IL CAMBIAMENTO DI MIA MOGLIE
by cp58miVu: 1698 fois Commentaires 4 Date: 08-11-2023 Langue :
IL CAMBIAMENTO DI MIA MOGLIE
Conobbi quella che poi sarebbe diventata mia moglie nel piccolo paese in cui abitavo con i miei e dove lei si trasferì. Fu suo padre a decidere di trasferirsi dal sud per avere più possibilità di crescita e vennero al nord perché ebbe l’occasione di ritirare un negozio avviato di ferramenta che il tizio vendeva a causa dell’età e lui l’acquistò. Il fatto invece che comperarono casa in paese fu solo perché i prezzi erano più abbordabili che in città.
Rosa la loro unica figlia era la tipica bellezza mediterranea, snella e tutta curve. Ricordo quando la vidi la prima volta, rimasi incantato vedere che magnifico seno avesse, era a dir poco favoloso. E il culo? Quello era da sballo e al solo guardarla veniva voglia di saltarle addosso.
Rosa era una ragazza magnifica, di quelle che non si può non guardare quando la si incontra soprattutto per il suo modo di camminare perché facendolo mena il culo da una parte all’altra e facendolo tira scemi quanti la guardano. Se a questo ci aggiungiamo pure il seno abbiamo detto tutto. Ha due mammelle che sono una meraviglia: abbondanti e sode, lo si vede da come saltella quando cammina. Avendo il privilegio di abitarle accanto, in più occasioni ho avuto modo di vederla sul balcone in deshabillé e ho constatato che non ha nessun bisogno di usare il reggipetto perché ha due mammelle che fan venir voglia di saltarci dentro. C’è però da dire che tutto ciò non lo fa con malizia, è proprio il suo modo di fare e non si rende conto delle emozioni che suscita negli uomini.
Sapeste la fatica che ho fatto per tenerla lontano dalle grinfie di Lorenzo. Lui è il mio più caro amico fin da ragazzini, ma diversamente da me lui non ha altro hobby che la figa, sembra che viva solo per quella. Devo peró dire che è grazie a lui se per la prima volta ho fatto sesso, è stato lui a portarmi da una che si trombava e ha fatto trombare anche me e se ogni tanto mi facevo una qualche scopata lo dovevo a lui perché in paese era lui il castiga matti ed era molto apprezzato dalle mogli trascurate dai propri mariti e lui ne approfittava e se le godeva passando da un letto all’altro e farle felici.
Ce n’era alcuni che avevano subodorato qualcosa e cercavano prove per dargli una lezione, ma Lorenzo era furbo e non si è mai fatto prendere in castagna e le dicerie sono sempre rimaste tali non avendo un briciolo di prova così che lui continuava imperterrito a scoparsele.
In paese girava voce che fosse un grande amatore e per questo molto richiesto dalle mogli trascurate e io che gli sono amico posso dire che non erano voci infondate ma ne castigava parecchie proprio per questo motivo. Grazie a lui ne ho scopato qualcuna pure io, le minacciava che se non la davano anche a me non lo avrebbero più rivisto, e quelle pur di non perderlo cedevano e la davano anche a me.
Ce n’era una in particolare, la moglie del custode del cimitero, quella oltre a essere un gran figone tutta curve, aveva pure un culo che solo a guardarlo ti veniva voglia di farglielo e essendo pure molto calda e bisognosa di attenzioni Lorenzo glielo chiese ma il suo rifiuto fu netto e così continuò a soddisfarla come piaceva a lei e riempisse il vuoto che il marito le lasciava. A suo marito come ad altri piaceva passare più tempo coi suoi amici beoni in osteria che non a casa con la moglie e Lorenzo ne approfittava castigandole tutte. La moglie del custode però essendo più calda tanto da sembrare ninfomane, andava pazza per Lorenzo sia del suo cazzo che dal modo in cui la scopava, tanto che quella sera che si presentò alla sua porta con me, vedendola risentita per la mia presenza le disse che se non faceva scopare pure da me se ne sarebbe andato e non l’avrebbe più rivisto.
Il fatto che fosse rimasta ammutolita nel sentirgli dire quelle cose indusse Lorenzo a pensare che non volesse e si voltò per andarsene quando lei gli mise una mano sulla spalla e lo fermò dicendoci di entrare perché per lei Lorenzo era diventata la sua droga e da quella volta più sere si ripeté che io andassi con lui.
Il fatto che lei ne fosse succube non l’autorizzava però a trattarla come una puttana, ci restavo male io figuriamoci lei. Ma con passare delle volte capii che era quello che lei voleva e che godeva a essere additata come una sporca puttana succhiacazzi e lui l’apostrofava in quel modo perché aveva capito di eccitarla ancora di più.
Era Lorenzo dipendente quando una sera appena entrati le disse che quella sera avrebbe dovuto darmi il culo, neanche a me l’aveva detto e rimasi pure io basito a quelle parole e capii al volo dove volesse arrivare. Essendo io l’esatto opposto di lui che oltre a essere molto duraturo aveva pure un cazzo di notevoli dimensioni al contrario di me, aveva deciso che prima di farle il culo lui e farle sentire dolore avrebbe dovuto prima farlo con me in modo che la preparassi a lui e una sera parlando con Rosa le raccontai tutto e le dissi delle marachelle fatte assieme a lui in gioventù.
Oh signore disse lei sorpresa di sentire sta’ roba, ma davvero Lorenzo era così.
Oh sì risposi io, te lo posso giurare. Per quanto riguarda le dimensioni hai presente il mio? Bene, il suo è esattamente il doppio sia in lunghezza che in larghezza. Anzi in larghezza lo è molto di più. É per questo che ne quelle ne andavano matte e la moglie del custode aveva il terrore che glielo mettesse nel culo, fu per questo che le disse che doveva prima farlo con me. Immagina lo sgomento di quella poveretta quando seppe che voleva farle il culo, non l’aveva mai fatto neanche col marito che a suo dire l’aveva come il mio figuriamoci farlo con lui che aveva sotto un cazzo da paura.
Sì va beh ma quante stori. Anch’io non l’avevo mai fatto e non per questo non ho voluto provare, ho provato anche il vibratore che è molto più grosso del tuo e non ho avuto problemi: forse perché a me piace farlo da dietro.
Sì ma lei non l’aveva mai fatto, tu parli così perché quando hai preso quello di gomma era da una ita che lo prendevi nel culo, era abituata, lei no e lui la spaventava. L’avessi avuto io come il suo anche tu ci avresti pensato due volte prima di farlo, e comunque per convincerlo a non farlo si mise a piangere nella speranza che lui desistesse, ma quello fu irremovibile, era troppa la voglia d’incularla perché andava matto per quel culo.
Che bastardo però disse Rosa.
E sì dissi, ricordo come fosse oggi il modo in cui lei mi guardò quando si mise a pecora perché la inculassi, era rassegnata e forse contenta che fossi io a metterglielo e non lui, per le meno avrebbe sentito meno dolore che non con lui, e se anche l’avevamo preparata e cosparsa di vaselina, quando iniziai a spingere fece un urlo di paura ma si calmò subito non appena capì di averlo dentro tutto fino a che poco dopo iniziò a piacerle pregando che la inculassi forte, ma io dall’eccitazione non resistetti e le sborrai in culo.
