HISTOIRE TITRE: Darsi le spalle 
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Darsi le spalle


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Darsi le spalle

by Tijean
Vu: 421 fois Commentaires 1 Date: 07-01-2025 Langue : Language

I due si sono conosciuti su un sito di scambismo.
Lei è una donna regale, inaccessibile, algida, altera, moglie di un imprenditore molto conosciuto in paese. Nessuno osa avvicinarla, disturbarla, insinuare alcunché, ma il suo sex appeal trasuda da ogni poro della sua pelle e tutti gli uomini del paese sognano di sfondarla, immaginano cosa fa in camera da letto col marito, fantasticano irrimediabilmente.
Nessuno sa che, in realtà, i suoi atteggiamenti pubblici sono una posa, un dovere per la moglie di un uomo tanto importante. In realtà… la sua indole è profondamente sottomessa. Ama essere sempre in ordine, depilata, profumata, impeccabile per suo marito… almeno così la gente crede.
In realtà, Raffaella è una donna infedele… e non si limita a mettere le corna al marito, lo fa nei modi più perversi, con i tori più promettenti, che conosce sul sito dove pubblica le sue foto.
Ama fotografarsi e leggere i commenti che i segaioli di internet scrivono per lei; ma in mezzo a tanti inconcludenti, sa selezionare e trovare i maiali giusti.
Come questo Jean, che subito le ha scritto cogliendo, quasi telepaticamente, il suo bisogno non solo di appagare i suoi bisogni uterini, ma anche di farsi umiliare… di smettere di essere una moglie rispettata e temuta e di abbandonarsi alle peggiori volgarità.
Le ha scritto sotto alle foto dove lei, di spalle, si afferra le natiche e si apre il buco del culo. Sono le foto che lei apprezza di più, quelle che mettono in evidenza pienamente i suoi desideri e la predilezioni, la sua quasi mania, per il sesso anale.
Del sesso anale ama il fatto che sia contronatura: alla colpa di cornificare il marito si aggiunge l’accoppiamento più immondo, più doloroso, più infame… dare il culo a uno sconosciuto… aprirsi le chiappe il più possibile mentre il cazzo la sfonda senza pietà. E’ facile fare le corna con la fica, potrebbe anche sembrare che ci sia della dolcezza. Prenderlo in culo è diverso… denota il bisogno di godere attraverso la perdita della dignità.
E, a questo proposito, le piace soprattutto farsi sbattere in piedi. In modo da dare le spalle a quell’uomo che la sfonda… un mancare di rispetto a sua volta, un togliergli a sua volta l’umanità… farlo regredire al semplice ruolo di cazzo… un cazzo grande e duro che fa di lei ciò che vuole.
Raffaella parcheggia l’auto dietro il distributore di benzina fallito per non lasciarla in vista. Lui è già arrivato e l’aspetta in piedi, appoggiato all’auto.
E’ un tipo magro, coi capelli rasati, occhiali da sole. Primo aspetto positivo… lui è quello delle foto e non sembra che la descrizione che ha dato di lui si discosti dalla realtà. L’onestà, per Raffaella, è fondamentale. Lei parcheggia quindi, a sua volta, l’auto vicino a quella di lui e infiniti pensieri le passano per la mente. E’ conscia di stare andando a fare sesso con uno sconosciuto in un luogo isolato. Un misto di paura ed eccitazione le sconvolge le viscere, teme anche di potergli non piacere. E’ un secondo, quasi per cancellare le apprensioni della sua mente, apre la portiera ed esce…
I due sono davanti e si guardano in faccia per pochi istanti in modo quasi inespressivo, poi lui accenna un lieve sorriso e la bacia delicatamente. Lei ricambia e presto i due limonano senza ritegno. Lui le prende la mano e se la posa sul cazzo, già duro. Lei lo stringe.
