STORY TITLE: un sogno 
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un sogno


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un sogno

by panzer
Viewed: 89 times Comments 1 Date: 24-07-2015 Language: Language

Tutto quello che ho scritto negli altri due racconti è vero, quella che segue invece è una mia fantasia, ma se succedesse veramente, vorrei tanto che le cose andassero così.....

Sogno di vederla tra due bull che a casa nostra, prima di scoparsela, la mettono in mezzo e cominciano a spogliarla lentamente mentre lei, ad ogni capo che le tolgono, abbandona sempre di più l’iniziale timidezza e gli si struscia addosso tastandogli volgarmente il pacco per capire quanto ce l’hanno grosso.

Fremo pensando al momento in cui arrivano a sfilarle le mutandine, sono tutti in piedi, e lei è tra di loro, uno di fronte e l’altro alle spalle che le appoggia al culo il cazzo già duro sotto i pantaloni ancora chiusi per farle provare in anticipo quello che la aspetta.

Poi quello che è davanti, mentre la bacia con voluttà sul collo reclinato di fianco, le fa scivolare le mani sui fianchi sotto gli elastici del perizoma che ha voluto indossare, e con naturalezza glielo abbassa a metà cosce, aiutato subito dopo dall’altro che a quel punto, sospeso il massaggio che le stava facendo ai seni ancora racchiusi nel balconcino bianco, finisce di sfilarglielo con la sua collaborazione quando lei lo scalcia via dopo che è scivolato a terra.

Vederla (o meglio immaginarla perché in quel sandwich il suo corpo è sempre parzialmente coperto da quelli dei due uomini) con la figa fuori in una situazione del genere mi fa venire un brivido, così come deve averlo provato lei che nel momento stesso in cui l’hanno liberata dell’indumento sembra aver perso il residuo ritegno e si è abbandonata ancora di più a quella danza oscena di movimenti pelvici, carezze sempre più dirette alle rispettive zone erogene, baci profondi lingua a lingua…



Proprio perché è un sogno, come si sia arrivati a tanto non è importante, però mi piace pensare di averla convinta con difficoltà, arrivando addirittura a barattare il suo consenso a consentirmi di realizzarlo con la quiescenza alla storia che sospetto da tempo che abbia con un suo collega.

All’inizio non ci voleva stare assolutamente, poi ha ceduto e ha lasciato che organizzassi il tutto cercando in rete i bull da coinvolgere con un apposito annuncio postato in un sito specializzato.

Quando ci sono riuscito, una sera, infine, ci siamo visti, prima a cena, poi a casa; in un primo momento era molto tesa, e si vedeva dall’imbarazzo che traspariva da ogni sua reazione ai loro approcci, in realtà molto garbati e mai diretti : sapevamo tutti perché eravamo insieme, ma loro non ne hanno mai fatto un accenno, facendola invece sciogliere lentamente con un continuo e galante corteggiamento basato su discreti apprezzamenti sulla sua bellezza (si è truccata a dovere e ha tirato i capelli neri tutti all’indietro raccogliendoli in una sensualissima coda alta), e su quanto è elegante con la camicetta bianca e il tubino nero su scarpe con i tacchi che indossa per l’occasione (e non hanno ancora visto le autoreggenti color carne e la parure di perizoma e reggiseno di pizzo bianchi con deliziosi inserti in velo che le ho comprato apposta).

Il vino poi ha fatto il resto, e quando siamo usciti dal ristorante li guardava già con occhi diversi, evidentemente pregustava già come sarebbe finita la serata arrivando a casa dove ci è voluto un attimo…..



… Ora è nuda dalla cintola in giù, con il reggiseno ancora indossato, ma con le tette che uno dei due prima le aveva tirato fuori per succhiargliene i capezzoli (facendola letteralmente contorcere per il piacere) e li segue docilmente quando la portano per mano fino al tavolino che è di fronte al divano dove sono seduto a godermi la scena, e, dopo averla fatta girare, le allargano le gambe, e la spingono in avanti perché ci appoggi il busto così che il culo da dove lo guardo io sia la parte più in alto del suo corpo.

