Triangolo isoscele storia di una vendetta (parte seconda)
by AurelianoGesehen: 400 Mal Kommentare 1 Date: 02-04-2020 Sprache:
I miei incontri con Nadia ed Alberto erano oramai diventati abituali tanto che ci vedevamo stabilmente almeno una volta a settimana.
Oramai la nostra amicizia aveva travalicato la camera da letto ed era diventata profonda tanto che avevamo organizzato alcuni fine settimana insieme e con Alberto avevamo iniziato anche un rapporto di collaborazione professionale.
Ero diventato quale terzo stabile che loro cercavano e il tutto tra noi aveva preso la via di una routine seppur nella massima sensualità.
Devo dire che anche da parte mia trovavo sempre piacevole la loro compagnia anche perché il nostro rapporto non era certo morboso.
Nadia ed Alberto vedevano occasionalmente anche qualche altro singolo mentre io mi dedicavo alle mie vecchie e nuove amicizie, il tutto nel giusto clima di malizia ed erotismo che sempre pervadeva i nostri incontri.
Il destino però aveva riservato alla nostra amicizia una svolta inaspettata.
Un giorno mentre mi trovavo in ufficio intendo a redigere un atto, ricevetti una telefonata di Nadia. Oramai la mia segretaria era abituata a ricevere quelle telefonate e d’altro canto il rapporto di amicizia che mi legava con Nadia ed Alberto non era un segreto per nessuno, se mai era celato il fatto che si estendeva anche alla camera da letto, e così mi passò la chiamata senza dare molta attenzione al tono di voce roco ed esasperato di Nadia.
Appena alzai la cornetta subito Nadia si lascio andare ad alcuni singhiozzi tanto che la esortai a calmarsi e le chiesi cosa fosse successo
Fra le lacrime e le frasi spezzate Nadia mi rivelò che aveva scoperto che Alberto da tempo aveva un’altra e che lei aveva casualmente scoperto tutto.
Nadia, infatti, quel pomeriggio era stata fermata da una pattuglia della polizia e mentre cercava i documenti della macchina aveva trovato la ricevuta di pagamento di un noto motel della provincia di Brescia.
Arrivata a casa aveva poi setacciato il computer di casa ed aveva scoperto il tradimento di Alberto con una collega di lavoro molto più giovane di lui che si chiamava Luisa.
Alberto, in quella chat rinvenuta da Nadia, confidava a Luisa che si era innamorato di lei, che la moglie oramai era fredda nei suoi confronti e che avrebbe voluto cominciare tutto con lei.
Dentro di me pensavo che fossero le solite frasi di un uomo che vuole fare una scappatella ma Nadia mi rivelò che quella relazione orami procedeva da un paio di mesi e che anche il viaggio di lavoro che Alberto aveva fatto il mese prima era una scusa per una fuga d’amore con Luisa.
Cercai di tranquillizzare Nadia e riuscii un poco a calmarla invitandola a bere qualcosa per il pomeriggio successivo.
L’indomani Nadia si presentò verso le 4 del pomeriggio ed andammo in un bar vicino al mio ufficio per parlare e farle sfogare la delusione per il tradimento di Alberto.
Con mia grande sorpresa Nadia non aveva più l’atteggiamento ferito ed abbacchiato del giorno prima, ma sembrava una tigre pronta all’assalto, e senza mezzi termini mi disse:
“ieri on ho detto nulla ad Alberto, e non ho fatto capire che so del suo tradimento”;
“Bene”, risposi “vedrai che è solo una scappatella. Alberto è sempre molto innamorato di te”;
“Non hai capito”, mi disse “non lascio perdere, la deve pagare!! Voglio vendetta e tu mi devi aiutare!!”;
A questo punto protestai “Nadia è meglio se io rimango fuori da questa faccenda, sono cose vostre personali, che dovete risolvere tra voi!”;
“No! Mi devi aiutare e se non lo fai non mi vedrai mai più e farò in modo di far sapere ai tuoi clienti come ti diverti la sera!!”.
