RACCONTO TITOLO: Titolo: il caffè capitolino 
Menu

Titolo: il caffè capitolino


Avatar Author

Titolo: il caffè capitolino

by X66X
Visto: 1901 volte Commenti 19 Date: 06-07-2022 Lingua: Language

Buona vita a tutti. Voglio raccontarvi un po di noi. Siamo una coppia sposata da 27 anni, io ho 55 anni, mia moglie 52. Io di corporatura massiccia e normo dotato, mia moglie invece piccolina, con un seno duro e di una quinta di taglia. Un culo bello sodo e usato ma non troppo. Abbiamo, in tutti questi anni, avuto degli alti e bassi ma sostanzialmente sempre un discreto rapporto tra le lenzuole. Io ho sempre cercato di stuzzicare Lei a nuovi stimoli e alla ricerca di nuove sensazioni. Da dire che non sempre le innovazioni venivano accolte, ma comunque lasciavano il segno. Una delle scenari che avevo proposto a Sara (nome di fantasia) era quella di avere un rapporto a tre. E glielo avevo proposto in più salse ovvero: in tre con me presente e attivo; in tre con me presente ma non attivo, lei sola con un altro e io a distanza, ma nulla l’aveva convinta, anche se va detto che nel mentre ne parlavamo lei si eccitava da morire e godeva assai. Gli avevo anche proposto di farlo con una persona da lei conosciuta o viceversa sconosciuta, ma niente. Solo mentre facevamo sesso era accondiscendente ma poi tabù assoluto. Guai a parlarne al di fuori del talamo nuziale. Una decina di mesi fa organizzai, insieme a una coppia di amici, un tour a Roma di alcuni giorni. Nei miei pensieri però non c’era nessun progetto sexy. Ma solo ed esclusivamente relax. Al secondo giorno di permanenza nella capitale mi giunge un messaggio di un mio vecchio amico che si era trasferito da diversi anni a Roma e che aveva notato la nostra presenza a Roma da alcuni miei post sui social e voleva cogliere l’occasione per salutarmi. La cosa mi fece immensamente piacere e invitai Roberto (nome di fantasia) a prendere un caffè con noi quattro in zona San Pietro. Mia moglie incuriosita volle vedere una sua foto su Facebook e la sua reazione fu abbastanza positiva. Al bar poi mia moglie sembrava essere un pochino rapita dal mio amico e gli chiese un bel po’ di cose e così venne a sapere che Roberto era, tra l’altro, eternamente singolo. Condizione che a Sara piaceva perché non era, qualora dovesse succedere, sua intenzione di coinvolgere mai e poi mai una quarta persona. Ci trattenemmo con Roberto per qualche ora e poi ognuno per la sua strada. La sera, a letto, portai volontariamente il discorso su un terzo tra noi e appena nominai Roberto lei ebbe come una scossa e dopo aver accellerato la sua cavalcata (solitamente è in questa posizione che gode) con un sospiro e una contrazione dei muscoli molto più forte delle altre volte godette, cosa che mi fece comprendere che la conoscenza di Roberto poteva essere un buon viatico. Ritornati a casa riprendemmo il normale ménage ma stavolta avevo un elemento su cui lavorare avendo trovato la testa d’ariete con la quale potevo scardinare le difese di Sara. E non mi ero sbagliato tant’è che ogni volta che inserivo nelle nostre fantasie il caro Roberto Lei dimostrava di gradire. E approfittando del momento proprizio e dei momenti di alta eccitazione di Sara le dissi che Roberto era ben dotato sia in lunghezza che circonferenza e che ne ero a conoscenza perché tantissime volte avevamo fatto la doccia insieme nei tanti tornei di calcio fatti da giovani. Quindi decisi di passare alla fase successiva ovvero quella di mettere al corrente il mio amico. Non fu facile e mentre tentavo di farlo avevo mille pensieri che mi bloccavano e rinunciai più volte. Ma poi un giorno presi il coraggio a due mani e dissi tutto a Roberto, che dapprima resto di stucco e poi, sentendosi lusingato, decise di sposare le mie fantasie e collaborò finché tutto andasse secondo i nostri piani. Approfittando del ritorno per qualche settimana di Roberto nella nostra città, decidemmo di ricambiare il “caffè “ offerto da lui a Roma. Comunicai a Sara la mia volontà di incontrarmi con Roberto e se lei voleva essere presente, accettò senza indugi. Nelle ore che precedettero l’incontro stuzzicai più volte la mia dolce consorte che contrariamente a tutte le altre volte che avevo tentato di aprire il discorso trasgressivo fuori dalla camera da letto non si dimostrava infastidita ma bensì mi sembrava alquanto ben disposta a giocare con i doppi sensi e le provocazioni. Notai che curò molto la sua persona e il vestiario da indossare e senza eccedere molto riuscì ad indossare abiti