RACCONTO TITOLO: La festa di Natale in ufficio 
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La festa di Natale in ufficio


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La festa di Natale in ufficio

by Angel_Face
Visto: 761 volte Commenti 2 Date: 11-03-2022 Lingua: Language

I miei racconti partono da storie realmente accadute con l'aggiunta, o la rimozione, di alcuni particolari.

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La sala conferenze si andava riempiendo; fra poco ci sarebbe stato il collegamento con New York da dove quest’anno il “Grande Capo” avrebbe fatto gli auguri di Natale. Tutti i dipendenti schieravano il “vestito buono” e soprattutto le donne erano particolarmente eleganti. Non appena entrò nel salone, Elena fu subito raggiunta da Giovanni, il nuovo collega dell’ufficio estero. Da quando, circa una mese prima, era entrato nel suo ufficio aveva cominciato un discreto ma insistente corteggiamento; era carino e gentile ma aveva un senso dell’umorismo davvero pessimo e alla lunga diventava noioso. Iniziò a parlare con lei della nuova filiale americana da cui oggi il presidente avrebbe parlato. Quando il vice direttore annunciò che per un problema tecnico il collegamento veniva rimandato e che si poteva iniziare il brunch, Giovanni non perse un attimo per raccogliere due calici di vino ed offrirne uno a Elena per un brindisi. Dopodiché riprese, con il suo solito tono monocorde, la tiritera che aveva lasciato in sospeso: le sue prospettive di carriera nel nuovo lavoro, i suoi progetti per le prossime vacanze natalizie, ed intervallava queste “interessanti” argomentazioni con battutine assurde.

Elena rispondeva a monosillabi e sperava che il collegamento venisse ripristinato al più presto in modo da potersi defilare da quella noiosa conversazione, quando ad un certo punto il suo cellulare squillò: Numero privato.

Indicando il cellulare si defilò da Giovanni, uscì dal salone e rispose

Pronto?
Buongiorno! Qui è il Pronto Soccorso Amici in Difficoltà

Ci mise un po’ a capire chi fosse, anche perché il trambusto delle persone dentro al salone impediva di riuscire a capire bene la voce dal telefono.

Ma ciao!!! Mi hai salvata!!!
Ti ho vista in difficoltà. Avevi un fumetto sopra la testa che diceva “HELP ME”!!

Furono sufficienti un paio di battute per riportare il buonumore sul viso di Elena “è incredibile come certe persone non ti annoiano mai con le loro battute ed altre invece siano terribilmente noiosi dopo solo due parole” pensò lei mentre Luca le stava parlando al telefono.
Secondo me ti sta cercando
Ancora?!?! Ma come devo fare per liberarmene?
Resta li dove sei; se vuoi ti racconto una storia così non sei obbligata a rientrare finchè non si spengono le luci…
Ok; intanto mi bevo il vino che mi ha gentilmente offerto
Vino bianco?
Si.
Avrà sentito anche lui di ciò che succede nei party natalizi in Inghilterra
Perché cosa succede?
Pare che si verifichino diversi incontri clandestini in seguito al fatto che maschi e femmine esagerano con il vino e poi si imboscano negli uffici lasciati deserti
Uhhh è qui è qui…. sussurrò Elena

Elena fece un sorriso è indicò il cellulare come a dire che la chiamata si protraeva ancora e si girò continuando la telefonata.
Mamma mia, ma non me lo schiodo più!! E quindi pensi che volesse farmi ubriacare per poi portarmi in qualche ufficio vuoto? E secondo te io ci sarei andata? – e nel frattempo finì di bere il calice di vino che le era stato offerto
Secondo me non ci saresti andata ma poi non si puoi mai sapere quali azioni si compiono sotto l’effetto dell’alcool
Certo ma se permetti me lo scelgo io!! – alzò un po’ la voce e sentì improvvisamente un senso di calore al viso; probabilmente il calice a stomaco vuoto le stava dando un po’ alla testa
Certo mia cara, ma non ti devi incazzare con me, comunque stanno abbassando le luci, ora puoi rientrare, tieniti vicino alla parete in fondo così non ti vede.
Ok grazie Luca, mi hai salvata dal “Signor Noia”. Hey mi raccomando non scappare come tuo solito che dobbiamo farci gli auguri……

e prima di chiudere disse ancora “Però hai capito ‘sti inglesi…. Ciao”.

Arrivò sulla porta ed attese che le luci si spegnessero del tutto per poi entrare muovendosi lungo la parete opposta rispetto a dove le prime immagini del collegamento stavano palesando il faccione del mega direttore.

