RACCONTO TITOLO: la metamorfosi 
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la metamorfosi


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la metamorfosi

by cp58mi
Visto: 1612 volte Commenti 22 Date: 29-03-2022 Lingua: Language

LA METAMORFOSI



In questo racconto i nomi sono dì fantasia


Premessa: Questo racconto l’ho pubblicato con il consenso di mia moglie perché possa essere d’aiuto ad altri. È questo il motivo per cui abbiamo deciso di raccontare la nostra esperienza di come un banale capriccio abbia innescato una serie di eventi inizialmente insignificanti che hanno poi letteralmente stravolto quello che era un regolare e tranquillo rapporto di coppia in un vortice di erotismo senza ritorno.Lei quarantottenne professoressa di matematica nel liceo scientifico della nostra città.
A scuola sempre ligia e seriosa, intransigente con gli studenti ma affettuosa e calda tra le mura di casa.
Sono passati vent’anni da che ci siamo sposati anche se sembra ieri, un matrimonio saldo nonostante non sia stato coronato dall’arrivo di figli, questo è stato il suo unico rammarico che però forse ci ha reso più uniti.
Siamo sempre andati molto d’accordo anche per quanto riguarda il sesso perché per mia fortuna lei ne è portata, basta una palpatina e si scioglie senza veti.
Invece di perdere l’ardore, con l’età è diventata ancora più calda arrivando ad avere anche più orgasmi consecutivi.
Fu questo suo cambiamento che mi indusse ad avere pensieri trasgressivi, mi era difficile stare al passo e iniziai a fantasticare eccitandomi a pensare di condividerla con un altro uomo accorgendomi che questo pensiero mi eccitava in maniera incredibile e nonostante non avessimo nessun tipo di segreti non avevo il coraggio di condividere con lei questa nuova fantasia che cresceva sempre più forte perché avevo paura che le prendesse male la cosa in quanto ero stato il suo unico uomo, come avrei potuto dirle che avrei voluto vederla tra le braccia di un altro.
Francesca è una cavallona alta 1,72 con i capelli lucidi e neri come la pece che porta sempre raccolti dietro la nuca e nonostante i suoi 48 anni ha un corpo spettacolare e lo charme che solo la donna matura può avere, il corpo è sensuale e le curve perfette che purtroppo solo io so che possiede.
Essendo soli non ci curiamo di come giriamo per casa, capita sovente di vederla in déshabillé, con le sole mutandine o in babydoll ed è sempre un piacere vedere quanto sia eccitante guardarla e ammirare il magnifico seno ancora turgido nonostante l’abbondanza, per questo però bisogna ringraziare madre natura in quanto non ha nessun bisogno di frequentare palestre per tenersi in forma.
È proprio questo che mi fa rabbia, sono il solo a sapere quanto sia attraente perché come ho già detto veste sempre in modo sobrio con abiti che nascondono le sue forme rendendola insignificante agli sguardi di quanti la incontrano o la conoscono.
Quanto mi sarebbe piaciuto invece essere un marito invidiato per la bellezza e le fattezze della propria moglie, non trovavo giusto che pensassero di lei che fosse la secchiona che invece non era.
Non so più le volte che ho cercato di convincerla a cambiare il suo modo di vestire senza mai riuscirci, diceva che il suo era un abbigliamento consono al lavoro che svolgeva e che non doveva più conquistare nessuno visto che un marito l’aveva già.
Ma torniamo a noi: in quel periodo il mio desiderio si era affievolito e non l’accontentavo più assiduamente come lei avrebbe voluto. Ne parlammo insieme arrivando a pensare che fosse una tappa inevitabile nel percorso di una coppia che sta insieme da più di vent’anni, ma la cosa non mi stava bene e le dissi che era ancora presto per tirare le somme e che avremmo dovuto trovare un escamotage per ravvivare il nostro rapporto.
In che modo chiese lei, iniziando a vedere film porno?
Anche, ma non era a questo che pensavo risposi. Se invece incominciassi a vestirti in modo meno sobrio almeno fuori dalle mura scolastiche potrebbe essere un primo passo, mi fanno invidia quei mariti le cui mogli attraggono gli sguardi maschili mentre passeggiano nei centri commerciali, in confronto a te si perderebbero se solo ti vestissi in maniera meno castigata, è per colpa del tuo modo di vestire se passi inosservata, e questo non è giusto.
Ah! Disse lei, quindi dovrei vestirmi come una zoccola perché gli uomini mi guardino, e magari vorresti pure che sculettassi mostrando il seno: è questo che vuoi?
Ma no, non ti voglio volgare, mi basterebbe vederti vestita con abiti normalissimi e non castigati come quelli che di solito indossi. Vorrei invece che vestissi abiti che valorizzino la tua femminilità, gonne appena sopra le ginocchia, scarpe col tacco anziché le solite scarpe basse o con il tacco quadro ecc… il resto l’hai addosso e al solo pensiero di vederti così mi eccito le dissi mostrandole la mia erazione.
Vedendomi con il cazzo in tiro si mise a ridere e mi abbracciò.
Va bene disse, vorrà dire che sabato prossimo lo dedicheremo a far compere. Poi facemmo l’amore.
Il sabato successivo andammo in un grande Outlet fuori città a far compere e rimasi sorpreso nel vedere che provava quegli abiti che fino ad allora aborriva e che ora provava chiedendomi il parere.
Ma la sorpresa maggiore la ebbi quando entrammo nel negozio di intimo, allora veramente rimasi di stucco. Comprò dei capi meravigliosi che ci costarono una fortuna, ma era felice e io non vedevo l’ora di vederglieli indossare.
Era sera quando decise che poteva bastare e facemmo ritorno a casa stanchi ma felici.
Era già a letto quando le dissi che mi sarebbe piaciuto vederla indossare della lingerie appena acquistata. Lesta balzò giù dal letto e corse in sala dove aveva lasciato le borse degli acquisti.
Quella che poco dopo entrò in camera non era mia moglie, pareva una modella che sfilava per una casa di intimo d’alta moda.
Mio Dio dissi guardandola a bocca aperta.
E lei sorniona: che c’è disse, non riconosci più la tua amante?
Oh si risposi, solo non ricordavo quanto fossi bella.
Si disse lei rimirandosi allo specchio, effettivamente non sono niente male così agghindata vero? Oddio, per dirla tutta sembro un po’ troia, ma è quello che volevi no?
Fece delle giravolte per farsi ammirare e si sdraiò sulla poltrona a capo del letto accavallando le gambe perché la guardassi. La gonna salì mostrando le gambe avvolte in un paio di calze fumé tenute da un reggicalze nero, ai piedi il nuovo paio di scarpe anch’esse nere col tacco a spillo comperate quel pomeriggio. Sembrava una seduttrice seriale di uomini.
Dio che figa che sei dissi, sei talmente sexy che non sembri neanche tu!
Con un sorriso che la diceva lunga rispose: non era così che volevi la tua troia?
E vedendomi con il cazzo duro aggiunse:
Cosa fai col pisello in mano, ti è venuto duro solo a guardarmi?
Si risposi, e se fai quest’effetto a me immagina a quelli che ti vedranno quando andremo in giro.
È solo nella tua testa questa cosa disse, con tutte le giovani donne che ci sono in giro hanno ben altro da guardare che non una vecchietta come.
Fu allora che mi venne l’idea.
Facciamo una prova dissi, ora ti faccio delle foto, non muoverti, rimani così che torno subito.
Mi aspettavo un suo rifiuto, che mi chiedesse del perché volessi fotografarla, invece il suo silenzio mi sorprese, mi avrebbe permesso di fotografarla così vestita? Tutta scosciata e con le tette mezze fuori?
Tornai con la macchina fotografica e prima ancora che mi mettessi a scattare assunse una posa osé, non credevo ai miei occhi, e man mano che scattavo si metteva in pose a dir poco erotiche assecondando tutte le mie richieste, anche quella in cui le chiesi di spostare di lato il perizoma in modo che potessi immortalarla con la figa parzialmente scoperta e lo fece.
Non credevo ai miei occhi e continuai a scattare prima che ci ripensasse, invece no, si quel gioco la divertiva un sacco, tanto che era giunta a scostare totalmente il perizoma mostrandomi la figa sollecitandomi a scattare.
Rideva come una matta nel vedere quanta enfasi ci mettessi e ancora di più nel vedermi col cazzo duro che sballottava di qua e di là. Poi gettatasi sul letto si tolse il perizoma, si sdraiò sulla schiena e sollevò le gambe al soffitto, una volta così, con le dita si aprì le labbra mostrandomi quanto già fosse bagnata di umori.
Era evidente che questa novità la eccitava e ne approfittai.
Le dissi di spogliarsi gonna e camicetta e lo fece, le tolse ma si rimise il perizoma rimanendo in calze, reggicalze e le scarpe col tacco a spillo. Sembrava una vera zoccola d’alto bordo e la voglia di scoparla mi salì in modo esponenziale.
Dopo averle scattato altre foto altamente erotiche dove mostrava tutta la sua femminilità e altre dove col perizoma scostato e la figa dischiusa tenuta aperta dalle lunghe dita affusolate smaltate di rosso.
Non resistendo oltre posai la macchina fotografica e le saltai addosso, eravamo arrapati come ricci, lei era talmente bagnata che se lo infilò dentro in un nano secondo. Non si può dire che facemmo l’amore, fu quella che si può definire una sveltina ma che portò a entrambi uno sconvolgente orgasmo.
Una volta ripreso fiato mi disse di scaricare le foto perché voleva vedere com’erano uscite.
Le scaricai sul computer eliminando i doppioni e quelle meno belle e mentre lo facevo con lei accanto ci eccitammo un’altra volta.
Hai detto che gli uomini sono più attratti dalle ragazzine che non da una come te? Bene dissi io, penso invece che queste ne dovranno fare di strada per divenire una donna come te e te lo dimostrerò.
Ah sì, e come?
Ne scelsi qualcuna e col Photoshop le oscurai il viso in modo che non si potesse riconoscere il soggetto, poi una volta mostrategliele le proposi di pubblicarle su un sito apposito “che già conoscevo” dove i mariti mostrano le foto delle mogli per poi riceverne i commenti. Bello no?
Ma sei impazzito? Ma non pensarci nemmeno! Ma come t’è venuta in mente un’idea simile?
Calma, calma risposi, ora ti faccio vedere il sito e poi decidi.
