AL TICINO CON MIA MOGLIE
by cp58miVu: 1465 fois Commentaires 13 Date: 02-05-2022 Langue :
Questo racconto è stato da noi pubblicato su altri siti, l’abbiamo ripreso e modificato per migliorarne la lettura sperando sia di Vs. gradimento
Come accade a molte donne, anche mia moglie andò in menopausa a soli 49 anni e parlandone con degli amici venni a sapere che anche alcune di loro lo erano da
Tempo e mi dissero che questo alla maggior parte di loro aveva abbassato notevolmente il desiderio di fare all’amore e che lo facevano più che altro per soddisfare il proprio marito, forse per paura che questi le mettessero le corna.
Fui quindi piacevolmente sorpreso nel constatare che a mia moglie la menopausa aveva fatto invece l’effetto contrario.
A Renata il fatto di essere andata in menopausa le fece l’effetto contrario, anziché farle passare la voglia le aveva risvegliato il desiderio tanto che non ero più io a chiederle di scopare ma era lei a dirmi che lo voleva tanto che le sue richieste si fecero un po' troppo assidue e davvero eccessive per i miei gusti.
L’aver perso il ciclo l’aveva trasformata nella donna che avrei voluto fosse negli anni della giovinezza, ora era molto più disinibita e faceva di sua spontanea volontà cose che prima non mi concedeva neanche a pregarla come ad esempio quella di farsi venire in bocca perché diceva che le faceva schifo, mentre ora, senza che glielo chiedessi mi spompinava fino a che le riempivo la bocca e lei mandava giù come fosse un rosolio. Per non parlare del culo. Solo una volta mi aveva permesso di farlo, poi non ne volle più sapere perché disse di aver sentito un male cane. Ora invece è lei che se lo punta sull’ano per farsi inculare, cosa che contento faccio più che volentieri.
Quante volte mi capita di sentirmi chiamare dalla camera e entrato la trovo che si trastulla la figa dalla voglia di scopare.
Poco dopo le presero anche delle manie.
A noi era sempre piaciuto fare delle passeggiate nel parco vicino casa soprattutto nelle belle serate estive, in una di queste capitò che uno sconosciuto ci seguì per tutta sera forse pensando che fossimo una coppia aperta o disinibita forse a causa del suo abbigliamento.
Quella sera vista la bella serata calda Renata aveva indossato una gonnellina più corta di quelle che di solito metteva. Avevamo appena imboccato il viottolo che di solito percorrevamo quando appena superata una panchina con un uomo seduto, Renata si fermò, si appoggiò al mio braccio e piegandosi cercò di fare uscire un sassolino che si era infilato nel sandalo. Per farlo si piegò in avanti dimenticandosi di quello seduto dietro che sicuramente le stava guardando il culo visto che ci impiegò un po' per liberarsi del sassolino e quando riprendemmo a camminare ci accorgemmo che il tipo ci seguiva e le dissi che forse il tipo vedendola piegarsi davanti a lui aveva pensato che l’avesse fatto apposta per mostrargli il culo e che ora la seguiva sperando in un suo prosieguo e questo la eccitò.
Questo fu il segnale che la spinse ad acquistare abiti un po' succinti come minigonne ecc. da indossare nelle nostre passeggiate serali nel parco.
Era diventata una smania quella di vestirsi in maniera provocante, disse che le piaceva il fatto che degli sconosciuti la guardassero e ancora di più vederli arrapati per lei, e visto che tutto questo faceva arrapare pure me, per accontentarla prendevamo l’auto per andare in un parco più lontano da casa per evitare di incontrare gente che ci conoscesse. Uno di questi era il parco di Trenno perché su internet leggemmo che era un parco frequentato da coppie che ci andavano per fare esibizionismo.
Accadde più volte che qualche maschietto ci seguisse attratto dal modo in cui Renata sculettava, a lei piaceva farlo e si eccitava sapendosi seguita tanto che il più delle volte bagnava le mutandine “quando le portava” e me lo diceva contenta di sapermi suo complice.
Da allora il parco di sera è diventata la nostra meta, e come di consuetudine Renata esce di casa vestita in modo tradizionale, ma una volta saliti in macchina e raggiunto il parco lei si cambia mettendosi gonnelline e magliette/camicette che non lasciano nulla all’immaginazione tanto da sembrare una zoccola di strada.
Debbo dire però che tutto questo eccita di brutto anche me che ogni volta che si esce spero sempre che possa accadere che un singolo si faccia intraprendente e che accada qualcosa di insolito. E’ capitato varie volte di vedere qualcuno spiarci da dietro a una siepe mentre noi si era seduti su una panchina a pomiciare e lei sapendolo faceva ancora di più la porca aprendo le cosce e mostrargli la figa nuda e depilata senza l’ombra di mutandina.
