Divento la troia di Paolo
by Smeetles
Eravamo sempre attaccati quando suonò il campanello, era sicuramente il cornuto che arrivava a pranzo, Paolo mi sfilò la nerchia dal culo, io godetti ancora e poi cercai di ricompormi alla meglio ma, c’erano chiazze di sperma e brodo di fica un po’ dovunque, sui capelli, sul viso, sugli abiti, sul tavolo, sul divano e per terra, sarebbe stato difficile nasconderli.
Mentendo a Paolo, dissi che tanto valeva fargli capire subito le cose come stavano, mi tolsi l’abito mi inginocchiai davanti al divano dove lui si era seduto, gli tirai fuori il cazzo e iniziai a segarlo e pomparlo, quando sentii la chiave nella porta e dopo la porta aprirsi lo ingollai tutto fino alle palle e così il mio cornuto mi trovò, rimase sorpreso solo per la persona a cui ero attaccata però finse di non sapere nulla, mi redarguì su cosa stessi facendo e io risposi fintamente nervosa che, siccome tu non me lo dai allora ho trovato un cazzo che me lo da e poi, essendo conosciuto da te, non corro rischi, finita la risposta, ripresi a pompare con foga e maestria e Paolo non resistette molto e iniziò a sborrare, lo sfilai per far vedere al cornuto il nettare che stava scendendo nella mia bocca e poi lo ingoiai gustandolo, il dado era tratto, Paolo era uno dei miei amanti.
E così iniziò la storia con lui e col consenso del mio cornuto che trovava la cosa intrigante perché in un certo senso faceva un torto alla moglie di lui che non aveva mai sopportato, Paolo fece come mi aveva detto, ogni giorno, a parte alcune normali impossibilità, passava da casa, a volte prima del lavoro veniva a casa, gli avevo dato una copia delle chiavi, entrava si spogliava entrava nel letto e iniziava a scoparmi accanto al cornuto, a volte a pranzo entrava e, anche se stavamo mangiando, poteva tirare fuori il cazzo per un pompino e poi quando veniva riversava il nettare nel mio piatto come condimento aggiuntivo, lo stesso la sera anche se preferiva che mi appoggiassi al cornuto e a pecorina mi alesava i fori e al momento del godimento sborrava sul mio viso, ed io, porca, cercavo di baciare il cornuto, ma il top era quando rimaneva la notte perché facevamo di tutto e di più, mi apriva come una cozza e, la mattina i miei buchi aperti oscenamente facevano aeco e, il mio cornuto, si accontentava di seghe e di una brandina apposita per lui, Paolo mi trattava da troia davanti a lui e io ero felice di esserlo e di poterlo fare liberamente dopo una parte di vita passata a pensarmi brutta ed a noscondermi dagli uomini.