Ceduta
by magicanotteVisto: 2375 volte Commenti 21 Date: 09-10-2019 Lingua:
La strada si inerpica stretta sulla collina. Forse piove, forse è freddo, forse è sereno, ma la luna non c’è e quando i fari si spengono è decisamente buio.
Ben coperta scendo per avviarmi verso l’unica costruzione che vedo.
È una trattoria tipica, un ambiente quasi romantico, dall’arredamento caldo.
Il tavolo è in una posizione comoda e da dove sono seduta posso osservare buona parte del locale.
Mio marito è seduto al mio fianco.
Spia il muoversi delle persone, forse per ordinare o forse no.
Una persona viene verso di noi: è disinvolto, fermo nel passo, dall’espressione aperta: non è il cameriere.
Saluta cordialmente, educato si presenta e chiede se può sedersi dando per scontata la nostra risposta affermativa.
L'atteggiamento di mio marito e quello del nuovo venuto non mi lasciano alcun dubbio: si conoscono.
È questione di attimi, ma sono sufficienti per capire che sono stata ceduta e che la regia della serata è passata dalle nostre mani a quelle della persona che ora è a tavola con noi.
L’età, la stanchezza, il viaggio e l’incertezza su ciò che deve accadere animano la mia tensione e non vedo l’ora che arrivi il vino per sciogliere quello che generalmente viene chiamato “imbarazzo iniziale”.
La cena è una conversazione piacevole, ma lo sguardo di mio marito vaga continuo tra un piatto e l’altro, tra la porta d’ingresso e i tavoli, tra un oggetto e un altro che arredano l’ambiente.
È inquieto: forse è pentito di avermi ceduta, forse vuole scoprire qualcosa che ancora non so.
Sembra frequentare e soffermarsi più sui tavoli di maschi che su quelli con coppie o belle donne.Non è da lui.
Curiosa potrei chiedere qualche chiarimento sul dopocena direttamente a colui che è seduto con noi e che chiamerò per convenzione Mario, ma non lo faccio come del resto fanno loro. Tutte le conversazioni portano altrove ed escludono qualsiasi indizio su ciò sarà il nostro dopocena.
In ogni caso, non mi sfugge la presenza di due tavoli di soli maschi che ogni tanto sbirciano nella nostra direzione.
Non penso abbia importanza come ci siamo arrivati, ma ora sono nella stanza.
È semplice, calda e noi tre siamo piacevolmente rilassati.
C’è anche la televisione! Un divanetto, una sedia e naturalmente il letto e il bagno con la doccia.
Finalmente Mario prende l’iniziativa e mi dice che aveva pensato di dare spazio alla sua fantasia penetrandomi dopo aver ben legate le caviglie e i polsi al letto. Continua dicendomi che il suo unico intento era puramente scenografico e funzionale al fare in modo che le mie gambe risultassero ben aperte e il mio corpo ben fermo e disteso sul letto. Confessa che ha cambiato idea mentre percorreva la strada e poco prima di entrare nella trattoria.
Ho un certo sollievo per il fatto di non essere legata. Non sopporto le costrizioni. Mentre accade tutto questo le mani di mio marito e quelle di Mario iniziano a scorrere sul mio corpo.
Mario sussurra che si dedicherà al mio piacere per il resto della serata facilitando la mia concentrazione con l’uso di una benda.
Aggiunge che si servirà di complici silenziosi e discreti per fornire dei punti di appoggio alle mie gambe e alle mie braccia nel momento in cui deciderà di penetrarmi e poi, generosamente, permetterà a mio marito imprimere nella memoria gli accadimenti.
Ormai priva del vestito, vedo la porta socchiusa, il divanetto vuoto e la sedia ancora libera mentre la tv accesa è l’unica luce rimasta nella stanza.
Poi il buio e un fruscio come di gente che entra.