Prima di continuare però vorrei descrivervi Renata. La mia bella e matura mogliettina è una 50enne mora, 1,60 non tanto snella ma con le giuste curve burrose che l’età ha perfezionato rendendola ancor più appetitosa. Porta una IIIª di seno coi capezzoli tanto sensibili che al tocco reagiscono indurendosi e con un culo bello sodo, insomma è quella che si può definire una bella milf tutta da gustare.
Ogni volta prima di uscire passa un sacco di tempo davanti allo specchio a provare cosa indossare e rimirarsi conscia di piacere, sa che anche a me piace tutto ciò, che piace anche a me vedere il desiderio crescere negli occhi dei sconosciuti, cosa questa che mi rende orgoglioso nel saperla mia.
Era questo che inizialmente eccitava entrambi, ma col tempo pure questo passò e la sua voglia crescente di sesso mi sfinì, non riuscivo più a starle dietro e per sopperire alla mia mancanza acquistai alcuni toys in un sexy shop.
Pur godendo di quei falli non si sentiva soddisfatta, diceva che le mancava l’uomo, che aveva bisogno di sentirselo addosso e che essere montata era tutt’altra cosa.
Fu allora che pensai che avrei dovuto trovare qualcuno discreto che l’accontentasse al posto mio, uno che le piacesse e che avesse delle attenzioni per lei e desse a me in po' di respiro.
Quando glielo dissi s’incazzò di brutto e si mise a gridarmi dietro dicendo che le stavo dando della puttana facendomi sentire una merda. La sera però presa di voglia volle far pace, attesi che fosse eccitata e tornai sul discorso dicendole di immaginare quanto sarebbe bello avere un bel cazzone grosso che la scopava ravanandole la figa, le confessai che era da un po' che volevo dirglielo perché mi sarebbe piaciuto vederla godere con uno che la sfiancasse scopandola e questo mi eccitava: «non ti piacerebbe provare, chissà quante volte l’hai pensato e non dirmi di no, tanto non ci credo, sei una bella donna e sappiamo entrambi quanti vorrebbero scoparti, uomini che ti chiaverebbero per ore facendoti godere come mai.»
A quelle parole ebbe un orgasmo devastante, solo quando si riprese rispose: «ma io non sono mica una puttana, come ti viene in mente che potrei scopare con altri. E se accadesse tu poi cosa penseresti di me.» E eccitata come non mai non attese la mia risposta e salitami sopra s’impalò sul mio cazzo durissimo spronandomi a fotterla.
Ero certo che si sarebbe eccitata, bastava parlarle di cazzi che non capiva più niente, ma ero certo che l’idea l’eccitava, solo non ne aveva il coraggio.
Forse aveva paura delle conseguenze che avrebbe causato al nostro rapporto, che ne risentisse e capii che doveva essere lei a deciderlo, dovevo essere cauto e guidarla senza forzare la mano per fare in modo che fosse lei a deciderlo.
Era una tiepida serata di maggio, il cielo era sereno e stellato e come le altre sere decidemmo di fare la solita passeggiata al parco.
Camminando raggiungemmo il nostro viottolo che ci avrebbe poi condotto alla nostra panchina preferita in uno spiazzo isolato dove il più delle volte passavamo una mezzoretta a pomiciare.
Quella sera aveva indossato una minigonna di jeans con la cerniera frontale che tirata su apriva completamente la gonna, ai piedi due scarpe da tennis e sopra una tshirt che non lasciava niente all’immaginazione visto che il seno era libero e senza reggiseno: ci sedemmo e iniziai a palparla.
Non attesi molto e l’impressione che ci guardassero si fece intensa, senza dirle nulla continuai a palparla stando attento curioso di scoprire se ci fosse qualcuno interessato a noi. Tirai su la cerniera della gonna in modo che lei potesse allargare le gambe e spostato con le dita il perizoma presi a masturbarla facendola subito gemere.
Intanto coi sensi all’erta cercavo di capire se ci fosse e dove fosse il guardone, quando un fruscio tra gli arbusti attirò la mia attenzione e tra i rami della siepe di fronte a noi lo individui.
Attesi, e qualche istante dopo lo sentii ancora, vidi dei rami muoversi e lo vidi, si nascondeva dietro i rami del cespuglio poco distante da noi evidentemente eccitato nel vederla a gambe aperte e per questo si era fatto spazio tra i rami per meglio guardare.