“ Andiamo” fa lui, afferrandole con fermezza il polso e portandosela dietro il distributore. Lei gli è dietro, non riesce a pensare… quel bacio lungo e profondo l’ha fatta bagnare e ora può solo… seguirlo…
Il retro del distributore è in stato di abbandono. Erba che cresce nelle crepe dell’asfalto, muri scrostati, ma anche qualche fazzoletto di carta e dei preservativi usati per terra, segno che non sono i primi ad appartarsi in quel luogo. I preservativi abbandonati, così schifosi, la eccitano ulteriormente.
Calpesta quello squallore con le sue scarpe décolleté di Burberry ed è proprio l’accostamento di squallore e lusso a rendere la situazione irresistibile per entrambi. Celati ormai dagli sguardi della strada, lui non si fa più problemi. Si sbottona e tira fuori il cazzo. Un bel cazzo di venti centimetri almeno, bello grosso e incredibilmente duro. Impossibile resistergli. Lei gli si accuccia davanti e comincia a succhiarglielo con passione. Quando è in questa posizione le viene naturale aprire le gambe il più possibile. E’ un riflesso che ha anche quando è sotto al maschio, aprire le gambe il più possibile per accogliere il maiale. La migonna di pelle scivola verso la vita lasciandole scoperte le cosce e la fica oscenamente a vista. Non ha le mutandine, ma questo, lui, ancora non lo sa.
Quando il cazzo è pronto le ordina di alzarsi e di girarsi, di dargli le spalle. Lui le si accuccia dietro, e ficca direttamente il naso tra le chiappe. Profumi deliziosi, calore, umidità di donna. Lei è stata di parola: dopo il lavaggio anale, a casa, si è sciacquata ripetutamente per eliminare ogni residuo di sapone, come richiesto da lui, che vuole sentire di cosa sanno i suoi buchi caldi… e soprattutto, di che sa il suo intestino.
Sa di buono… di molto buono… sa di cagna in calore!! Le afferra le natiche e le apre per vedere bene il buco del culo.
“Signora, ti sto guardando dentro” dice lui. Lei ha un tremito. E’ proprio lei, la moglie dell’imprenditore AG… e si sta facendo guardare dentro il buco del culo da uno sconosciuto? Se i paesani vedessero… questo pensiero le dà le vertigini, si sente preziosa e puttana, rispettabile e ignobile, falsa e traditrice oltre ogni limite… e quella lingua… quella lingua che si infila irrispettosa nelle pieghe più indecenti della sua carne, la fa impazzire. La sua fica comincia a pulsare e a bagnarsi e lui riesce ad arrivare anche lì.
A un certo momento si alza e le tira su fin sui fianchi la minigonna di Prada.
“Apriti il culo” ordina… ne hanno parlato molto nella chat di questa cosa… del bisogno che lei ha di aprirsi per consegnarsi al maschio… del dare le spalle. Immagina, da un momento all’altro, di sentire il cazzo entrarle davanti e invece…
Lui appoggia la cappella subito sul buco del culo. Lei ha un attimo di paura, ma capisce subito che tutti i buoni propositi di sesso protetto che si rincorrevano nelle loro chat non contano più nulla.
“No” sussurra poco convinta.
“Zitta”, fa lui, senza emozione nella voce… gli è scesa tutta a indurirgli la cappella…
“Usa almeno un po’ di gel”, prova a dire, sconfitta…
Lui, per tutta risposta, comincia a spremersi la cappella sul buco del culo per lubrificarlo ed inizia a premere.
E’ bravo. Ci sa fare, eccome… entra fino a metà cazzo con spinte continue e non troppo forti, per far cedere la carne piano piano, aumentando il piacere di entrambi. Non è certo la prima volta che Raffaella si fa inculare, ma il modo in cui l’ano cede, in cui la cappella si fa strada tra la carne del suo intestino, sono momenti per lei impareggiabili.
Quando il cazzo è dentro per metà, il maiale si rivela per lo stronzo che è. Un unico deciso colpo, per farlo entrare fino ai coglioni. Lei caccia un urlo a denti stretti.
