RACCONTO TITOLO: Parte 35 - Tutto iniziò così (racconto vero) 
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Parte 35 - Tutto iniziò così (racconto vero)


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Parte 35 - Tutto iniziò così (racconto vero)

by Andreacp32
Visto: 579 volte Commenti 18 Date: 19-11-2021 Lingua: Language

sarò onesto: mi è scesa la voglia di raccontare e di scrivere ma ringrazio chi invece mi ha spinto a proseguire


Quel sabato mattina eravamo euforici e non vedevamo l’ora di partire ed arrivare dai nostri amici. Io avevo voglia di tutto, di baci, di fighe, di cazzi, di sborra e Silvia ancora di più. Mi aveva chiesto nei giorni precedenti una cosa. Le sarebbe piaciuto umiliarmi con le parole davanti agli altri e secondo lei io mi sarei eccitato da matti. Sinceramente non ero d’accordissimo ma decisi di accettare per due motivi. Il primo era che sapevo che preso dal momento mi sarebbe piaciuto tutto, il secondo era che se tutto fosse andato come doveva, non ci sarebbe stato spazio per quello ma solo per godersi Silvia presa da un nero. In realtà continuavo a pensarci ma allo stesso tempo non mi facevo illusioni, ben sapendo che non c’era nulla di sicuro. Arrivammo verso ora di pranzo e trovammo solo Filippo e Anna. Ci spiegarono che Giovanni e Katia avevano avuto un contrattempo e che sarebbero arrivati nel pomeriggio. Cercai di capire da Filippo se il contrattempo fosse a causa della sorpresa ma non avemmo il tempo di confrontarci. Mangiammo e chiacchierammo da amici. Si percepiva la voglia ma eravamo tutti bloccati in attesa dell’ultima coppia. Anna comunque propose di andarci a mettere le vestaglie e di attenderli in sala. Rimanemmo tranquilli senza fare nulla in attesa degli altri. Finalmente, verso le 18, la macchina di Giovanni e Katia parcheggiò nel giardino. Quando entrarono la situazione iniziò ad essere già molto più intrigante visto che Giovanni salutò sia Anna che Silvia con un caloroso bacio con lingua e mano tra la figa. Mi piaceva vedere la mia donna così, senza inibizioni o altro. E mi piaceva anche sentire la mano di Katia che mi accarezzava il cazzo con sguardo malandrino. Anche i nostri amici andarono a cambiarsi. Scese Katia e invitò me e Filippo a raggiungere Giovanni di sopra. Andammo da lui che ci confermò come tutto fosse a posto. Ci fece vedere che aveva iscritto Amir, questo il nome del ragazzo senegalese, ai donatori del sangue così che facesse tutte le dovute analisi che confermavano come fosse sano come un pesce. Ci spiegò poi che aveva predisposto tutto. Amir sarebbe arrivato verso le 8 e per quell’ora le donne dovevano essere tutte legate e bendate. In macchina aveva portato sei stanghe da legare dietro la testata di ogni letto in modo che poi avremmo legato le donne. Aveva poi portato con se 6 manette e 3 bende anatomiche per gli occhi. Filippo guardava e continuava a dire che Giovanni non aveva lasciato nulla al caso. Giovanni, sembrava preso come da un demone interiore, continuava a dirci ciò che aveva e quello che andava fatto. Poi mi diede la pillolina magica dicendomi di prenderla verso le 7 visto come era andata l’altra volta. La diede anche a Filippo ma precisò che sia lui che appunto Filo l’avrebbero presa quando arrivava Amir. Ci mostrò che aveva anche un’altra pillolina per il nostro amico. Il primo ordine era quello di preparare le stanze senza che le donne capissero. Bisognava prendere tutto nella sua macchina. Filippo allora propose di riunirci in una delle stanze del sesso con le donne e propose di fare solo coccoline. Ci ritrovammo tutti e sei sul letto con indosso le vestaglie e nonostante l’indurimento generale e l’eccitazione percepibile delle donne, rimanevamo fermi sulle carezze. Come ovvio, le donne mostravano un certo fastidio nell’essere sempre bloccate ma noi non potevamo fare altro. Anna però si lanciò sul mio cazzo ed iniziò a succhiarlo. Filippo prese la palla al balzo e, facendo finta di essere indispettito dal comportamento di Anna, uscì per andare a prendere da bere. Giovanni lo seguì con la scusa di fumarsi una sigaretta. Rimasi con le tre donne e visto che il mio cazzo funzionava eccome, decisi di farle un po’ divertire. Le misi tutte sdraiate a pancia in su una a fianco all’altra e incominciai a leccare prima Anna, poi Silvia, poi Katia. Poi passai a delle veloci penetrazioni col mio cazzo. Passavo da una all’altra e non usavo preservativo. Sapevo che gli altri stavano preparando le stanze e ne approfittavo. Nessuna disse nulla, anzi gradivano. Era fantastico vedere come nel momento