Cercai il sito “The Cuckold La moglie offerta” e lo aprii, andai sulle inserzioni e le mostrai la moltitudine di foto di donne i cui mariti o i fidanzati pubblicavano facendole vedere che i visi erano tutti ben celati e irriconoscibili.
Vedi, era questo che intendevo dissi, con il viso nascosto nessuno le può riconoscere e tu saresti una delle tante che il marito mostra per il piacere di sapere cosa ne pensano i visitatori del sito e leggerne i commenti.
Le feci leggere vari commenti su diverse foto pubblicate e si calmò, ci mettemmo a far scorrere un po’ delle foto scattate e ne scelse alcune da oscurare il viso, lo feci e una volta finito poté constatare lei stessa di essere irriconoscibile.
Vedi dissi, ora sei assolutamente anonima, nessuno, neppure gente che ti frequenta giornalmente ti potrebbe associare a queste foto, nemmeno i tuoi studenti che ti credono una secchiona.
Mi dette un buffetto sulla nuca e acconsentì a iscrivermi al sito e a mettere il nostro annuncio, scelse le foto da pubblicare e rimase lì accanto per seguire il tutto.
Ne scelse tre e le caricai, poi mi disse di aggiungerne un’altra, poi un’altra e poi un’altra ancora fino a che ne caricammo una dozzina.
Caspita dissi, meno male che non volevi pubblicarne. Mi guardò e mi fece la linguaccia.
Nell’annuncio scrivemmo di essere neofiti del genere e che volevamo solo che si commentassero le foto evitando commenti volgari.
Una volta spedito il tutto leggemmo la nota del gestore che ci avvisava che l’annuncio era in fase di giudizio dell’amministratore del sito, dopo di ché sarebbe stato pubblicato o meno. Spegnemmo il computer e ce ne andammo a letto.
Appena svegli il mattino dopo facemmo colazione e Francesca accese il computer curiosa di vedere se ce lo avessero già pubblicato, ma ci rimase male quando lesse che era ancora in fase di approvazione.
Il pomeriggio di due giorni dopo ricevetti una sua telefonata, era eccitatissima, disse che si era collegata e avevano pubblicato l’annuncio, disse che c’erano pure già un sacco di messaggi ed era euforica.
Quella sera non vedeva l’ora che finissimo di cenare per farmi leggere i tanti messaggi ricevuti, ne aveva già letti un sacco e elimina quelli volgari e poco interessanti, ma ce altri da leggere mentre ancora continuavamo a riceverne.
La maggior parte erano di singoli ma ce n’erano anche di coppie con le lei attratte dal corpo di Francesca facendole sorprendenti complimenti e alcune a spingersi oltre dicendole apertamente che gliel’avrebbero leccata fino allo sfinimento, altri/e invece scrivevano velatamente il desiderio di farsela mentre alcuni/e erano più espliciti nel descriverle cosa le avrebbero fatto e senza mezzi termini dicevano che era un gran puttanone da monta, che era fatta per soddisfare i cazzi e che aspettavano solo una sua risposta in tal senso.
Wow dissi leggendo, meno male che sei solo una vecchietta le dissi ridendo, guarda un po’ quanti farebbero la fila per portarti a letto, guarda quanti ammiratori hai attirato, altro che sbarbate.
È vero! rispose contenta, non avrei mai immaginato di suscitare tanto interesse: piaccio pure alle donne hai visto? Rispose ridendo ma felice di quel risultato. Però qui ci sono un sacco di persone rozze e ignoranti, questi è gente che ragiona solo col pene, credono che metterlo in mostra le donne svengono per loro. Poveri idioti, come se si vivesse di solo quello.
Leggiamone altri suggerii.
Ce n’era un fottio e cominciò ad aprirli in modo decrescente. Ce n’era di tutte le età e misure, alcuni erano giovanissimi che mostravano la loro virilità dando per scontato che fosse sufficiente per attirare l’attenzione, altri meno giovani che oltre alle foto esprimevano i loro desideri specificando nel dettaglio cosa avrebbero voluto farle, uno in particolare attirò la sua attenzione.
Questi scriveva in maniera forbita e educata, era un signore che diceva di avere 60 anni ma dalle foto sembrava molto più giovane, mostrava un fisico snello e ben curato con una dotazione fuori dal comune, lo si intravedeva negli slip e per dirla tutta doveva essere un cazzo lungo e grosso mica da ridere.
Guarda questo disse lei che razza di coso c’ha sotto, sarà vero?
Certo che è vero risposi, ti pare che mettano delle foto non veritiere, se nel caso venissero contattati sai che figura farebbero se si scoprisse che era una bufala? Non penso che un uomo di quest’età voglia fare di queste figure.
Poi le chiesi: se per assurdo dovresti scegliere, sceglieresti di rispondere u un uomo maturo o a uno giovane.
Sicuramente non a un giovane, lo escluderei a priori rispose convinta, li conosco troppo bene e sono poco affidabili, ne parlo con cognizione di causa visto che ho a che fare con loro tutti i giorni. Un uomo maturo è probabile che sia più affidabile ti pare?
Se ti trovassi a scegliere tra questi a chi risponderesti per esempio?
Per il modo garbato con cui si è posto risponderei a questo indicandomi il 60 enne ben messo, fra tutti è l’unico a cui risponderei, è stato educato e mi ha fatto i complimenti come si fanno a una signora non come a una poco di buono, hai letto no? Me ne hanno detto di tutto e di più.
Non è invece per l’anaconda che ha nelle mutande a fartelo scegliere?
Che scemo! Rispose di rimando, poi con un sorriso sornione aggiunse: comunque anche quello ha il suo peso.
Passammo un po’ di tempo a leggere gli altri messaggi che nel frattempo continuavano ad arrivare, tra questi ce n’era un altro del signore 60 enne nel quale ci dava il suo indirizzo mail dicendo che se ci aveva incuriositi bastava che gli rispondessimo e ci avrebbe anche mandato delle foto e volendo anche del viso.
Ti va di vedere che faccia ha chiesi a Francesca.
Non so rispose, tu cosa dici. E senza attendere risposta copiò l’indirizzo mail e gli scrisse col nostro nuovo indirizzo email creato appositamente scrivendogli che l’aveva incuriosita e le sarebbe piaciuto vederlo in viso.
Pochi minuti dopo l’icona della posta lampeggiò per una nuova mail in arrivo. Era la sua risposta. Diceva di chiamarsi Antonello e di aver allegato alcune foto, anche lui era curioso di sapere cosa ne pensasse lei e se sì di volerne una anche lui delle sue anche vestita. Francesca cliccò sugli allegati e li aprì uno a uno.
In una era ritratto sorridente mentre camminava per strada vestito sportivo e nell’insieme risultava essere un uomo interessante, in altre veniva ripreso da varie angolature sdraiato sui cuscini di un’imbarcazione col pisello che si intravedeva dentro il costume da bagno, in un'altra invece sempre sui cuscini con una bella donna nuda sdraiata accanto con il viso di lei oscurato.
Vedendo il paesaggio dietro loro riconobbi la località, erano le cinque terre in Liguria.
Francesca fece un primo piano del suo viso apprezzandolo, poi tenendo l’immagine ingrandita la fece scorrere sul petto glabro fino a mettere in primo piano il cazzo che s’intravedeva e che sembrava maestoso, mi sembrò guardarlo con interesse.
Se ce l’ha davvero così è grosso mica da ridere disse.
Ahi ti è venuta l’acquolina in bocca risposi.
Uffa! Rispose seccata. Devi sempre fare battute stupide! Ho solo commentato un dato di fatto, non è forse vero?
Ma si risposi, scherzavo, non sono geloso anzi, mi piace un sacco che ti sia lasciata coinvolgere da tutto questo e mi piace il fatto di star qui a commentare il cazzo di un estraneo, a te no? Chissà quanti orgasmi ha una donna che scopa con lui, io mi ecciterei di brutto a immaginarti con lui dissi mostrandole la mia erezione.
Sei proprio un porco, ma ti rendi conto di quello che dici rispose, e me lo prese in mano: ti eccita l’idea di vedermi a letto con lui?
Si dissi e toccandola mi accorsi che era un lago tra le gambe. Continuava a guardarlo chiedendosi cosa davvero potesse provare una donna nell’essere posseduta da un uomo così dotato, mi guardò e mi chiese nuovamente se davvero mi eccitassi a saperla con lui.
Ce l’hai in mano la risposta dissi, a te cosa sembra? Ti vedrei davvero bene con lui, sembra una persona per bene che dia fiducia, vero?
Si ma questo che significa, mi stai per caso proponendo di farlo? Vuoi davvero che ti dica che me lo farei? Perché se è questo che vuoi sappi che se dovessi scegliere di farlo senza dubbi lo farei con lui. È stato quel pensiero a farmi bagnare, non il tuo palparmi.
Però ora smettiamola di scherzare disse, stiamo facendo e dicendo delle stupidate, sbagliamo a farlo, ti conosco troppo bene e so dove vuoi arrivare, quando ti metti in mente qualcosa non ti fermi finché non l’ottieni e ho paura che se andiamo avanti c’è il rischio che sia io poi a non volermi più fermare e quindi è meglio farlo subito.
Ma non stiamo facendo nulla, è solo un gioco e se dovesse avere dei risvolti di cui parli sarà stato solo perché l’abbiamo voluto.
Lei rimase a pensare poi disse: mi conosci, lo sai cosa capita se la cosa poi mi prende, poi perdo la testa e c’è il rischio che non voglia più fermarmi, è questo che mi fa paura, il nostro rapporto poi che fine farebbe!
Vabbè dissi non fasciamoci la testa prima di averla rotta e tornai sull’annuncio.
Leggemmo alcune recensioni di coppie con le quali si era incontrato, non ce n’era una che non ne parlasse bene e quasi tutte le femminucce speravano di ripetere l’esperienza con la benedizione dei propri mariti i quali addirittura si profusero nel ringraziarlo.
Vedi dissi io, ecco un’altra ragione per scrivergli, non c’è una che non sia rimasta contenta d’averlo incontrato, che male c’è nel volergli rispondere, dai fallo!
Mi guardò come per leggermi dentro, e vedendomi determinato disse:
Sei sicuro?
Si risposi, siamo consapevoli di quello che facciamo, proviamo, vediamo che succede, non è detto che si avveri.
Va bene rispose, che foto gli mandiamo?
Scegli tu, vedi tu quali mandargli.
Ne scelse un paio di noi due che ci ritraevano durante una camminata e le caricò, poi si mise a cercare tra quelle hot fatte in casa evitando quelle troppo spinte, ne guardò una dove metteva in mostrava la sua splendida topa ma passò oltre, era troppo. Guardò anche quella in cui la teneva aperta con le dita ma anche lì passò oltre, così la spronai.