Il bello era che lei era convinta che il peggio fosse passato e che una volta preso non dovesse più sentire dolore, non immaginava minimamente cosa l’aspettava. Seppur le fossi venuto dentro e grazie a quello ora ancora più lubrificata, quando Lorenzo glielo puntò contro e sentì l’ano aprirsi in modo diverso da come gliel’avevo aperto io, dalla paura gli mise la mano sul ventre pregandolo di non farlo, ma lui che non vedeva l’ora di farle il culo non smise finché non glielo sbatté dentro fino ai coglioni facendola gridare di paura e di dolore e tenendola saldamente per i fianchi iniziò a incularla che era un piacere. Ci volle poco però perché lei si adattasse e poco dopo inizio a godere sotto u suoi colpi addirittura arrivando a incitarlo a spingere forte e a romperle il culo. Non ricordo neanche le volte che la sentii venire, era un continuo godere e sembrava che quell’inculata non dovesse più finire. Ricordo che la fece mettere su un fianco, le sollevò la gamba e in piedi giù dal letto incominciò a montarla che sembrava volesse sfondarle lo stomaco da quanto le spingeva il cazzo a fondo con spinte tanto possenti con lei che gridava a quel piacere fino ad allora mai provato. Sai che da quella sera non poté più farne a meno? Da quella sera era lei a chiedergli che la inculasse, non ne poteva più fare a meno perché aveva scoperto quanto le piaceva sentirselo nelle viscere.
Madonna che esagerato, addirittura nelle viscere disse lei con la voce resa roca dall’eccitazione.
Devi credermi Rosa dissi contento d’essere riuscito a coinvolgerla eccitandomi a mia volta sapendo che si era eccitata a pensare al grosso cazzo di lui e questo mi mandava in visibilio: se lo vedessi ti renderesti conto, ha un cazzo magnifico perfino più grosso di quello che usiamo noi, ti piacerebbe un sacco e guardandola mi immaginai che lo stesse guardando con gli occhi dell’immaginazione e mi eccitai al punto che sentii il cazzo indolenzito nelle mutande.
Quando mi fidanzai con Rosa pregai Lorenzo di non fare lo stronzo e di non provarci con lei perché oltre che fidanzati ne ero innamorato e mi rispose che seppur a malincuore mai e poi mai mi avrebbe fatto un tale sgarbo e mi augurò una lunga e felice vita con lei.
Quante volte nel tempo mi sono chiesto perché avesse scelto me a lui e mi dicevo che forse erano stati i suoi a invogliarla a scegliere me perché a differenza di Lorenzo che faceva solo lavori saltuari, io lavoravo presso uno studio notarile in città e già allora guadagnavo più che bene, e si sa, i genitori specialmente quelli del sud danno molta importanza a questo ed è stata convinta che con me avrebbe avuto una vita migliore e così avvenne perché qualche tempo dopo tramite un cliente dello studio nel quale lavoravo trovai lavoro anche a lei che fu assunta nella sede dell’Inps in città e questo ci convinse a sposarci e mettere su famiglia.
Il fatto che lei prima d’allora non sapesse come fosse fatto un uomo mi rese più sicuro nei suoi confronti, non dovevo giustificare a lei le mie dimensioni non certo eccelse e non toccammo mai questo tasto. Nonostante l’avessi conosciuta che aveva solo vent’anni, fu con me che scoprì i primi piaceri del sesso e presto capii quanto ne fosse portata perché era ingorda di scoprirne ogni suo anfratto e non aveva nessuna remora a provare cose nuove che le chiedevo, cose che se non ero io a chiederle lo faceva lei e ogni mia richiesta veniva assecondata con la curiosità di provare cose nuova, non si tiró indietro neanche quando per vedere cosa ne pensasse le chiesi di voler provare a metterglielo nel culo e lei senza neanche pensarci mi disse che anche lei voleva provare e da allora è diventa una pratica che spesso facciamo, il più delle volte è lei che mentre mi sta sopra se lo sfila dalla figa e se lo mette nel culo con grande piacere di entrambi. Per me oltre a essermi moglie è come se avessi accanto un’amante. Il più delle volte è lei che mi chiama dalla camera perché vuole che le spenga la voglia di godere che ultimamente sembra sempre più crescere tanto che da un po’ faccio fatica a starle dietro.
Una sera dopo avermi letteralmente spompato disse di averne ancora voglia, e vistomi in difficoltà mi disse che a una sua collega il marito per questo le aveva regalato un toy realistico e che da quando lo usano nei loro giochi lei è felicemente appagata: non è il caso che ne comperi uno anche tu?
Per accontentarla, anche perché la cosa stimolava anche me lo acquistai. Dovetti prenderne alcuni prima che trovasse quello che preferiva perché i primi due erano un po’ somiglianti al mio perché non volevo che facesse le differenze perché come un idiota pensavo che lei avendo avuto a che fare solo con me credevo non sapesse che ce n’era in giro di ben più grossi, non avevo tenuto conto che tra colleghe si parlasse anche di sesso perché fu lei a dirmi di prenderne uno più grosso ed era stata la collega a dirle che era stata in un sexy shop col marito e ve n0erano di tutte le misure: addirittura ce n0era di enormi e dovetti accontentarla facendola felice.
Da lì in poi il suo modo di fare cambio così repentinamente che sembrava un’altra. Iniziò a vestire in modo libertino e questo inizio a coinvolgere anche me e iniziai che fosse bello il fatto che altri vedendola la desiderassero perché voleva dire che avevo una bella moglie, e quando le chiesi del perché vestisse a quel modo mi rispose che si era adeguata a vestire come vestivano le sue colleghe e altre che vedeva in metropolitana. Però più il tempo passava e più la cosa mi prendeva tanto che iniziai a essere io a suggerire cosa indossare, ma il più delle volte mi diceva che ero matto e che vestita come volevo io l’avrebbero scambiata per una battona: ed era vero. Perché l’avrei voluta vedere con indosso le minigonne cortissime che metteva quando insieme si andava o al lago o a una gita fuori porta, allora le indossava perché è un’esibizionista tanto che una volta in macchina toccandola la sentivo bagnata d’eccitazione e questo mi lasciava pensare che pure in metropolitana con quelle gonnelline avrebbe avuto tutti gli sguardi su di sé e questo mi elettrizzava e mi chiedevo sempre più spesso perché avesse scelto me anziché Lorenzo, in fondo era lui il più bello tra i due e questo mi indusse a pensare che avesse scelto lui non avrebbe avuto bisogno di un cazzo finto e ora, superata la soglia dei quarant’anni mi ritrovavo a pensare che non era giusto che una donna come lei dovesse godere con un cazzo finto ma che sarebbe stato più che giusto provare l’esperienza di essere presa da un vero stallone e farsi montare da un vero cazzo, non come il mio e mi vergognai di essere stato tanto egoista nei suoi confronti pensando solo alle mie voglie.
Mi accorsi però che ogni volta che avevo quei pensieri di lei che lo faceva con un altro ogni volta il cazzo mi veniva duro tanto che iniziai a pensare che non sarebbe stato poi male se lei l’avesse fatto giusto perché capisse cosa prova una donna a farsi montare da un vero stallone con un cazzo di tutto rispetto e provasse la differenza, quella differenza che io non ero in grado di darle se non con il cazzo di gomma. Più passava il tempo e più quest’idea si faceva strada nella mente e invece di vergognarmene come farebbe chiunque altro al mio posto, io mi eccitavo al punto che se in ufficio la immaginavo a gambe aperte pronta a farsi montare dal grosso cazzo di uno sconosciuto che la soddisfava come io non ero in grado di fare, dovevo correre a chiudermi in bagno e segarmi per dar sfogo alla mia libidine e darmi sollievo e a mettere ulteriore benzina sul fuoco ci pensò lei.