in cui il mio cazzo uscisse dalla loro figa, cercassero di trattenermi in loro. Specificai che questo era solo un giochino per scaldarle. Dopo aver detto così, la mia puttanella raggiunse un orgasmo masturbata da Katia. Sinceramente mi sarei goduto una serata così senza soprese ma ormai sapevo che non si poteva tornare indietro. Non volevo venire perché avevo paura che dopo, nonostante la pillola, non sarei riuscito ad essere partecipe. Mi trattenni e per fortuna entrò in stanza Giovanni che con fare autoritario specificò di voler mangiare e poi iniziare il divertimento. Le donne, forse Silvia un po’ meno, ci rimasero male ma accettarono e scendemmo tutti di sotto. Anna, per fortuna aveva quasi tutto pronto e mise le cose a scaldare in forno. Nel mentre Filippo mi portò alle camere e mi fece vedere come erano state addobbate (ogni stanza uguale). Dietro al letto erano state legate due aste di legno. Su ogni asta erano appese delle manette. Il letto era senza lenzuolo o altro e c’era solo una mascherina appoggiata. Dopo cena, avremmo dovuto portare ognuno la propria donna nella stanza, legarla e bendarla e lasciarla lì in attesa. L’idea mi stuzzicava e visto che ormai erano le 7 presi anche la pillola. Andammo a cena ma si percepiva nell’aria la voglia inespressa delle donne e la particolare ansia di Giovanni. Mangiammo ma quasi come fossimo estranei. Poi Giovanni disse di lasciare tutto lì e che era il momento di iniziare il gioco. Erano circa le 7 e 30. Giovanni portò Katia di sopra, poi toccò a me e poi a Filippo. Silvia quando vide il letto mi chiese solo se doveva stare a pancia in su o pancia in giù. La bendai e la legai. Era fantastica, tutta nuda, legata e impossibilitata a fare nulla. La leccai un pochino e poi le dissi che il gioco consisteva nel farla attendere per poi scoparla per bene senza sapere da chi.
Silvia: amore ormai i vostri cazzi li conosco troppo bene
Io: tu forse si ma le altre secondo me no e comunque secondo me è eccitante
Silvia: sono già pronta
Io: devi aspettare. Rilassati.
Spensi la luce e girai la chiave per chiudere e me la misi in tasca. Scesi e vidi Filippo, ci raccontammo come fosse andata con le donne e attendemmo Giovanni. Quando anche lui scese, ci spiegò che Amir non avrebbe suonato ma l’avrebbe chiamato al telefono e gli avremmo aperto senza farci sentire e poi sarebbe incominciato il divertimento. Il mio cazzo dopo poco divenne di marmo e venni amabilmente deriso dagli amici che mi chiesero di chiudermi bene la vestaglia per non farmi vedere così da Amir. Finalmente arrivò la chiamata e tutto si svolse velocemente. Filippo andò in giardino ad aprire ed Amir parcheggiò. Ci presentammo lì e Giovanni gli rispiegò le regole che, si vedeva, aveva già impartito in precedenza. Amir in silenzio entrò in casa e si spogliò. Era altissimo, sul metro e novanta, con una schiena enorme. Non palestrato ma asciutto ed in gran forma. Le sue cosce erano invece muscolosissime così come i polpacci. Era nerissimo ed aveva i classici tratti africani: naso schiacciato e labbra molto grosse. Poi si tolse le mutande e non vidi un cazzo ma un anaconda. Era gigantesco da moscio, molto più lungo del mio, ma il mio da duro. Era una proboscide nera e larghissima. Un cazzo del genere credo di averlo visto solo anni dopo su internet in qualche sito porno. Giovanni sorrideva ai nostri sguardi e capimmo che aveva controllato anche quello. Venne vicino a noi e ci diede un abbraccio dicendoci che questo avrebbe spaccato per bene le nostre donne. Amir sorrise ed iniziò a toccarselo per farselo indurire. Filippo e Giovanni presero la pillola e quest’ultimo la offrì ad Amir che rifiutò seccamente. Ci dirigemmo verso le stanze di sopra e Giovanni gli disse che poteva scegliere con chi cominciare. Aprimmo le porte e lui entrò in tutte. Era bello vedere le donne come attendevano. Katia teneva le gambe ravvicinate e quando ci sentì entrare disse solo: “chi c’è?”. Anna invece era quasi di lato anche se la manetta sinistra tirava il suo braccio, quando entrammo non disse nulla e si mise sdraiata a pancia in su. Silvia aveva le gambe incrociate ma quando entrammo le allargò e disse “incominciamo?”. Dopo avergli mostrato la mercanzia, Giovanni fece segno ad Amir di scegliere dove entrare. Neanche a dirlo scelse Silvia. Le altre porte vennero chiuse a chiave ed entrammo dalla mia donna. Giovanni iniziò a leccarla con lei che parlava chiedendo se ci fossimo tutti e tre e dicendo frasi del tipo: “mm questa lingua non è del mio cornutino, sarà Filippo o Giovanni?!, un’idea ce l’ho ma se mi metti il cazzo indovino”. Intanto Filippo aveva dato ad Amir il preservativo che riuscì ad infilarselo a fatica. In quel momento vidi il suo cazzo duro, anzi quasi duro, e rimasi impietrito dall’enormità. Il preservativo era attillatissimo e si fermava a neanche metà dell’asta. Giovanni mi invitò con un gesto a mettermi di fianco a Silvia e insieme le allargammo le gambe