Continuai a farle il ditalino come se non me ne fossi accorto continuando a masturbarla e farla gemere di piacere. Ero certo che anche a lei avrebbe fatto piacere sapere del nostro guardone e così glielo dissi sussurrandoglielo nell’orecchio.
D’acchito chiuse le gambe, ma dopo qualche istante le riaprì e sussurrando mi disse che ora ci saremmo divertiti e che l’avrebbe tirarlo scemo.
Non fui sorpreso di questo anzi, ero certo che avrebbe dato il meglio di se per eccitarlo eccitando se stessa per questo.
Come prima cosa mi aprì la patta e mi tirò fuori l’uccello e sapendo che quello stava guardando mi venne ancora più duro, lo strinse e a bassa voce disse che adesso lo avrebbe fatto impazzire di goduria lo spettatore nascosto tra il verde e a me non restò altro che attendere: si abbassò e se lo infilò in bocca.
I risucchi li faceva appositamente per farglieli sentire, e quello poco dopo non resistendo scostò di più i rami per meglio vedere e i nostri sguardi s’incrociarono.
Vide che pur accortomi della sua presenza continuavo come se non me ne fregasse nulla si fece forza e uscendo dalla siepe si mise a menarselo senza ritegno davanti a noi. Renata, alla quale avevo dato un pizzicotto per avvisarla sollevò la testa e lo vide, gli fece un sorriso e se lo rimise in bocca.
Quel suo gesto diede ancora più ardore allo sconosciuto che con due passi si avvicinò ulteriormente e col cazzo in mano duro come non mai sporse il bacino come a dirle guarda come me l’hai fatto venir duro e si scatenò cominciando a menarselo in modo bestiale.
Eccitato come un mandrillo dissi a Renata di alzare tutta la cerniera lo fece, spalancò le cosce e preso il perizoma lo spostò da parte per fargli vedere la figa lucida di umori, poi iniziò a penetrarsi con le dita mugolando di piacere.
Questo fece impazzire lo sconosciuto che incredulo di tanta fortuna si avvicinò ulteriormente e mentre se lo menava allungò la mano e prese a carezzarle un ginocchio.
Il chiarore della luna piena gli permetteva di vedere benissimo la figa tenuta aperta dalle dita di lei appositamente perché potesse vedere quanto fosse bagnata d’eccitazione, con le dita che entrando e uscendo provocavano suoni facendo capire quanto fosse bagnata e per questo quello prese a menarselo con una frenesia pazzesca.
Renata non ce la fece più, era troppa l’eccitazione, liberò la bocca dal mio cazzo e accolse con grida smorzate l’orgasmo che sopravvenne, le gambe presero a tremare in maniera incontrollabile e per la prima volta in assoluto le vidi uscire dalla figa spruzzi di liquido che quasi bagnarono lo sconosciuto di fronte a noi pensando che si stesse pisciando addosso, furono i suoi gemiti e il tremore continuo che mi fecero capire che invece stava godendo come mai aveva fatto e sicuramente era dovuto al fatto che era la prima volta che facevamo una cosa simile di fronte a uno sconosciuto che se lo stava menando per lei.
Mentre il tremore si attenuava e Renata si rilassava, il tizio con il cazzo di fuori lo avvicinò al suo viso e scappellatosi le mostrò la cappella lucida e gonfia di voglia.
Quel gesto la ridestò, si alzò e aperte le gambe mi si mise sopra dandomi le spalle, afferrò il mio cazzo e una volta posizionatasi sopra si lasciò cadere impalandosi e cominciò a cavalcarmi stando piegata in avanti.
Doveva essergli sembrato come un invito al tizio di fronte perché col cazzo in mano lo avvicinò al viso di mia moglie che eccitata come non mai lo afferrò.
Lo aveva in mano quando quello gli si fece ancora più vicino tanto che ne sentì l’odore d’eccitazione che emanava e istintivamente aprì la bocca permettendogli di spingerglielo in bocca.
Al tipo non doveva sembrare vero, col bacino inarcato e gli occhi chiusi si godeva la sua bocca non credendo alla fortuna che gli era capitata. Era intorno alla sessantina, ma da come era fornito e da come l’aveva duro non si sarebbe detto, le prese la nuca e le dettò il tempo.
Vidi Renata era in difficoltà, non riusciva ad assecondarlo perché quello spingendo quasi la soffocava, così lei gli tolse le mani e lo allontanò quel tanto da poter riprendere fiato.
Nel frattempo lui le aveva aperto la camicetta e ora le strizzava i capezzoli facendola gemere forse anche dal male, ma a lei piaceva che lo si facesse e infatti si contorceva mugolando.
«Sto per venire troia, ora ti sborro in gola» disse lui arrapatissimo.
