HISTOIRE TITRE: situazioni particolari 
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situazioni particolari


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situazioni particolari

by forlady
Vu: 333 fois Commentaires 1 Date: 29-09-2017 Langue : Language

Indosso soltanto un paio di autoreggenti nere e una benda di raso sugli occhi. Come mi hai ordinato tu. Mi posiziono come piace a te, e rimango ferma immersa nei miei pensieri ad aspettare il tuo arrivo. Si apre lentamente la porta e dietro essa si sentono dei passi per me inconfondibili. Io sono inginocchiata poco distante, con le ginocchia aperte, i piedi uniti, il sedere che sfiora i talloni, le mani appoggiate sulle cosce a palmi aperti e rivolti in alto, il capo chino. Ti avvicini lentamente e poi ti fermi vicino a me, mi sento sotto osservazione, sono esposta e vulnerabile. I tuoi passi ripartono, ora cammini lentamente intorno a me, una volta, due...guardando come mi presento al mio signore. Sento crescere l'ansia e rabbrividisco di anticipazione, tutto è così estenuante e lento, mentre io vorrei sentirti su di me. I passi improvvisamente cessano, ti pieghi e ti avvicini a me, il tuo profumo mi solletica le narici, il tuo respiro mi scalda il collo. La tua voce lenta, ferma, calma e decisa entra nel mio orecchio...“oggi tu non verrai“. A questa frase il mio corpo reagisce subito eccitandosi, sento pulsare il mio sesso, i capezzoli si induriscono, il respiro si fa affannoso. Te ne accorgi subito e ti immagino sorridere malizioso e sadico ancor prima di sentire che stai sorridendo...“sarà un piacere vederti supplicare per un orgasmo, ma, te lo ripeto, oggi non ti permettero' di venire, è tutto chiaro?“ Sono sempre più eccitata, tra le labbra sono umida, mentre la bocca è secca, in un sussurro dico “Sì, signore“. Prendi dolcemente le mie mani prima una, poi l'altra e le porti dietro la schiena. Hai una corda e mi blocchi così i polsi. Poi mi aiuti ad alzarmi e mi conduci con te. Ti siedi su una sedia e apri le gambe, io sono al tuo lato destro, mi fai chinare su di te... il mio addome poggia sulle tue cosce, il mio collo è posizionato sulla tua coscia sinistra, il mio bacino sulla destra. Apro subito le gambe perché tu mi vuoi sempre disponibile per te. La mano sinistra percorre lentamente le braccia e la schiena...la destra risale lungo le gambe, le cosce, internamente...poi sfiora le natiche. Io mi abbandono al tuo tocco leggero ed eccitante, quando la tua mano si abbatte sul mio sedere con una serie ravvicinata di colpi, uno dopo l altro, inesorabili, inclementi, nello stesso punto...poi le tue dita scivolano tra l'umido delle labbra per accarezzare. “Tutto questo è piacevole, vero?“. La mano sembra consolatoria mentre accerezza la pelle arrossata e calda, e quando le membra sembrano rilassarsi e fidarsi ecco che un nuovo colpo si abbatte. Ogni nuovo colpo genera piacere e dolore, un misto di sensazioni che si tramutano nell'eccitazione che di tanto in tanto vai a controllare tra le mie cosce. Le tue dita allora sfiorano il clitoride, e quando il piacere si manifesta chiaro, qualche colpetto leggero lo va a sedare. Sento le tue mani che mi sollevano il busto, mi fai alzare in piedi, “ ora rimani in piedi a gambe divaricate“ mi ordini con voce decisa allontanandoti da me. È passato un tempo indefinito. Silenzio, i miei pensieri e il silenzio. Non percepisco dove ti trovi, cosa stai facendo, ma ho la certezza che i tuoi occhi puntano su di me, sento il tuo sguardo che mi brucia la pelle. Poi sento i tuoi passi lenti, regolari, cadenzati, hai ripreso a camminare intorno a me molto lentamente, ti prendi tutto il tempo che vuoi allo scopo di far aumentare la mia ansia, di farmi innervosire, di rendermi insicura, di farmi sentire in stato di inferiorità. Mi conduci verso il tavolo, “ sali sul tavolo e mettiti in ginocchio a gambe aperte“ mi comandi in maniera perentoria, quindi con mano ferma mi abbassi la schiena finché la guancia non poggia sul nudo legno. Sento che prendi una sedia e ti siedi dietro di me, poi non ti vedo né ti sento più, passano i minuti e rimango in quella posizione scomoda e sospesa nuovamente nel silenzio, in compagnia dei miei pensieri e delle supposizioni di quello che succederà . Dopo un tempo interminabile sento il tuo respiro caldo sul mio sesso, la tua lingua accarezza le labbra molto dolcemente, facendosi strada fino a raggiungere il clitoride e continua a lambirlo molto delicatamente. Si sentono solo i miei gemiti, mentre ti appresti a godere del contenuto del calice che hai scelto. Improvvisamente tutto si ferma, sento solo un dolore sordo provocato dalla mancanza della tua bocca...