Come dicevo, all’inizio i suoi modi di fare m’indisponevano, mi dava fastidio che altri pensassero che agisse così perché insoddisfatta sessualmente o che fosse una donna facile e un giorno finito di cenare affrontai l’argomento con lei e le chiesi se vestisse in quel modo per farsi ammirare o cosa e mi rispose che era una sfida tra colleghe con le quali una volta in ufficio si raccontavano dei vari tipi che in metropolitana ci provavano e ridevano raccontando di averli magari fatti pure eccitare.
Ma a te non frega niente di cosa posso pensare di te? Dissi curioso.
No, non mi frega assolutamente niente rispose. Vedessi certe, sembrano delle santarelline e poi quando qualcuno glielo appoggia sul culo fanno finta di niente e stanno lì a farselo strusciare contro fino a che scendono.
Ah feci io, e a te non è mai successo?
Hee fece lei, come no, ma solo quando sto in piedi perché non trovo posto perché mi diverte quando seduta mi accorgo che qualcuno di fronte mi guarda tra le cosce e se l’occasione lo permette mi diverte aprirle un pochino e vedere quanta eccitazione trasmetto a quel poveretto che sicuramente va via con la visione stampata nella mente. Quando invece non trovo da sedere, faccio anch’io come le colleghe e quando la carrozza si riempie sempre più a ogni fermata e mi sento stretta tra la gente come una sardina in scatola, c’è sempre qualcuno che con la scusa della ressa ti si appiccica addosso e poco dopo inizio a sentirlo crescere sul culo perché col movimento della carrozza gli viene facile muoversi e strusciarsi contro e a quel punto mi giro e lo guardo male: vedessi le loro facce, diventano rossi che possa inveirgli contro e se ne restano l’i buoni come cani bastonati.
Ah! Dissi, non sapevo che fossi così maiala. E non c’è mai stato qualcuno in particolare che ricordi più di altri.
Eeh rispose. Quella volta fu incredibile disse, non l’ho mai detto neanche alle colleghe sennò chissà cos’avrebbero pensato.
Addirittura dissi curioso di sentire.
Una volta c’è stato uno che mentre si era tutti attaccati l’uno all’altro, ha preso a palparmi il culo in maniera decisa ed era strano perché era la prima volta che mi capitava, di solito si limitavano ad appoggiarsi, questo invece palpava a piene mani.
E tu l’hai lasciato fare?
Ma sì, volevo proprio vedere dove arrivava e in ogni caso non avrei potuto fare altro: ero bloccata tra la gente.
Vabbè e allora? Chiesi mentre il cazzo prendeva vita.
Eh, per quello non doveva essere la prima volta perché era bravo e ci sapeva fare: eccome se sapeva farci cazzo! Per me che era la prima volta che mi capitava devo dire che è stata un’esperienza piacevole tanto non se ne poteva accorgere nessuno e l’ho lasciato fare perché mi piaceva. Solo che poi ho sentito qualcosa sfregarmi il dorso della mano, l’ho toccato con le dita e mi sono resa conto di avere in mano un cazzo: e che cazzo. Facendomi forte che nessuno poteva accorgersene data la ressa, non mi son mossa e quello approfittando del moto ondulatorio della carrozza si è messo a muoversi come se volesse che gli facessi una sega e visto che io l’avevo mollato sai cos’ha fatto? Mi ha sollevato un po’ la gonna e me l’ha messo in mezzo alle cosce che io dalla sorpresa ho chiuso e facendolo l’ho intrappolato in mezzo.
Al ché, vedendo la mia espressione stupita, se ne venne fuori così: E vabbè, non è mica morto nessuno no? Più che altro ero curiosa di capire come fosse riuscito a mettermelo tra le gambe, doveva avere un bell’affare per riuscirci da dietro.
Ma non gliel’avevi già preso in mano, non ti rei accorta ci come l’avesse?
No perché gliel’avevo solo stretto un attimo in mano e basta, ma ora che l’avevo stretto tra le cosce sentivo quanto fosse lungo e grosso: mi sono perfino bagnata quando ha preso a farlo scorrere.
Era tanta l’eccitazione che tirai fuori il cazzo e mostrandoglielo le chiesi di farmi vedere quanto fosse più grosso del mio.
Eh amore non ha niente a che vedere questo col suo. Lo prese in mano e allargando le dita simulò la circonferenza dell’altro e mi parve che esagerasse, poi col palmo aperto simulò la lunghezza e anche per quella pensai che avesse esagerato: Mm… e quindi t’he piaciuto?
Beh insomma! Non è che capiti ogni giorno una cosa così, e quasi mi è spiaciuto quando è arrivata la mia fermata e ho dovuto scendere: chissà se quando me ne sono andata ha fatto in tempo a rimetterselo dentro disse ridendo.
E quindi non l’hai detto a nessuna delle tue colleghe?
Ma sei matto! Come minimo mi avrebbero dato della troia per una cosa così.
CAZZO! Risposi facendo finta di essere contrariato, ti sei tenuta tra le cosce il cazzo di uno sconosciuto, cos’altro sei se non una troia!
Se io sono una troia allora tu sei un aspirante cornuto visto come ti sei eccitato: ma guardati, non stai nella pelle da quanto ti tira disse prendendomelo in mano, di la verità che ti eccita sapere che sono un po’ troia.
Detto questo si piegò e si cacciò il cazzo in bocca fino quasi a ingoiarlo. Non resistetti che qualche secondo a quella bocca avida che presi a spruzzare sperma con una pressione da sembrare la manichetta dei pompieri tanta fu la violenza degli schizzi.
Lo vedi? Disse lei dopo aver ingoiato come di solito faceva. Non fare tanto il puritano, sei venuto perché sei un porco e vorresti cheti facessi le corna perché ti eccita sentirti cornuto: non dire di no.
Sentirmi dare del cornuto mi provocò come una scossa di piacere, e se non le fossi appena venuto in bocca credo che sentirle dire quelle parole avrei sborrato anche senza che lo toccasse.
Mi lesse in viso ciò che stavo pensando e rise, mi guardò il cazzo e vedendo un residuo fuoriuscito, si abbassò e lo ripulì con la lingua, ingoiò nuovamente il cazzo e dopo avermelo succhiato e spremuto ancora si alzò e sculettando se ne andò in cucina lasciandomi li come un pirla.
Ti capirei dissi alzando la voce perché mi sentisse, mi sistemai e la seguii.
Dico davvero, ti capirei se ti venisse voglia di provare, non te ne farei una colpa a patto che tu non mi tenga allo scuro però! Sei una bella donna ed è giusto che tu prova cosa significa farlo con un uomo più dotato, ora che sei ancora giovane e bella non ti sarà difficile trovarne uno che ti piaccia e lo dissi con la voce arroccata dal desiderio contento di averglielo finalmente detto e lei voltandosi a guardarmi seria mi chiese se davvero stessi dicendo sul serio.