«No!» Risposi, «non sborrarle in bocca, vienile sul seno.»
Nel momento in cui quello glielo tirò fuori dalla bocca per prepararsi a sborrare sul seno Renata sentì che le stavo venendo dentro e eccitata dal fatto che anche quello cominciò a schizzarle addosso ebbe un orgasmo incredibile e ci mancò poco che da tanta goduria non si fosse lasciata cadere per terra.
Appena finito, il nostro “amico” prese un fazzoletto e si ripulì il cazzo, poi una volta finito se lo rimise nei pantaloni, poi con un dito raccolse un po' della sborra versatale addosso e glielo mise davanti alle labbra che lei aprì: «grazie» disse, «siete stati meravigliosi, spero di rivedervi.» E si allontanò.
Era la prima volta per noi ed eravamo costernati da quanto accaduto, imbrattati entrambi di sperma e non avendo nulla con cui pulirci, rassettammo gli abiti, lei riallacciò la camicetta nascondendo il seno ricoperto di sperma e pure io sporco di sperma e di liquido vaginale non potei far altro che tirarmi su mutande e calzoni e raggiungere l’auto per far ritorno a casa.
Dopo aver buttato i panni in lavatrice ed esserci docciati, seduti sul divano parlammo di quanto avvenuto e appurato che la cosa aveva intrigato entrambi decidemmo che questa era un’esperienza che andava rivissuta: «non hai idea di quanto mi sia eccitata quando mi ha detto che ero una troia e che voleva sborrarmi in bocca, ero talmente eccitata che se non fosse stato per te l’avrei lasciato fare.»
«Ti saresti fatta sborrare in bocca da uno sconosciuto?»
«Amore lo sai che in quei momenti non sono più io, hai visto come sono venuta? Ho perfino pensato che mi fossi pisciata addosso. Dio mio, non ho mai goduto così tanto in vita mia.»
Cercammo più volte l’occasione di ripetere quella serata ma non ci capitò più e per questo decidemmo di vedere se su internet trovavamo qualcosa che ci permettesse di ricreare quell’esperienza vissuta e ci riuscimmo.
Aprimmo un sito per scambio di coppie dove in un blog si indicavano luoghi per carsex, parcheggi, fiumi ecc., non c’era che da scegliere.
Renata, vista la bella stagione decise per i fiumi. La scelta sembrò per entrambi la migliore in quanto intorno a noi era facile raggiungerli e come prima scelta decidemmo per il Ticino perché stando a quanto leggemmo c’erano posti dove poter fare nudismo e non solo, così il sabato successivo ci andammo.
Dovemmo camminare un bel po' prima di raggiungere quella spiaggia visto l’uso che se ne faceva, camminammo lungo un sentiero in mezzo al verde e quando ormai le speranze di trovarla si stavano affievolendo arrivammo.
Ci accorgemmo subito che il posto si prestava a ciò che avevamo in mente, solo che non c’era nessuno e pensammo di aver sbagliato posto.
Eravamo lì stesi al sole ormai sfiduciati, non c’era anima viva sconfortati per la giornata sprecata, non trovare nessuno col quale ripetere l’esperienza al parco per la quale tanto ci eravamo dati da fare ci abbassò il morale, ma soprattutto ero dispiaciuto per mia moglie che non vedeva l’ora di poter ripetere la performance vissuta al parco. Eravamo sul punto di andarcene quando d’improvviso sentimmo rumori di ciottoli calpestati e di passi in avvicinamento che ci fecero sperare.
Immaginate come ci restammo male quando sentimmo i passi dietro la siepe in cui eravamo allontanarsi: chiunque fosse non si era accorto della nostra presenza.
Mi alzai e lo vidi, era un ragazzo in costume da bagno con uno zaino in spalla e vedendolo allontanarsi mi venne spontaneo fare una grossa risata per attirare la sua attenzione, cosa che ebbe successo. Quello si fermò e si voltò indietro, ma non vedendo nessuno rimase fermo in attesa di sentire qualcosa che gli permettesse di individuare la provenienza della risata, così dissi a Renata di farne una anche lei in modo da fargli sentire c’era pure una donna. Renata non si fece pregare e dalla sua gola scaturì una risata altisonante e l’escamotage ebbe l’effetto voluto, il ragazzo sentendo le risa di una donna tornò sui suoi passi dirigendosi nella nostra direzione.
Contenti per l’esito positivo ci scambiammo un segno d’intesa: lei prese una rivista e sdraiata a pancia in giù fece finta di scorrere le pagine mostrando nel frattempo il suo magnifico culo impreziosito dal minuscolo perizoma brasiliano mentre io steso accanto commentavo ciò che lei guardava.