Mandagli anche quella, perché no.
La riprese e la guardò. Era semisdraiata sulla poltroncina con le sole calze il reggicalze e le scarpe, sembrava una che stava eccitando il proprio uomo, con una gamba appoggiata di traverso sul bracciolo e l’altra aperta mentre con le dita teneva socchiuse le labbra dall’interno roseo della magnifica figa depilata.
No dai è troppo spinta disse, magari in seguito se ci sarà.
Invece penso che sia proprio questo genere che lui vorrebbe ricevere, in fondo questo è un sito esplicito, pure lui te ne ha mandate dello stesso tema, ma vedi tu, fai quello che ti senti di fare.
Eva bene disse, allegò anche quella insieme alle altre e gli scrisse che aspettava il suo commento cliccando l’invio.
Intanto che aspettavamo la risposta la toccai ed era bagnatissima, sollevò il sedere e si sistemò sulla poltroncina, sporse il bacino e allargò le gambe.
Sapevo bene cosa volesse ora. Mi inginocchiai tra le sue cosce e mi misi a leccarla.
Mi teneva la testa e vogliosa mi incitò fin a che subito dopo raggiunse l’orgasmo.
Era proprio infoiata, questa cosa le aveva riempito il cervello ed era una situazione che faceva fatica a gestire non sapendo neanche lei cosa fare: da una parte la ragione le diceva di interrompere subito quel gioco perverso, mentre dall’altra parte primeggiava la nuova esperienza spregiudicata che le attraversava la mente confondendola. Per quanto mi riguardava, speravo vivamente che la parte perversa fosse preponderante sull’altra e che le sue remore venissero a mancare per poter finalmente lasciarsi andare: lo speravo con tutto me stesso.
Mai avrei pensato che questa cosa prendesse l’avrebbe coinvolta in questo modo, ora, curioso non mi restava che attendere l’evolversi di questa cosa e vedere come si sarebbe sviluppata: chi lo avrebbe detto che questo fosse solo il preludio a ciò che sarebbe accaduto.
La casella di posta lampeggiò: era lui.
Scriveva dicendole che era rimasto incantato dalle foto non immaginando fosse tanto bella, la femminilità che sprigionavano le foto doveva essere ben poca cosa rispetto al vero. Pn riguardo a me si profuse in complimenti per la moglie che avevo e essere fortunato di avere accanto una donna tanto desiderabile. Ci inviò il suo nickname di Skype proponendoci di collegarci perché ci si conoscesse meglio.
Chiesi a Francesca se fosse d’accordo.
Decidi tu rispose.
Secondo me non sarebbe male, così eviteremmo i tempi morti delle mail.
Va bene rispose.
Aprì Skype e posizionò la webcam in modo da inquadrare solo il viso, mi guardò soddisfatta e mi chiese se andava bene.
Certo risposi, può anche andar bene, ma se ti metti la vestaglietta che hai appena comprato potresti abbassare l’inquadratura e mostrargli il seno semi coperto, sono sicuro che apprezzerebbe.
Va bene rispose, vai a prendermela.
Tornai e gliela porsi, era una vestaglietta nera leggera e trasparente e lei dopo averla vista mi disse che con quella le si sarebbe visto tutto.
E’ la sua peculiarità risposi, è il vedo non vedo che rende la cosa più sexy, vuoi piacergli o no?
Come risposta mi fece una boccaccia ma la prese e indossò, poi si sedette, riposizionò la webcam in modo da riprenderla a mezzo busto col magnifico decolté in evidenza e si apprestò a collegarsi: il cazzo mi si rizzò sapendo che tra qualche attimo mia moglie si sarebbe mostrata a uno sconosciuto agghindata come una troia a pagamento.
Immise il nickname e inviò la richiesta di collegamento, un attimo lui gliela diede e furono in linea.
Prima ancora di presentarsi quello appena la vide si profuse subito in un mare di complimenti, ma di questo non avevo dubbi, era troppo bella mia moglie per astenersi dal farglieli.
Iniziammo a conoscerci e ci disse di lui, si era ritirato dal lavoro e ora faceva il pensionato a tempo pieno, e essendo vedovo e amante del mare si era trasferito in Liguria dove da anni aveva comprato sia la casa che la barca, ed era proprio dalla barca che era in linea con noi.
Prese il computer e fece una panoramica dell’interno. Dall’arredamento capimmo che si trattava di una barca a vela e anche grossa per giunta, nello spostare il portatile trafficò coi fili e per un attimo intravedemmo sotto l’accappatoio il suo cazzo che pur essendo a riposo mostrava essere di notevoli dimensioni.
Tra una domanda e l’altra ci chiese il motivo della nostra inserzione, se e cosa cercassimo, o si trattava di sola curiosità.
Francesca gli rispose sinceramente dicendogli che quella dell’annuncio era stata una mia idea per vedere se le sue foto avrebbero ancora attirato attenzione nonostante l’età.
A quella frase lui scoppiò a ridere: ma hai idea di quante donne di questo sito vorrebbero essere te, ma ti sei vista, sei splendida e hai un corpo da far perdere la testa a chiunque per non parlare del seno: è una meraviglia della natura, peccato lo si possa solo intravedere.
Francesca sollevò la testa e mi guardò, quel suo sguardo la disse tutta e essendo dietro di lei con le mani appoggiate sulle sue spalle, le sorrisi, presi il bordo della vestaglia e la scostai facendone uscire il seno cosa che lei mi lasciò fare senza alcuna protesta. Era la prima volta che si mostrava a un estraneo, neanche al mare si era mai tolta il reggiseno e la cosa mi lasciò ben sperare.
Sei un incanto disse lui ammirandola, non c’è uomo che non si sentirebbe attratto da una bellezza così procace.
Ti ho eccitato gli chiese lei sorprendendomi per quella domanda.
Si rispose lui. vuoi che ti mostri la mia eccitazione?
Si rispose semplicemente lei.
Lui si fece indietro dallo schermo e aperto l’accappatoio le mostrò un cazzo che mi parve mostruoso, duro e svettante a dispetto della gravità: vedi come mi hai ridotto disse: sei contenta, è almeno di tuo gradimento?
Si rispose Francesca, è molto grosso.
Tuo marito è ancora li con te le chiese.
Io mi ero spostato e ora ero al lato del computer fuori campo, le feci segno di dire che non c’ero, volevo vedere che sviluppo potesse prendere la cosa, pensando di essere soli poteva sentirsi più libero e osare di più, e questo m’intrigava ancora di più.
No gli rispose, è salito in mansarda, c’era il cellulare che squillava.
Mmm, vuoi che mi tocchi per te le chiese lui.
Si rispose Francesca.
Lui posizionò la webcam in modo che si vedesse bene il cazzo e presolo in mano fece scorse all’ingiù la mano facendo uscire la grossa cappella umida e lucida.
Lei si mise a guardarlo con voglia, la tipica espressione che assumeva quando voleva essere scopata, lui si accorse del suo sguardo voglioso e le disse di toccarsi anche lei e di far sì che potesse vederla, non persi tempo e le feci segno di farlo.
Anche lei spostò indietro la sedia in modo che la webcam potesse inquadrarla e scostando la vestaglia aprì un po' le gambe e prese ad accarezzarsi tra le cosce, forse non vedeva l’ora di farlo perché lo fece con naturalezza, come se di fronte a lei ci fossi io e non quello sconosciuto.
Come vorrei essere li disse lui vedendo il fiore rosa dischiuso e umido di umori. Quanto vorrei darti piacere toccandoti e leccarti tutta le disse mentre se lo menava lentamente, toccati, fallo tu per me, datti piacere come se fossi io a farlo.
Lei come in trance alzò lo sguardo e mi guardò come a dirmi io lo faccio, l’hai voluto tu e ora ne paghi le conseguenze. Allargò un po’ di più le cosce e si mise a toccarsi guardando lui con occhi pieni di voglia apprezzando che anche lui la stesse ricambiando menandoselo per lei.
Se ne stavano in silenzio guardandosi a vicenda entrambi con lo sguardo pieno di desiderio con la voglia reciproca di volersi. Eccitata iniziò penetrarsi la vulva con le dita, dapprima lentamente aumentando successivamente il ritmo fino a che protese il bacino verso lo schermo e con dei gemiti raggiunse l’orgasmo.
Anch’io venni, era da un po' che mi toccavo ed ebbi un orgasmo fuori dal comune e sborrai sul pavimento proprio mentre anche lei veniva.
Lui continuava imperterrito a menarselo guardandola, che seppur venuta continuava a torturarsi la figa con le dita fino a che anche lui finalmente quando fu in procinto di godere si avvicinò all’obbiettivo mettendo in primo piano il cazzo e sborrò sulla consolle mostrandole quanto abbondante fosse il suo piacere per lei.
Mentre si ripuliva la riempì di complimenti, le disse parole che a una donna piace sentirsi dire, e quando lei gli disse che per questa volta bastava, prima di lasciarsi le lasciò il numero di cellulare dicendogli che se e quando ne avesse avuto voglia e tempo di collegarsi in Skype doveva solo mandargli un messaggio e lui ci sarebbe stato.
Da uomo di mondo non tralasciò di dirle di porgermi i suoi saluti, cosa che apprezzai.
Quando chiudemmo il collegamento ci guardammo esterrefatti.
Non dirmi niente disse incazzata e si alzò come una furia, ma che cazzo stiamo facendo disse, siamo diventati due pervertiti, il che mi sditalino davanti a un computer e tu che te lo meni e sborri sul pavimento. Entrò in bagno come una furia sbattendosi la porta alle spalle.
Quella sera non mi rivolse più la parola, non ci augurammo nemmeno la buonanotte e non ci demmo neanche il solito bacetto che ci davamo da sempre prima di addormentarci.
Al mattino il suo umore non era mutato e uscendo mi diede un fugace saluto senza il consueto bacio che di solito ci davamo. Ma la conoscevo, dovevo solo avere pazienza, sapevo che a scuola avrebbe sbollito la collera sui poveri alunni e al ritorno a casa l’avrei ritrovata serena.
E così fu. Venne ad aprirmi la porta e mi stampò un bacio sulla bocca, sul tavolo in bella vista c’erano i nostri soliti due bicchieri di vino bianco che prendevamo ogni sera come aperitivo e finito di brindare a noi ci scambiammo un lungo bacio come a sugellare la tacita pace ritrovata.
