Emma, milf di fine anno
by BullazVu: 625 fois Commentaires 3 Date: 27-02-2021 Langue :
Non so perché ma sono sempre stato attratto dalle milf: sarà forse per via della consapevolezza del loro essere donna, per il modo di vestire provocante e mai volgare o per la classe che hanno. Non riesco a spiegarvi i motivi ma, credetemi, le donne più grandi di me riescono a suscitarmi grande sfascino. Per via di questa mia, definiamola, passione, di tanto in tanto, frequento qualche locale dove ci sono serate in cui le milf abbondano. In particolare in estate, mi piace andare in una disco costruita sul mare in cui, dopo un’apericena, è possibile ballare non a tarda ora permettendo quindi, anche a chi deve lavorare, di trascorrere qualche ora spensierata. Il posto in questione è carino, pulito, illuminato bene, mai troppo caotico. In queste mie “scorribande” vado quasi sempre in solitaria per avere massima libertà di movimento in caso la fortuna mi assista. Solitamente, non essendo un play boy, non ottengo un gran successo ma, ogni tanto, i miracoli accadono. Come consuetudine, ero bordo pista sorseggiando un drink mentre pensavo ad una strategia per poter iniziare a ballare senza passare da sfigato. Noto un gruppo di donne che tra di loro ballavano e dal tono di voce e dei movimenti capii subito che erano brille ed i cocktail che stavano bevendo avevano iniziato il loro effetto. Tra di loro la mia attenzione è stata catturata da quella che poi scoprirò chiamarsi Emma. Tubino bianco corto che lasciava poco spazio all’immaginazione, scarpe con tacco, cavigliera, abbronzatura super ed un seno favoloso(una terza o quarta davvero importante). Decido di passare all’azione e mi metto a ballare vicino a loro. Nel muovermi, tatticamente, mi scontro con Emma alla quale chiedo immediatamente scusa. Il clima goliardico della serata tra amiche mi contagia e resto un’po’ a ballare con loro. Rivolgo subito dei complimenti ad Emma che diventa immediatamente rossa mentre le amiche iniziano a ridere contente perché ancora riescono a far colpo su un ragazzo giovane. Dopo qualche ballo, mi commiato da loro e l’indomani inizio una accurata ricerca su facebook cercando di ritrovare il gruppo di amiche tra le foto della serata del locale. Rintraccio una di loro, e con tecniche da hacker russo, riesco a trovare anche il profilo di Emma che prontamente aggiungo. Dopo qualche ora la mia richiesta d’amicizia viene accettata e trovo questo messaggio in chat: “Oddiooo, se veramente te, che imbarazzo ieri sera”. Io le rispondo che erano simpaticissime rinnovandole altri complimenti. Nel frattempo i giorni passano, qualche buongiorno e poche altre parole via chat, scandiscono la conoscenza virtuale con Emma. Una sera, rientrando prima dal lavoro ed avendo tempo libero, decido di invitarla per una passeggiata al mare. Lei risponde affermativamente. “Ho avuto una giornata pesante, due passi al mare e due risate ci vorrebbero proprio”. Ci accordiamo e passo a prenderla a metà strada. Arrivo al punto stabilito dell’incontro e lei era vestita cosi: tacco, jeans aderente con qualche strappo, maglia bianca che metteva in evidenza il suo seno fantastico. In macchina, con molta fatica riesco a tenere l’attenzione sulla strada, distratto dalle sue gambe, dal profumo e dalla sua abbronzatura ancora brillante nonostante l’estate sia praticamente finita. Al mare, il caos dei giorni d’agosto è un ricordo. Poche macchine, qualche coppia, qualche anziano fortunato che può godersi la pensione in riva al tirreno animano la litoranea. Chiaccheriamo in modo piacevole, variando dal lavoro ai locali. Decidiamo di sederci lungo una delle discese che conducono al mare e li mi disse che aveva un dolorino al collo. A quel punto colgo la palla al balzo offrendomi per un piccolo massaggio. Al suo “si”, inizio a massaggiarle la nuca ed il collo, una cosa che, tra l’altro, adoro. Sarà stato il massaggio, il rumore del mare, le stelle o il suo profumo, fatto sta che oltre al massaggio le dico qualcosa di carino all’orecchio e le bacio il collo. Baci piccoli, piccoli morsi, il lobo del suo orecchio diventa una ossessione per me. Lei resta li, si gode, il mio trattamento, fino a girarsi per poi baciarmi. Un “ma che cosa stiamo facendo” di circostanza interrompe il legame che si era instaurato tra le nostre lingue. Mentre era di schiena appoggiata a me, sente la mia erezione, e, dopo averci passato, in modo sapiente ed ammaliante la mano, mi sussurra “complimenti”. Decidiamo di spostarci in macchina in un posto più tranquillo in modo da conoscere meglio i nostri corpi. Il tempo tiranno tuttavia, dopo poco, ci costringe ad andare via. L’indomani, per entrambi, la sveglia sarebbe stata molto cattiva costringendoci ad alzarci all’alba. Causa il lavoro ed impegni vari la prossima uscita è stata sempre rimandata fino a quando persi completamente la speranza di rivederla. Passata l’estate e l’autunno arrivò l’inverno e con questo le festività natalizie e di fine anno. Come sempre, la sfortuna che mi accompagna non mi lasciò nemmeno per il Natale, e cosi mi ritrovai a fine anno impegnato a lavorare. Il 31 dicembre, dopo una mattinata di caos assurdo, terminai le ultime cose senza riuscire ad organizzarmi con gli amici per il veglione. Il morale era sotto i tacchi per dover passare il fine anno in solitudine ed una emicrania completò il quadro. Decisi di trascorrere almeno il pomeriggio fuori girando per una città completamente avvolta nella nebbia con una pioggerellina ed un freddo che penetravano nelle ossa. Vista l’antifona, ripresi la macchina per far ritorno verso casa, quando ad uno dei tanti messaggi copia e incolla che avevo inviato per augurare buon anno rispose Emma. “Ciaooo, come stai, questa sera dove andrai a fare danno?”