Giunto da noi il tipo sembrò sorpreso di trovarsi di fronte una così bella figa, ci salutò e avendo ricevuto la nostra risposta al suo saluto si guardò intorno cercando un posto adatto dove mettersi.
Era un giovanotto sui trent’anni con un fisico piacente e nell’insieme risultava essere un bel tipo.
Dopo essersi guardato intorno ci chiese se non ci desse fastidio se si fermava lì accanto visto che in quel punto di sabbia ce n’era parecchia.
Guardai Renata e fu lei a rispondergli e gli disse di mettersi dove voleva che a noi non dava alcun fastidio, ma precisò che noi avevamo scelto quel posto per stare tranquilli e poter metterci in libertà, cosa che se a lui non andava si sarebbe dovuto mettere da qualche altra parte.
«No no» rispose lui, «anche a me piace fare naturismo, è per questo che vengo qui, ci mancherebbe.»
«Bene! Allora puoi rimanere.»
Dallo zaino tirò fuori l’asciugamano e come speravo lo mise poco distante dai piedi di quello di Renata. Era sgamato il ragazzo, da lì aveva il paradiso di mia moglie a portata di mano, non gli restava che attendere che lei aprisse un po' le gambe e avrebbe avuto la possibilità di vedere il gonfiore della sua intimità semicoperta dal minuscolo perizoma. Al solo pensarlo dovetti nascondere l’erezione che subito arrivò prepotente.
Una volta sistematosi mi guardò e visto che ero completamente nudo si sfilò anche lui il costume mostrando un cazzo che nonostante fosse a riposo ostentava delle misure importanti. Accortosi di aver attirato la nostra attenzione con fare disinvolto prese dallo zaino un libro e sdraiatosi a pancia in giù verso mia moglie prese come noi a far finta di leggere.
Si vedeva benissimo che del libro non gliene fregava un cazzo, da sopra al libro il suo sguardo era rapito dal culo di Renata che sapendosi guardata iniziò a muoversi e spostarsi sul telo in modo che muovendosi menava il culo di qua e di là accrescendo l’attenzione su di lei.
Ero a mille, e lei pure. Il giovane non era male e dal modo di fare di lei pareva proprio andargli a genio.
Non era un palestrato ma a fisico non aveva nulla che non andasse anche se a Renata tutto questo interessava relativamente, a lei che importava più di ogni altra cosa era la situazione che si stava creando consapevoli di aver trovato un complice con cui giocare.
Doveva essere il tipo giusto vista l’intraprendenza dimostrata per ottenere il permesso di fermarsi accanto a noi.
Renata conscia e già entrata nella parte si voltò a pancia in su, ci scambiammo un segno d’intesa e mi disse di spalmarle addosso un po' di protezione solare.
Incominciai a frizionarle le spalle, poi più giù fino a spalmarle il seno scendendo le lambii il bordo del perizoma.
«Te lo devo slacciare sennò te lo ungo tutto d’olio.»
Lei assentì e una volta slacciati i laccetti laterali sollevò il culo in modo che lo potessi sfilare.
Quel gesto mi fece arrapare all’inverosimile e non feci niente per nascondere la mia erezione che lui guardò in silenzio. Ripresi a spalmarle l’olio passando con le dita unte sul pure completamente depilato e lei consapevole di avere la sua attenzione allargò le gambe permettendogli di guardarle la figa già umida di umori.
Era la prima volta che si mostrava completamente nuda a un estraneo mostrandogli la sua intimità e l’adrenalina prese a salire, mi sentivo bruciare dentro, mi voltai e lo vidi col cazzo in mano arrapato e rapito dalla visione che aveva di fronte.
Mi ripresi e la feci mettere a pancia in giù, spruzzai dell’olio sulla schiena e un bel po' sopra e tra chiappe, poi presi a spalmarlo.
Ero così eccitato da non riuscire più a trattenermi, così ruppi gli indugi e incominciai a passare con le dita tra i glutei sfiorando e soffermandomi sull’ano che a tratti premevo col dito come a volerla penetrare senza che lei si opponesse, più giù le palpai la figa e lei al contatto con le dita sollevò il culo come a volersi dare e certo non mi feci pregare, era talmente bagnata che se anche non avessi avuto le dita unte d’olio sarebbero entrate dentro senza nessuna resistenza.
Accettò la penetrazione con un gemito di piacere voltandosi verso lo sconosciuto per guardarlo. Quello se ne stava seduto a un metro di distanza col cazzo svettante nella mano e se lo accarezzava. Accertato che quello apprezzava sollevò il culo e mi incitò a farla godere.