Li vedo poi disporsi ai suoi fianchi, e, ognuno da un lato, cominciare a palparla dappertutto, le loro mani si incrociano all’interno delle sue cosce, risalgono sui fianchi e le afferrano le natiche ora massaggiandole in circolo ed ora allargandole per mettere in mostra i suoi buchi tra la poca peluria che ci ha lasciato quando si è depilata quasi completamente in vista dell’incontro.

Uno le afferra i bordi delle grandi labbra e le tira verso il basso prima di infilarci un dito dentro strappandole un gemito di piacere, l’altro apprezza la soda consistenza del culo e saggia l’elasticità dell’orifizio che se ne trova al centro facendoci roteare a sua volta le sue di dita mentre lei gorgoglia e si protende all’indietro per facilitarli in quella opera di preparazione.

Ogni tanto i due maschi si ricordano che ci sono (mentre lei invece si comporta come se non esistessi presa come è dal piacere che prova) , e rivolgendosi a me, ora l’uno, ora l’altro, mi invitano a vedere quanto è troia e come la stanno aprendo per bene per facilitarne la penetrazione che di li a poco faranno di entrambi i canali.

A un certo punto uno dei bull si sposta, e mentre l’altro le tiene ancora aperte le natiche per allargare al massimo la figa ormai gonfia ed il buchetto del culo, violaceo e teso, le si inginocchia alle spalle, e poggiandole le mani sull’interno delle cosce per allargargliele ancora di più, con ostentazione tira fuori la lingua e comincia lentamente a leccarle tutti e due le sue aperture, prima l’una e poi l’altro, e poi ancora dall’uno all’altra mischiando la sua saliva agli umori che le colano dalla figa per spalmarglieli sapientemente tutto intorno e dentro il cratere dell’ano.

Adesso è partita completamente, dimena i fianchi avanti ed indietro mimando un rapporto, è tutta un gemito, e lo interrompe solo per pregarli con una voce che non sembra nemmeno più la sua per come è rotta per l’eccitazione, di prenderla ed aprirla tutta.

E io penso che era quello che immaginavo sarebbe successo, così timorosa e all’apparenza poco propensa a vivere quell’esperienza, e poi, una volta che le quattro mani di quegli sconosciuti hanno così brutalmente violato la sua intimità davanti a me che la guardo entusiasta, dimenticarsi completamente della mia stessa presenza e abbandonarsi all’istinto di quella troia che so troppo bene che è.

Quando pensa che ormai sia pronta, quello che la leccava si alza, e sfilatosi velocemente i pantaloni e gli slip, le si piazza dietro chiedendo all’altro di tenerle ancora allargate le natiche mentre lui , con un colpo solo, le infila nella figa aperta il suo bastone nodoso fino alle palle inchiodandola al tavolino; nel momento stesso in cui la impala, le sfugge un vero e proprio urlo. “siiiiiii…..”,e poi, ad ognuno dei colpi che in rapida soluzione la squassano violentemente, una specie di rantolo intervallato da esortazioni sempre più volgari a dargliene ancora fino a riempirla.

In quella posizione, però, da dove sono seduto non riesco più a vedere il suo corpo abbandonato al piacere del bull perché ora è quest’ultimo che me ne copre la visuale.

Mi sposto allora al loro fianco prendendo nel farlo la macchina fotografica che avevo preparato pensando di immortalare quello che sarebbe successo, e mentre lo faccio anche l’altro bull si sposta, e spogliatosi a sua volta, si mette dall’altro lato del tavolino rispetto a quello dove sono io, e le porge il suo cazzo da succhiare.

