Titolo: il suo primo SI casa dolce casa il ritorno
by ArnedosVu: 644 fois Commentaires 3 Date: 01-09-2022 Langue :
/>Suppongo che vogliate sapere che è successo al ritorno. Ecco allora che vi racconto
Ho aperto la porta di casa e lo specchio dell’ingresso ha riflesso il mio volto. Mi sono visto diverso. Oggi ho qualcosa in più, le corna; e qualcosa in meno, la fedeltà di mia moglie. E’ uno stato di fatto, ma la routine deve riprendere come sempre. Dovrò convivere con la mia nuova condizione: la piacevolezza del ricordo, la speranza che riaccada, purchè la vita di ogni giorno sia quella di sempre, senza che il tradimento si intrometta a dividerci. E così lavoro, giornate casalinghe, svago, amici si susseguono con l’ordinaria cadenza lasciando che ci sia un non detto fra noi. Come se quella sera non sia esistita, un vuoto nei lunghi giorni di vacanza. Rispondiamo agli amici con l’entusiasmo per il bellissimo viaggio: ci concentriamo nella descrizione dei paesaggi, delle acque pulite e pescose, della sabbia fine, degli ottimi ristoranti e del cibo tipico; indichiamo questa o quella spiaggia, consigliamo una gita a quel promontorio o a quel capo, una certa osteria e un buon albergo. Ma del locale di quella sera nulla. Cancellato dalla nostra conversazione. Ritornati da due giorni abbiamo fatto sesso. Come al solito d’altronde: ci piace farlo spesso. Ma si è trattato di un sesso scialbo, silenzioso, senza vera passione. Ho avuto difficoltà a indurirlo. Per la prima volta. Poi lei lo ha preso in mano e ha cominciato a succhiarlo, risuscitandolo un po’. Non mi è piaciuto. Quando ci siamo ritrovati ancora a farlo il sabato successivo è stato subito diverso. Lei mi ha fatto trovare sul letto tre cose: un costume da bagno, un perizoma e un biglietto pubblicitario. Non ha dovuto dire niente e il cazzo mi si è comunque rizzato di colpo. Ho riconosciuto quel costume e quel perizoma e il biglietto reclamizzava quel locale. L’ho afferrata con decisione, forse con violenza. Le ho tolto tutto, rapidamente. E’ rimasta nuda davanti a me pronta e desiderosa di essere presa. Non mi ha chiamato con il mio nome, ma con il suo e sono impazzito. Di piacere ovvio. Volevo che rivivesse quei momenti, che si lasciasse andare come aveva fatto con lui. Totalmente presa dal desiderio. L’ho sdraiata sul letto ripetendo le mosse di quella sera. L’ho leccata profondamente e usato le dita per sodomizzarla. Lei ha emesso un gemito, lungo e gutturale continuando a ricordarlo per nome. E più lei lo ricordava e più io sentivo di doverla possedere con forza. Non io solo, ma lui anche o un altro e un altro ancora. Mi affido al dildo. Lei me lo strappa di mano e comincia a succhiarlo mentre io la lecco di più. Poi lo avvicina alla sua figa e alla mia bocca. Vuole che lo assapori anche io e obbedisco. Pieno della mia saliva se lo infila e comincia a simulare una scopata con quello oggetto del desiderio che ricorda la presenza di lui. Io mi inginocchio e assisto alla scena. Sono invasato e stordito. Le tolgo il dildo di mano gridandole contro che è una troia, e lei lo vuole di più. Così vuole sentirsi, una troia alla mercè di un cazzo fantastico che l’è rimasto nella mente. Ripete quel che ha fatto già a lui: mi mette sotto cavalcandomi con rapidità e passione fino a che non veniamo insieme godendo del ricordo. Dunque Il nostro sesso è segnato: lui dovrà accompagnarci sempre. Almeno nelle nostre fantasie