Dalla paura che s’incazzasse le dissi che non era perché non l’amavo anzi, gliel’avevo detto proprio perché l’amavo così tanto che sarei stato felice che provasse quelle emozioni che io non ero in grado di darle e non l’avrei biasimata se volesse provarle con qualcuno che le piaceva e che fosse una persona che sapesse tenere la bocca chiusa.
Wahu fece lei. Ma lo vedi che sei proprio un porco disse sorridendo, che lo eri lo sapevo, ma da qui a voler vedere la propria moglie scopare con un altro e farti cornuto ce ne corre. Credi che non mi sia accorta di come ti ecciti quando giochiamo col toy e tu arrapato mi dici quanto sarebbe bello se invece di quello fosse un cazzo vero a farmi godere, credi che non senta il modo in cui lo dici con quella voce arroccata dal piacere? Anche adesso appena hai saputo della metropolitana ti si è subito indurito il cazzetto, perché a ti piace che lo chiami così non è vero, me ne sono accorta da un bel po’ che ti piace quando ti sottometto. Vuoi vedere che se anche sei appena venuto te lo faccio di nuovo venir duro? Dai, abbassati i pantaloni e tiralo fuori disse intono perentorio.
Tirai giù pantaloni e mutande e mi sedetti sulla sedia con lei in piedi di fronte a me appoggiata alla consolle della cucina.
Vuoi sapere perché ho lasciato che me lo mettesse tra le cosce? Disse guardandomi dritto negli occhi con lo sguardo di sfida. Ho lasciato che lo facesse perché volevo provare a sentire cosa si prova ad avere un cazzo del genere tra le gambe e ti dico che mi è piaciuto di brutto sentirmelo scorrere sulle labbra, mi sono così bagnata che sicuramente devo avergli bagnato il cazzo pure a lui. Lo vedi? Disse poi guardandomi, lo vedi che ce l’hai di nuovo duro? Non c’è niente da fare, appena senti che faccio qualcosa di sconveniente con qualcun altro tu ti ecciti e mi fai un po’ pena disse inginocchiandosi e sorridendo proseguì dicendo che ci avrebbe pensato la sua padroncina a farlo sbrodolare di nuovo e se ficcó di nuovo in bocca facendomi venire un’altra volta sfinendomi.
Poi come da sua abitudine una volta finito di ripulirmi succhiandomi anche i residui, si alzò e mi cacciò la lingua in bocca come usava fare ogni volta che finivo di sborrare perché diceva che era un gesto d’amore era il sugello al pompino appena fatto.
Il fatto era che se anche l’avessi convinta a farlo, dove lo trovavo uno che le andasse bene e che fosse ben dotato, mica potevo andare in giro a chiedere a ognuno come l’avesse no? Tirai le somme e mi dissi che sarebbe stato ben difficile trovare il tipo adatto e l’occasione si presentò inaspettata la domenica alla festa del paese dove ogni anno in occasione della festa del patrono andavamo a curiosare tra le bancarelle e vedere le merci ognuna esponeva approfittando per salutare amici e conoscenti che altrimenti non avremmo veduto e fu proprio tra questi che lo vidi.
Mentre Rosa era presa a guardare una bancarella di braccialettini artigianali, guardandomi in giro riconobbi il viso a me caro che da anni non vedevo ma lo riconobbi: era proprio Lorenzo. Non credendo ai miei occhi presi Rosa per mano e quasi me la tirai dietro mentre mi dirigevo verso lui che trasalì quando ci vide, non immaginava di trovarci perché aveva saputo che ci eravamo trasferiti in città e superata la sorpresa del momento scattammo entrambi in un abbraccio spontaneo e fu bellissimo ritrovarsi dopo tutto quel tempo e poter parlare di noi e del tempo perduto. Fu così che venimmo a sapere che lui da tempo viveva in Germania dove aveva messo su famiglia e era diventato padre di due splendide bimbe mentre noi per nostra sfortuna non ne avevamo non per nostra scelta.
Ci stava spiegando che il suo ritorno era dovuto al fatto che a causa della morte del padre, avendo ereditato la casa di famiglia era venuto per farla ristrutturare e che sarebbe ripartito una volta preso accordi con l’architetto che avrebbe seguito i lavori. Mentre parlava Rosa lo guardava intensamente e questo mi fece pensare che lo facesse a causa di quello che le avevo raccontato di lui e di quanto fosse maschio, e ora sapendo che anche a lei non dispiaceva pensare e sentirli poggiati sul culo nei vagoni della metropolitana, pensai che magari un pensierino lo stesse facendo. Se a questo aggiungiamo che pure lui se m’era accorto e pure lui non le toglieva gli occhi di dosso ma che con gli occhi scrutava immancabilmente la scollatura che Rosa aveva e in cui si vedeva l’abbondante fessura tra i seni che come al solito lei sfoggiava generosamente mi fece pensare che tra loro potesse esserci dell’alchimia.
Da quel momento il pensiero che Lorenzo si scopasse mia moglie divenne irrefrenabile, e da qui a invitarlo a casa a pranzo il giorno dopo che era domenica fu una cosa che avvenne in automatico e lui fu lieto di accettare.
Una volta soli durante il ritorno verso casa dissi a Rosa che eravamo stati fortunati a incontrare Lorenzo e che forse era stato il fato a farci incontrare perché avrebbe potuto essere lui la persona fidata di cui avevamo parlato perché oltre a esserci amico, sapevo bene quanto fosse bravo a letto e in gamba nel far godere una donna, tra l’altro era un bene anche che poi sarebbe ripartito e nessuno mai lo sarebbe venuto a sapere.
Mi guardò senza proferire parola e per evitare che fraintendessi scosse il capo come a dire che ero matto. Ma sapevo bene che non era ciò che pensava, mica poteva dirmi su due piedi che da lui sì che si sarebbe fatta montare perché anche a lei piaceva Lorenzo, le era sempre piaciuto e arrapato a quel pensiero continuai.
Chissà quante volte ti farebbe venire, quello non è come me, lui con una scopata sola di disfa. Posso dirlo perché l’ho visto all’opera e so che ti farebbe morire.
Tu sei tutto scemo! Ma ti rendi conto di quello che dici o no! L’hai appena visto che ti vengono pensieri sconci, e poi, come fai a sapere che possa piacergli: ora a famiglia e forse non è più il Lorenzo che conoscevi.
Cosa? Ma non hai visto come ti guardava le tette, avesse potuto ci si sarebbe tuffato dentro, altro che balle. Di la verità dissi cercando di metterle una mano tra le cosce che lei prontamente chiuse, sei già bagnata eh?
Sei proprio uno stronzo rispose arrossendo e questo mi confermò che avevo colto nel segno.
Sapendo quanto fosse esibizionista scommisi tra me e me che sicuramente in nell’occasione del pranzo si sarebbe vestita in modo da mostrarsi e fantasticando su questo il cazzo mi venne duro. Invece sbagliai su tutto. Non mise nulla di cui pensavo avesse indossato per l’occasione perché finito di farsi la doccia la vidi uscire dalla camera con su l’abito che solitamente usa per casa, di quelli a tutto bottoni sul davanti che solitamente tiene abbottonato solo centralmente lasciandolo slacciato abbondantemente sia sopra che sotto perché dice che così si sente più libera.
Nonostante non avesse indossato niente di elegante, ero felice che si fosse messa quello perché così metteva meglio in mostra il seno tenuto libero come al solito e le gambe scoperte fino a metà coscia che coi bottoni slacciati già camminando non avrebbe potuto nascondere nulla alla nostra vista, neanche il perizoma: e meno male che quel giorno l’aveva messo visto che solitamente in casa non lo portava.