Quando uscii dal bagno era ai fornelli, l’abbracciai da dietro e le mordicchiai i lobi, lei sculettò per allontanarmi dicendomi di lasciarla stare che era presa.
Era bello fare pace dopo una arrabbiatura e ancora di più per il desiderio di entrambi di cercarci l’un l’altra.
Cosa ne pensi di quello che è accaduto ieri sera mi domandò.
Bè risposi, a essere sincero sono stato piacevolmente sorpreso dalla piega che ha preso l’evento ed è esattamente quello che speravo accadesse. E’ stato bello vedervi entrambi eccitati nel guardarvi e ancora di più per il fatto che siamo venuti tutti e tre come dei ragazzini alla prima esperienza.
E quindi? Disse lei.
E quindi mi piacerebbe replicare, vederti eccitata in quel modo è stato sublime, e per lei anche, vista la quantità di sbroda che gli è uscita: hai visto no quanta ne ha fatta.
E tu allora! Ahi sporcato tutto il pavimento!
Vero! È per questo che vorrei il bis.
Quindi non ti è bastati, vuoi un replay.
Non vedo l’ora risposi.
Va bene, come vuoi disse, ma non stasera, non voglio che pensi che sia un’assatanata.
Fai come ti senti, se ti va puoi anche farlo in mia assenza, l’importante è che poi tu mi dica tutto per filo e per segno.
Non aspettandosi una cosa simile rimase a bocca aperta.
Il pomeriggio successivo ricevetti un messaggio su WhatsApp era lei che mi avvisava che gli aveva mandato un messaggio su WhatsApp per chiedergli di connettersi a Skype.
Bene risposi, le scrissi che ero contento che lo facesse e che avrei atteso di tornare quella sera a casa per sapere com’era andata.
Dopo quel messaggio però non riuscii più a concentrarmi sul lavoro, continuavo a pensare a cosa si sarebbero detto e cos’avrebbero fatto visto che sarebbero stati soli e al solo pensiero mi venne duro.
Venne ad aprirmi la porta e a guardarla per un attimo mi si fermò il battito.
Aveva indosso la gonna nera plissettata che le scopriva di dieci centimetri le ginocchia, la camicetta bianca abbondantemente sbottonata sul seno libero da restrizioni.
Chiusa la porta alle spalle mi abbracciò e mi baciò riempiendomi la bocca con la lingua che vorticava. Era arrapatissima, mi prese la mano e se la mise tra le cosce, era senza mutandine e bagnata, le sollevai la gonna, indossava le calze nere velate con il reggicalze e le scarpe nere col tacco a spillo.
Non sarai mica uscita così domandai costernato.
Ma no disse lei stringendo le cosce imprigionandomi la mano, è stato lui a chiedermi di mettermi qualcosa di provocante e l’ho accontentato, gli ho detto che ero sola e che tu eri al lavoro, così mi ha chiesto se potevo vestire come nelle foto che gli abbiamo mandato.
E quando ti ha vista così cos’ha detto?
Non cosa ha detto, cosa ha fatto!
E cos’ha fatto chiesi.
Dopo avermi fatto mille complimenti se l’è preso in mano e ha cominciato a menarselo chiedendo a me di fare altrettanto.
E tu?
E io l’ho fatto, ero già eccitata ancora prima di chiamarlo e quando se l’è preso in mano e ha cominciato a menarselo per me sono partita.
Solo a sentirglielo dire mi ero eccitato anch’io, m’immaginavo la scena e mi era venuto subito duro, così la invogliai a parlare e a raccontarmi tutto.
Siamo rimasti collegati per quasi un’ora e mezza rispose.
Caspita, chissà quante volte sei venuta allora le chiesi mentre ci sedevamo sul divano.
Questo non lo so, so però di aver goduto tanto, oggi ho anche usato il vibratore.
Come? Il vibratore! Come mai hai usato il vibratore?
Perché me l’ha chiesto lui, mi ha chiesto se ne avevamo e se lo usavamo, e quando gli ho detto di si mi ha pregato di prenderlo, poi mi ha chiesto di usarlo.
E?
E cosa! Rispose lei, l’ho usato!
Allora sarai venuta davvero un sacco di volte chiesi curioso.
Si ma non so quante, se vedi com’è bagnato il copri sedia potrai immaginare quanto ho goduto: l’ho inzuppato e l’ho messo in bagno da lavare.
Dai dimmi tutto dissi, non tenermi sulle spine.
Mi piace vedere quanta curiosità ti suscita tutto questo rispose.
Mentre mi toccavo me l’ha mostrato duro d’eccitazione per me e mi ha chiesto se mi piaceva il suo pisello e mi sarebbe piaciuto in quel momento averlo accanto.
No dai, non ci credo che l’ha chiamato così, dimmi come l’ha chiamato.
Ok, mi ha chiesto se mi piaceva il suo cazzo e quando gli ho risposto di si mi ha chiesto perché. Gli ho risposto che mi piaceva perché non ne avevo mai visto uno così grosso e così mi ha anche chiesto se tu ce l’hai piccolo, gli ho risposto che invece hai un bel cazzo e che lo sai anche usare molto bene, così mi ha chiesto se avessi fatto un pensierino sul suo e se avessi desiderato scoparmelo e gli ho gli ho risposto di sì dicendogli che l’avevo pensato, e mentre glielo confessavo mi sono talmente eccitata che sono venuta.
È la prima volta che mi capita, ho goduto talmente tanto che ho creduto di essermi fatta la pipì addosso, ho goduto a fontanella e ho bagnato tutto. Lui vedendomi in quello stato è venuto pure lui, sembrava che mi stesse venendo in faccia perché dall’eccitazione ha sborrato sulla webcam disse ridendo e aggiunse che prima di salutarsi si erano ripromessi che quella sera si sarebbero collegati nuovamente perché lei gli aveva detto che io sarei rimasto fuori per lavoro.
Ero basito da questo suo modo disinvolto di raccontarmi tutto, e al tempo stesso eccitato dall’idea della trasformazione repentina di mia moglie. Ormai si muoveva in autonomia con una sicurezza in questo genere di cose che non le era mai appartenuta ed ero lieto di questa sua repentina e inaspettata metamorfosi.
Le mostrai il cazzo duro come il marmo pregandola di prenderlo in bocca, si abbassò per dargli solo un bacetto dicendo che era ora di mettersi a tavola che a lui ci avrebbe pensato dopo.
Fu inevitabile che a tavola continuassimo a parlare dello stesso tema. Le chiesi perché gli avesse detto che sarei rimasto fuori per lavoro, rispose che l’aveva fatto credendo che era questo che volessi visto che la volta precedente mi ero messo in disparte per fargli credere che fossi salito di sopra, volevi che si sentisse libero della tua presenza per vedere come si sarebbe comportato e fin dove si spingesse.
Va bena, ma se ti chiedesse d’incontrarti dal vivo tu cosa gli risponderesti?
Gli risponderei che devo prima parlarne con te è ovvio.
Questo mi rinfrancò.
Va bene! Stasera mi piacerebbe che indossassi il babydoll nero dissi, voglio vedere che faccia farà ti vedrà.
Con quello addosso era irresistibile, si allacciava solo in prossimità del seno con un fiocchetto rosa e restando semi aperto. Mi accontentò, e prima di sedersi si mise a fare delle giravolte per chiedermi come stava. Sotto portava solo il perizoma nero che aveva comperato all’outlet, era semitrasparente e le stava da incanto.
Ci mettemmo al computer, io mi misi fuori campo per non farmi vedere.
Non fece in tempo ad aprire il programma di Skype che lui le chiese il collegamento.
Era ancora in barca, aveva indosso un accappatoio bianco che faceva risaltare la sua già notevole abbronzatura, ma si era già ai primi di giugno e ci stava.
Ciao, sei uno schianto esordì vedendola, sono sicuro che se anche indossassi uno straccio sembreresti comunque una principessa. Sei bellissima, hai una femminilità talmente prorompente che solo poche hanno, come vorrei fossi qui.
Grazie rispose lei civettuola, ma davvero lo pensi?
Lui come risposta aprì l’accappatoio e gli mostrò il cazzo steso sul ventre, era proprio un bel cazzo e ne provai invidia.
Lei lo guardò compiaciuta e gli chiese se non avesse per caso preso la famosa pillolina blu visto che l’aveva sempre pronto.
Non ne ho bisogno rispose, sei tu a farmi l’effetto della pillolina, se fossi qui...
In barca con te?
Si, qui in barca con me, ti piacerebbe un sacco farti cullare dal mare, hai mai provato a fare all’amore in barca?
No, non mi è mai capitato disse lei incominciando a toccarsi la vulva ancora fuori campo.
Però dai movimenti lui intuì cosa stesse facendo e le chiese di mostrarsi. Lei fece passare qualche secondo e vistomi trepidante lo fece. Spostò la webcam più in là e la posizionò in modo che le inquadrasse anche la sua figa vogliosa coperta dal solo perizoma trasparente.
Dio cosa sei! Le disse vedendola così, avvicinati voglio guardarla da vicino.
Si alzò e approfittando del fatto che il viso non fosse inquadrato mi guardò e mi sorrise sorniona, aveva scoperto con piacere la sua indole di esibizionista e provava un piacere immenso a mostrarsi a lui.
Sollevò la gamba e appoggiò il piede sul pianale vicino alla consolle con la figa proprio davanti all’obbiettivo della webcam: praticamente gli aveva messo la figa in faccia. Si avvicinò ulteriormente e scostò il perizoma mostrandogli le labbra socchiuse dalla voglia che già le scorreva dentro.
Con voce arroccata di voglia Antonello con tono quasi perentorio le disse di toccarsi. Lo fece, e mentre con una mano teneva scostato il perizoma con le dita dell’altra mano si mise a toccarsi e a strofinare il clitoride scorrendo con le dita già lucide tra le labbra umide.
Stando di lato fuori campo dalla Webcam guardavo quello cosa facesse lui che in silenzio religioso la guardava toccarsi facendolo pure lui e eccitato le chiese di aprirla cosa che lei fece accontentandolo: mi accorsi che accontentava ogni sua singola richiesta.
Così in primo piano la figa occupava tutto lo schermo riprendendola liscia e depilata come sempre, e eccitata per avergliela mostrata tenendola aperta per lui prese a toccarsi il clitoride divenuto duro e sensibilissimo, poi ci affondò dentro le dita.
Lui impazzì a quella scena e l’incitò a masturbarsi, cosa che fece con passione così intensamente che cominciò a sbrodolare raggiungendo l’orgasmo.