Questo mi fece perdere la testa e intanto che la toccavo me lo presi in mano e senza vergogna mi misi a menarmelo.
Anche lui fece lo stesso, avvicinatosi ulteriormente e eccitato come un riccio le mostrò quanto l’avesse duro. L’aveva lungo quanto il mio ma in grossezza non c’era paragone, era parecchio più largo, circa una volta e mezzo il mio e mi eccitai un casino nel pensare che Renata se lo prendesse e al solo pensarlo le cacciai dentro le dita estrapolandole un lungo gemito di piacere: «che fai!» Disse con voce piena di voglia.
«Sss» feci io, «stai buona, non sei la sola ad avere voglia, guarda come ce l’hai fatto venire duro.»
Ci guardò entrambi con occhi pieni di voglia e mentre a malincuore sentì le mie dita uscirle da dentro guardai il ragazzo e gli strizzai l’occhio rendendolo mio complice, cosa che lo rese felice.
Lo sguardo di lei però si soffermò sul suo cazzo, ma era normale che fosse così, era lui la novità non certo io e quel cazzo per lei ora era il centro del mondo.
Mi chiese di passarle la boccetta dell’olio e quando lo feci si mise a spruzzarselo addosso.
Se ne stava seduta dinnanzi a lui e si spruzzò l’olio sulle gambe per poi mettersi a frizionarle spargendo l’olio partendo dal basso per poi lentamente con gesti studiati risalire fino a raggiungere l’attaccatura tra le cosce, lo guardò dritto negli occhi e allargate le gambe si mise a toccarsi l’intimità leggendo il piacere che lui provava nel guardarla, e eccitata si cacciò dentro le dita come a volerlo sfidare iniziando eccitata a sditalinarsi di fronte a lui facendolo uscire di testa.
Le piaceva vedere l’effetto che ottenne leggendogli la goduria nei suoi occhi e il viso stravolto dalla voglia di averla, la bramosia con la quale la guardava eguagliava i movimenti della mano e il modo forsennato con cui se lo menava e questo la eccitò al punto che perse completamente ogni freno inibitorio e si mise a masturbarsi con voglia sempre più crescente.
Tenendosi aperta la figa con le dita affusolate e le unghie smaltate di rosso si cacciava dentro le dita dell’altra mano infilandosele tra le labbra fradice di desiderio mugolando di piacere.
Arrapato come un mandrillo quello si tirò su e avvicinatosi ulteriormente quasi a toccarla prese in mano il cazzo e scappellatolo le mostrò la cappella perlacea lucida di liquido pre eiaculatorio e sportosi col bacino verso lei si mise a menarselo con foga incredibile.
Renata non aveva occhi che per il suo cazzo, sembrava come se volesse allungare la mano e impossessarsene, lo desiderava, ed ero certo che nei suoi pensieri immaginava di averlo dentro e che la faceva godere come una troia, lo capii da come lo guardava trasognata e non ci volle molto perché raggiungesse l’orgasmo.
Pure io non resistetti a vederla venire e sborrai quasi senza accorgermene.
D’accordo giocare e fare un po' di trasgressione, ma non immaginavo che potesse spingersi a tanto ed ero felice che fosse successo, finalmente mi aveva mostrato quanta porcaggine avesse dentro, la troia che era in lei aveva preso il sopravvento tanto che non mi sarei stupito se ora si spingesse oltre e glielo prendesse in mano come aveva fatto al parco con lo sconosciuto: Dio come lo speravo.
In quel mentre sentimmo dei sassi muoversi, c’era qualcuno che si stava avvicinando, facemmo appena in tempo a risistemarci perché poco dopo ci passò dinnanzi una coppia che vedendoci fece un cenno di saluto tornando sui loro passi.
Quest’episodio però spezzò l’atmosfera che si era venuta a creare raffreddando gli animi, ma visto che il ghiaccio s’era rotto dissi al tipo di venire a stendersi accanto ai nostri per poter scambiare quattro chiacchiere e chiedergli informazioni del posto in cui eravamo.
Fu così che venimmo a sapere che quel luogo era solitamente frequentato da coppie trasgressive in cerca di altre coppie o di singoli coi quali giocare. Quando gli dicemmo che per noi quella era la prima volta e che non avevamo nessuna esperienza di quel genere parve entusiasta.
Rasserenati dal fatto che se anche qualcuno ci avesse visto giocare con lui ci avrebbe preso per una di quelle coppie e non avremmo suscitato scandalo.
Visto il caldo cocente andammo tutti e tre a rinfrescarci al fiume e una volta fatto tornammo a stenderci e a asciugarci al sole.