sexy ma con moderazione e gusto. Mentre si vestiva mi guardava e sorrideva maliziosamente. Giungemmo all’incontro in anticipo (la puntualità non era mai stato un pregio di Roberto) e nell’attesa notai che Sara più volte cambiava l’accavallamento delle gambe e aggiustava continuamente la camicetta, color panna, all'altezza dei capezzoli, evidentemente eccitata. Ci accomodammo in un’area più riservata del locale e i minuti che passamo insieme non furono altro che scambi di sguardi provocanti. Roberto non fece altro che mangiare con gli occhi Sara che gradiva e ricambiava con un crescendo di eccitazione. Allora si decise di proseguire il pomeriggio a casa dei defunti genitori di Roberto che promise a Sara di fargli vedere dei filmati di noi di quando eravamo bambini. (La più classica delle scuse per avere un posto dove potersi sciogliere). Una volta a casa, Roberto offrì un drink a Sara e nel porgerlo gli prese le mani e le baciò, poi spostò le sue labbre alle guance, al collo e l’abbracciò. Sara guardò me cercando un mio consenso e allo stesso tempo auto convincersi che era quello che voleva. Io le sorrisi e gli dissi di lasciarsi andare, strano ma vero, non ci volle molto per convincerla. Roberto intuì e siccome era eccitato, prese la mano di Sara e la portò vicino al suo cazzo già duro. Sara al contatto con il cazzo guardò immediatamente me e contemporaneamente strabuzzò gli occhi lasciando intendere che gli piaceva quello che aveva sotto mano. Roberto non fermò il suo incedere e e sbottonò la camicetta di Sara e si impadronì del suo seno con una mano e con la bocca prese a mordicchiare un capezzolo che era già abbondantemente duro. Sara ansimò e all’unisono aggiunse: ok mi volete Troia e Troia sarò. Quindi dopo che liberò il cazzo dai pantaloni di Roberto, si inginocchiò e per prima contemplò il ben di Dio che si trovò davanti e dopo iniziò a baciarlo, prima sulla punta poi lungo tutta l’asta per concludere il tour ai coglioni. Poi risalì e tentò con non poca difficoltà di far entrare in bocca il cazzo. Roberto gli aveva messo una mano sul capo e quasi la costrinse a far entrare il cazzo. Nel frattempo io iniziai a tirare fuori il mio cazzo e a menarmelo preso dall’eccitazione è contemporaneamente dallo stupore. Ma Sara non voleva lasciarmi fuori dai giochi e con un cenno della mano libera mi chiese di avvicinarmi per poter così aver entrambi i cazzi da sbocchinare. Mai e poi mai avrei potuto immaginare una scena del genere. Sara mi stava stupendo e lo stava facendo magnificamente. Dopo aver fatto in modo che entrambi i maschi erano alla massima eccitazione si mise a pecorina sul vicino divano e invitò Roberto a possederla in quel modo. Io conoscendo le sue/mie fantasie mi posi davanti al suo viso e gli offrì il cazzo da succhiare. Lei non chiedeva di meglio e iniziò così stupendamente la monta allo spiego. Guardai Roberto e gli chiesi di alternarci e così facemmo. Poi lo ri facemmo ancora ma stavolta Sara mi disse: ricordi che mi dicevi sempre che tu mi avresti aperta per farmi inculare? Ebbene fallo ora. Io ubbidii molto volentieri mentre avevo il cazzo in bocca a mia moglie mi prodigai per aprire le chiappe e permettere al cazzone di Roberto di penetrare nel culo di Sara. Non fu affatto semplice, anzi nonostante lo volesse davvero, ci vollero diversi minuti prima che il cazzo potesse assestarsi nell’ano di mia moglie che dapprima urlo di dolore, poi misto a piacere e poi solo piacere. Sempre a conoscenza delle nostre fantasie, dopo che la penetrazione iniziò ad essere piacevole, io mi calai sotto di Sara e andai a leccare la, sua passerina, gocciolane e aperta, piena di umori inebrianti, mentre Sara iniziò a farmi un pompino. Sara sembrava essere in estasi, ma allo stesso tempo abbastanza lucida da chiedermi di mettere in pratica l’ultima delle nostre fantasie ovvero quella più desiderata da Sara “la doppia penetrazione “. L’avevamo già fatto noi due da soli con l’aiuto di un fallo di gomma ma stavolta non era la stessa cosa, stravolta era tutto dal vivo e tutto vero. Mi misi supino, Sara mi venne sopra e si imparò sul mio cazzo e con una voce strozzata dall’eccitazione invitò Roberto a profanare di nuovo il suo culo e così facendo si accasciò su di me e nel mentre Roberto la inculava lei mi baciava. Era al settimo celo, non smetteva di guaire, si stava godendo il momento sessuale più bello di sempre e guardandomi negli occhi mi disse: bastardo lo sapevi che mi sarebbe piaciuto da morire, TI AMO.

INSERITI 19 COMMENTI: