RACCONTO TITOLO: Alta Quota di Piacere 
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RACCONTO

Alta Quota di Piacere

by bullmonza
Visto: 173 volte Commenti 1 Date: 28-07-2025 Lingua: Language

Li avevo conosciuti online, una coppia curiosa, affiatata, con quella scintilla perversa negli occhi che riconosci subito. Lui, il marito devoto e sottomesso. Lei, la moglie sensuale e affamata di qualcosa che solo un uomo come me poteva darle. Ci eravamo dati appuntamento in un rifugio di montagna, tra abeti e silenzi carichi d’attesa.
Arrivarono poco dopo le sette, al tramonto. Ci trovammo al chiosco panoramico per un aperitivo: prosecco freddo, sguardi caldi. Lei era avvolta in un vestitino leggero, senza reggiseno. Lui la seguiva come un’ombra, occhi bassi, già eccitato dal solo fatto di vedermi accanto a lei. Parlavamo, ma era tutto già deciso.
Mezz’ora dopo eravamo nel mio bungalow, in legno profumato e lenzuola spiegazzate d’attesa. L’atmosfera si scaldò all’istante. Fu lei a prendere l’iniziativa, poggiando le mani sul mio petto, sussurrando che mi voleva dentro da giorni. Il marito si sedette in un angolo, in silenzio, con gli occhi colmi di desiderio e invidia.
La presi sul tavolo, poi contro la parete, poi sul letto. Le sue urla si perdevano nei boschi mentre lui assisteva, toccandosi piano, umiliato e affascinato. Lei tremava, esausta e soddisfatta, e quando finii, mi baciò con gratitudine.
Lei tremava, esausta e soddisfatta, con le cosce ancora sporche del mio seme, le labbra gonfie e il respiro spezzato. Lui si avvicinò timidamente, inginocchiandosi tra le sue gambe aperte, come in adorazione. Lei lo guardò con uno sguardo che mescolava tenerezza e crudeltà.
«Pulisci…» sussurrò lei, e lui obbedì.
Io, ancora mezzo duro, mi stirai sul divano del bungalow, godendomi lo spettacolo. Il marito le leccava piano ogni goccia, devoto, mentre lei gemeva piano, ancora percorsa da onde di piacere. Ogni tanto si voltava a guardarmi, come se cercasse il mio consenso.

Quando finì, lei mi si avvicinò gattonando, mi prese di nuovo in bocca senza dire una parola, mentre lui guardava in silenzio, umiliato e più eccitato che mai. Glielo feci succhiare a lungo, spingendole la testa, costringendola a prendersi ogni centimetro.
E quando venni di nuovo, le dissi con voce roca e decisa:
«Apri la bocca… e dividilo con tuo marito.»
Lei obbedì, senza esitare. Gli diede un bacio profondo, scambiandosi la mia essenza come fosse un sacramento perverso.
Poi mi alzai, nudo, dominante, e dissi solo:
«Dormite qui stanotte. Domani, la seconda lezione.»

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