Il gioco
by QuentinVisto: 470 veces Comentarios 2 Date: 11-03-2025 Idioma:

Clara e Matteo erano sposati da sei anni. Lui, un ingegnere informatico con un debole per l’ordine e la prevedibilità; lei, una graphic designer con un’energia creativa che spesso sfuggiva al controllo. La loro vita sessuale, dopo i primi anni di fuoco, si era stabilizzata in una routine monotona. Ma Clara aveva un piano per ravvivarla, un gioco che aveva scoperto online, ispirata da forum e racconti di coppie che si definivano “hotwife”. Ne parlò a Matteo una sera, con un bicchiere di vino in mano e un sorriso malizioso.
“Facciamo un esperimento,” disse. “Un gioco. Io divento la tua hotwife, e tu decidi se vuoi essere il marito che comanda o quello che guarda e basta. Che ne dici?”Matteo rise, pensando fosse uno scherzo. Ma il luccichio negli occhi di Clara lo fece esitare. “Ok,” rispose, “proviamo. Ma solo come gioco, eh?”“Assolutamente,” promise lei. “Tutto sotto controllo.”
I Primi Passi
Il “gioco” iniziò con piccoli gesti. Clara propose di fare roleplay a casa: lei era la moglie provocante che flirtava con sconosciuti immaginari, e Matteo il marito che osservava, a volte fingendo di impartire ordini, a volte restando in silenzio, rosso in viso. Ogni volta che finivano, lei lo abbracciava, rassicurandolo: “Vedi? È solo per noi. Mi fa sentire viva, e tu sei sempre il mio centro.” Matteo si sentiva strano, ma non poteva negare l’eccitazione che cresceva in lui.
Poi Clara alzò la posta. “Facciamo un’uscita,” propose. “Venerdì sera, al nuovo club in centro. Io flirto un po’, tu guardi. Niente di serio, solo per vedere come ci fa sentire.” Matteo annuì, curioso ma nervoso.
Quella sera, Clara indossò un vestito nero aderente, corto abbastanza da attirare sguardi, e una cavigliera scintillante che aveva comprato online – un simbolo discreto ma carico di significato per chi sapeva coglierlo. Al club, si separarono: Matteo si sedette al bancone, mentre Clara si muoveva tra la folla, un drink in mano. Lui la osservava da lontano, il cuore che batteva forte. Lei sorrideva a un ragazzo alto e tatuato vicino alla pista da ballo, poi a un altro con i capelli scuri e un’aria sicura. Matteo notò ogni occhiata, ogni risata, e si rese conto che non era solo gelosia ciò che provava: c’era una scarica di adrenalina che lo teneva inchiodato lì.
Quando Clara tornò da lui, gli sussurrò: “Ho preso due numeri. Vuoi vedere i messaggi che mi mandano dopo?” Matteo deglutì, annuendo. Quella notte, a casa, lei gli mostrò lo schermo del telefono mentre lo stuzzicava: “Guarda qui, dice che mi porterebbe via subito. Pensi che dovrei rispondergli?” Lui non rispose, ma il modo in cui la prese sul divano parlò per lui.
Il venerdì successivo, Clara propose una sfida: “Vediamo quanti numeri riesco a prendere in dieci minuti. Scommettiamo?” Matteo accettò, e al club lei si superò: tornò con quattro numeri scribacchiati su tovaglioli, ridendo mentre glieli mostrava. “Sei un disastro,” disse lui, ma il suo tono era più eccitato che arrabbiato. “Lo so,” rispose lei, dandogli un bacio leggero. “Ma ti piace, vero?” Lui non lo ammise apertamente, ma il rossore sulle sue guance era una confessione.