Con quel vestito lo farai morire dissi per sentire cos’avesse in mente.
Ma smettila, ho messo questo proprio perché non me ne frega niente del tuo amico. È per questo che mi sono messa sto straccio proprio per evitare che gli vengano strane idee e a te pure.
Ma lo disse girandomi le spalle per evitare che le leggessi in viso la bugia che aveva detto.
Sarà risposi, ma se lo fai tirare a me solo a vederti figuriamoci a lui.
Uffa dai, smettila di fare lo scemo disse sculettando felice mentre se ne tornava in cucina. Straripava dalla voglia di mostrarsi a lui e non vedeva l’ora che arrivasse per vedere la sua reazione nel vedere quanto fosse troia e questo lo sapevamo entrambi sia lei che io.
L’aiutai a finire di apparecchiare la tavola intanto che lei preparava qualcosina da sgranocchiare con l’aperitivo e a ogni suo movimento dava l’impressione che le stesse per uscire un seno e un attimo dopo lo sguardo veniva catturato dalla vista delle sue natiche ogni volta che si piegava: era una vera bomba sexy e Lorenzo sarebbe diventato matto quella sera. Si accorse che la guardavo e sorrise chiedendomi cos’avessi da guardare e le risposi che era una donna magnifica e che meritava di più ehe sarei stato felice se avesse dato una chance a Lorenzo perché ci avrebbe guadagnato lei, e lo dissi tutto d’un fiato perché altrimenti non ne avrei avuto il coraggio.
A già rispose, dimenticavo che eravate due compagni di merenda, due porci fatti e finiti: cos’è, vorresti rivivere quei momenti con me come avete fatto con quella poveretta della custode? A proposito, ma era vero che quelle donne andavano matte per lui?
Te lo giuro risposi, non vedo perché ti avrei mentito.
Ma, col tempo tutto cambia e ora che è sposato può darsi che non sia più quello di un tempo: ora ha famiglia.
Beh è vero risposi provocandola, tra poco lo scopriremo. E lei mi guardò in modo strano con uno sguardo che non seppi decifrare.
Il fatto che avesse tirato in ballo la moglie del custode stava a significare che quel ricordo non l’abbandonava, chissà cosa le girava per la testa, anche il fatto che mi avesse chiesto se era vero che fosse ricercato dalle donne mi indusse a pensare quanto fosse forte la curiosità che aveva per lui e forse il mio desiderio di vederla cedere a lui forse si sarebbe avverato e l’eccitazione crebbe all’istante al solo pensarlo.
Si presentò all’orario prestabilito e quando andai ad aprire la porta vidi lui con un bel mazzo di fiori per lei e una bottiglia di Ferrari, chiusi la porta e Rosa gli venne incontro per salutarlo. Appena la vide il suo sguardo si calamitò sul seno o sguardo di lui era calamitato dal seno di lei che era la scollatura del seno, le baciò le guance e la squadrò da capo a piedi e le fece i complimenti per la sua bellezza facendola sorridere imbarazzata.
Lo ringraziò per i fiori che prese e portò in cucina per cercare un vaso dove metterli e allontanandosi se ne andò sculettando e Lorenzo mi guardò sbalordito per averla trovata “vestita” in quel modo.
Sì non farci caso dissi, solitamente gira per casa in mutande, meno male che oggi s’è vestita dissi ridendo.
Con Lorenzo contento di tutto ciò ci sedemmo sul divano dove poco dopo arrivò Rosa con gli aperitivi e piegandosi per appoggiare il vassoio sul tavolinetto di fronte a noi quasi le uscì il seno, avrei tanto voluto che accadesse, chissà che bello sarebbe stato.
Ma che succede disse lui a bassa voce non appena lei si allontanò, cos’è sta’ storia!
Ah ah ah ah feci io rispondendo a mia volta a bassa voce: sai lei è un po’ esibizionista, le piace attirare gli sguardi, e siccome le ho detto di quello che combinavamo in paese da giovani avrà pensato bene di provocarti forse per vedere se sei attratto da lei oppure col tempo e la famiglia sei cambiato e risi.
Ah! Fece lui, e tu come vorresti che mi comportassi, perché sappi che io non sono cambiato affatto e tua moglie mi ha già mandato fuori giri e siccome mi conosci sai bene cosa farei.
Oh certo che lo so risposi, e non immagini quanto vorrei vedervi insieme. Devi sapere che con l’età è diventata molto più esigente e io non tengo il passo, ora è molto più calda di prima e io non riesco più a soddisfarla e ogni volta per accontentarla devo prendere il vibratore, è per questo che lo vorrei, conoscendoti so bene di cosa sei capace e sono certo che ne rimarrebbe più che soddisfatta: lo faresti per me?
Lorenzo non si stupì nel sentire quella confessione detta col cuore anche perché sapeva quanto mi piacesse fin da ragazzo guardarlo mentre scopava e da uomo vissuto qual era non fece una piega e mi chiese freddamente se volessi assistere mentre mi montava la moglie e io col cazzo duro al pensiero gli risposi di sì. Lui assentì con la testa e mi batté una mano sul ginocchio come a dirmi che ci avrebbe pensato lui ed io non ebbi dubbi sulla buona riuscita della cosa.
Rosa dopo aver messo i fiori in un vaso con l’acqua tornò da noi e si sedette sulla poltrona di fronte, prese il suo bicchiere e brindammo. Lorenzo con lo sguardo che scorreva dalla scollatura sul seno alle cosce parecchie scoperte, sorseggiava il vinello con lo sguardo da predatore con lei che accortasi di essere al centro della sua attenzione ne gioiva e muovendosi faceva in modo da mostrarsi sempre un po’ di più.
Sei stupenda disse lui mangiandosela con gli occhi, è evidente che il matrimonio ti ha fatto bene, del resto una donna come te aveva bisogno di un uomo che la facesse sentire femmina e una femmina come te è rara da trovare: complimenti a tutti e due.
Lei che di complimenti ne va matta non seppe resistere e per ringraziarlo si alzò e gli spiaccicò un bacio sulla guancia e nel farlo quasi le tette le uscirono di fuori.
Dici? Risposi ironico. Secondo me da giovane era più attraente che non ora e me lo faceva tirare non appena la vedevo. Ora invece forse a causa dell’abitudine mi rendo conto che non è più così e anche noi siamo caduti nella monotonia di coppia e me ne dispiace perché Rosa è tutt’ora una bella donna e mi spiace che non le dia più le attenzioni che meriterebbe.
Dissi questo in loro favore, a lei perché non si sentisse in pena per me e a lui per sottolineare ancora una volta il mio desiderio di vederla sedotta da lui e ci riuscii: eccome se ci riuscii.
Ah disse lei infervorita, quindi non ti stimolo più? Forse non conosci la differenza tra la donna e la lumaca: ora te la racconto. C’era una signora molto carina che da un po’ veniva trascurata dal marito, così una sera gli chiese se sapesse che differenza c’era tra una donna e una lumaca e non conoscendo la risposta il marito le chiese di dirglielo e lei lo fece dicendogli che se una donna non viene trascurata ma ha tutte le attenzioni di un uomo allora si bagna come una lumachina, se invece viene trascurata rimane asciutta e come una lumachina tira fuori le corna.