E’ un attimo, come se non aspettasse altro, ci si avventa, e in un baleno se lo fa sparire in bocca fino quasi a soffocarsi, poi, con un movimento a ritroso della testa, fa scorrere le labbra all’indietro lungo l’asta tenendocele sempre ben serrate, e poi di nuovo giù, e via in un pompino come a me non ne ha mai fatti….

Per me è come un sogno, la guardo affascinato mentre quei due la strapazzano, e come un automa scatto decine di foto, primi piani su primi piani della figa sempre più slabbrata, la bocca piena di quella nerchia prepotente, e, appena sopra, gli occhi sbarrati e rivolti all’indietro in una espressione di piacere mai provato prima, le tette che ballonzolano quando, tra un colpo ed un altro, riesce per un attimo ad alzare il busto dal tavolino per guardarsi indietro per quanto il pompino che sta facendo le consente e godere anche con gli occhi la vista di quel toro che la sta squassando, e poi di nuovo giù schiacciate sull’improvvisato piano di appoggio dal peso di quello che la monta da dietro…

Non so quanto dura, so che ogni tanto cambiano posizione e gioco, ad un certo punto quello che per primo glielo ha messo in bocca, la blocca afferrandola per i capelli, e fatto un cenno al compare, gli chiede di scambiarsi i ruoli, solo che quando è dietro mia moglie dopo un paio di affondi nella sua figa aperta decide di dedicarsi all’altro suo canale, e senza nessun riguardo, favorito dalla precedente abbondante lubrificazione e dalla dilatazione naturale avvenuta nel frattempo, glielo mette con un solo affondo nel culo incurante dell’urlo, all’inizio di dolore, che lei si lascia sfuggire.

Poi è una sarabanda, e figa, e culo, e bocca, urla, gemiti, il rumore dei corpi che sbattono mentre la prendono con forza, lei che gli grida di continuare sempre più forte, l’odore acre dei suoi umori mischiato al sudore di tutti, e poi infine la prendono in due insieme, ed io impazzisco a vederla stretta tra i loro due corpi, stesa a pancia in sotto su quello del bull che la prende in figa, mentre l’altro, standole sopra, dopo qualche momentanea difficoltà le fa calare dall’alto il suo cazzo nel culo già aperto a dovere.

E’ così che arrivano, mentre lei chi sa quante volte è già arrivata, e uno dopo l’altro a distanza di pochi secondi l’inondano scaricandole direttamente dentro la loro sborra calda.

Quando hanno finito, spossati, rimangono per qualche tempo in quella posizione in un groviglio di corpi sudati ancora così annodati tra loro che quello di mia moglie, schiacciato come è tra gli altri due, quasi non si distingue.

Così, però, a me che continuo a scattare foto su foto, rimane difficile farne qualcuna che testimoni i segni che quelle due ore di sesso selvaggio le hanno lasciato addosso; quando glielo dico, la liberano dalla morsa e la fanno sistemare nella stessa posizione di prima di nuovo sul tavolino dove tutto è cominciato e poi, aprendole al massimo le natiche ancora arrossate, mi fanno vedere il frutto del loro lavoro, e mi invitano a fotografare da vicino figa e culo devastati mentre il loro liquido seminale ne fuoriesce e le cola giù lungo le cosce.

A perenne ricordo della serata mi chiedono di fotografarla ancora, ora è stesa di spalle sul tavolino, è stremata ma ride soddisfatta, e per la prima volta mi si rivolge direttamente associandosi alla richiesta di immortalarla così come l’hanno ridotta per ricordarmi sempre quanto sono cornuto.

E così, mentre le aprono ancora le cosce e gliele alzano standole ciascuno su un fianco, come in posa accanto ad un trofeo di caccia, ridono tutti e mi mostrano le corna, ed io scatto facendo attenzione a riprendere prima tutta la scena, e poi mi concentro su altri primi piani delle grandi labbra ancora gonfie e pulsanti mentre il rivolo di sperma scende fino a mischiarsi con quello che tracima dal culo rotto.

…. È un sogno, ma spero che si avveri….

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