“ricordi cosa ti ho detto inizialmente? Tu non puoi venire. Ora io continuerò a dissetarmi e tu dovrai mantenere il controllo sul tuo piacere“. Quindi le tue labbra sulle mie, la tua lingua sul clitoride, le tue parole che scivolano via dalla mente e senza quasi accorgermene esplodo come un fiume in piena nella tua bocca. Un orgasmo liberatorio, pienamente goduto, tanto quanto proibito. Percepisco i tuoi movimenti come se fossi un pesciolino nel suo acquario, lontani, ovattati, confusi. Non posso vedere nulla, ma ti sento armeggiare con qualcosa che appoggi sul tavolo. Sono corde. Una prima la fai passare tra la corda che mi lega i polsi e la fermi alle gambe anteriori del tavolo. Con la seconda mi leghi la caviglia destra e la fissi alla gamba del tavolo. Ripeti l’operazione con la gamba sinistra. Un brivido mi percorre la schiena nel realizzare che sono un tutt’uno con il tavolo quasi completamente immobilizzata. Così mi sento la tua schiava, in totale balia delle tue voglie. “Sei bella in questa posizione di totale sottomissione con le tue parti più intime aperte alla mia vista, come uno scorcio segreto e privato che nessun altro potrà vedere.“ Alle tue parole segue l'entrata delle tue dita dentro di me, senza aspettare che io sia pronta, mentre l'altra mano mi sfiora il sedere, risale molto lentamente lungo la linea della spina dorsale fino a toccarmi la nuca. Questa scia così lenta e leggera mi provoca brividi di piacere e di strenuante attesa. Il mio corpo si abbandona alla carezza delle tua dita e, mentre sono in questo stato di rilassamento, la mano afferra un seno e stringe forte il capezzolo. L'altra mano è sempre dentro il mio corpo e tu sei chinato su di me, sento il tuo respiro caldo sulla pelle del collo, sento le tue labbra che mi sfiorano il lobo, poi mentre le dita stringono e ruotano dolorosamente il capezzolo, la tua voce penetra nel mio orecchio frammista ai miei lamenti: “Ora ricordi cosa ti ho detto di non fare? Riuscirai a essere ubbidiente e ad anteporre i miei desideri ai tuoi?“ La mia voce esce dalle labbra socchiuse quasi in automatico, senza che il cervello ne abbia approvato la logica delle parole, in un soffio: “Sì, signore. Il mio unico desiderio è compiacere te, sono tua, ogni mia parte del corpo e della mente è tua proprietà“. “Bene, vediamo se saprai esserne in grado“ e fai seguire alle tue i movimenti delle dita inserite nel mio sesso, continuando ad eccitarmi. “Ora ti aiuterò io a deconcentrare i tuoi pensieri dal piacere“ e prendi due mollette e con mosse repentine le fai scattare sui miei capezzoli. Una smorfia di dolore si si disegna sul mio volto, ma non voglio darti soddisfazione e faccio del mio meglio per sedare i lamenti ricacciandoli nello stomaco. La mano libera ora si porta dove è l'altra e mentre una continua a penetrarmi, l'altra sfiora il clitoride. Il dolore forte ai capezzoli si tramuta nel tempo in bruciore di sottofondo che getta acqua sul fuoco dell'eccitazione crescente. I gemiti cominciano ad affacciarsi timidamente e il piacere a scavarsi la sua galleria verso l'esterno. La tua mano abbandona il clitoride e si abbatte sul mio sedere, mentre l'altra inesorabile stimola le mie pareti interne vaginali. Le sculacciate di intensità e ritmo variabile, prima forti, poi sopportabili, prima ravvicinate poi inframezzate da pause, sono alternate a carezze sulla parte arrossata. La mia mente è assorbita in un turbinio di emozioni e sensazioni corporee di varia natura, dal dolore, al fastidio, al piacere, so che devo controllarmi, ma desidero abbandonarmi al godimento. Voglio fare quello che mi hai chiesto non tanto per schivare una punizione, ma per renderti orgoglioso di avere scelto me. Mi porti vicino all'orgasmo e poi ti fermi, poi riprendi e poi sospendi nuovamente allo scopo di far impazzire il mio corpo e la mia mente, allo scopo di far uscire dal mio controllo il mio desiderio. Le tue dita sono dentro di me, anche analmente, mentre l'altra mano accarezza e colpisce e in un crescendo di eccitazione sento un urlo di godimento liberatorio. È una voce femminile...non puoi essere tu...oh mio dio, sono io. Non può essere successo nuovamente. La tua mano è ancora dentro di me che assorbe ogni contrazione del mio piacere, mentre l'altra risale nuovamente dal sedere, lentamente e leggera, arrivata alla nuca la stringe forte, il tuo corpo si china sul mio e mi sussurri all'orecchio: “Vedo che parliamo lingue diverse...reputi molto più importante il tuo piacere del mio“...la tua lingua lecca il mio lobo e lascia posto ai denti...

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