E beh fece Lorenzo, specialmente se si trascura una mogliettina come te disse, e guardandola aggiunse che le basterebbe un suo gesto per avere qualsiasi uomo ai suoi piedi, fossi in te non la trascurerei e darei molto retta alla storiella della lumaca.
Ma figurati dissi, Rosa parla e parla ma non sarebbe mai capace di fare una cosa simile, un conto è il piacere di mostrarsi e un conto è passare dalle parole ai fatti. Non farti forviare dal fatto che giri per casa mezza nuda, te l’ho detto è un po’ esibizionista ma non per questo sarebbe capace di mettermi le corna, non ne avrebbe il coraggio dissi a mo’ di provocazione ma lei non disse niente e invece si alzò sbuffando e ci disse di andare a sederci a tavola che era ora di pranzo.
Mentre gustavamo l’ottima lasagna che aveva preparato, rivolto a Lorenzo gli ricordai il casino che successe in paese quando il fornaio scoprì che la moglie andava a letto col suo lavorante e scoprendo che tutto il paese sapeva della cosa dalla vergogna fece armi e bagagli e venduto il negozio si trasferirono in un altro paese.
Se solo mi venisse il dubbio che mia moglie fosse insoddisfatta e mi facesse le corna impazzirei, preferirei trovargliene uno io piuttosto che fare la fine del fornaio e essere sulla bocca di tutti, ne troverei uno che piaccia anche a lei ma che sia uno di fiducia, non che appena uscito dal letto lo vada a spifferare a cani e porci, dev’essere una persona di fiducia che sappia tenere la bocca chiusa come facevamo noi due, si trombava a destra e a manca senza che nessuno lo venisse a sapere: ti ricordi? Dissi rivolto a lui. E sì che ne hai scopate mica poche di donne in paese, ma oltre a qualche diceria non c’era nessuna prova perché eravamo muti come pesci.
Ah rispose lei, e secondo te lo farei scegliere a te quello con cui dovrei andare assieme? Poveretto, sei proprio un poveretto. Non farci caso disse rivolta a Lorenzo, il tuo amico non sa più che pesci pigliare o forse è il vino ad avergli dato alla testa.
E perché no risposi, tu dove lo troveresti uno che ti dia la certezza che poi non lo dica a nessun altro, per lo meno io te ne troverei uno sicuro e pure un bell’uomo.
A sì? E dove lo troveresti chiese curiosa sapendo di avermi messo in difficoltà con quella domanda.
Ce l’hai qui di fronte a te dissi, con lui sì che si andrebbe sul sicuro perché oltre a essere un bell’uomo è una persona sana e di fiducia e con lui saremmo in buone mani perché nessuno mai lo verrebbe a sapere e inoltre come fa l’amore lui ce ne pochi. E lo dissi tutto d’un fiato perché altrimenti non sarei stato capace di dirlo e sorrisi a tutto denti.
Caspita ne sarei felice rispose subito lui. Sarebbe un regalo oltre che un onore far felice una donna come Rosa e ti ringrazio per la fiducia disse sorridendo a mia moglie che lo aveva ascoltato senza perdersi una sillaba e intervenne a sua volta: lasciami una tua mail disse, che nel caso decidessi ti mando un messaggio.
Fosse vero prenderei il primo volo rispose seriamente lui e a quelle parole lei arrossì e io scoppiai a ridere per stemperare quel momento di defaiance di Rosa.
Pensa che bello ripresi rivolto a lui, sarebbe come tornare indietro nel tempo e rivivere quei bei momenti di trastullamenti.
Ah, quindi avresti già deciso, hai già pensato a tutto vero! Ma sono sicura che rimarresti di stucco se accettassi a giacere con lui, vorrei proprio vedere allora cosa faresti. Sappi mio caro che anche noi donne non siamo molto diverse da voi, anche a noi può capitare di stufarci della stessa minestra che ti credi!
Nel sentire quelle parole rimasi basito, colpito e affondato! Un conto era che fossi io a dirle di farlo, un altro che fosse lei.
Una risposta così non me l’aspettavo e arrivò come un fulmine a ciel sereno e questa la diceva lunga tanto che il cuore iniziò a battermi a mille e per far vedere che avevo accusato il colpo alzai le braccia in segno di resa.
La strada era stata spianata, non avrei mai immaginato che fosse stato così semplice e la voglia di saperla con lui era così forte che le parole successive mi uscirono spontanee e col cazzo indolenzito da quanto mi tirava continuai, non me ne fregava un cazzo di cosa potesse pensare di me, era giunto il momento che sapesse quanto desiderassi che Lorenzo la scopasse, in fondo si sarebbe trattato di solo di sesso, e lei di quello ne andava matta. Ad ogni modo sarà stato per il discorso intavolato, ma lei sembrava più propensa di prima a mostrare le proprie grazie e con ogni scusa ne coglieva l’occasione: non ci fossi stato Lorenzo le sarebbe già saltato addosso e continuai nel dire quanto fosse abile con le donne e la capacità che aveva di entrare nel loro letto e per questo tornai a parlare della moglie del custode e di come il marito la trascurava a favore dell’osteria.
Quella ancora oggi starà pensando a te dissi ridendo. Dopo quello che le hai combinato come potrebbe dimenticarti dissi rivolgendomi a lui sapendo di aver suscitato la curiosità di Rosa e continuai ringraziandolo per averla fatta scopare anche a me.
E non solo rispose lui.
Vero! Riposi. Ma quella pur di non perderti si sarebbe fatta scopare anche da un plotone, doveva essere una ninfomane altrimenti non avrebbe accettato di farsi scopare pure da me anche se poi voleva sempre che fossi io il primo a scoparla ricordi?
E perché voleva che fossi tu? Chiese lei incuriosita.
Beh, perché purtroppo io non duravo molto e con me non riusciva a godere, così ogni volta faceva scopare prima me e poi era libera di farsi chiavare per ore da lui: ti ricordi come godeva quella troia no? E come gridava, gridava come una scrofa allo scannatoio da quanto godeva, meno male che abitava fuori mano sennò l’avrebbero sentita tutti. E quando le dicesti che quella sera doveva darmi il culo, ricordi la sua faccia?
Perché? Non voleva? Chiese lei curiosa.
No perché non l’aveva mai fatto neanche col marito, quel cornuto. Ma si può con una moglie con un culo così non provarci neanche, doveva proprio essere un coglione. Amore aveva un culo come il tuo, come si fa a non desiderarlo. C’era Lorenzo che non vedeva l’ora, è sempre andato matto per quel genere di culi, erano la sua passione.
Lo sono pure adesso se è per quello. Rispose lui.
Ma tornando a quella ripresi io, il fatto che non l’avesse mai fatto e che lui fosse così dotato le metteva addosso una paura pazzesca per il male che avrebbe sentito e così a Lorenzo venne l’idea che dovessi essere io il primo a farglielo per prepararla a lui e se lei non avesse accettato le disse che se ne sarebbe andato e non l’avrebbe più rivisto.
La convinse a farlo con me perché col mio di dolore non ne avrebbe sentito e non aveva scuse per rifiutarsi assicurandole che anzi le sarebbe piaciuto.
Che bastardi disse Rosa: e lei che fece.
