STORY TITLE: La zavorrina senza freni 
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STORY

La zavorrina senza freni

by Vizisegreti10
Viewed: 65 times Comments 0 Date: 24-06-2025 Language: Language

Zavorrina senza freni –

PREAMBOLO DELL’AUTORE
Questa è una storia vera.
O forse no?
Ma come ogni fantasia o verità ben costruita, parte da emozioni reali, da voglie taciute e da ricordi che tornano, a volte, sotto forma di immagini così vive da sembrare accadute ieri.
Non è una storia per cuori timidi, né per lettori ipocriti: qui si parla di corpi, di desideri, di coppie che scelgono di non essere prigioniere delle apparenze.
Io e mia moglie siamo complici. A volte folli. A volte troppo sinceri. Ma mai banali.
Ecco il nostro primo capitolo, scritto a modo nostro. Senza freni. Come la moto che abbiamo ricomprato dopo tanti anni.

Il racconto
Dopo molti anni, ricompriamo la moto, tra dubbi e preoccupazioni. Siamo motociclisti veri, ma un po' porcelli.
Una sera le faccio una battuta, dicendole:
«Ma tu pensa: con il giubbotto nero corto, la tua gonnelina preferita e il tuo tacco 12…».
Come immaginavo, mi rispose:
«Ma che dici!?»
E io, sconsolato:
«Era solo una battuta…».
Per quella sera finì lì.

Dopo qualche giorno, decidemmo di uscire. Rimanemmo d’accordo che sarei andato a prendere la moto e passato sotto casa sua.
Dopo pochi minuti sono sotto casa, le mando un messaggio e lei risponde:
«Scendo».
Mentre ero preso a preparare il mio casco e il suo… arriva.
Rimango a bocca aperta: giubbotto corto, gonnellino e tacco 12.
Io la guardo senza proferire parola, ma dentro di me non capivo cosa avesse in mente.
Poteva essere anche una provocazione.

Invece, si mette il casco e mi dice di dirigermi verso un lago, nelle vicinanze di casa.
Io ovviamente obbedisco, andando pianissimo visto l’abbigliamento succinto.
Ero già eccitato dalla situazione, non sapendo cosa potesse succedere.
Lei, dall’interfono, mi chiede:
«Ti ho fatto piacere?». E io le dico che sono eccitato. Finisce lì.

Ad un certo punto, si affianca un motociclista da solo, con casco integrale. Rallenta e saluta lei.
Lei, sempre dall’interfono, mi dice:
«Hai visto? Siamo a caccia».
Io mi faccio una risata.

Arriviamo ad un semaforo rosso. Ci fermiamo. Il ragazzo ha una bella BMW S1000 XR, una moto veloce e comoda, una crossover, così si dice.
Comunque, scambiamo due complimenti sulle moto, tenendo conto che lui aveva la visiera nera e aperta pochissimo.
Poi si concentra sulla zavorrina, dicendomi:
«Tanta roba!», e fa i complimenti.

Scatta il verde e dobbiamo ripartire. Poco dopo c’è un selfservice, devo fare benzina.
Mi fermo, e anche lui si ferma subito. Non capisco e sto in guardia.

Lui ha un fisico longilineo, giubbotto tecnico come il mio. Si sfila il casco e con sorpresa... era un ex collega di mia moglie.
Abbracci e saluti con grande piacere. Poi si avvicina a mia moglie e iniziano i complimenti.
Io dovevo fare benzina e faccio tutte le procedure, ma con un occhio sempre su di loro.
Parlavano fitto fitto e molto vicini, qualche abbraccio.

Mentre inserisco la tessera, noto che scappa un bacio in bocca, molto fuggente. Non capisco.
Loro si guardano. Io faccio finta di nulla. Si attiva la pompa, mi avvicino alla moto e faccio benzina.
Lei era già scesa. Continuavano a chiacchierare tra una risata e l’altra.
Finisco, e lui si avvicina:
«Se ti sposti, la faccio anch’io».

Rimango solo con mia moglie e le chiedo come stesse il suo amico, che in parte era anche un mio buon conoscente.
Lei mi risponde che adesso vive da solo, abita in prossimità dei laghi dove volevamo andare noi, e che stava tornando da Torino. Erano circa le 21:30.

Allora le chiedo:
«Vi ho visti molto complici…».
E lei, con molta nonchalance, mi racconta che a una cena aziendale, dopo aver alzato il gomito, nel delirio più completo, lei si era recata in bagno, seguita da lui.
Al tavolo avevano già combinato di tutto.

Arrivati al bagno, al piano 1, tra effusioni e slinguate di passione, lei gli fece un pompino sublime – perché il tempo non era molto – e con la cremina calda ancora che le scivolava lungo la gola, si sedette di nuovo al tavolo della cena come se nulla fosse.
Io ero rimasto basito.

Mi auguravo fosse stato l’unico evento che non mi aveva raccontato.
Le chiedo:
«A questo punto… cosa vuoi fare?». E lei, con tono provocante:
«Vestita da troia sono vestita. Voglia? Tanta, quanto i cavalli delle due moto».