Non era stato solo il toccarsi a farla godere ma la situazione in se stessa che l’aveva portata all’orgasmo e mi guardò con lo sguardo perso di quando non vedeva l’ora che la chiavassi.
Si era appena seduta che lui le disse che stava per godere. Fu lei stavolta a dirgli di avvicinarsi alla Webcam perché voleva vedere da vicino il momento in cui veniva e lo incitò.
Subito dopo lo vedemmo schizzare getti di sperma che finirono sullo schermo imbrattandolo per una buona parte.
Non ce la feci più, mentre lui si apprestava a ripulirsi presi il cellulare e composi il numero di quello di mia moglie appoggiato sul ripiano, e mentre lei guardava estasiata lui che si ripuliva il cazzo sentì il telefono squillare. Si voltò meravigliata e vedendomi col cellulare in mano capì.
È mio marito disse, devo rispondere, ci sentiamo domani.
Si salutarono e chiusero il collegamento.
Si può dire che appena chiusero la video chiamata ci saltammo addosso dalla voglia di scopare e lo facemmo con una foga bestiale, intanto che la penetravo le dissi se le sarebbe piaciuto farsi scopare da lui e la sua risposta non mi sorprese:
Siiii rispose, mi riempirebbe col suo cazzo e lo prenderei a costo di sentire male.
Quelle parole insieme ai suoi gemiti accompagnarono il nostro intenso e copioso orgasmo che ci lasciò sfiniti sul divano nonostante non fosse stata altro che una sveltina.
Restammo abbracciati a lungo e la coprii di baci.
L’amavo come non mai conscio che la strada intrapresa era a senso unico, sarebbe stato difficile per entrambi fermarci ora.
Quel nostro risveglio sessuale era rinato grazie a questa esperienza e seppur iniziata per gioco, sapevamo entrambi dove ci avrebbe portato, il dado era tratto e del resto ero stato io a volerlo, ma non avevo alcun senso di colpa anzi.
Che fosse una donna calda portata al sesso non era una novità, ma essere riuscito a tirarle fuori la troiaggine che inconsapevolmente si portava dentro mi rendeva euforico, in breve l’avevo trasformata da donna di casa a una zoccola assetata di cazzo e ora sarebbe stato difficile metterle un freno.
Il pensiero prima labile di pensarla tra le braccia di un altro ora era diventata una certezza e non vedevo l’ora che accadesse, dovevo solo fare in modo di farli incontrare e il resto sarebbe venuto da sé.
Amore le dissi stringendola tra le braccia, lo sai vero che a tutto questo seguiranno altri sviluppi vero?
Mi guardò e pensierosa mi fece cenno di sì con la testa.
Bene, allora dimmi in tutta onestà: te la senti di proseguire? Prima di rispondere sappi che qualsiasi cosa deciderai io l’accetterò.
Poco fa abbiamo entrambi goduto pensando che fosse lui a prenderti e al pensiero ti sei lasciato andare in modo bellissimo ed è per questo che vorrei che tu provassi: perché tu vuoi provare vero?
Prima di rispondermi rimase a guardare il soffitto pensando a cosa rispondere, poi disse:
Non lo so, forse sì ma ho paura per il nostro rapporto. Ora dici che saresti d’accordo ma una volta accaduto sei sicuro che mi vedresti con gli sessi occhi di adesso?
Te lo giuro risposi, mi faresti felice.
Davvero lo vorresti chiese guardandomi nel profondo degli occhi.
Te lo ripeto, mi faresti felice.
Va bene, allora vedremo.
Era fatta, era ciò che desideravo dicesse anche se un pizzico di gelosia mi pervase il pensiero, ma era tardi per i ripensamenti e le risposi che ero d’accordo e che avremmo dovuto pianificare l’incontro e siccome la notte porta consiglio mi venne in mente il modo perché questo avvenisse.
Il mattino dopo le proposi di passare il prossimo weekend al mare in Liguria, sarebbe l’occasione giusta per incontrarlo, lo vedremmo dal vivo e capiremmo chi è realmente per farci un’idea corretta su di lui.
Incontrarlo? Vuoi andare a conoscerlo?
Si, quando vi sentirete su Skype gli dici che oggi ti ho chiamata e che ti ho proposto di passare questo fine settimana al mare, se ho capito che tipo è vedrai che non perderà l’occasione per vederti.
Ma sei proprio sicuro, e poi?
E poi cosa. Te l’ho già detto, non siamo più dei ragazzini, arrivati a questo punto è anche giusto scoprire dove si voglia arrivare, tutto questo l’abbiamo voluto entrambi e fermarci ora sarebbe un dubbio che ci porteremmo dietro per sempre, come sarebbe stato, se l’avessi fatto, se fossimo andati avanti ecc.… E io non voglio passare il tempo con i ma e con i se, e tu nemmeno penso.
In fondo vorrei solo incontrarlo per capire con chi davvero abbiamo a che fare e per farlo bisogna che lo si incontri, vediamo che tipo è, poi tiriamo le somme, male che vada avremo passato un weekend al mare.
Va bene disse, sì forse è meglio.
Il pomeriggio del giorno dopo ricevetti una telefonata che davvero non mi aspettavo.
Pronto?
Ciao, era la voce di un uomo. Sono Antonello disse, mi ha dato il tuo numero tua moglie Francesca.
Basito ricambiai il saluto.
Mi ha detto che avete intenzione di passare il weekend in Liguria, così mi sono permesso di invitarvi da me e essere miei ospiti. Sarebbe bello avere la possibilità di conoscerci e perché no passare anche del tempo in barca, piace a tutti andare in barca a voi no? Ci sarà un week end soleggiato e tua moglie mi ha detto che le piacerebbe provare ed è per questo che mi ha chiesto di sentire te direttamente se ti va l’idea o meno.
Non so che dire, non vorremmo essere di peso.
Ma ci mancherebbe rispose pronto, se non mi avesse fatto piacere non saremmo qui a parlarne.
Va bene, se non ti siamo di peso accettiamo volentieri, Francesca non è mai andata a vela e mi piacerebbe provasse quest’esperienza. Stasera gliene parlo e poi ci sentiremo per accordarci. Ci salutammo e salvai il suo numero sulla rubrica del cellulare.
Appena entrato in casa Francesca mi chiese se Antonello mi avesse chiamato. Si risposi, ma perché gli hai detto di chiamarmi? Avresti potuto prenderli tu gli accordi, sai bene che avrei accettato qualsiasi tua decisione.
Si rispose mentre toglievo la giacca, ma ho preferito che fossi tu a decidere, non vorrei mai che poi ti pentissi e dessi a me la colpa di quello che potrebbe succedere.
Caspita pensai, quindi aveva già deciso, ero già cornuto e la colpa di tutto sarebbe stata solo mia, era quello il senso di quelle parole.
Ero in doccia e continuavo a pensare a quello che mi aveva detto, «non vorrei mai che poi ti pentissi e dessi la colpa a me di quello che potrebbe accadere» in pratica mi aveva scaricato addosso la colpa nel caso fosse successo.
Se inizialmente ero solo io a volerlo, ora eravamo in tre, e pur sapendo che ero stato io ad averla gettata tra le sue braccia non sentivo sensi di colpa, in fondo era stata lei a lasciarsi condurre fino a lì, se non se la fosse sentita aveva tutto il tempo di dire no mentre invece si era fatta piacevolmente coinvolgere.
Che stronzate! Anch’io come lei cercavo delle scusanti, ma era stata tutta opera mia, ero io che l’avevo portata a questo con tutto me stesso e ora che era giunto il momento andavo in cerca di scuse per scolparmi: che pirla! Stavo avendo dei ripensamenti ora che tutto era deciso? Troppo tardi mio caro mi dissi, ora a causa mia lei aveva deciso di cedersi a lui e che se ne dica saperlo mi eccitava moltissimo.
A questo punto sapevo che la nostra vita sarebbe cambiata in modo radicale e che la donna che avrebbe dormito accanto nel letto non sarebbe più stata la donna che era sempre stata, varcata quella soglia ne avrebbe voluto altre da superare e poi altre ancora, chiedendomi se avrei resistito a tutto questo e assistere passivamente alla sua metamorfosi.
Che pensieri idioti! Ma se non vedevo l’ora che accadesse, era il mio sogno che si stava avverando e sapevo che in futuro avrei vissuto con lei da cuckold, anche se attivo sarei divenuto uno dei tanti a provare piacere nel vedere la propria moglie presa da altri e avrei goduto nel vederla montare e godere come la troia che si era scoperta essere.
Questi pensieri che avrebbero dovuto farmi vergognare di me stesso avevano invece il potere di farmi eccitare enormemente.
Arrivammo sul luogo dell’appuntamento e parcheggiammo nel posteggio adiacente il porto dove avremmo dovuto incontrarlo. Francesca era uno schianto, chiunque la conoscesse l’avrebbe scambiata per un’altra persona, era completamente diversa dalla professoressa secchiona che tutti conoscevano.
Indossava dei jeans bianchi elasticizzati che mettevano in risalto le sue curve, sopra una camicetta rosa che non lasciava nulla all’immaginazione e che evidenziava il seno libero coi capezzoli in trasparenza.
Antonello che ci attendeva ci vide e ci venne incontro, Ci presentammo, a me strinse la mano mentre a Francesca le prese entrambe le mani, le sollevò allontanandosi per poterla ammirare facendola un po’ arrossire, la riempì di complimenti e la baciò sulle guance, poi per rompere il ghiaccio ci invitò al bar a prendere un caffè.
E si, era proprio un bel tipo e ci sapeva pure fare con le donne. Capelli ancora scuri nonostante l’età con spruzzi bianchi sulle tempie, vestiva sportivo con un paio di pantaloni chiari e una camicia blu appena aperta sul torace, era il prototipo dell’uomo che a Napoli avrebbero chiamato “uno sciupa femmine”. Nell’insieme poteva somigliare al cantante Califano nel meglio di sé.
Dopo aver bevuto il caffè ci accompagnò all’auto dove prendemmo il borsone con le nostre cose, poi lo seguimmo sul molo.
Attraccate c’erano un sacco di barche, lui si fermò davanti a una a vela di 48 piedi, 15 metri circa, molto ben tenuta che disse di aver avuto la fortuna di aver comperato a un’asta. Ci togliemmo le scarpe e salimmo a bordo.
L’interno era bellissimo tipico delle barche a vela con l’interno tutta in mogano e molto spaziosa. La cabina patronale aveva un letto matrimoniale con bagno annesso, e altre due altre cabine per gli ospiti con bagno in comune.