E lei per paura di perderlo scoppiò a piangere un po’ per vedere se riusciva a intenerirlo e un po’ per la paura di perderlo. Poi visto che non riusciva a smuoverlo, guardò il mio cazzo e accettò a una condizione, qualora avesse sentito troppo male avrei dovuto fermarmi e io le promisi che l’avrei fatto.
Ma che razza di bastardi tornò a dire incredula mia moglie.
Sì però poi fu contenta d’averlo fatto risposi.
Contenta dopo averlo fatto con te o pure con lui chiese curiosa.
Con lui era stato diverso ma alla fine è rimasta contenta di averlo fatto.
Oh signur fece lei. Quante storie per prenderlo da dietro. Sarai stato felice di essertela fatta pure tu alla fine eh? Disse lei a Lorenzo che assentì col capo facendomi segno di continuare.
Sì però per lei fu un vero trauma, anche se la preparammo cospargendole la zona di vaselina sia fuori che dentro massaggiando l’ano con le dita, c’impiegammo mica poco a prepararla e sembrava che a lei piacesse, aveva un culo da favola, bello sodo come il tuo e non vedevamo l’ora di farcelo. Comunque continuammo fino a che fu lei a dire di sentirsi pronta, le piaceva alla porca quello che le stavamo facendo e ripeto, per me era ninfomane, quella già godeva a sentirsi le dita nel culo figuriamoci, tanto che quando glielo misi dentro non feci nessuna fatica, era come con te, senza problemi, fece solo un piccolo urletto quando glielo spinsi dentro dovuto più che altro alla paura di sentire male.
Mmh fece lei. E poi? Chiese senza neanche riprendermi per il fatto che avessi detto davanti a lui che anche lei lo prende nel culo: era completamente presa dalla cosa e quasi sicuramente anche bagnata.
L’ho detto, appena spinsi e le entrai dentro tirò un urlo per la paura di sentire dolore, ma fu solo una fitta perché iniziò subito a piacerle e poco dopo quando le venni dentro fu contenta di sentire gli schizzi riempirle il culo e disse che le piacque tantissimo.
E quindi poi lasciò che la prendessi tu disse rivolta a lui e lui annuì.
Sì certo! Risposi io. In fondo tutto sto casino c’era stato perché se la potesse fare lui, figurati, non stava nella pelle. Solo che con lui fu tutt’altra storia. Quella credeva che avendolo fatto con me sarebbe stato uguale che farlo con lui, ma il culo non è la figa che una volta sverginata non senti più mal e pensava che con lui sarebbe stato lo stesso che con me, un dolorino iniziale e poi via a godere, ma non fu così e se ne accorse.
Cazzo che storia avvincente fece lei: dai continua.
A questo punto ero certo che fosse bagnatissima e la voglia di scopare le era salita alle stelle, come minimo si era calata nei panni dell’altra e la figa doveva essere un brodo, così continuai sempre più eccitato.
Va bé, come ho già detto Lorenzo è molto più dotato di me e quando giunse il suo momento di farlo con lei che si credeva pronta, si mise a pecora pronta per lui convinta che il peggio fosse passato, non immaginava minimamente quanto si sbagliava. Lorenzo però, per evitare problemi decise che era meglio se la chiavava prima di farle il culo in modo da farle salire la voglia e renderla piú disponibile e mentre la scopava a pecora le cacciava dentro le dita cercando di tenerle l’ano aperto e prepararla, e quella troia godeva di queste sue attenzioni finché giunse il momento. Non so neanch’io le volte che l’aveva fatta venire, ora era giunto il momento che anche lui godesse e voleva farlo in quel bel culetto. La fece mettere in ginocchio sulla sponda del letto con la testa poggiata giù e il culo all’aria come fosse un’offerta. Gli si mise dietro col cazzo grondante umori vaginali e puntata la cappella sullo sfintere lucido di vaselina la tenne per i fianchi e lentamente ma inesorabilmente senza fermarsi glielo cacciò dentro. Quella nel sentire l’ano dilatarsi in modo impressionante cercò di fermarlo mettendogli il palmo della mano sul ventre cercando di allontanarlo, me lui inesorabile spinse fino a che le palle non toccarono le labbra lucide della figa, solo allora si fermò. Intanto lei col viso che pareva una maschera di terrore lanciò un urlo prolungato che mi fece accapponare la pelle, pensai le avesse lacerato il culo. Il dolore fu quando sentì la cappella dilatarle il muscolo interno che si opponeva al grosso cazzo ma che nulla poté fino a che quella lo oltrepassò grazie anche allo sperma ricevuto poco prima che l’aveva reso più scivoloso, non lo avesse fatto prima con me sarebbe sicuramente svenuta. Fu lì che fece quell’urlo spaventoso. Ricordo l’espressione d’incredulità sul suo viso quando si rese conto di averlo dentro, per fortuna durò poco, non ci volle molto perché si adattasse, e poco dopo passata la paura e asciugatasi le lacrime, tornata in sé prese atto che non c’era niente che potesse fare e non sentendo più il dolore provato iniziò lei a muovere il culo dando il via a lui che iniziò a incularla lentamente fino a che presero il ritmo e la troia incominciò a supplicarlo di spaccarle il culo e ficcarglielo nel ventre. Godeva come mai aveva fatto, era un piacere nuovo per lei e ogni tanto un urlo scaturiva dalla sua bocca quando Lorenzo glielo ficcava dentro a fondo sballottandola come una bambola di pezza. Gridava il suo piacere quando la bestia le affondava dentro e lei godeva nel sentirsi così totalmente posseduta.
Bé certo intervenne mia moglie, dev’essere sicuramente meglio che non sentirsi dentro un affare di gomma: un po’ la invidio.
Non ero in me per l’eccitazione che provai nel sentirle dire questa cosa e le risposi dicendole che non c’era bisogno che fosse invidiose, che Lorenzo era lí e che se solo avesse voluto lui avrebbe fatto provare anche a lei quello che l’altra aveva provato: faresti felici entrambi e se provassi capiresti cosa significa essere presa da un vero maschio, proveresti cose che neanche t’immagini dissi sperando che mi ascoltasse.
Era palpabile la sua voglia, glielo si leggeva in faccia, così mi alzai e presa per mano la feci alzare e l’abbracciai e siccome dava la schiena a lui, le sollevai adagio il vestito e le scoprii le natiche. Lei si accorse di tutto ma non si oppose: che te ne pare dissi: non è meraviglioso? E senti com’è sodo.
Lei, pur sapendo che si sarebbe alzato e che su mio invito avrebbe sentito le sue mani sul suo sedere non si mosse e rimase stretta a me in attesa fino a che sentì le mani di lui posarsi sul culo e iniziare a palarlo con destrezza facendo più complimenti possibili fino a che lei si staccò da me e riassettatasi il vestito andò a sedersi nuovamente sul divano e noi facemmo lo stesso sedendoci al suo fianco uno da una parte e l’altro dall’altra.
È magnifica non è vero? Dissi a lui che annuì mentre con lo sguardo indugiava sul seno poco coperto e con l’eccitazione a mille che era palese in tutti e tre decisi di azzardare e accarezzandole le spalle continuai: non credere che sia la sola cosa di meraviglioso che ha, dissi mentre con la mano sui bottoni iniziai a slacciarli.
