Il Mio Mentore
by Luidilei78Visto: 1376 volte Commenti 7 Date: 13-02-2021 Lingua:
Ci eravamo scritti per settimane.
Lui era riuscito a farmi lasciar andare, a tirar fuori me…nonostante non ci fossimo mai visti, nonostante non ci fossimo mai sentiti…con lui ero io.
Da subito mi aveva messo a mio agio, non lo conoscevo ancora, eppure mi sembrava di conoscerlo da sempre.
Ci eravamo scritti la prima volta per caso sul web, poteva sembrare uno dei tanti ma da subito avevo capito che, in realtà, non lo era, così come lui aveva capito che non lo ero io.
Un giorno, dopo risate, chiacchere, audio porno, foto ose’ e racconti erotici, successe che io, sempre presa da mille impegni di lavoro, avevo bisogno di lui, avvocato.
Un pomeriggio, gli chiesi se potevo telefornarlo. Lui, stranito, accettò.
Era la nostra prima telefonata ma tutto sembrava “normale”, due vecchi amici che al telefono parlavano di cose di lavoro.
Mi invitò nel suo studio.
Per burocrazia ebbi bisogno di portare con me mia sorella.
Ero emozionata, agitata ma sapevo che non poteva accadere nulla.
Il suo studio, la formalità del momento, mia sorella…
Arrivò presto quel pomeriggio.
Ero bellissima ma ero me stessa senza ostentazioni.
Nei miei jeans stretti, nei miei tronchetti con il tacco, nel mio giubbotto di pelle attillato, nella mia sciarpa maculata.
Mi accolse, ci guardammo.
Fu uno sguardo profondo e di intesa.
In quel momento razionalizzai che era lui : quello delle foto, delle dediche, delle chiacchierate, delle risate, delle porcate a distanza.
Ed era con lui che volevo cornificare mio marito.
Sarebbe stato un mentore eccezionale il mio avvocato preferito, come lo chiamavo io.
Scrissi a mio marito
è lui
Rispose con un emoji sorridente.
Avevo la sua approvazione ed era quello che in quel momento più contava per me.
Passò una mezz’ora. Si alzò più volte ed io con malizia gli guardai lì…
Era una calamita, non riuscivo a non guardargli il cazzo.
L’incontro professionale finì ma, prima di uscire, con disinvoltura chiamo’ la segretaria che a sua volta invito’ mia sorella a seguirla per firmare dei documenti.
Non mi accorsi del momento di confusione : chi entrava, chi usciva, so solo che ero seduta sulla poltrona, gambe accavallate e d’improvviso sentii una mano calda scivolare in mezzo alle mie gambe.
“Finalmente soli” sussurrò nel mio orecchio.
Un brivido mi passò la schiena.
“chiama lui” mi disse “avvisalo” Aggiunse.
Insomma, sapeva cosa fare e come farlo.Ancora una volta mi rassicurava con il benestare del mio uomo.
Chiamai mio marito che si entusiasmo’.
Fu tutto veloce, nella mia mente è nitido il ricordo: “ io che mi alzo e parlo al telefono, lui che si appoggia alla scrivania e tira fuori il suo grandioso cazzo.
Mi giro, lo vedo con i pantaloni abbassati.
Mi inginocchio.
Metto in bocca il suo cazzo che scende giù riempiendo la mia gola.
Lui sorride e mi dice “ma sei brava…”
io annuisco e continuo a leccare, a sentire sulla mia lingua le sue vibrazioni.
Mi alzo, mi gira.
Le mie mani sulla porta del suo studio.
Mi piega leggermente, abbassa il mio jeans.
“ecco il culo delle foto dice”
Apro le gambe.
Mi infila il cazzo e mi scopa forte.Come piace a me.
Non posso urlare, c’è gente ma posso godermela in silenzio e tanto.
5 minuti intensi, spettacolari”
Tornarono mia sorella e la segretaria.
Mi ritrovai seduta, con le gambe accavallate.Solo più sorridente.
”Ti vedo diversa” mi disse.
“Lo sono” le risposi.