Che ne dite ci chiese dopo avercela mostrata.
È magnifica rispondemmo all’unisono, ora capisco disse lei perché te ne stai sempre qui.
Si disse lui, questo è l’ambiente che preferisco, si può dire che ci vivo qua sopra, mi sento meno solo che a casa, è bello sentirsi cullare dall’acqua è una sensazione che penso tutti dovrebbero provare.
Dai mettetevi in costume, intanto tolgo gli ormeggi e ci prepariamo a salpare.
Dopo dieci minuti navigando a motore uscimmo dal porto, il mare era una tavola e costeggiando potemmo ammirare le bellezze della costa Ligure che vista dal mare ha un valore aggiunto. Ci fermammo sotto una scogliera a picco che formava un’insenatura e gettò l’ancora. Era ancora presto per i vacanzieri e in giro non c’era che qualche barca di passaggio.
Antonello aprì la stiva e l’aiutai a tirare fuori i cuscini che agganciammo al prendisole, stendemmo sopra i nostri teli da bagno e Francesca fu la prima a sdraiarsi.
Ma come disse lui, prendi il sole col reggiseno? Qui siamo soli e se non sbaglio il tuo seno ho già avuto modo di ammirarlo.
Si ma qui non sono a casa mia.
Invece devi sentirti come se lo fossi, mi offenderei se non fosse così rispose lui e comunque qui le donne è difficile trovare qualcuna in barca con su il reggiseno, non lo mette nessuna.
Francesca si mise a sedere e afferrati i cordini li tirò liberando il seno. Ci guardò entrambi e vedendoci beati alla visione sorrise e si sdraiò: Antonello non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Mi guardò e mi fece segno come a dire che era uno schianto.
E lo era davvero.
Quel suo gesto comunque mi fece capire la sua disponibilità nei suoi confronti, non ricordo le volte che al mare l’avevo pregata di mettersi in topless, ma come risposta ricevevo sempre il suo rifiuto, ora senza farsi pregare l’aveva fatto.
Era questo che volevo no? Bene, ora ne stavo raccogliendo i frutti. Non mi aveva mai dato modo di essere geloso di lei anzi, come ho già avuto modo di dire avrei voluto che me la invidiassero ma faceva di tutto perché questo non accadesse, ora invece insieme al piacere di vederla come l’avevo sempre desiderata sentivo un pizzico di gelosia rodermi, vederla così aperta nei confronti di Antonello che sbavava per lei un po' m’inorgogliva e un po' mi dava fastidio. Feci un bel respiro e smisi con questa sciocchezza, mi piaceva vedere leggergli in viso quanto la desiderasse e questo mi eccitava.
Tu non prendi il sole gli chiese Francesca, vieni, ti faccio posto. Si spostò di lato in modo che gli si mettesse accanto, lui mi guardò come a dirmi di stendermi io accanto a lei ma rifiutai e dissi che sarei andato a poppa e mettermi con le gambe fuori bordo e vedere se mi riusciva di vedere pesci sul fondale.
A causa del moto ondoso che veniva a crearsi a causa del passaggio di altre imbarcazioni si ballava un pochino e mi venne l’idea per lasciarli soli, dissi che iniziavo ad accusare un po' di nausea e che sarei andato di sotto a stendermi. Mi chiesero di avvisarli se avessi avuto bisogno, li ringraziai e me ne andai di sotto.
Li sentivo parlare e lei ridere spensierata, il riflesso del vetro del boccaporto aperto mi permetteva di scorgerli, non che li vedessi bene ma quanto bastava per vedere cosa facessero.
Mi sembrò che lui le si fosse fatto più vicino, ma poteva essere una mia impressione,
forse era quello che speravo facesse. Poi calò il silenzio, non li sentii più, ma non riuscendo a vederli forse si erano spostati mi azzardai a mettere un po' fuori la testa dal boccaporto e li vidi: erano avvinghiati l’uno all’altra e stavano baciandosi. Mi venne come una scarica di adrenalina e dovetti combattere per i sentimenti contrastanti che provai: uno di gelosia, mentre l’altro era di pura eccitazione vederla limonare con un altro.
Lui era semi sdraiato sopra lei e con un braccio le teneva sollevata la testa per poterla baciare. Da quella posizione però era il massimo che potessi vedere, non vedevo cosa facessero le loro mani, potevo solo immaginare cosa stesse facendo lui con l’altra mano e impazzivo dalla voglia di guardare.
Quando smisero di baciarsi, per paura che mi vedessero mi ritrassi e meno male che lo feci, perché poco dopo sentii i loro passi sul ponte e subito dopo le loro teste fecero capolino dal boccaporto aperto.
Come ti senti mi chiesero come nulla fosse accaduto.
Bene risposi, stare disteso mi ha giovato, ora esco.
Metto in moto disse Antonello, stare in movimento ti passerà del tutto, devi
guardare l’orizzonte, vedrai che starai bene. Mise in moto e tirò su l’ancora.
Francesca era tornata a prua a stendersi sui cuscini, mentre io me ne stetti a poppa seduto accanto a lui al timone quando inaspettatamente mi chiese se mi stava bene che facesse la corte a Francesca.
Perché questa domanda? Risposi.
Perché tua mi ha detto tutto. Dice che sei stato tu a volere tutto questo cominciando dal suo modo di vestire e che poi l’hai convinta a fare quelle bellissime foto e mettere l’inserzione sul sito dove ci siamo conosciuti.
Sono felice che anche tu sia un marito a cui piace vedere la propria moglie corteggiata da altri e a vederle desiderate provano piacere, alcuni cominciano così e una volta appagata quella curiosità si spingono oltre e la vorrebbero vedere presa da altri: è questo il motivo per cui ti ho chiesto se ti fa piacere che la corteggi.
No risposi, non mi spiace affatto che tu la corteggi, sono anch’io un marito al quale piace vedere la propria moglie corteggiata da un altro, è solo questo il motivo per cui siamo qui. Solo sappi che per lei è la prima volta e non vorrei che per lei fosse un trauma, se deve succedere dovrà essere in modo naturale e dovrà essere lei a volerlo: è mia moglie e la amo.
Allora devi esserne orgoglioso perché tutto ciò che sta facendo non lo fa solo per lei ma per te, per farti felice, vuole accontentarti e rinvigorire il vostro rapporto. Se inizialmente è stato solo un gioco ora lei si è calata in quel gioco scoprendo che le piace, e se tu ora decidessi di fermarla non è escluso che a lei rimanga la curiosità di come sarebbe potuto essere e farlo un domani di nascosto per non farti del male.
Ti dico questo perché è una cosa che ho vissuto e ti dico che sarebbe il capolinea per una coppia, avrebbe degli strascichi che distruggerebbe una coppia che sta insieme da anni.
Deve accadere tutto in armonia senza mentirsi l’un l’altra, è la sincerità che la fa padrone in certi casi e quindi vedi tu come muoverti, tua moglie è una donna con un forte carattere che sa quello che vuole, se si è lasciata guidare da te fino a qui sappi che l’ha fatto per sua scelta e per il vostro bene lasciale arrivare dove vuole, in caso contrario, come ti ho detto, sicuramente ne subirai le conseguenze.
E quindi?
Lasciarla libera di scegliere, non ha più bisogno di consigli, sa cosa vuole ed è tempo che decida lei cosa fare.
Quelle parole per me furono una vera mazzata, aveva esattamente fatto un sunto della situazione e aveva perfettamente ragione, quello che non sapeva era che io non vedevo l’ora che lei lo facesse. Antonello non sapeva che avevo già realizzato quanto appena detto da lui ed ero prontissimo a pagarne le conseguenze.
Si era fatto tardi, così decidemmo di tornare in porto anche perché i morsi della fame cominciavano a farsi sentire. Ormeggiò la barca e dopo esserci docciati ci vestimmo e ci condusse in un ristorantino tipico del posto dove ci fece gustare dei piatti succulenti a base di pesce annaffiati con del Vermentino Ligure tenuto nel secchiello del ghiaccio che andava giù che era un piacere.
Quando finimmo ci portò a casa sua. Era l’ultimo piano di una vecchia palazzina completamente ristrutturata sulle alture di Monterosso con una terrazza e una vista sul mare mozzafiato.
La luna rifletteva sul mare buio e in lontananza si vedevano le luci delle barche da pesca. Mi si strinse il cuore quando lei mi si avvicinò da dietro e mi abbracciò stretto, e dandomi un bacio sul collo mi disse quanto fosse romantico quello scenario.
Mi voltai e l’abbracciai e visto che lui non era lì ed era il solo momento di tutta la giornata che eravamo soli le chiesi cosa ne pensasse della giornata appena trascorsa.
Semplicemente fantastica disse, è stata una bellissima esperienza quella della barca, peccato che tu abbia sofferto il mal di mare, mi piacerebbe provare anche a dormirci. Domattina andiamo in farmacia e comperiamo qualcosa contro il mal di mare così starai bene.
È accaduto niente mentre ero giù chiesi con tono da complice.
Mmm non ti arrabbi se te lo dico rispondendomi col mio stesso tono.
Ma certo che no, dai dimmi risposi incitandola.
Tu sai quanto mi piacciono i complimenti disse, lui me ne ha fatti un sacco e siccome va matto per i miei seni quando mi ha chiesto se poteva toccarli non ho avuto il coraggio di dirgli di no.
Mmm e poi?
Nel frattempo lui stava per raggiungerci, lei di spalle non lo vide ma Antonello vedendoci parlare rientrò e ci lasciò soli. A lei non dissi niente e proseguì.
Me le ha toccate e nel sentirmi le sue mani addosso mi sono eccitata, lui se né accorto dai capezzoli che si sono induriti e senza pensarci ha cominciato a cominciato a baciarmeli e poi succhiarli. Sai quanto mi piace, e lo faceva così bene che l’ho lasciato fare.
E poi? Chiesi trepidante.
Ti stai eccitando disse lei sentendo il mio cazzo sul bacino.
Si risposi, continua.
Ok disse guardando che non arrivasse. Quando mi ha abbracciato ho sentito la sua erezione sull’anca e siccome mi sembrava innaturale l’ho toccato e appena l’ho fatto lui mi ha baciata. Mi ha messo la lingua in bocca e con la mano si è intrufolato tra le cosce: mi conosci disse, sai che quanto me la si tocca perdo il controllo, si è accorto di come fossi bagnata e mi ha penetrata con le dita.
Sei venuta?