Alla luce di queste notizie, già mi facevo delle fantasie, con un’erezione notevole.
Lui si avvicina e dice:
«Ragazzi, beviamo qualcosa?». Lei risponde:
«A me farebbe piacere». E io annuisco.
«Fai strada tu», le dico.

Dopo alcuni chilometri e qualche minuto, ci fermiamo davanti a un bel locale sul lago. La luna si rifletteva sull’acqua in modo spettacolare.
Scendiamo dalle moto. Lei, con fare molto scenografico, metteva in mostra tutto. Per fortuna c’era poca gente, solo coppiette.

Ci accomodiamo sulla terrazza affacciata sul lago, con le moto sott’occhio.
Lei, esagerata, giubbino con top sotto: appena apre la cerniera… wow. Tutti e due la guardiamo.
Io la fisso negli occhi per capire cosa volesse fare. Dopo uno scambio di sguardi, mentre il nostro nuovo amico chiamava la cameriera, lei con un cenno della mano mi fa capire: «Stasera me lo scopo».

Io ormai ero a mille.

Arriva la ragazza addetta ai tavoli e ci chiede cosa vogliamo bere.
Noi prendiamo una bevanda analcolica, lei una bella caipirinha.

Cominciamo a chiacchierare e raccontarci cosa avevamo fatto negli ultimi tempi. Sembrava fossero passate poche settimane, non anni.
Arriva da bere. Il nostro amico propone un brindisi.

Lo facciamo. Si avvicina a lei e le stacca un altro bacio sulla bocca.
Io li guardo, come per dire:
«Ma voi avete avuto una storia?». Mi rispondono che non c’è stata una vera storia:
«Oltre al pompino della cena aziendale, qualche slinguata e un paio di seghe».

Io esclamo:
«Minchiaaaa… meno male eravate solo colleghi!».

Un po’ infastidito e un po’ eccitato, cercavo di capire come muovermi.
In fondo ormai siamo una super coppia aperta… non dovrei scandalizzarmi. Invece… l’animo umano del maritino è sempre presente.

Beviamo. Dopo qualche sorso, lei si scalda e si toglie il giubbino. Sotto, solo il top bianco, senza nulla. Wow… capezzoli duri.

Il nostro amico aveva ormai un’evidente erezione. Io anche.

Allora chiedo i particolari a lui, perché lei non me li direbbe.
Il suo amico guarda lei per avere il permesso, e lei fa un cenno d’intesa.
A quel punto, lui mi racconta tutto.

Mi dice che si era creato un feeling sul lavoro, ma non solo. Tra battute, cene e situazioni ambigue, si erano sempre stuzzicati.
Lui, sapendo di avere un fisico apprezzato e un arnese notevole, aveva iniziato a vestire in modo più attillato proprio per attirare l’attenzione.
Le ragazze lo stuzzicavano in modo goliardico.

Tra un sorso e l’altro e sguardi tra me, lei e lui, finisce la sua caipirinha.
Lei si alza ed esclama:
«Arrivo subito, devo fare benzina».

Allora lui approfitta della sua assenza e, su mia richiesta, racconta i dettagli nei particolari, senza censure, su mia moglie.

Mi confessa che è amante dei pompini e delle seghe, anche del sesso classico, ma che ha una passione particolare per quello anale.
Mi dice che non c’era stata solo quella volta alla cena aziendale, ma molte altre.

Un giorno, racconta, arrivò un gel lubrificante al lavoro. Aveva intenzione di usarlo con la sua ex moglie, fredda sessualmente, per riaccendere il rapporto.
Ma quando lo mostrò a mia moglie, lei glielo strappò dalle mani per provarlo.
Aprì il tubetto, si passò la crema tra le dita affusolate, la annusò e disse:
«Ummm, che figo… molto piacevole!».
Lui, stuzzicato, rispose:
«Vogliamo provarlo?».

Dopo sguardi intensi sul lavoro, zona magazzino e area relax, suona la campanella della pausa.
Lui le propone un caffè. Lei lo segue, ma non nella zona solita: vanno in un ufficio con zona relax.

Appena entrati, lui si guarda intorno, si avvicina e la bacia come non aveva mai fatto.
Le mani esplorano. Il tempo è poco. Ha ancora il tubetto con sé.
Lei si eccita. Lui le sussurra:
«Voglio scoparti». E lei dice:
«Sì!».

Lui le abbassa la gonna. Lei si piega, mostra il culo. Gli appoggia il membro e lui la penetra con decisione.
Poi lei gli chiede di usare la cremina. Lui la spalma sul buchino e inizia a stimolarla.
Due dita, poi tre. Lei geme. Gli chiede di possederla anche lì.

Lui non se lo fa ripetere: punta il buchino, lo infila tutto e comincia a pompare.
La crema, le urla, l’ambiente chiuso… tutto aumentava l’eccitazione.

Il racconto viene interrotto da mia moglie che torna con un altro drink.
Io sono senza parole, ma con un’erezione pazzesca.

Ci sediamo. Lei ci chiede se avevamo chiacchierato. Io balbetto un sì.
Poi chiedo all’amico Luca se viene con me in bagno. Mi segue.

