STORY TITLE: Il Profumo della Casa 
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STORY

Il Profumo della Casa

by MisterFive
Viewed: 17 times Comments 0 Date: 05-08-2025 Language: Language

L'idea di Lucia era stata un lampo di audacia che aveva acceso un nuovo fuoco tra lei e Giacomo. Dopo il turbine di eccitazione che aveva seguito il racconto della giornata al mare, l'invito a Lorenzo a cena a casa loro era diventato una certezza. Giacomo aveva accettato con un misto di euforia e la solita, quasi scientifica, curiosità, nonostante sapesse che quella sera non avrebbe potuto essere spettatore.

Va bene, amore,

le aveva detto, gli occhi che brillavano di un fuoco insaziabile,

facciamo come dici tu. Organizzerò una serata con i ragazzi, calcetto e pizza. Avrai tutto il tempo che vuoi.

Sapeva che non sarebbe stato facile, che ogni secondo lontano da casa sarebbe stato un tormento, ma la prospettiva del racconto di Lucia valeva il sacrificio.
I giorni che seguirono furono un vortice di preparazione e attesa. Lucia e Giacomo passarono ore a discutere ogni dettaglio: il menù, la disposizione dei divani, persino la musica da mettere in sottofondo. Era come organizzare un evento top secret, un piano che li legava ancora di più nella complicità del loro gioco. Lucia si sentiva stranamente felice, un brio nuovo che le faceva brillare gli occhi. Si muoveva per casa con un'energia contagiosa, scegliendo con cura il vestito da indossare, immaginando la scena che si sarebbe svolta tra quelle mura che erano state testimoni solo del loro amore. Ogni piatto posato sulla tavola, ogni candela accesa, erano un piccolo atto di ribellione, una sinfonia di sfide sussurrate tra le mura che avevano sempre protetto la loro esclusività. Capiva che per Giacomo era un sacrificio enorme, un atto di fiducia che amplificava il suo senso di audacia e la sua gratitudine per l'apertura del suo compagno. Giacomo, d'altra parte, combatteva con il desiderio ardente di

vedere

. La sua mente era un cinema privato, proiettando incessantemente scenari, suoni, immagini di ciò che stava per accadere. Era un tormento dolce, un'agonia che lo spingeva al limite.

Come vorrei esserci,

mormorava a Lucia in uno dei tanti momenti di confidenza notturna, stringendola forte.

Anche solo un'ombra. Non è giusto che debba perdermi questo.

Era una lamentela giocosa, ma con un fondo di verità. Lucia lo accarezzava,

Troveremo un modo, amore. Un giorno, lo faremo.

Ed era in quei momenti che nascevano le prime, timide idee su come superare l'ostacolo della sua assenza, su come, un giorno, Giacomo avrebbe potuto partecipare, anche solo da un angolo nascosto, a quelle avventure che lei stava vivendo.
La sera arrivò con una puntualità quasi beffarda. Alle otto e trenta in punto, il campanello suonò. Lorenzo era lì, impeccabile nel suo stile disinvolto, un sorriso radioso che illuminava il pianerottolo. Lucia lo accolse sulla soglia, un vestito di seta rossa che le scivolava addosso, sensuale e provocante. Aveva cucinato un risotto di mare, il profumo inebriante che si diffondeva per la casa, un aroma di accoglienza e di qualcosa di molto più piccante. I suoi occhi verdi brillavano di una luce febbrile, un misto di nervosismo e una selvaggia eccitazione.

Ciao, Lorenzo. Benvenuto!

disse, la voce leggermente roca, le gote arrossate.
Lorenzo le sorrise, un sorriso che le arrivò dritto al cuore. Ma mentre entrava, non poté fare a meno di notare i dettagli: un quadro appeso al muro, una foto incorniciata di Lucia e Giacomo in vacanza, la coperta sul divano. Quella era la loro casa. Il gioco si era fatto più serio, più audace.

Lucia, è un piacere. Che profumo delizioso!

si complimentò, mentre i suoi occhi indugiavano sul suo décolleté. La tensione nell'aria era palpabile, un'elettricità che prometteva molto più di una semplice cena. Lucia lo condusse nel salotto, dove la tavola era apparecchiata con cura, il risotto ancora caldo nei piatti. Ma non era il cibo ad attrarli. I loro sguardi si incrociarono, una scintilla che si trasformò in un fuoco. Prima ancora di sedersi, le mani di Lorenzo si posarono sui fianchi di Lucia, attirandola a sé con una spinta decisa. Le loro labbra si incontrarono in un bacio avido, un'esplosione di desiderio represso. Il bacio di Lorenzo, così diverso, così straniero, in un ambiente così familiare, le fece tremare le ginocchia. Non era solo il desiderio, ma l'eco silenzioso di Giacomo, della loro storia, che rendeva quel bacio sulla soglia un atto di ardita profanazione. I vestiti caddero rapidamente, quasi un ostacolo superfluo, lasciati cadere senza cura sul pavimento. Sui morbidi divani del salotto, tra cuscini di velluto e la luce soffusa delle lampade, Lorenzo e Lucia si unirono per la prima volta in quella casa. I loro corpi si intrecciarono con una passione vorace, i muscoli di Lorenzo tesi e potenti, il suo fiato caldo sul collo di lei. Lucia sentiva la pelle di lui, diversa da quella di Giacomo, il suo odore, un profumo che le riempiva i sensi. L'atto fu intenso, una scarica di piacere che li lasciò senza fiato. Quando si separarono, esausti e con i corpi ancora tremanti, il risotto nei piatti era ormai freddo, completamente dimenticato. Scoppiarono a ridere, un suono liberatorio che riempiva il silenzio.

