STORY TITLE: Colazioni di dicembre 
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Colazioni di dicembre

by Dotato50
Viewed: 47 times Comments 0 Date: 27-08-2025 Language: Language

Sono Davide un uomo di mezza età separato con due figli che gestisce una piccola agenzia immobiliare , e vorrei raccontarvi una situazione vissuta due anni fa .Quella mattina, come ogni giorno, mi recai nella solita caffetteria del centro, a pochi passi dalla mia agenzia. Da circa un mese, quasi senza volerlo, avevo iniziato a notare una donna che arrivava sempre più o meno al mio stesso orario, di solito insieme al marito. Non era una bellezza da copertina, ma possedeva una femminilità naturale, un portamento che inevitabilmente catturava l’attenzione.
Col tempo i nostri sguardi avevano cominciato a cercarsi, come in un gioco silenzioso che, dentro di me, stava diventando sempre più serio.
Una mattina, la vidi entrare da sola. Piccola di statura, i capelli scuri, le forme morbide. Indossava un cappotto con il collo di pelliccia, sotto il quale si intravedevano solo un tacco sottile e una calza grigio fumo. Portava una borsetta a tracolla e si sedette poco distante da me.
Mi incantai a osservare le sue mani mentre sollevavano la tazza con una grazia naturale: unghie curate, smaltate di rosso vivo.
Fu allora che presi coraggio. Le lasciai un bigliettino sul tavolino. Lei lo guardò, poi alzò lo sguardo verso di me, e senza dire nulla uscì. Da quel momento non riuscii a pensare ad altro, fino a quando, a mezzogiorno e mezzo, la porta della mia agenzia si aprì.
Entrò lei.
«Ti stavo aspettando» fu la mia prima frase. Le andai incontro, la salutai con un bacio sulla guancia e chiusi la porta. Andammo nel retro, senza più esitazioni, ci abbracciammo e iniziammo a baciarci con passione.
Quando le slacciai il cappotto, apparve un maglioncino nero scollato e una gonna poco sopra il ginocchio. Le mie mani scivolarono sui fianchi, sotto il tessuto, fino a sfiorare la seta delle autoreggenti. Lei gemeva, si lasciava andare completamente.
Le mutandine si spostarono facilmente sotto le mie dita, e mentre la toccavo con decisione, il suo respiro si faceva sempre più irregolare affannato mentre le mie dita la continuavano a masturbare.
Non servì spogliarla del tutto , lei era eccitata si inginocchió ed inizio a chiedere di poterlo prendere in mano toccare , fece quello che più desiderava era un continuo prenderlo fra le sue labbra : si alzó e bastò alzare la gonna, tenerle addosso il cappotto, e possederla lì, contro di me. I colpi erano intensi, rapidi, e il suo corpo rispondeva con una fame che sembrava repressa da tempo. Mi chiedeva di continuare, di non fermarmi.
E quando raggiunse l’orgasmo, il suo sguardo fu insieme dolce e incredulo. Si ricompose in silenzio, sistemò la borsetta e, con un ultimo sorriso, uscì.

Rimasi lì, ancora scosso dall’intensità di quel momento.
Fu, senza dubbio, una delle mattine più particolari della mia vita.

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