Rimasi alquanto stupito. Capivo che Nadia fosse molto ferita ma non comprendevo cosa volesse da me. Forse una vendetta contro tutto il genere maschile, o forse il mi aiuto se non lo avrebbe avuto come amico lo avrebbe preteso con il ricatto.
“Nadia ci devo pensare! Vieni nel mio ufficio domani nel pomeriggio che avrai la mia risposta”.
Quella notte fu abbastanza agitata. Aiutare Nadia avrebbe voluto dire porre fine all’amicizia con Alberto e alla nostra collaborazione lavorativa, non aiutarla avrebbe comportato la fine della mia carriera professionale.
Presi quindi la mia decisione. Avrei aiutato Nadia ma questo le sarebbe costato!! Avrebbe avuto la sua vendetta ma al mio prezzo!!
Il giorno dopo ricevetti Nadia nel mio ufficio.
Lei si presentò puntualmente, la segretaria la fece passare e congedai la mia assistente mandandola a fare una piccola commissione in cartoleria.
Non volevo infatti che nessuno potesse origliare il patto che andavamo a siglare quel giorno.
La feci accomodare sulla poltrona e le dissi “Va bene Nadia ho deciso di aiutarti ma non lo farò per nulla!”;
“Cosa vuoi!” mi rispose senza un attimo di esitazione;
“A vendetta consumata per un giorno sarai totalmente mia e dovrai fare tutto ciò che ti dirò..senza alcuna opposizione e senza la possibilità di sottrarti da nulla!”;
Nadia non ebbe alcuna remora e rispose “Va bene! Come intendi procedere con Alberto!”;
“lascia fare a me. Avrai la tua vendetta e lui non potrà replicare nulla. Ora vieni qui suggelliamo questa intesa”.
Nadia avanzò verso di me...
Le aprii la camicetta mettendole in risalto i seni e le estrassi la mammella destra. Iniziai a succhiare avidamente il capezzolo che diventava sempre più turgido mente con la mano stringevo quello sinistro con una certa forza per provocarle del dolore.
La feci inginocchiare ai piedi della mia poltrona e mi slacciai la patta.
Estrassi il mio cazzo duro e Nadia si buttò avidamente con la lingua contro l’asta, riempiendosi la bocca con i coglioni e poi risalendo nuovamente a succhiare il cazzo ora completamente scappellato.
Le presi i capelli e le feci affondare il cazzo interamente in gola tenendola schiacciata fino a quando il respiro si soffocava in lei e poi facendola risalire per riprendere fiato salvo poi farla scendere ricadere nuovamente con il cazzo in gola in quella apnea che precede la venuta.
La tenni così con quel pompino profondo per una decina di minuti fino a quando sentii rientrare la mia assistente. Feci ricomporre Nadia che si risedette asciugandosi il trucco che oramai era sbavato su tutte le guance.
Dopo qualche minuto Nadia mi chiese “Allora quando?”
“Organizzo la cosa e ti farò sapere”, tu tieniti pronta.
Dopo due settimane chiamai Nadia e le dissi “E’ tutto organizzato per stasera. Devi mettere il blando sonnifero che ti dirò nella cena di Alberto. Lo terra quieto per circa un’oretta e quando sarà addormentato mi chiamerai al cellulare!”.
La sera stessa Nadia seguì con precisione le istruzioni che gli avevo dato e mise il calmante nella zuppa di verdura che aveva cucinato per Alberto, per poi telefonarmi.
Mi presentai a casa di Nadia accompagnato da altri due uomini.
Nadia fu alquanto stupita ma non fece alcuna resistenza.
Entrammo e li presentai “Ecco Giorgio e Luca due amici fidati, non preoccuparti faranno pieno silenzio di quello che accadrà qui stasera e non sono neppure di Brescia”.
Nadia rispose “Va Bene...Lui dorme ora si dovrebbe svegliare fra una ventina di minuti”.
Io, Giorgio e Luca prendemmo Alberto e lo portammo in camera da letto.