Durante il tragitto, gli chiedo se poteva continuare a raccontarmi delle loro storie, quelle perverse da colleghi e di fatto amanti, a mia insaputa.

Lui, un po’ imbarazzato, ma poi stimolato, riprende:
«A volte lei mi stuzzicava apposta per vedermi barzotto. Una volta, durante un corso a Roma…».

E qui comincia un altro racconto che avrebbe sconvolto del tutto la mia percezione di lei.

Luca continua e mi racconta del corso di aggiornamento a Roma per delle nuove procedure aziendali.
Erano partiti in treno ad alta velocità: tre colleghi, compresa mia moglie.
Uno dei tre, mi racconta, era un tipo inchiavabile; l’altro, un bel ragazzo con fama di 'tromber de femme'.
Io, dentro di me, avevo già capito dove sarebbe andata a parare la storia.

Durante il viaggio, qualche battuta tra loro, niente di troppo spinto. Ma quando si alzano per sgranchirsi le gambe, percorrono un paio di carrozze e arrivano alla carrozza ristorante.
Luca le offre un bicchiere di vino. Cominciano a scherzare e fare proposte indecenti sottovoce.

A un certo punto, arriva il 'tromber', lo chiameremo Michele. Chiede se può unirsi a loro per bere qualcosa. Ovviamente accettano.
Nel frattempo, Michele sfodera tutto il suo fascino da bull dichiarandosi amante delle donne, soprattutto di quelle disinibite.
Mia moglie rimane un po’ spiazzata, ma lui le dice che li aveva già visti flirtare, e probabilmente fare sesso.
Lei risponde:
«Spero che ti siamo piaciuti».
E Michele:
«Avrei voluto essere al posto di Luca».
Lei, provocante:
«Potevi avvicinarti prima».
Lui:
«Non volevo essere invadente».

Questa cosa – mi racconta Luca – piacque molto a mia moglie, che disse:
«Facciamoci un giro per il treno».
Michele propose di andare verso una carrozza vuota, che aveva notato prima.
Si alzano, prendono i bicchieri e camminano. Michele davanti, mia moglie in mezzo, Luca dietro, che già la toccava ovunque.

Ad un certo punto, lei entra nel bagno, esce subito con il tanga in mano e lo infila nella tasca di Luca.
Si scambiano sguardi, poi lei prende l’iniziativa e passa avanti.
Le mani di entrambi su di lei, trovano una zona adatta. Lei si siede e si avvicina a Luca, gli sbottona i pantaloni e inizia a succhiarlo.

Dopo poco, prende in mano anche Michele, che ha un arnese enorme: 24 cm, dice Luca.
Lei sgrana gli occhi, lo annusa, lo lecca e prova a succhiarlo, ma ci sta solo la cappella.

Poi chiede se può farsi scopare lì, su una poltrona dell’alta velocità.
Si posiziona sopra Michele, gambe divaricate. Luca sull’altra poltrona.
Cominciano a pomparla senza pietà. Lei gode fortissimo, Luca le tappa la bocca per non farla urlare.
Alla fine, Michele le viene dentro, Luca in bocca.

Si ricompongono. Lei va in bagno e si sistema. Ma da lì in poi, mi dice Luca, tutte le notti hanno fatto sesso in tre.
La dilatavano talmente tanto che, quando è tornata a casa, era visibilmente 'rilassata'.

Per una settimana non volle fare sesso con me.
Una mattina, mentre si chinava per prendere un capo, notai il buchino molto aperto, che sporgeva dal filo del tanga.
Avevo sospettato qualcosa, ma non approfondii… fino ad ora.

Erano passati circa cinque minuti. Torniamo al tavolo dove avevamo lasciato mia moglie, che era bella carica.
Ci chiede:
«Allora, Luca ti ha raccontato tutto nei minimi particolari?».
Io annuisco.

Riprendiamo a chiacchierare e Luca ci dice che si è liberato il terrazzo del locale.
Lei non se lo fa ripetere due volte e ci spostiamo lì.

Fantastico: vista sul lago, luna piena. Non c’è più nessuno.
Luca conosce il proprietario, ci dice:
«State quanto volete».

Mi faccio portare un prosecco. Ne avevo bisogno.
Quando torno, li trovo sul divanetto a slinguare come matti. Luca ha le dita dentro di lei, tre per la precisione.
Lei ha le gambe aperte, lui la masturba senza ritegno. Mi avvicino, lei mi prende in bocca.
Luca tira fuori il suo arnese imponente.

Mi siedo, lei si mette a pecora. Luca la penetra subito. Lei squirtava in continuazione.
Lui armeggia anche con il buchino: sputa, lubrifica, infila un dito, poi due, poi tre…
Quando tutto è pronto, punta e infila il suo arnese fino alle palle. Io vado dietro per vedere la scena.
Il buco era dilatatissimo. Io mi faccio succhiare, vengo in bocca.
Luca viene poco dopo, scaricando una quantità enorme dentro di lei.
Colava ovunque. Per fortuna, mia moglie ha sempre fazzoletti intimi con sé… adesso ho capito perché.

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