“MAIALE! COSI’ MI SFONDI” sembra rimproverarlo, ma sa, che una frase del genere in quel preciso frangente, può avere solo l’effetto contrario.
Infatti, lui fa come se non la sentisse. Le sensazioni che gli trasmette la cappella sono troppo forti. La stringe forte per i fianchi e la martella senza freni. Lei sta con le mani appoggiate al muro per resistere alle cariche di lui, che sembra un treno… non si ferma e continua a sbatterla. Le palle schiaffeggiano rumorosamente la fica gonfia e lei si sente così puttana, così preziosa, così femmina, da riuscire a far arrapare in modo tanto irrefrenabile quel porco così abile a soddisfare femmine.
La monta dura a lungo ed è inutile dire che è intervallata da pompini in cui lei assaggia il suo proprio culo dal cazzo di lui… i sapori del cazzo e del culo, mischiati assieme, creano un gusto delizioso, che le sale dritto al cervello. Infatti, non appena il cazzo risulta ben ripulito, si alza spontaneamente in piedi, gli dà le spalle e si apre vergognosamente le chiappe per invitarlo a rientrare, per riprendere possesso del suo corpo.
Lui ovviamente, ogni volta, prima di riprendere ad incularla, si accuccia dietro, le succhia il culo e… guarda dentro. E non è come all’inizio, quando vedeva solo un bottoncino di carne richiusa su se stessa… adesso il culo è aperto e lui può vedere bene come è fatta la sua natura.
E’ una situazione che la eccita enormemente, farsi guardare dentro. Si sente accettata totalmente e, inoltre, le viene sempre di pensare al suo status di donna irreprensibile, insospettabile, elegante e di classe, che riveste quotidianamente.
Col proseguire della monta, Raffaella perde ogni inibizione. Dalla bocca le escono le peggio cose:
“Inculami pezzo di merda… così… prenditi il culo e la dignità… goditi questo culo di troia, maiale… dai… non ti voglio nemmeno guardare in faccia… inculami forte e basta… fatti una sega dentro a questo buco di cagna”.
Così incitato, Jean la pompa sempre più forte… lei si sincronizza coi suoi movimenti… viene a lui… viene a farsi impalare, la cagna… esperta com’è, sente che la fine è vicina…
Lui la abbraccia forte da dietro, le gira il viso, sconvolto dal piacere contronatura e inizia a limonarla furiosamente, fino a che…
“Ti sborro in culo, cagnaaah” muggisce il porco e con gli ultimi affondi la riempie con cinque, sei fiotti di sperma caldissimo. I suoi intestini dilatati dal cazzo si allagano… la sborrata è stata monumentale.
Lei si sente una Regina assoluta… ha fatto tirare il cazzo a quel porco per quasi due ore… è merito suo se quello schifoso ora è soddisfatto… ha il suo sperma dentro e lo porterà con se per molte ore ancora. Vedrà amiche, parenti, andrà a fare compere con questo segreto immondo e infedele nascosto nelle pieghe della sua carne e della sua mente…
I due si sistemano… sono completamente svuotati, stanchi… sembrano riemergere da un sogno. Si salutano con dolcezza perché piace loro mancarsi di rispetto nel gioco, ma nella realtà, si sono reciprocamente grati.
Eccoli, due esseri che si sono vicendevolmente usati per provare il sommo piacere… un uomo e una donna che consenzientemente rigettano la loro identità, il loro presente, la loro dignità, per vivere una parentesi dove essere solamente due corpi automatici, che giocano ad accoppiarsi e a sfruttarsi. Due sconosciuti che si accoppiano bestialmente dandosi le spalle. Sembra qualcosa di puramente fisico… è tutto il contrario!!
I due risalgono nelle rispettive macchine. Lei guarda l’orologio di Cartier che porta al polso. Sono le 12:20, appena in tempo per andare a prendere i bambini a scuola…

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