Il discorso era più lungo del solito ed Elena riuscì subito a distrarsi e a ripensare a quanto gli aveva detto prima il suo amico su quanto succeda in Inghilterra in occasione dei party natalizi. Forse complice quel calice di bianco bevuto a stomaco vuoto il suo pensiero volò ad immaginare situazioni altamente erotiche. Il suo voltò si accese di calore ed in breve si scoprì decisamente eccitata ed improvvisamente percepì come un tocco leggero sul suo culo. Era appoggiata con un fianco a due tavoli accatastati in fondo al locale, si girò come per vedere se la sua fosse stata solo suggestione; infatti non vide nessuno. Cercò di riconcentrarsi sul discorso ma invece la sua mente continuava ad andare verso altri più eccitanti lidi.

Pensò che sarebbe stato davvero eccitante se quella mano, che forse lei aveva solo immaginato, avesse sollevato il suo vestito e le avesse accarezzato le cosce; avrebbe scoperto quanto fossero bollenti in quel momento. Fu proprio in quel momento che percepì un tocco delicato ma insistente sul solco del suo culo e poi un sussurro vicino all’orecchio “ho seguito il tuo profumo e ti ho trovata!”: la voce la tranquillizzò. Non disse nulla ma piego leggermente il collo in modo da consentire alle labbra di lui di appoggiarsi dietro il suo orecchio e scendere lungo il suo collo. Labbra calde, morbide, umide che baciavano delicatamente la sua pelle. Intanto lui si era avvicinato ancora di più a lei e le aveva appoggiato il suo “rigonfiamento” sul solco dove prima aveva appoggiato la mano. Elena percepiva la sua eccitazione e la consapevolezza di essere lei l’artefice di tutto ciò la eccitò ancora di più. Le mani di lui si insinuarono sotto il vestito, raggiunsero il bordo delle autoreggenti, i polpastrelli sfiorarono la pelle nuda della coscia “sei bollente” le disse e lei non riusciva a proferire parole; avrebbe voluto girarsi infilare la lingua nella sua bocca, succhiargli la lingua con le labbra, come antipasto di quello che avrebbe potuto e voluto fare sul suo membro; invece stava zitta e percepiva le sue dita ormai vicine alla sua figa e la sua lingua che le lambiva con delicatezza il lobo dell’orecchio.

Portò un mano dietro di lei e la posò sul cazzo di lui schiacciato dentro il pantaloni, appoggiò il palmo e lo fece muovere in modo circolare su quella che lei presumeva fosse la punta e lo sentì rantolare dentro il suo orecchio.

“Ed è sulla base di questi risultati ed auspici per l’anno prossimo che auguro a voi e alla vostre famigli……………………………….”

Prima che il direttore terminasse la frase sentì Luca staccarsi da lei, si girò e lui portò il dito indice alla bocca per intimarle il silenzio e poi con la mano le indicò …. seguimi.

In silenzio, furtivamente, uscirono dal salone imboccarono la prima porta, salirono di corsa le scale e giunti al primo piano individuarono subito la sala delle stampanti; entrarono, chiusero la porta con il chiavistello ed illuminati solo dalla luce che tramite un lucernario posto in alto arrivava dal corridoio si guardarono per un attimo negli occhi, sorrisero ma non dissero nulla per non interrompere quel momento particolare. Lei gli si avventò addosso e fece ciò che prima le era stato impossibile fare. Lo baciò, gli succhio la lingua, e mentre lui le palpava i seni a mani piene lei cercò la cintura dei suoi pantaloni, la slacciò ed accarezzò il suo membro da sopra la sottile stoffa dei boxer. Non riuscì a capire come, ma lui con una mossa veloce ed improvvisa le sollevò il vestito e lei stessa per appoggiarla sulla stampante, le tolse il perizoma e si avventò su di lei con la sua bocca. Lei dovette tapparsi la bocca perché avrebbe urlato per il piacere che quelle lingua saettante le stava dando. La stava esplorando, la sentiva dentro di se, poi sulle labbra esterne della fica e poi… “oh mio dio” esclamò Elena quando lui iniziò a muoverla dentro di lei come se la stessa limonando e nel contempo un dito si aggiunse dentro di lei. Appoggiò le mani sulla sua nuca quando l’orgasmo la prese; lui rallentò per un attimo per dare modo ad Elena di bearsi di tutto il godimento ma poi riprese per riportarla nuovamente sulla vetta della montagne russe del piacere.

