RACCONTO TITOLO: per procura 
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per procura


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per procura

by jfx007
Visto: 138 volte Commenti 0 Date: 29-09-2021 Lingua: Language


Il primo incontro conoscitivo era stato molto cordiale in occasione di un aperitivo conoscitivo.
L. veramente una bella donna sulla quarantina, molto alta fisico tipo da nuotatrice, viso molto espressivo con occhiali e poco trucco, capello alla maschietta a valorizzare la sua carica espressiva fatta di consapevolezza e semplicità; il marito signorile e un po' in là con gli anni.
Nella conversazione amabile si era discusso assai poco di gusti, essendo chiaro a tutti che ciascuno secondo i ruoli, anche molto segreti, cercavamo il compiacimento sessuale.
Il marito consenziente aveva espresso la volontà di non essere presente ed io non ho indagato oltre, ricevendo solo una serie di raccomandazioni che alludevano a serietà, riservatezza e rispetto assolutamente condivise da tutti.
L’aperitivo si era concluso con una pomiciata alla presenza del marito durante la quale ero stato travolto da un certo gusto di L. per baci e carezze; bellissime mani curate tra l’altro, gambe lunghe e vellutate, caviglia stretta che finiva in un paio di sandali bassi.
Ci eravamo lasciati senza che io avessi indagato se fossero habitué di un certo gioco, ma con in bocca il sapore passionale di L.
La volta successiva parlai al telefono solo con L. che mi disse quanto era stata bene e mi proponeva un incontro serale in un albergo.
Mi ritrovai una settimana dopo verso le sette della sera nel buio del parcheggio antistante un albergo in periferia ed in attesa di una telefonata per salire in stanza.
Mentre aspettavo notai il marito di L. uscire dall’albergo e indirizzarsi verso la sua vettura per allontanarsi e dopo una ventina di minuti ricevetti l’invito a salire nella stanza, con la precisazione che avrei potuto passare la hole senza chiedere al portiere.
Trovato il piano e la stanza, la porta era socchiusa ed entrai.
La stanza sapeva dell’odore delle stanze pulite , un arredamento molto essenziale e direzionale in una saletta illuminata che precedeva la stanza da letto buia.
Chiesi permesso per educazione, sentendomi rispondere dalla stanza buia da L.
A quell’odore sterile e impersonale della prima parte della stanza si avvicendava il profumo di una donna che ancora non riuscivo a vedere, ma che intuivo fosse distesa sul letto.
Il silenzio interrotto da L. “preferisci il buio o guardarmi…”; avevo dimenticato la sua voce che per un istante mi sembrò confidenziale e complice; risposi “voglio guardarti”.
Appena accesa la luce mi venne al naso prima che agli occhi un odore di sesso.
Poi basto solo un secondo agli occhi per vedere anche materializzarsi il sesso.
L. era completamente nuda distesa che si teneva le cosce completamente aperte reggendosi a mezz’aria quella gambe lunghe e snelle che stavolta davvero non finivano più visto che ai piedi indossava dei sandali neri con stiletto che avrebbero procurato un infarto al più distratto dei feticisti.
Bella, curatissima e rosea, al centro di quella scena si schiudeva la sua vagina mentre dietro in corrispondenza faceva capolino quel volto da maschietta con gli occhiali e stavolta il trucco più accentuato.
L’impostazione era talmente esplicita da non contemplare altro che l’amplesso.
Avvicinandosi mano a mano che si scopriva il resto del corpo col suo seno proporzionato, notai un altro tocco di passione erotica, una collana di perle girata e stretta attorno al collo scoperto e lungo.
Avrei voluto nuovamente assaggiare la sua bocca, ma L mi fermò con questa frase: “non ti piaccio?”., continuando a restare così spalancata.
Avrei potuto ricorrere all’armamentario voluttuario dei complimenti, ma sapevo che non li voleva.
Mi sbottonai i pantaloni non mollandole mai gli occhi e trai fuori il mio membro: “avanti, vieni qui” restando distante dal bordo del letto.
Quel corpo dal letto si scompose per ricomporsi accovacciato davanti e sotto a me, con un calore che mi avvolse completamente mentre quella mani affusolate mi carezzavano sopra i pantaloni o sotto la camicia e mi rendevano completamente succube, dopo l’iniziale tentativo di dominare la situazione.
Un corpo così bello e nudo, una bocca graziosa e decisa e quelle mani solo apparentemente devote, mi stavano scorticando il midollo.
Dopo aver compreso l’ottimo lavoro fatto, L. si ricompose nuovamente sul letto iniziando a toccarsi delicatamente il sesso, mentre io mi spogliavo in un silenzio interrotto solo dai suoi iniziali sospiri.
Non cera altro che volesse, mi avvicinai accostando il mio membro alla sua vagina umida e accompagnandolo dentro; lei abbandono la sua testa su un lato in quell’esatto momento come a carpire meglio ogni sensazione e tirando un lungo sospiro.
Stava diventando quasi surreale, quel corpo davvero bello e la mente della donna quasi altrove, mi ritrovai in un gioco solo corporeo; non che fosse brutto anzi, ma era come se fosse crollato ogni dialogo.
Dalle sue labbra stavolta irraggiungibili e distanti usci questa frase: “scopami e non preoccuparti di nulla”.
Iniziai a scopare quel corpo abbandonato completamente, potevo afferrarla ai fianchi, leccarle i capezzoli mentre la penetravo solo accompagnato dai suoi sospiri, ma L si sottraeva a baci e quasi alla partecipazione.
Era un lago, sospirava, ma quasi non era lì per me con la sua mente altrove sussultò un orgasmo dicendo: “scopami Marco!” .
Ma Marco non è il mio nome, è il nome del marito assente.
Compresi ed affondando ogni colpo in nome di Marco, sfilandomi al momento opportuno, le inondai la pancia “per procura”.
Mi rivestii e lascia la stanza consapevole che all’uscita avrei incrociato Marco e così fu.

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