Una volta asciutta Renata mi chiese di metterle ancora un po' d’olio protettivo, ero in procinto di farlo quando d’istinto mi venne di allungare la confezione d’olio al tipo chiedendogli se gli andava di farlo lui.
Renata si voltò a guardarmi stupita ma non disse di no, era evidente che la cosa intrigava lei quanto me, si lasciò andare a pancia sotto in attesa che lui le spalmasse addosso l’olio.
Dal viso di lui traspariva la gioia sapendo che tra poco avrebbe avuto la possibilità di poterla toccare e iniziò a spruzzarle d’olio le gambe, poi prese a spalmarle. Si vedeva lontano un miglio che non doveva essere la prima volta, sembrava un professionista, lento nei movimenti e senza fretta massaggiò le gambe dal basso verso l’alto come se l’accarezzasse facendola sentire bene.
Vederla palpata da mani estranee il cazzo mi venne subito duro e non ero il solo ad averlo in tiro, quello l’aveva duro pure lui tanto che sembrava volesse sfidare la gravità, mi misi accanto a loro per vedere cos’avrebbe fatto una volta arrivato all’attaccatura tra le gambe.
Quando l’ebbe raggiunta Renata per agevolargli i movimenti allargò le gambe e in quella posizione sapeva bene di aver messo in mostra la figa, ma era proprio questo che entrambi volevamo, ora non restava che vedere cos’avrebbe fatto lui.
Vederle la figa lo colpì, continuò a massaggiarle l’inguine sfiorandola, mi guardò e come a volermi sfidare posò le dita sulla topa e prese a massaggiarla.
Vedendola restare immobile lasciando che quello le toccasse la trifola mi fece arrapare così tanto che inizia a toccarmi davanti a lui senza nessuna vergogna e lui vedendomi farlo prese ancora più coraggio e iniziò a premere sulla fessura fino a che le cacciò dentro le dita facendola gemere di piacere. Renata sentendosi penetrare sollevò il culo come a pregarlo di mettergliele dentro a fondo, e lui lo fece.
L’atmosfera si era fatta così calda che tutti e tre facevamo fatica a trattenere la libidine, era così tanta l’adrenalina che la si poteva tagliare a fette, Renata non ce la faceva più, ora voleva solo godere, e io pure.
Lo smanettare delle sue dita dentro e fuori dalla vagina la fecero iniziare a guaire come una cagna in calore e sollevato ancora di più il culo lo incitò a farla venire.
Il ragazzo non si fece pregare e continuò imperterrito fino a che con versi animaleschi Renata raggiunse l’orgasmo tremando e contorcendosi.
Bastò quel poco a Renata per farla godere, l’orgasmo la lasciò tremante sul telo da spiaggia sopraffatta dal piacere e momentaneamente appagata.
Tanto intenso era stato il piacere di lei che quando le dita di lui uscirono dalla figa la pelle delle dita era rattrappita come quando si tengo a lungo immerse nell’acqua, e non pago gli si stese affianco e poggiò il cazzo sulla chiappa. Appena lo sentì, Renata allungò una mano e lo strinse, lo tastò godendo nel sentire quanto fosse grosso e duro e voltò il capo per guardarlo e ammirare quanto ben di Dio avesse a disposizione.
Doveva proprio piacerle perché cambiò posizione e una volta voltata lo prese nuovamente in mano e iniziò a menarglielo mentre d’istinto allargò le gambe perché tornasse a toccarla, cosa che lui fece iniziando nuovamente a masturbarla.
Le doveva davvero piacere tutto ciò perché lo stavano facendo come se si conoscessero da tempo, tanto erano naturali i loro gesti.
Eccitata all’inverosimile davanti a quel cazzo giovane che le vibrava in mano si piegò verso lui e avvicinatasi col viso socchiuse le labbra e gli lambì la cappella tirò fuori la lingua e gli diede un colpo di lingua, poi sollevò lo sguardo e guardandomi fu come se mi dicesse “guarda cosa sto per fare” poi si mise a succhiarlo alternando le lappate al tronco per scendere fin sotto ai coglioni che leccava e si prendeva in bocca per poi risalire insalivandogli l’asta e giungere infine sulla cappella avida della sua bocca che lei in un colpo ingoiava come fosse una cosa che fosse indispensabile alla sua sopravvivenza.
Era tutta intenta a dare e ricevere piacere quando di colpo dovetti interromperli, sentii dei passi che si avvicinavano e li avvisai.
Era la coppia di prima, arrivarono da noi, ci guardarono e visto che non facevamo nulla se non prendere il sole se ne andarono. Sicuramente erano tornati curiosi di vedere se e cosa stavamo facendo, sperai non tornassero più.