Una sera, Clara uscì da sola con le amiche. Prima di andare, si fece una foto in lingerie e la mandò a Matteo con la didascalia: “Pensi che stasera avrò attenzioni? ” Lui rispose con un “Torna presto,” ma passò la serata a immaginare cosa stesse succedendo. Quando Clara rientrò, gli raccontò di un tipo che le aveva offerto un drink e di come avesse flirtato con lui per gioco. “Gli ho detto che ero sposata,” disse, “ma gli ho lasciato credere che fossi disponibile. Ti dispiace?” Matteo scosse la testa, e quella notte fu più intensa del solito.
Il punto di svolta arrivò qualche settimana dopo. Clara aveva conosciuto online un certo Andrea, un “toro virtuale” trovato su un’app per coppie aperte. “È solo per chattare,” gli disse. “Niente di reale, per ora.” Ma le chat si fecero sempre più esplicite, e Clara iniziò a leggerle a Matteo mentre erano a letto. “Guarda cosa mi scrive,” diceva, con un sorriso provocante. “Dice che mi farebbe cose che tu non immagini nemmeno. Pensi che sia vero?” Matteo si irrigidì, ma non la fermò.
Una sera, Clara uscì con Andrea per un drink, con il permesso di Matteo. “Solo un incontro,” aveva promesso. Tornò a casa con le guance arrossate e un’aria soddisfatta. “Com’è andata?” chiese lui, la voce incerta. Lei si sedette sulle sue ginocchia e lo baciò, un bacio lungo e profondo. “È stato… divertente,” sussurrò. “Vuoi sapere cosa mi ha detto?” Matteo annuì, e lei continuò: “Ha detto che sono troppo per un uomo solo. Che tu dovresti guardarlo mentre mi prende, per imparare come si fa.”Matteo sentì una fitta di umiliazione, ma anche un’erezione che non poteva nascondere. “E tu cosa hai risposto?” chiese. “Che magari un giorno glielo lasceremo fare,” disse lei, ridendo. “Scherzo… o forse no?”
Il culmine arrivò durante una vacanza al mare. Clara indossava la cavigliera e un bikini che lasciava poco all’immaginazione. Mentre Matteo si rilassava sotto l’ombrellone, lei si avvicinò a un bagnino per farsi spalmare la crema solare. Lui la osservò da lontano: le mani dell’uomo sulle sue spalle, poi sulla schiena, e infine sulle cosce. Clara si girò verso Matteo e gli fece l’occhiolino. Tornata da lui, gli sussurrò: “Mi ha chiesto se ero single. Gli ho detto che mio marito è un tipo aperto. Ti piace l’idea?”
Quella sera, al bar dell’hotel, Clara propose un gioco: “Scegli un ragazzo qui intorno. Io flirto con lui, e tu guardi. Se ti ecciti, posso spingermi oltre.” Matteo, ormai preso dal vortice, indicò un tipo muscoloso seduto al bancone. Clara ci mise poco: in dieci minuti, era accanto a lui, rideva alle sue battute e gli sfiorava il braccio. Matteo li fissava, il cuore in gola. Quando lei tornò, gli disse: “Mi ha invitato in camera sua. Che faccio?”“Dipende da te,” rispose lui, la voce roca. Clara sorrise. “Allora vieni con me. Ma tu resti fuori.”
Matteo aspettò in corridoio, seduto su una sedia scomoda, mentre Clara entrava nella stanza dello sconosciuto. Sentiva i rumori attraverso la porta sottile: risate, sospiri, poi gemiti. Ogni suono era un colpo al suo ego, ma anche un fuoco che lo consumava. Quando Clara uscì, un’ora dopo, aveva i capelli spettinati e un sorriso soddisfatto. “Sei stato bravo ad aspettare,” disse, prendendolo per mano. “Ti è piaciuto?”Lui non rispose, ma la trascinò nella loro stanza e la prese con una foga che non aveva mai avuto. Dopo, mentre erano sdraiati, Clara gli accarezzò il viso. “Sai, potremmo rifarlo. Magari la prossima volta lo facciamo entrare mentre guardi da vicino. Ti va?”Matteo chiuse gli occhi, annuendo lentamente. Il gioco aveva preso il sopravvento, e lui non voleva più fermarlo.