Silvia: ah ma ci siete tutti. Che onore avervi qui per me. E chi mi scopa? Quello che ha leccato o un altro?
Amir puntò la sua cappella gigantesca sulla sua figa, entrò un pochino e poi guardandoci fece segno di si con la testa e boom: entrò. Silvia sembrò restare esterrefatta ma si vedeva contratta in ogni parte.
Silvia: cos’è?!
Amir continuava lentamente a spingere e poi iniziò la monta. Silvia continuava a chiedere chi e cosa fosse e io vedevo quel cazzo enorme dentro di lei che si infossava sempre più dentro la sua figa. Amir continuava e più sentiva che la figa si bagnava, più aumentava il ritmo. Lasciai il letto e guardai la scena da dietro. Giovanni che la accarezzava sui seni, Filippo che la baciava e questo energumeno che la pompava con lei che continuava a godere e fare domande. Giovanni guardò me con il cazzo in mano che mi segavo e poi disse
Giovanni: il tuo uomo si sta segando mentre ti guarda scopare con uno sconosciuto
Tolse la benda a Silvia che si ritrovò di fronte Amir. Silvia spostò il suo sguardo per trovare il mio e per sorridermi nel vedermi segare.
Giovanni: ti piace la sorpresa?
Silvia: mi piace e voglio essere sbattuta forte
Amir aumentò il ritmo e ad ogni colpo si vedeva come entrasse dentro Silvia. Le sue grida di piacere si intervallavano con rumori assurdi che provocava quel cazzo con la figa di Silvia.
Il suo orgasmo arrivò mentre io mi ero messo di fianco in piedi. Guardò me e poi Amir
Silvia: vengo, vengo, è un cazzo enormeeeeeeee
In quel momento mi sborrai sulla mano e sulla spalla di Silvia che mi guardo sorridente e poi si rivolse agli altri e ad Amir
Silvia: l’abbiamo fatto venire. Dai continua e non fermarti
Amir caricò ancora di più e iniziò a sbatterla con furore tanto che Giovanni fece fatica a mettere il cazzo in bocca a Silvia. Era bellissima sotto i colpi furenti di Amir e il cazzo in bocca di Giovanni. Notai anche che Amir fece una strana faccia vedendo il mio cazzo ancora duro dopo aver sborrato e la cosa mi diede un certo piacere. Poi si mosse un po’ con le gambe ed incominciò ancora più forte, il rumore nella stanza era tipo cloc cloc, intervallato dalle urla di Silvia che più lui aumentava, più sorrideva e lo incitava.
Amir fece gli ultimi due movimenti di potenza e si fermò dentro di lei. Giovanni ne approfittò per prenderle la testa e farselo succhiare con più calma. Io mi avvicinai a lei che, tolto il cazzo di bocca, mi baciò dicendomi che era stato fantastico.
Amir si alzò e mentre limonavo la mia donna sentivo le risatine degli altri. Mi fermai e mi girai e Filippo e Giovanni guardavano la figa di Silvia, poi il mio sguardo finì sul cazzo di Amir che gocciolava sperma e che aveva il preservativo alla base dell’asta del cazzo. Si era rotto e mi aveva sborrato Silvia. Andai a vedere la sua figa e la vidi che buttava fuori sperma bianchissimo.
Silvia: ma mi è venuto dentro?
Giovanni: il preservativo era troppo piccolo per lui
Ero sbigottito, ma Giovanni mi tranquillizzò dicendomi che Amir era sanissimo
Silvia: amore prendo la pillola
Non sapevo che fare ma venni preso alla sprovvista da Giovanni.
Giovanni: Amir guarda che bel cornuto che abbiamo
Mi prese la testa e mi mise a leccare Silvia. Non opposi resistenza, la leccai sentendo tutta la sborra di Amir e intanto sentendo la mia Silvia parlare in maniera sexy ad Amir
Silvia: piacere Amir, sei stato fantastico
Amir sorrideva e veniva incensato dai miei due amici che specificavano come adesso sarebbe toccato alle loro mogli. In quel momento presi la mia rivincita facendo venire Silvia che con gli spasmi buttò nella mia bocca altri fiotti di sperma.
Giovanni: da brava tu resta così che poi torniamo
Silvia: un attimo, posso vedere bene Amir?
Amir si avvicinò a Silvia che scrutò attentamente il suo cazzo moscio ma enorme e si allungò per prendergli la cappella in bocca. La cappella da sola le riempiva la bocca. Silvia ci diede una ciucciata e poi disse
Silvia: mamma mia
Amir venne scortato in bagno per ripulirsi e togliersi il preservativo rotto e solo a quel punto Giovanni gli spiegò meglio l’effetto della pillola che questa volta accettò di prendere

Continuo?

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