Presi le manette che avevo portato e legai Alberto ad una poltrona imbavagliandolo con una pallina che avevo comprato presso un sexy shop.
Andai in bagno e riempii una bacinella d’acqua fredda e la buttai in faccia ad Alberto legato alla poltrona.
Con fatica Alberto aprì gli occhi e la scena che gli si presentò lo fece scattare immediatamente tanto da far sobbalzare la pesante poltrona a cui era legato completamente nudo.
Sul letto Nadia era inginocchiata mentre Giorgio e Luca mascherati le davano entrambi il cazzo in bocca.
Anche io ero mascherato a bordo del letto e posizionavo il telefono e il bastone da telecamera in modo da registrare il tutto.
Chiaramente Alberto mi aveva riconosciuto dato che mi aveva visto nudo tante volte, ma la pallina posizionata nella sua bocca non gli permetteva di parlare ma soltanto di emettere rantoli e mugolii.
Da consumato regista dirigevo la scena che si svolgeva sul letto dove Nadia completamente nuda immergeva la testa sui cazzi dei miei amici passando da destra a sinistra per soddisfarli entrambi.
Feci mettere carponi Giorgio e Luca ed ordinai a Nadia di leccare il loro culo.
La lingua umida di Nadia seguiva la linea del buco del culo dei miei compagni che godevano visibilmente quando prendevo i capelli della troia e l’obbligavo ad inserirgli la lingua nello sfintere simulando una penetrazione anale.
Alberto era sconcertato ma anche visibilmente eccitato tanto che il cazzo gli si era gonfiato visibilmente vedere la moglie impegnata nei più sudici giochi da cagna.
Fu li che allora pesi un elastico e strinsi così i coglioni e la base del cazzo di Alberto in modo da fargli tenere il cazzo gonfio ed eretto ed impedire però la polluzione naturale.
Tutto ciò risultava alquanto doloroso ad Alberto che comunque godeva anche di quegli spasmi come ben si comprendeva dai mugoli che provenivano dalla sua bocca.
Mi diressi ancora verso il letto e tutti e tre iniziammo a scopare Nadia come la più fetida delle troie, e la sua figa rispondeva bagnata fradicia di umori godendo di ogni nostra aberrazione.
Giorgio iniziò subito dedicandosi alla vulva di Nadia Penetrandola con il suo cazzo mentre Luca si diresse verso il culo.
Aiutai Luca tenendo larghe le natiche di Natia mentre con il cazzo bagnato e largo la stantuffava con veemenza incurante di ogni attenzione.
Si sentivano i coglioni di Giorgio e Luca sbattere contro le pareti della figa e le natiche di Nadia mentre con il mio cazzo le riempivo la gola e quando le abbandonavo le labbra lei ripeteva sempre con meno voce “sono una cagna, una troia sfondatemi cazzo!!”.
Nadia venne ripetutamente schizzando in ogni dove la sua voglia mentre io Giorgio e Luca le riempivamo la figa del nostro sperma per pi tenerla richiusa con le dita in modo da conservare li all’imboccatura tutto il nostro seme.
Ma la vendetta progettata era solo all’inizio...
Il marito era sconcertato con il cazzo mostruosamente gonfio e stretto dall’elastico che gli impediva qualsiasi sfogo, ma visibilmente eccitato dall’aver visto la moglie trattata da lurida puttana come aveva sempre desiderato.
Una volta riempita di sperma, con i nostri tre cazzi ancora sporchi della venuta nonché degli umori vaginali e anali di Nadia ci dirigemmo verso Alberto.
Ordinai a Giorgio e Luca di prendere Nadia e portarla sospesa a gambe larghe di fronte ad Alberto, mentre lei si teneva la figa chiusa con le dita per non perdere il seme contenuto.
Arrivati sopra di lui tolsi la pallina dalla bocca di Alberto e gli tenni le labbra aperte mentre Nadia gli scaricava tutto il nostro seme sulle sue labbra.