Rosa capì perfettamente cosa stessi per fare ma non fece niente per fermarmi, e felice di questo continuai fino a che li slacciai tutti, aprii l’abito per mostrargli quanto bella fosse. Da uomo navigato Lorenzo non si fece pregare e vista la sua disponibilità prese a palparle il seno eccitandola sempre più fino a che si chinò sopra e prese a baciare e a suggere i capezzoli ormai marmorei estrapolandole dei gemiti e pensai che a quel punto il vestito non serviva più e glielo sfilai dalle braccia lasciandola con il solo perizoma a coprire il meraviglioso fiore nascosto tra le gambe certo che ormai fosse zuppo di umori.
Che dici dissi a Lorenzo, non sarebbe ora che lo vedesse? Sono sicuro che anche lei è curiosa di vederlo dopo tanto parlarne.
Lui allora smise di succhiarle i capezzoli e adagiatosi alla spalliera del divano e con le gambe allungate e il bacino proteso si slacciò i pantaloni, abbassò le mutande e il cazzo venne fuori mostrandosi in tutta la sua virilità.
Rosa strabuzzò gli occhi nel vedere quanto fosse imponente quel cazzo perché un conto era sentirne parlare e un altro era averlo lì davanti agli occhi, ne sembrava incantata. A questo punto a lui non rimase che prenderle la mano e posarla sul cazzo: solo allora Rosa si voltò a guardarmi.
Hai visto dissi, non erano alle, non te l’aspettavi vero? Ti piace?
Non si diede neanche la pena di rispondermi, chiuse la mano sul grosso cazzo e prese a palparlo scorrendolo per tutta la lunghezza per percepirne la consistenza, non le sembrava vero e scorrendo giù la mano fece uscire la cappella gonfia e turgida pronta a soddisfarla.
La si poteva affettare tanta era la voglia che lasciava trasparire Rosa e per perché si lasciasse di più andare iniziai a palparla tra le cosce prendendo atto di quanto fosse bagnata, le scostai la mutandina e presi a sgrillettarla facendola quasi venire. M’inginocchiai di fronte e preso il perizoma le feci sollevare il culo e glielo sfilai: ora era completamente in balia a lui.
Con la voglia crescente lei non arretrò quando lui con la mano sulla testa la invitò a abbassarsi perché glielo prendesse in bocca, ormai la sua troiaggine era incontrollabile e allora chinò la testa e lo prese in bocca.
Ora basta disse lui dopo che lei gliel’aveva succhiato un bel po’ cacciandosi perfino in bocca i coglioni, raramente con me lo faceva.
Vieni disse lui, ora tocca a me.
Le aprì le gambe e sdraiatosi in mezzo prese a leccarle la figa come se volesse mangiarsela e subito dopo l’urlo di godimento di lei fu tale che si mise la mano sulla bocca per non farsi sentire dai vicini e quando si riprese lo prese per mano e se lo portò in camera.
Veder sparire la grossa nerchia nel ventre di Rosa sapendola vergine a tali dimensioni, senza volerlo mi ritrovai a spruzzare sperma sul pavimento. Ma che cazzo, ero venuto senza neanche toccarmi e per giunta col cazzo neanche in tiro.
Vederli scopare mi ricordava la moglie del custode del cimitero, come lei anche Rosa era un continuo godere e non smetteva mai di fare lamenti e incitarlo a chiavarla forte: fu lei a dirgli che se voleva poteva anche farle il culo e lui fu felice di questo.
Intanto che lei si piazzava a bordo letto per mettersi a pecora, lui mi lanciò uno sguardo come a dirmi “minchia che figa che è tua moglie”, poi le andò dietro e piegatosi si mise a leccarle il buco del culo con un’avidità impressionante. Quando fu sicuro d’averlo insalivato per bene e preso atto della facilità con la quale l’ano si apriva alle sue dita, gliel’appoggiò.
Sentendo la cappella farsi spazio tra le sue natiche, lei con la testa appoggiata sul lenzuolo allungò le braccia e prese le chiappe le tenne aperte per facilitarlo: neanche la peggior troia sarebbe arrivata a tanto, ma lei era lei ed era talmente forte la voglia di provare a prende quel cazzo nel culo che lo fece.
Lui si insalivò la cappella e l’appoggiò sullo sfintere, spinse quel tanto che la cappella entrasse un po’ e presa per i fianchi la bloccò e spinse fino a che il basso ventre non fu a contatto col culo: gliel’aveva messo fin dentro le viscere facendole provare un piacere finora a lei sconosciuto. Non mi sembrò vero vedere con quanta facilità la inoculò, era rimasta piegata e non fece neanche un verso fino a quando non lo sentì ben piantato dentro, solo allora emise un gemito di soddisfazione, era tanto il piacere di essere riuscita ad averlo dentro certa di poterlo gestire. Senza dubbio era stata soprattutto l’esperienza di lei a prenderlo nel culo a far sì che lo prendesse senza sentire dolore perché ogni volta che la inculavo sia col mio che col cazzo di gomma lei spingeva come se dovesse defecare, lo faceva perché in quel modo il muscolo anale si dilatava e non essendo contratto facilitava la penetrazione: più esperta di una vecchia troia la mia mogliettina e sbalordito mi lasciai cadere sula poltrona ai piedi del letto.
Nel culo non durò molto. L’aveva chiavata per una mezz’ora buona senza mai venire e ora dopo circa cinque minuti passati a sbatterglielo nel culo non ce la fece più e gli disse che stava per venire. Lei che sembrava contenta come una bimba alla quale stanno per aprire un regalo, protese il culo e gli disse di venirle dentro.
Dai vieni sussurrò, riempimi la pancia di sborra, voglio sentire i tuoi schizzi nel culo daaaiiiii e venne un’altra volta eccitata dal fatto che lui stesse per venire.
Sembrava che la volesse sventrare tanto furono furiosi gli ultimi suoi colpi, poi con dei versi simile a quello di un porco quasi si fermò e incominciò a vuotarsi dentro lei che quasi piangeva dalla felicità che provava.
Per quella sera entrambi ne ebbero abbastanza, ci sarebbero state altre occasioni prima che lui partisse e una volta usciti dal bagno dopo essersi dati una lavata rimanemmo tutti nudi in camera da letto, loro a baciarsi e accarezzarsi e io seduto difronte contento a guardarli.
Rosa non riusciva a non tenergli in mano il cazzo, ne era attratta come mai e ogni tanto si piegava per baciarglielo e succhiarlo un pó facendoglielo venire barzotto.
Bene disse lui poco dopo, è ora che vada, è già notte.
Abbracciò Rosa e baciandola la ringraziò per tutto, abbracciò anche me e disse quanto fossi fortunato ad avere una moglie così.
Ti andrebbe di ripetere questa bella serata domandai a mia moglie e mi rispose che se fosse per lei non l’avrebbe fatto neanche uscire.
E a te chiesi a lui.
Se domattina non avessi avuto da fare sarei rimasto volentieri, ma potremo sempre rifarci, ce ne vuole ancora che io parta.
L’andazzo andò avanti per una quindicina di giorni fin che lui dovette ripartire, ma prima ci assicurò che sarebbe ritornato di tanto in tanto per supervisionare i lavori di casa e Rosa ne fu felice
Nei giorni a seguire però in casa sembrava ci fosse un funerale, al mattino si alzava svogliata, mogia e triste e io non sapevo che fare per smuoverla, sembrava catatonica, si riprendeva solo quando lui la chiamava, era grazie alle video chiamate che lei tornava a essere la mia effervescente e gioiosa Rosa che conoscevo.
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