Si rispose senza indugi, sono venuta subito, l’ho fermato solo quando eccitato ha tentato di salirmi sopra, non volevo andare oltre sapendo che eri giù e non stessi bene.
L’abbracciai e le dissi che non doveva pensare a me e che se fosse capitato ancora doveva seguire ciò che le diceva l’istinto, io l’avrei capito e accettato.
Lo so rispose, ci ho riflettuto ma ho paura per quello che potrebbe succederci, del nostro rapporto, che fine farebbe.
Che dici risposi, io penso invece che lo rafforzerebbe ancora di più.
Speravo davvero che mi desse ascolto e si lasciasse finalmente andare.
Non darti pensiero continuai, io ti amo e ti amerò ancora di più perché so che lo facessi sarebbe per accontentarmi e farmi felice.
Mi strinse ancora di più e mi baciò. Delle lacrime le scorsero le guance, le asciugai col dorso della mano e la baciai con vero amore.
Finimmo la serata chiacchierando sulla terrazza sorseggiando dei cocktail buonissimi preparati da Antonello fino a quando si decise di andare a dormire.
A letto avevo mille pensieri che mi vorticavano per la mente, li immaginavo insieme sapendo che anche lei stava pensando a lui e mi sentivo come fossi il terzo incomodo, non sapevo come fare perché stessero insieme e porre finalmente fine al mio tormento.
Come me anche lei non riusciva a prendere sonno, si girava e rigirava tra le lenzuola e capivo cosa stesse provando.
Con l’adrenalina a mille mi alzai, girai intorno alletto e la feci alzare, la presi per mano e in silenzio l’accompagnai nella camera di lui.
Era sveglio e quando ci vide sull’uscio si mise seduto. Senza una parola la portai affianco del letto, le diedi un bacio e uscii.
Non ci crederete ma finalmente mi sentii in pace, mi sentivo leggero come se mi fossi liberato di un peso, non sentivo più quell’apprensione che mi attanagliava il petto e sentendomi sereno me ne andai sul terrazzo a fumarmi una sigaretta.
La casa era silenziosissima e nonostante cercassi di captare qualsiasi rumore potesse giungere da dentro non ne sentivo. Mi aspettavo di sentire i loro sospiri, i tipici
piccoli gridolini che Francesca sempre emetteva quado facevamo sesso, invece il silenzio la faceva da padrone.
Non mi capacitavo di questo e spenta la sigaretta mi avvicinai alla loro camera camminando a piedi nudi per non fare rumore, avevo anche spento la luce di cortesia del corridoio che Antonello aveva lasciato accesa nel caso avessimo avuto bisogno di usare il bagno, volevo evitare di disturbarli anche solo con la mia ombra.
Mi avvicinai quanto bastava e vidi che avevano lasciato accesa la loro lucina verde di cortesia, dal buio in cui ero sembrava che loro avessero la luce accesa, non potevo però affacciarmi alla camera, mi avrebbero visto e quindi mi fermai fuori accanto allo stipite della porta tendendo le orecchie per ascoltare e finalmente riuscii a sentire dei bisbigli e i loro primi sospiri di piacere, mi ritrovai a fantasticare eccitato su quello che stessero facendo mentre sentii gli occhi gonfiarsi di lacrime.
Da quello che riuscivo a sentire sembrava che si stessero dando piacere entrambi con la bocca e la lingua e tra un sospiro e l’altro sentivo aumentare i loro schiocchi e i risucchi delle loro bocche avide, non si curavano più di non fare rumore, la voglia aveva preso il sopravvento e il mio stato d’animo angosciato lasciò il posto alla pura eccitazione.
Furono i versi di lei a eccitarmi di più, e appoggiato alla parete mi tenevo il cazzo e lo menavo piano per non rischiare di venire.
Poi incominciò a godere senza freni e dimentica di me e di quanto le stava attorno iniziò a gridare il suo piacere fino a che la sentii godere.
Non resistetti e superata la paura che potessero vedermi allungai il collo e sbirciai oltre lo stipite, mi rasserenai, non avrebbero potuto vedermi perché lui standole sopra mi dava le spalle coprendole la vista col suo corpo. Era con le gambe per aria e subiva la monta tenendolo a sé, con le mani gli teneva il culo dandogli il ritmo della monta incitandolo a chiavarla forte.
Antonello aveva proprio un cazzo super per donne super, e mia moglie era una di queste, ogni volta che gli entrava dentro lei sembrava sbuffasse, assecondava i colpi e quando le affondava dentro a fondo lei gridava il suo piacere incitandolo.
Sembrava piangesse da quanto godeva, sembrava come se le mancasse l’ossigeno. Quello fu il preludio di una lunga notte che per la prima volta mi vide spettatore delle performance di mia moglie con un uomo davvero extra dotato.
Il mattino mi alzai per andare in bagno e passai davanti alla loro porta, non sentendoli mi affacciai all’uscio e vidi che stavano dormendo abbracciati.
Ero da basso in cucina e mi ero fatto il caffè, lo stavo sorseggiando quando sentii dei versi, ma dal tono non erano di Francesca, erano di Antonello, sembravano grugniti. Ma che avevano quei due, non gli era bastata una notte intera?
Dopo una mezzoretta scesero e mi raggiunsero in cucina, lei era radiosa, aveva indosso una sua camicia che le faceva da vestaglia, era bellissima, il sesso le faceva bene e la rendeva ancora più bella di quanto già non fosse, anche lui non sembrava avere i segni della nottata passata a darci dentro.
Francesca mi abbracciò e mi diede un bacio, poi si sedette accanto tenendomi un braccio sulla spalla, sembrava che l’unico imbarazzato fra tutti fossi io.
Si comportavano come nulla fosse, e comunque nessuno toccò l’argomento.
Erano le 9,30 e decidemmo che fosse ora di uscire e approfittare della bella giornata, l’avremmo passata come il giorno prima in barca andando per mare.
Essendoci un po’ di vento Antonello volle veleggiare, uscimmo dal porto col motore e una volta fuori spiegò le vele e dirigemmo verso il largo.
Era la prima volta che andavo a vela ed era un’esperienza magnifica, sentire lo sciabordio dell’acqua contro lo scafo che fendeva l’acqua era un’emozione unica. Una volta sistemato il tutto e visto che oramai eravamo in mare aperto Antonello mi chiese se volessi provare e stare al timone, accettai volentieri e dopo qualche consiglio mi lasciò e raggiunse Francesca sul solarium di prua.
Poco dopo lei si alzò facendomi segno che avrebbe tolto le mutandine, le feci un cenno affermativo e portandosi le mani alla bocca mi gridò di togliermeli pure io. Feci finta di non capire e lei venne verso di me perché capissi.
Antonello dice che siamo lontani dalla costa e possiamo toglierci tutto, siamo al largo e non può vederci nessuno: fallo pure tu per piacere.
Va bene risposi e l’accontentai.
Felice che l’avessi fatto mi baciò, si sfilò lo slip e lo gettò sul sedile alle mie spalle e sculettando tornò da lui nuda e gli si sdraiò accanto.
Disse qualcosa a Antonello il quale si girò verso me e col pollice alzato mi fece capire che avevo fatto la cosa giusta.
Quando tornò da me nel pozzetto di guida la costa era ormai solo un ricordo, si intravedeva appena in lontananza, armeggiò con dei pulsanti e chiuse le vele, la barca si fermò.
Col mare così calmo disse che ci saremmo lasciati portare alla deriva godendoci il sole in tranquillità e per la prima volta potei vedergli il cazzo: non dico che ci rimasi male ma nonostante mi difendessi egregiamente non c’era confronto tra il suo e il mio e mi ritrovai a pensare alla notte passata, a Francesca e ai suoi orgasmi.
Vieni anche tu con noi disse Antonello invitandomi a stare con loro.
Che hai amore mi domandò vedendomi taciturno, c’è qualcosa che non va chiese con apprensione, è per quello che è successo stanotte?
Ma no risposi subito trafelato, che dici! Stai tranquilla non ho assolutamente niente. Per quanto riguarda stanotte è una cosa che abbiamo voluto entrambi e per quel che mi riguarda sono felice che tu abbia potuto provare, l’importante è che tu sia felice di averlo fatto.
Ancora una volta mi abbracciò, poi tese il braccio verso Antonello e abbracciò anche lui.
I miei uomini disse, cosa potrei volere di più.
Si alzò, ci prese per mano e facendoci alzare ci guidò sottocoperta, entrò nella cabina patronale e si buttò sul letto, poi guardandoci con sguardo da porca disse:
Vi voglio, vi voglio tutti e due.
Ci scambiammo un’occhiata e con una manata Antonello mi spinse verso lei. Mi stesi accanto e iniziai a baciarla. Lei mi afferrò il cazzo duro e fece un gemito, ma non era a causa mia, guardando vidi la testa di Antonello tra le gambe di lei, si era messo a leccarle la figa.
Era incredibile come Francesca si trasformasse, un attimo prima era una persona tranquilla e serena e un attimo dopo non la si riconosceva più da tanta era la voglia di sesso che la ghermiva. Appena sentì la sua lingua lambirle la figa non capì più nulla, allargò le gambe e si abbandonò al piacere. Ora le avremmo potuto fare di tutto e lei l’avrebbe accettato pur che la facessimo godere.
Lui si sollevò e le puntò il cazzo sulla figa già abbondantemente bagnata di suo, le strusciò la cappella contro facendole desiderare di essere penetrata, cosa che però lui faceva solo parzialmente, per farle accrescere la voglia le metteva dentro solo parte della cappella giocando tra le sue labbra facendola gemere, poi quando meno se l’aspettava fece un affondo strappandole un urlo di piacere che si prolungò facendola rimanere a bocca aperta e iniziarono entrambi a muoversi all’unisono, sembravano due che erano anni che scopavano assieme.
L’una seguiva il ritmo dell’altro assecondandone i movimenti e i versi di lei si fecero man mano più intensi fino a che scoppiò gridando il suo piacere godendo.
La chiavò a lungo con me lì come spettatore facendola venire più e più volte, poi inaspettatamente si sfilò da dentro lasciando che prendessi il suo posto, era talmente tanta la voglia che non attesi un istante e messomi tra le sue cosce le affondai dentro il cazzo e la penetrai quasi con rabbia.
Col viso stravolto di piacere prese il cazzo di Antonello che le era andato vicino e si mise a leccarlo e a succhiarlo per quel che poteva, vederla in quel modo aumentò la mia libido cosa che a lei non sfuggì. Senza smettere di succhiarglielo mi avvolse i reni con le gambe e mi tenne così fino a che non mi sentì sborrarle dentro.