. Le mandai un vocale dicendo che non avevo nulla in programma e le chiesi se potevo offrirle un drink per scambiarci gli auguri. Mi risponde “ok, ma io stasera alle 21 sarò con le mie amiche, mi devo preparare, ci metto tempo a farmi bella, passa da me, lo prendiamo qui il drink.” Lessi diverse volte il messaggio, un’po’ incredulo. Quando capii che era tutto vero, mi diressi come un missile verso casa sua. L’emicrania ormai sembrava essere un ricordo, in testa avevo solo la voglia di rivedere Emma. Arrivo da lei, la trovai vestita con dei pantaloni neri attillati ed un maglia larga con il seno che, vuoi o non vuoi, faceva intuire la sua presenza. Iniziammo a discorrere sorseggiando un prosecco sul suo divano in pelle nera mentre fuori la pioggia diventava sempre più insistente. Ad un tratto lei mi disse:”Senti ma posso riavere ancora una volta il tuo massaggio?”. Non terminò nemmeno la frase e le mie mani furono sul suo collo. Questa volta passarono solo pochi secondi e le nostre labbra si cercarono avidamente. Io, complice la situazione, ero molto eccitato e lei mi sbottonò i pantaloni iniziando a masturbarmi in modo sapiente. Mentre muoveva la sua mano le nostre lingue erano attorcigliate in modo indescrivibile. D’un tratto si sfilò i pantaloni e salì sopra di me. Aveva indosso ancora un perizoma di pizzo, la maglia, ed io ero completamente vestito. Iniziò a cavalcarmi con una veemenza che non mi aspettavo. In quel momento era concentrata su se stessa, saltava su di me come se non ci fossi. Ero il suo toy boy, emetteva grida di piacere man mano che diventava sempre più calda. Dopo qualche minuto inarcò la schiena ed un orgasmo scosse il suo corpo. A quel punto mi prese il viso con entrambe le mani e mi bacio con tale passione quasi a ringraziarmi per l’orgasmo. Terminato il bacio la spogliai e mi spogliai. Finalmente potevo ammirare in tutto il suo splendore il seno. Sodo, capezzoli chiari e turgidi che iniziai a leccare famelico come un neonato che cerca il latte dalla mamma. Poi passai alle sue intimità dove in maniera forsennata feci navigare la mia lingua mentre le sue mani spingevano la mia testa dentro la sua vagina. Immaginate la scesa, una piacente donna, con le giuste curve, a gambe divaricate su un divano in pelle nera ed un ragazzo di 30 anni intento a leccarle la vagina con veemenza. Appena raggiunse, di nuovo, l’orgasmo decisi di penetrarla. Il suo viso era completamente paonazzo ma era ancora vogliosa di godere con me. Iniziai a sbatterla con forza, le sue tette sobbalzavano ad ogni colpo fin quando, in breve, feci una schizzata che le riempi la pancia con il mio sperma. Presi la mia camicia e pulii il mio sperma, il mio pene era ancora duro e decisi di continuare la penetrazione. Restò sorpresa, ed un poco anche io, ma avevo ancora voglia di lei. Ero sopra di lei e mentre la infilzavo con il mio pene turgido cercavo la sua bocca e le sue tette alternandomi senza pace. Sentivo che stavo nuovamente per provare piacere ed appena estrassi il mio pene dalla sua vagina completamente bagnata, me lo prese in mano ed inizio a farmi di nuovo una sega dove resistetti solo pochi secondi. Le ricopri di sperma la mano. Il mio liquido bianco scivolò sul suo braccio, di nuovo sulla pancia e ricordo ancora oggi, il suo sorriso ed il suo piacere. Non so come sia stato possibile ma ancora non mi bastava. Lei si alzò per andare in bagno a ripulirsi visto che era praticamente piena di sperma. Come si alzò mi gustai il suo corpo completamente nudo e in automatico iniziai a masturbarmi da solo. Emma si abbassò a raccogliere il perizoma e la vista di lei a 90 gradi davanti a me, mi fece scattare di nuovo voglia di possederla. Mi alzai, la presi, la portai vicino il muro e la misi a 90. La sua mano sporca di sperma era appoggiata alla parte, qualche goccia del mio liquido che aveva sulla pancia stava cadendo per terra ed io la penetrai di nuovo. Una mano era sul suo fianco l’altra sul seno destro come per reggerla e farle sostenere i miei duri colpi. Il suono dei nostri corpi che si univano riecheggiava per tutta la stanza finchè non venni per la terza volta bagnandole schiena e glutei. “Ora basta sei incredibile, mi hai messa ko”mi disse. Si girò, ci baciammo dolcemente, e la vidi andare in bagno nuda, oscenamente coperta dalle mie bianche gocce di piacere.
Parafrando Jerry Calà: “31 dicembre, strano, ma bello”