la cui eiaculazione nell'utero della donna produce la specie umana; ma non insisteremo su questi dettagli, Eugénie, poiché riguardano più la medicina che il libertinaggio. Una bella ragazza deve pensare solo a fottere e mai a generare. Sorvoleremo su tutto quel che riguarda il noioso meccanismo della riproduzione, per soffermarci principalmente e unicamente sui piaceri libertini il cui spirito non è assolutamente riproduttivo.

EUGÉNIE: Ma, mia cara amica, quando questa enorme verga, che riesco appena a tenere nella mia mano, penetra, come tu mi assicuri che si può fare, in un buco così piccolo come quello del sedere, provocherà certamente un grandissimo dolore alla donna.
SAINTANGE: Una donna non ancora abituata soffre sempre, sia introducendolo davanti che dietro. È piaciuto alla natura di farci arrivare a godere attraverso il tormento; ma superati i primi tempi, ti assicuro che nulla al mondo può offrirti i piaceri di cui si gode, e quel che si prova ficcando quella verga nei nostri culi è indiscutibilmente preferibile a tutti quelli che può procurare il ficcarlo davanti. In questo modo, d'altronde, quanti pericoli evita una donna! Meno rischi per la sua salute e più nessuno per la gravidanza! Non mi soffermo oltre, per adesso, su questo piacere; il nostro maestro ben presto lo dimostrerà a tutte e due, Eugénie, e così, unendo la pratica alla teoria, ti convincerà, come spero, mio sommo bene, che questo è l'unico di tutti i piaceri che tu devi preferire.

DOLMANCÉ: Sbrigatevi con le vostre dimostrazioni, signora! vi scongiuro, non ce la faccio più! Finirò per sgorgare e questo temibile membro, ridotto a niente, non potrà piú esservi utile per le lezioni...

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