Una volta allontanati vidi la delusione sui loro visi e così suggerii a Renata di fare qualcosa prima che al ragazzo gli scoppiassero i coglioni per la voglia repressa.
Sorrisero entrambi alla mia battuta e lei voltatasi a guardarlo gli chiese se fosse vero quello che avevo appena detto.
«Be sì» rispose lui prendendosi in mano i coglioni.
«Perché questa volta non glielo glie lo metti tu un po' d’olio, vediamo se sei brava quanto lui.»
Sorrise alla proposta, prese l’olio e glie lo spruzzò sul petto poi si accovacciò accanto e prese a spalmarlo.
Raggiunto il basso ventre con una mano afferrò il cazzo e tenendolo in mano lo spostò di lato per oliargli il pube, poi scese e gli afferrò i coglioni, li soppesò e prese a massaggiarli con maestria.
Il cazzo seppur tenuto stretto nella mano sussultava dalla voglia e lei guardandolo fu fiera dell’effetto che gli faceva.
«Mamma mia quanto è duro» disse tutta contenta.
«Forse ha voglia di venire, tu che dici» dissi io.
«Hai così tanta voglia?» Gli chiese.
«Mi stai facendo impazzire» le rispose arrapato come un riccio.
“Che troia” pensai, le si leggeva in viso la voglia di farsi riempire da quel ragazzo, se solo non fossi stato lì se lo sarebbe già scopato e dal desiderio aveva iniziato a menarlo facendomi eccitare come un ragazzino tanto che presi a menarmelo anch’io, lei mi guardò e sorrise nel vedermi così eccitato.
Non avrei mai immaginato che fosse così porca e dovetti smettere di toccarmi perché altrimenti sarei venuto.
Ora le si era sdraiata addosso e appoggiata con la mano accanto al suo fianco e il viso vicinissimo al cazzo, gli tirò giù il prepuzio per vedere da vicino la grossa cappella umida e violacea, la guardò per qualche istante con così tanta ammirazione che sembrò volesse ingoiarla. Diede qualche colpo di lingua e subito dopo la avviluppò con le labbra facendosela sparire in bocca.
Quello emise un verso di piacere quando sentì il calore della sua bocca, le mise una mano sulla nuca come a pregarla di non smettere, mentre con l’altra le palpava i glutei lambendo con le dita la figa fradicia di umori.
Non passò molto e Renata si accorse che il ragazzo era in procinto di venire perchè gli si contorceva sotto come un serpente, sentì il cazzo indurirsi ancora di più facendole capire che era giunto il momento.
Sollevò la bocca e prese a leccargli il frenulo mandandolo letteralmente in estasi fino a che quello con un filo di voce le disse che stava per venire.
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che il primo schizzo le finì in faccia, lei allora continuando a menarglielo diresse gli schizzi sul seno continuando a menarlo fino a che non gli vuotò i coglioni, con le dita lo strinse alla base e scorrendo verso l’alto gli fece uscire l’ultima goccia, solo allora si sollevò restandogli accanto.
Era letteralmente ricoperta di sperma, talmente densa che sembrava le avessero spruzzato addosso del vinavil da quanto fosse bianca e compatta.
«Contento?» Gli chiese sorridendogli, «ti fanno ancora male?»
Quello ancora intontito manco le rispose, stordito dall’abbondante venuta.
Gli prese ancora il cazzo e lo sollevò, vide che sulla punta c’era ancora la goccia di sperma si abbassò e la raccolse con la punta della lingua e l’assaporò manco fosse un gelato felice della performance appena conclusa.
Quando si mise in piedi lo sperma le rimase appiccicato addosso, abbassò il viso per guardarsi e eruppe in una risata: «Santo Dio, ma neanche un cammello viene così abbondantemente.»
Dal mento le colava il primo schizzo che aveva ricevuto in viso, presi il telefonino e le scattai una foto, non potevo non farlo, sarebbe stato per sempre il ricordo di quella splendida giornata.
Prese dalla borsa dei fazzolettini e si ripulì alla bene e meglio accorgendosi lei stessa di quanto denso il nettare che le ricopriva il seno.
Accortasi che le guardavo, col dito ne raccolse un po' e lo portò alle labbra assaporandolo: con me non l’aveva mai fatto.
Si fece tardi ed era ora di andare a casa, sistemammo le cose negli zaini e rivolto al ragazzo gli dissi che il sabato venturo saremmo stati di nuovo lì.
«Bene» rispose quello, «sabato sarò libero e quindi sarò qui anch’io.»
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