Credo che nessuno dei due abbia molta fame,

sussurrò Lucia, sistemandosi i capelli.
Ma il desiderio non si era esaurito. Un'altra ondata di lussuria li travolse.

Vieni,

disse Lucia, prendendogli la mano, i suoi occhi che lo invitavano a seguirla. Lo condusse nella camera da letto, il loro santuario, il luogo dove Lucia e Giacomo avevano condiviso innumerevoli notti di passione. Lorenzo la seguì, i suoi occhi che brillavano di un'eccitazione quasi reverenziale mentre entrava in quel luogo proibito. Sul letto matrimoniale, il letto di Giacomo e Lucia, ebbero un secondo rapporto sessuale. Questa volta, fu ancora più profondo, più intimo, quasi una profanazione sacra. Lucia si lasciò andare completamente, le sue grida di piacere che riempivano la stanza. La sensazione del lenzuolo di seta, lo stesso che ogni notte li avvolgeva, ora accarezzava la pelle di Lorenzo, e Lucia sentì un'ondata di audacia quasi folle. Quel letto, testimone del loro amore esclusivo per anni, ora vibrava di una passione proibita, e il pensiero di Giacomo, a pochi chilometri di distanza, intento nella sua serata, rendeva ogni gemito di Lucia più acuto, ogni spinta più un'affermazione di un piacere nuovo e condiviso. Le sue gambe si stringevano attorno a Lorenzo, godendo di ogni spinta, ogni tocco, ogni sospiro, fino a godere di orgasmi potenti, quasi dolorosi nella loro intensità.
Mentre Lucia esplorava queste nuove vette di piacere, Giacomo era con gli amici, ma la sua mente era lontana dal campo da calcetto. Ogni passaggio, ogni tiro, era accompagnato dal pensiero di Lucia. Si rodeva, si tormentava, immaginando ogni dettaglio di ciò che lei stava facendo in casa loro. La sua testa era una cinepresa che inquadrava il divano, il salotto, la camera da letto. Ogni risata degli amici era un contrappunto amaro alla sua angoscia eccitata.

Cosa starà facendo ora? Sarà nuda? Sarà nel nostro letto? Oh Dio, nel nostro letto...

I pensieri si susseguivano, una tortura autoimposta che lo spingeva sull'orlo del piacere e della frustrazione. Il desiderio di vedere, di essere un testimone, era un chiodo fisso che gli faceva pulsare le tempie.
A notte fonda, Giacomo tornò a casa. Non era andato dritto dalla pizzeria, ma aveva fatto una lunga passeggiata nel freddo, per calmare i nervi, per alimentare la sua immaginazione, per prepararsi al racconto. Era un misto di trepidazione ed eccitazione pura. Aprì la porta con cautela, il silenzio della casa che lo avvolse. Un odore sottile, un profumo maschile che non era il suo, fluttuava nell'aria. Trovò Lucia in camera da letto, scompigliata, i capelli arruffati, gli occhi luminosi e un sorriso beato sulle labbra. Era la donna più felice e appagata che avesse mai visto. L'odore nell'aria era inequivocabile: un misto del profumo di Lucia, del suo, e di quello di un altro uomo.
Giacomo le si avvicinò lentamente, i suoi occhi che la divoravano, come un animale che annusa la preda. Non disse una parola. Iniziò a baciarle il collo, poi scese sul petto, leccando la pelle che sapeva di sale e di un piacere appena vissuto. Le sue labbra e la sua lingua esplorarono ogni centimetro del corpo di Lucia, sentendo l'odore di Lorenzo su di lei, un profumo che lo inebriava, quasi un afrodisiaco. Leccò l'interno coscia, e si fermò, leccando la sua intimità, assaporando non solo il sapore di Lucia, ma la traccia della passione di un altro.

Eri mia,

mormorò, il suo respiro pesante,

ma eri sua. E questo mi fa impazzire.

La portò lentamente sul bordo del letto, le gambe di lei che pendevano, mentre la possedeva con una passione esplosiva, quasi furiosa. Le sue spinte erano potenti, un misto di rabbia e desiderio, un bisogno primordiale di riaffermare il suo possesso, di cancellare, o forse di assorbire, la presenza di Lorenzo. Lucia rispose con altrettanta foga, le sue grida che si mescolavano ai gemiti di Giacomo, un'orgia di suoni e sensazioni.
Lucia e Giacomo si addormentarono felici, esausti, ma completamente appagati. Il mattino dopo, la luce del sole filtrava nella stanza, rivelando i segni della notte. A colazione, tra un sorso di caffè e l'altro, Giacomo guardò Lucia, i suoi occhi che brillavano di un'idea nuova, un'idea che era nata proprio da quella notte, da quel passo oltre. Il tormento della sua assenza, il desiderio di vedere ciò che era accaduto, aveva acceso un fuoco in lui.

Lucia,

cominciò, la voce bassa, quasi un sussurro carico di promesse,

ho avuto un'illuminazione. Per il futuro, per le nostre prossime avventure... ho un'idea. Qualcosa che potrebbe renderci ancora più... vicini. E che... che mi permetterà di non perdermi più niente.


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