Mi tremavano le gambe dal piacere immenso che provai tanto che mi vennero i crampi dalla voglia repressa che avevo di prenderla.
Mi accingevo a pulirla con una salviettina ma lei mi fermò:
No, devi fare come ha fatto stanotte Antonello, un uomo ripulisce la propria femmina con la lingua non con una salvietta, fallo, fammi vedere quanto mi ami.
Rimasi basito, non avrei mai pensato che mi chiedesse di leccarle la figa con la sborra che le colava fuori, non l’avevamo mai fatto, ma visto che l’aveva fatto lui non potevo esimermi e così mi sdraiai tra le sue cosce aperte e mi misi a leccarla mentre lei se ne stava sui gomiti a guardarmi farlo col cazzo in mano a vedere che lo facessi bene.
E si, il cambiamento non riguardava solo lei ma anche me. Ero lì col viso imbrattato di sborra misti ai suoi umori vaginali davanti all’altro che mi guardava farlo: ripulii tutto con voglia e caparbietà.
Quando finii, Antonello prese il mio posto, si mise tra le sue gambe e in un attimo le fu dentro e ricominciò a chiavarla.
Ne avevo abbastanza, presi una birra dal frigo e uscii in coperta a respirare un po' d’aria fresca.
La sentivo gridare e incitarlo a spingere forte, gli diceva di romperle la figa e di farla godere come solo lui era capace di fare, gridava talmente che se fossimo stati sulla terra ferma con le sue grida avrebbe svegliato un intero rione, ma essendo in mezzo al mare poteva gridare quanto voleva che nessuno l’avrebbe sentita.
Ma rimasi basito quando tra un grido e l’altro cominciò a dirgli che era una troia, la sua troia e voleva sentire il suo cazzo riempirla di sborra, mai dalla sua bocca erano uscite simili oscenità. Quei pensieri li abbandonai quando sentii lui dirle che stava per venire, e con dei versi arcaici lo sentii e vidi goderle dentro. Poi fu silenzio.
Da dentro mi chiamarono, era Francesca che voleva che andassi giù e scesi.
La trovai distesa con la mano che si copriva la figa, mentre lui se ne stava in disparte appoggiato al tavolo. Francesca mi tese la mano e io mi feci vicino.
Mi ami? Mi chiese.
Che domande, certo che ti amo risposi.
Allora dimostramelo disse.
Aprì le gambe e guardandomi mi fece capire che voleva che la leccassi come avevo fatto prima ma vedendo la mia sorpresa in viso aggiunse:
Se è vero che mi ami devi farlo, come io ho fatto tutto questo per te.
Per noi risposi.
Si per noi disse lei aspettando che lo facessi.
Mi vergognavo farlo davanti a Antonello, non avevo schifo, solo non volevo farlo davanti a lui, in fondo era suo lo sperma che dovevo ripulire e questo mi turbava. Mi voltai a guardarlo ma lui non c’era più, sollevato mi voltai verso di lei sperando che lasciasse perdere, invece era li con la stessa espressione di prima in attesa.
Mi accovacciai tra le sue cosce riluttante e lei tolse la mano.
Dalla figa fece capolino il bianco dello sperma, avvicinai le labbra e cominciai.
Ha lo stesso sapore della tua? Chiese.
No, risposi con la bocca impastata, mi sembra più dolce.
Perché è fresca disse lei, stanotte l’ho vuotato completamente e questa è nuova, forse è per questo che è più dolce, ne raccolse un po' con le dita e le portò alla bocca: sì disse è più dolce della tua, quella tua è più aspra.
Poi mi disse di smettere perché le bruciava e doveva lavarsi.
Mi sciacquai il viso e la bocca nel lavabo della cucina e feci dei gargarismi, poi tornai fuori. Antonello era seduto nel pozzetto appena fuori e immaginai che avesse sentito tutto ma non lo dette a vedere.
Che splendida giornata disse, il mare è un olio e noi siamo insieme a una donna stupenda, cosa chiedere di più. Ti andrebbe di pescare?
Mi piacerebbe ma non l’ho mai fatto.
Mentre lui preparava la canna, lei uscì dalla cabina e passandoci accanto accarezzò entrambi, poi contenta andò a sdraiarsi al sole.
È una forza della natura disse lui guardandola sculettare, sei fortunato ad averla in moglie.
Pensi che abbia sbagliato a spingerla a fare ciò che abbiamo fatto? Gli chiesi.
No. Credo invece che hai fatto bene a farlo. È evidente che pur non sapendolo era un desiderio che si portava dentro, tu l’hai solo aiutata a portarlo alla luce. Sarebbe potuto accadere in un suo momento di magra tra voi e magari cedere a qualcuno per poi pentirsene, in ogni caso non te l’avrebbe detto per paura di compromettere il vostro rapporto e questo sarebbe stato peggio perché una volta fatto è probabile che ci si ricaschi, allora sì che andrebbe tutto a puttane.
Mi tranquillizzai. Finito di farmi vedere come si faceva a far funzionare il mulinello mi misi a pescare mentre lui andò a stendersi e tenere compagnia a Francesca.
Ogni tanto la sentivo ridere con gioia, era bello saperla serena e di come aveva preso tutta quella storia e io ero contento che si sentisse così.
Si alzarono e passandomi accanto dissero che scendevano a preparare qualche tramezzino, ne fui felice perché mi era venuta una fame da lupi.
Ci sedemmo a tavola tutti e tre nudi e mangiando alcune briciole le caddero sul seno, glielo feci notare e Antonello svelto gliele le prese con le labbra e visto che c’era si mise a succhiarle i capezzoli che subito si indurirono al contatto. Lei non si scompose e ne approfittò per scendere con la mano sotto il tavolo, immaginai cosa stesse facendo, come minimo gliel’aveva preso in mano: ancora? Pensai, cazzo ma pure mentre si mangia!
Mentre lei lo ravanava Antonello prese la bottiglia di spumante appena uscito dal frigo e ne versò alcune gocce sul seno facendola gridare per i brividi, poi mentre lei rideva si mise a leccarla raccogliendo il vino che le scendeva sul ventre e sul suo viso lessi subito il brivido di piacere che le procurava tutto questo e prese a menarglielo.
Era troppo, presi il mio tramezzino e il bicchiere di vino e me ne andai fuori per mangiarmelo in tranquillità lasciandolo soli.
Dopo qualche minuto cominciai a sentire di nuovo i versi di lei e mi sembrava assurdo che avesse ancora voglia, avevamo finito poco prima, possibile avesse ancora voglia dopo che avevano trombato tutta notte e ripreso a farlo appena svegli, e che cazzo, adesso si erano messi di nuovo a farlo anche durante il pranzo: possibile?
Mi affacciai alla cabina e li vidi. Lei si teneva al tavolo e lui da dietro se la montava, vedevo il grosso cazzo che la stantuffava manco fosse un pistone e lei che gli andava incontro per prenderselo in modo osceno. Non ci credevo ma mi venne di nuovo duro, scesi pure io e mi sedetti sul tavolo, lei si spostò per farmi spazio e senza fare una piega lo prese e se lo mise in bocca da vera troia qual era e glielo dissi:
Ti piace fare la puttana eh? Ti piace avere due cazzi a tua disposizione, sentirti aprire la figa da un cazzo così grosso.
Lei liberò la bocca dal mio cazzo e urlò il suo orgasmo.
SI siiiiiiiiiii gridò, e mentre godeva riprese a succhiarmelo menando il culo ancora più veloce. Antonello intanto mentre la stantuffava col pollice le penetrava il culo facendola eccitare ancora di più.
Più di una volta lo vidi tirare fuori il cazzo, intingere le dita negli umori di lei e mettergliele nel culo, poi riprendeva a scoparla facendola gridare di piacere fino a che chinatosi sopra lei le disse che ora le voleva fare il culo.
Lei sembrò non sentire e continuò imperterrita a pomparmi il cazzo che ormai era in procinto di sborrare tanta era l’eccitazione che provavo.
Lui lo sfilò da dentro e mi chiesi se davvero mia moglie acconsentisse perché le facesse il culo, le faceva male il mio figurarsi questo, era troppo più grosso credetti non potesse prenderlo: la risposta la ebbi subito dopo.
Quando sentì il cazzo premerle sull’ano si disinteressò di me, rimase a pecora ma gli mise una mano sul ventre, fai piano lo pregò è grosso. Lui la accarezzò per tenerla buona e rassicurarla, poi spinse piano e tra un gridolino e l’altro la inculò.
Nel momento preciso che glielo spinse dentro lei tirò un urlo di dolore, la fitta che sentì fu forte, lui restò dentro immobile, voleva che l’ano dilatasse e si abituasse alla larghezza del suo cazzo, poi una volta calmatasi Francesca iniziò a muovere il culo e lui capì che era pronta.
Cominciò a incularla piano e man mano sempre di più fino a sentire lei che sporgendo il culo si dava a lui perché la inculasse a fondo.
Arrivò a darle dei colpi che sembravano volesse sfondarla, e io dalla frenesia le venni in faccia imbrattandole il viso, un occhio non poté più aprirlo perché gliel’avevo ricoperto di sborra come se avessi voluto punirla.
Antonello col viso sfigurato dal piacere mi disse invece di ripulirla con la lingua e io lo feci. Non sembrò neanche accorgersene che lo stessi facendo da quanto stava godendo.
Venne ancora e ancora prima che pure lui venisse, inarcò la schiena e dopo averglielo spinto dentro tutto, con versi bestiali iniziò a inondarle l’intestino di sborra svuotandosi in lei.
Questa volta non aspettai che lo tirasse fuori, non volevo che mi dicessero ancora di leccare e ripulirla, così me ne andai fuori prima che accadesse.
Uscirono poco dopo e mentre lui preparava la barca alla navigazione per fare ritorno lei si sdraiò sul prendisole accanto a me e mi baciò: potrò mai ringraziarti abbastanza disse sorridendomi.
Francesca, la mia dolce Francesca, moglie fino ad ora irreprensibile era cambiata per sempre, quell’esperienza l’aveva travolta e non c’era più modo di porci rimedio.
D’ora in poi ero certo che la sua metamorfosi l’avrebbe portata a cercare nuove e inimmaginabili storie che avrebbero ulteriormente ampliato la nostra sfera erotica, nel frattempo però ci godiamo l’amicizia di Antonello che ogni weekend era felice di ospitarci e noi felici di essere suoi ospiti: soprattutto Francesca.

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