Obbligai Alberto ad ingoiare, ed egli lo fece senza alcuna opposizione pregustando quella mistura di sperma ed umori della figa della moglie.
Giorgio e Luca fecero scendere Nadia che si mise sul letto ed incominciammo a pulire i nostri cazzi sulla faccia di Alberto che da quale momento era diventato la nostra puttana.
Slegai Alberto e con Giorgio e Luca lo portai davanti alla telecamera, nudo e con il cazzo gonfio ancora stretto nell’elastico e la faccia sporca di umori.
La telecamera riprendeva quella scena con Alberto in mezzo a noi tre mascherati che stavamo zitti mentre Nadia che si era avvicinata le diceva “saluta Luisa adesso, dille quanto la desideri... e che tua moglie è fredda””
Nadia continuava a schernire Alberto di fronte alla telecamera quando io e Giorgio lo prendemmo e lo mettemmo sul letto.
Alberto stava steso sulla schiena mentre la moglie gli era salita a cavalcioni sulla bocca e l’obbligava a leccarle figa e culo, riempiendogli la faccia dei suoi umori e del suo piacere.
Feci prendere a Giorgio e Luca le gambe di Alberto che mi mostro le sue natiche ed il suo culo ed inizia ad penetrargli con forza lo sfintere.
Alberto era la prima volta che provava la penetrazione anale ed affondavo sempre di più e con forza. Le proteste soffocate e le lacrime di dolore erano attutite dalla figa di Nadia che lo costringeva a continuare a leccare.
Sborrai nel culo di Alberto e poi mi spostai in modo che la telecamera riprendesse bene il culo pieno del mio sperma.
Ma non era finita.
Presi Alberto e lo feci mettere a quattro zampe sul letto mentre Nadia gli si parava davanti nella stessa posizione in mdo che lui gli leccasse il buco del culo.
Ormai avevo aperto la strada ed a Giorgio non servì alcun aiuto per inculare a fondo Alberto il cui cazzo ancora stretto nell’elastico sembrava sul punto di esplodere.
Anche Giorgio riempì di sperma il culo di Alberto e anche luca non si fece mancare tale piacere sfondando con particolare forza il culo della nuova troietta che oramai era diventato un cratere a forza di prendere i nostri tre poderosi uccelli.
A quel punto presi Nadia la portai dietro ad Alberto che le scoreggiò in bocca tutto il seme contenuto nel suo sfintere fino a riempire le labbra della moglie che ripiena come una scrofa corse alla bocca del marito per dargli un bacio e fargli nuovamente ingoiare tutti gli umori che aveva ricevuto dal ricettacolo del suo buco del culo.
Tolsi l’elastico ad Alberto e lo obbligai a masturbarsi di fronte alla telecamera mentre lui e Nadia succhiavano i nostri tre cazzi, e lui venne copiosamente come una fontana riempiendo le lenzuola anche del suo seme.
Aiutato da Luca legai nuovamente Alberto alla poltrona e gli rimisi la pallina in modo che non potesse avere alcuna reazione mente noi tre ci lavavamo e rivestivamo, ma non avevamo nulla da temere, era spossato e stremato con il culo che gli bruciava per l’enorme quantità di cazzo ricevuta dai tre uomini mascherati.
Una volta rivestito smontai la telecamera ed il telefono che mi erano serviti per le riprese ed andai da Alberto e gli dissi “se fai una parola di quanto è accaduto questo finisce diritto on –line e via email a tutti i tuoi colleghi d’ufficio ed ai tuoi capi. Questa è la tua punizione per aver tradito la tua bella moglie ed averla umiliata. Puoi ringraziare lei”,
Poi mi rivolsi a Nadia “Tu cagna vieni a fare il caffè, sarai contenta per la vendetta che hai avuto!”
Nadia ci guardò soddisfatta e ci seguì in cucina a preparare il caffè.
Sulla porta di casa salutai Nadia “ricorda il nostro patto ora sei in debito”.
Non sapeva ancora ciò che le sarebbe toccato...(fine seconda parte)