“Baciami e senti il tuo gusto!” le disse sollevando il viso madido dei suoi umori ed avvicinandosi a lei. Dopodichè fu lei che fece in modo di trovarsi in ginocchio con il cazzo di lui davanti alla propria faccia. Con una calma studiata iniziò a leccarlo senza usare le mani, solo con la lingua per tutta la lunghezza, lo bagnava con la sua lingua e si accorse che ogni volta che arrivava sulla cappella gli strappava un mugolio. Ad un certo punto aprì la bocca e si infilò tutta la punta in bocca; era largo, la obbligava a tenere la bocca tutta spalancata ma lo voleva tutto e, lentamente ma costantemente riuscì ad ingoiarlo per tutta la lunghezza fino a sentirlo in gola. Poi si mosse per un paio di volte avanti e indietro per tutta la lunghezza e sentì il cazzo sussultare segno che l’orgasmo era imminente; continuò quel suo lavoro fino a che sentì il calore dello sperma invadere la sua cavità orale e continuò finchè il cazzo di Luca non perse consistenza. Anche lui dovette soffocare le urla del suo piacere contro la manica della giacca. Si appoggiò alla parete ad osservare Elena in ginocchio davanti a lui con le tracce del suo godimento sul viso, quando lei fece una cosa che gli fece tornare nuovamente il cazzo duro: passò una dito sulle tracce di sperma, le raccolse e lo portò alla bocca e fissandolo negli occhi se lo leccò. Subito dopo lei si alzò si girò e si sollevò il vestito mostrando il culo e lui glielo appoggiò sui glutei per poi farsi strada verso il basso e trovare la sua fica ancora umida dal precedente orgasmo; non dovette forzare più di tanto. Entrò dentro di lei come una lama calda nel burro riuscì ad infilarlo tutto fino in fondo; si fermò dentro di lei e portò una mano davanti a cercare il clitoride ed appoggiati polpastrelli sopra lo sfregò con delicatezza. Elena dovette fare appello a tutte le sua forze per non gridare, stava impazzendo a quel tocco e quando lui riprese a muoversi fu la fine

“si dai,….. mi fai morire,….. godo.. si…. godo ancora…. Sbattimi…..”.

Lui non se lo fece ripetere due volte e iniziò un movimento di bacino profondo e veloce che in breve portò la sua collega a godere nuovamente. Mentre Elena era riversa col viso sulla fotocopiatrice e stava ansimando come dopo una lunga corsa sentì Luca uscire da lei, sentì il suo membro strusciare sulle parte esterna del suo centro del piacere, sentì la cappella battere sul clitoride e questo non fece altro che aumentare ancora il suo fiatone. Pensò fosse finita li, anche se lui aveva ancora il membro in erezione.

Luca si abbassò, con le mani le aprì con delicatezza i glutei e da dietro le infilò nuovamente la lingua dentro, e poi sempre con la lingua iniziò a leccarle il buco posteriore. Girava intorno, la infilava, le baciava le chiappe poi si sollevò ed appoggiò la punta del cazzo all’orifizio.

Lo tenne lì, in sospeso; lei non capì il perché di questo suo stop. Ma lui le sussurrò

“Lo vuoi?”;

lei fece si con la testa ma lui non si mosse. Con una mano andò nuovamente a solleticarle il clitoride e di nuovo
“Lo vuoi?”;
dalla bocca di Elena uscì un rantolo perché quel tocco l’aveva di nuova accesa;
”Si, lo voglio”.
Allora dimmelo
Lo voglio, mettimelo nel culo – con la voce rotta dal piacere uscì quella richiesta dalla bocca di Elena con il tono che solo nei momenti di massimo piacere si può avere.

Lentamente si fece strada dentro di lei; una volta che la punta fu dentro si fermò ma a sorpresa per Luca, fu lei che con un movimento deciso e secco spinse in fuori il culo ed il membro fu dentro di lei completamente. Uscì un sospiro profondo da parte di entrambi e poi Luca iniziò un lento e profondo avanti e indietro. Uscirono frasi sconnesse da parte di entrambi, ormai non si rendevano più conto che potevano essere scoperti, anche se il rumore che proveniva ovattato dal piano inferiore li tranquillizzava. Luca continuò a doppiare la sua azione con le dita sul clitoride fino a che sentì Elena che quasi urlando gli disse

Oh dio si godo ancora….. dai godi anche tu ……..dai riempimi…. Daiiiiiii

L’insieme di quelle sollecitazioni fecero raggiungere nuovamente l’orgasmo a Luca che venne dentro di lei.

Si accasciò sopra di lei ed attese che il suo membro tornasse moscio; quando usci lei si girò, sorridendo si guardarono negli occhi e lui le disse

Hai visto che questa volta non sono scappato?! BUON NATALE!!”

E le diede due baci sulle guance!!

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